Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: kyuukai    02/06/2012    9 recensioni
Quale altro umano avrebbe osato sfidare il mare, e rimanere ancora vivo dopo un tale affronto?... Solo Occhi Blu. Quell'essere era davvero qualcosa di particolare, e anche gli altri animali delle profondità parevano averlo capito, rispettandolo ed accettandolo nonostante la sua stranezza... Sasuke compreso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Buonasera bella gente! Siamo arrivati alla frutta! L'ipotetico ultimo capitolo di Blue Eyes è qui. Perché ipotetico mi dite? Oh lo vedrete presto! Ora prima di lasciarvi alla lettura vorrei spiegarvi un attimo il titolo, dato che mi rendo conto molti di voi non sapranno cosa vuol dire. Dalle mie parti, si chiamano 'sottili' quei tratti nel mare in cui si 'tocca' ancora, anche al largo, sono delle vere e proprie fasce di sabbia bassa che intervallano i fondali profondi. Praticamente la distanza tra la sabbia (la terra) e il mare sono minori, l'acqua è bene o male alta un metro. E' un po' come la bassa marea la mattina, ma nell'acqua alta.
Canzone ascoltata: The little mermaid – Megurine Luka (vocaloid). Benché non li ascolto più da parecchio tempo, mi sono resa conto che si sposava alla perfezione al testo di questo capitolo. E poi è una bellissima canzone, forse sarebbe ancora più melodica se non cantata da una voce meccanica :/ Ci sentiamo a fine capitolo!

P.S: siete ancora in tempo per votare la prossima FF, fino a mercoledì, quando farò il conteggio dei voti e ve li dirò! “Camelia” o “Mousou Taiin A”? a voi la scelta!

---

Image and video hosting by TinyPic

Anche se sono destinato a diventare schiuma di mare,
Ti amerò sempre dal profondo del mio cuor.
Una volta che mi dissolverò nell'oceano e nei cieli, ti proteggerò dall'alto
Il primo sentimento d'amore nella mia vita
Come spezza il cuore  in realtà.
Canterò canterò, senza sosta, solo per te...
Anche se non riuscirai ad udire una parola di ciò che canto,
Anche se non sentirai una sillaba della melodia che intono, non smetterò mai
Perché è ciò che amo, sperando che la mia voce
ti avvolga nel vento che spira eterno”

 

Da allora Sasuke passava le ore libere con lui, sempre a debita distanza. Di solito si appollaiava sugli scogli non lontani dalla spiaggia mentre lui era seduto lì, intento a svolgere le sue strane faccende quotidiane. Qualche volta cantavano insieme, Occhi Blu era capace di ascoltarlo per ore dondolando i capelli chiari a desta e sinistra a tempo di musica, memorizzando la melodia e provando a riprodurla, con scarsi risultati, che provocavano puntualmente l'ilarità del tritone. Oppure giocavano a spruzzarsi acqua tra le onde, o ad acchiapparello, o ancora nuotavano insieme per così dire, appena lo vedeva troppo vicino in un colpo di pinna Sasuke scappava lontano da lui scatenando le risa piene di bolle dell'umano. Non che Occhi Blu avesse smesso di provare a prenderlo, anzi pareva sempre più determinato ad acciuffarlo. Ogni volta che Sasuke gli dava più confidenza e lo lasciava avvicinare, di più ci provava. Tipo in quell'occasione in cui si erano trovati in acqua, Occhi Blu si era messo a pancia all'insù ridendo rivolto alle nuvole bianche su di lui che coprivano appena il sole alto di mezzogiorno. Sasuke era al suo fianco, che riprendeva fiato dopo l'ennesima estenuante nuotata (l'umano stava diventando sempre più veloce, e faceva fatica a seminarlo), quando all'improvviso si era ritrovato una mano tra i suoi capelli spettinati. Appena capì a chi appartenesse lo fulminò con gli occhi neri inceneritori, ma quello non si diede per vinto, fece leva sul braccio arpionato dietro la testa e si portò proprio davanti al suo viso, le labbra tirate all'insù leggermente protese in avanti. La conclusione? Si beccò l'ennesima pinnata in pieno viso e per poco non affogò mentre Sasuke, ghignante, gli teneva la testa sott'acqua, Occhi Blu dimenava disperato le lunghe braccia in aria a più non posso. Appena gli diede il permesso di respirare tuonò un “Pinna Grigia! Dannato bastardo!” e nuotò furioso dietro al tritone che se la rideva alla grande.
O come quell'altra volta che Sasuke s'era messo a riposare su uno scoglio dopo mezzo giorno. Se ne stava a prendere piacevolmente il sole steso, beandosi al calore dei raggi del sole stirando le braccia e la pinna per rilassarsi meglio. Ad un certo punto aveva sentito come un soffio di vento addosso e subito dopo un qualcosa tirare la pelle sotto il mento. Ad occhi chiusi tentò di scacciare l'insetto molesto con la mano, ma quello continuò come se nulla fosse stato, succhiando con più forza. Quando tastò la sua forma troppo grande per un insetto aprì improvvisamente gli occhi appena in tempo per vedere l'umano mordicchiare il suo stesso collo, le braccia lo intrappolavano sotto di lui. Sentiva le sue labbra tirare con delicatezza la carne morbida, saggiandone la consistenza con i denti splendenti. Gli occhi ce li aveva chiusi e aveva un espressione di pura estasi sul viso, emetteva strani versi, come un mormorio roco e continuo. Appena avvertì un tremore scuotere il corpo sotto di lui li aprì: il mare in tempesta ondeggiava nelle iridi ora scurissime, ipnotiche. Quel bastardo s'era avvicinato di soppiatto al suo scoglio e lo aveva molestato nel sonno! La sorpresa e l'imbarazzo di Sasuke mutò subito in ira nera e con uno schiaffo sonoro lo fece cadere in acqua, sbottando bestemmie nella lingua natale. E il peggio non era ancora venuto. Il tritone si vergognava tantissimo per il bacio che gli aveva stampato sul collo e del fatto che gli era piaciuto, ma immaginatevi la faccia che fece quando scoprì di avere un segno violaceo nel punto in cui lo aveva toccato. Provò in tutti in modi a togliere quella fastidiosa macchia, sfregandola persino con la spugna marina, ma niente sembrava farla andare via, inoltre provava un leggero pizzicorino dovuto anche al ricordo di come lo aveva ricevuto. Itachi appena lo vide scoppiò a ridere a crepapelle, tanto che Sakura lo dovette far tacere con un ceffone prima che si venisse a sentire male. Poi però scoppiò a ridere anche lei, appoggiandosi alla spalla del compagno per non perdere l'equilibrio, si massaggiava l'addome dolorante.
-E' normalissimo che faccia quel tipo di cose alla tua età Sasuke, non c'è niente di cui vergognarsi- spiegò contenendo a malapena i risolini Itachi, che se prima aveva avuto dei sospetti, ora li aveva visti avverare: Sasuke doveva essersi interessato ad una sirena, o la sirena in questione gli avesse messo non solo quelli addosso al fratellino. Quando gli chiese in confidenza chi glielo aveva lasciato Sasuke schizzò via arrabbiato, rosso in viso per l'imbarazzo. Meglio per Itachi che non sapesse del suoi incontri con l'umano. Per fortuna gli altri tritoni non andavano spesso in superficie... il suo segreto era al sicuro per il momento. Quando il giorno dopo si presentò puntuale come al solito davanti al ragazzo, quello tese le labbra all'insù compiaciuto di vedere il segno ancora ben scuro sulla pelle diafana. Sasuke gli lanciò pugnali con lo sguardo per una intera settimana, finché quel dannato succhiotto non sparì.

Il loro passatempo preferito comunque rimaneva indiscutibilmente osservarsi a vicenda. Sarebbe stata una bugia dire che le attenzioni dell'umano gli dispiacevano. Anzi, le cercava spudoratamente, spostando attentamente una ciocca dietro le orecchie a punta per mostrargliele, ondeggiando la lunga coda pinnata nell'acqua cristallina, lisciando con le mani le squame scintillanti, o toccandosi assente il mento o le labbra. Gli occhi blu erano sempre fissi su di lui, determinati a non perdersi neppure un istante della sua compagnia, nelle profondità di esse poteva vedere il mare agitarsi come in burrasca, onde furiose si dibattevano impossibilitate a toccare la scogliera troppo lontana. Gli sguardi che gli lanciava anche di nascosto erano volutamente maliziosi, Sasuke lo sapeva, e nonostante lo mettessero segretamente a disagio, non ne poteva fare a meno. Anche lui in fondo faceva lo stesso con l'umano, spiandolo da dietro le rocce o appena a pelo dell'acqua quando era di spalle. Il tritone adorava fissare quelle che Sakura aveva chiamato 'gambe', così toniche, scattanti e muscolose, bronzee come il resto del suo corpo snello e slanciato. Sasuke poteva ancora ricordare quelle stesse strane cose intorno alla sua coda il giorno in cui si erano baciati, come si erano strette a lui in una ferrea presa. Più volte dovette buttarsi in acqua per raffreddare i suoi bollenti spiriti. In fondo era un adolescente, anche suo fratello diceva che era tempo che gli ormoni cominciassero a circolare più con insistenza. Che seccatura...
Gli anni volarono, e Sasuke divenne un tritone adulto a tutti gli effetti, entrando nella maggiore età dovette dedicarsi al suo lavoro a tempo pieno, proprio come suo fratello maggiore. Sempre al suo fianco riuscì ad entrare tra il corpo di guardie al palazzo di Poseidone. Ne era fiero ed esaltato alla sola idea, non tutti potevano avere un occasione del genere, ma era un lavoro stressante che richiedeva sangue freddo e vigilanza costante per tutto il giorno, sempre pronto ad agire al minimo accenno di pericolo. Troppo preso dalla sua occupazione che gli toglieva tutte le forze non ebbe più tempo materiale per andare a trovarlo sulla riva. Anzi, dopo un po' quasi si dimenticò di lui. Poi tutto a un tratto ogni oggetto azzurro risvegliò in lui ricordi sopiti, e memore dell'umano corse alla prima pausa in superficie per trovarlo. Incredibile ma vero: Occhi Blu lo aspettava come sempre al solito posto, sotto la palma più vicina alla spiaggia, ed appena lo vide in lontananza agitò la mano in aria. Sasuke rispose con lo stesso gesto un po' impacciato. Aveva capito che era il suo modo per salutare (non tanto diverso da come facevano loro, solo che usavano le pinne). Lo aveva accolto come se nulla fosse stato, come se non lo avesse mai abbandonato, col sorriso amorevole di sempre. Che cara e fedele creatura.

Sasuke faceva quello che poteva per dividersi tra il lavoro e Occhi Blu. Sapeva che l'umano lo aspettava ad ogni alba e tramonto in superficie e bene o male ogni dì gli faceva visita almeno una volta. Quando non riusciva a liberarsi a volte lo raggiungeva di notte, quando sonnecchiava della grossa sotto la palma vicino alla spiaggia. Sasuke si sedeva sulla sabbia tiepida e lo fissava per ore, incantato.

Non capiva perché col passare del tempo il suo viso fosse sempre più segnato dalle crepe, o per quale motivo i suoi capelli color dell'oro fossero diventati candidi come la luce della luna di notte. Forse era una cosa umana? Non avrebbe saputo dire se era vero o falso: lui era un tritone, si intendeva ben poco di uomini. Però una cosa era certa e anche suo fratello era d'accordo: gli umani avevano una durata di vita molto minore della loro. All'inizio non diede molto peso al fatto, e continuavano a vedersi di nascosto sempre, notando però la fatica con cui l'umano si muoveva sulla spiaggia con l'avanzare del tempo. Purtroppo per lui non ebbe occasione di studiare approfonditamente il fenomeno da vicino, dato che un tritone ficcanaso, Zetsu, fece notare a Poseidone quanto Sasuke fosse stanco da qui a qualche tempo ed aveva associato la cosa al fatto che andasse parecchie volte in superficie, a far cosa non si sapeva. Per proteggere il suo segreto il tritone fece finta di nulla, ma dato che le accuse parvero crescere di giorno in giorno, arrivando addirittura a insinuare che si fosse alleato con gli umani o incolpare Sakura ed Itachi, all'oscuro della faccenda per quasi una decina di anni non si recò più a riva, anche se ogni volta che ne aveva tempo alzava gli occhi scuri alla superficie increspata dell'oceano, pensando a lui, chiedendosi cosa stesse facendo. Occhi Blu gli mancava terribilmente, le sue giornate a lavoro, e poi nella grotta erano di un blu tetro come i fondali più profondi dell'oceano, e basta, monotone e ripetitive. I suoi colori vividi, il giallo, l'arancione, il marrone, l'azzurro tenue, il rosso, il bianco solo un ricordo nella sua mente, che balzavano in testa ad ogni ora del giorno.

Le sirene alla successiva stagione degli amori tempestarono di attenzioni il povero Sasuke, seguendolo di corallo in corallo cantando melodie amorose solo per lui, gli altri tritoni si torcevano le code per la gelosia notando quanto fosse popolare tra le femmine. Niente da dire, neppure Karin, soprannominata l'Incantatrice, riuscì a convincerlo a unirsi a lei, malgrado i suoi sforzi ammirevoli. No, il caro Sasuke ogni volta che loro aprivano le bocche e intonavano una canzone pareva abbassare le orecchie, ed evitarle, nuotando lontano da loro. L'unica voce melodiosa che voleva sentire era quella di Occhi Blu, per quanto stonato e bizzarro, era stato il miglior cantante che avesse mai avuto il privilegio di sentire. Era solo la sua di canzone che voleva udire, le sue parole sconosciute accarezzare le sue orecchie dolcemente... ma purtroppo le guardie di Poseidone lo tenevano ancora sotto stretta vigilanza, Madara e Zetsu lo seguivano davvero ovunque, senza dargli tregua. Anche nella sua grotta, di notte, sentiva i loro occhi cattivi addosso; Sasuke dovette impegnarsi a fondo per non commettere l'impensabile e mantenere il suo segreto il più a lungo possibile. Poi appena le acqua si furono calmate e i sospetti sul suo conto spariti nel nulla, grazie alla benevolenza di Poseidone, ammirato dal suo lavoro di guardia impeccabile, decise di andarlo a trovare. Quella fatidica mattina si svegliò felicissimo, dopo aver sognato di nuotare con lui ancora una volta, vedere il suo viso gentile sorridergli, e lasciarsi raggiungere stavolta, intrecciando la coda e le gambe con lui, posare la fronte contro la sua ed immergersi in quel paio di occhi così singolari...

Il mare non era mai stato più asfissiante per lui. Era come se avesse capito la sua intenzione, creando come una corrente verso la superficie, che muoveva i capelli davanti al suo viso, ad indicargli la via. Impaziente partì veloce come un delfino verso su, senza nemmeno avvertire il fratello o la sua compagna. Sakura riuscì solo a scorgere una scia effervescente di bolle che partendo dalla loro grotta saliva verso il sole, ma bastò a capire chi fosse stato a crearla. Sasuke era stato sulla punta della pinna da qualche giorno a quella parte, come se aspettasse il momento migliore per scapparsene via.
-Torna presto, Sasuke- disse con un sorriso tenero prima di tornare all'interno a sbrigare le sue faccende.

Il tritone esultò in segreto vedendolo appena riemerso, era seduto come sempre sul bagno asciuga, intento a fissare sovrappensiero il mare, l'espressione scura, la testa riposava sulle braccia incrociate sulle ginocchia, i capelli candidi mulinavano elegantemente alle sue spalle. Nonostante l'età avanzata era sempre così affascinante. Appena quegli occhi meravigliosi lo avvistarono lo salutò con un cenno del capo, il viso ora più rilassato e contento, sollevato, poi gli fece segno di avvicinarsi con la mano. Sasuke si girò controllando che non ci fosse nessun altro dietro di sé. Che sciocchezza, chi altro ci poteva essere? Diceva proprio a lui.

Seppure sorpreso dall'invito improvviso non ebbe timore, e in pochi colpi di pinna arrivò sulla spiaggia. Occhi Blu lo accolse con un sorriso caloroso mentre lui si posizionava meglio sulla sabbia. Si aggiustò meglio i capelli corvini davanti per coprire le orecchie, e l'umano si avvicinò fino ad arrivare al suo fianco. Non erano mai stati a poca distanza l'uno dall'altro, potevano persino sentire i respiri dell'altro da dove si trovavano. Fu proprio l'umano a rompere il silenzio. La sua voce pareva stanchissima, di chi ha faticato molto anche per trovare la forza di pronunciare quelle parole, ma profonda e decisa come se la ricordava.

-... Come ti chiami?- chiese, come la prima volta in cui si erano incontrati. Il tritone rimase sorpreso nel riuscire a capire per la seconda volta quella lingua a lui aliena; quasi non ci poteva credere, così girò il volto per guardarlo in viso e capire se aveva udito bene. I suoi occhi neri si immersero in quelli blu oltremare dell'umano al suo fianco, e di nuovo vide compiersi la magia: le iridi dapprima scure e fredde si accesero di una luce estranea vivace che sfumò il cobalto verso un azzurro più tenero, caldo e rassicurante.

-... Sasuke- disse in un soffio di voce toccandosi il petto con la mano, per far capire che si trattava proprio di lui. Non sapeva se l'avrebbe capito, ma desiderava ardentemente che potesse, per una volta, comunicare con lui. Occhi Blu sorrise, le labbra screpolate rivelarono i denti ancora tutti sani, nonostante l'età.

-Io sono Naruto- disse stendendo la mano verso il tritone, che anche se intimorito all'inizio si calmò e lo mimò. Erano così calde e callose. Proprio come se le ricordava.

-Sas'ke... hai proprio un bel nome-

Il modo in cui pronunciava il suo nome era bizzarro. Di certo non conosceva la sua lingua, era normale che lo dicesse in modo diverso, ma allo stesso tempo non era sbagliato. Appena il nome era uscito dalla sua bocca, come aveva sibilato meno rispetto ai suoi coetanei, accentuato molto la 'e' finale, la voce profonda che aveva usato... Sasuke si era sentito inondare da una piacevole sensazione in petto, che si sparse in poco tempo in tutto il suo corpo. Sotto quegli occhi limpidi anche le sue orecchie a punta non gli davano più fastidio, anzi quando l'umano vi sostò con lo sguardo si sentì fiero di possederne un paio; al suo sorriso perlaceo il suo cuore sobbalzò al settimo cielo. Con Naruto al fianco si sentiva finalmente completo, benissimo, e bellissimo. Il tritone ridacchiò leggermente, seguito da un colpo di tosse dell'altro divertito, prolungato da un fitto di essi. Allarmato il tritone alzò gli occhi all'umano che alzò subito la mano in alto per fargli capire che stava per smettere, e così successe. Sasuke rimase abbagliato quando poté specchiarsi in quelle pozze marine, ora fisse su di lui, talmente tanto che dovette distogliere lo sguardo. Quegli così occhi penetranti... sarebbero stati la sua rovina.

Il silenzio che seguì fu uno dei più tranquilli e piacevoli della sua vita. Era da quasi una vita che aveva desiderato poterlo rivedere,e anche semplicemente stargli accanto, effettivamente stavolta, bastava al tritone. Con la coda dell'occhio lo vedeva fissare intensamente il mare, i lunghi capelli bianchi turbinavano alle sue spalle, minacciandolo ogni tanto di invadere il suo campo visivo. Con il solito sorriso bonario spostava le ciocche ribelle dal viso segnato dall'età.

-Vorrei togliermi un dubbio dalla mente. Posso chiederti una cosa?- disse improvvisamente facendo ritornare a terra la mente del tritone.

-Dimmi- rispose pacatamente, nascondendo a malapena la sua curiosità. Il sorriso dell'uomo ormai anziano si aprì, era sempre lo stesso che ricordava, sebbene le sue labbra non erano più carnose e scure come in gioventù e i denti meno bianchi era sempre capace di togliere il fiato al giovane tritone.

-Ti faccio paura, Sasuke? Mi odi forse?-

Il tritone sbatacchiò gli occhi confuso, lo fissò intensamente per capire se diceva per davvero. Nonostante l'aspetto rilassato e spensierato, si, Naruto intendeva davvero quello che aveva detto.

Ancor prima di formulare una risposta soddisfacente od adeguata, si ritrovò a parlare, le parole venivano dritte dal cuore.

-Non ti ho mai odiato, pensavo fossi una creatura bizzarra, questo è certo. All'inizio, lo ammetto, avevo timore di te. Non avevo mai visto un umano prima- ammise a bassa voce. Quando alzò gli occhi all'uomo li vide scintillare di speranza. Si sforzò di sorridere, un po' come lo aveva visto fare milioni di volte.

-... Ora non più-

Al suono della sua risposta, melodiosa e bassa, Naruto si rilassò visibilmente e ridacchiò tutto contento.

-Mi fa piacere sentirlo. Sai, per anni l'ho pensato. Proprio non riuscivo a capire perché ti comportassi così con me. Scappavi come spaventato ogni volta che mi avvicinavo, ma poi tornavi sempre da me. Capisco che siamo due cose diverse, ma dopo tutto il tempo passato insieme...-

Sasuke corrugò la fronte, amareggiato dalla sua osservazione accorata.

“Davvero pensi che siamo così differenti?”

Affondò il viso tra le braccia intorno alla coda per un attimo, nascondendo il suo dispiacere. Come era possibile che Occhi Blu riuscisse sempre così facilmente a scombussolarlo, ad eliminare la facciata che mostrava a tutti in mezzo al mare fredda e composta, e buttarlo giù con una semplice frase?
-Per averti fatto aspettare così tanto...- cominciò dopo guardandolo dritto negli occhi chiari -... Mi dispiace molto, Naruto-

L'umano in risposta circondò le spalle umide della creatura con un braccio.
-Non fa niente. Mi fa piacere che almeno ci siamo chiariti finalmente, e che ora tu sia qui con me- disse scuotendolo divertito, come per allontanare ogni pensiero negativo dalla sua mente. E come un'onda violenta sugli scogli rigidi infatti ci riuscì, riempiendo lo spazio vuoto venuto a crearsi con una strana sensazione, le stesse che la sua vicinanza aveva risvegliato dopo tutto quel tempo. Poteva sentire ancora lo stesso odore che aveva aspirato quel fatidico giorno sulla spiaggia. Quel caldo, terreno ed umido profumo naturale che gli ricordava il mare e le sue sabbie fini, pulito e fresco. Non era cambiato affatto in tutti quegli anni, e nonostante l'età, la pelle l'aveva conservato, solo per lui. Sasuke lo inspirò a pieni polmoni, poggiando la testa contro la sua spalla ossuta. Tese contento le labbra fini in su. Aveva trovato la sua pace.
-C'è ancora una cosa che volevo dirti, da quando ti ho incontrato sulla spiaggia quel giorno- disse all'improvviso ed a fatica Naruto. Il giovane tritone sentì il suo cuore battere a ritmo forzato. Per la prima volta in vita sua sentì sudare i palmi della mano, mentre aspettava con impazienza il resto della frase. L'umano però se la prese comoda, appoggiò il capo contro i capelli scuri dell'altro, il respiro molto lento soffiava su di lui. Il fruscio che produssero era così bello... giusto. Come il calore della sua pelle intorno alle spalle, il suo fiato lieve sul viso.
-Sasuke- disse quasi a rallentatore la sua voce bassa e roca all'orecchio -Per tutti questi anni io ti...-
Quando si fermò a metà frase, Sasuke si sporse perplesso dal suo braccio per guardarlo in viso, ora pallido, per capire come mai non avesse continuato.

Con orrore vide la vivacità lasciare quelle iridi uniche, il colore scemò, svanì nel nulla come se non ci fosse mai stato. Rimasero solo due pietre fredde come i mari del nord, leggermente celate sotto le ciglia fini, candide come i capelli sospinte dal vento leggero. Sasuke vide il sorriso gentile ghiacciarsi sulle labbra pallide, il braccio intorno alle sue spalle si fece tutto a un tratto pesantissimo.

“NO!!!”
Il corpo si inclinò in avanti risucchiato dalla sabbia traditrice, ma le braccia del tritone lo afferrarono prima. Invano lo scosse con forza, urlando il suo nome con le lacrime agli occhi.

Non sentì mai la fine della frase.
Giorni e notti passarono prima che sopraggiungesse suo fratello preoccupato dall'assenza prolungata del piccolo. Lo trovò a singhiozzare sul petto di un umano sul bagno asciuga, le braccia strette intorno al suo torso immobile. A lungo aveva sospettato che il fratello stesse facendo qualcosa dietro le sue spalle, ma fiducioso non lo aveva interrogato oltre, neppure quando gli altri tritoni avevano messo in discussione la sua fedeltà a Poseidone. Gli bastò solo un occhiata per capire cosa di preciso lo aveva portato a passare così tanto tempo lontano dai suoi fondali.
-E' morto, Sasuke- constatò amaramente fissando il povero fratello scuotere la testa, rifiutandosi di accettare la realtà proprio davanti ai suoi occhi. Lo strillo straziante del giovane tritone venne avvertito a chilometri di distanza, fece tremare perfino la barriera corallina che li circondava, facendo stringere il cuore in agonia a tutte le sue creature.

Sasuke rimase al suo fianco sempre, cantava ininterrottamente per lui, sperando che questo lo facesse destare dal suo sonno, che potesse far accadere un miracolo. Carezzava senza sosta le guance pallide dell'uomo chiamandolo dolcemente, sussurrando parole che sapeva ora avrebbe compreso. Strillò con tanta forza e tristezza che presto anche la sua gola bruciò come se vi fosse un piccolo fuoco all'interno, ma steso su di lui continuò imperterrito, anche quando la voce cominciò a venir meno. Un fiume di lacrime solcava le pallide guance arrossate fluendo sulla spalla dell'uomo esanime poggiato delicatamente sulla sua coda argentea.

“Perché proprio quando finalmente ci eravamo capiti, e avevamo parlato?” si chiedeva disperato ogni minuto che passava a cullarlo su e giù, maniacalmente, tenendo la testa poggiata sul petto freddo. Sasuke aveva aspettato ben quarant'anni prima di raccogliere il coraggio necessario ed avvicinarsi a lui di sua spontanea volontà, di riavere il permesso per andarlo a trovare... Naruto al contrario lo aveva sempre aspettato su quella dannata spiaggia su cui entrambi giacevano in quel momento, dove lui custodiva preziosamente il suo corpo, la stessa su cui l'umano aveva sperato di riuscire ad avvicinarlo. Occhi Blu aveva tentato di fargli capire mille volte e più che non aveva intenzione di fargli male, e lui era uno stupido ad aver pensato che gliele volesse. Anche quando lo aveva baciato... Un ennesima violenta fitta di dolore colpì il cuore dolorante del tritone, che strinse gli occhi ai ricordi del tempo passato insieme. Lo abbracciò forte a sé, urlando il suo nome ad ogni mancata risposta.
Anche quando Itachi provò a trascinarlo per la pinna a forza indietro nel mare con un manipolo di sirene, Sasuke si rifiutò di seguirli e si arpionò al corpo dell'umano strillando acuto di lasciarlo stare nella lingua di Occhi Blu, lasciando perplessi i consanguinei. Tanto lo aveva cantato e chiamato che ormai si era dimenticato la lingua natia, ora a lui del tutto estranea. Arrivò persino ad alzare le mani sul suo stesso sangue, scoprì i denti lucenti fischiando minaccioso ad Itachi di andarsene. Il fratello dopo vari tentativi senza risultato amareggiato glielo concesse. Se Sasuke aveva intenzione di buttare così i migliori anni della sua gioventù nessuno aveva il permesso di impedirglielo, tanto meno lui.

Si limitò a girargli le spalle e riemergersi nel mare lentamente seguito dalle sue guardie, il cuore piangeva di già la perdita dell'adorato familiare. I tritoni che vivevano nella sua zona quando appresero la notizia si precipitarono ad abbracciarlo e a fargli le condoglianze. Persino Poseidone giunse sulla soglia del corallo dove riposava e gli toccò empatico la spalla scossa da singhiozzi. Neppure Sakura era riuscita a tiragli su di morale, anche lei addolorata dalla scelta del suo fratello acquisito, singhiozzava dietro un cespuglio d'alghe non lontano.

“Un ennesimo figlio del mare che finisce preda degli umani” pensò triste Hiruzen scuotendo i lunghi capelli candidi. Lontani dalle rocce abitate dai tritoni, anche gli animali marini portavano il lutto per quello strano essere venuto da lontano, che aveva giocato con loro per tutto quel tempo. Perfino il freddo Orochimaru, la murena velenosa, si commosse a tal punto che portò un omaggio di alghe sulla catasta di pietre e conchiglie che Iruka, stravolto dal dolore, aveva costruito in memoria del suo amico.

Giorni e notti il tritone combatté contro le intemperie e i fenomeni atmosferici che si accanirono sul corpo di Naruto, proteggendolo con proprio, affondando il capo nel suo petto e sperando che tutto finisse presto. Perché ora gli elementi si scagliavano contro di lui? Perché le onde da tempo immemore sue compagne colpivano senza pietà la sua povera schiena? E il mare furioso... Per quale motivo si abbatteva sul loro prezioso figlio? Fino ad allora lo aveva protetto, allontanandolo dai coralli assassini, perché mai ora...

Sasuke trattenne il respiro appena colse la verità celata nelle sue parole. Era colpa sua se Naruto lo aveva lasciato. Solo e sconsolato aveva passato anni di solitudine e malattia in quell'atollo sperduto, con solo un codardo tritone a fargli compagnia, uno che non lo aveva accettato fin dall'inizio, e trattato alla stregua di un nemico, un estraneo. Se Sasuke fosse stato più coraggioso sarebbe rimasto al suo fianco per sempre, aiutandolo a sopravvivere, se solo lo avesse accettato come avevano fatto fin dall'inizio gli animali marini e lo stesso oceano... Lui invece lo aveva abbandonato. Mai tanto dolore si dipinse sul viso affascinante del tritone, gli occhi arrossati per il troppo piangere, il respiro spezzato dai potenti singhiozzi, le dita che assicuravano il corpo attaccato al suo grembo, le orecchie abbassate per lo sconforto inimmaginabile. Eppure Naruto era deceduto col sorriso sulle labbra incapace di odiarlo fino all'ultimo momento, felice di averlo accanto per un'ultima volta. Disperato Sasuke allungò le dita tremanti a sfiorare quel sorriso eterno con delicatezza, solo per poi riscoppiare a piangere a dirotto.
"Ti prego svegliati... Dimmi che è stato solo un incubo" lo scongiurava guardando dritto in viso Naruto “Ti ho accettato, Occhi Blu, sono al tuo fianco ora!! Apri gli occhi e guardami, ti prego, come hai fatto per così tanto tempo sulla spiaggia! Non mi lasciare solo...”

Dove erano finiti i suoi colori vivaci? Il rossore delle sue guance, l'oro dei capelli, il blu profondo degli occhi cangianti e magici, il bronzo della sua bella pelle, l'avorio dei sui denti splendenti... sfuggiti, rubati via da lui per sempre, insieme alla parte più importante: il suo spirito. Sasuke aveva tra le braccia stretto ancora il suo corpo, immobile e insostenibilmente, e vuoto. Naruto non lo avrebbe più riscaldato col suo sorriso, con le sue occhiate ambigue, mai più toccato con quelle grandi mani... la sua gentilezza, il suo buon cuore, il suo spirito divertente e spensierato, l'affezione che aveva sviluppato nei suoi confronti. Nulla più. Solo il vuoto doloroso e rimbombante, che piano ed incessantemente si riversava nell'animo del tritone.

Non si mosse nemmeno di un millimetro dalla sabbia ormai asciutta, la pelle secca e screpolata sotto il sole cocente, giorni e notti, coccolando disperato il cadavere dell'umano. Nonostante le sue mani assicurate sul petto non sentissero nessun battito del suo cuore, e che i polmoni fossero vuoti d'aria, non poteva davvero credere che Naruto lo avesse lasciato, non prima di sentirgli dire che...

Dimentico del mare, vitale per lui, non aveva occhi che per lui. L'oceano davanti a lui non era niente, solo vuoto lasciato dalla sua dipartita.

-Naruto, sono qui... - mormorava tra sé come un mantra quando non ebbe più lacrime da versare, la voce rauca, affaticata ma mai stanca di chiamarlo. Premette il viso sulla guancia fredda nonostante il caldo torrido dell'isola, pareva quasi che la natura non badasse più a loro, li ignorasse bellamente. Anche il suo cuore batteva a rilento, scosso ad ogni pulsazione da scariche come elettriche che bruciavano dall'interno il suo corpo, tanto era il dolore causato dalla perdita dell'umano. Le labbra secche ormai erano solo capaci di invocarlo e piantare baci qui e lì sul suo corpo, disperato, aspettando solo la fine. Pregandola addirittura che accorresse veloce, solo per dargli una speranza fioca di poterlo rivedere. E la Morte puntuale come sempre lo colse senza pietà, stroncando il suo cuore già a pezzi in un istante, ma Sasuke la accolse come una amica a lungo lontana. Anche mentre perdeva i sensi e precipitava al suolo non smise un attimo di stringerlo a sé, sorrise alla fine quando sentì gli occhi appesantirsi e il respiro fermarsi, come anche il suo povero cuore stravolto. Poi solo il buio eterno.

Da allora venne ricordato dalle generazioni successive di tritoni con il nome di “Sasuke di Occhi Blu”, e il suo corpo riposa ancora lì, sulla spiaggia di quell'atollo dimenticato da Dio, abbracciato ancora a quello dell'umano che, troppo tardi ahimè, scoprì di amare.

---

Ebbene si cari lettori, questa è il finale che ho ideato per Blue Eyes. In fondo era una storia triste, ed effettivamente lo è stata, no? La canzone scelta doveva essere un po' un monito, credo che qualcuno lo aveva già capito. Non vedevo altra fine sinceramente: Sasuke non avrebbe mai potuto portarli in fondo al mare con lui, non aveva poteri magici e anche se li avesse, gli altri suoi simili avrebbero ucciso Naruto, considerato un nemico, per non contare della differenza di età e durata vitale così diversa dei due. Prima o poi si sarebbero lasciati comunque, e il finale sarebbe stato il medesimo. *sigh, ero in vena di tragicità. Spero che non mi odierete a vita, per favore non lo fate! Il mio era un esperimento, la storia era stata pensata sullo stesso filone tragico della versione di Hans Chistian Andersen della 'Sirenetta', quindi non potevo finirla in un modo scontato quale la favola che da sempre abbiamo sentito raccontare fin da piccoli. Vorrei davvero sapere la vostra opinione a riguardo. Se vi è piaciuto, vi ha emozionato, vi ha fatto schifo, e perché. Vedrò se è il caso di inserire un ultimo capitolo, anche se come avete visto, la storia è bella che finita. Vi auguro come sempre una buona giornata e weekend già che siamo a sabato!

Kyuukai

  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: kyuukai