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Autore: PeacEneri    06/06/2012    7 recensioni
Gia` io avevo bisogno di lui, piu` di qualsiasi altra cosa, perche` se lui fosse morto tutto sarebbe morto con lui, non sarei riuscito a vivere senza i suoi sguardi color cielo, senza il suo sorriso cosi` dolce, senza le sue labbra cosi` soffici, senza i suoi gesti che nascondevano tanta malizia.
E in quel momento realizzai.
Se Louis fosse morto io sarei morto.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pov. Harry.

Sabato sera- 23:00.

Ero in quella sala d’attesa con le lacrime che rigavano le mie guance da quando Louis era stato portato d’urgenza all’ospedale.
L’immagine di Louis prima dello svenimento era ancora fissa nella mia mente .
Le sue labbra che un momento prima erano curvate fino a formare un bellissimo sorriso un secondo dopo erano serrate quasi fossero state incollate, le sue guance che erano rosse per il calore nella stanza divennero bianche facendolo sembrare di porcellana.
I suoi occhi, i suoi bellissimi occhi color azzurro cielo si sgranarono per poi chiudersi di botto.
La scena di Louis che si accasciava a terra era presente a rallentatore nella mia testa come una lenta tortura che non voleva finire.
Le lacrime aumentarono portando con se i singhiozzi, le mani andarono a cercare i miei capelli, cominciai a stringerli con forza, sperando che il dolore fisico potesse in qualche modo alleggerire il peso che opprimeva il mio petto.
Lo stesso peso che si era instaurato dentro di me dopo l’ennesima litigata con Louis, sempre per colpa della sua “fidanzata”. Mi aveva sempre ripetuto che stava con lei, per noi, per la band, per non complicare le cose, ma non aveva capito che a me non interessava cosa pensava la gente non mi e` mai interessato io volevo poter stare con lui alla luce del giorno.

Sabato sera- 22:00.

Le mie iridi verdi si fusero con le sue color cielo, il mio sguardo era carico di dolore rabbia e frustrazione.
«Hazza che succede?» mi chiese Louis.
Lo avevo trascinato in camera senza una ragione, o meglio lui non ne era a conoscenza, ancora per poco.
L’immagine di loro che si baciavano era ancora vivida nella mia mente.
Gli occhi cominciarono a pizzicarmi, segno che da li a poco sarei scoppiato in un pianto senza fine, ma non volevo dimostrarmi debole, non con lui.
Cerco` di avvicinarsi ma io indietreggiai andando a sfiorare il letto che si trovava dietro di me.
«Perche`? Perche` continui a fare questo? » gli chiesi, la mia voce usci` come un sussurro ma lui lo senti` ugualmente.
Sapevo che lui aveva capito a cosa mi riferivo, lo lessi nei suoi occhi.
«Lo faccio per il nostro bene.» mi rispose, ma se la sua voce era ferma nei suoi occhi leggevo che quella risposta non convinceva neanche lui.
Un sorriso amaro spunto` sulle mie labbra.
«Per il nostro bene dici? Louis io sto soffrendo, questo non ti interessa?» gli chiesi, l’ennesima domanda, ma questa volta non sussurrai, il tono della mia voce era alto, stavamo cominciando l’ennesima litigata.
«Certo che mi interessa, ma non credi che soffriresti di piu` se la gente sapesse che noi siamo gay» domando`, ancora domande.
Sbuffai.
«A me non interessa di quello che pensa la gente, sarei disposto a lasciare tutto pur di stare con te.» gli urlai, ormai rosso in viso.
I suoi occhi vagarono per la stanza cercando qualcosa, cercando una via d’uscita da me e da tutti quei problemi.
«Ma io no.» mi rispose puntando i suoi occhi nei miei, le sue labbra erano serrate e la luce che caratterizzava i suoi occhi era sparita.
Quelle tre parole, quelle tre fottutissime parole mi mozzarono il fiato.
Le lacrime sgorgarono dai miei occhi come un fiume in piena, il mio corpo era scosso dai singhiozzi, ma lui rimaneva li fermo a guardarmi, non muoveva un muscolo, quasi fosse fatto di pietra.
«Ti odio.» gli urlai, le mie labbra si mossero meccanicamente, non avevo piu` controllo di me stesso, mi  sentivo ferito e deluso, volevo soltanto che lui capisse cosa provavo.
Dentro di lui qualcosa si ruppe, ma non seppi mai cosa.
Mi accasciai sul letto, continuando a singhiozzare, raggomitolandomi in posizione fetale.
Lui non era ancora pronto ad uscire allo scoperto, aveva paura del giudizio della gente, ma sapevo che mi amava, me lo aveva dimostrato troppe volte, anche se gli avevo detto il contrario anche io lo amavo, nonostante tutto, nonostante ogni giorno io soffrissi sempre di piu` il mio cuore gli apparteneva e gli sarebbe appartenuto per sempre.
Mi asciugai le lacrime, decisi di scendere dagli altri ragazzi.
Appena entrai nel salone vidi Louis sorridere, sorridere a Niall.
Il suo sorriso, quello sarebbe stato l’ultimo sorriso che avrei visto spuntare sulle sue labbra , ma non lo sapevo ancora.

Sabato sera- 23:10.

Mentre mi stavo perdendo nei miei pensieri un uomo con un camice bianco entro` nella stanza.
«Chi e` qui per Louis Tomlinson?»chiese.
Io e i ragazzi saltammo contemporaneamente dalle sedie facendo a gara a chi arrivasse prima dall’uomo.
Fu Liam a parlare per primo.
«Siamo noi.»disse alludendo a noi tre affianco a lui.
«Bene, cerchero` di essere il piu` breve e comprensibile possibile. » disse l’uomo di fronte a noi.
‘Ma cosa crede che siamo dei bambini?’ pensai ma poi non me ne curai piu` di tanto volevo sapere cosa fosse successo a Louis.
«Allora cos’ha Louis?» chiesi con una nota d’impazienza nella voce, vedendo che il dottore tardava a continuare.
«Il cuore delpaziente ha ceduto, ora e` tenuto in vita solo dalle macchine, ma se non gli troviamo un cuore nuovo al piu` presto morira`.» mi rispose l’uomo, dalla sua voce non traspariva nessuna emozione, molto probabilmente era abituato  certe cose.
Morira` .. Morira` .. Morira`.. Morira`.. queste erano le uniche parole che risuonavano nella mia testa.
Lentamente le lacrime che erano cessate, ricomparirono piu` abbondanti di prima.
Louis non poteva morire, la band aveva bisogno di lui, la sua famiglia aveva bisogno di lui, le fan avevano bisogno di lui, io avevo bisogno di lui.
Gia` io avevo bisogno di lui, piu` di qualsiasi altra cosa, perche` se lui fosse morto tutto sarebbe morto con lui, non sarei riuscito a vivere senza i suoi sguardi color cielo, senza il suo sorriso cosi` dolce, senza le sue labbra cosi` soffici, senza i suoi gesti che nascondevano tanta malizia.
E in quel momento realizzai.
Se Louis fosse morto io sarei morto.
Guardai il dottore.
«Gli donero` il mio cuore.» dissi puntando le mie iridi verdi in quelle color nocciola dell’uomo.
«Harry cosa NO!» urlarono i miei compagni.
«E` la cosa giusta da fare, me lo sento, non voglio che Louis muoia, non riuscirei a sopportarlo, cercate di capirmi, vi prego.» le ultime parole erano uscite come un sussurro.
Il silenzio che si era formati nei secondi seguenti fu interrotto da un singhiozzo dl biondo.
Non lo guardai, sapevo che se lo avessi fatto sarei crollato.
«Ne e` sicuro giovanotto?» la voce del dottore mi riporto` alla realta`.
Mi limitai ad annuire.
«Allora venga con me, dobbiamo fare degli esami per vedere se il suo cuore e` compatibile con quello del paziente.» mi disse avviandosi verso una stanzetta.
Lo seguii.

Sabato sera- 23:30.

Ero di nuovo nella sala d’attesa, questa volta, non disperandomi per Louis, ma per salutare i ragazzi.
Ero triste di lasciarli, ero triste di lasciare il mondo, ma ero felice, dentro di me ero felice, perche` avrei salvato la vita del mio migliore amico, del mio confidente, del mio unico vero amore.
In quel momento non servirono parole inutili, scesero tante lacrime, ci furono tanti abbracci.
Ero abbracciato a Liam.
«Dai questo a Louis quando si svegliera`.» gli dissi infilandogli un biglietto nella tasca posteriore dei pantaloni.
Ci staccammo e lui mi annui`.
«Dottore siamo pronti per l’operazione.» disse una donna, molto probabilmente l’infermiera di turno.
«Giovanotto e` pronto?» mi chiese l’uomo sempre con la sua voce senza emozioni, senza tono e i suoi occhi inespressivi.
«Solo una cosa, voglio vedere Louis per l’ultima volta.» dissi, volevo morire con il ricordo di Louis vivido nella mia mente.
«Certo, seguimi.» mi rispose la donna conducendomi in una stanza.
Mi lascio` entrare e mi chiuse la porta alle spalle.
La stanza era spoglia priva di qualsiasi arredamento, al centro c’era lui adagiato su un letto e ricoperto di fili.
Il peso che opprimeva il mio petto scomparve.
Grazie a me non sarebbe stato piu` cosi`, grazie a me sarebbe tornato a ridere e ad essere lo splendido ragazzo che tanto amavo.
Mi avvicinai piano a lui, quasi per paura di fare rumore.
Gli sfiorai il viso con due dita e lentamente posai le mie labbra sulle sue.
In quel bacio gli trasmisi tutto l’amore, la dolcezza e l’affetto che provavo per lui.
Una lacrima solitaria scivolo` lungo il mio viso.
«Addio amor mio.» gli sussurrai accarezzandolo un’ultima volta.
Uscii dalla stanza senza voltarmi con l’immagine di Louis ancora davanti ai miei occhi.

Pov. Louis.

Domenica mattina- 10:30.

Un raggio di sole entro` dalla finestra investendomi in pieno viso.
Sbattei un paio di volte le palpebre cercando di abituarmi alla luce.
Quando finalmente riusci` a mettere a fuoco mi guardai attorno.
Ero in una stanza spoglia  con una sola finestra da dove proveniva la luce, tutto era bianco.
‘Sono in ospedale.’ Pensai.
In quel momento mi accorsi che vicino la finestra c’era una donna che mi fissava.
«Perche` sono qui?»chiesi, la mia voce usci` incredibilmente roca, per un attimo pensai di non essere stato io a parlare.
La donna fece un salto.
«Oh si certo, sei qui perche` ieri notte il tuo cuore ha ceduto, abbiamo dovuto fare un trapianto di urgenza.» mi rispose, farfugliando le prime parole.
Quando stava per aggiungere qualcos’altro la porta si spalanco`.
Sulla soglia c’erano i miei tre amici.
‘Tre? Non dovrebbero essere quattro?’ mi domandai.
E in quel momento, una vocetta dentro di me mi disse che c’era qualcosa che non andava.
Quella vocetta stava crescendo sempre di piu`, fino ad urlare dentro di me.
«Louis ti sei svegliato!» mi disse l’irlandese.
Non lo ascoltai volevo sapere.
«Ragazzi dov’e` Harry?» chiesi.
Nessuno mi rispose, anzi a quella domanda tutti si pietrificarono.
‘Forse non vuole vedermi perche` e` ancora arrabbiato con me.’ Pensai.
Ma subito dopo scartai l’idea, non era da Harry quel comportamento.
«Ragazzi dov’e` Harry?» chiesi un’altra volta, sentivo le lacrime agli angoli degli occhi.
Liam si avvicino` e mi porse un foglietto.
«Credo sia meglio che tu legga questo.» mi disse.
Lo presi e tutti uscirono dalla camera lasciandomi solo.

Caro Louis,

mi dispiace che le ultime parole che tu mi abbia sentito dire sono state ‘Ti Odio’, spero che tu non lo abbia pensato nemmeno per un secondo, perche` la verita` e` che io ti amo.
Si Louis, io ti amo, te l’ho ripetuto tante volte, quasi facendoti perdere la pazienza e forse per te quelle parole ormai avranno perso significato.
Non rimpiango niente della mia vita, perche` la mia vita e` stata con te, abbiamo riso, abbiamo pianto, abbiamo scherzato, ci siamo amati, ci siamo coccolati, ci siamo posseduti.
L’unica cosa che mi manchera` e` che non potro` piu` vedere il tuo sorriso, il tuo splendido sorriso che tanto mi ha fatto innamorare.
Ma non credere che io me ne sia andato, no io saro` sempre con te, perche` ricordati Louis, il mio cuore ti e` appartenuto, ti appartiene e ti apparterra` per sempre.
Ti Amo Louis.
Tuo,

Harry.


L’inchiostro della penna sul foglio era sbiadito dalle lacrime, in precedenza da quelle di Harry e poi dalle mie.
Harry era morto.
Harry era morto per salvare me, per donarmi il suo cuore.
Ma un fievole sorriso appari` sulle mie labbra.
Harry non se ne era andato, Harry sarebbe stato sempre con me.




Angolo autrice:

Salve gente! Qui e` Irene che parla.
Questa e` la prima One-Shot che pubblico, spero che a qualcuno piaccia.
Certo la storia non e` delle piu originali, me ne rendo conto, ma l'ho scritta con il cuore.
Lasciatemi una recensione anche le critiche sono bene accette!
Much Love Irene xx
  
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