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Autore: Roxette    23/12/2006    1 recensioni
Roxette, una ragazza normale di 14 anni, sta per ritrovare contatto con il mondo della musica grazie ad una band in particolare..
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 2: Guys

-Bhè, piacere di aver fatto la vostra conoscenza..- bofonchiò in un tono che ricordava di tutto fuorché il rispetto, mentre stringeva con la destra la mano del tipo occhialuto che sembrava essere un’autorità la dentro.

Latte intanto era dietro di lei.

Roxette si era però dimenticata del piccolo problemino che aveva avuto l’ora prima con la maniglia della porta della sala grande.

Una volta allontanata la mano da quella dell’altro, infatti, un filo gommoso e rosso si allungò dalla mano del ragazzo a quella sua.

-Oh.. caspita.. problemi che accadono..- farfugliò ancora uscendo con il cane dalla stanza e chiudendo la porta.

Rimase un secondo a guardare gli strumenti ancora posizionati sul piccolo palco e poi si allontanò con Latte che riprese l’aspetto da cucciola giocherellona.

Ma prima di uscire da lì, si diresse in bagno per levarsi quello schifo dalla mano.

-Sono le 5 di mattina.. e tutto è opprimente come sempre..- disse cantando Cody con i capelli biondi sparati in su per il gel. Le braccia incrociate dietro la nuca mentre fischiava al cielo ancora buio. Le strade poco frequentate. Alla schiena aveva nella custodia che portava a tracolla, la fedelissima chitarra elettrica. Intanto, di fianco a lui, Zack con i capelli soliti neri colorati lievemente di rosso fuoco scuro, portava il suo basso alla stessa maniera dell’amico alla sua destra. In bocca, una sigaretta usata fino a metà.

Leah, gli prese dalle labbra la cicca con due dita e se la portò alla bocca aspirando una boccata di fumo.

-"L".. quella ragazza, la conosci per caso?- chiese Cody aggirando Zack per arrivare all’altro fianco dell’amica dai capelli lunghi e neri colorati un poco di blu.

-No.. l’ho solo aiutata, tutto qua.- sospirò ripassando la sigaretta all’altro.

-è appunto questa la stranezza della faccenda..- ridacchiò Zack riprendendo tra le labbra la sigaretta.

Leah sbuffò spazientita.

-Mi sembrava una tipa strana.. Un peccato se fosse finita con le ossa rotte per colpa di quelli di Owen. Sono nostri rivali e non credo avesse nulla a che fare con loro..- disse mettendosi le mani nelle tasche laterali della giacca blu scura. Era un modello che ricordava una vestaglia dato che si legava in vita.

-Dici? Come fai ad esserne sicura?- domandò Cody con lo sguardo dubbioso sul volto della ragazza.

-Ho fatto due più due, semplice..- fece un ghigno: -Jackaccio degli Owen, aveva la mano fasciata e Latte, il cane di quella ragazza, aveva il muso sporco di sangue.. Dal caratterino di quelle due, si direbbe che abbiano esagerato un po’ troppo e che sia finita con un inseguimento fino a qui dal loro quartiere.- finì di parlare Leah.

-Wow, man.. che corsa avranno fatto!- esclamò Cody facendo un fischio al blu della notte e le stelle: -Non vi sembra poi strano che una ragazza della sua età vada in giro per la città a certe ore?- chiese poi riflettendo sulla cosa.

-Avrà sui 15.. 14 anni circa..- bofonchiò Zack soprapensiero.

-Sì.. avrà all’incirca quell’età..- disse poi la ragazza sospirando e cercando qualcosa in tasca con insistenza, fece una sonora esclamazione di delusione non trovando ciò che cercava.

-Che hai Leah?- chiese Zack incuriosito richiamando l’attenzione anche di Cody.

La ragazza sbuffò e ringhiò a vuoto: -Maledizione! Le mie cuffie nuove!!-

-Drew..- disse con un tono tra il sussurrato e il normale un uomo con un paio di occhiali da vista calcati sul naso. I capelli neri e corti gli davano un’aria più professionale di quello che già non era.

-Tyler..- disse nello stesso tono un ragazzo dagli occhi neri ed i capelli lunghi legati con una cornicina di pelle nera. Si stavano guardando con sfida, uno di fronte all’altro.

Poi, Drew prese in mano un pedone e fece scacco matto lasciando di stucco l’altro.

-NO! Ma come diavolo ci riesci?! Me lo vuoi spiegare??- sbraitò l’uomo più grande, con gli occhiali.

Il ragazzo si alzò dalla sedia sulla quale era seduto per giocare a scacchi con l’altro, prese la giacca di pelle pesante e con il pelo sul collo. Prese i guanti attaccati ad un chiodo lì vicino.

-Zio, oggi non è andata affatto bene.. vero?- finì la frase voltandosi verso il suo interlocutore. Lo sguardo indagatore.

Tyler lo osservò per un poco dalla sua postazione da seduto. Prese i suoi occhiali e se li levò dal viso, strofinandosi poi gli occhi con la sinistra.

Fece un segno negativo con la testa.

-Lo immaginavo..- rimise apposto un pezzo della batteria che era in bilico sugli altri nel camerino.

-Sai..- iniziò a parlare Tyler esaminando la montatura nera degli occhiali: -.. questo pomeriggio tuo padre ha telefonato per sapere come stavi..- il tono un poco incerto, strano per un vocalista del suo calibro.

Drew non si voltò e non disse nulla in direzione di suo zio. Il fratello di sua madre.

Afferrò di fretta la chitarra, senza custodia, posata nell’armadio lì di fianco e posò la destra sulla maniglia della porta.

-Io..- sospirò ed aprì la porta dopo un lungo respiro: -No, nulla.. A più tardi!- urlò poi dopo essersi messo a correre nella città ancora buio.

La porta si chiuse con un gran tonfo.

Tyler rovistò nella giacca che aveva appeso sullo schienale della sua sedia e vi prese un pacchetto di sigarette con un accendino verde con su il disegno di Soryu, una divinità giapponese.

Richiuse l’accendino e se lo mise in tasca con le altre sigarette.

Distrattamente, posizionò gli scacchi ordinatamente sulla scacchiera davanti a se sul tavolino in plastica, poi rinunciò e si portò una mano al viso premendo pollice e indice sugli occhi.

Era stravolto.

Dopo mesi di continuo litigio tra il nipote e quello stupido di suo cognato, si era determinato a farli riappacificare in qualche maniera.

Ne andava anche della sua salute, diamine!

Portò distrattamente lo sguardo al suo palmo destro e sbuffò una nuvola di fumo.

La gomma da masticare era un poco rimasta.

"Ma che cazzo! La fanno con l’attak sta roba?!" pensò stizzito strofinando il palmo sul tavolino. "Quella dannata mocciosa!"

Roxette starnutì ampiamente, prese un fazzoletto di carta e si soffiò frettolosamente il naso. Aveva ancora un poco di sangue che colava, ma roba da niente.

-Latte..- chiamò lei, di fianco ad una piccola fontana in una piazzola, stranamente deserta.

La fontana era rotonda con in centro un grande pesce a U che sputava acqua dalla bocca grande. Pareva una trota o simile..

Portò, sotto il getto d’acqua, il fazzoletto già bagnato per il ghiaccio, che oramai si era sciolto, e sporco di sangue. Tentò in qualche maniera di pulirlo, ma non ci riuscì.

Poco male, doveva solo bagnarlo con acqua fredda e basta.

-Latte..- richiamò la cucciola di Labrador che già pareva avere minimo 3 anni, mentre invece aveva solo 7 mesi. Era ancora in piena fase di addestramento, succedeva che non le obbediva affatto a volte.

Vide che il cane continuava ad allontanarsi un poco. Ogni volta che veniva richiamata si voltava e faceva qualche metro verso la padrona, ma poi, prontamente tornava vicino ad un vicolo con le orecchie alzate ad ascoltare chissà che.

Roxette piegò il fazzoletto bagnato e se lo mise sul naso. Ora almeno non faceva molto male.

Le si avvicinò un poco e la richiamò.

-Latte! Vieni qua!-

Niente, era troppo interessata da altro, sembrava.

La raggiunse e portò lo sguardo nella direzione segnata dal cane.

Vide un ragazzo con una chitarra, poco lontano da lì, 10 metri circa. Per quella strada, poco più avanti a Roxette, iniziava un ponticello che serviva per il passaggio dei pedoni da una parte all’altra della grande strada sottostante che, come sempre, era troppo trafficata per rischiare di oltrepassarla sulle strisce, meglio per quel ponte.

Poggiava il piede sulla rete che impediva di cader giù da lì per tener meglio la chitarra sul ginocchio, dato che non aveva la tracolla.

Lo sguardo fisso davanti a se, in un punto della città che solo lui pareva vedere.

Alla mano aveva un plettro in legno colorato di nero, come la chitarra che aveva l’aria molto usata. Portò una mano al manico mentre la destra si posizionava con il plettro davanti alla buca della cassa.

Portò le dita sulle corde della tastiera e mosse leggermente il triangolino di legno nero sulle stesse corde alla buca della chitarra.

Delle note decise si innalzarono nell’aria e nel vento che intanto si era un poco alzato.

Lì, con i jeans chiari e consumati come le scarpe. La giacca di pelle nera con qualche strappo e un poco scolorita in qualche punto. La pelle scura per il troppo sole.. I capelli un poco lunghi, slegati ora dalla cornicina nera, svolazzavano a ogni folata. Lo sguardo scuro perso in chissà quale pensiero. E la musica che suonava e che si sollevava e si muoveva ad ogni sferzata di vento.

Pareva quasi un chitarrista consumato per il lungo e troppo suonare, anche se aveva solo 17 anni.

Poi, la musica finì, interrotta dall’abbaiare di Latte che aveva notato un gatto in un cassonetto lì vicino. Drew fermò la musica e portò lo sguardo interrogativo in direzione del rumore.

Roxette, non volendo essere scoperta, e pensando di guastare quel suo momento di tranquillità, si nascose. Avrebbe probabilmente pensato che un randagio avesse trovato un gatto e basta.

Non che questo cane aveva una padrona che lo stava spiando in un momento che sembrava molto importante per lui, in cui magari voleva rimaner solo.

Prese Latte che si era allontanata da lì. Il gatto le era scappato su un muretto.

Attaccò il guinzaglio al Labrador bianco con il pelo un poco lungo e se la trascinò via.

*******************************

-Ti devo insegnare per bene, eh!- si arrabbiò un poco Roxette portando le braccia incrociate dietro la nuca tipo cuscino. Era sdraiata su un pile extra colorato steso sul pavimento e rimproverava il cane per la cattiva condotte di quella turbolenta nottata.

Di fianco a lei era accucciata Latte che si era acciambellata e dormiva tranquilla. La sveglia a forma di mappamondo segnava le 6: 43 di mattina.

La ragazza sbuffò e portò lo sguardo al soffitto.

-Tu..- sussurrò guardando il poster gigante che vi era attaccato. L’aveva appiccicato lei con una scala il giorno stesso in cui si era trasferita in quell’appartamento.

Raffigurava una band giovane, ma l’anno a fianco segnava: "2003".

-Ora.. chissà che fine avrai fatto..- sussurrò un poco assonnata.

Di fianco al poster vi era attaccata anche una grande scritta adesiva e fosforescente: "Seven Silvers" con un’unica e grande "S" per entrambe le parole.

Roxette si addormentò profondamente, non badando al piccolo dettaglio, cioè il lavoro che l’attendeva, visto che era lunedì mattina..

-Che dici?..- chiese incerto Cody guardando un gilet pieno di colori con addirittura tinte mai viste.

-Dico che sembreresti un clown americano fesso..- al ridacchiare dell’altro, Zack aggiunse:-.. il che sarebbe perfetto, visto che la tua musica fa ridere..- e bevette un altro sorso di caffè caldo.

Erano le 8 di mattina e, dopo qualche ora di sonno, si radunavano tutti per le prove a casa di Tyler che aveva un gran garage in cui ci stava tutto e l’acustica era abbastanza soddisfacente.

-Zitto stronzo e pensa ai tuoi di regali..- rise Cody indicando un paio di orecchie nere su un cerchietto dello stesso colore.

Zack si stizzì e gli diede un pugno al mento.

-Oh well!! Do want to take her!?- sbraitò il biondo raggomitolandosi la camicia bianca fino al gomito nell’intento di prenderlo a pungi sul serio.

Zack non si scomodò nemmeno e continuò a sorseggiare il caffè, l’unica cosa che lo teneva momentaneamente sveglio a quelle ore.

Leah infatti intervenne colpendo la nuca di Cody con l’elenco telefonico che aveva sottomano.

-Finitela.. Siete qui per suonare, non per suonarvele!- sbraitò.

-Ah, ha fatto la battuta la ragazza..- ridacchiò il biondo attorcigliandole un braccio intorno al collo e dandole dei colpetti con il pugno sulla testa.

-Lasciala stare Cody..- lo richiamò l’altro fulminandolo con lo sguardo.

La ragazza intanto si era liberata sgusciando fuori dalla stretta del ragazzo.

-Basta ora! Siamo anche troppo indietro con le prove! Americano demente!- lo ammonì Leah colpendolo di nuovo sulla testa con l’elenco telefonico, stavolta l’altro non reagì, ma si sistemò solo i capelli ingellati.

-Siamo accorto di idee per nuove canzoni.. cominciamo a diventare noiosi con i nostri: "soliti pezzi".. La gente è stufa dei nostri "soliti pezzi"! Cazzo, non suoniamo che quelli e basta..- alzò la voce lamentandosi la ragazza rimettendo l’elenco telefonico sul tavolino di plastica.

- Oh, men.. In effetti hai ragione sì.. però non è facile!- reagì Cody risedendosi al suo posto e imbracciando la sua chitarra elettrica che aveva appoggiato lì vicino.

Suonò qualche nota che poi diventò una versione rock di "que sarà, sarà" canticchiandola, poi si voltò con un ghigno divertito verso Leah e Zack.

-Che ne dite?-

-Che era la tua ultima frase sull’argomento..- disse la ragazza sbuffando e voltandosi verso il moro seduto vicino a lei.

-Leah.. sprechi fiato, finché non c’è Drew non si può far nulla..- sbuffò Zack bevendo l’ultimo sorso di caffè.

-Ehi, ragazzi..- Tyler richiamò la loro attenzione entrando nel garage a disposizione per le prove. In mano aveva un cordless nero.

-è inutile che aspettate.. A quanto pare, Drew non verrà oggi..- continuò a parlare Tyler portandosi una mano tra i capelli scuri sospirando a vuoto: -Si è di nuovo dimenticato del lavoro..-

-Aaaah..- seguì un sospiro generale. Se l’aspettavano un po’ tutti.

-Allora.. chi vuole andare in pasticceria?- propose Cody riponendo lo strumento nella custodia una volta staccato il cavo.

-Ho sentito che c’è né una nuova che ti fa mangiare anche la cioccolata calda con le crep!- accennò Leah pregustando la colazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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