Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: uchihagirl    01/06/2012    6 recensioni
“Tutto bene, Lou?” gli chiede Eleanor, dopo essere riemersa senza più tracce di dentifricio attorno alla bocca - tutto bene un cazzo, è la risposta che gli sale dal cuore. Assolutamente un cazzo di nulla. Perché in quel messaggio così scarno, schietto e anonimo, Harry ci ha incanalato tutta l’amarezza possibile – il risentimento è così palpabile, in quelle poche parole, che gli toglie il respiro -; perché riesce a leggere tra le righe la gelosia, acutissima. [...] Tutto bene un cazzo.
MicroLong fic Larry Stylinson troppo angst e superintrospettiva - con aggiunta di sentimenti incasinati e relazioni complicate. Scene Louis/Eleanor e Ziam. A vostro rischio!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Desclaimer: nulla di quello che state per leggere è avvenuto nella realtà, e io non ci guadagno una beata cippalippa, in ogni caso. Le canzoni citate appartengono tutte ai rispettivi proprietari - l'ascolto di ognuna di esse è fortemente consigliato.


Attenzione: questa è una Larry Stylinson, ma non è canonica, in quanto sono presenti anche scene Louis/Eleanor, o comunque Eleanor è citata senza feroci insulti. In più, in questo capitolo, oltre a troppo Angst e alla solita introspezione a catinelle, c'è pure un bel po' di Ziam - tutto per Ludovica <3 - e un'abbondante dose di Niall/ChelseaFC xD Sempre avvisate^^








Shattered
Capitolo Secondo












Liam.

And the tears come streaming down your face/When you lose something you can't replace/When you love someone, but it goes to waste/Could it be worse?

Coldplay – Fix You



Driiin. Driiin. Driiin. Il campanello.
“Ma chi cazzo è proprio adesso?”
Zayn, tra le sue tante qualità, può annoverare di sicuro il dono della sintesi – e Liam, sdraiato sotto di lui, mezzo nudo e con i boxer un po’ troppo stretti, non è mai stato così d’accordo. Chi è il disgraziato che sta violando il loro angolo di paradiso – Danielle è via per lavoro, questa settimana -, presentandosi a mezzogiorno spaccato sulla soglia del suo appartamento? Se fosse per Zayn – Liam glielo legge nello sguardo implorante: “Lascia perdere e torna qui sul letto con me” -  il tizio alla porta sarebbe già stato mandato a quel paese e ignorato – e le loro mutande lanciate da qualche parte nella stanza, probabilmente sull’armadio. Ma, per fortuna dello scocciatore, tanto quanto Malik è sintetico e impulsivo, Liam è dotato di pazienza; controvoglia, si mette un paio di pantaloncini e va ad aprire la porta.
Una pazienza di ferro, in realtà, in parte dovuta alla sua indole, naturalmente pacifica e serena, in parte – o meglio, quasi tutta - frutto di anni di esercizio obbligato, giorno dopo giorno, nella quasi convivenza con gli altri membri della sua band, notoriamente o chiassosi – vedi: Niall, Louis -, o dal probabile disturbo bipolare – vedi: Zayn, con la sua istintività; Harry, e i suoi cambi d’umore repentini; Tommo, in tutta la sua essenza. Quella calma serafica che lo contraddistingue gli è stata utile in più di un’occasione, con quei quattro – per esempio, la volta che Zayn lo ha chiamato nel mezzo della notte perché “Mi mancava il suono della tua voce.” Una cosa dolcissima, che gli aveva fatto sciogliere il cuore e al tempo stesso venire un mezzo infarto, con la testa riccia di Danielle appoggiata sul cuscino accanto a lui – e Malik lo sapeva benissimo. Era stato difficile vincere l’impulso di correre da lui, non sapendo bene se tentare un omicidio o saltargli addosso.
Senza contare gli innumerevoli scherzi telefonici della premiata ditta Stylinson, o i patetici tentativi di Louis di farlo ubriacare; il più delle volte soltanto la sua monumentale condiscendenza l'ha trattenuto dallo scontro fisico. Ma va bene così.
Liam potrebbe enumerare tutte le serate in cui si è ritrovato a consolare Niall – quando sente la mancanza di casa - o quelle – peggiori – in cui ha dovuto reggergli la testa: quando beve un po’ troppo, c’è sempre Payne accanto a lui mentre vomita l’anima. E Hazza, con i suoi occasionali momenti di tristezza – coincidenti spesso con le gite a Manchester(1) di Tommo –: ogni tanto, passa da lui i weekend, a guardare film sul divano o giocare a ping pong, mentre Niall lancia pop corn verso Zayn e le tipiche fossette si ostinano a non comparire, sulle guance bianche di Harry. Allora Liam lo vizia: lo abbraccia, gli fa scegliere cosa guardare alla televisione – soffocando le proteste di Niall con uno sguardo truce -, lo accompagna ovunque e gli fa il solletico. Piano piano, Harry torna quello di sempre, pronto a far finta di non essersi nemmeno accorto di quella pesante assenza non appena Louis varca la soglia del loro appartamento. Dal suo sguardo, Liam capisce che Harry non sa come farebbe senza di lui, nonostante non lo abbia mai ringraziato a parole – ed è giusto così.
Non lo fa per avere un riconoscimento, né tanto meno perché qualcuno glielo abbia chiesto. È stato lui ad assumersi il ruolo di “papà” del gruppo, se lo è accollato da solo, senza neppure accorgersene, mentre l’amicizia si sviluppava: gli è sembrata la maniera più adatta per prendersi cura di loro – quella che conosceva e che gli era più affine, per lo meno. Liam li adora, tutti e quattro: tre come fratelli, uno come… beh, di sicuro non come consanguinei. In un modo o nell’altro, sono parte della sua famiglia – e a lui fa solo piacere aiutarli. In famiglia, però, è necessaria un’enorme dose di pazienza, per riuscire a convivere pacificamente.
In quello specifico momento, a mezzogiorno spaccato e con Zayn quasi del tutto svestito nel suo letto, Liam non si sente tanto pacifico – anche perché è praticamente certo che si tratterà di Niall, sorriso a trentadue denti e qualche idea strana per passare la giornata, mentre il suo unico desiderio sarebbe starsene sepolto sotto le coperte con Malik. L’altra possibilità è che si tratti della vetusta vicina, una ricchissima vecchietta con la passione per le crostate, che sembra aver preso gusto nel chiedergli uova in prestito almeno ogni cinque giorni. Così, aprendo la porta, Liam fa una serie di respiri profondi per annullare la voglia che ha di far girare i tacchi a Horan o di invitare l’anziana signora a mandare la badante a fare la spesa, per una buona volta.
Sulla soglia di casa sua, però, non c’è né Niall, né la vicina del piano di sotto. La persona che Liam si ritrova davanti, con suo enorme sconcerto – doveva passare la giornata con Louis, oggi, e in una situazione normale non si sarebbe mai presentato da lui nella “settimana senza Danielle” -, è Harry. Un Harry del tutto irriconoscibile, per di più – neppure durante i Manchesterweekend lo ha mai visto così distrutto. Tiene le spalle curve e il ciuffo sulla faccia – nascondendosi -, mentre si tormenta le maniche della felpa Jack Willis, allungandole, usandole per far scomparire le dita, inquieto. Alza lo sguardo, a guardarlo negli occhi - permettendogli chiaramente vedere tracce di pianto sul suo viso – e gli chiede, con voce roca. “Scusa, Liam, lo so che… “ esita, tirando su con il naso e passandosi una mano sugli zigomi. “… ma non è che… “ Gli mancano le parole, combatte contro le lacrime.
Ma non è necessario che aggiunga altro: Liam lo afferra e se lo stringe al petto – “Non ti preoccupare, lo sai che sei sempre benvenuto. Resta pure quanto vuoi.” gli sussurra all’orecchio. Harry ricambia l’abbraccio, e lui sa che questo è il suo modo per dirgli quanto sia grato.
Scostandosi e lasciandolo entrare, Liam sente che la sua straordinaria pazienza comincia a venire meno – stupido, idiota… Ancora una volta, prima che riesca ad articolare in improperi ad alta voce quello che pensa di Louis, uno Zayn in boxer e con i capelli spettinati, appena comparso dalla camera, lo precede, con la sua sintesi perfetta: “Che cazzo ha combinato quel cretino di Tomlinson?”









Zayn.

Oh you're in my veins/And I cannot get you out/Oh you're all I taste/At night inside of my mouth
Andrew Belle – In My Veins



Sono passate appena tre ore da quando Styles, più cadaverico che mai, si è svaccato sulla poltrona e ha aperto il primo dei molti pacchetti di Haribo – una delle tante premure di Liam -, ma a Zayn ne sembrano passate ottanta. Il silenzio regna nella stanza, rotto soltanto dal chiacchiericcio proveniente dalla televisione, dove danno un noiosissimo programma culinario. E l’unica cosa che è cambiata, in quel lasso di tempo, è stata il viso di Harry: si è congelato nel dolore, mentre gli occhi gli si sono asciugati e le sopracciglia aggrottate. Ha smesso persino di tormentarsi le mani, e Zayn lo scambierebbe per una statua, se solo non continuasse a mordersi il labbro inferiore con gli incisivi – e non ingurgitasse caramelle a ripetizione.
Non vola una mosca. Zayn sospira, piano: lui di solito è uno che nel silenzio ci sguazza come Niall a un pranzo di qualsiasi tipo – e questa sua caratteristica ha reso possibile una grande affinità con Harry – ma è anche convinto che sia inutile rimanere zitti quando ci sarebbero così tante cose da dire. Che cosa è successo? Perché Hazza ha quella faccia? E soprattutto, perché la cosa è stata talmente grave da costringerlo a rifugiarsi da loro, durante la fantomatica “settimana senza Danielle”? Zayn ama Harry come il gemello che non ha – condividono la poca loquacità, un pizzico di malizia e un destino simile, innamorati di due ragazzi fidanzati -, e non lo caccerebbe mai di casa in un momento simile perché: “Io e Liam dobbiamo scopare”. Ma, porca miseria, questa è la prima volta dopo un mese che possono stare soli per più di mezza giornata, e a Zayn piacerebbe per lo meno ricevere una spiegazione del perché non è possibile che ciò accada. Non che non abbia provato a ottenerla – anzi, si è schiarito la voce un paio di volte, esordendo con un: “Ehi, Harry, ma…?”, però le occhiatacce di Liam, protettivo al massimo, lo hanno fatto desistere. Dopo l’ennesimo tentativo, lo stesso padrone di casa lo ha preso da parte – “Scusaci un attimo, Harry, devo spiegare un paio di cose a questo zuccone.” -  e lo ha strigliato per bene, sostenendo che: “Ce ne parlerà quando si sentirà pronto: non vedi che è distrutto? Non riesce a pronunciare mezza sillaba senza che gli torni il magone e tu vuoi forzarlo a spiegarci di Louis? Complimenti, Mister Tatto.” Ovviamente, è riuscito nell’intento di farlo sentire uno stronzo egoista per dieci minuti buoni – anche perché Zayn è il primo a non voler parlare, quando sta male. Adesso, però, la frustrazione sta prendendo il sopravvento: Liam ha cambiato canale e stanno guardando un osceno film per preadolescenti interpretato da preadolescenti osceni. Terribile.
E non solo non riesce a essere arrabbiato né con Harry – che, poveraccio, non ha altra colpa che quella di soffrire come un cane -, né tantomeno con Liam, che, al solito, si dimostra la persona migliore che conosca, del tutto altruista; la parte peggiore è che si sente totalmente inutile.
Liam sì che è fondamentale; non appena Harry è entrato in casa, lo ha scortato verso la cucina, gli ha mollato in mano un bicchierone d’acqua e gli ha fatto lavare la faccia. Pochi, semplici, gesti e Harry – Zayn lo ha visto nel modo arrendevole in cui si è lasciato guidare per l’appartamento, come rassicurato da tutte quelle attenzioni -, si è calmato. Niente più lacrime, solo imperterrito dolore. Quando Liam gli ha tirato fuori tutti i suoi DVD, per fargli scegliere una di quelle commedie struggenti che gli piacciono tanto, non ha ottenuto altra reazione che un: “Boh, fai te.” Un gran passo avanti, dato che le sole parole che ha pronunciato prima di quelle sono state il balbettio sconnesso sulla soglia di casa. Liam sa sempre come muoversi e cosa fare. Zayn invece è bloccato sul quel divano da troppo tempo, senza riuscire a concludere assolutamente nulla, combattuto tra il desiderio di alzarsi e scuotere Harry per la felpa e quello di alzarsi e andare a cercare Louis, per fargli un bell’occhio nero.
Il tempo sembra non passare mai, e Zayn giurerebbe che così fosse, se non vedesse le immagini di quello stupido film, che si ostinano a scorrere sullo schermo. Poi Liam si alza, borbottando qualcosa come: “Vado a prendere delle patatine.” e li lascia soli per la prima volta durante tutto il pomeriggio, lanciandogli un’occhiata ammonitrice: “non osare…”
Ma non appena scompare dietro la porta, il silenzio si rompe, frantumando quell’atmosfera sospesa in mille, piccolissimi pezzi: “Lo ami tantissimo, vero?” Non è Zayn a parlare, bensì Harry, lo sguardo ancora fisso davanti a sé, il labbro che quasi sanguina, tanto lo ha morso. Malik è colto di sorpresa da quella domanda retorica, inaspettata e ambigua, pronunciata con un tono a metà tra il sarcastico e il nostalgico – ed è come se Harry piangesse di nuovo, perché riesce a imprimere in quelle parole un dolore che supera ogni descrizione. “Più di ogni altra cosa al mondo.” La risposta di Zayn è monolitica e la sua voce è decisa – l’amore per Liam è l’unica certezza che ha nella vita, le fondamenta che reggono tutto il resto: lo fa stare in piedi.
“E allora come fai?” Un sussurro spezzato, che sottintende Danielle e tutto ciò che la riguarda – glielo sta chiedendo davvero, cerca una risposta che valga anche per lui. Hazza si gira e lo guarda negli occhi, mentre le immagini di Liam che bacia la sua fidanzata appaiono a flash nella mente di Zayn. Sta per rispondere, ma in quel momento Liam torna dalla cucina con una zuppiera e si svacca di nuovo al suo fianco, e lui è costretto ad accennare soltanto un mezzo sorriso e ad alzare le spalle.
“Faccio e basta, per lui.” È la frase che cerca di dire a Harry con gli occhi, mentre il meraviglioso ragazzo al suo fianco gli sorride, offrendogli delle patatine un po’ stantie e mettendogli un braccio attorno alle spalle.
Per lui, qualsiasi cosa.








Niall.

Breathe in, breathe out/Move on and break down/If everyone goes away/I will stay
Mat Kearney – Breath In Breath Out




È ora di cena e Niall è arrivato da poco – allertato da Liam – con cinque pizze d’asporto, immaginando che in un tale clima funereo nessuno avrebbe avuto voglia di cucinare. Sia Liam sia Zayn si sono profusi in ringraziamenti – soprattutto perché la sua presenza porta sempre un po’ di allegria in più -, ma quando Payne ha notato il numero dispari di cartoni, lo ha fulminato con un’occhiata, precedendo di pochissimo il commento spento di Harry: “Non credo aspettiamo nessuno: hai preso una pizza in più.” Contro gli insulti a mezza voce di Payne non sono valse a nulla le sue spiegazioni imbarazzate: “Ho pensato che magari volevate fare il bis…”
Così a Niall, come punizione per una mancanza di tatto che in realtà era soltanto peccato di gola, tocca mangiare seduto sul pavimento, davanti al grandissimo televisore, mentre seguono la partita del Chelsea contro il Tottenham. La fregatura è che né a Zayn né a Liam in quel momento interessa il calcio: sono troppo impegnati a sforzarsi nel trattenersi dalle loro tipiche sdolcinatezze - come stringersi la mano a vicenda e poi guardarsi sottecchi, peggio di due colombelle innamorate – per evitare di intristire Hazza con effusioni troppo esplicite. Insomma, sono così concentrati nel fissare lo schermo e nel fare finta di niente – mentre la corrente tra di loro è così palpabile che sta elettrizzando persino gli statuari capelli di Malik –, che neanche la guardano, quella partita. A lui interesserebbe eccome; invece è costretto a stare sul pavimento freddo, rigirandosi ogni due per tre per cercare – invano - una posizione comoda sul quel cuscino. Un’ingiustizia. Senza contare che, per la miseria, dato che “Harry è ospite” – e Niall cos’è, il figlio della serva? - secondo papà Payne, a lui sarebbe dovuto toccare in sorte l’ultimo trancio. Peccato che Hazza, se è triste, riesce a mangiare praticamente solo caramelle, e ha quindi rifiutato scuotendo piano i ricci: “Non ho più fame; Nialler, è tutto tuo.” L’indifferenza e la tristezza nella sua voce lo hanno fatto sentire così in colpa, mentre si spazzolava via la pizza rimasta, che gli è andato tutto di traverso.
La partita è piuttosto movimentata - Frank ha appena tirato una punizione che mannaggia ci mancava tanto così che sfiorava la traversa - e lui, di risposta, ha appena tirato giù una serie di accidenti in gaelico misto inglese verso un soggetto non meglio identificato, quando Liam e Zayn si decidono finalmente di smettere di ammorbare l’aria della stanza di tensione sessuale e di andare a risolverla in camera del padrone di casa. Non appena escono dal salotto, Niall, con un sorrisetto soddisfatto, si getta sul divano, dove, alleluia, il suo sedere trova un po’ di sollievo – lo stesso sorrisetto, però, sparisce, nel vedere l’espressione scolpita di Harry. Senza pensarci due volte, si solleva dalla posizione svaccata appena conquistata e lo chiama: “Ehi Haz, vieni qua.” Allarga le braccia e poi gli fa segno con le mani di sedersi accanto a lui: Harry si morde il labbro ancora una volta, poi si alza dalla poltrona e lo raggiunge tra i cuscini, appoggiandogli la testa su una spalla. Niall non riesce a vederlo, ma sa che ha chiuso gli occhi, quando gli chiede, lentamente come suo solito, calibrando le parole: “Nialler… Secondo te… Come fa?”
Il tiro di Adebayor è finito alto oltre la porta di Cech, ma il brivido Niall lo ha sentito comunque; ci mette perciò un secondo in più a connettere che cosa gli abbia chiesto Harry. “Eh?” Styles è costretto a ripetere, titubante, come se avesse paura di parlare: “Per te… Zayn… come fa?”
È dal tono insicuro, oltre che dalla domanda insidiosamente sintetica, che Niall capisce che deve concentrarsi e lasciar perdere almeno per il momento il Chelsea. Con un enorme sforzo di volontà, afferra il telecomando e abbassa il volume, per poi girarsi verso il suo amico: Harry tiene davvero le palpebre abbassate, le ciglia da ragazza a sfiorargli le guance, come se fosse stanco, e continua a tormentarsi la bocca con i denti.
Ignorando la fitta all’altezza dello stomaco – quel cavolo di gallese, Bale, ha appena segnato, maledetto -, deglutisce e cerca di racimolare i neuroni, per capire di che diavolo stia parlando. Lo guarda di nuovo, provando a decifrare il suo silenzio – compito che in una situazione normale, spetterebbe a Louis. È grazie al pensiero di Tomlinson che la materia grigia nel suo cervello si attiva, in un lampo di comprensione – s'innesca automaticamente la percezione della sofferenza di Harry, e nel petto gli cresce un’immensa tristezza.
“Stai parlando di Danielle?” gli chiede, delicato, afferrandogli una mano, a rassicurarlo - un microscopico cenno d’assenso è l’unica risposta che ottiene, sufficiente però per fargli capire che cosa deve dire; lui non è mai stato uno molto bravo con i discorsi – tanto è vero che di solito sono Harry, o Liam, che parlano durante le interviste -, ma ha sempre avuto una discreta capacità empatica, e sa quali sono le parole giuste in questo momento.
“Beh, sai, io credo che Zayn sia davvero innamorato di Liam. Cioè, lo sai che, in genere, Liam è considerato quello più maturo. Beh secondo me non è così, quando si parla dei sentimenti tra loro due: per me Zayn lo ama in modo più… “ esita un attimo, cercando l’aggettivo che esprima al meglio quello che pensa di Malik “adulto. Cioè, è capace di qualsiasi cosa per lui, anche di ingoiare l’orgoglio e di accettare di condividerlo con Danielle.” Niall si gratta la guancia - la barba del giorno prima comincia già a pizzicare – pensoso. “Non credo farebbe neppure la metà di uno sforzo simile per nessun altro.”
Harry rimane immobile, gli occhi sempre chiusi. “Ma se Liam sta con Danielle, vuol dire che non lo ama.”
“Sbagli. Come ho detto, Zayn lo ama in modo più, beh…” che palle, fa fatica a esprimere correttamente quello che nella sua testa – ma soprattutto nel suo cuore – vede con chiarezza. “assoluto. Liam è solo un po’ più confuso, ma questo non vuol dire che non lo ami.” Niall sbuffa e si passa una mano nei capelli, mentre al suo fianco Harry trattiene il respiro, in attesa. “Cioè, immagino che i pensieri di Liam siano i più incasinati del mondo: da una parte ha Danielle, che è una ragazza dolcissima, con cui sta dalla notte dei tempi e a cui è davvero affezionato; dall’altra c’è Zayn, di cui non può più fare a meno.”
Hazza sospira piano – e a Niall sembra di leggergli nella mente, con i ricordi di Louis che si accavallano alle sue parole. “È un bordello, ecco. Una volta ci ha provato, a spiegarmelo, ma è riuscito solo a ingarbugliarsi nel discorso. Il punto è che li ama entrambi, probabilmente, oppure che non è ancora pronto a ‘rischiare’ per Zayn, mollando Danielle. Secondo me più la prima, in ogni caso: Liam non è un codardo. Oppure deve solo fare un po’ di ordine nel cervello – a pensarci bene forse è così…”
“Quindi si possono amare due persone allo stesso momento?” la voce di Harry è sempre più bassa, sempre più triste. “Evidentemente, sì.” Il silenzio che segue questa affermazione sembra durare per sempre, scandito dal respiro dell’altro sul collo di Niall – mentre il Chelsea incassa il secondo goal, porca di quella grandissima…
“Non si può vivere dovendo… dividere la persona che si ama con qualcun altro. Non si può. Fa troppo… male. Sapere che non sei l’unico. È impossibile da sopportare.” Gli stringe la mano, Hazza, mentre pronuncia queste parole, alla ricerca di un appiglio, per non affondare.
“Non lo so: io non ho mai avuto la fortuna di innamorarmi… Ma può essere che tu abbia ragione: non è giusto. Zayn ha deciso di non forzare Liam a scegliere tra lui e Danielle perché ha troppa paura di perderlo – e perché non vuole metterlo in difficoltà. Probabilmente un altro lo avrebbe mandato a fanculo da un pezzo – rinunciando a lui.”
“E io cosa devo fare, Ni?” gli chiede, pianissimo, mentre i loro amici, un po’ più spettinati di prima e con le camicie spiegazzate, rientrando nella stanza - “Allora, Nialler, che combina Frank?” è la voce di Liam, gioiosa. “Secondo te?” ringhia Horan – quello 0 – 2, a favore del Tottenham che vede sullo schermo, lo infastidisce non poco.
Zayn afferra il telecomando e alza il volume, dando la possibilità a Niall di sussurrare nell’orecchio di Styles: “Dipende da quanto pensi di essere forte.”
E Hazza, stringendogli di più la mano, sa che cosa fare.













(1) Eleanor studia a Manchester e vive parte dell'anno lì - a quanto ho capito.








Nel prossimo capitolo: [...]Il problema, però – e ammetterlo lo fa stare ancora peggio, perché non è colpa sua, ma allo stesso tempo è tutta, soltanto colpa sua - è che lei a Louis non basta – e il bisogno fisico che ha di Harry si fa minuto dopo minuto sempre più incalzante. [...]






Orbene, eccomi di nuovo qui, un po' in ritardo sulla tabella di marcia per colpa di forze di causa maggiore (leggasi: scuola). Questo capitolo mi ha divertito un sacco, nonostante i toni criptici, perché mi ha dato la possibilità di provare ad analizzare i POV anche degli altri ragazzi: il più spassoso da scrivere è stato Niall, perché mi fa proprio maschio DOC, che davanti al calcio perde ogni tipo di remora - e non so cosa darei per sentirlo imprecare davanti alla tele <3. La partita mi ha anche dato la possibilità di una rivincita contro il Chelsea: ancora non mi va giù che abbiano battuto il Bayern in finale di Champions (e Ludwig sa di che parlo xD). Sproloqui a parte, ringrazio tutti per le bellissime recensioni, addirittura 10 *-*: spero che questo capitolo vi piaccia ugualmente e che tutti i boys siano IC. Let me know, mi raccomando!
See you soon,
Elena

Ps: se avereste, per qualsiasi motivo, voglia di contattarmi, mi trovate su twitter: @stormofthoughts
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: uchihagirl