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Autore: Yuki Delleran    26/12/2006    8 recensioni
Basta un semplice gesto per trasformare la nostalgia in un sentimento struggente per la propria terra d'origine, ma non è possibile tornare indietro nel tempo quindi non rimane altro da fare che rifugiarsi nei sogni. Davanti ad una nuova, inaspettata separazione come reagirà Yugi? E se la soluzione fosse davvero nelle mani di Seto Kaiba?
(Seguito di "L'altra metà dell'anima" ma più o meno leggibile autonomamente)
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dark/Yami Yuugi, Seto Kaiba, Yuugi Mouto
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Dream of the past 3 Disclaimer: tutti i personaggi appartengono a © Kazuki Takahashi
La canzone "Gocce di memoria" è di © Giorgia
DREAM OF THE PAST

di Yuki Delleran


Terza parte

“Sono gocce di memoria
Queste lacrime nuove
Siamo anime in una storia
Incancellabile
Le infinte volte che
Mi verrai a cercare nelle mie stanze vuote
Inestimabile
E’ inafferrabile la tua assenza che mi appartiene
Siamo indivisibili
Siamo uguali e fragili
E siamo già così lontani
Con il gelo nella mente
Sto correndo verso te
Siamo nella stessa sorte
Che tagliente ci cambierà
Aspettiamo solo un segno
Un destino, un’eternità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te…”


***


Nella stanza filtrava una debole luce dalle persiane accostate del lucernario. Quando il nonno vide entrare Seto Kaiba, si pose subito sulla difensiva ma Yugi gli assicurò che era tutto a posto e lo pregò di aspettarli al piano di sotto. Joey si fece avanti con espressione dolente.
«Nessuna novità. » disse. «Vedo che sei riuscito a convincerli a prestarti la Barra del Millennio. »
«Veramente ho dovuto rompere la teca e scappare. E’ stato Seto a togliermi dai guai. » rispose Yugi indicando il giovane imprenditore che nel frattempo si era avvicinato al letto e fissava il corpo esanime di Yami.
Quella visione gli trasmetteva un gran senso di angoscia e di colpa, come se avesse mancato a una promessa di vitale importanza. Era una sensazione sgradevole alla quale non sapeva come far fronte e sperava che Yugi avesse almeno una vaga idea di quello che stava facendo. Speranza che venne immediatamente smentita.
«Allora? » chiese impaziente.
Yugi si era inginocchiato accanto al letto e aveva un’espressione sconfortata.
«Non lo so. » mormorò. «Speravo che portando qui te e la Barra del Millennio sarebbe successo qualcosa. Siccome desiderava così tanto rivedere Seth, speravo che avrebbe avuto qualche reazione.»
Allungò la mano per accarezzare il volto di Yami, ma la fermò a mezz’aria prima di toccarlo e la lasciò ricadere.
«Cosa devo fare? Cosa? Sei andato in un luogo dove non posso raggiungerti… mi hai completamente escluso… Yami…come posso farti tornare? »
«Non ti è venuto in mente che forse il tuo è un modo di comportarsi da egoista? Forse il tuo amico sta meglio dove si trova ora. »
Quell’affermazione di Seto lo sconvolse e Yugi rimase con lo sguardo fisso davanti a sé immobile. E se fosse stato davvero così?
«Ma bravo! Complimenti per il tatto! » esclamò Joey. «Come ti viene in mente di dire una cosa del genere? »
«Aspetta, Joey. Forse Seto ha ragione. » mormorò Yugi continuando a fissare Yami. «Probabilmente sta meglio ora di quando era qui, però anche se mi rendo conto che il mio è un desiderio egoistico, voglio riportarlo indietro. Yami mi ha detto di non essersi pentito di essere tornato e io voglio credergli. Voglio che viva una vita vera… anche se adesso… non so davvero cosa fare…»
Irritato, Seto lo afferrò per una spalla e lo tirò indietro strappandogli di mano la Barra del Millennio.
«Adesso basta! Se ti metti di nuovo a piagnucolare, non rispondo più di me! » sbottò. «Diamoci una…»
Improvvisamente la pressione sulla spalla di Yugi si fece più intensa e un attimo dopo il ragazzo gli crollò letteralmente addosso.
«Eh? Ma… Seto! Sei troppo pesante, non riesco a reggerti! »
Fortunatamente l’intervento di Joey riuscì a evitare che finissero a terra entrambi.
«Ehi, Kaiba! Cosa ti prende? » esclamò quando lo sollevò a peso morto dalle spalle di Yugi.
Il ragazzino lo osservò meglio: Seto continuava a stringere la Barra del Millennio che emetteva ora un debole bagliore, ma per il resto il suo corpo non reagiva.
«Sta dormendo…»

Caldo.
Fastidio.
Sensazione fastidiosa.
Secco.
Polvere.
E un acuto dolore al fianco.
«Maestro, stai bene? »
Mani energiche che lo afferravano e lo sollevavano.
«So stare in piedi da solo! »
L’orgoglio che parlava ancora prima che il corpo fosse saldo.
«Hai visto? Te l’avevo detto di andarci piano! E’ pur sempre un membro della corte sacra. »
«Proprio per questo non pensavo fosse possibile atterrarlo con un colpo del genere! »
Voci che bisticciavano.
Seto aprì lentamente gli occhi e non appena realizzò quello che c’era attorno a lui, li richiuse immediatamente.
«No, questo dev’essere un sogno. » si disse. «Uno di quelli che faccio dopo una giornata particolarmente faticosa. Forse sto lavorando troppo. Adesso riaprirò gli occhi e scoprirò di essermi addormentato sulla scrivania…»
Purtroppo non fu così e il grande spiazzo polveroso rimase dov’era, così come l’antico e maestoso palazzo che lo circondava e i due ragazzi che lo fissavano preoccuparti aspettandosi chissà cosa. Portavano delle corte tuniche color sabbia e impugnavano dei bastoni.
«Chi siete voi? » chiese Seto bruscamente.
«Mio signore, con tutto il rispetto, forse è il caso di interrompere gli allenamenti per oggi. » disse uno dei due.
«Mi dispiace di averti colpito così forte, pensavo l’avresti parato. » si scusò il secondo con aria mortificata e timorosa.
«Sto benissimo! » sbottò Seto. «Vi ho chiesto chi siete! Dove siamo? »
«Siamo tuoi allievi, maestro, e questa è la piazza d’armi del palazzo. Ti senti bene? Vuoi che ti accompagniamo nei tuoi alloggi? »
I due sembravano più sconcertati che preoccupati e la cosa infastidì Seto.
«Non è necessario! » rispose e si voltò incamminandosi verso il palazzo tentando di darsi un contegno nonostante non avesse la più pallida idea di dove stesse andando.
Sentendo frusciare la stoffa introno alle caviglie, abbassò lo sguardo e scoprì di indossare una lunga veste blu con un mantello bianco e diversi monili d’oro. Infilata alla cintura aveva la Barra del Millennio. Le sue mani, notò con sgomento, avevano una carnagione più scura del normale, quasi ambrata.
Alzò gli occhi verso l’edificio in cui si stava dirigendo: era sorretto da colonne dalla foggia antica e affrescato di colori brillanti. Vi erano rappresentate delle inconfondibili divinità egiziane circondate da incomprensibili geroglifici.
«L’Egitto… Sto avendo allucinazioni sull’antico Egitto…» pensò Seto scuotendo la testa.
Stava camminando sotto un portico in una direzione a caso quando sentì dei passi alle sue spalle.
«Buongiorno, Seth. »
Il suo corpo reagì prima che la mente avesse il tempo di realizzare e voltandosi si inginocchiò.
«Che la gloria di Ra illumini la tua giornata, Luce d’Egitto. »
Quando si rese conto della persona a cui si stava rivolgendo, scattò in piedi indignato.
«Tu! Dovevo immaginarlo! Quando mi succede qualcosa di strano ci sei sempre di mezzo tu, “altro Yugi”, Yami o come accidenti ti chiami! » esclamò.
Davanti a lui si trovava la versione antica del giovane che era andato a disturbarlo in ufficio. Portava lo stesso costume bianco che gli aveva visto addosso a casa di Yugi e sulla sua fronte splendeva la tiara d’oro. Al collo portava il Puzzle del Millennio. Nonostante la corporatura esile, c’era una fierezza nei suoi occhi che incuteva soggezione a chi lo guardava. Quegli stessi occhi ametista che ora lo fissavano con un misto di stupore e costernazione.
«E’ questo il modo di rivolgerti al tuo Faraone, maestro Seth? » chiese tentando di mostrarsi seccato anche se sulle sue labbra aleggiava un sorriso ironico. «Mahad mi ha detto che hai avuto in incidente durante l’allenamento con i bastoni.»
«Non ho avuto nessun…! »
Seto si morse la lingua. Improvvisamente gli era venuta voglia di strapazzare quel tipo che sembrava prenderlo in giro, ma prima doveva capire dov’era finito. Facendo mente locale ricordò di essere andato a casa di Yugi e di aver visto Yami addormentato. Aveva pensato che starsene lì a piangere fosse inutile quindi aveva afferrato la Barra del Millennio pensando di fare qualcosa e… si era ritrovato in quel posto pieno di polvere con quel folle che si era appena autoproclamato Faraone. Poteva essere solo un sogno. Sì, era sicuramente… Un sogno? Yugi aveva detto che Yami stava sognando l’antico Egitto per nostalgia. E se per qualche strana ragione che non aveva la minima intenzione di approfondire, si stesse trovando a vivere la stessa visione? A confermare l’ipotesi stava il fatto che Yami avesse usato quel nome per rivolgersi a lui, Seth. Era terribile, anzi peggio, era improponibile per la sua razionalità accettare una situazione come quella! Doveva andarsene ma non aveva idea del come. Forse facendo rinsavire Yami, insieme sarebbero riusciti a trovare una soluzione.
«Senti, facciamola finita con questa farsa! » esclamò. «Non so come sono finito qui e non so come andarmene, però sono sicuro che tu lo sai, quindi smettila di giocare e torniamocene dai tuoi amichetti. »
Lo sguardo del Faraone era più confuso che mai.
«Perché vorresti andartene? Di quale gioco stai parlando? »
Non aveva ancora finito di parlare, che venne raggiunto da un uomo dalla lunga veste candida. Al collo aveva l’Anello del Millennio.
«C’è qualche problema, mio signore? » chiese sollecito.
«Tutto a posto, Mahad. Solo, Seth fa dei discorsi strani. Forse ha preso un colpo di sole. » rispose il Faraone.
Seto spalancò gli occhi. Quella figura gli era molto familiare, anche troppo. Era il Mago Nero di Duel Monsters, la carta preferita di Yugi. In che pasticcio si era cacciato? Oltretutto quel tizio non sembrava avere la minima intenzione di andarsene, così non sarebbe riuscito a parlare a quattr’occhi con Yami e non era saggio farsi credere matto in un mondo di cui non conosceva le regole. Forse avrebbe fatto meglio a prendere tempo.
«In effetti mi sento un po’ strano. Con il tuo permesso, Faraone, » disse come se stesse masticando la parola. «preferirei ritirarmi. »
«Permesso accordato. » concesse il Faraone con un gesto altezzoso della mano che fece imbestialire Seto. «Spero che tornerai presto in forma. »
«Grrrazie…» ringhiò mentre i due lo superavano riprendendo a camminare.
Ora doveva solo trovare le sue cosiddette stanze, così da starsene un po’ in pace a raccogliere le idee. Mentre si chiedeva come fare, gli passò accanto una ragazzina con un cesto di frutta e Seto colse l’occasione al volo afferrandola per un braccio.
«Ehi, tu! Accompagnami nelle mie stanze. » esclamò.
La piccola aveva tutta l’aria di essere una servetta e se il rapporto padrone-domestico funzionava come nella realtà, almeno non gli avrebbe riso in faccia.
«Perdonami, signore. » disse infatti la ragazzina con sottomissione. «Io sono al servizio della maestra Iside. »
«Non ha importanza. Limitati ad accompagnarmi poi torna al tuo lavoro. »
Seto tentò di dare un tono il più possibile fermo alla propria voce, come se non stesse facendo nulla di anomalo. La ragazzina chinò il capo e gli fece strada negli ampi corridoi del sontuoso palazzo. L’impressione era quella di essere finito nel bel mezzo delle riprese di un film storico con una scenografia incredibilmente realistica e il giovane si chiese per l’ennesima volta come tutto quello fosse possibile.
Dopo un giro che gli aveva fatto perdere completamente l’orientamento, entrarono in un quartiere del palazzo particolarmente ricco di decorazioni sfarzose. Doveva essere l’ala riservata ai componenti di quella che avevano chiamato corte sacra. Forse anche la camera di Yami era in zona. Giunti davanti a un ingresso, la servetta si inchinò e si congedò. Seto scostò la tenda che lo copriva e incrociò le dita sperando di non trovare altri guai oltre quella soglia.

«Joey, ti vuoi calmare? Di questo passo scaverai un solco nel pavimento. »
Il ragazzo biondo interruppe per un istante il suo incessante andirivieni per voltarsi verso l’amico.
«Mi chiedo invece come puoi tu restare così tranquillo. Invece di uno adesso abbiamo due begli addormentati e non abbiamo cavato un ragno dal buco! »
«Non sono affatto tranquillo. » rispose Yugi i cui grandi occhi ametista esprimevano una profonda apprensione. «Semplicemente penso che agitarsi in quel modo non ci sia d’aiuto. »
In realtà quel senso di impotenza lo stava snervando e provava il forte desiderio di mettersi a urlare se solo fosse stato sicuro che sarebbe servito a qualcosa.
Quando Seto era crollato addormentato, avevano avvicinato il letto di Yugi a quello su cui giaceva Yami e ve l’avevano adagiato sopra. La Barra del Millennio continuava ad emettere una debole luminescenza, segno che una qualche sorta di magia era attiva. Di cosa si trattasse però non aveva idea.
«Potresti usare il tuo potere! » esclamò ad un tratto Joey.
Yugi lo fissò confuso.
«Di cosa stai parlando? Io non ho nessun potere. »
«Sei la persona in assoluto più legata al nostro Faraone e sono sicuro che se esiste qualcuno in grado di farlo tornare, quello sei tu. Prima sei riuscito a stabilire un contatto con la sua mente tramite la tiara, niente ti impedisce di provarci di nuovo. Magari riusciamo anche a capire cos’è successo esattamente a Seto. »
Yugi annuì. Era un’idea, si poteva provare. Alla peggio non sarebbe successo niente. Ancora un po’ titubante, allungò una mano e sfiorò con le dita il metallo della corona sulla fronte di Yami. Di nuovo si stupì di sentirlo caldo. Stava giusto chiedendosi come entrare in contatto con il sogno, quando le immagini e le sensazioni si affacciarono spontaneamente alla sua mente.
Vide davanti a sé una grande distesa d’acqua sulle cui sponde crescevano rigogliosi degli arbusti dalle foglie lunghe e sottili. Nel cielo sopra di lui si librava un falco maestoso guidato da un sibilo acuto. Faceva caldo e il sole era a picco, nonostante questo la lievissima brezza proveniente dal fiume lo faceva sentire a suo agio, invitandolo a bagnarsi nelle sue acque. Spostando lo sguardo, scoprì di non essere solo. A cavallo accanto a lui si trovava una ragazza dai lunghi capelli scuri e dallo sguardo incredibilmente vivace. Conosceva quella ragazza. Era la Giovane Maga Nera, anzi…
«Mana! »


CONTINUA...



NOTICINA DI YUKI:
Buona sera a tutti! Spero che abbiate passato un buonissimo Natale!
Finalmente sono riuscita a postare la terza parte! L'azione si è spostata almeno in parte nell'Egitto dei sogni di Yami, come se la caverà Seto?
Passo subito ai ringraziamenti:
VampiraSix: Bhè, non c'è bisogno che ti risponda, no? Se gli Egizi avevano le porte è un mistero che permarrà nei secoli... ^_____^'''
lunachan62: Grazie, come sempre sei carinissima! In effetti ci troviamo di fronte a uno Yamuccio un po' banderuola, cosa (o chi) sceglierà alla fine? Vedrai... Grazie mille per l'immagine di auguri!!! Troppo dolce! "We are a present for you"...MAGARI!!
gatta1290: Grazie mille per i complimenti!
Scintilla: Ebbene sì, mi sono ispirata a una dojinshi della Rapan, ma diversamente dalle altre che mi è capitato di vedere, la cosa più sconcia che succede qui è una partita a carte... davvero, non succede niente. E' carina, se vuoi te la spedisco via mail. Grazie per i complimenti sull'IC, nonostante adori letteralemnte Yami, mi piace un sacco "maneggiare" Seto. Proprio perchè è IC, ti lascio immaginare quali grandi risvolti romantici potanno esserci tra lui e Yami... ^_^''' Gli amici di Yugi invece io li vedo un po' tappezzeria anche nella serie, per questo mi sono portata avanti solo Joey. Tristan e soprattutto Tea mi sembrano piuttosto inutili e a volte proprio non li reggo (specie Teaargh!). Povero Yugino, piangerà per tutta la fic. Oltre alla pioggia continua, le sue lacrime contribuiranno all'allagamento della città di Domino... ^_^
Carlos Olivera: Sono contenta che la seconda parte ti sia piaciuta di più, spero continurai a leggere e a darmi i tuoi pareri! ^_^
Fan-chan: Come si fa ad essere arrabbiati con Yami?! Ma neanche volendo! Ribadisco il concetto dello Yami banderuola: non esiste niente di più complicato del cuore umano, desidera sempre quello che è fuori dalla sua portata e forse per questo anche di più!
*Ichigo-chan*: Tantissime grazie per i complimenti, mi fai arrossire! ^///^ Non sono poi così brava, però sapere che quello che scrivo piace a qualcuno mi fa tantissimo piacere! E' il complimento migliore che possa ricevere! Visto che ho aggiornato? Lo stesso giorno in cui hai recensito ^_-
Termino con un grazie enorme a chi ha recensito e apprezzato la mia piccola shottina "Night": gatta1290, lunachan62, Mikichan, masayachan e Scintilla! (per rispondere alla tua recensione: certo che puoi mettere il link, mi fai solo piacere! Dunque, Yugi non fa dire a Yami che lo ama perchè... non lo so bene nemmeno io. Da una parte perchè ormai lo conosce così bene che per capire quello che prova non ha bisogno di parole, e dall'altra ho l'impressione che se dicessero esplicitamente "Ti amo" finirei troppo in OOC anche se un po' lo è già... Sono contorta, lo so. "Dream" è nata prima che pensassi di scrivere questa scena quindi è come se non fosse successa, "Night" è da considerare una sorta di capitolo extra facoltativo esattamente come mi hai detto) Sono contenta che vi sia piaciuta!
Un bacio grande a tutti e alla prossima!!
YUKI-CHAN





Next -> Quarta parte (Yami gli si rivoltò contro con violenza. «Sta’ zitto! Io odio quel mondo e tutto quello che ne fa parte! »)
   
 
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