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Autore: Aoimoku_kitsune    04/06/2012    15 recensioni
Ti posso sentire e so di amarti.
***
E' una MPREG: Gravidanza tutta al maschile.
Dopo una serata il legame di Naruto e Sasuke sembra spezzarsi sempre di più, ma una maledizione (Da parte di Naruto) o uno splendido miracolo (Da parte di Sasuke), renderà le cose più complicate o semplicemente riuscirà ad aggiustarle? E Naruto si troverà davanti ad una scelta difficile, che farà provare a Sasuke, di nuovo, il dolore per la perdita di una famiglia.
***
-Sai..
Disse Naruto, fissando lo schermo colorato.
-.. Stavo pensando..
-Tu che pensi?
Lo sfotté Sasuke, quasi serio, nascondendo il divertimento.
Naruto alzò lo sguardo, fissandolo di sbieco, reclinando il capo verso di lui.
-Teme.. Smettila di prendermi sempre in giro.
E la linguaccia fu inevitabile.
Sasuke ridacchiò, sommessamente, appoggiando il mento sul capo di Naruto.
-Su dimmi.
Sentì un piccolo sbuffo dal basso e poi Naruto parlare.
-Il nome per il bambino. Non lo abbiamo ancora deciso.
Sasuke fece una strana smorfia di disappunto.
***
-Cosa c’è?
-Mi sento sempre appesantito.. È strano.
Rispose, incerto se i termini che aveva espresso potevano giustificare quelle strane sensazioni.
-E’ normale.. Ormai sei alla fine.
Naruto annuì, guardando, con i suoi formidabili occhi azzurri, Sasuke.
-Tsunade ha detto la prossima settimana.
***
Era leggero il suo bambino, fragile tra le sue braccia.
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'd come for you'
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Sasuke Uchiha si svegliò di colpo.
Aveva il batticuore. Tutto attorno era buio. L’unico barlume che penetrava da sotto la porta era quello delle lampade in corridoio.
Aveva rifatto il sogno, ogni volta era lo stesso.
Il ragazzo scivolò via dalle coperte e rabbrividì, quando i piedi nudi sfiorarono il pavimento freddo di legno.
Sospirando stanco si fece passare una mano tra i capelli, grattandosi la nuca e fissò il vuoto davanti a se con un cipiglio sul volto.
Dopo tutti quegli anni, ancora riviveva la tragica fine del clan, sempre le stesse mosse, sempre le stesse situazioni e sempre le stesse pesanti parole che lo avevano portato avanti in quel mondo.
Lasciò cadere la mano dal capo, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e nascose il viso nelle mani.
Perché non riusciva ancora a dimenticare.
Perché era tanto difficile.
Un fruscio di coperte gli fece alzare il viso, e si voltò.
-… Suke, non riesci a dormire?
Domandò Naruto, guardandolo con occhi velati dalla stanchezza e il viso assonnato.
Il biondo si appoggiò sui gomiti, a pancia sotto e lasciò cadere i capelli biondi dietro di lui, sciolti.
Sasuke scosse il capo, appoggiando una mano sul materasso, allungandosi verso il viso del biondo che lo fissò perplesso e poi sorpreso, quando le labbra combaciarono con le sue.
-Avevo solo sete. Vuoi qualcosa?
Sussurrò nell’oscurità della camera, mentendo.
Perché far preoccupare Naruto se quel peso era solo suo?
Naruto sbatté le sopracciglia e annuì.
-Acqua, anch’io.
Biascicò, lasciandosi cadere a peso morto sul materasso.
Il moro si alzò, annuendo e si diresse in cucina.
Lentamente si fece largo per la villa, arrivando in cucina e bevve, preparando un bicchiere per Naruto.
Non poteva dimenticare e non lo avrebbe mai fatto.
Per quanto dolorosi fossero i suoi ricordi, i suoi sogni, avrebbe dovuto solo conviverci e, lentamente, superarli.
Pensando a ciò, porse il bicchiere a Naruto, e non fu più convinto delle sue parole, più di allora.
Il suo futuro era davanti ai suoi occhi, e non lo avrebbe rovinato con il passato.
Avrebbe vissuto nel presente, ricordando il passato, ma sperando in un futuro sereno con la persona che amava e con suo figlio.
Solo quello importava. Quello e nient’altro.
Abbracciò Naruto, addormentandosi, non avendo paura di incontrare le facce pallide dei suoi genitori e i loro occhi vuoti. La luna rossa come il sangue versato in quella notte e il viso di Itachi.

***

Naruto guardò la tavolata dei suoi amici con sguardo perso, le immagini che si mischiavano in un unico tornado di colori, così come i rumori iniziarono ad arrivargli confusi.
Ormai era al quinto mese di gravidanza, e se non fosse stato per Sasuke, seduto costantemente accanto a lui, era sicuro che non avrebbe mai varcato la soglia di casa.
Il moro era riuscito a creare una tecnica illusoria, dove lui sembrava sempre lo stesso. Non aveva la pancia gonfia e visibile, così come le guance piene e costantemente arrossate.
Kiba si alzò, felice, mentre Hinata arrossiva, seduta accanto al suo fianco, alzando il bicchiere in aria, guardando tutti i suoi amici.
-… Ragazzi, innanzitutto vi ringrazio di esseri venuti a questa cena…
Iniziò,con  il sorriso sul volto che si allargava sempre di più.
-… Io e Hinata avremmo un annuncio da fare.
Le ragazze guardarono la mora, sorprese e curiose, mentre lei abbassava il capo, al massimo dell’imbarazzo.
-Aspettiamo un bambino!
Disse, brindando e gli altri rimasero con la bocca aperta, fermi e sorpresi.
Ed ecco che Naruto si sentì strano.
Per qualche ragione, sovrappose la sua immagine a quella di una Hinata imbarazzata, mentre le sue amiche la abbracciavano contente e strillavano felici.
Si sentì estraneo per la prima volta, da tutta quella felicità, e si alzò in piedi, cercando di non attirare l’attenzione su di se, e si diresse all’aperto, in cerca di aria fresca.
Sasuke, prima lo seguì con lo sguardo, e poi si alzò, seguendolo, così come Sakura che li aveva notati per caso, e curiosa li aveva guardati, per poi alzarsi anche lei, preoccupata per Naruto.

Quando Sasuke uscì dal ristorante, l’aria fresca della sera gli fece venir i brividi sulla pelle mentre si guardò in giro, cercando Naruto, trovandolo poco lontano, attento a osservare il cielo stellato sopra alle loro teste.
Si avvicinò lentamente, conscio del fatto che Naruto lo avesse percepito.
-Non sarà così… Sarà molto peggio.
Il moro si fermò a pochi passi da lui, mentre un venticello li perdeva tra di loro.
-Ci sarò io con te.
Naruto lo guardò, e Sasuke ci lesse tanta di quell’insicurezza, da non crederci quasi subito.
Naruto era sempre deciso, sicuro di se, ma ora. Sasuke percepiva, anche da quella distanza, la tensione del biondo.
-Come potranno accettarlo… Non…
-Ssstt…
Disse Sasuke, avvicinandosi e stringendoselo tra le braccia.
Era tutto così naturale per lui, che aveva smesso di chiedersi come riuscisse a essere così apprensivo e delicato, quando era sempre stato un assassino.
Naruto s’irrigidì, ma poi cercò di calmarsi in quelle braccia forti e calde e si rilassò.
-Accetteranno il bambino, Naruto. Sono sempre tuoi amici.
Cercò di convincerlo il moro, accarezzandogli la testa bionda che affondava nella sua spalla.
-Quale bambino?
I ragazzi si voltarono sorpresi verso Sakura, che li guardava, e Naruto si staccò dall’abbraccio di Sasuke, pregando che Sakura non pensasse male.
-Sakura chan… Cosa…?
Gli occhi verdi di lei lo guardavano, per poi fissarsi su Sasuke.
Il moro pensò attentamente a ogni possibilità, per quello che stava per dire. Studiò ogni possibile risposta da parte di Sakura, pronto a intervenire per farla tacere.
-Naruto aspetta mio figlio.
Naruto si voltò di scatto verso Sasuke, guardandolo tradito, mentre il moro fissava serio Sakura.
La ragazza avrebbe riso, tanto anche, ma Sasuke era serio, perché non avrebbe mai scherzato con nessuno.
Cercò di parlare, ma dalle sue labbra ne uscì un suono gracchiato.
Respirò a fondo, fissando le iridi nere, e per una volta, riuscì a leggerle.
Ha bisogno di te, perché io non posso fare più niente.
E il gesto che ne seguì, gli fu dettato dal più profondo del suo cuore.
Perché alla fine amava quei due, e sapeva che mai l’avrebbero lasciata indietro senza una ragione valida.
Lo abbracciò, di slancio, e Naruto si pietrificò sul posto.
Staccandosi, Sakura ridacchiò nervosa.
-Congratulazioni… Penso.
Storse il naso, la ragazza, con un grazioso sorriso in volto.
Naruto la guardò sorpreso.
-Non sei… Disgustata?
Domandò, e Sakura corrucciò le sopracciglia rosa, guardando Sasuke e poi Naruto.
-Perché dovrei esserlo… Al massimo arrabbiata perché non me lo hai detto. Pensavo che fossimo migliori amici…
Lo ammonì la rosa, incrociandosi le mani al petto e iniziando a battere il piede per terra.
Naruto la guardò dispiaciuto.
-Pensavo che poi, non mi avresti più voluto parlare… Insomma… A te piace ancora Sasuke ed io…
-Ahh… Lascia stare. Non voglio le tue scuse.
Disse Sakura, quasi indifferente, per poi sorridere serena.
-E’ vero che aspetti un bimbo?
Naruto arrossì, mentre annuiva.
-Fantastico… E com’è successo. Kyuubi?
Il biondo scosse il capo furiosamente, mentre Sasuke sbuffava.
-Prenderemo questo discorso più avanti, ci staranno dando per dispersi.
Disse quieto e infastidito.
Sakura sbuffò, avvicinandosi accanto a Naruto.
-A quanto sei?
-Penso alla ventiduesima settimana.
Sakura parve sorpresa, per poi allungare un occhio verso il basso.
-Che fortuna sfacciata. Sai quante donne vorrebbero essere come te alla ventiduesima settimana?!
Naruto ridacchiò, in imbarazzo.
-Sasuke ha progettato una specie d’illusione. Cela il gonfiore.
Spiegò, gesticolando e Sasuke sbuffò ancora, scostando la tenda per entrare nel ristorante.
Gli altri guardarono verso la loro direzione e Kiba lì indicò a tutti e tre.
-Ma dove eravate andati. Siete scomparsi tutti e tre mentre stavamo brindando.
Borbottò offeso con gli occhi lucidi e le gote arrossate.
Naruto ridacchiò, così come Sakura, mentre Sasuke scoccava un’occhiata infastidita al castano.
-Scusaci Kiba. Avevo bisogno di una boccata d’aria.
Si giustificò Naruto, sorridendo sereno. E Sasuke non poté essere più orgoglioso che quel sorriso naturale ornò il volto di Naruto.
Kiba lo guardò con un leggero broncio, annuendo e sbuffando.
-Umhh…
Borbottò Kiba, brillo, mentre Hinata lo richiamava accanto a lui.
Kiba si scostò, e superò la tavolata avvicinandosi ai tre ragazzi che lo guardarono attenti.
-Su via… voi non avete nulla da dire?! Ne, Sakura chan? Tu e Sasuke vi siete messi finalmente insieme?
Domandò Kiba ridendo, facendo ridacchiare anche gli altri.
Sasuke ringhiò quasi, facendo un passo avanti verso Naruto, e Sakura diventò rossa d’imbarazzo e di rabbia.
-Kiba sei ubriaco… dai vieni qua e finiamo di mangiare che poi andiamo a casa.
Disse Hinata, raggiungendolo e appendendosi al braccio di suo marito.
Kiba brontolò qualcosa, seguendo la ragazza al tavolo e si sedette, mentre,sospirando tranquilli, si accomodarono anche Sakura e Naruto, seguiti poco dopo da Sasuke.
Kiba fissò il moro e ridacchiò.
-Non è che sei gay, Sasuke? Ormai hai ventitré anni e non ti abbiamo ancora visto con nessuno…
I ragazzi al tavolo risero, ma poi si zittirono fissando il volto serio dell’Uchiha.
-Kiba kun… Ma sono cose da dire!
Strillò Ino, offesa.
-Sasuke kun deve ancora trovare la persona giusta…
Aggiunse, con fare ovvio, bevendo un bicchiere d’acqua.
Naruto abbassò il capo, un po’ imbarazzato e un po’ triste.
Lui, non avrebbe mai potuto abbracciare o baciare Sasuke davanti agli altro. La loro relazione sarebbe sempre stata nascosta. Celata nelle tenebre. Com’era sempre stato.
L’oscurità lo avrebbe sempre avvolto…
-Ho già trovato quella persona, Yanamaka.
Il timbro vocale di Sasuke era serio e basso, quasi scocciato dal fatto che dovesse parlare con gente ignorante e ipocrita.
I ragazzi e le ragazze fissarono, zittendosi, sbalorditi Sasuke.
-Cosa?
Domandò Ino con occhi larghi.
Shkamaru sbuffò, squadrando Sasuke e Naruto.
-Avete sempre tenuto sotto il naso, la risposta.
Borbottò, massaggiandosi il capo stancamente.
Era stato così ovvio per lui e si stupiva che per gli altri non lo fosse stato.
-Sakura lo sa…
Continuò e la rosa lo fissò con occhi sbarrati.
Sasuke sbuffò, alzandosi dal tavolo quando il chiacchiericcio dei compagni divenne fastidioso e con lui, alzò anche Naruto da un braccio.
Il biondo lo guardò, pregandolo che non dicesse niente.
Non si sentiva ancora pronto, e in realtà, non lo sarebbe mai stato. Ma non voleva che lo sapessero in quel modo.
Non ora, non adesso.
-Io e Naruto siamo compagni…
-… di team… E allora.
Biascicò Kiba, interrompendo il moro che assottigliò lo sguardo, fissandolo sbiecamente.
Gli altri, stavano già iniziando a capire.
-… Kiba… non in quel senso.
Disse tranquillo Shino, versandosi un altro bicchiere di sakè.
Kiba sembrò stralunato, e guardando il suo compagno con un’espressione da ebete, si grattò il capo.
Shino sbuffò.
-Come lo siete tu e Hinata.
Sussurrò.
Kiba sbarrò gli occhi, fissando Naruto scioccato.
-Che… no, dai amico. È uno scherzo vero! È ripugnante se no!
Strillò, fissando il biondo posto davanti a lui, dall’altra parte del tavolo.
Naruto gemette dolorante, afferrandosi il fianco destro con la mano sinistra abbassando il capo.
Non ora. Non adesso.
-Kiba.
Strillò Hinata, zittendolo con un tono di voce da rimprovero.
Sasuke lo fulminò con lo sharingan e Kiba si zittì, mettendosi una mano davanti alla bocca.
Ino fece cadere il bicchiere di mano, fissando la coppia con la bocca aperta, così come gli altri.
-No… Kami Sama. Non posso crederci!
Balbettò la bionda, alzandosi di scatto, facendo rotolare la sedia lontano.
-Come… come può essere! È uno scherzo, vero?
Domandò, sbalordita, fissando con i suoi occhi azzurri la coppia.
Sakura si alzò, quando Naruto sobbalzò appena dopo il botto sordo della sedia, e si pose davanti al compagno, come a proteggerlo.
Aveva una strana sensazione che lentamente divenne realtà.
-Ino, ma che diamine dici, si può sapere?
Strillò la ragazza dai capelli rosa.
Ino la guardò sbalordita e un po’ tradita.
-Tu lo sapevi?
Sakura annuì, stringendo le palpebre e fissò i ragazzi davanti a lei con rimprovero.
Ino sbatté le mani sul tavolo, rovesciando un bicchiere di sakè.
-Come puoi essere così tranquilla. Dicevi di amare Sasuke e invece… Kami, è disgustoso il solo pensiero. Ci sarà un motivo perché esistano l’uomo e la donna.
I ragazzi guardando sbalorditi la bionda che sembrava incazzata per qualcosa. Perché alla fine, lei credeva ancora in quella cotta da bambina.
Sakura strabuzzò gli occhi, fissando sconcertata il viso di Ino e poi si voltò a guardare gli altri.
Hinata fissava preoccupata Naruto, così come Sai e Shikamaru. Shino e Jugo semplicemente erano indifferenti a ciò, ma la ragazza lesse della rabbia e sconcerto nei loro occhi, fissando Ino.
Suigetsu dormiva in fondo al tavolo, brillo.
Il resto, avevano tutti il viso basso, come a dar ragione Ino.
Sasuke tremò per la rabbia, e cercò di avanzare, lasciando il braccio di Naruto, ma una mano di quest’ultimo gli afferrò l’avambraccio, stringendolo disperatamente e il moro lo fissò, mordendosi un labbro.
Il viso di Naruto era pallido e nascosto dalla frangia bionda e, Sasuke ci avrebbe scommesso, gli occhi erano lucidi e arrossati.
Afferrò la mano ambrata, stringendola con la sua, combaciando i palmi e intrecciando le dita, e uscì dal ristorante con passo veloce, scostando malamente la tenda del ristorante, trascinando dietro di lui Naruto.
Sakura si voltò di scatto verso i ragazzi, seguendo le schiene scomparire e strinse i pugni, furiosa e si voltò verso quelli che considerava amici.
-Vi dovreste vergognare. Siete solo un branco d’ipocriti.
Sputò velenosa, girando sui tacchi.
-… Ah…
Disse, fermandosi e voltandosi appena.
-Giusto per farvelo sapere. Naruto aspetta l’erede di Sasuke.
 Detto questo, si voltò, dirigendosi verso l’uscita, stizzita, col mormorio della sala dietro di lei.

Sasuke si fermò poco dopo, girandosi verso Naruto e scostandogli la frangia da davanti al viso.
-Non è andata così male.
Sussurrò, sforzando un sorriso che a Sasuke gli si strinse lo stomaco.
Un sorriso così amaro non lo aveva mai visto sul viso sempre spensierato di Naruto.
Ma Sasuke sapeva leggere benissimo gli occhi di Naruto che, tacitamente gli chiedevano aiuto.
Maledisse i compagni di Naruto e si avvicinò al biondo, facendo calare la mano che aveva lasciato sul capo verso la guancia del ragazzo, alzandogliela lentamente.
Naruto socchiuse le palpebre quando sentì la fronte fredda del moro combaciare con la sua.
-Ti starò accanto.
Sussurrò il moro, socchiudendo le palpebre, mentre una singola lacrima si fece largo tra le ciglia dorate, percorrendo la pelle di Naruto e perdendosi in mezzo ai loro corpi.

-Come sta?
Domandò Sakura, sedendosi davanti a Sasuke, in quel tavolo dove, goffamente, qualche mese fa, aveva chiesto a Sasuke di prenderla in sposa.
Lo sguardo del moro si posò sulla porta del salotto, diretta verso le stanze da letto e sospirò.
-Dorme.
Rispose, osservando la ragazza davanti a lui che sbuffò sollevata, stringendosi la maglia all’altezza del cuore.
-Non avrei mai pensato che fossero così…
-Grazie.
E Sakura spalancò gli occhi, fissando sconcertata e sorpresa Sasuke, che la squadrava tranquillo.
Sentì le guance in fiamme e abbassò lo sguardo, come faceva da bambina e iniziò a balbettare imbarazzata.
-Di nulla… c’è… poi non so perché mi ringrazi. Ho fatto solo il mio dovere di migliore amica.
Borbottò, torturandosi la maglia rosa.
Sasuke socchiuse gli occhi, quasi sereno.
-Mhh… è quello che gli serve.
Sussurrò, alzandosi, sparendo in cucina con le tazze del the vuoto.

***

Sasuke sbuffò, bussando ancora alla porta della camera di Naruto.
-Vattene via!
Urlò Naruto da dentro.
Era da giorni che andava avanti questa storia e Sasuke era sempre più nervoso.
Digrignò i denti, stringendo la mano appoggiata alla superficie della porta in un pugno.
-Apri!
Ringhiò con voce bassa.
Sentì dei passi leggeri dall’altra parte e poi uno sbuffò.
-No. Lasciami dormire.
Borbottò Naruto.
Sasuke chiuse gli occhi, respirando a fondo e poi si voltò, scendendo con passi pesanti le scale.
Era colpa loro e avrebbero pagato.
Stupido, stupido, stupido.
Non poteva rinchiudersi in camera per sempre. Faticava a farlo mangiare, anche se, verso sera, quando Naruto pensava che Sasuke dormisse, sgattaiolava fuori dalla camera a mangiare qualcosa, e puntualmente il moro cercava di fargli trovare, nel frigo, qualcosa di pronto.
Pronto per uscire da casa si bloccò nel corridoio al sentire dei leggeri colpetti alla porta d’ingresso e curioso andò ad aprire, fissando sorpreso la persona davanti a se.
La piccola Hinata lo fissava con occhi appena lucidi e le guance rosse, resistendo a stento di abbassare il capo per la vergogna.
Sasuke alzò un sopracciglio.
-C-ciao Uchiha kun… c- c’è Naruto-kun?
Borbottò, inchinandosi leggermente, come l’avevano sempre educata.
Sasuke strinse appena troppo forte lo stipite della porta d’ingresso con le dita.
-Dorm…
-Hinata-chan, cosa ci fai qui?
Sia la ragazza che Sasuke si affacciarono dentro casa, fissando la figura di Naruto al centro delle scale, appoggiato con un braccio al bordo.
La ragazza sorrise timidamente, deglutendo.
-Ero venuta a vedere come stavi.
Sussurrò.
-Oh…
Naruto allargò gli occhi e poi guardò Sasuke dopo due lunghi giorni di chiusura forzata in camera sua.
-Visto che stai bene, è meglio che v…
-Rimani. Ti va di prendere un the?
Chiese Naruto, scendendo l’ultima rampa.
A Sasuke gli s’infiammarono gli occhi a quell’invito.
-Non vorrei disturbare.
Cercò di dire Hinata, sentendo il rigidimento dei muscoli del moro.
Naruto scosse il capo, affiancando Sasuke.
-No. Figurati.
Sorrise cordiale, ma Sasuke vide quelle iridi tempestose tristi e perse.
Deglutendo strinse gli occhi, facendosi da parte e uscì da casa.
-Torno stasera.
Disse atono, incamminandosi per il vialetto della villa.
Naruto sospirò, distogliendo lo sguardo da quelle spalle che si allontanavano mentre Hinata abbassava il capo dispiaciuta.

-E’ bello… qui!
Naruto annuì, tirando le labbra in un sorriso.
-Sì. Si sta in pace.
Gli occhi di Hinata ammirarono, sbalorditi, il giardino di villa Uchiha.
Tracciato il confine con lo steccato di legno, il giardino era verde e rigoglioso, dove, in un angolo c’era un piccolo orticello di pomodori e, accanto alla grande quercia che ombrava il piccolo lago artificiale, c’era un cespuglio di rose rosse e bianche selvatiche che emanavano un dolce e rilassante profumo.
Il lago, attraversato da un piccolo ponticello di legno, era circondato da della terra fine chiara, dove, su di essa, erano state poste delle pietre da fiume piatte, creando una piccola strada grigia.
Naruto socchiuse gli occhi, lasciando che il vento s’insinuasse tra i capelli e tra i vestiti, rinfrescandolo.
Seduti sulla rampa di scale che dava al giardino, i due giovani stettero in silenzio per un tempo indefinito, rilassandosi.
Naruto aprì gli occhi, fissando il cielo terso.
-E’ vero che aspetti un bimbo?
Domandò curioso.
Hinata arrossi, perché per lei era davvero inevitabile.
-Sì. È così strano.
Ammise.
Naruto ridacchiò, annuendo perché in fondo, sapeva esattamente cosa provasse Hinata in quel momento.
Ci era passato, e ci stava passando.
Poi Hinata si voltò verso di lui, fissandolo come mai prima di allora, aprendo le labbra, parlando.
-Mi dispiace di come si sia comportato Kiba e gli altri. Non voleva offenderti, è che era… sorpreso.
Naruto si strinse nelle spalle.
-Non importa, davvero.
Sussurrò, guardando i rami della quercia muoversi con il vento in una dolce danza.
Hinata scosse il capo, attirando la sua attenzione.
-Importa, invece. Sai…
La ragazza fissò il cielo, stendendo le gambe davanti a lei, appoggiandosi sulle braccia.
-… in questi anni non ho fatto altro che osservarti. Prima m’incuriosivi molto. Eri così diverso da tutte le persone che mi giravano intorno nella mia infanzia. Così espansivo eppure così triste.
Naruto la guardò e Hinata sorrise, perdendosi in ricordi passati.
-Poi, col passare degli anni, quando siamo stati in accademia insieme, ho iniziato a provare qualcosa. Balbettavo e arrossivo ogni volta che guardavo i tuoi occhi, ogni volta che ti avvicinavi, svenivo per l’emozione.
Ridacchiò al solo pensiero, scuotendo la testa, e Naruto s’incantò per pochi secondi a fissare i capelli neri e lunghi, ondeggiare dietro alla sua schiena.
-Anche se ero timida, mi ero imposta il compito di far sparire dai tuoi occhi quella traccia di solitudine che per tutta la vita ti sei portato indietro, inutilmente. Perché per quanto mi sforzassi, non riuscivo a capirti.
Sospirò, affranta e dispiaciuta.
-Poi è comparso Sasuke nella tua vita.
Naruto trattenne il fiato al nome del moro, abbassando lo sguardo e Hinata si voltò verso di lui, sorridendogli materna.
-E’ stato l’unico che è riuscito a schiarire i tuoi occhi. Anche se ti ha fatto soffrire, quando ha abbandonato il villaggio, i tuoi occhi brillavano sempre; più di quando ancora non lo conoscevi bene.
Vi eravate compresi, capiti e vi siete aiutati reciprocamente, anche se non ve ne siete mai accorti.
Naruto alzò lo sguardo, fissando con occhi larghi le iridi chiare della ragazza.
-Quindi, non farti demoralizzare per quello che pensano gli altri. Sii egoista per una volta e vivi la tua felicità. Hai fatto tanto per noi, e ti meriti più di qualunque altro di stare accanto a Sasuke.
La gola di Naruto si secco tanto da fargli male.
Essere egoista.
Era quello che gli aveva detto Tsunade, alla fatidica decisione se tenere il bambino oppure no.

-Se hai deciso questo…
Disse, avviandosi verso l’uscita, ma prima si fermò, voltando il capo, con la mano appoggiata allo stipite della porta.
Guardò il fragile corpo di Naruto, scosso da lievi sussulti, e dei piccoli singhiozzi mal trattenuti.
-Per una volta, essere egoisti, non guasta!
E detto questo uscì dalla casa.

-Lascia perdere gli altri, Naruto-kun.
Terminò, allungando una mano verso la guancia di Naruto, accarezzandola delicatamente.
-Vivi, perché la vita è una sola. Non sprecarla. E’ questo che lessi una volta, in un libro, ed è sempre stata la mia filosofia di vita. Adesso, desidero che la renda tua.
Il sorriso di Hinata era così dolce, che Naruto pensò di scoppiare a piangere in un momento o l’altro. Ma si trattenne, annuendo col nodo alla gola.
-Grazie, Hinata-chan.
-Figurati.
Ridacchiò la ragazza, ritirando la mano, arrossendo un poco e abbassando lo sguardo.
-Ti prego di non prendertela con Sakura, dopo questa domanda.
Borbottò, distogliendo lo sguardo e Naruto corrucciò le sopracciglia.
-Perché dovrei arrabbiarmi con Sakura-chan?
Domandò perplesso.
-Bhe! L’altra sera, presa dalla rabbia, immagino, ci ha detto che… insomma… aspettiunbambino!
Disse le ultime parole velocemente, mentre le guance si accendevano abbassando lo sguardo e il viso.
Naruto sussultò, incredulo e il fiato gli mancò in gola a quelle parole.

Sasuke afferrò la maniglia della porta di casa e la spinse verso il basso.
Sospirò, e si concentrò sull’interno della casa, cercando di percepire se Hinata era ancora lì.
Aveva fatto bene ad andarsene, lasciando Naruto respirare.
Stranamente era riuscito a capire che Hinata avrebbe aiutato il biondo, ma questo, in un modo o nell’altro, gli dava fastidio.
Voleva essere lui la persona che lo avrebbe sostenuto, e invece non faceva altro che far soffrire il ragazzo.
Posò la busta della spesa sul tavolo e poi si fermò, sentendo la risata spensierata di Naruto, nel giardino della villa.
Si voltò, verso la finestra, guardando i due giovani che sorridevano, fissando il cielo.
Piegò il capo di lato, nello stesso momento in cui gli angoli delle labbra s’incurvarono verso l’alto in un serafico sorriso, alla vista del volto rilassato di Naruto.

-… come vorresti che nascesse?
Chiese la ragazza e Naruto la fissò, per poi concentrare il suo sguardo sul ventre gonfio, coperto dalla tuta larga.
Sorrise, appoggiando una mano sulla pancia.
-Non ci ho mai pensato, sinceramente. Però non mi importa tanto il sesso.
Poi il biondo si voltò verso di lei, con espressione curiosa.
-Tu, invece?
Hinata sorrise, imitando il biondo e toccandosi la pancia.
-Io vorrei che fosse una bella femminuccia. Ma so che Kiba vorrebbe un maschio da poter portare in giro e allenarlo.
Naruto ridacchiò, annuendo.
-Penso anch’io che Sasuke preferirebbe un maschio. Te lo immagini alla mercé di una ragazza?!
Disse Naruto, immaginandosi Sasuke con in braccio la loro bambina, e un’espressione di puro terrore in volto.
Rise, e alla sua risata si unì anche la dolce ragazza.
-Il grande Sasuke Uchiha spaventato da una neonata.
Borbottò divertito Naruto, asciugandosi la lacrima all’angolo dell’occhio sinistro.
-Umh.
Mormorò cupo il moro dietro di loro, facendolo sobbalzare e voltare di scatto.
Il moro fissava Naruto serio, ma con gli occhi che brillavano di felicità, appoggiato alla portafinestra con una spalla e le braccia incrociate al petto.
Il biondo smise di ridere, sbiancando e guardò Sasuke con occhi larghi.
Hinata arrossì, imbarazzata e si alzò goffamente, tenendo il capo basso.
-Vai di già?
Disse Naruto dispiaciuto.
La ragazza annuì.
-Devo preparare la cena. Mi ha fatto piacere parlare con te, Naruto kun.
Borbottò, fissando il ragazzo che le sorrise.
-Quando vuoi venire, la porta è aperta.
Le assicurò, alzandosi.
Fece per accompagnarla, ma la ragazza negò col capo.
-Non preoccuparti, conosco la strada. Allora, a presto Naruto-kun… Uchiha-kun.
Salutò e sparì.
Dopo che sentirono i passi di Hinata e la porta chiusa, i due ragazzi si guardarono negli occhi.
-Paura di una neonata, umh?
Naruto ridacchiò isterico, sedendosi di nuovo.

Non sapevano com’erano finiti abbracciati in giardino, ma entrambi si rilassarono guardando il tramonto che scendeva su Konoha, avvolti una piccola coperta.
Sasuke aveva appoggiato la schiena al muro esterno, sopra alla veranda e accoglieva il corpo di Naruto tra le sue gambe divaricate e piegate.
Il biondo aveva appoggiato la testa sulla spalla di Sasuke, e si era addormentato con il viso verso quello di Sasuke, nascosto nel collo del più grande e, ogni volta che Naruto respirava, dei brividi si facevano largo sulla pelle di Sasuke a sentire il fiato caldo sull’epidermide.
Il moro chiuse gli occhi, stringendo la presa sul pancione di Naruto e fece sprofondare il viso nei capelli di Naruto, baciandogli il capo.
Si rilassò in quell’abbraccio che sapeva di loro, ma con un ringhio alzò il viso di scatto, fissando Tsunade nel giardino di casa loro.
-Uchiha.
Disse la donna, con sguardo cupo puntato nelle sue iridi scure.
La prese su Naruto aumentò ancora di più.
La donna fece un passo avanti, fissando per pochi secondi la figura di Naruto e poi ritornò a fissare il ragazzo.
-Abbiamo un problema.
Il fiato di Sasuke si spezzò.
-… il consiglio sa del bambino e hanno indetto un’incontro per domani.
S’irrigidì a quelle parole, fissando sconcertato la donna.
-Come…
Sussurrò, non riuscendo ad andare oltre.
Tsunade spostò lo sguardo al suolo, stringendo i pugni.
-Non lo so. Ero venuta a dirlo a Naruto, ma forse è meglio lasciarlo dormire.
Biascicò tristemente e arrabbiata, sentendosi imponente davanti a quel vecchio consiglio.
-Non so cosa decideranno…
Parlò ancora, alzando lo sguardo deciso sui ragazzi.
-Ma qualsiasi decisione prenderanno… starò dalla tua parte, se servirà a proteggerli.

Si appoggiò con la schiena nuda contro il muro della doccia prendendosi la testa tra le mani, mentre l’acqua gli picchiettava le spalle e il capo, appiattendo i capelli neri sul viso.
Respirò a fondo, stringendo i capelli bagnati nelle dita e digrignò i denti rabbioso, lasciandosi cadere al suolo.
Ogni volta, ogni santissima volta che era tanto così dall’afferrare la pace, questa gli veniva strappata via con forza, lasciandolo con l’amaro in bocca.
Adesso come avrebbe potuto dire a Naruto del consiglio, come avrebbe avuto il coraggio di guardare ancora quelle iridi chiare spegnersi per il terrore e il dolore. Per la tristezza e la solitudine.
Un lamento gli uscì dalle labbra, nello stesso momento in cui si portò le gambe al petto, appoggiando la fronte alle ginocchia, tremando leggermente per il freddo e per i singhiozzi muti che gli provocavano un doloroso peso alla gola.
Non lo sopporto. È insopportabile tutto questo dolore.


************+

Ho mal di testa.
Sob... con sto terremoto non riesco a dormire in santa pace. Mio padre, per ogni piccola vibrazione (mi sa che si sveglia con le puzzette che fa, e trema il letto), si mette ad urlare e mi scaglia giù dal letto mezza intontita. Uffiiiii... Oggi mi sono anche addormentata a lavoro, che figura! -.-
Ah, bando alle ciance. Chi di vuoi vuole prendermi a pugni?! lo so! lo so! mi state odiando in questo momento, e non posso che darvi ragione. Mi odio anch'io. Plic.
Però, per farmi perdonare, ho fatto un'altro bel disegnino ^_______^


   
 
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