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Autore: imNatsu    08/06/2012    6 recensioni
Storia ambientata durante i Magic Games; nel testo originale era presente una lunga introduzione sul mondo, sulla trama e sui personaggi principali di Fairy Tail, ma presumentdo che tutti qui sappiano già queste cose, ho evitato di riportarle. In questa prima parte Natsu potrebbe apparire forse un po'OOC, ma non saprei dire con certezza. Progettata per contenere intrecci sentimentali (com'è giusto che sia; Mashima, muoviti!) anche se si sviluppano poco per volta. In questa prima parte inoltre sono poco in rilievo gli altri personaggi, ma spero di riuscire a dargli il dovuto spazio nel susseguirsi della vicenda. E'la mia prima storia, anzi, è la prima cosa che scrivo che non sia un tema di scuola visto che ho scoperto da poco che mi piace davvero un sacco scrivere, è ben accetto qualunque tipo di critica o consiglio così da migliorare il mio stile e scrivere racconti sempre più piacevoli. :D
[Titolo da definirsi, per ora è un semplice gioco di parole]
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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6. Lacrime amare

 
 
Natsu socchiuse lentamente e faticosamente le palpebre,  riuscendo ad intravedere solamente dei capelli grigi prima di venire abbagliato dalla luce che, probabilmente, proveniva da una lampadina.
I suoi occhi iniziarono a mettere a fuoco le figure, delineare le forme dell’ambiente circostante e i profili delle persone accanto a lui.
- Oh?! Porlyusika, vieni! Si sta svegliando! – disse una voce decisamente anziana e buffa.
- Arrivo, arrivo. Non strillare, ormai non è più in pericolo di vita. –
Porlyusika si avvicinò al letto del suo paziente, incominciando a squadrarlo da capo a piedi per controllare le sue condizioni di salute.
- Allora, come stai? – chiese con fare irruento la dottoressa magica.
- Bene, ben… - Natsu non riuscì nemmeno a finire la frase che venne bloccato dal dolore provocatogli dalle ferite.
- Ci vorrà ancora un po’di tempo perché tu guarisca del tutto. Diciamo circa due settimane. –
-  Due settimane… ? MA NON DICIAMO CAZZATE! IO DEVO ANDARE SUBITO A SALVARE LUCY! –
Provò ad alzarsi, ma venne bloccato dalle numerose ferite riportate durante lo scontro a senso unico con Obra.
- COSA FAI, IDIOTA?! VUOI FORSE  MORIRE?! Siamo riusciti a salvarti per miracolo, ti abbiamo strappato dalle braccia della morte e ora tu vorresti ucciderti con le tue stesse mani?! – lo rimproverò severamente Porlyusika.
- MA IO DEVO… -
- Natsu per adesso non puoi muoverti da qui, vuoi capirlo?! Abbi pazienza e ti riprenderai in men che non si dica.
Il dragon slayer aveva uno sguardo vacuo e vitreo; avrebbe tanto voluto andare a salvare la sua biondina, ma a causa delle ferite, anzi no, a causa della sua debolezza non poteva partire subito come aveva in mente di fare.
Era questo tutto ciò che turbinava in quel momento nella mente di Natsu: i ricordi sfocati di quella terribile sera in cui aveva visto Lucy venire portata via da quell’inquietante mago e il terribile senso di colpa per non averla saputa proteggere.
Gli tornavano in mente come piccoli frammenti di un’immagine più grande tutte le sensazioni e le emozioni che aveva provato in quell’istante.
La tristezza, sentendo il profumo della bionda allontanarsi.
La rabbia smisurata, che si sarebbe potuta facilmente trasformare in odio se non avesse avuto un cuore puro, verso il mago di Raven Tail che l’aveva privato di una delle persone più importanti della sua vita.
La paura, che albergava nel suo cuore vedendo il sangue vermiglio fluire al di fuori del suo corpo e ricoprire la fredda pietra delle strade di Crocus; non era però paura di morire la sua: aveva il timore di non riuscire a poter salvare la sua compagna se fosse caduto, temeva di morire lì, sul ciglio della strada, in quel modo disonorevole senza nemmeno essere riuscito a proteggere i suoi compagni, la sua famiglia.
Ripensando a Lucy i suoi occhi divennero lucidi: gli mancava tutto di lei.
La bellezza del suo sorriso luminoso, il tepore che riusciva a donargli la sua morbida pelle quando di notte si intrufolava ben volentieri nel suo letto per starle vicino e non farle sentir freddo, l’odore dei suoi lunghi capelli biondi, a metà tra il candido e il selvaggio, proprio com’era lei.
Non riusciva a pensare, però, ad una vita senza di lei, ad una vita senza Lucy. 
Il master si accorse del suo stato d’animo.
Con una semplice occhiata fece capire a tutti i presenti nell’infermeria che era meglio lasciarli da soli.
Uscirono tutti quanti, lasciando Makarov e Natsu liberi di parlare tranquillamente.
Un silenzio quasi irreale regnava in quella bianca e sterile stanza adibita ad ambulatorio.
Il ragazzo se ne stava sdraiato sul lettino. Aveva bende che ricoprivano la maggior parte del suo corpo ed era quasi completamente impossibilitato a muoversi.
Il master salì sulla sedia posta vicino al suo letto e stette lì, con le gambe incrociate ed il suo solito bastone tra le braccia.
- Natsu… tu per me sei come un figlio, lo sai vero? –
- Vecchio… perché me lo chiedi? Certo che lo so! –
- Ecco. E un padre sa sempre cosa passa per la testa dei propri figli… -
Natsu abbassò lo sguardo e digrignò forte i denti, non infastidito dalle ferite, ma turbato profondamente dalla mancanza della maga dai capelli d’oro.
- Non vedi l’ora di andare a salvarla, vero? Ti senti in colpa, la vorresti con te, faresti di tutto pur di riprendertela… Natsu, tu la ami, non è vero? –
- Nonnetto… i-io… -
- Allora se la ami devi riprenderti in fretta e sbrigarti ad andare a salvarla! Devi sbaragliare chiunque ti impedisca di rivedere Lucy! E’ COSI’ CHE FA FAIRY TAIL! Giusto, Natsu?! – lo esortò il master.
- Si! Hai ragione vecchio! Mi andrò a riprendere Lu, COSTI QUEL CHE COSTI! –
- E’ così che ti voglio vedere! Noi ovviamente ti daremo una mano! –
- Giusto! Non mi sono ricordato di chiedertelo! Come stanno Happy, Gray, Erza e Juvia? Ricordo che erano a terra insieme a me. –
- Non preoccuparti, loro stanno bene e si sono già ripresi. Wendy li ha curati subito dopo aver soccorso te. –
- Meno male, ero preoccupato per loro. –
- Sai, Natsu… - aggiunse a un tratto Makarov – non sappiamo ancora dove sia Lucy, né in che condizioni sia in questo momento e non conosciamo nemmeno le capacità dei nostri avversari: potrebbe anche essere un’impresa disperata in cui sarebbe in gioco la tua stessa vita. Sei ancora sicuro di volerla salvare? Lucy vale più della tua stessa vita? –
Natsu abbassò lo sguardo sul pavimento bianco e sterile dell’infermeria, con un’espressione stordita da una domanda di quel genere così improvvisa.
- Capisco. Ti lascio un po’di tempo solo per pensarci accuratamente. – detto ciò, il master scesa dalla sedia sulla quale si era posizionato e si diresse verso la porta che dava sul corridoio.
Non appena mise la mano sulla maniglia lucida della porta di legno di quel luogo, sentì una voce appena udibile ma sicura dietro di lui.
- Hai detto qualcosa? – chiese il buffo vecchietto voltandosi in direzione del suono che aveva catturato la sua attenzione un attimo prima.
- Sì. – rispose deciso il ragazzo senza distogliere lo sguardo dal pavimento.
- E che cosa hai detto? Non sono riuscito a sentire nulla! –
Natsu alzò finalmente gli occhi e la testa, passando a fissare Makarov.
- Ho detto sì! Ne vale la pena eccome! Tutto quello che va oltre al calore della sua pelle, quel calore che qui manca, non mi interessa. –
Era saldo, era convinto, era determinato. Le sue non erano parole lasciate uscire con leggerezza, ma piuttosto una confessione che faceva a sé stesso più che al master.
Si poteva vedere il fuoco ardere nei suoi occhi mentre pronunciava quella manciata di parole che suonavano come un giuramento fatto alla sua Lucy, che non poteva essere lì con lui in quel momento.
Il volto del master si illuminò con la sua solita espressione a metà tra il beffardo e il compiaciuto, dopo aver notato con sollievo che il giovane mago dai capelli rosa aveva ritrovato la sua risolutezza e vivacità.
Una volta che il velo della notte era calato su quella giornata così triste per tutta la gilda, ma soprattutto per una certa persona, nella mente del mago dai capelli rosa si affollavano le immagini e le sensazioni della sera precedente.
Ricordava il dolce profumo della sua pelle, la felicità che provava quando sorrideva, la sensazione della fredda pietra e del sangue scarlatto in cui era riverso e la tristezza, la profonda tristezza e disperazione nel vedersi strappare all’improvviso la persona più importante della sua vita.
Tormentato da questi incubi, Natsu si dimenava nel letto dell’infermeria fino a svegliarsi di soprassalto sudato e ansimante nel cuore della notte.
Il lieve vento notturno riusciva nonostante il suo stato a donargli un po’di sollievo.
Il cielo era chiaro, illuminato dalla moltitudine delle stelle del firmamento.
Natsu andò ad appoggiarsi al davanzale della finestra, guardando con malinconia verso quelle stelle che gli ricordavano una stella ben più luminosa.
Sentì gli occhi pizzicargli e un peso insostenibile al petto, proprio all’altezza del cuore che sentiva cadere a pezzi.
Un attimo dopo le sue guance erano rigate dalle lacrime, amare lacrime di dolore, rimorso, paura e disperazione.
Continuava a ritornargli in mente quell’idea: era tutta colpa sua.
“ Se solo fossi stato più forte… se non fossi così debole, ora Lucy non… - pensò tra sé natsu chinando la testa - avevo promesso che l’avrei protetta da qualunque cosa, avevo promesso che nessuno l’avrebbe fatta soffrire… sono davvero patetico. “
Le lacrime continuavano a scendere una dopo l’altra senza dar segno di volersi fermare.
E così, immerso in tristi pensieri, Natsu passò la maggior parte di quella notte.
Non riusciva a dormire. Del resto come avrebbe potuto?
Il senso di colpa albergava nel suo cuore e non gli lasciava un attimo di riposo, e insieme ad esso nel suo cuore era presente anche l’ardente desiderio di avere la sua Lucy lì vicino a lui, di poterla abbracciare e non farla andare più via, di ritornare a respirare il dolce profumo della sua candida e morbida pelle.
Lo voleva più di ogni altra cosa al mondo.
L’odore di una persona familiare riuscì a riportarlo alla realtà da quei pensieri così dolorosi. Si voltò lentamente attento a non far notare i suoi occhi ferini rossi e gonfi per il pianto e le guance rigate dalle lacrime.
Una figura risaltava nell’oscurità grazie al rosso acceso dei suoi capelli e se ne stava appoggiata allo stipite della porta di legno.
Attento a non far trasparire la sua sofferenza dalla sua voce, fece un profondo respiro e prese la parola.
- Da quanto sei qui, Erza? –
- Da abbastanza per vedere come ti senti veramente… - disse avvicinandosi al ragazzo con passi lenti.
I suoi passi risuonavano forti all’interno della stanza vuota ed immersa nell’oscurità.
“ Non venire qui. Dannazione, non voglio che nessuno mi veda in questo stato! Soprattutto Erza! “
Natsu cercava ancora una volta di non far vedere le lacrime sul suo volto, mentre Erza era arrivata di fianco a lui e, appoggiatasi al davanzale, si soffermò a guardare i magnifici corpi celesti che avevano incantato anche il suo nakama.
- Natsu, non c’è bisogno che tu nasconda le lacrime. Piangere non è sempre un segno di debolezza.
Per una persona forte come te le lacrime significano solamente che ciò che è successo è talmente sconvolgente da turbare il suo animo. Piangere non è sempre un male. Tu vuoi davvero bene a Lucy, e le lacrime che hai versato per lei ne sono la prova. –
Il mago dai capelli rosa, sentendo quelle confortanti parole quasi fraterne, si sentì toccato nel profondo e si girò d’istinto, lasciando che Erza vedesse i solchi disegnati dal pianto sulle sue guance.
- Io… E’ tutta colpa mia! Lucy sarebbe qui se solo fossi stato più forte! Avevo promesso di proteggerla… l’ avevo promesso! Chissà come sta ora… non voglio nemmeno pensare che gli sia successo qualcosa di brutto. –
La rossa replicò continuando a fissare la volta celeste.
- Ti capisco. Anche io mi sono lasciata andare in questo modo una volta. Ero disperata, davvero. La persona che amavo mi era stata strappata proprio davanti ai miei occhi e io non ero stata in grado di farci niente.
Ero a pezzi. Piansi tutta la notte, senza fermarmi un attimo. Però poi quella persona è ritornata da me in un modo o nell’altro.
Sapeva che stavo soffrendo ed ha fatto di tutto pur di far cessare il mio dolore e tornare da me.
Anche Lucy sta soffrendo, Natsu.
E’ spaventata e molto probabilmente sente la mancanza del calore della persona più importante per lei.
Aspetta solo che tu la vada a salvare. Che tu la stringa forte tra le sue braccia e che la consoli sussurrandole all’orecchio parole che le possano far dimenticare tutta la sofferenza e la tristezza che ha provato, che le possa far scomparire come un dolce soffio spegne la fiamma di una candela.
Per questo devi essere forte anche per lei. Devi dimostrare di riuscire a proteggerla, che per te proteggere Lucy è più importante di tutto il resto, perché finchè lei è al sicuro può restare vicino a te. –
Erza aveva perfettamente ragione.
Dentro di lui sentiva che le sue parole avevano smosso qualcosa dentro di lui.
Doveva essere forte anche per la sua Lucy, doveva salvarla, a qualunque costo.
Si voltò d’impulso verso la maga dai lunghi capelli scarlatti.
- Grazie, Erza. –
La rossa sorrise.
- Sono contenta che tu abbia capito Natsu. E magari una volta che la terrai di nuovo tra le braccia, diglielo. –
La faccia del mago si fece di colpo confusa.
- Eh? Dirle cosa? –
- Penso che lo capirai da solo… -
Dopo di che uscì velocemente dall’ infermeria.
Natsu si rimise a letto, mentre le parole di Erza gli turbinavano nella mente.
- Cosa dovrei dirle? Bah, Erza era strana! Ora devo solo pensare a guarire e ad andare al più presto a salvare Lucy. Già, Lucy… chissà come sta? Ha davvero paura? Vorrei essere lì con lei per dirle che andrà tutto bene, che questa volta nessuno le farà del male... aaaaah, devo smetterla di pensare a queste cose e sbrigarmi a salvarla! –
Dopo queste parole il sonno si impossessò del ragazzo dai capelli rosa facendogli trascorrere ciò che restava della notte in quiete.
Natsu fremeva dalla voglia di partire e raggiungere la sua Lucy. Ogni suo arto era teso in quella direzione, ma per quel momento era rilegato nella branda di un’infermeria impossibilitato a partire a causa delle sue ferite.
Doveva partire al più presto.
Desiderava più d’ogni altra cosa mettere fine a quel periodo buio come la notte, in cui tristezza e la sensazione di solitudine si erano sostituite alla sua abituale spensieratezza e vitalità, di interrompere quell’incubo che per lui era anche durato troppo, desiderava riavere con sé la sua Lucy per rischiarare le tenebre che avevano oscurato le sue giornate dal momento che le era stata strappata via proprio sotto il suo sguardo.
Lo desiderava più di ogni altra cosa a questo mondo ed avrebbe fatto di tutto per ottenerla.
 




Benritrovati con un nuovo capitolo di questo capitolo! Beh, non credo ci sia poi così tanto da dire: è un capitolo palesemente di transizione. Natsu ha subito diciamo un trauma e per questo mi sa che è un bel po' OOC in questo caso, però spero di non aver perso di vista le linee guida tracciate da Mashima, oltre al fatto che spero vi sia piaciuto questa versione del mago.
La scena con Erza penso fosse d'obbligo. Almeno per me, era nella mia immaginazione da un po'di tempo.
Penso non ci sia altro da aggiungere. Spero che vi sia piaciuto e che continuiate a leggere anche il prossimo capitolo! :D

  
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