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Autore: Emily Liddell    29/05/2012    3 recensioni
Alice Liddell, orfana.
I genitori e la sorella bruciati vivi in casa. Alice dopo aver tentato di suicidarsi un un cucchiaio, viene rinchiusa 10 anni in manicomio. Ma la tortura non è finita: Bumby la sta uccidendo interiormente.
Fanfiction a più episodi -spero- trattanti la vita e i pensieri di Alice.
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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« Dove sono i miei soldi mezza sega »
« Fai lavorare quelle tue grasse puttane o vengo li a spaccarti la testa! Avrò ciò che tu e le tue battone mi dovete. »
Jack Splatter gesticola sotto la finestra della Balia, fradicio, con la pioggia che le colava dalla bombetta che indossava in testa.
Alice Guarda la scena.
 Aveva già incontrato quell’uomo, le aveva addirittura proposto di andarsi a prostituire.
“Non lo sa? Il dottore dice che ho una brutta malattia.” Pensa tra se e se Alice, mentre si dirige nella stanza della Balia.
Doveva chiederle di Radcliffe, l’avvocato che si era occupato del suo caso. Doveva parlargli.
 
Alice sale le scale dell’edificio. Sotto l’appartamento c’era la sirena straziante, un pub frequentato da barboni, prostitute e marinai. Alcuni si prendono a botte, altri sono ubriachi e cantano. Alice guarda le scene quasi pietose di quelle persone, salendo le scale.
Si sente un rumore, poi un urlo: il rumore proviene dalla stanza della Balia.
Jack Splatter stava prendendo a calci la donna, che si copriva il volto tremando a terra.
 «Lasciala stare! Cos’ha fatto di male? »
 « Ha ferito i miei sentimenti. Non ti impicciare ragazzina. »
Jack Splatter rovescia la lampada a terra, dando un pugno alla ragazza, che cade a terra subito dopo il colpo.
La stanza è in fiamme.
 

  
 
***  
 
Con eleganza, Alice Liddell atterra sul suolo scivoloso.
Era il momento di cercare la Falsa Tartaruga, e di scoprire qualcosa sul treno di cui il Cappellaio le aveva parlato poco prima di finire sotto le macerie.
La Falsa Tartaruga era il capo stazione delle ferrovie delle specchio nel Paese delle Meraviglie.
«Licenziato di tronco, in esubero, hanno detto quegli imbecilli. Le ferrovie non ci sono più e guarda che disastro. Ciò che non so, non mi può ferire. Basta parlare. Da poco intenditor, poche parole. Ho un' idea. Vai dal Carpentiere, Alice! Lui dice che ciò che prendiamo alla leggera non può farci male.»
 
Alice si incammina verso il teatro dove il Carpentiere stava per svolgere il suo spettacolo.
Il Carpentiere era un personaggio eccentrico, e conosciuto ovunque, lì. Era il regista di diversi spettacoli teatrali.
“A quanto pare, non sa nemmeno lui cosa sta succedendo. Forse il Carpentiere potrà darmi una mano… forse. Lo spero.”
Alice si incammina verso la città Fondo Barile, alla ricerca dell’uomo, o quello che era.
 
Dopo aver sbrigato varie commissioni per quest’ultimo, ella si reca a teatro, portando con se le ostriche, che erano le attrici, pronte per lo spettacolo.
“Non poteva sbrigarsi da solo queste faccende…?” mormora Alice scocciata.
Poi, il tricheco –il compagno, se così si poteva definire del Carpentiere. Un essere stupido e grasso.- inizia a divorare una ad una le ostriche, terrorizzate sul palco mentre la folla scappa.
« Non sei un impresario. Sei un criminale! »
« Il mondo non è bianco e nero, Alice. »
L’uomo sghignazza, mentre vede l’orrenda scena che si sta manifestando sul palco.
« È ora di mangiare. La morte ci rende tutti uguali! Tutti, meritano di essere divorati. »
L’animale continua a sbranarle, una dopo l’altra.
Alice è inorridita.
« È assurdo! Mentre il Paese della Meraviglie viene distrutto! »
« Non sono il tuo nemico, Alice. Ho cercato di celare a quel mostro il Paese delle Meraviglie. La riconciliazione ha un prezzo. A ciascuno il proprio ruolo. Cosa sei? Pedina o regina? Idiota o comico? Comunque, considera la possibilità di essere stata ingannata Alice. Da chi? Chieditelo. »
« Oh no… chi ha messo in moto quel dannato treno?! Da dove viene? »
« È arrivato insieme a te, ed è più orribile di quanto tu possa immaginare! La morte di un sogno! Il Brucaliffo, potrebbe sapere! »
Ad un tratto si sente un rombo. Poi un rumore di fumo e di ruote che sfrecciavano sulle rotaie. Il fuoco divampa per tutto il teatro.
Poi il buio. 
  
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