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Autore: The Black Dahlia    01/06/2012    3 recensioni
The Black Dahlia, ex MrsKilljoy.
Severus Piton è un uomo solo, tormentato dalla perdita del suo unico e grande amore, Lily Evans, sulla cui tomba ha giurato che ne proteggerà il figlio, il giovane Harry Potter, a rischio della sua stessa vita. Per questo motivo accetta la folle proposta di Albus Silente: tornerà tra i Mangiamorte, nel controverso ruolo di spia doppiogiochista.
Daisy Ackerley è una strega Nata Babbana, orfana di entrambi i genitori, che vive nel piccolo villaggio magico di Godric’s Hollow dove è proprietaria di una bottega nella quale prepara pozioni diluite che rivende poi ai Babbani. Ha un rapporto tormentato con la Magia e solo in questo modo riesce a conciliare la sua natura di strega con la sensazione di essere allo stesso tempo una Babbana.
Una buia notte del giugno 1992 le loro strade si rincontrano per caso, davanti alle rovine di casa Potter.
Da quella sera entrambe le persone scoprono l’esistenza di un sentimento a loro estraneo fino a quel momento, l’amicizia.
Ma per entrambi questo si rivelerà fatale: Severus è all’apparenza un Mangiamorte e il suo rapporto con Daisy rischierà diverse volte di mettere in pericolo la sua copertura, mentre la giovane ragazza si troverà costretta a scappare per salvaguardare la sua stessa vita.
Potrà questa amicizia stravolgere il destino di Severus Piton, al punto di salvargli la vita?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Capitolo 15 – Faccia a Faccia


Non era da lui camminare per i corridoi di Hogwarts come un ladro, ma dentro di sé Severus sentiva un brivido di eccitazione che non avvertiva da tempi immemori, quando da ragazzo iniziò ad avvicinarsi alla Magia Oscura. Sapeva che a provocargli quella sensazione era la morbida mano di Daisy stretta nella sua, e la consapevolezza che ciò che stava facendo era proibito, di dubbia morale, discutibile e decisamente pericoloso lo portava a guardare dietro ogni angolo alla ricerca del momento migliore per attraversare i corridoi al riparo da sguardi indiscreti, mentre si dirigeva verso i sotterranei del castello. Dietro le sue spalle Daisy manteneva il suo passo in silenzio, e il suo respiro era appena percettibile. Nonostante ciò, Severus poteva percepire che la ragazza provava le sue stesse sensazione, ma non avrebbe saputo spiegare come facesse a saperlo: semplicemente sentiva che era così.  La sentì emettere un breve sibilo quando raggiunsero i sotterranei, e Severus pensò che fosse a causa del clima freddo e umido che regnava in quell’ambiente del castello durante ogni periodo dell’anno, o forse a causa degli innumerevoli fantasmi che da secoli infestavano  i luoghi più antichi di Hogwarts. Gli parve di ricordare che una volta Daisy gli confessò di non provare particolare simpatia per i fantasmi, e per questo motivo affrettò il passo, stringendola a sé e nascondendola dentro al suo mantello nero, sia per proteggerla e riscaldarla, ma anche per nasconderla dagli sguardi di eventuali studenti Serpeverde al rientro nella loro Sala Comune. Fortunatamente non incontrarono nessuno, e quando furono davanti alla porta dell’aula di Pozioni Severus l’aprì con un veloce movimento della bacchetta e si rifugiarono al loro interno. In quello stesso istante le loro mani si separarono e l’uomo non riuscì a non dispiacersi per l’interruzione di quel contatto. Si voltò verso la giovane e la vide appoggiarsi contro la pesante porta di legno dell’aula, e una scintilla di eccitazione risplendeva nei suoi grandi occhi grigi, più lumonosi delle torce infuocate che illuminavano la stanza.
- “Credi che ci abbia visto qualcuno?” – sussurrò senza nascondere un sorriso.
- “Non credo, ma non possiamo rimanere qui. E’ troppo pericoloso. Seguimi!” – rispose Severus dirigendosi verso l’estremità est dell’aula dove una piccola porta conduceva al suo studio privato, ma non sentendo i passi della ragazza dietro di sé si arrestò e si voltò: Daisy era al centro dell’aula, immobile, e con lo sguardo percorreva i banchi sui quali aveva imparato i fondamenti di quello che da adulta sarebbe diventato il suo mestiere e la sua passione, gli armadi e le teche che celavano al loro interno ingredienti rari e pozioni.
- “Non è cambiato nulla dall’ultima volta che sono stata qui… ho solo l’impressione che tutto sia più piccolo. Nei miei ricordi l’aula è più grande!” – disse emozionata.
Severus sorrise. – “Le immagini dei ricordi sono sempre alterate, specie se parliamo di memorie risalenti a quando eravamo dei ragazzini. Ho avuto la tua stessa impressione quando ho iniziato ad insegnare ad Hogwarts.” –
Daisy gli rivolse uno sguardo divertito: - “Hai parlato come Silente! Adesso ti farai crescere la barba, Severus?” –
Il professore scosse la testa divertito e con un lieve cenno del capo le fece intendere di seguirlo, e questa volta la giovane obbedì. Contrariamente alle aspettative della ragazza non si fermarono nello studio privato dell’uomo, bensì Severus si diresse verso una seconda porta di legno, per assurdo ancora più piccola e insignificante rispetto a quella che avevano appena varcato. Rimase sulla soglia per qualche istante, come per incoraggiarla ad entrare e fu solo quando l’uomo richiuse alle sue spalle la porta che Daisy si rese conto di essere nelle stanze private di Severus Piton. La consapevolezza di essere nel luogo in cui l’uomo viveva realmente la colpì: quando qualche mese prima venne trascinata dal professore nella sua casa di Spinner’s End non aveva avuto l’impressione di entrare nella vita privata di Severus, poiché sapeva che quel luogo era l’abitazione in cui l’uomo trascorreva appena due mesi l’anno, ma trovarsi nei suoi appartamenti privati all’interno di Hogwarts era un qualcosa che la scosse nel profondo. Avrebbe scommesso qualsiasi cosa in suo possesso di essere la prima estranea a varcare quella soglia, e non poté fare a meno di sentirsi onorata, ma allo stesso tempo intimorita, da quella situazione.
La stanza era piccola e circolare, i soffitti alti, e l’unica finestra dai spessi vetri scuri si trovava ad una altezza approssimativa di tre metri dal suolo: da quella posizione difficilmente la luce del sole riusciva a penetrare per illuminare o riscaldare l’ambiente, ma un semplice focolare in muratura all’esatto centro del piccolo soggiorno forniva alla stanza tutta la luce e il calore di cui necessitava. Davanti ad esso due poltrone dai braccioli in legno pregiato e rivestite di prezioso tessuto verde con ricami d’argento rappresentavano l’unico elemento di arredo degno di nota e donavano all’ambiente un tono sfarzoso che stonava con le pesanti librerie e la scrivania in legno scuro e dall’aspetto malandato che corrispondevano alla perfezione con il carattere di Piton. Due porte al lato destro portavano presumibilmente al bagno e alla stanza da letto.
Nonostante l’apparenza gelida, Daisy si sentì a suo agio tra quelle mura.
Severus accese subito il camino e senza dire una parola si accomodò su una delle due poltrone davanti ad esso, voltandosi verso Daisy e facendole cenno di accomodarsi con un gesto della mano. La ragazza si sedette e per un tempo che sembrò infinito i due non fecero altro che guardarsi senza dire nulla: Severus avrebbe voluto parlare, avrebbe voluto dire qualcosa, ma come era accaduto solo un’ora prima all’interno della Sala Grande, le parole gli morirono in gola. Ma quali parole, dopotutto? Cosa avrebbe dovuto dirle adesso che si trovavano soli, l’uno davanti all’altro?
- “Stai… stai bene” - . disse asciutto.
- “Si, sto bene, perché?” – domandò la giovane.
- “No, non volevo dire quello. Intendevo dire che stai bene stasera, Daisy” – . Darle del tu gli veniva difficile.
La ragazza avvampò in volto, colorandosi di una graziosa tonalità porpora, imbarazzata sia dall’affermazione di Severus e sia per non aver capito subito che cosa intendesse dire l’uomo. Si strinse nelle spalle mormorando un flebile “Grazie”, ancora incredula per il fatto di aver appena ricevuto un complimento dall’uomo più sostenuto e imperturbabile che avesse mai conosciuto. Piton interpretò erroneamente il gesto della giovane e turbato dal fatto che potesse sentire freddo le offrì il suo mantello.
- “No Severus sto bene così, non ti disturbare” - .
- “Metto dell’altra legna sul fuoco?” –
- “No no, non ho freddo” – disse senza capire il perché di tanta insistenza – “Va tutto bene? C’è qualcosa che devi dirmi?” –
L’uomo si passò nervosamente la mano sul volto. No. Si. No, non andava tutto bene. Si, c’era qualcosa che voleva dirle. Iniziò pian piano a pentirsi di quel suo gesto impulsivo, di averla presa per mano e averla condotta nelle sue stanze private, non avrebbe mai dovuto farlo, ma non sarebbe riuscito a perdonarsi se l’avesse fatta scappare via senza fermarla, consapevole di averla ferita ancora una volta. Già, perché lui continuava a considerarsi la causa della sventura e della sofferenza di Daisy.
- “Devi perdonarmi, Daisy. Devi perdonarmi per averti trascinato in questo orrore e averti costretta a sopportare tutto questo, tutte queste menzogne e questi sotterfugi, solo per colpa della mia debolezza” – esclamò con voce tormentata.
- “Non ho nulla da perdonarti Severus!” –
- “Ma hai molto da rimproverarmi! Non mentire, te ne prego” –
- “Non farti condizionare da quello che dico quando sono arrabbiata. Molto spesso esagero con le parole” - .
- “ Spesso si dicono cose reali quando si perde il controllo” - .
- “Anche tu dici cose reali quando perdi il controllo?” – domandò acuta.
Severus comprese cosa intendesse dire la giovane. Si riferiva a tutte le volte in cui le aveva dato dell’incosciente, accusandola di essere una solo una sciocca ragazzina incurante delle regole.
- “Sai a cosa mi riferisco” – rispose amareggiato.
Daisy gli rivolse un dolce sorriso. – “Ti ho detto altre volte che se non fosse stato per te io non sarei qui. Se non ci fossimo incontrati quel giorno a Godric’s Hollow forse ci saremo rivisti solo in occasione della mia uccisione e tu mi avresti semplicemente uccisa. Quindi no, non devo perdonarti o rimproverarti niente di tutto questo. Al tempo stesso a volte mi sento un peso poiché è come se ti costringessi a correre dei rischi inutili, ho come la sensazione di essere una preoccupazione in più in questa assurda missione che hai deciso di intraprendere” - .
- “Non sei un peso” – le disse sinceramente Severus – “E’ vero, sei una preoccupazione, ma solo perché temo per la tua incolumità e non voglio che tu perda la vita per questo stupido odio tra maghi” - .
- “E’ la stessa preoccupazione che ho per te” – .
Severus alzò lo sguardo su Daisy, stupito da quella rivelazione. La giovane aveva espresso più volte il suo disappunto in merito alle scelte di Severus, ma l’uomo non pensava che fosse per lei motivo di tale preoccupazione. Si sporse verso di lei e con dolore sussurrò: - “Non ho alternative” –
- “Lo so” – disse la ragazza addolorata, mentre le mani dell’uomo ripresero quelle della giovane tra le sue. Non ci fu bisogno di aggiungere null’altro, e tormentati dalla dolorosa consapevolezza della loro condizione rimasero per qualche istante in silenzio, guardandosi intensamente negli occhi.
Poi un rumore li colse di sorpresa. Un lieve bussare alla porta delle stanze  private di Severus li fece sussultare. Il professore impallidì e per un breve istante la paura si impossessò di lui. Chi poteva essere a quell’ora? Subito il suo pensiero e il suo sguardo si spostarono su Daisy, che impallidita e impaurita quanto lui era scattata in piedi come un soldato richiamato all’attenti, sfoderando la sua bacchetta.
- “Severus, sei nelle tue stanze?” – la voce pacata e cortese di Albus Silente  proveniva ovattata dall’altra stanza. Cosa diamine poteva mai volere il preside di Hogwarts da Severus Piton a quell’ora?
- “Nasconditi” – sussurrò Severus a Daisy, portandosi un dito sulle labbra come per intimarle di non fare il minimo rumore – “Arrivo Albus” – disse con voce tonante mentre osservava Daisy prendere le sembianze di una volpe e correre in direzione della scrivania, per nascondervisi sotto.
Solo quando fu certo che Daisy fosse ben nascosta andò ad aprire la porta.
- “Albus, qual buon vento?” - . Il tono che usò fu volutamente scortese, per sottolineare come la visita di Silente fosse per lui un’intrusione.
- “Volevo accertarmi che tu stessi bene. Ti ho visto correre via dalla Sala Grande dopo che Karkaroff ti è stato con il fiato sul collo per tutta la sera e mi sono domandato se non fosse successo qualcosa. Ci sono novità?” – l’anziano preside lo osservava con i suoi imperturbabili occhi chiari da dietro le lenti dei suoi occhiali a forma di mezzaluna.
- “Nessuna novità. Karkaroff non fa che ronzarmi attorno ammorbandomi con le sue stupide ansie e paure. Adesso, se non hai altro da domandarmi, vorrei riposare” –
- “E’ davvero un peccato Severus che tu ti stia ritirando così in fretta e che la tua serata sia finita prima del tempo. Di sicuro avresti preferito trascorrere un po’ di tempo in più in compagnia della signorina Ackerley” –
Severus raggelò all’affermazione di Silente. Come faceva a sapere di Daisy?
- “Non so di cosa tu stia parlando” –
- “Non fingere Severus. L’arrivo della signorina Blackthorn non è di certo passato inosservato ad Hogsmeade, specie alla maggior parte della popolazione maschile di Hogwarts, e nonostante la mia età a volte mi porti a scordare o a confondere i volti, quello della signorina Ackerley l’ho riconosciuto subito, anche se camuffato da capelli diversi e una mascherina sugli occhi. Ma credo che per te non si tratti di un fortuito incontro avvenuto in tempi recenti. Mi sbaglio?” –
Piton  non rispose. Era stato scoperto e non poteva negare l’evidenza. Si sentiva vulnerabile e in pericolo, scoperto, e l’unica cosa che desiderava in quel momento era  allontanarsi il più possibile da Albus Silente e riportare Daisy al sicuro ad Hogsmeade.
- “Oppure potrebbe rispondermi direttamente la giovane Daisy. Signorina Ackerley, so che è qui. Non vuole salutare il suo anziano preside?” – chiese serafico Silente mentre con lo sguardo sondava l’alloggio di Severus.
Daisy comparve alle spalle di Albus, il quale si sorprese di vederla comparire dal nulla, ma non fece trasparire alcuno stupore.
- “Signorina Ackerley, se non conoscessi personalmente le misure di sicurezza di questo castello giurerei che lei si sia appena Materializzata” - .
- “Ho le mie riserve, preside Silente. Dopotutto, sono una strega” – esclamò la giovane.
 - “Ed anche una delle più promettenti degli ultimi tempi, se me lo concede. Mi rincresce che lei stia attraversando avversità tali da costringerla a nascondersi, ma sono tempi bui, e comprendo le sue scelte e quelle del professor Piton. Si troverà bene ad Hogsmeade, le chiedo solo di fare molta attenzione. Severus deve compiere una missione delicata a pericolosa che potrebbe metterla in serio pericolo” - .
- “O forse sono io che potrei mettere in pericolo la missione di Severus, preside?” – domandò con una punta di malizia Daisy. Severus la guardò, stupito dal fatto che ancora una volta sembrava avergli strappato le parole di bocca: non sapeva come Albus Silente fosse venuto a conoscenza del rapporto tra lui e la ragazza, ma era certo che non si trattava di una visita di cortesia, bensì di un avvertimento, un monito.
- “Come ho detto in precedenza, la missione che Severus deve portare a termine è delicata e pericolosa, e di questi tempi non possiamo di sbagliare, non possiamo permetterci distrazioni” - .
- “Severus ‘deve’? Da come parla sembra che sia costretto!” – osservò acuta Daisy.
- “Il professor Piton ha scelto liberamente di intraprendere questa missione” -.
- “E’ facile parlare di libere scelte facendo leva sui rimorsi e i sensi di colpa delle persone, signor preside” – il tono della ragazza diventava sempre più polemico ad ogni parola.
- “Signorina Ackerley, lei è troppo giovane e ha la fortuna di provenire da una famiglia babbana, di conseguenza non conosce le atrocità che la comunità magica ha dovuto subire negli anni passati a causa di Lord Voldemort. Ogni mezzo a nostra disposizione è necessario per impedire che gli eventi passati si ripropongano nel futuro, e ahimè, questo futuro è sempre più prossimo” - .
- “Ci sono altri modi per combattere! Così manda Severus al patibolo, non se ne rende conto?” – domandò infervorata.
- “Daisy, ti prego. Ne abbiamo discusso a lungo in precedenza” – le disse Severus poggiandole una mano sulla spalla.
- “Un animo combattivo e coraggioso il suo, signorina Ackerley” – esclamò Silente trattenendo a stento un sorriso – “Una vera Grifondoro. Bene, il mio orologio mi segnala che mi sono trattenuto fin troppo. Sono felice di vedere che lei stia bene e adesso, se volete scusarmi, mi ritiro nelle mie stanze. Credo di essere diventato troppo anziano per certi orari. Vi auguro la buonanotte. A presto Daisy. Severus, ci vediamo domani” – e altrettanto silenziosamente com’era venuto, Albus Silente se ne andò.
Daisy e Severus rimasero in piedi ad osservare per qualche minuto la porta dalla quale il preside era uscito, incapaci di dire una parola su quanto era appena accaduto.
- “Severus, io… non ci credo! Sono senza parole! Com’è possibile che…?” – .
- “Devi stare calma. Non puoi aggredire così Silente e pensare di poterla spuntare. Quante volte ne abbiamo discusso in precedenza? E’ la mia missione, ho scelto di compierla, e per quanto io detesti i motivi che mi hanno spinto ad accettare questa assurda proposta riconosco che è il metodo migliore per contrastare i Maghi Oscuri che tramano per il ritorno del Signore Oscuro” - .
- “Non mi piace quando lo chiami Signore Oscuro!” – disse preoccupata la giovane.
- “Ci sono altre cose che mi preoccupano in questo momento Daisy, come il fatto che Silente sembri essere a conoscenza di molte cose che ci riguardano nonostante tutte le precauzione che abbiamo preso nel corso di questi anni.” – sentenziò Severus con tono grave.
- “Cosa temi?” –
- “Ho paura che anche qualcun altro possa essersi accorto delle stesse cose di cui si è accorto Silente. Non possiamo stare tranquilli Daisy. Dobbiamo stare ancora più attenti da questo momento in avanti” –
La ragazza annuì in cenno d’assenso, mentre un’ombra di inquietudine calava sul suo volto. Severus si rese conto di averla spaventata e si sentì in dovere di rincuorarla. – “Non devi temere, ci sarò io al tuo fianco. Metti il mio mantello, ti riporto a casa” - .
Ripercorsero il percorso precedente al contrario, ma con passo meno concitato rispetto all’andata. Era come se nessuno dei due volesse anticipare il momento in cui si sarebbero ritrovati da soli nella solitudine dei loro appartamenti: non dissero nulla fino a quando furono al di fuori dei cancelli di Hogwarts.
- “Fai attenzione” – disse Severus quando arrivò il momento di congedarsi.
- “Tranquillo, mi Materializzerò sulla soglia di casa” – lo rassicurò la ragazza.
Piton la osservò un ultimo istante: aveva come l’impressione che Daisy fosse turbata.
- “Devi stare tranquilla” – la rassicurò – “Ho sempre un occhio vigile su di te” –
- “Faresti meglio a vigilare su te stesso. Rischi più di me.” –
- “Non potrei comunque fare altrimenti” –
Daisy sorrise. – “Non è questo. Solo che… ti prego, non abbandonarmi per troppo tempo” - .
L’uomo le si mise davanti e con una mano le sistemò risistemò il mantello sulle spalle, per coprirla ulteriormente in modo che non prendesse freddo. – “Non sparirò più” – le promise.
La ragazza fece un passo verso Severus e appoggiò la testa al suo petto. –“Non mi piace sentirmi sola” – confidò con un filo di voce.
- “Non sei sola” – sussurrò l’uomo passando le dita tra i corti capelli scuri della giovane. Gli mancavano i suoi lunghi capelli chiari, e per qualche strana ragione non riuscì a dirglielo. Ma avrebbe voluto. La vide fare qualche passo indietro e salutarlo con un cenno della mano, per poi sparire all’improvviso nel lieve rumore della Smaterializzazione. Prima di rientrare all’interno del castello rimase ad osservare il punto nel quale Daisy era scomparsa per un tempo interminabile.


***

Dopo secoli, ci sono riuscita, ho aggiornato! Mi dispiace per essermi assentata così a lungo ma ho avuto millemila cose da fare, ma da oggi sarò più presente e riprenderò gli aggiornamenti con frequenza, promesso! Scusate l'uso di un font diverso dal solito, con calma cambierò anche quello dei capitoli precedenti e anche la presenza di errori di battitura... ero impaziente di aggiornare!!! :)
Vi voglio bene, e mi siete mancati!
A prestissimo e come sempre vi ricordo la mia pagina Facebook QUI .
Dahlia

   
 
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