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Autore: InsaneMind    03/06/2012    0 recensioni
- Perdonami, ma devo farlo.- Mi disse mentre il sangue le usciva dai suoi occhi neri come la pece.
Rimasi in silenzio, guardando la sua distruzione coi miei stessi occhi. Dopo qualche attimo non c'era più nulla: solo polvere ed un canino.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perché urli così forte? Io sono così vicino a te, oh mio dolce amore. Sono sempre stato qui, perché non mi vedi? Mi trapassi senza nemmeno accorgerti che mi stai dilaniando.
Fa così male esser ignorato da te, sono davanti a te, pendo dalle tue labbra, aspetto che sfiori la mia pallida pelle per aver il vanto di poter tornare alla realtà. Siamo soli. Ho bisogno della tua presenza per continuare a vivere, anche se così miseramente.
 
Eri lì, giacevi sul pavimento annegando nel tuo stesso sangue. Ero pietrificato, non riuscivo a muovermi. Qualcosa mi bloccava, non riuscivo neanche a piangere. Tu eri lì e urlavi disperata, mi guardavi sempre con quello stesso guardo severo, languido. Cosa cercavi di dirmi?
Le promesse erano ormai infrante, non sono riuscito a starti vicino almeno per sostenere e  affrontare quesl dolore con te. Mi hai fatto troppo male, mi ha fatto male quel gesto. Vederti lì, mentre urlavi al cielo scacciando a suon di urla quel dolore così inesorabile da te, cercavi di mandarlo via, lontano. Ma io non avrei potuto fare niente. Non facevo più parte della tua vita o almeno cercavo di convincermene per non sentire poi così in colpa.
Il tuo sangue correva dai tuoi occhi contaminando il tuo volto così pallido, la tua espressione era sempre così dolente.
 
-Perdonami, in qualche modo te ne prego-disse con una voce quasi propensa al pianto-anche se mi rendo conto che chiedendoti ciò è troppo, ti ho portato via anche quel briciolo di felicità che ti era rimasto. Non rimpiango nulla del nostro passato, sarebbe da stupidi oltretutto ma penso che sia meglio così. Non meriti di soffrire per me, fattene una ragione.
 
Non avevo neanche la forza di guardarla dritto negli occhi e vedere il suo corpo diventare polvere, non riuscivo a crederci. Non potevo,ma soprattutto non volevo credere ai miei stupidi occhi, questi che mi hanno castigato in precedenza facendo sì che io ti vedessi quel giorno, perdendo la testa per te.
In quel momento dovevo solo mantenere la lucidità, non potevo permettermi di perdere il controllo e cedere alla follia, non  sarebbe giovato a nulla lasciarti lì a giacere sul pavimento sporco della nostra casa e non restare con te nella tua ultima battaglia in questo mondo.
Era ciò che tu volevi, la cosa che più desideravi al mondo ancor più superiore del desiderio che provavi nel volermi nella tua vita. Mi sono sentito così tradito, abbandonato; una parte di me  capiva il perché della tua decisione ed era per ciò che sono rimasto lì con te in quella sera di fine inverno, anche se lontano dal tuo corpo che si stava sgretolando sotto il mio sguardo, ero lì per sostenerti in qualche modo, senza risultati concreti.
 
-Sai quanto ho desiderato te, il tuo corpo, tutto l'amore che potevi darmi. Non mi sono mai riuscita a saziare fino in fondo questa insana passione, sentivo l'incessante bisogno di averti qui, di dominare nella tua vita, di controllarla, di far sì che tu dipendessi interamente di me. Mi hai fatto precepitare dall'orlo della follia, non riuscivo a comprendere quanto il mio possesso potesse distruggerti e me ne rendo conto solo ora. Ti ho amato tanto ma il mio ardore nel voler rinascere ha consumato tutto di me: tutto quello che rimaneva in me. Sento che qui non c'è più posto per me. Sono stata una gran egoista nello strapparti la tua vita mortale di mano, come se fossi un giocattolo a cui potevo estorcere gambe e braccia. Ero affamata, affamata di te. E questa tentazione mi ha portata a compiere atti di cui me ne pento veramente. Ed è per questo che sento il bisogno di ricominciare. Non cercarmi, te ne prego. E' giunta la mia ora, addio.-  così dicendo terminò il discorso.
 
Vidi che dai suoi occhi iniziarono a scendere vere lacrime, non più colme di sangue: la mutazione si era compiuta e così notando il suo corpo si sgrelotò diventando polvere. Mi piegai disperato su quel mucchio racchiudendolo nei miei palmi e portandomelo vicino alle narici per poter provare ad assaporare ancora il suo dolce profumo ma non ci riuscii, era inodore.
 Mentre sollevavo il mucchio qualcosa cadde per terra: un canino. Lo guardai con un'aria sorpresa, la mascella iniziò a contercersi dallo stupore. Raccolsi il mucchio e lo misi in una boccetta e di consegueza misi da parte il canino, in un posto in cui nessuno avrebbe potuto trovare il tutto.
 
''Per quanto posso sentirmi uno schifo, un relitto, l'unica cosa che non mi tormenta è il non dover vivere col peso sul cuore di non averti bloccata nel compiere quel rito che ti ha portata lontana da me.'' elaborai questo triste pensiero mentre ero nel letto e provavo a coricarmi per non pensare a niente. Ma questo era solo l'inizio del calvario della mia sofferenza interiore.

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