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Autore: Writer96    12/06/2012    11 recensioni
Lui era il ragazzo incredibile, quello bello e dolce e divertente che faceva impazzire le ragazze e che si faceva adorare dagli amici.
Io era una ragazza più o meno come tutte, fatta eccezione per la mia smodata passione per i libri e la capacità di risultare goffa e incredibilmente timida in qualunque situazione.
E puntualmente mi ritrovavo ad ascoltarlo ogni volta che ne combinava qualcuna delle sue.
-Hayley Core, ragazza londinese. Migliore amica di Liam Payne.
O qualcosa di più?
Dal quarto capitolo
Non avrei mai avuto le forze o il coraggio di allontanarmi da Liam solo per smentire delle voci di corridoio.
Avrei sofferto come un cane e probabilmente quelle sarebbero solo aumentate.
Avrei continuato a fare tutto normalmente.
Come se non avessi saputo niente.
Come se avessi avuto le idee chiare in testa.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie '10 Things I didn't give to you'
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"But I see you, with him, slow dancing"
I Wish, One Direction




A volte, quando succede qualcosa di imprevisto, la prima reazione che si ha è quella di ridere.
Nessuno sa spiegarsene il motivo, forse la causa è solo quella sorta di masochismo crudele insito in ognuno di noi che tende a mescolarsi con l’autoironia nei momenti più improponibili e che ci costringe a fare ciò che non faremmo mai.
Ridere perché la situazione è tragica.

La mia tragedia era, certo, quella di una semplice ragazza di neanche vent’anni, che si trovava la fonte della sua confusione mentale nonché migliore amico sulla porta, che la guardava con una sorta di orgoglio misto a qualcosa di non definito, senza avere idea del perché fosse finito lì.
Julie mi aveva detto che sarebbe venuto Harry a prenderci e a me stava benissimo così.
Mi ero sentita sollevata al pensiero di non vedere Liam per tutto il tragitto macchina-casa della festa e avevo sperato, inconsciamente, di non trovarlo nemmeno lì a causa del casino e del rumore.
Ma ovviamente, le cose erano andate diversamente e io ero lì, in quel momento, con l’irrefrenabile voglia di ridere e di scappare di sopra, chiudendomi nella mia camera in attesa dell’allontanarsi della macchina di Harry con dentro tutti quanti.

Deglutii e sorrisi in direzione dei due, cogliendo al volo l’occasione di salutare Harry prima che lui salutasse Julie. Mi slanciai verso di lui e lo baciai sulla guancia, sentendo lo sguardo di Liam che mi perforava la schiena, confuso e stupefatto. Harry rispose al mio saluto con enfasi, per poi dedicarsi a Julie e lasciandomi di fronte a Liam, che aveva inclinato la testa e aperto un poco le braccia.
Lo abbracciai, poggiandogli la testa contro il mento e annusando il suo profumo, una fragranza di Hermès che adoravo e che gli avevo regalato per Natale. Sorrisi soddisfatta quando riuscii a controllarmi e impedii alle mie gambe di tremare, anche grazie ad una potente contrazione dei muscoli, uno dei rimasugli di sei anni di pallavolo.
-Cosa ci fai qui?- gli chiesi, staccandomi da lui per aprire la porta d’ingresso. Lui non rispose, preferendo guardarmi mentre prendevo il cappotto e la borsa. Julie lo salutò con entusiasmo e con una strizzata d’occhi e prese Harry a braccetto, costringendolo a scortarla fuori da bravo cavaliere.
Io affiancai Liam e insieme guardammo Harry aprire la portiera con aria sconfitta a Julie, che salì in macchina atteggiandosi come una grande diva. Risi e non guardai verso Liam, temendo che fraintendesse quel mio gesto e si sentisse obbligato a fare altrettanto e aprii la portiera del sedile posteriore con un gesto secco, che fece traballare me e le mie scarpe.
-Hai messo dei tacchi...- commentò lui una volta salito, guardandomi i piedi che avevo messo scompostamente di lato, per colpa del sedile di Harry tirato eccessivamente indietro. Sorrisi e gli puntai un dito contro con aria di finta accusa.
-Io ti chiedo che ci fai qui e tu mi parli dei miei tacchi...- dissi e sentii Julie sghignazzare, probabilmente a causa di uno dei commentino sussurrati di Harry contro le ragazze con i tacchi.
Per quanto ne sapevo, una volta una tipa gli aveva quasi rotto un dito del piede pestandoglielo con il suo tacco a spillo di dodici centimetri.
-Scusa, è che è strano vederti con un vestito. Mi stavo godendo l’esperienza... E comunque serviva un passaggio anche a me. Zayn si è fregato la mia macchina..- mi rispose e io stavo già per annuire comprensiva, quando registrai le sue parole. Mi stavo godendo l’esperienza non era qualcosa che Liam avrebbe detto solitamente. Era troppo da spaccone, troppo da persona sicura di sé.
-Com’è che usi tutte queste frasi da duro, Payne?- dissi e sentii le mie gambe vibrare, segno che o Harry mi stava ascoltando e aveva frainteso tutto o che Julie aveva svelato una vena particolarmente umoristica quella sera.

Guardai Liam negli occhi e poi passai a valutarne la figura intera, compresa la felpa grigia che gli calzava a pennello e i jeans neri che aveva comprato un giorno con me e Julie e non potei non pensare al dolore sordo che avevo allo stomaco che non mi aveva abbandonata neppure per un istante da quando avevo iniziato a pensare a lui. Odiavo quella situazione e ancora di più odiavo pensare a come avevo reagito, a quello che avevo fatto... dopo quello che era successo.
Odiavo il fatto che, nonostante tutto, avessi avuto la possibilità di cambiare qualcosa per poi sprecarla, limitandomi a rimanere un’amica.
La migliore amica confusa.
Ecco. Odiavo anche quella frase.

-E’ colpa di Zayn. Di come parla alle ragazze di solito e della maniera in cui le conquista al primo istante. E’ tutta colpa della sua influenza negativa. Chiedo venia, mi è accordata, Miss? E comunque sia, stai bene davvero.- mi disse e io abbassai gli occhi, guardandomi la punta delle scarpe, che sapevo si sarebbe sporcata in un battibaleno.
C’era ancora qualcosa di sbagliato in ciò che aveva detto. Quella cosa sul conquistare le ragazze, che non c’entrava niente con la situazione. O forse c’entrava, e Liam preferiva provare una cosa simile con me, che ero la sua migliore amica e che al massimo l’avrei mandato amorevolmente a quel paese, prima di farlo con una sconosciuta alla festa di Niall.
Mi imposi di distrarmi e di smetterla di farmi tutte queste paranoie.
Almeno questo l’avevo capito.
Era inutile fare le ipotesi più assurde solo per accontentare il proprio ego o il proprio cuore.
Per quanto ne sapevo io, nella realtà non cambiava mai niente solo perché qualcuno aveva deciso che qualcosa doveva cambiare e spesso dietro alle azioni c’erano molti meno problemi di quanto uno si immaginasse.
Non avevo mai considerato, in quel tormentato pezzo di settimana, il fatto che Liam si potesse essere messo con Elizabeth solo per rendermi gelosa, perché sapevo che non era andata così, nonostante mi sarebbe, inconsciamente penso, piaciuto.
Mi ero controllata, come facevo sempre.
E anche lì, in quel momento, seduta in macchina con Liam che mi guardava sorridente, mi rifiutavo di pensare che in realtà volesse semplicemente provarci con me.

Quando il motore si spense aprii con gratitudine la portiera e guardai ammirata la villa dove si svolgeva la festa, dalla quale proveniva una musica non eccessivamente truzza e nemmeno troppo fastidiosa, e dalla quale uscivano e poi rientravano tantissime persone che sorseggiavano cocktail dai colori non troppo improbabili.
Niente di eccessivamente sfrenato, niente di esagerato.
Per quanto poco conoscessi Niall, sapevo che quella festa era decisamente nel suo stile.
Mentre mi avvicinavo piano al portone mi accorsi della presenza di Liam al mio fianco e non potei non sorridere quando, passando davanti a un gruppo di ragazze mediamente ubriache che lo guardavano civettuole, poggiò il suo braccio sulle mie spalle e continuò a camminare quasi incurante. Dentro la musica era più forte e il calore mi si schiaffò in faccia prima ancora della vista di un centinaio di persone che ballavano scatenate a ritmo di Sorry For Party Rockin’. Mi separai da Liam perché ormai il pericolo oche era passato e dunque non c’era più motivo di rimanere in quella posizione, per quanto mi sarebbe piaciuto poterlo fare.
Vidi Niall da lontano che parlava con una ragazza dai capelli rossi e dall’aria simpatica e lo salutai con una mano, per non interrompere quella che aveva l’aria di essere una conversazione molto piacevole.
Zayn si avvicinò a me e a Liam velocemente, con un bicchiere in mano e con alle spalle una ragazza con aria delusa, e ci salutò con felicità, urlandoci nelle orecchie per farsi sentire.
Per quanto potesse essere pazzo, non amava ubriacarsi o fare chissà cosa durante le feste, e fu un piacere scoprire che neanche quella volta stava facendo un eccezione. Con Liam parlò più a lungo e più concitatamente, facendo dei gesti con la mano che sembravano incitare l’amico a seguirlo, ma senza successo.
Zayn si allontanò con un sorriso malizioso e io sospirai quando lo vidi tornare dalla ragazza di poco prima, che sembrava essere particolarmente felice del suo ritorno.

Ero a disagio, perciò iniziai a ballicchiare sul posto mentre Liam si avvicinava al tavolo delle bevande. Vi rimase due o tre minuti, durante i quali io continuai a muovermi a ritmo di musica e fissai Julie ed Harry che si gettavano a ballare, contenti e allegri. Mi tolsi il cardigan e lo poggiai sopra la borsa insieme al giacchetto e mi guardai intorno senza uno scopo preciso, in attesa spasmodica di Liam.
Arrivò, quasi evocato dal mio pensiero, con due bicchieri in mano e me ne porse uno, che io guardai con diffidenza, a causa del mio mal sopportare le bevande alcoliche.
Ma poi la consapevolezza che neanche Liam ne bevesse mi invase e io sorseggiai con più tranquillità.
Si trattava di tè alla pesca, ma probabilmente qualcuno doveva aver tentato di correggerlo, perché quando mi scese in gola mi lasciò una spiacevole sensazione di bruciore che mi fece storcere la bocca. Liam mi vide e annuì, comprensivo, mentre indicava il guardaroba con un dito.
Una volta lasciati i vestiti cercammo una zona non troppo piena di gente e individuammo un divanetto dall’aria comoda, sul quale ci sedemmo con gratitudine.

-Scusa se ci ho messo tanto, ma tu non sai la fatica che ho fatto per trovare qualcosa di non alcolico...- mi disse nell’orecchio e io annuii, appoggiandomi un po’ a lui e un po’ allo schienale mentre pensavo a cosa fare. Avrei voluto parlare di quello che era successo, chiarire e poi decidere il da farsi, ma avevo abbastanza neuroni per capire che una festa non era il momento adatto.
-Mi daresti.... l’onore di questo ballo?- gli chiesi a un certo punto, riconoscendo le prime note di Tonight we are young, canzone che adoravo con tutte le mie forze. Lui rise e poi si alzò, avvicinandosi al mio orecchio per dirmi qualcosa.
-Lo mettiamo nella lista delle dieci cose anche questo, allora?- domandò e io annuii, cantando il testo della canzone e iniziando a spostare il peso da un piede all’altro muovendo i polsi e le braccia a fianco del corpo. Eravamo ancora vicini quando la canzone finì e iniziò una serie di bussi che nel giro di quattro o cinque secondi mi avrebbe dato sicuramente sui nervi, ma nessuno di noi due si spostò di un centimetro. Sorrisi e sbuffai insieme e lui se ne accorse perché fece la stessa cosa, facendo toccare le nostre fronti.
-Volevo parlarti dell’altro giorno, ma poi mi sono scordata, è che ecco, mi ero scordata anche della festa e quindi non ci stavo molto con il cervello, ma insomma...- cominciai a blaterare nel tentativo di rendere la situazione meno intensa o comunque meno imbarazzante.
Non mi staccai da lui e non feci nessun gesto, semplicemente aspettai una sua reazione.
-Tranquilla. E’ tutto ok. So che non ne abbiamo parlato perché avevi altro per la testa, ti conosco, sei la mia migliore amica e...- disse, facendo una smorfia poco convinta a quelle parole.
Ma io non lo ascoltavo già più.

Il mio cuore aveva fatto uno strano suono, una sorta di stridore, prima di aumentare i propri battiti e di cadere giù a terra, frantumandosi letteralmente.
Ero la sua migliore amica.
Lui aveva le idee chiare, a differenza mia, che invece ero sempre più confusa e mi rifiutavo di allontanarmi da lui, dal suo volto, dalla sua presenza.
Mi chiesi perché non mi fossi resa conto prima di come sarebbero dovute andare le cose, ma non c’era una risposta, perché le risposte precise esistono solo per le domande precise e io non sapevo neanche come sarebbero dovute andare le cose.
-...ma è diverso. Ora... cambia tutto. E io non ci capisco più niente, perché sei la mia migliore amica, ma allo stesso tempo non lo sei.- concluse, facendo timidamente rialzare alcuni frammenti del mio cuore.
Alzai lo sguardo verso di lui, verso il suo naso e poi verso le sue labbra e automaticamente morsi le mie, con così tanta forza che sentii un pezzetto di pelle scivolare lentamente via, mentre il sapore rugginoso del sangue mi invadeva la bocca.
Le mie riflessioni cambiarono, ma non del tutto. Un po’ come quando uno mette e poi toglie gli occhiali da sole, le cose rimasero le stesse, ma io le guardai in maniera diversa.

Capii che Liam aveva ragione, tutto stava cambiando e non era un bene, o forse lo era, ma solo trasversalmente.
Capii che mi stavo innamorando di lui, silenziosamente ed implacabilmente.
Capii che sarei peggiorata, che avrei dovuto smetterla di fare liste di cose che capivo e concentrarmi su come uscire da quella situazione.
Capii che avrebbe dovuto e forse anche voluto baciarmi, se solo in quel momento non fosse apparso uno scompigliato Harry.

-Hay, Hay, devi venire, c’è Julie che sta male. Io... è successo un casino!- ansimò e io e Liam ci allontanammo di scatto, guardandolo con sorpresa. Lui si avvicinò e mi prese per mano, costringendolo a seguirmi. Io afferrai il braccio di Liam e come una sorta di assurdo trenino ci dirigemmo verso l’uscita, dove trovammo Julie che stava appoggiata al muro, la faccia pallida e una mano sullo stomaco.
Harry si fermò a un paio di metri di distanza e si passò una mano tra i capelli, preoccupato.
-E’ arrivata la tizia che parlava con Niall, quella rossa, carina, che mi ha chiesto dove fosse. Mi ha messo una mano sul braccio per richiamare la mia attenzione e Julie l’ha vista e non sentendo quello che ci dicevamo ha pensato chissà cosa ed è corsa via e ha preso un bicchiere di qualcosa a caso, ma era troppo forte, lo sai che non regge l’alcol, e ora sta male e non vuole che mi avvicini!- disse tutto d’un fiato e io mi avvicinai per calmarlo, ma mi ricordai in tempo  del fatto che se Julie mi avesse vista si sarebbe arrabbiata anche con me.
Strinsi la sua mano prima di lasciarla e annuii, sapendo benissimo cosa avrei dovuto fare, e mi diressi verso Julie, senza abbandonare la presa sul braccio di Liam. Avevo bisogno di lui, della sua presenza.

-Juls? Tesoro, stai bene?- domandai non appena fui abbastanza vicina. Lei scosse la testa e strinse i denti e gli occhi, prima di borbottare qualcosa che interpretai come “Lo odio. Figlio di....” e poi un colpo di tosse.
Respirai profondamente e le dissi solo:- Andiamo a casa, Ju.-
Mi voltai verso Liam, che in mano aveva le chiavi della macchina che doveva avergli dato Harry e lui si allontanò correndo, trafficando con i pulsanti per aprirla e avvicinarsi a noi.
Guardai Julie e la abbracciai, incurante del fatto che avrebbe potuto vomitarmi addosso.
Aveva bisogno di me, e io sapevo più o meno quello che dovevo fare, perché tante volte avevo visto Liam fare lo stesso con me.
Non dissi niente, ma lasciai che si aggrappasse al mio vestito e mi piangesse sulle spalle nude. Vidi Harry che tornava fuori con in mano le borse mie e di Julie e il cappotto di Liam e gli sorrisi mentre lui tornava dentro con aria terribilmente affranta.
Il clacson mi fece sobbalzare, ma sciolsi l’abbraccio di Julie e corsi a prendere le borse, per poi farla salire in macchina sotto gli sguardi preoccupati di me e Liam.
-E’ tutta colpa di Harry...- biascicò ad un certo punto. Io mi misi le mani sul viso e mi massaggiai le tempie, cominciando a sentire gli effetti di tutta la serata.
-Quella rossa, accidenti. Era carina, ma niente di che. Gli ha parlato in un orecchio e ha sorriso, lo capisci? E poi aveva quella fottuta mano sul suo braccio e non si staccavano. E io lo odio, perché poi lui non ha fatto niente, non l’ha seguita, ma è tornato da me e ha detto qualcosa su Niall. Io non lo ascoltavo, perché lo odio, tanto, perché mi piace, e perché non lo capisco...- continuò, e io deglutii, posandole una mano sul braccio. Non era il caso di dirle qualcosa ora.
Sapevo come era fatta e sapevo come avrebbe reagito in quel caso.
Avrei solo voluto essere anche io come lei, in grado di dire le cose così come stavano.

-Lo sapevo io che era troppo bello. Ma è sempre così, lo sanno tutti. Le sfigate o le brutte ragazze stanno con i ragazzi brutti o sfigati. Le ragazze fighe o belle da paura stanno con i fighi e i belli da paura. I ragazzi normali o semplicemente carini vanno in cerca delle fighe. E così le ragazze normali, quelle carine, se ne restano da sole.  Io sono così... triste e rendo triste pure te, e invece tu dovresti essere ancora lì a divertirti...– esclamò ad un certo punto, sospirando di rabbia. Io mi drizzai all’improvviso e la guardai spaventata, perché il discorso, lo sapevo, sarebbe andato a parare dalla parte sbagliata.
Julie non si era accorta della presenza di Liam i macchina e sembrava non curarsi del fatto che non dovevamo essere sole, ma io sì, e lo vedevo benissimo guardare avanti con concentrazione per spostare lo sguardo su di me solo ogni tanto, in preda alla preoccupazione. Mi sorrise, in quel momento, perché ai suoi occhi dovevo essere buffa e pure parecchio, ma ai miei ero semplicemente terrorizzata da ciò che Julie avrebbe potuto dire poi.

- Perché tu eri con Liam e lo vedevo. Vedevo come vi sorridevate quando siete entrati, lo sai? Io vi vedo e vi invidio, perché siete fuori dagli schemi. E voi non lo capite, perché siete due stupidi “migliori amici” e vi nascondete dietro a questa cosa.- sospirò infine e io abbassai gli occhi, nonostante sentissi lo sguardo di Liam che mi cercava attraverso lo specchietto.
Quando vidi casa mia e di Julie sospirai di sollievo e non appena Liam spense il motore scesi per portare Julie dentro. Liam rimase in macchina e aspettò pazientemente che io facessi sedere Julie sul divano per permettermi di tornare indietro a salutarlo.
-Grazie, Liam, davvero. Mi dispiace aver portato via anche te, ma...- provai a dire, ma mi si bloccarono le parole in gola. Lui mi sorrise, ma era distratto da qualcosa e forse nemmeno mi ascoltava.
Mi pervase la rabbia, perché non reagiva e non faceva niente, ma mi controllai e lo fissai, in attesa di una risposta. Lui si voltò all’improvviso e mi fissò con intensità.
-Sai che ti voglio tanto bene, Hayley. Qualunque cosa faccia per te va bene. Qualunque cosa tu faccia va bene. Perché sei la mia stupida migliore amica. E dovresti tornare da Julie, mi sembra che stia per vomitare...- disse, strizzandomi un occhio e dandomi un bacio sulla punta del naso. Io gli accarezzai i capelli e tornai dentro, giusto in tempo per seguire Julie che correva in bagno a vomitare.
Lei avrebbe avuto tempo per stare meglio e chiarire con Harry.
Io ne avrei voluto di più per poter parlare con Liam.
 






Writ's corner
Ollallà. Per la prima volta nella mia vita, sono puntuale.
Questa storia mi cambia in meglio. :')
Qualcosa sul capitolo.
Bene. Non succede niente di particolarmente significativo, niente di sconcertante, a parte quel discorso che ho voluto anticipare. In molte storie che leggo, la parte del "ma sono confuso e sento che dovrebbe cambiare... ecc" avviene poco prima di un bacio significativo. Qui il bacio non c'è, ma piuttosto c'è una gran confusione. Ecco. Sì.
Anche la lista di cose che Hay capisce non vuole ricalcare lo stile di Twilight, assolutamente.
So che lo tiro fuori spesso, il fatto è che ho paura che questa sembri una storia depressa di una ragazza depressa e debole. Cosa che Hay non è, almeno nella mia testa.
Un discorso al quale tengo tantissimo è quello di Julie più o meno ubriaca. L'abbiamo fatto io e delle mie amiche una sera, dopo aver visto un film d'amore al cinema. Ebbene, più o meno è così che vanno le cose, pessimisticamente parlando. A parte le eccezioni. ;)
Tornerò martedì prossimo.

Attualmente ho scritto tutti i capitoli fino al decimo (più prologo), scriverò l'undicesimo e poi l'epilogo.
Purtroppo, finiremo in fretta.
Mi piacerebbe che almeno qui alla fine il numero di recensioni aumentasse.... ;)
Un bacione

Writ


Ps: questo è Hayley alla festa!

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