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Autore: siemdrew    12/06/2012    9 recensioni
C'era una volta un Principe. Egli regnava con amore sui Monti della Morte, passando per La Foresta dei Sogni e La Foresta Ombrosa, fino al Mare delle Luci. Il Principe amava il suo regno, ma era troppo avido, prepotente ed arrogante col suo popolo. Uccideva i civili, condannava a morte gli innocenti e derideva i più deboli. Finché un giorno arrivò al suo Castello una donna bellissima, che si era persa. Egli le offrì doni, cibo... e un letto per la notte: il suo. Il Principe era così malvagio che non si curò di far sentire a suo agio la donna, bensì tentò di violentarla. Ma la donna si trasformò in una strega dinanzi al Principe. Lo maledette: per tutta l'eternità, il Principe avrebbe dovuto vivere nella torre ovest del suo Castello. Passarono gli anni, ed egli si accorse di non invecchiare. Sicché ebbe un'idea. Decise di rapire ogni mese sei vergini, che avrebbe rinchiuse, ma che poi avrebbe dominate e uccise. E così ancora oggi il Principe violenta e uccide le sue vittime.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Principe
Capitolo 1


C'era una volta un Principe. Egli regnava con amore dai Monti della Morte, passando per La Foresta dei Sogni e La Foresta Ombrosa, fino al Mare delle Luci. Il Principe amava il suo regno, ma era troppo avido, prepotente ed arrogante. Uccideva i civili, condannava a morte gli innocenti e derideva i più deboli. Finché un giorno arrivò al suo Castello una donna bellissima, che si era persa. Egli le offrì doni, cibo... e una stanza per la notte: la sua. Il Principe era così malvagio che non si curò di far sentire a suo agio la donna, bensì tentò di violentarla. Ma la donna si trasformò in una strega dinanzi al Principe. Lo maledette: per tutta l'eternità, il Principe avrebbe dovuto vivere nella torre ovest del suo Castello. Passarono gli anni, ed egli si accorse di non invecchiare. Sicché ebbe un'idea. Decise di rapire ogni mese sei vergini, che avrebbe rinchiuse, ma che poi avrebbe dominate e uccise. E così ancora oggi il Principe violenta e uccide le sue vittime.
 
Chiusi il libro di scatto. Che razza di scrittore era colui che aveva scritto una storiella simile? Riposi il libro sullo scaffale impolverato.
Ero nella vecchia villa di Nonna Melanie. Lei era morta da una settimana e tutti i parenti avevano raggiunto la villa per appropriarsi dei vari oggetti segnati nel testamento. La Nonna mi voleva molto bene e sapeva del mio amore per i libri. Dunque mi aveva lasciato tutti i suoi libri. Il problema era che si trovavano in una soffitta ultrapolverosa.
Quindi eccomi lì, a trafficare tra i libri.
Sentii gli scricchiolii della vecchia scala di legno ormai marcio e vidi spuntare mia sorella. Lei ed io non andavamo molto d'accordo, ma comunque ci volevamo bene. Lei aveva gli stessi capelli castani della mamma, ma gli occhi azzurri di Nonna Melanie. Io avevo preso tutto da papà: avevo i capelli rosso fuoco e gli occhi verdi. Ero lui in versione femminile, diciamo.
«Bello lavorare nella polvere?», mi derise. Certo, a lei erano toccati tutti i film vecchi della Nonna, dato che faceva la scuola d'arte con indirizzo cinema, che si trovavano in salotto.
«Non è divertente, Mary», rimbeccai. Ma Marissa prese a ridere, quindi non l'avrebbe più fermata nessuno. Sbuffai. Toccai con due dita il dorso del libro che conteneva quella storia stupida e feci per scendere le scale. Ma Marissa mi fermò.
«Che libro è?», chiese prendendolo. Sulla copertina rigida c'era una donna nuda avvolta in un velo color rosa antico.
«"Storie da Vartia"», lesse il titolo. «Sembra carino!»
Aprì la prima pagina, dove c'era la storia di poco prima, e la lesse ad alta voce.
«Le donne venivano “dominate e uccise”?», chiese accigliata. «In che senso?»
«Dai, Mary, sei persino più grande di me!», le feci notare aprendo le braccia. Dio, quella ragazza non ce la poteva fare. «Nel senso che le costringeva a far sesso con lui»
«Woah! Se è affascinante mi offro volontaria!»
Avrei voluto dirle “Sì, come tributo?”, ma lei non aveva letto The Hunger Games, quindi non avrebbe capito.
«A parte il fatto che è un personaggio inventato», le dissi ridendo. «Le vergini di cui abusava questo Principe venivano uccise»
Marissa fece un sospiro triste.
«E poi tu non sei vergine», le ricordai con una linguaccia.
Scesi in fretta le scale e raggiunsi la cucina. Mamma era seduta al tavolo di vetro e piangeva, mentre papà le passava una mano sulla schiena. Era una settimana che mamma non faceva altro che piangere. Infondo, Nonna Melanie era sua madre.
Zio Alec, fratello di mamma, era ai fornelli. Non era così bravo a cucinare, ma faceva una frittata e un cheesecake perfetti. Di solito ci cucinava quelli.
«Tutto bene?», mi chiese a bassa voce rompendo le uova. Annuii e guardai fuori dalla finestra. Era già buio! Possibile che fossi stata in soffitta otto ore?
Uscii dalla cucina e andai in salotto. Presi le chiavi della nostra Audi nera e uscii dalla villa.
Quando quella mattina eravamo arrivati si stava bene anche senza felpa, ma ora si gelava. Così aprii la portiera e presi la mia felpa con cappuccio dei Green Day.
Era tutto buio, a parte l'interno dell'auto, e ciò mi faceva un po' paura. Noi, la famiglia Russell, abitavamo in un hotel a cinque stelle. Voglio dire, i miei lo gestivano e quindi vivevamo nell'attico. Era un “appartamento” nel centro di Londra. Era tutto a finestroni, quindi sembrava quasi di stare nell'ascensore invisibile di Willy Wonka. Ed ero così abituata alle luci e ai rumori della città, che andare a stare qualche giorno in campagna mi faceva uno strano effetto. Infatti la villa si trovava molto fuori Sheffield.
Comunque, in tutto quel buio riuscii a vedere una figura grossa che mi si avvicinava. Entrai terrorizzata nell'auto e chiusi la portiera con le sicure. Poi l’Audi sprofondò nel buio. Quando la figura si appoggiò all'auto, riconobbi Amadeus, il rottweiler della Nonna. Lei lo aveva lasciato a zia Coleen, una sorella di mamma – mamma aveva due sorelle e cinque fratelli – ma Amadeus si era innamorato di me, quindi zia ce lo aveva lasciato. Il problema di questo cane grande e grosso era che da solo in giardino non ci andava, quindi mi toccava sempre accompagnarlo.
Quindi uscii dall'auto e facemmo un giro nel giardino. Avevo sempre con me una mini torcia, di quelle che si attaccano ai passanti dei jeans, e quindi illuminavo il sentiero.
Amadeus trotterellava qua e là allegramente, ogni tanto abbaiava agli alberi e inseguiva degli uccellini. Dietro di noi, si stagliava l’enorme villa della Nonna. Era una villa vittoriana nel bel mezzo della campagna e circondata da un boschetto. Io avrei avuto paura a vivere in un posto simile, in stile eremita, ma se a Nonna Melanie piaceva non potevo farci niente. Ormai lei non c’era neanche più.
Amadeus cominciò ad abbaiare con più foga verso un albero, sicché gli tirai una pedata sul culo per invogliarlo a proseguire. Mi ringhiò contro, ma poi riportò l’attenzione davanti a sé.
Mi affiancò nel camminare, quasi appiccicandosi alle mie gambe, poi abbaiò di nuovo e corse a scavare davanti alle radici profonde di una quercia. Tentai di allontanarlo da lì per tornare a casa, ma Amadeus continuò a scavare.
Feci per andarmene, ma mi raggiunse uggiolando.
«Stupido cane…», imprecai velocizzando la camminata.
Ma Amadeus continuava ad uggiolare, dandomi terribilmente fastidio.
«Basta!», gridai e lui si bloccò. Non so perché, ma cominciai a correre come una forsennata. E il cane mi inseguiva, ma solo per non restare solo. Mi guardai indietro e quel momento lo rimpiansi immediatamente: andai a sbattere contro un albero.
«AHIA!», urlai tappandomi il naso. Mi usciva un po’ di sangue, ma non era nulla di grave.
Imprecai un altro pochettino, poi diedi un pugno al tronco.
Come se fosse colpa sua, pensai ridacchiando amareggiata. Ma poi notai qualcosa. C’era una porta sul tronco dell’albero. Era una porta a forma di corona, e ciò mi fece venire in mente il Principe violentatore.
Osservai un po’ la porta. C’era un pomello d’oro, ma la corona sembrava incisa nel legno del tronco. La mia intenzione fu quella di aprire la porta, ma mi venne in mente una cosa.
Ragiona, mi dissi. In Nightmare Before Christmas Jack Skeletron apre la porta a forma di albero di Natale e finisce nel paese del Natale. Ora, vuoi finire anche tu in posti strani? No. Quindi sloggia.
Seguii il mio stesso consiglio e mi girai per andarmene con tutta tranquillità. L’avrei semplicemente ignorata, quella porta, come se non fosse mai esistita. Ecco.
Amadeus corse per raggiungermi, ma morse il pomello della porta.
«NO!», gridai spaventata mentre la porta veniva aperta.
Cominciai a correre di nuovo, certa che il cane mi avrebbe seguita. Ma si alzò un vento gelido, che mi spingeva verso la porta. Oddio.
Il vento sapeva di mare e caramelle e mi spingeva sempre di più verso la corona ormai aperta. Mi aggrappai ai lati dell’albero, ma il vento mi fece precipitare in esso.

Oibò? Eccomi di nuovo qua con una storia nuova :D Come "Pekaftet", ho sognato anche questa storia, solo che cominciava da quando lei finiva già dentro l'albero°-° Che ve ne pare*-*? Mio fratello si è spaventato leggendo la storia del Principe, AHAHAHAH, povero :')! Forza, fatemi sapere che ne pensate uwu Grazie :3!
SheBecameBelieber

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