Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: BigEyes    06/06/2012    2 recensioni
Lei si voltò sconcertata e infastidita da quel suo modo di fare.
- Sono un figlio di Dio. Il mio compito è proteggere, non aggredire. Ho una specie di divisa che allontana i demoni. Il nome di Gesù è la mia arma. –
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'In The Name of Jesus.'
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La figura lucente ed evanescente toccò le loro mani, le rialzò, la Vita fermò le gambe e le braccia tremanti, il calore li avvolse, la colonna di Fuoco dello Spirito Santo le ricoprì. Le due avevano gli occhi chiusi, godevano di quella pace e di quella speranza: le lacrime di paura divennero lacrime di gioia, i brividi di freddo divennero brividi di un piacere celestiale.
 
Quando aprirono gli occhi la figura luminescente, come un fulmine ascese al cielo, facendo tremare i luogo, aprendo loro la porta che consentiva di entrare nell’altro girone, dicendo : - Non temete, siate forti e coraggiose!
 
Come due guerriere, incedono verso la porta, scendono velocemente le scale tenendosi dalla parete sudicia. Era una scala a chioccia, scivolosa: quali riti immondi compievano gli adepti per rendere infernale il loro luogo?
Le due camminavano l’una di fronte all’altra, stringendo i pugni, osservando il luogo con sguardo truce, ascoltando i gemiti delle ombre inchiodate alle pareti.
Come due candele nel buio della notte, illuminavano l’orrore. Il rumore del sangue che colava costantemente non le impauriva, ma anzi le incoraggiava a combattere. Lucia si fermò di scatto, facendo indietreggiare Ariel che si guardò intorno, volgendo gli occhi a destra e a sinistra prima di focalizzare due ombre statuarie di fronte a loro.
Le figure man mano che si avvicinavano alla loro luce assunsero contorni definiti. Vestiti di una tuta attillata di pelle lucida, con una cintura di cuoio nera ai fianchi, con un mantello nero di cui faceva parte un cappuccio che copriva il loro sguardo.
 
Le ragazze non mossero un muscolo, rimasero ferme, fissando il vuoto, mentre i due adepti giravano attorno come leoni ruggenti, osservandole dalla testa ai piedi. Poi si fermarono dietro di loro.
 
-          Chi abbiamo qui Baal ? – domandò il primo, dietro Lucia, togliendosi il cappuccio.
-          Sembrano due figlie di ..di – balbettava il secondo dietro Ariel, schioccando le dita per farsi venire in mente il nome dell’ Innominabile. 
-          Di Gesù Cristo? – domandò Lucia con voce austera.
-          Non dire più quel nome! – urlò il secondo.
 
Con la rabbia che le scorreva in corpo, tese i muscoli delle braccia, ma il tocco di Baal le fece venire la pelle d’oca. – non toccarmi sporco demone! – ordinò ritirando il braccio dalla sua mano.
-          Sei troppo tesa per i miei gusti biondina…Balam – disse rivolgendosi al collega – pensi che sia buona per un sacrificio?
-          Mmm…- Balam si accarezzava il mento, mentre indagava ogni centimetro di Lucia – penso proprio di si …ma prima dovremmo fare il rito – disse con un ghigno sinistro. Intanto Ariel stringeva i pugni e digrignava i denti.
-          Calmati cara, anche tu avrai le tue attenzioni… – disse Balam, avvicinandosi ad Ariel. Spostò i capelli scuri dal collo della ragazza e le sussurrò – non chiami il tuo signore?..
-          L’ultima parola sarà di Gesù Cristo..lo sapete benissimo – sorrise Ariel.
Il demone avvolse il collo della ragazza con il braccio, e stringendola le disse:
-          Provaci adesso! – le bisbigliò all’orecchio.
La ragazza infilzò le unghie nel braccio dell’adepto per liberarsi, ma invano. Sentiva che l’ossigeno rimasto ne polmoni stava scemando. Le lacrime rigavano silenziose il viso di Lucia.
- ti ordino – cominciò l’amica- di lasciarla andare..- con voce roca. Baal andò davanti al viso della ragazza e alzando un sopracciglio domandò:
- Tu cosa?
Gli occhi rossi del demone la sovrastavano, abbassò il volto chiudendo gli occhi, deglutì e scandendo le parole, esclamò:
-Ti lego nel nome di Gesù Cristo.
Il demone si sentì stretto in una morsa, la cassa toracica si stringeva ai polmoni, gli occhi gli si sbarrarono dal terrore. Un bruciore attraversava il suo corpo, cadde al suolo diritto come un chiodo.
Balam portò gli occhi al collega steso a terra, guardò Lucia a bocca aperta. Lasciò andare Ariel, che cadde in ginocchio. Accarezzandosi il collo arrossato, inspirava e espirava profondamente.
-          Non finirà qui! – esclamò l’adepto prima di mostrare il mantello e sparire nell’oscurità.
-          Tutto apposto? – domandò Lucia avvicinandosi all’amica con gli occhi lucidi.
-          Non ti avevo mai vista così – sorrise Ariel – sei stata grande – concluse drizzando la schiena, alzandosi, aiutata dall’amica.
-          Non è merito mio, tu mi conosci..- disse Lucia, portando un ciuffo dorato dietro l’orecchio
         - sono timida e insicura, solo il miracolo dello Spirito Santo poteva fare una cosa del genere.-
 
Ariel la abbracciò. Quell’abbraccio infuse coraggio ad entrambe, le quali si voltarono verso il passaggio buio di fronte a loro e continuarono mano per la mano, come avevano iniziato.
 
Heliu era in una cella, a petto nudo, segnato dalle percosse e dalle torture degli adepti. Le catene erano attaccate al tetto basso e stringevano i polsi gonfi del ragazzo che, in ginocchio, dondolava la testa con lo sguardo perso nel vuoto, assente, ripetendo – cosa ho fatto?...cosa ho fatto? …ero …ero un principe…ora sono uno schiavo…uno schiavo.-
I crampi alle spalle e alle braccia erano diventati una routine, tanto che il ragazzo pensava di non aver  più il dolore. Il collo era nella stessa posizione da giorni.
 
Quella notte, però, era diversa dalle altre. Pensò “ forse…forse è meglio essere schiavi del Bene…servo del Bene”
Pianse in silenzio.
Una luce gli si avvicinò.
Heliu socchiuse gli occhi: era una luce troppo forte. Una figura di donna evanescente dai lunghi capelli dorati con una veste bianca, sfiorava il suolo, fino ad arrivare a lui.
- Sei un angelo? Venuto a salvarmi?- disse tossendo un paio di volte.
Intanto la luce si avvicinava sempre più, tanto che il ragazzo poté intravedere il volto di Lucia, che con una lacrima sulla guancia, passava attraverso le sbarre.
 
Heliu era rapito dalla sua bellezza. Il cuore ricominciò a scaldarsi, quando la ragazza lo abbracciò singhiozzando, i suoi occhi si riempirono di lacrime e strofinò la testa sulle sue spalle.
Lucia lo guardò con occhi amorevoli, sorridendo. Lui era senza parole, la bocca gli si socchiuse cercando di emettere qualche suono, ma inutilmente.
 
 Ma quando la ragazza,dopo aver accarezzato il volto dello schiavo, stava per dargli un bacio e lui aveva chiuso gli occhi, una forza scaraventò Lucia contro il muro, facendole sbattere la testa contro un masso.
Heliu, con gli occhi sbarrati vedendo la scena, sentì che il cuore mancò qualche battito.
  
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