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Autore: Purple_Rose    13/06/2012    1 recensioni
Ed eccomi su Naruto! è la prima fic che faccio riguardo a quest'anime! Niente di particolare, la classica vicenda delle scuole: amicizie, amori, gelosie... un classico, insomma!
Scommetto che vorreste sapere qualcosa sulle coppie, vero? Beh... leggete e scopritelo! Buona lettura!
P.S. dimenticate le varie relazioni e le appartenenze ai villaggi, okay? Sarà una scoperta dopo l'altra!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 17: pranzi e allenamenti

Sasuke passeggiava tranquillamente per il cortile dell’accademia, incredibilmente sorridente. Già, perché quel giorno tutta l’ansia e la rabbia che aveva accumulato si era sciolta come d’incanto. Finalmente aveva fatto pace con Naruto, con gli altri aveva ripreso ad avere i soliti rapporti e in più aveva sperimentato dopo tanto tempo la passione per gli incontri che aveva seppellito da tempo.
Annuì. Sì, era decisamente una buona giornata!
Quella testa quadra è davvero incredibile! Gli è bastato un giorno per cambiare tutto! È proprio un personaggio fuori dal comune! Mi chiedo dove sia ora, ha pure saltato il pranzo... molto strano!
Quasi in risposta alla sua domanda, al moro arrivò un messaggio sul cellulare.
Sasuke;
se sei preoccupato per me, datti pace: sono a Garden Town con Hinata.
Credevi che avrei saltato il pranzo? Dovresti conoscermi!
È probabile che mi vedrai tardi, non farti venire l’ansia, mammina!
Nel frattempo, credo che sia il caso di ripassare qualche tecnica di combattimento, hai perso il ritmo, amico mio!
Naruto

-Sempre il solito-. Forse in una qualsiasi altra occasione sul viso dell’Uchiha si sarebbe formato un broncio, ma quelle frasi lo fecero solo sorridere.
Per il fatto che finalmente gli scriveva con le sue solite stupide battute.
Per il fatto che aveva usato il termine “amico mio”, cosa che negli ultimi giorni non aveva più fatto.
Per il fatto che... stranamente non c’erano errori di ortografia...
... ma sì, in fondo un salto al campo di allenamenti potrei anche farmelo!
Una cosa alquanto curiosa che aveva constatato durante l’incontro con il biondo era che aveva perso il ritmo molto velocemente, come se il suo corpo necessitasse di esercizi di streatching prima di cominciare a combattere. Cosa alquanto imbarazzante per lui.
Strinse i pugni. Doveva rimettersi in forma, sapeva per certo che prima o poi gli avrebbero sottoposto una verifica fisica all’accademia. Inoltre non poteva certo permettersi di farsi battere da quella testa quadra che era il suo migliore amico!
Se chiedo alla preside, non dovrei avere problemi ad allenarmi da solo...
Improvvisamente qualcosa attirò la sua attenzione.
Un petalo di ciliegio rosa svolazzava delicatamente davanti ai suoi occhi.
Rosa.
Rosa come i suoi capelli.
Abbassò lo sguardo, rammaricato. Era talmente arrabbiato con Naruto da essersi dimenticato il vero motivo di tutto quel putiferio.
Sakura aveva baciato Naruto.
Questo poteva significare solo una cosa: Sakura era innamorata di Naruto.
Di Naruto, non di lui.
 
-Che cosa desiderate?-
-Io... credo che prenderò una ciotola di ramen, grazie!-
-Per me delle polpette di carne, grazie-
-Bene, arrivano subito!-. Nel frattempo, a Garden Town, la timida mora e il vivace biondo erano già seduti al tavolo.
Non aveva girato molto per la città, vista l’incredibile fame dell’Uzumaki e la volontà della Hyuga di seguirlo a ruota. Per Naruto, l’importante era che il ristorante servisse ramen.
Il ristorante trovato era perfettamente in sintonia con il resto della città: pareti color zafferano adornate da quadri di natura morta, tavoli e sedie di legno lucido e mille fiori e piante ovunque, poste probabilmente a dare un tono di colore al luogo:
-Sai, Hinata, ora che ci penso, non conosco molte cose di te...-
-Davvero?-. Il biondo afferrò un grissino, iniziando a sbocconcellarlo:
-Beh... so solo che abiti al Villaggio della Fiamma e che Neji è tuo cugino...-
-Capisco...-. Hinata respirò a fondo. Era la prima volta che parlava di sé con una persona e non sapeva bene cosa fare. Beh… credo che parlare della mia vita non sia poi così difficile…:
-Vediamo, da dove posso cominciare... si può dire che la mia famiglia domini l’intero villaggio. Il clan Hyuga è estremamente prestigioso per via della nostra dote innata del Byakugan. Mio padre è una delle persone più influenti del villaggio, che governa insieme a mio zio, padre di Neji. Vuole a tutti i costi che io diventi il suo diretto successore, non si aspetta altro da me, per questo talvolta è un po’ severo...-. La mora si bloccò per riprendere fiato, ma anche per riflettere. Papà vuole che diventi influente quanto lui, è sempre così severo e pretenzioso... vorrei essere all’altezza delle sue aspettative:
-... tu cosa ti aspetti da te stessa?-. La voce squillante del ragazzo di fronte a lei la riscosse:
-Come?-
-Sai, è una domanda che mi sono sempre fatto da quando ti ho conosciuta… Qual è il tuo scopo nella vita?-. Venne presa in contropiede. Non si aspettava certo una domanda del genere. Tra l’altro non ci aveva mai pensato...:
-Non saprei, non ci ho mai riflettuto...-
-Beh, non volevo intromettermi...-
-Ma no, figurati! Anzi, è qualcosa su cui devo pensare bene, riguarda il mio futuro-. Il cameriere si intromise nella discussione porgendo le due cibarie:
-Ecco qui! A voi!-
-Grazie-
-Grazie-. Subito i due fumanti piatti furono posti davanti ai rispettivi proprietari.
Davanti al biondo una ciotola di ramen in brodo troneggiava accompagnato da mille fette di maiale e varie verdure saltate, vista che fece brillare gli occhi dell’Uzumaki.
Davanti alla mora un piatto di polpette rotonde con contorno di foglie verdi di lattuga e pomodorini rossi, forse mirate a decorare il piatto.
I due, afferrando le bacchette, cominciarono a mangiare, lasciando che il discorso precedente si perdesse nel silenzio.
 
-Uno, due, uno due, uno, due, uno due, uno, due, uno due...-. Tornando all’accademia, in una delle sale, un ragazzo moro prendeva a pugni un materasso, associando un numero al destro e un altro al sinistro ed enunciandoli quando essi venivano lanciati.
Esso trovava nella sala degli allenamenti, accanto a quella degli incontri. Uno spazio decisamente più ristretto rispetto a quest’ultima, ma molto più attrezzato: materassi, pesi, bersagli... di tutto e di più a disposizione di coloro che ne necessitavano.
E in quel momento colui che ne necessitava era proprio Sasuke:
-Uno, due, uno due, uno, due, uno due, uno, due, uno due...-. più veloce, più stabile, più potente! Il suo pensiero fisso era quello di migliorare fisicamente e quella giornata era ideale, considerata la scarsità di compiti per il giorno dopo.
In quel momento voleva solo allenarsi, migliorare e, se gli capitava a tiro quel biondino di sua conoscenza, magari chiedergli la rivincita.
Ma ne dubitava molto, visto che era al ristorante con Hinata. Probabilmente avrebbe mandato in bancarotta il posto con la sua voracità, venendo poi mandato fuori a calci.
Ridacchiò a quel pensiero in fondo non così assurdo. Che ne sapeva lui di cosa sarebbe capitato ad un tipo imprevedibile come Naruto?
Lanciò un ultimo pugno al materasso, riposandosi successivamente. Si asciugò il sudore con un asciugamano e si sedette, cercando di armonizzare il respiro affannoso.
Improvvisamente sentì un rumore: la porta della sala che si apriva.
Il suo sguardo nero pece si posò sulla persona appena entrata, che fece spalancare gli occhi al ragazzo per la sorpresa.
Appena fuori dalla porta c’era una ragazza.
Una ragazza dall’aria triste e malinconica.
Una ragazza dai capelli rosa e gli occhi smeraldo.
La ragazza... che le aveva rubato il cuore.
 
-Ah... sono pieno!-. Nel ristorante già nominato l’Uzumaki aveva appena finito quattro scodelle intere del suo amato ramen. Subito dopo il lauto pasto si accomodò meglio sulla sedia, assumendo un’espressione estremamente soddisfatta.
D'altronde anche la Hyuga era sazia, ma meno disposta ad acciambellarsi senza curarsi dell’opinione altrui, su questo non aveva il minimo dubbio. E poi, aveva qualcosa di meglio in mente da fare che assumere una postazione ideale per digerire:
-Senti, Naruto... adesso tocca a te-. L’interpellato la guardò, confuso:
-A fare cosa?-
-Io ti ho parlato di me, ora è il tuo turno!-. Sorrise, rimettendosi diritto sulla sedia:
-Direi che è giusto, vediamo... come sai sono nato e vissuto al Villaggio della Foglia insieme a Sasuke, il mio migliore amico. Non sono mai stato un grande esempio di bambino perfetto, diciamo che ero più una peste...-
-Mm, direi che non mi è difficile crederlo!-
-Che cosa vorresti dire?-. I due scoppiarono a ridere:
-Comunque ho sempre abitato a casa di mio nonno, che mi ha fatto anche da mentore per tutto questo tempo. Un tipo vecchio, un po’ rimbambito e tremendamente pervertito!-. Hinata si lasciò scappare una risatina:
-Pervertito?-
-Aspetta...-. Naruto tirò fuori il suo cellulare, controllando nella galleria delle foto. Appena trovò quella giusta, la porse alla ragazza, che sbirciò e si mise a ridere. Mostrava l’immagine di un vecchio dai capelli lunghi e bianchi seduto su un cuscino con a fianco due belle donzelle dal seno evidentemente prosperoso. Del vecchio si notava subito l’espressione da ebete stampata in faccia e una goccia di sangue che gli scendeva dal naso:
-Che tipo strano!-
-Più che strano, è assurdo!-
-Come te?-
-COSA?! Ma no! Io non sono assolutamente pervertito come lui!-. La mora sorrise:
-Intendevo che anche tu sei strano...-. Il biondo chinò leggermente il capo, prendendolo come una specie di insulto:
-Quindi, credi che io sia strano...-
-Certo, ma ci sono molti sinonimi di questa parola! Come particolare, originale... e speciale-. Naruto si drizzò subito, arrossendo:
-Quindi.. q-quindi io sarei speciale?-. La mora annuì, addolcendo lo sguardo:
-Speciale e unico, Naruto...-
 
-Scusami, Sasuke... volevo solo trovare un posto in cui rimanere sola...-
-E hai scelto la sala degli allenamenti? Non mi pare il posto migliore...-
-Mm, in effetti...-. Sasuke la guardò a lungo. Non aveva una bella cera.
Non era difficile notare lo sguardo carico di estrema malinconia che spuntava dai due occhi color smeraldo. Inoltre questi non avevano più quello scintillio negli occhi che li rendeva speciali, quella lucentezza che solo quelle due gemme preziose possedevano. Sotto di essi erano presenti delle profonde occhiaie, di chi aveva dormito poco niente. E quei capelli rosa, quei meravigliosi capelli color ciliegio così unici, erano scompigliati e rovinati, quasi trascurati.
Sasuke non poté fare a meno di essere preoccupato:
-Non ti senti bene?-
-Il... il fatto è che...-. Sakura abbassò lo sguardo, trattenendo a stento le lacrime che probabilmente aveva già fatto uscire in assenza di persone.
I due rimasero in silenzio, mentre ognuno squadrava l’altro. Sakura non poté fare a meno di arrossire nel vedere Sasuke: era a dorso nudo, una qualsiasi altra ragazza avrebbe avuto la sua stessa reazione. Inoltre bisognava ammettere che aveva un fisico molto ben scolpito, da perdere la testa.
Dopo vari minuti di totale mancanza di parole, la rosa prese a parlare con voce flebile e sottile:
-... la conosci la storia... di me e Naruto...-. Sasuke annuì. Non c’era bisogno d’altro.
Era facile intuire l’amarezza e la malinconia di quel momento.
 
-No, aspetta, era inseguito da un centinaio di ragazze infuriate e ancora rideva da pervertito?-
-Esatto! È proprio da ricovero!-. Era da parecchio tempo che la giovane coppia rideva amabilmente di varie vicende legate al passato del biondo.
Hinata non aveva una vita altrettanto piena, quella di Naruto era decisamente più interessante. Mentre Naruto adorava vedere la sua Hinata ridere, gli piaceva da morire.
I due si abbandonarono alla comodità delle sedie in cui si trovavano. Gli facevano male persino le facce per quanto avevano riso!:
-Hai avuto una vita molto piena, sai Naruto?-
-In effetti...-. Ma secondo la mora mancava qualcosa, come se nel racconto sentisse che era assente un carattere fondamentale. Un’illuminazione la colpì:
-Naruto, com’è che non mi hai ancora parlato dei tuoi genitori? Che tipi sono?-. A quelle parole il sorriso del biondo svanì del tutto, lasciando posto ad un’espressione cupa e malinconica che ad Hinata portò timore:
-Ecco... loro...-. Giurò di aver visto l’azzurro intenso dei suoi occhi spegnersi per quell’istante. Non poteva sopportare di più:
-Aspetta! Non c’è bisogno che tu me lo dica!-. Naruto si riprese dal suo stato macabro:
-Però, se lo vuoi sapere...-
-Naruto, ci conosciamo da poco tempo, ci saranno altre occasioni. Inoltre non mi pare che sia un argomento di cui ti piace parlare, specialmente a qualcuno che hai appena conosciuto-. Spalancò gli occhi. Come ha fatto a capirlo?:
-Hinata, io...-
-Quando te la sentirai, me lo dirai-. Annuì, sorridendo largamente. Poi gli occhi gli si illuminarono improvvisamente e ridacchiò:
-Perché ridi?-
-Beh... ora che ci penso, da quando abbiamo iniziato a parlare non hai balbettato nemmeno un volta!-. Stavolta fu la mora a spalancare gli occhi per la sorpresa, risentendosi mentalmente la conversazione avuta con il ragazzo di fronte a lui. ... incredibile, è vero! Non ho balbettato, mi sono sentita sicura e priva di insicurezze... Sorrise dolcemente:
-Sarà perché stare con te mi fa sentire protetta e sicura...-. Si alzò in piedi avvicinandosi al biondo e posando le sue labbra sulla sua guancia, lasciandolo a bocca aperta. Questo si sfiorò la guancia interessata arrossendo. Anche Hinata arrossì, non si credeva capace di farlo!:
-Hinata...-
-Naruto...-
Ma quel momento romantico fu interrotto da uno squillo. Uno squillo che l’Uzumaki conosceva fin troppo bene:
-Scusa, è il mio cellulare, mi è arrivato un messaggio!-. Prima di leggerlo, maledì mentalmente chiunque fosse stato a mandarglielo. Poi lesse il messaggio, rimanendo prima confuso, poi completamente senza parole:
-... Hinata, mi dispiace un sacco, ma devo proprio andare!-. La mora, seppur confusa, sorrise:
-Vai pure, tranquillo-. Naruto sorrise di rimando e sfrecciò via alla volta dell’accademia, lasciando Hinata sola con i suoi pensieri. Per oggi va bene così. Ho fatto pace con lui, so più cose a suo riguardo e gli ho anche dato un bacio!
Il suo sguardo innamorato cadde sul tavolo, su cui stava un cellulare. Naruto ha dimenticato qui il cellulare... Lo schermo mostrava ancora il messaggio, cosicché anche lei poté leggerlo, capendo alla fine il motivo di tanta fretta.
Naruto;
sono nella mia stanza da solo, credo che Neji sia uscito con Ten Ten, ma questo non è importante.
Vieni qui, per favore, è un’emergenza! Io… ho baciato Sakura.
Raggiungimi appena puoi.
Sasuke 

  
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