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Autore: marrymezayn    09/06/2012    17 recensioni
Tratto dal primo capitolo: "Si tolsero dalla presa delle due dita, poi Harry le tirò una treccia. «la smetti? Mi innervosisci, stupido!» sbottò la bionda, guardandolo male. «continuo perché ora sei mia sorella. E io a mia sorella tiro i capelli, e non si è mai lamentata!» sussurrò, alzando il nasino con fare saccente. Lee lo guardò male, per poi saltargli addosso, per picchiarlo. La risata dolce di Harry invase il parco innevato, mentre si rotolava nella neve con la sua nuova sorella. Quando finirono di rotolarsi giù dalla discesa, rimasero abbracciati in quell’abbraccio fraterno. Harry prese a giocare con i capelli biondi della sua amica, che si accoccolò tra le sue braccia.
«non mi lascerai mai, vero Lee?» «mai.»"
Genere: Azione, Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non ho mai smesso di aspettarti. Non sto più con il naso appiccicato alla finestra per vederti spuntare all’improvviso, non vivo più con il telefono continuamente in mano, non parlo più di te con chiunque incontri, non passo più le notti in bianco pregando che tu non ti innamori di un’altra. La vita va avanti, ma io ti aspetto ancora. Ti aspetto con dignità, con la calma di chi sa che, anche se non tornerai, ti aspetterà fino alla fine.

«mi raccomando, se senti dolore, fermatevi!» annuì, alzando gli occhi al cielo per poi tornare a guardare la donna ferma sulla porta di casa già aperta. Al suo fianco, Lee che attendeva Anne per andare a fare qualche compera. «si mamma!» sussurrò con quel tono che si usa solitamente per accontentare qualcuno. «e non rispondermi così!» «va bene mamma!» rispose senza nemmeno pensarci troppo e, dopo uno sguardo bruto della donna, si ritrovarono finalmente da soli. Lui e Louis. «sbaglio o noto un pochino di ansia nella voce di tua madre?» si girò a guardare il suo migliore amico, sbarrando leggermente gli occhi e indicando la porta ormai chiusa. «è vero? Allora non l’ho notato solo io..» Louis scosse la testa, divertito. «nono, è ansiosa!» Harry massaggiandosi i punti, delicatamente, si buttò sul divano. Stavano per uscire anche loro, per farsi una passeggiata, ma prima voleva rimanere un altro po’ in casa, al fresco e non sotto gli occhi di tutti. Louis lo seguì poco dopo, buttandosi sul divano al suo fianco. Rimasero in silenzio per qualche secondo, poi Louis parlò dopo un suo sospiro. «come va?» si girò a guardarlo, alzando contemporaneamente un sopracciglio. «come due minuti fa!» rispose, in modo sarcastico. Lo sentì ridacchiare e affondare la mano nei suoi ricci. Era risaputo che Louis amava i suoi ricci. «i punti tirano?» chiese, gentilmente. «un pochino. Ma è sopportabile! Usciamo?» il castano annuì e, dopo aver preso i giacchetti, si chiusero la porta alle spalle, incamminandosi verso il centro di Holmer. «Io ho deciso di tornare a Londra dopodomani!» si girò a guardare il suo migliore amico. «va bene!» silenzio. «voi avete intenzione di tornare? Manchi agli altri, sai? E manca anche Lee.» strinse leggermente i denti, mentre sentiva quelle parole. Non per gelosia, ma perché anche se era ormai passato un mese, Lee continuava a non ricordare. Sembrava come se.. lo facesse apposta. «non riesco a farle ricordare nulla.. Continua a scuotere la testa, in ogni luogo in cui la porto. O non vuole ricordare o.. non lo so, Louis. Sono sempre più confuso!» Louis strinse la sua mano, come a volerlo consolare. «tu dici che non vuole ricordare?» annuì delicatamente, sentendosi anche uno stronzo a pensare certe cose. «vuoi che provo io a parlarci?» lo guardò negli occhi azzurri, quei occhi che gli infondevano una calma tremenda. «tu credi che cambierà qualcosa?» chiese con tono stanco. «non lo so, ma provare non costa niente.» Forse aveva ragione. Annuì delicatamente e vide nascere un sorriso sulle labbra di Louis. Sembrava quasi felice che gli permettesse di provare a parlare con Lee, di quella cosa. Passarono un pomeriggio insieme, come prima, come quando non c’era Lee di nuovo nella sua vita. Non che sentisse Lee come un peso, assolutamente. Ma.. era tanto che non passavamo un pomeriggio loro due da soli. Se ne andarono al centro commerciale, dove si rimorchiarono qualche ragazza – senza fare niente di male, visto che entrambi erano impegnati – ma così solo per divertimento. Quando sarebbero tornati a casa, seduti al tavolo della cucina, avrebbero contato venti biglietti con su scritto numeri di telefono. Poi andarono a mangiarsi una cosa al Mc, per poi andare in sala giochi. Arrivarono a casa verso le otto e mezza, ridendo come due deficienti. Aperta casa sua, entrarono in cucina, trovandosi Anne che si stava facendo un caffè. «mamma?» la donna si girò, con un sorriso. «ciao Harry. Ciao Louis. Vi siete divertiti?» annuirono con veemenza tutti e due. «dov’è Lee?» chiese Harry, guardando verso le scale. «in camera tua.. Le è venuto un po’ di mal di testa e dopo averle dato qualcosa l’ho mandata a riposarsi.» Louis posò una mano sul suo braccio e si girò a guardarlo. Alla domanda ovvia di Louis, disegnata nei suoi occhi, annuì. Lo vide salire le scale e lui tornò poi a guardare sua madre. «io devo andare a lavorare. Mi hanno chiamato per un’urgenza.» annuì delicatamente, avvicinandosi alla credenza per prendere qualche biscotto. «visto che ci sono, faccio nottata. Posso lasciarvi da soli?» alzò un sopracciglio e si girò a guardarla. «si, certo!» la donna guardò preoccupata Harry. «mamma, non avrai nipotini per ben..» arrossì leggermente, pensando che tra lui e Lee le cose scarseggiavano già da tempo. «.. molto tempo! Stai tranquilla!» si buttò sul divano e, dopo un saluto veloce verso sua madre quando disse che stava uscendo, si mise a giocare all’xbox.
 
Bussò delicatamente alla porta e sentì un mugugno arrivare dall’altra parte della porta. Aprì delicatamente la porta e guardò la figura di Lee nella mezza oscurità che c’era nella stanza di Harry. Stava con la faccia affondata nel cuscino. «posso?» sentendo che era la voce di Louis e non quella di Harry, alzò la testa e si girò a guardarlo. Annuì delicatamente, mettendosi seduta meglio, come se non volesse farsi vedere da lui malata. Si mise seduto al suo fianco, con un sorriso. «come va il mal di testa?» chiese, dolcemente. «bene, grazie!» sorrise in imbarazzo. Rimasero in silenzio per qualche secondo. «divertita oggi pomeriggio?» non sapeva da dove cominciare. Non era Harry, quindi non sapeva da dove prendere il discorso. «si, mi sono comprata qualche vestito per quest’estate. Anne mi ha detto che hanno una casa al mare.» Louis annuì, guardandola attentamente. Accorgendosi del suo sguardo, ricambiò, in ansia. «che succede?» domandò preoccupata. «niente. Ma devo parlarti!» annuì ancora, come a fargli capire che era in ascolto. «cos’è per te, Harry?» la domanda la spiazzò parecchio, tanto che rimase in silenzio a torturarsi le mani per qualche minuto. «non lo so!» ammise lei, diventando rossa sulle guance. «Lee, una cosa posso dirti su Harry. Può sembrare un donnaiolo, può sembrare menefreghista, ma quando impara ad amare non guarda nessun’altra donna se non quella che ama. Ma se viene a scoprire di essere solo usato o magari non ricambiato, Harry non da una seconda possibilità. A nessuno.» crollò il silenzio. Quel silenzio che fa male alle orecchie. «mi.. mi stai dicendo che lui crede che io lo sto usando?» Louis si passò una mano nei capelli, nervoso. «no, io parlo di quello che vedo io. Harry è confuso. Non so cosa gli passa per il cervello, perché neanche lui stesso sa cosa ci passa. Ma.. non me lo far soffrire. Non lo ami? Ok, va bene.. Ma se non lo ami, lascialo andare. Perché così sta solo soffrendo.» Lee lo guardò con i suoi grandi occhioni bicolori, poi sospirò. «io.. io lo amo! Però..» non terminò. Rimase in ascolto, pensando che avrebbe continuato, ma non continuò. Era insicura, aveva paura. «Lee.. Ascoltami, perché non dirò mai più queste cose. Quindi apri bene le orecchie e ascoltami attentamente.» le sorrise, dolcemente vedendola annuire. «Capisco che hai sofferto nella vita, lo capisco che è difficile per te fidarsi di qualcuno.. Ma noi, quelli che ti stanno intorno, ti vogliamo bene. Io, Harry, Liam, Niall, Zayn, Anne, Keyra.. tutti, ti vogliamo bene. Alcuni te lo fanno capire, come noti con Niall. Altri invece se ne rimangono dietro al tendone, a guardare. Ti puoi fidare di noi! Se hai bisogno di parlare, se qualsiasi cosa che succede tu hai bisogno di conforto, noi ci siamo. Harry per primo. Ma.. lui non si sente apprezzato. Si sente solo spazzato via. Non gli stai dando possibilità! Ti tieni tutto per te, senza dar modo a Harry di entrare nella tua vita. Se continui così, Harry prima o poi si stuferà. Devi dargli qualcosa per aggrapparsi e rimanere sulla barca. La tua barca.» La vide annuire, mordendosi un labbro. «dagli modo di restare al tuo fianco, apriti a lui come non ti apri con nessuno. Fidati di lui, perché solo lui sa come risolvere i tuoi problemi. Oltre ad amarti, per lui tu sei una sorella. Ti vuole così bene che si ammazzerebbe per te!» attese qualche minuto, per far immagazzinare quelle informazioni a Lee. Ad un tratto scoppiò a piangere e si nascose nel suo petto. «Lou..» rimase fermo per qualche secondo, incredulo del cambio repentino della situazione. Prese a giocare con i suoi capelli. «cosa succede Lee?» domandò, delicatamente e con quel tono paterno. «io.. io ricordo tutto.» ghiacciò. Aveva sentito bene? Aveva davvero detto che ricordava tutto?
«Mi.. stai dicendo che tu ricordi il tuo passato?» la sentì annuire nel suo petto. «E che cosa aspettavi a dirglielo?» si inalberò un pochino, perché quella era una vera e propria bastardata. «lo so che.. sei arrabbiato. Ma.. io avevo paura che Harry si fosse distaccato da me, se scopriva che io avevo ricordato tutto.» l’ascoltò piangere, mentre cercava di calmare la rabbia. «comportandoti così, lo farai distaccare. Harry è un amore di ragazzo. Non ti avrebbe mai lasciata sola.. Sono quasi undici anni che aspetta un tuo ritorno e ora che tu sei tornata, ti è rimasto comunque vicino. Anche se non ricordavi nulla. Lui aspetta solamente te, che ricordi qualcosa, per ritornare ad essere il vecchio Harry. Quel Harry che io neanche ho mai conosciuto. Che solo tu, conosci. Lee. Scendi di sotto e parla con Harry. Digli che hai ricordato.» la sentì singhiozzare. «e se si arrabbia?» “fa bene” pensò, ma strinse le labbra per non rispondere in quel modo. «gli passerà. In fondo.. sei la sua Lee. Puoi anche accoltellarlo, ma ti perdonerebbe comunque. Ti ama troppo per perderti di nuovo, ora che ti ha ritrovato.» Dopo che Lee si fu calmata, scesero insieme mentre Louis indossava il giacchetto.
«stai andando via?» chiese Harry, mettendo in pausa il gioco e girandosi a guardarli. Notò subito che Lee era ad occhi bassi. «si, domani mattina devo controllare le gemelle e quindi mi dovrò alzare presto. Ci sentiamo!» si piegò a dare un bacio sulla guancia di Lee. «parlaci e apriti completamente a lui. Non puoi fargli regalo migliore.» dopo un abbraccio e un sorriso, uscì di casa Styles.
 
 
«HO DETTO VAI A DORMIRE!» urlò, chiudendosi la porta di casa alle spalle. Si mise a camminare avanti e indietro per il portico, per poi dare un pugno al muro. Che coglione, che coglione. Si era fatto imbambolare da due occhioni e delle curve. Cazzo! Ma perché tutte a lui? Oltre che gli era stata portata via la sua metà di quando era piccolo, ora doveva combattere con una ragazzina viziata e piena di dubbi. Ma cristo dio! Che aveva fatto di male per meritarsi quello? Insomma, diavolo. Perché gli aveva nascosto che ricordava tutto? Tutto quello che lui aveva fatto nelle ultime due settimane, era stato vano perché lei già ricordava tutto. La casa in campagna dei suoi, la casa al lago di suo padre. Tutti posti dove erano stati da bambini, dove avevano giocato insieme e dove l’aveva riportata. E lei ora gli andava a dire che si ricordava tutto, ancor prima di iniziare tutti i suoi sforzi. «dannazione!» alzò la testa, visto che si era messo seduto sugli scalini di casa e si ritrovò Patty, la madre di Lee che girovagava a qualche metro da lui. Alzò un sopracciglio. «signora Patty?» la chiamò e, sentendo la rabbia scemare si alzò e la raggiunse. «Signora Patty! Ma.. che ci fa qui fuori?» chiese, in ansia. Da quando era ritornato aveva fatto di tutto per non incontrare i genitori di Lee. Anche se era difficile visto che abitavano praticamente attaccati. «mi..mi.. sono persa!» eh?  La guardò in ansia e, prendendole la mano, la condusse verso casa sua. Bussò alla porta che da bambino era sempre aperta per lui, per poi vedere la figura di Paul affacciarsi alla finestrella al fianco della porta verde. Quando la porta si aprì, guardò l’uomo incredulo. «Patty, tesoro! Mi stavo cominciando a preoccupare. Oh, ma sei tutta congelata. Forza, entrate!» lasciò la donna in mano a Paul, per poi entrare e chiudere la porta alle sue spalle. Li vide camminare verso il camino e alzò un sopracciglio. Quando Paul si fu accertato che la signora Patty era coperta e al caldo, fece segno ad Harry di seguirlo. Lo fece e lo condusse in cucina. «ch..che sta succedendo Paul?» domandò, in ansia. Lo vide girarsi, sempre con quel viso stanco. Non aveva ancora smesso di dare problemi, a quanto pareva. «non ti devi preoccupare, piccolo Harry. Tu piuttosto. Hai combattuto con qualcuno stasera?» non capì cosa intendesse e inclinò la testa. Lo vide indicare la mano. «ah no.. ehm.. il muro! Meglio il muro che la faccia di qualcuno!» lo vide incredulo di quella risposta. In fondo Harry non era un ragazzo manesco. «siediti, ti vado a prendere il disinfettante.» Fece come richiesto e attese il ritorno dell’uomo, guardandosi intorno. Mentre lo curava, lo vide buttare di tanto in tanto gli occhi su sua moglie. «non migliora eh?» chiese, rompendo quel silenzio bastardo. «sembrava.. quando ci hanno dato la notizia.. sembrava che tutto fosse tornato come prima ma.. un giorno ci siamo svegliati e lei mi ha urlato contro pensando che io fossi un estraneo. Ha piccoli vuoti di memoria. Lei magari sa che Lee è morta, ma una parte del suo cervello si rifiuta.» a quelle parole, il suo cuore si strinse in una morsa di dolore. Era tutta colpa sua. «Paul..» si bloccò, vedendo l’uomo alzare la testa e sorridere. «ce la caviamo! Alla fine della giornata ci arriviamo, non preoccuparti per noi Harry!» strinse ancora la mascella, vedendo quel sorriso fintamente felice. Era distrutto e lui non faceva altro che aumentare quel dolore. In fondo aveva cercato sempre un modo più delicato per dirgli la verità, ma.. non c'era altro modo per fargli capire cosa succedeva. «Lee è viva!»


Io so che ora voi mi odiate. Si, ci ho messo tanto ad aggiornare e mi scuso, ma tra una cosa e un'altra, mi sono ritrovata solo oggi a poter aggiornare. Chiedo venia. Ma tra il pc che si è rotto, poco tempo materiale e poca ispirazione, non riuscivo ad aggiornare. Ci siamo, manca davvero poco. Direi due capitoli. ♥ Oggi sono in vena di scrivere quindi mi sa che mi porto avanti con il prossimo capitolo, così spero di aggiornare prima. Promesso, non passeranno altri due mesi. Scusatemi ancora! Ma quando non c'è l'ispirazione, tutto sembra uno schifo. 
Ok.. Vi lascio che vado a rispondere alle recensioni. Ancora grazie mille per tutte le persone che leggono questa storia, che la recensiscono oppure no. Che la mettono tra le storie preferite e cose varie. Vi amo!

   
 
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