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Autore: marrymezayn    09/10/2012    13 recensioni
Tratto dal primo capitolo: "Si tolsero dalla presa delle due dita, poi Harry le tirò una treccia. «la smetti? Mi innervosisci, stupido!» sbottò la bionda, guardandolo male. «continuo perché ora sei mia sorella. E io a mia sorella tiro i capelli, e non si è mai lamentata!» sussurrò, alzando il nasino con fare saccente. Lee lo guardò male, per poi saltargli addosso, per picchiarlo. La risata dolce di Harry invase il parco innevato, mentre si rotolava nella neve con la sua nuova sorella. Quando finirono di rotolarsi giù dalla discesa, rimasero abbracciati in quell’abbraccio fraterno. Harry prese a giocare con i capelli biondi della sua amica, che si accoccolò tra le sue braccia.
«non mi lascerai mai, vero Lee?» «mai.»"
Genere: Azione, Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo sguardo di Paul rimase inerme sulla figura di Harry. Erano ben cinque minuti che se ne stavano in silenzio, ma sapeva benissimo che Paul doveva assorbire la notizia. E sapeva anche che da un momento all'altro gli avrebbe detto di non essere stupido, perché Lee era morta. Sapeva che quello era un brutto momento per dirglielo e sapeva anche che quella notizia l'avrebbe ucciso. Ma doveva dirglielo. Se aspettava Lee, allora non avrebbero mai detto la verità a quei due poveracci che ancora credevano che la loro bambina era morta.
«Harry.. Lee è morta! Perché ci fai questo?» sussurrò l'uomo, rinsavendo dal suo torpore.
«Non è morta. E' a casa mia. Quella ragazza è Lee e ci sono delle analisi che te lo possono confermare. So che per te questo è impossibile, ma c'è stato un errore. Quella bambina non è Lee, Lee è a casa mia a piangere perché abbiamo litigato.» sussurrò, stringendo la mano di Paul che continuava a disinfettare la sua, senza voler credere alla verità che gli era appena stata detta.
«Vieni con me a casa, Paul. E ti mostrerò la verità!» continuò il ragazzo, guardando negli occhi il padre di Lee. L'uomo cominciò a scuotere la testa, come se fosse impaurito di scoprire che c'era una verità, che sua figlia non fosse davvero morta.
«Vieni con me, Paul!» sussurrò ancora, come a volerlo incitare di andare con lui. Sapeva che non l'avrebbe mai cacciato via malamente, perché per lui era come un secondo figlio. Sapeva che, in fondo, voleva urlargli contro di andarsene e di non farsi più vedere. Ma per qualche oscuro motivo l'uomo, dopo aver scosso la testa, tirò un sospiro e annuì, fidandosi di lui.
«Come facciamo con Patty?» Chiese all'uomo, che si passava nervosamente le mani sulla giacca, come se fossero sudate.
«Rimarrà qui. Prima voglio accertarmi di persona che sia tutto vero, poi penserò a come fare con lei!» Annuì a quelle parole, poi lo condusse verso casa sua, camminando di fronte a lui. Era nervoso, sentiva il cuore battere prepotentemente nel suo petto, come se da un momento all'altro decidesse di spaccare la gabbia toracica. Tirò fuori le chiavi e, inserendo la chiave nella toppa, aprì la porta lentamente. Si girò a guardare l'uomo e lo vide annuire alla sua domanda taciturna. "sei pronto?".
«Lee?» La richiamò, entrando e, dopo aver fatto passare Paul chiuse la porta dietro di sè. Si sentì seguito da Paul, mentre cercava Lee per casa. La trovò in salone, rannicchiata dentro se stessa e piangente. «Lee!» la richiamò e la ragazza alzò il volto nascosto tra le braccia per poi saltargli addosso.
«Scusami Harry. Avevo paura di perderti se venivi a scoprire che ricordavo tutto. Avevo paura che tu non mi amassi più perché ora che mi hai ritrovato, ti sarebbe passato tutto e mi avresti lasciato solo. Scusami, scusami scusami scusami!» Socchiuse gli occhi e, con un sospiro, ricambiò l'abbraccio della ragazza. Abbassò quel tanto la testa per dargli un bacio tra i capelli, poi delicatamente le fece alzare il viso dal suo petto.
«Stammi bene a sentire Lee, perché non ripeterò più queste parole. Non puoi seriamente pensare che io mi stufi di te solo perché ti ho ritrovato. Ho ben 10 anni da recuperare insieme a te, quindi non ho intenzione di lasciarti. Non smetterò di amarti e cavolate varie. Ti amo, capito? Ti ho amato da bambino e ti amerò per il resto della mia vita. In fondo pensavo che saresti stata la mia sposa, ricordi?» Si ritrovò a sorridere mentre lei ridacchiava di quel ricordo. Si abbassò lentamente e le sfiorò le labbra, in un bacio sincero.
«Smettila di farti queste seghe mentali.. E se hai altri problemi, non tenerteli per te, ma dimmeli, chiaro?» La bionda annuì e lo guardò con amore infinito. Harry si ricordò di non essere solo e irrigidì completamente il corpo, per poi girarsi a guardare Paul. Fissava la ragazza tra le sue braccia come se fosse un dio sceso in terra, un alieno o quant'altro.
«Paul..» sussurrò, facendo finalmente rinsavire l'uomo che lo guardò. Sorrise e gli fece segno di avvicinarsi. Paul lo fece con lentezza proprio mentre Lee si girava a guardarlo, sbiancando leggermente. Paul si avvicinò quel tanto per guardare la ragazza negli occhi, ma non fece in tempo a dire nulla che Lee scoppiò a piangere di nuovo e lo abbracciò.
«Papà!»
«Ohmmioddio!»
sussurrò l'uomo, stringendo la figlia tra le braccia e crollando per terra. Harry rimase in disparte mentre Paul si rendeva conto che, quella tra le sue braccia era seriamente sua figlia e che non stava sognando. Si commosse un pochino a guardare la scena, ma sentì che la cosa non era finita. La famiglia così non era al completo. Lasciando i due da soli, uscì di nuovo e tornò a casa di Lee, prendendo anche la signora Patty. Sapeva che, come minimo le sarebbe preso un colpo, ma anche lei doveva sapere. Doveva sapere che sua figlia era ancora viva e finalmente doveva tornare a vivere normalmente, senza aspettare quella bambina di fronte la finestra. Non sapeva bene come l'avrebbe presa, ma doveva farlo. Se aspettava anche il signor Paul, come minimo quella donna avrebbe atteso altri tre anni per sapere la verità. Quando condusse la donna verso casa sua e la fece entrare, trovò Paul e Lee seduti sul divano. Lee era già andata a prendere i fogli con la conferma che quel capello era identico a quello della ragazza lì di fronte a lui. Insomma, si era mossa da sola. E l'uomo continuava a piangere, asciugandosi gli occhi con un fazzoletto di pezza.
«Paul..» L'uomo si girò quando lo richiamò, notando che c'era anche sua moglie. «E' ora anche per lei di sapere la verità. E' di là in cucina. Decidi tu se dirglielo o no! Ma ricorda che Patty ha aspettato dieci anni, proprio come me, di rivederla. E non è giusto che le venga tolta la possibilità di sapere la verità!» L'uomo annuì e, dopo essersi girato di nuovo a guardare la ragazza, camminò verso la cucina, dicendo che ritornava fra poco. Harry si avvicinò a Lee, sedendosi al suo fianco e passandole un braccio sulle spalle, stringendosela addosso.
«Vedrai che tutto andrà bene.»

«Signora Patty?! Ci sente?» sussurrò Harry, tenendo in alto le gambe della donna che era svenuta poco prima. La donna si svegliò pian piano, mentre Paul le tamponava la fronte con una pezza bagnata. La videro aprire gli occhi, mentre Lee se ne rimaneva seduta in un angoletto. Dopo che, come aveva detto Paul, erano tornati, era bastato che Lee alzasse gli occhi sulla donna per farla svenire. E naturalmente Lee si era impaurita di quello, chiudendosi a riccio.
«Paul caro.. ho fatto un sogno stranissimo!»
«Che Lee era viva?»
La videro annuire, mentre deglutiva e sospirava.
«Tu come fai a saperlo?»
«Perché sei svenuta proprio per questo, tesoro!»
La donna si irrigidì e Harry le abbassò le gambe, porgendole poi la mano.
«Signora Patty. Lee è viva ed è proprio lì! Ma non deve svenire di nuovo, per favore.» La donna si girò lentamente verso il punto che indicava Harry, per poi scrutare ancora la ragazza, rannicchiata dentro se stessa.
«Non può essere viva, Paul! L'abbiamo sepolta!» L'uomo le accarezzò i capelli, per poi darle un bacio sulla fronte.
«Un errore. Harry ha fatto tutti gli esami possibili, ed è lei. Sembra impossibile, ma è davvero la nostra Lee, Patty! E' viva ed è bellissima!» disse l'uomo tra le lacrime, guardando ancora la ragazza seduta sul divano. Le fece segno di avvicinarsi e un po' titubante Lee lo fece. Si avvicinò e, inginocchiandosi al fianco di Patty, quest'ultima si fece guardare per solcare gli occhi della ragazza. Erano davvero gli occhi di Lee e notando questo, la donna scoppiò a piangere. Un pianto che si teneva dentro da ben 10 anni. Quella notte era una delle notti più belle. La notte che tutti e tre attendevano con ansia, quella notte che resti di fronte alla finestra ad aspettare una bambina bionda dai riccioli morbidi. Una notte che durava da dieci anni. Sentì un movimento nel letto e, scattando per la paura si svegliò, trovandosi Lee rannicchiata, come se avesse paura di qualcosa.

«E' successo qualcosa? non ti senti bene?» Chiese il riccio, stropicciandosi gli occhi. Buttò un occhio alla sveglia e notò che erano le tre di notte. Si erano messi a dormire solo due ore prima. Lee se ne stava seduta sul letto, rannicchiata dentro se stessa. Non era ancora abituato alla sensazione di svegliarsi durante la notte, per assistere una persona.
«ora come farò? Che succederà? E se quelli torneranno? E se..» capì subito che piega avrebbe preso quel discorso e lo bloccò ancora prima di farla terminare. Le tappò la bocca con una mano, accendendo poi la luce sul comodino.
«Non devi preoccuparti. Ora tutto tornerà come prima. Il prima del prima. Come una vita normale. Devi solo stare calma e vedrai che la vita ti saprà ripagare. I tuoi genitori finalmente sanno la verità. Tu anche.. quindi di cosa devi aver paura?» chiese il ragazzo, pensieroso.
«E tu? E io? Che dovrei fare ora? Perché anche se i miei genitori sanno la verità, ora mi sento tremendamente inutile?» Le accarezzò i capelli, pensieroso.
«Io tornerò a Londra, penso. Tu, se vorrai, verrai con me. Se non vuoi, allora resterò io! A te la scelta. Vuoi tornare a scuola? Vuoi trovarti un lavoro? Sono tutte domande a cui te devi dare una risposta.»
«Non lo so Harry, per te cosa devo fare?» Era deliziosamente deliziosa mentre era nel panico.
«Chiudi gli occhi!» Lee lo guardò come se fosse pazzo. «Fidati!» e lo fece. Si fidò di lui, socchiudendo gli occhi. «Ora immagina il futuro. Come lo vedi?» chiese, attendendo una risposta ma sapendo che ci avrebbe messo tempo. Del delizioso color rosso dipinse le guance della ragazza.
«m-mi vedo..»
«Oltre che sposata con me e con una nanerottola che gira per casa.. che lavoro faresti?» Lei riaprì gli occhi, incredula che avesse indovinato cosa aveva pensato. Sorrise. A quanto pare la telepatia c'era ancora, ma come i ricordi di Lee aveva bisogno di ritornare a galla.
«avvocato!»
«E avvocato sia!»
«Ma non so se..»
Rimase inerme senza terminare la frase. Capì che Lee sarebbe sempre stata impaurita dalla vita e ora toccava a lui essere d'aiuto alla ragazza per farle capire che la vita, se presa in un certo modo, poteva essere bellissima.
«Ascoltami, Lee. Devi solo riabituarti all'idea di essere in una famiglia, con un ragazzo che ti vuole bene al fianco. Con gli amici, con gente che ti ha sempre aspettato. Non devi preoccuparti di come sarà, come sarai e altre cose. Devi solo viverti quella vita che uno stronzo ti ha levato dieci anni fa. Puoi riuscirci. Confido in te!» Si ristese sul letto e, portandosela con lui, se la strinse così tanto addosso da far fondere i loro corpi. Le accarezzò i capelli, la base del collo cercando di farla calmare. Aveva il corpo completamente irrigidito dalla paura.
«oggi.. oggi hai detto che mi ami!»
«ah-a!»
rispose, sorridendo lievemente.
«davvero?»
«ah-a!»
«Possibile che tu mi abbia aspettato per tutto questo tempo?»
«Sembra strano, ma è così!»
sussurrò, dandole un bacio sulla fronte.
«Potresti ripeterlo?» chiese Lee con tono incredulo, facendo ridere il riccio che si girò a guardarla.
«Non ti pare di chiedere troppo, tesoro? Mettiti a dormire, forza!» Si trattenne nel ridere quando vide la smorfia sul suo volto.
«Eri stronzo da bambino, ed è bello vedere che le cose non sono cambiate!!»
«ti amo anche io, Lee!»


Scrutai il ragazzo che rideva insieme a sua madre. Stava raccontando un evento di pochi giorni prima, così animatamente da far ridere sia Anne che i suoi genitori. Una colazione tutti insieme, nella gioia totale. C'era felicità in quel tavolo. Tutti sembravano essere felicissimi. Ecco, ce l'avete presente la famiglia del mulino bianco che si sveglia super contenta? In quella cucina c'era la famiglia del mulino bianco. Lei se ne stava in silenzio a guardare, mentre Harry continuava a gesticolare nel raccontare l'episodio. Sua madre rideva, suo padre scuoteva la testa e Anne versava il caffé nella tazza del figlio. Sembrava come se niente avesse portato tristezza in quella famiglia per tanti anni. E ora stava a lei riabituarsi a quella strana sensazione di sicurezza che quel giorno sentiva addosso. Si sentiva al sicuro, con i suoi genitori, Harry e Anne. Dopo una fragorosa risata da parte di tutti, Harry si alzò per prendere dei biscotti nel mobile. Ritornando le diede un bacio sulla fronte. Patty si guardò con Anne, sorridendo dolcemente.
«Quanti anni abbiamo sperato che questi due si mettessero insieme?»
«Troppi!»
Rispose Anne, guardando entrambi con dolcezza. 
«E ora è davvero così! Avremo dei nipotini molto presto!»
«Ehi! Tra fratelli non si fanno i bambini!»
Sbottò Lee, accigliata. Tutti si girarono a guardarla, seri. Harry invece sorrise.
«Ha ragione. Da bambini ci siamo punti un dito con lo spillo. Abbiamo mischiato il nostro sangue. Quindi.. mi dispiace per voi ma niente nipotini!» E di nuovo la risata di tutti e cinque si espanse per la cucina. Si, poteva essere felice. Bisognava solo pazientare per tornare a vivere normalmente.


Spazio dell'autrice: lo so, volete uccidermi. Fatelo, ma purtroppo non avevo ispirazione per questa storia. (in realtà non ce l'avevo neanche mentre scrivevo questo capitolo, ma vabbeh) quindi l'ho tenuta bloccata per non si sa quanto tempo. I'm so sorry. Penultimo capitolo. So che è la solita solfa, ma così l'avevo immaginato e così sarà. Nel senso che, lo so che sembra un film. Troppe cose impossibili etc. Ma in fondo amen! Mi piace così la storia.
Per il resto. Ho già in mente l'ultimo capitolo, da tanti mesi. Lo scriverò, spero, presto! Mi dispiace ancora per il ritardo con cui ho postato, ma seriamente non avevo ispirazione. (ripeto che non ce l'avevo neanche ieri, quando ho scritto il capitolo. Quindi mi dispiace se vi farà schifo!)
vi amo.
marrymezayn ♥
   
 
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