“Ciao
Sissi…non cerchi più la mamma, ora, eh?”.
Un gruppo
di Serpeverde del terzo anno passò sghignazzando di fronte all’aula di Pozioni,
da cui uscivano i ragazzi del primo anno di Grifondoro.
Lucius
Malfoy si distinse tra di loro sogghignando più forte, e Sirius lo guardò
minaccioso ma lasciò correre. Lo tormentava così dall’ultima Strillettera che
gli aveva inviato sua madre, direttamente da Grimmauld Place. Era stato due
giorni prima, dopo che per tanto tempo Sirius aveva aspettato una qualsiasi reazione
della sua famiglia al suo smistamento a Grifondoro.
“Dovresti
dirgli qualcosa, a Malfoy, lo sai” mormorò James vicino a lui.
Sirius
sbuffò:”Te l’ho detto mille volte, Potter…non posso vantarmi di essere finito a
Grifondoro”.
“Perché
no? E’ una Casa rispettabilissima” argomentò Remus avanzando col suo carico di
libri.
“Serpeverde
lo era di più” disse Sirius scontento.
Col tempo
aveva fatto l’abitudine di essere considerato un Grifondoro, ma aveva pensato
male di quella Casa – o meglio, di qualunque Casa che non fosse Serpeverde –
per undici anni ed era sicuro che ci sarebbe voluto del tempo per accettare la
situazione.
Sua cugina
Andromeda era l’unica che aveva continuato a trattarlo allo stesso modo.
L’aveva
consolato della Strillettera e consigliato di farsi subito degli amici.
James, in
ascolto, aveva subito colto l’occasione per presentarsi ad Andromeda come un
potenziale amico di Sirius che poteva aiutarlo a superare la delusione eccetera
eccetera, e la ragazza ne era risultata talmente soddisfatta da consigliare al
cugino la sua compagnia.
“Certo che
siete i soliti!”.
“Non
lagnarti, Jenny…”.
“Già,
basta piagnucolare…”.
Remus,
James, Peter, Frank e Sirius ritrovarono sulla loro strada il gruppo di
Serpeverde che era andato avanti, e stavolta uno dei ragazzi, dai capelli rossi
e gli occhi azzurro ghiaccio, stava discutendo con Jennifer Bloode.
“Sirius,
c’è la tua amica” fece James.
“L’ho
vista, Potter” sillabò Sirius, senza fermarsi.
“Avanti,
Jenny, lasciami andare” protestò il ragazzo dai capelli rossi, scocciato,
lasciandola lì col muso mentre se ne andava con il suo gruppo di sghignazzanti
amici.
Jennifer
si girò e si accorse di Sirius che le passava poco lontano.
“Sirius…”
mormorò, facendosi più vicina.
“Oh oh”
borbottò James, poi si sentì strattonare “hey, Lupin ma che fai?”.
“Portami a
vedere la tua nuova scopa, Potter, dai!” fece Remus trascinandolo via “Tanto lo
sappiamo tutti che entrerai nella squadra di Quidditch al primo colpo!”.
“Sì sì
vengo anch’io” li informò Frank, e insieme a Peter Minus li seguì a ruota.
Sirius
sbuffò, mormorando qualcosa come “stupidi”.
“Come ti
trovi?” disse subito Jennifer.
“Emh…”
Sirius non credeva che la sua amica Jenny gli avrebbe più rivolto la parola, ed
ora non sapeva se risponderle la verità “Così così”.
“Non è…tanto
grave, no?”.
“Cosa?”.
“Che
sei…un Grifondoro…” balbettò Jennifer insicura “perdona mio fratello, ti prego,
quando sta con i suoi amici si trasforma”.
“Figurati.
Tu? Come ti trovi?”.
“Emh…bene,
papà è molto contento…emh…oh ti prego, scusami Sirius!” esclamò
improvvisamente, quasi con le lacrime agli occhi.
“Cosa?”
disse lui ancora.
“Io
non…non credevo che saremmo stati ancora amici…dopo…beh…dopo tu-sai-cosa…e ora
che posso parlarti mi comporto da stupida…e invece di consolarti” Jenny tirò su
col naso “…ti racconto cose che non ti farebbero mai star meglio!”.
“Ma io sto
meglio, Jenny!” ammise Sirius a voce alta.
Neanche
lui avrebbe mai creduto di poterlo dire, ma la vita da Grifondoro non era male,
se scartava tutti gli insulti degli altri Serpeverde – che un giorno o l’altro,
presto o tardi, l’avrebbero fatta finita – e le Strillettere che sua madre
avrebbe molto probabilmente continuato a mandare. D’altronde, non l’avrebbe
rivista prima di giugno, quindi gli conveniva divertirsi nei suoi ultimi nove o
dieci mesi di vita…
“Davvero
Sirius?” fece Jennifer sbalordita ma contenta.
“Sì,
certo” confermò lui, contento di vederla
finalmente sorridere.
“ORA
BASTA!!”.
Entrambi
si voltarono. James Potter aveva sbattuto i propri libri per terra e guardava
Sirius profondamente irato.
“BASTA,
BLACK, HAI FINITO DI PRENDERCI IN GIRO TUTTI QUANTI!”.
“Ma che ci
fai qui? Non eri andato con Lup- “ borbottò Sirius, ma poi si accorse di Remus
che lo salutava con un cenno sconsolato alle spalle di James.
“No, siamo
rimasti nelle vicinanze – a origliare, se vuoi saperlo – e per fortuna…HAI
FINITO DI FARE LA DOPPIA FACCIA CON ME, CAPITO, BLACK?!”.
“Potter,
rischi di sembrare maleducato” gli fece notare Jennifer.
“Fatti da
parte, carina” proruppe lui, guardando Sirius come pronto ad esplodere “Dio sa
quanto ho faticato per tirarti fuori una parola amichevole in questi giorni, e
tu che fai? Tu che fai?” sbraitò James “Vai a dire alla tua amichetta che stai bene, stai meglio a Grifondoro, che non è poi così male…”.
“E’ la
verità, James…” fece Sirius allarmato “Non è così terribile come credevo”.
“E grazie
a chi? Grazie a CHI?!’” domandò agitando un dito.
“Non
prenderti tutto il merito, Potter” lo minacciò Sirius agitando un dito a sua
volta “Certo, però hai fatto la tua buona parte…rompendomi le palle tutta da
quando siamo qui…”.
Rimasero
così, con le dita sospese a mezz’aria…finché qualcuno scoppiò a ridere.
Lupin, per
la precisione, scoppiò a ridere.
Anche
Peter e Frank ridacchiarono sotto i baffi e persino a Jennifer fu strappato un
sorriso, mentre guardava divertita Sirius e il suo faccino rosso.
“Cos’hai
da ridere?” James, cupo, si voltò verso Remus.
“State
litigando, James!” disse lui come se fosse ovvio.
“Non ci
vedo nulla di così ovvio, Remus” protestò infatti Sirius.
“E’ la prima
volta che litigate seriamente da quando vi siete conosciuti…”.
“In realtà
non abbiamo fatto nient’altro che quello, da quando ci conosciamo” precisò
James.
“Oh
no…quelle erano stupide prese in giro…voi state li-ti-gan-do” scandì bene Lupin “E saprete, spero, che non si può
litigare senza prima essere amici…no?”.
Ci fu un
momento di silenzio assoluto, poi Jennifer scoppiò a ridere di gusto.
“tu sei un
genio, Lupin” esclamò, andando a stringergli la mano. Lui fu sorpreso di ciò e
ricambiò il gesto.
Jennifer
non credeva di poterlo fare, prima o poi, di toccare un “mezzosangue” – così li
chiamava suo padre – così da vicino…ma negli ultimi tempi aveva fatto molte
cose che non si aspettava, e altrettante ne avrebbe fatte in vita sua.
“D’accordo,
d’accordo” fece James, moderando l’espressione trionfante di Remus “mi arrendo
mi arrendo è finita The End hai capito Black per questa volta la passi
liscia!”.
“Bandiera
bianca, Potter?” Sirius gli tese la mano, con un sorriso.
James
sbuffò, ma poi gli tese la mano, dicendo:
“Ok, ora ti ho raddrizzato per bene ma ho sprecato ben troppi giorni dietro al
tuo caso disperato…non sarebbe ora di farti perdonare?”.
“Che cosa
vuoi, James?” disse Sirius sbuffando, mentre Potter lo trascinava via.
“Beh,
vedi, ci sarebbe, emh… Evans, te la ricordi? Occhi verdi, capelli rossi, uno
schianto…avrai capito, immagino…ecco, lei…”.
***
“No, no,
no!” la voce di Lupin sovrastò i borbottii senza senso di Peter, che ripeteva
qualcosa tra sé e sé.
“No?”
ripeté Peter spiazzato, bloccandosi. Lupin estrasse la bacchetta e fece
lievitare un poco il proprio bicchiere di succo di zucca, pronunciando
chiaramente “Wingardium Leviosa”.
“Mmmpf…pfdai
Minus…è pfacile” aggiunse James con la bocca piena di dolce alla melassa. A
cena lo mettevano sempre in tavola e James non aspettava altro che quello.
Sirius nel
frattempo osservava annoiato i tentativi di Peter di compiere l’incantesimo che
a lui riusciva benissimo. Il ragazzino era l’unico della loro classe a non
essere ancora riuscito a praticarlo.
“Mmm, ok”
replicò Peter non proprio convinto “Wingardium
Laviosa”.
“No, è
Leviosa” disse allora Remus paziente, incurante delle risate dei vicini,
divertiti dalla scenetta.
“Pfleviofa…”
soggiunse James, preparandosi ad ingoiare un bicchierone di succo.
“Quando
parli con la bocca piena sei terribile, Jamie” gli fece notare Sirius.
“Allora…allora”
fece Peter, asciugandosi la fronte “
Wingardium Leviosa”.
Immobilità
assoluta. Il suo bicchiere si sarebbe spostato di più con uno spiffero di
vento.
“Certo, se
agitassi la bacchetta invece di puntarla e basta…” sospirò Remus, guardando
mesto il proprio piatto.
“oh,
insomma” Sirius estrasse la propria bacchetta, puntandola contro una torta di
frutta “Wingardium Leviosa”.
Questa si
librò in aria con grazia, volteggiando sopra le teste dei ragazzi, in
particolare sopra quella ammirata di Peter.
“Visto?”
disse Sirius con un sorriso. La sua torta aveva raggiunto un’altezza
spropositata.
“Bravo,
Sis” commentò Remus.
“Mpf”.
Naturalmente questo era James, che stava terminando l’ultima fetta di torta
disponibile.
“E’
facile, Peter, devi solo concentrarti” dicendo questo, Sirius interruppe il
contatto e ripose la bacchetta in tasca.
Seguì un
“Oho” all’unisono. La torta sfrecciò verso il basso a velocità inarrestabile.
Quattro
teste si voltarono all’istante verso il piccolo corridoio che separava i tavoli
di Grifondoro e Serpeverde.
Un
terribile “splaf”, qualche briciola e anche qualche pezzo di frutta fu ciò che
finì sulle teste degli studenti vicini. Il resto finì esattamente sopra il capo
di Bellatrix Lestrange, appena alzatasi da tavola con i suoi compagni.
Seguì una
manciata di secondi silenzio assoluto, interrotti ad un tratto da qualche
bisbiglio e alcune risatine non identificate.
Poi,
lentamente, il viso di Bellatrix Black si voltò verso Sirius, James, Remus e
Peter, e con esso tutta la gelatina e il pan di spagna che lo coprivano.
Sirius
deglutì e si alzò dalla panca.
“Emh…”.
“TU!”.
“No, no,
aspetta ti prego…”.
Due amiche
di Bellatrix rabbrividirono, e una di loro mormorò “gratta e netta”. I resti di torta sparirono subito. Ma Sirius
avrebbe preferito che non lo facessero, perché ora poteva vedere con i suoi
occhi l’espressione spietata della cugina.
“Come
hai..”.
“Mi
dispiace, mi dispiace…io…” Sirius era rosso in viso, ma non per la vergogna:
non sapeva come evitare di ridere, al solo pensiero di Bellatrix ricoperta di
torta.
“Fai bene
a dispiacerti, moccioso” disse Bellatrix con voce sepolcrale. Dal tavolo di
Serpeverde qualcuno rise, compresi Lucius Malfoy, il fratello di Jennifer,
Cadmus Bloode, e la loro truppa.
“Che vuoi,
Black?” intervenne James con gli angoli della bocca ancora sporchi di glassa.
“E tu che
vuoi, mostricciattolo?” scattò lei punta sul vivo.
“Voglio
che la pianti di fare tanta scena per una torta che era pure buona”.
“E voglio
che tu chiuda la tua bocca all’istante!” sbottò Bellatrix muovendosi
pericolosamente verso James.
“No,
aspetta…” cercò di fermarla Sirius.
“Cosa succede
qui?”. La voce della professoressa McGranitt salvò la vita a James. Bellatrix
si fermò e indicò James con l’indice a due centimetri dalla faccia del ragazzo.
“Questi
bambini giocano col cibo!” protestò Bellatrix.
La
McGranitt guardò i Grifondoro in attesa di una qualsiasi replica.
“Ci
stavamo solo esercitando” disse Sirius.
“Già, e a
me è sfuggito il controllo dell’incantesimo, professoressa” dichiarò James, al
che sia Bellatrix che Sirius lo guardarono con gli occhi di fuori “Mi perdoni”.
“Professoressa…ma
lui..” Bellatrix ancora non ritraeva il
proprio indice “Non è stato lui…”.
“certo che
sì” replicò James.
“NO!”
esclamò Bellatrix.
“Stia
tranquilla, signorina Black, il signor Potter sarà punito adeguatamente” le
disse tranquilla la professoressa.
“Ma è
stato Sirius Black, professoressa, non…”.
“Non vedo
perché il signor Potter dovrebbe assumersi colpe che non ha…non vorrei
insinuare che lei voglia attribuire per forza la colpa al signor Black” le
disse la McGranitt con un sopracciglio rialzato.
Bellatrix
assunse un’espressione indignata e si allontanò a grandi passi (l’indice
davanti alla faccia di James fu l’ultima parte di lei a muoversi).
“Ma
veramente…” fece Sirius, e la McGranitt lo scrutò attentamente.
“Sono
davvero stato io” disse Sirius, mentre James gli scoccava un’occhiataccia.
“Perché
devi sempre rovinare tutto, idiota?”.
“Signor
Potter!!” esclamò la McGranitt.
“Emh mi
scusi prof!” James si grattò la testa “Comunque è colpa un po’ di tutti…”.
“vero”
alzò la mano Remus, al che la professoressa lo guardò colpita.
“Anche io
“ disse pronto Peter.
Gli altri
Grifondoro si scambiarono occhiate sorprese e divertite.
“Bene”
disse la McGranitt “Allora suppongo che sarete felici di condividere tutti una
punizione…credo che sarà la tua prima e ultima, signor Lupin, però…”.
“Va bene,
professoressa” dissero Lupin e Peter.
“Certo che
sì” disse Sirius.
“per me va
bene…mi fate commuovere ragazzi” disse James facendo finta di asciugarsi una
lacrimuccia.
“Bene”
disse la professoressa avviandosi al tavolo dei professori “Domani alle cinque
nel mio ufficio, tutti e quattro”.
“Evvai!”
esclamò James.
I quattro
sfogarono le loro risate sulla scena “Bellatrix-torta” nel percorso dalla Sala
Grande alla Sala Comune, e anche all’interno della stessa: James faceva la parte
di Bellatrix con il suo dito puntato sul naso di Peter, che si sganasciava
dalle risate, mentre Sirius portava gli occhiali di James e faceva la parte
della McGranitt; dal canto suo, Lupin riproduceva la faccia allibita di Sirius
nel vedere la cugina litigare con James.
James
prese a roteare per la Sala, facendo
ridere i presenti, profondendosi in imitazioni sempre più indignate della
Black, finché, sfinito, crollò su una poltrona.
“Sei un
grande, Potter” gli disse uno con i capelli rossi seduto su un divano lì
vicino.
“Davvero?
Beh grazie…” replicò James “tu sei…?”.
“Arthur,
Arthur Weasley”.
“Tanto
piacere…che stai facendo?”.
“L’incantesimo
‘aguamenti’…” gli disse mostrando un calice pieno d’acqua “Anche se preferirei
leggere questo”. Gli mostrò un manuale abbastanza spesso che recava la dicitura
‘I Babbani e le loro stranezze’.
“Ah beh,
amico, io non ci capisco niente di quella roba” rise James, poi sentì Sirius
che lo chiamava:
“Ehi,
James, amico, fagli vedere come facevo con il Wingardium Leviosa!”, mentre lì
vicino Paciock rideva con Remus.
Allora
prese al volo il calice del suo nuovo amico, scusandosi, e disse: “Wingardium Leviosa!”
L’incantesimo
gli riuscì, e il calice pieno d’acqua prese a volteggiare sopra di loro, loro
che nel frattempo avevano iniziato un trenino canticchiando “E la Bella serpentessa… la prof la crede una
fessa…si è presa la torta in testa…e noi qui a fare festa..”
“Ehi,
Jamie” sbraitò Sirius allegro “Guarda chi si è aggiunta al trenino…”.
James, con
il braccio alzato verso il calice, scorse con un’occhiata la coda della fila e
vide Lily Evans ridere con le sue amiche.
“CIAO!!”
urlò allora il ragazzo, alzando entrambe le braccia e rompendo la fila.
Ruppe
anche l’incantesimo, in realtà, ma questa è storia vecchia: così come credo già
indovinerete che il contenuto del calice si rovesciò sopra qualcuno.
Splash
“OHO SEI
NEI GUAI AMICO!” fece Sirius sghignazzando, mentre Peter addirittura piangeva.
“…POTTTTEEEEER!!”.
“Oddio
Lily ti prego perdonami…stai bene…ti sei rotta qualcosa…?”.
***