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Autore: eleblack    26/12/2006    2 recensioni
I Malandrini ad Hogwarts: come si sono conosciuti e voluti bene, avventura dopo avventura..con qualche nuova conoscenza!!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“Ciao Sissi…non cerchi più la mamma, ora, eh

“Ciao Sissi…non cerchi più la mamma, ora, eh?”.

Un gruppo di Serpeverde del terzo anno passò sghignazzando di fronte all’aula di Pozioni, da cui uscivano i ragazzi del primo anno di Grifondoro.

Lucius Malfoy si distinse tra di loro sogghignando più forte, e Sirius lo guardò minaccioso ma lasciò correre. Lo tormentava così dall’ultima Strillettera che gli aveva inviato sua madre, direttamente da Grimmauld Place. Era stato due giorni prima, dopo che per tanto tempo Sirius aveva aspettato una qualsiasi reazione della sua famiglia al suo smistamento a Grifondoro.

“Dovresti dirgli qualcosa, a Malfoy, lo sai” mormorò James vicino a lui.

Sirius sbuffò:”Te l’ho detto mille volte, Potter…non posso vantarmi di essere finito a Grifondoro”.

“Perché no? E’ una Casa rispettabilissima” argomentò Remus avanzando col suo carico di libri.

“Serpeverde lo era di più” disse Sirius scontento.

Col tempo aveva fatto l’abitudine di essere considerato un Grifondoro, ma aveva pensato male di quella Casa – o meglio, di qualunque Casa che non fosse Serpeverde – per undici anni ed era sicuro che ci sarebbe voluto del tempo per accettare la situazione.

Sua cugina Andromeda era l’unica che aveva continuato a trattarlo allo stesso modo.

L’aveva consolato della Strillettera e consigliato di farsi subito degli amici.

James, in ascolto, aveva subito colto l’occasione per presentarsi ad Andromeda come un potenziale amico di Sirius che poteva aiutarlo a superare la delusione eccetera eccetera, e la ragazza ne era risultata talmente soddisfatta da consigliare al cugino la sua compagnia.

“Certo che siete i soliti!”.

“Non lagnarti, Jenny…”.

“Già, basta piagnucolare…”.

Remus, James, Peter, Frank e Sirius ritrovarono sulla loro strada il gruppo di Serpeverde che era andato avanti, e stavolta uno dei ragazzi, dai capelli rossi e gli occhi azzurro ghiaccio, stava discutendo con Jennifer Bloode.

“Sirius, c’è la tua amica” fece James.

“L’ho vista, Potter” sillabò Sirius, senza fermarsi.

“Avanti, Jenny, lasciami andare” protestò il ragazzo dai capelli rossi, scocciato, lasciandola lì col muso mentre se ne andava con il suo gruppo di sghignazzanti amici.

Jennifer si girò e si accorse di Sirius che le passava poco lontano.

“Sirius…” mormorò, facendosi più vicina.

“Oh oh” borbottò James, poi si sentì strattonare “hey, Lupin ma che fai?”.

“Portami a vedere la tua nuova scopa, Potter, dai!” fece Remus trascinandolo via “Tanto lo sappiamo tutti che entrerai nella squadra di Quidditch al primo colpo!”.

“Sì sì vengo anch’io” li informò Frank, e insieme a Peter Minus li seguì a ruota.

Sirius sbuffò, mormorando qualcosa come “stupidi”.

“Come ti trovi?” disse subito Jennifer.

“Emh…” Sirius non credeva che la sua amica Jenny gli avrebbe più rivolto la parola, ed ora non sapeva se risponderle la verità “Così così”.

“Non è…tanto grave, no?”.

“Cosa?”.

“Che sei…un Grifondoro…” balbettò Jennifer insicura “perdona mio fratello, ti prego, quando sta con i suoi amici si trasforma”.

“Figurati. Tu? Come ti trovi?”.

“Emh…bene, papà è molto contento…emh…oh ti prego, scusami Sirius!” esclamò improvvisamente, quasi con le lacrime agli occhi.

“Cosa?” disse lui ancora.

“Io non…non credevo che saremmo stati ancora amici…dopo…beh…dopo tu-sai-cosa…e ora che posso parlarti mi comporto da stupida…e invece di consolarti” Jenny tirò su col naso “…ti racconto cose che non ti farebbero mai star meglio!”.

“Ma io sto meglio, Jenny!” ammise Sirius a voce alta.

Neanche lui avrebbe mai creduto di poterlo dire, ma la vita da Grifondoro non era male, se scartava tutti gli insulti degli altri Serpeverde – che un giorno o l’altro, presto o tardi, l’avrebbero fatta finita – e le Strillettere che sua madre avrebbe molto probabilmente continuato a mandare. D’altronde, non l’avrebbe rivista prima di giugno, quindi gli conveniva divertirsi nei suoi ultimi nove o dieci mesi di vita…

“Davvero Sirius?” fece Jennifer sbalordita ma contenta.

“Sì, certo” confermò lui,  contento di vederla finalmente sorridere.

“ORA BASTA!!”.

Entrambi si voltarono. James Potter aveva sbattuto i propri libri per terra e guardava Sirius profondamente irato.

“BASTA, BLACK, HAI FINITO DI PRENDERCI IN GIRO TUTTI QUANTI!”.

“Ma che ci fai qui? Non eri andato con Lup- “ borbottò Sirius, ma poi si accorse di Remus che lo salutava con un cenno sconsolato alle spalle di James.

“No, siamo rimasti nelle vicinanze – a origliare, se vuoi saperlo – e per fortuna…HAI FINITO DI FARE LA DOPPIA FACCIA CON ME, CAPITO, BLACK?!”.

“Potter, rischi di sembrare maleducato” gli fece notare Jennifer.

“Fatti da parte, carina” proruppe lui, guardando Sirius come pronto ad esplodere “Dio sa quanto ho faticato per tirarti fuori una parola amichevole in questi giorni, e tu che fai? Tu che fai?” sbraitò James “Vai a dire alla tua amichetta che stai bene, stai meglio a Grifondoro, che non è poi così male…”.

“E’ la verità, James…” fece Sirius allarmato “Non è così terribile come credevo”.

“E grazie a chi? Grazie a CHI?!’” domandò agitando un dito.

“Non prenderti tutto il merito, Potter” lo minacciò Sirius agitando un dito a sua volta “Certo, però hai fatto la tua buona parte…rompendomi le palle tutta da quando siamo qui…”.

Rimasero così, con le dita sospese a mezz’aria…finché qualcuno scoppiò a ridere.

Lupin, per la precisione, scoppiò a ridere.

Anche Peter e Frank ridacchiarono sotto i baffi e persino a Jennifer fu strappato un sorriso, mentre guardava divertita Sirius e il suo faccino rosso.

“Cos’hai da ridere?” James, cupo, si voltò verso Remus.

“State litigando, James!” disse lui come se fosse ovvio.

“Non ci vedo nulla di così ovvio, Remus” protestò infatti Sirius.

“E’ la prima volta che litigate seriamente da quando vi siete conosciuti…”.

“In realtà non abbiamo fatto nient’altro che quello, da quando ci conosciamo” precisò James.

“Oh no…quelle erano stupide prese in giro…voi state li-ti-gan-do” scandì bene Lupin “E saprete, spero, che non si può litigare senza prima essere amici…no?”.

Ci fu un momento di silenzio assoluto, poi Jennifer scoppiò a ridere di gusto.

“tu sei un genio, Lupin” esclamò, andando a stringergli la mano. Lui fu sorpreso di ciò e ricambiò il gesto.

Jennifer non credeva di poterlo fare, prima o poi, di toccare un “mezzosangue” – così li chiamava suo padre – così da vicino…ma negli ultimi tempi aveva fatto molte cose che non si aspettava, e altrettante ne avrebbe fatte in vita sua.

“D’accordo, d’accordo” fece James, moderando l’espressione trionfante di Remus “mi arrendo mi arrendo è finita The End hai capito Black per questa volta la passi liscia!”.

“Bandiera bianca, Potter?” Sirius gli tese la mano, con un sorriso.

James sbuffò,  ma poi gli tese la mano, dicendo: “Ok, ora ti ho raddrizzato per bene ma ho sprecato ben troppi giorni dietro al tuo caso disperato…non sarebbe ora di farti perdonare?”.

“Che cosa vuoi, James?” disse Sirius sbuffando, mentre Potter lo trascinava via.

“Beh, vedi, ci sarebbe, emh… Evans, te la ricordi? Occhi verdi, capelli rossi, uno schianto…avrai capito, immagino…ecco, lei…”.

 

***

 

“No, no, no!” la voce di Lupin sovrastò i borbottii senza senso di Peter, che ripeteva qualcosa tra sé e sé.

“No?” ripeté Peter spiazzato, bloccandosi. Lupin estrasse la bacchetta e fece lievitare un poco il proprio bicchiere di succo di zucca, pronunciando chiaramente “Wingardium Leviosa”.

“Mmmpf…pfdai Minus…è pfacile” aggiunse James con la bocca piena di dolce alla melassa. A cena lo mettevano sempre in tavola e James non aspettava altro che quello.

Sirius nel frattempo osservava annoiato i tentativi di Peter di compiere l’incantesimo che a lui riusciva benissimo. Il ragazzino era l’unico della loro classe a non essere ancora riuscito a praticarlo.

“Mmm, ok” replicò Peter non proprio convinto “Wingardium Laviosa”.

“No, è Leviosa” disse allora Remus paziente, incurante delle risate dei vicini, divertiti dalla scenetta.

“Pfleviofa…” soggiunse James, preparandosi ad ingoiare un bicchierone di succo.

“Quando parli con la bocca piena sei terribile, Jamie” gli fece notare Sirius.

“Allora…allora” fece Peter, asciugandosi la fronte “ Wingardium Leviosa”.

Immobilità assoluta. Il suo bicchiere si sarebbe spostato di più con uno spiffero di vento.

“Certo, se agitassi la bacchetta invece di puntarla e basta…” sospirò Remus, guardando mesto il proprio piatto.

“oh, insomma” Sirius estrasse la propria bacchetta, puntandola contro una torta di frutta “Wingardium Leviosa”.

Questa si librò in aria con grazia, volteggiando sopra le teste dei ragazzi, in particolare sopra quella ammirata di Peter.

“Visto?” disse Sirius con un sorriso. La sua torta aveva raggiunto un’altezza spropositata.

“Bravo, Sis” commentò Remus.

“Mpf”. Naturalmente questo era James, che stava terminando l’ultima fetta di torta disponibile.

“E’ facile, Peter, devi solo concentrarti” dicendo questo, Sirius interruppe il contatto e ripose la bacchetta in tasca.

Seguì un “Oho” all’unisono. La torta sfrecciò verso il basso a velocità inarrestabile.

Quattro teste si voltarono all’istante verso il piccolo corridoio che separava i tavoli di Grifondoro e Serpeverde.

Un terribile “splaf”, qualche briciola e anche qualche pezzo di frutta fu ciò che finì sulle teste degli studenti vicini. Il resto finì esattamente sopra il capo di Bellatrix Lestrange, appena alzatasi da tavola con i suoi compagni.

Seguì una manciata di secondi silenzio assoluto, interrotti ad un tratto da qualche bisbiglio e alcune risatine non identificate.

Poi, lentamente, il viso di Bellatrix Black si voltò verso Sirius, James, Remus e Peter, e con esso tutta la gelatina e il pan di spagna che lo coprivano.

Sirius deglutì e si alzò dalla panca.

“Emh…”.

“TU!”.

“No, no, aspetta ti prego…”.

Due amiche di Bellatrix rabbrividirono, e una di loro mormorò “gratta e netta”. I resti di torta sparirono subito. Ma Sirius avrebbe preferito che non lo facessero, perché ora poteva vedere con i suoi occhi l’espressione spietata della cugina.

“Come hai..”.

“Mi dispiace, mi dispiace…io…” Sirius era rosso in viso, ma non per la vergogna: non sapeva come evitare di ridere, al solo pensiero di Bellatrix ricoperta di torta.

“Fai bene a dispiacerti, moccioso” disse Bellatrix con voce sepolcrale. Dal tavolo di Serpeverde qualcuno rise, compresi Lucius Malfoy, il fratello di Jennifer, Cadmus Bloode, e la loro truppa.

“Che vuoi, Black?” intervenne James con gli angoli della bocca ancora sporchi di glassa.

“E tu che vuoi, mostricciattolo?” scattò lei punta sul vivo.

“Voglio che la pianti di fare tanta scena per una torta che era pure buona”.

“E voglio che tu chiuda la tua bocca all’istante!” sbottò Bellatrix muovendosi pericolosamente verso James.

“No, aspetta…” cercò di fermarla Sirius.

“Cosa succede qui?”. La voce della professoressa McGranitt salvò la vita a James. Bellatrix si fermò e indicò James con l’indice a due centimetri dalla faccia del ragazzo.

“Questi bambini giocano col cibo!” protestò Bellatrix.

La McGranitt guardò i Grifondoro in attesa di una qualsiasi replica.

“Ci stavamo solo esercitando” disse Sirius.

“Già, e a me è sfuggito il controllo dell’incantesimo, professoressa” dichiarò James, al che sia Bellatrix che Sirius lo guardarono con gli occhi di fuori “Mi perdoni”.

“Professoressa…ma lui..” Bellatrix  ancora non ritraeva il proprio indice “Non è stato lui…”.

“certo che sì” replicò James.

“NO!” esclamò Bellatrix.

“Stia tranquilla, signorina Black, il signor Potter sarà punito adeguatamente” le disse tranquilla la professoressa.

“Ma è stato Sirius Black, professoressa, non…”.

“Non vedo perché il signor Potter dovrebbe assumersi colpe che non ha…non vorrei insinuare che lei voglia attribuire per forza la colpa al signor Black” le disse la McGranitt con un sopracciglio rialzato.

Bellatrix assunse un’espressione indignata e si allontanò a grandi passi (l’indice davanti alla faccia di James fu l’ultima parte di lei a muoversi).

“Ma veramente…” fece Sirius, e la McGranitt lo scrutò attentamente.

“Sono davvero stato io” disse Sirius, mentre James gli scoccava un’occhiataccia.

“Perché devi sempre rovinare tutto, idiota?”.

“Signor Potter!!”  esclamò la McGranitt.

“Emh mi scusi prof!” James si grattò la testa “Comunque è colpa un po’ di tutti…”.

“vero” alzò la mano Remus, al che la professoressa lo guardò colpita.

“Anche io “ disse pronto Peter.

Gli altri Grifondoro si scambiarono occhiate sorprese e divertite.

“Bene” disse la McGranitt “Allora suppongo che sarete felici di condividere tutti una punizione…credo che sarà la tua prima e ultima, signor Lupin, però…”.

“Va bene, professoressa” dissero Lupin e Peter.

“Certo che sì” disse Sirius.

“per me va bene…mi fate commuovere ragazzi” disse James facendo finta di asciugarsi una lacrimuccia.

“Bene” disse la professoressa avviandosi al tavolo dei professori “Domani alle cinque nel mio ufficio, tutti e quattro”.

“Evvai!” esclamò James.

I quattro sfogarono le loro risate sulla scena “Bellatrix-torta” nel percorso dalla Sala Grande alla Sala Comune, e anche all’interno della stessa: James faceva la parte di Bellatrix con il suo dito puntato sul naso di Peter, che si sganasciava dalle risate, mentre Sirius portava gli occhiali di James e faceva la parte della McGranitt; dal canto suo, Lupin riproduceva la faccia allibita di Sirius nel vedere la cugina litigare con James.

James prese a  roteare per la Sala, facendo ridere i presenti, profondendosi in imitazioni sempre più indignate della Black, finché, sfinito, crollò su una poltrona.

“Sei un grande, Potter” gli disse uno con i capelli rossi seduto su un divano lì vicino.

“Davvero? Beh grazie…” replicò James “tu sei…?”.

“Arthur, Arthur Weasley”.

“Tanto piacere…che stai facendo?”.

“L’incantesimo ‘aguamenti’…” gli disse mostrando un calice pieno d’acqua “Anche se preferirei leggere questo”. Gli mostrò un manuale abbastanza spesso che recava la dicitura ‘I Babbani e le loro stranezze’.

“Ah beh, amico, io non ci capisco niente di quella roba” rise James, poi sentì Sirius che lo chiamava:

“Ehi, James, amico, fagli vedere come facevo con il Wingardium Leviosa!”, mentre lì vicino Paciock rideva con Remus.

Allora prese al volo il calice del suo nuovo amico, scusandosi, e disse: “Wingardium Leviosa!”

L’incantesimo gli riuscì, e il calice pieno d’acqua prese a volteggiare sopra di loro, loro che nel frattempo avevano iniziato un trenino canticchiando “E la Bella serpentessa… la prof la crede una fessa…si è presa la torta in testa…e noi qui a fare festa..”

“Ehi, Jamie” sbraitò Sirius allegro “Guarda chi si è aggiunta al trenino…”.

James, con il braccio alzato verso il calice, scorse con un’occhiata la coda della fila e vide Lily Evans ridere con le sue amiche.

“CIAO!!” urlò allora il ragazzo, alzando entrambe le braccia e rompendo la fila.

Ruppe anche l’incantesimo, in realtà, ma questa è storia vecchia: così come credo già indovinerete che il contenuto del calice si rovesciò sopra qualcuno.

Splash

“OHO SEI NEI GUAI AMICO!” fece Sirius sghignazzando, mentre Peter addirittura piangeva.

“…POTTTTEEEEER!!”.

“Oddio Lily ti prego perdonami…stai bene…ti sei rotta qualcosa…?”.

 

***

 

  
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