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Autore: phoenix_esmeralda    05/06/2012    4 recensioni
"È brava a manipolarti. È furba. Il vero problema, con la Bestia, non è il fatto che menta – sarebbe scontato. Lei mescola le bugie alla verità. Prende parti del tuo cuore e le amalgama con la menzogna e tu non sai più chi sei davvero, dove finisci tu, dove inizia la Bestia e quanto delle sue azioni siano in realtà le tue. La Bestia fa impazzire Kyra."
SECONDA CLASSIFICATA al contest "Keep calm and make cry or smile" di Khika Liz.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, questa fic ha partecipato al contest "Keep calm and make me cry (or smile) di Khika Liz aggiudicandosi il secondo posto!
L'indicazione era di inserire nella storia la frase: "È bravo a manipolarti. È furbo. Il vero problema, con xxxx , non è il fatto che menta – sarebbe scontato. Lui mescola le bugie alla verità"...  E detto questo... vi auguro Buona Lettura!!!

 "".."".




.1. - Bestia in gabbia

 

 La gabbia è di fronte a lei, solida e massiccia, di metallo infiammato e rovente. Nessuno può avvicinarvisi, se non chi è in grado di governarne la materia.
Kyra può.
Chi ha rinchiuso la Bestia dietro quelle sbarre, le ha incendiate solo dopo averle serrate. Da allora vengono raffreddate e aperte una volta al giorno dal costruttore della gabbia, perché la Bestia, sedata e incosciente, possa essere condotta in catene dalla sovrana.
Kyra avanza di un altro passo e il calore delle sbarre le accarezza il volto. Lei non ha bisogno di smorzare la temperatura, per entrare nella gabbia. Le basta uno sfiorare delle dita e le sbarre si dilateranno, per poi richiudersi al suo passaggio. Se la Bestia provasse a passare per quello stesso pertugio in cerca di una fuga, finirebbe incenerita.
Kyra scruta fra le stanghe arroventate, cercando di delineare i contorni del prigioniero. Non ha mai visto la Bestia prima d’ora, nella sua mente essa è sempre stata un nome, un’immagine sfocata eppure terribile, a cui si associano stragi, violenze, crudeltà, orrori.
Da anni essa terrorizza il territorio, è l’incubo quotidiano in cui vive ogni abitante della Contea di Sognante.  Kyra ha diciannove anni e da che ha memoria la Bestia è sempre esistita nelle sue paure. Era lo spauracchio, la minaccia, il terrore delle notti più buie.  Lo era e lo è stato per ciascuno di loro, nel corso degli anni.
E poi... la Bestia è stata catturata. Un’imboscata preparata accuratamente e guidata da giovani sagaci e coraggiosi, ha dato finalmente i suoi frutti. La gabbia in cui rinchiuderla era pronta da anni, in attesa spasmodica dell’inquilino per cui era stata costruita. Una gabbia di metallo rovente che non può nuocere a chi vi si trova all’interno, ma che impedisce al prigioniero di tentare in alcun modo la fuga.
È stata posta al centro del salone principale del palazzo, perché chiunque possa vedere che la Bestia è stata rinchiusa, che la giustizia ha trionfato e che il pericolo è stato vinto. Ma Kyra sa che nessuno si azzarda mai ad avvicinarsi alla gabbia. Fanno paura le sbarre di metallo arroventato e soprattutto fa paura lei.  Nessuno ha un coraggio sufficiente da desiderare di incontrare lo sguardo della Bestia. Dicono sia orribile.  Chi l’ha subito non ha mai scordato il suo ghigno crudele, le fiamme arancioni negli occhi. Kyra ha sentito racconti diretti e racconti riportati. Ne ha sentiti a centinaia, come ogni abitante della Contea di Sognante. E come loro, ha timore della Bestia.
Lei però non può disobbedire a un comando della sovrana, all’incarico per cui l’ha prescelta.
La Bestia ha smesso di mangiare. Da quando è stata rinchiusa in gabbia, ha rifiutato quotidianamente il cibo e sta diventando sempre più debole. Ogni volta che la riconducono priva di coscienza nella sua prigione le lasciano cibo e acqua, ma il giorno dopo, quando vengono per riportarla fuori, il cibo è ancora intatto. Hanno provato ad alimentarla a forza, quando si trova incatenata nelle stanze della sovrana, ma essa si rifiuta e non sono riusciti in alcun modo a costringerla. La nostra sovrana, Alinda Soresa, non ha intenzione di farla morire. Non ne conosco il motivo e nessuno sa cosa accada nelle sue stanze, in quelle due ore al giorno in cui si fa condurre la Bestia in catene.  A palazzo girano voci secondo le quali, la sovrana si diverte a stuzzicarla e tormentarla. Conoscendola è probabile, ma Kyra dubita che la sovrana non nasconda un altro fine. Pensa piuttosto che Alinda voglia qualcosa dalla Bestia, qualcosa che non potrebbe ottenere se questa morisse.
Così ha incaricato lei, Kyra, che è così speciale, di risolvere la situazione. Lei che può entrare nella gabbia senza spegnerla e senza rischiare che la Bestia scappi.
Il suo compito è di non lasciarla morire, un incarico alquanto singolare. Singolare e terrorizzante.
Kyra avvicina ulteriormente il volto alla gabbia e due sbarre si arcuano leggermente, permettendole di guardare meglio all’interno.
Ora la vede. Trae un respiro profondo e permette ai suoi occhi di delineare i contorni della Bestia. Trasale, quando si accorge di quanto appaia giovane. Non è sicura dell’età che abbia, ma in quel momento ha l’aspetto di un giovane di non più di venticinque anni.
È seduto lateralmente, con la schiena contro alla sbarre e la testa china in avanti. Capelli color bronzo gli ricadono davanti al viso, coprendo gli occhi. Dal respiro lento, Kyra immagina che stia dormendo.
Fa un passo avanti e le sbarre si aprono davanti a lei.  Entra nella gabbia senza rovesciare il contenuto del vassoio che tiene in mano: il cibo che la Bestia dovrebbe mangiare.
Appena i piedi poggiano all’interno della prigione, la gabbia si richiude alle sue spalle, lasciandola testa a testa con il mostro dei suoi peggiori incubi.
Solo che non appare affatto terribile come la leggenda lo vorrebbe. Forse è perché sta dormendo, forse è per le catene che gli stringono polsi e caviglie concedendogli movimenti limitati, forse è perché finché non alza lo sguardo, non può mostrarle il vero volto della Bestia.
Fatto sta che non le sembra altri che un giovane innocuo e inerme. E attraente, persino. Ha la pelle abbronzata di chi incontra spesso il sole, una muscolatura asciutta evidenziata dagli abiti laceri e una figura globalmente armoniosa.
Kyra per un istante teme l’errore. Immagina di correre dalla sovrana e indurla a cercare altrove, perché i suoi uomini hanno sbagliato obiettivo.
Ma non fa in tempo a porre in atto nessuno dei suoi propositi, perché il respiro della Bestia muta, il suo corpo ha un fremito di consapevolezza e il viso si solleva a scrutarla. I capelli bronzei scivolano via dalla faccia, mostrando alla sua vista un volto acuto, intelligente, ben proporzionato. Un bel viso, pari al resto del suo corpo. Ma provvisto di un paio d’occhi raggelante. Occhi verdi, profondi, nei quali si muovono fiamme arancioni spaventose.
Kyra, senza rendersene conto, fa un passo indietro. Mentre il cuore le esplode nel petto, si rende conto della definitiva identità dell’essere che si trova di fronte a lei. È la Bestia, senza alcun dubbio.
Deve aspettare un istante, prima di recuperare la lucidità necessaria a prendere una decisione. Sa di non essere in pericolo, la Bestia è bloccata da catene pesanti che le impediscono la maggior parte dei movimenti. È stanca e debole per la fame. Dunque Kyra è padrona della situazione, benché il nervosismo possa farle irrigidire il corpo di tensione.
La Bestia la osserva in silenzio, con apparente disinteresse, poi appoggia la nuca alle sbarre e volta il viso di lato, come se la sua presenza fosse del tutto irrilevante.
Kyra, che si era aspettata un’aggressione di qualche tipo, non può fare a meno di scrutarla incuriosita. Riesce a percepire la sua stanchezza che, lentamente, sta sfumando in rassegnazione. Forse è la prima volta che la Bestia non vede una via d’uscita. Forse, come ogni animale prossimo alla morte, sta semplicemente aspettando la fine.
Kyra appoggia a terra il vassoio con il cibo, attenta a non avvicinarsi più di quel tratto coperto dalle catene. Sul pavimento c’è già un altro piatto ancora colmo, è una settimana che la Bestia non mangia e nulla finora l’ha indotta ad alimentarsi. Kyra non comprende perché Alinda le abbia dato quell’ incarico impossibile.
Con un sospiro siede a terra, esattamente di fronte alla Bestia. Chissà se qualcuno le ha mai domandato cosa le piacerebbe mangiare. Magari il cibo degli uomini le fa schifo. Magari lei si alimenta di tutt’altro. Carne umana, per dirne una. Kyra ha saputo che tre dei baldi giovani designati alla sua cattura, hanno perso la vita nella spedizione. Se non l’avessero imprigionata, forse li avrebbe mangiati.
- “Non ti piace il nostro cibo?” – chiede ad alta voce, per fare un tentativo – “È questo il problema? Vorresti qualcos’altro?”
La sua domanda suscita una reazione di costernazione. La Bestia le rivolge un’occhiata sbigottita che la fa sentire stupida.
Probabilmente il problema non è quello. Anzi, ancora più probabilmente il problema non sussiste. La Bestia vuole morire, punto e basta. Non tollera la cattività, come qualunque animale vissuto in selvaggia libertà. Il fatto che abbia sembianze umane non  rimarca alcuna differenza.
È stupido che Kyra sia costretta a rimanere lì dentro, come se la sua presenza potesse indurre la Bestia a trasformare la sua prospettiva di vita. Anche se è un mostro, la Bestia ha dato prova nel corso degli anni di un’intelligenza acuta, che le ha permesso di sopravvivere scampando per un tempo molto lungo a un destino atroce. Ora sa che non le restano altro che prigionia, umiliazioni e tormenti. È più che naturale il suo tentativo di affidarsi a una sorte differente.
Kyra si alza e abbandona la gabbia così come vi era entrata. Sente lo sguardo della Bestia su di sé, mentre le sbarre si deformano al suo passaggio. Capisce che la novità l’ha colpita, ma non a sufficienza da destare in lei un vero interesse. Quando si volta a controllare fra le sbarre, la Bestia è tornata a fissare indifferente il vuoto.
Non ha senso il compito che le è stato affidato. Kyra deve parlarne con Alinda Soresa.





 

  
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