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Autore: MissAliceLiddle    30/05/2012    1 recensioni
Questa è la storia di Valerie e Sophie. Due ragazze, una francese e una inglese, che si incontrano casualmente a New York. Il loro primo incontro durerà poco, ma da lì nascerà un’amicizia che le accomunerà e le legherà per sempre. Perché il destino ha intrecciato un filo rosso, un filo che unirà le loro vita in un’indimenticabile amicizia.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Radio summer of love, è qui Valerie che vi parla! Oggi mi trovo in cima all’Empire state of building e la vista è meravigliosa. Mi sento come Rose che, abbracciata al suo Jack urlava: Sto volando, sto volando. Gente dovreste provare.”

Valerie aveva una piccola stazione radio personale, una specie di diario radiofonico, dove condivideva le sue esperienze, i suoi sogni, le sue sensazioni, con tutte le persone che ascoltavano quella stazione radio. E, anche se a volte nessuno la ascoltava, Val vedeva tutto questo come una valvola di sfogo e come un nuovo modo di esprimersi.

“Gente, prendete le cuffie e ascoltate Princes of the universe dei Queen, salite su un cornicione o su un qualsiasi punto altissimo e urlate a squarciagola le parole della canzone e vivete il presente”

Ecco, quando Val iniziava ad essere filosofica e sentimentale era anche peggio di quando era innamorata, ma forse così non perdeva la sua unicità.

Mentre Val esprimeva il suo estro in cima all’Empire state building, Sophie prendeva l’ascensore fino al 50° piano e poi cominciò a godersi le scale, il percorso fino alla cima, ascoltando The Climb della Cyrus e Skyscraper della Lovato e si godeva quella salita. A Sophie piaceva fermarsi e guardare tutto quello che la circondava. Amava salire in cima al quel palazzo per disegnare, scrivere racconti, fare foto con la sua Nikon o semplicemente per riflettere.

Sophie rifletteva molto, temporeggiava e spesso perdeva l’attimo. Diciamo che voleva giocare per bene le sue carte, ma spesso, anzi sempre, c’erano quelle variabili che non dipendevano da lei, quelle variabili che rovinavano un momento, quelle variabili che ti spezzavano il cuore, del resto si da, non si può prevedere tutto, ma su questo Soph era testarda: doveva andare tutto secondo i suoi piani.

Arrivata in cima al suo palazzo preferito, Sophie vide un puntino giallo e nero che ballonzolava sul cornicione e che urlava a squarciagola.

“Oddio”

Sophie corse e all’improvviso si trovò accanto a quella buffa ragazza che cantava in cima ad un grattacielo senza aver paura di cadere. Si avvicinò lentamente e parlò con voce tranquilla, cercando di mascherare la sua ansia.

“E-ehi, che stai facendo lassù? Non è pericoloso?”

Valerie non si girò, era troppo impegnata ad ascoltare la musica. Sophie ci riprovò.

“Ehi, ehi, EHI!”

Ecco, Sophie stava iniziando ad innervosirsi, e non era proprio il caso di farla innervosire. Infatti era capace di diventare un violento uragano, pronto a travolgere tutti.

All’improvviso Valerie parlò:

“Gente, prendete per mano la prima persona che vedete e fatevi assecondare nella vostra follia”

Val si girò e vide Sophie, si tolse le cuffie e la prese per mano.

“Ehi, Sali su. E’ semplicemente meraviglioso”

Soph restò immobile.

“M-ma sei impazzita? Potremmo cadere, anzi, potresti cadere, scendi subito”

“Mi fido di me stessa, so che non cadrò” replicò la bionda.

“M-ma, tutto quello che dici è assurdo!” controbatté la mora.

“E chi può dirlo che è assurdo? Forza, fidati di me.” Val tese la mano a Soph.

“Ma se non ti conosco nemmeno!” Sbuffò Soph.

“Tu fidati e basta! Male che va, ci rivedremo all’inferno.” Rispose Val candidamente.

Sophie guardò la ragazza e decise di cogliere l’attimo senza pensare ad altro. Afferrò la mano della ragazza, si diede uno slancio e salì sul cornicione.

“Prendi!” Val passò una cuffia a Soph. “Ora canta” continuò la parigina.

“Tu sei pazza!” replicò Sophie ridacchiando, anche se, effettivamente anche lei si trovava sul cornicione di uno degli edifici più alti di NY, a un passo dal vuoto, ma la vista non era niente male, anzi, dava un certo senso di pace mistica. La prese nuovamente per mano e iniziarono a cantare insieme.

 

“Here we are, born to be kings 
We're the princes of the universe.
Fighting and free 
Got your world in my hand 
I'm here for your love and I'll make my stand 
We were born to be princes of the universe. “


 

  
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