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Autore: GirlOnFire    13/06/2012    1 recensioni
Juliet, apparentemente tranquilla e felice della sua vita, in realtà è il contrario di quello che cerca di mostrare agli altri. La colpa? Un lui e una lei. Il suo cuore.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che diavolo ti è saltato in mente eh?
La voce di Kate si sentiva per tutta casa e fece far capolino alle teste di Juliet e Hayley, dalle loro stanze.
“Tu avrai finalmente preso una decisione, ma adesso cerca di aspettare i suoi tempi e la sua confusione, perché, bello mio, lei ti ha aspettato per anni!”
Per poco non si mise a urlare mentre chiudeva il telefono in  faccia al suo migliore amico e tornava mesta in camera sua con il suo caffè ormai freddo, cosa che la fece solo urtare maggiormente.
Ley e Juls invece cercarono di chiudere velocemente le porte delle loro stanze, senza fare rumore, ma Kate sembrava avesse un sesto senso per queste cose.
“Venite fuori, scemine.”
Stava attraversando il corridoio. Il tono di voce era calmo e dolce. Che fosse un tranello? No, con loro in effetti non riusciva mai ad alterarsi abbastanza, forse perché si era sempre sentita in dovere di non richiamarle ad alta voce, sempre in dovere di dargli l’esempio che i genitori assenti non gli avevano insegnato.
Le due brune uscirono nuovamente dalle camere, stavolta per entrare in quella della sorella maggiore che sbuffava mentre cercava di finire quel caffè ormai senza gusto. Nessuna parlava, anche se le più piccoline fremevano dalla voglia di chiedere qualcosa in più sulla telefonata. Sulla decisione.
“Allora, a quando la prossima festa?”
Juliet e Hayley si guardarono stranite, non capendo perché Kate non arrivasse subito al sodo mentre intavolava una conversazione sulla festa avvenuta prima. Juliet sapeva già che quello era solo un modo per vedere se poteva realmente parlare con loro oppure decidere che non erano ancora pronte per quella discussione.
“Beh, il pugno è stato forte. Si sa come sta il ragazzo almeno?”
Gli occhi della ragazza con i capelli più scuri tra le tre erano puntati in quelli dorati di Juliet. Ecco cosa voleva realmente sapere, se si sentisse o meno con quel ragazzo.
“Sean sta bene, non ha nulla di rotto, è colato solo sangue dal naso, ma nulla di grave. Forse gli è partito un capillare.”
“Sean… Uhm.”
Un sorriso, sarcastico forse, ma un sorriso che non era il suo, preoccupò sia Juliet che Ley che era quella che ci stava capendo sempre meno.
“Si può sapere a che diavolo di gioco state giocando? Mi sono persa al ‘bella festa’.”
Le altre due risero e alla fine gettarono le asce di guerra, per così dire, per parlare normalmente.
“Sono solo giochetti mentali Ley, in cui la nostra Giulietta casca sempre, vero Giulia?”
Adesso quei vezzeggiativi le stavano stretti mentre li prendeva come offese. Digrignò i denti e annuì solo con il capo mentre Kate arrivava al punto saliente della questione.
“Dan lascerà quella… ragazza. Non ricordo il nome sinceramente, non si è mai fatta notare più di tanto in realtà. Penso che però tu e lui dobbiate parlare, o no? Dan, dopotutto ha tirato un pugno a quel tipo o sbaglio?”
“Beh, non che Dan si sia preso la briga di darmi spiegazioni! Ultimament, in realtà, non si è proprio fatto sentire.”
“COSA?!?”
Le due sorelle erano sbigottire. Ley era rimasta con la boccuccia aperta mentre l’espressione di Kate non presagiva nulla di buono con quella fronte aggrottata, simbolo che stava pensando. A cosa? Non era dato saperlo per il momento.
Alla fine tornarono ognuno nella propria camera con i propri pareri dopo che Juliet aveva annuito e lasciato la stanza senza aggiungere altro.
Chiamò invece le amiche di sempre, su Skype, alle quali confidò cose che le sorelle non potevano neanche immaginarsi. O forse sì, ma di sicuro erano dubbi che si sarebbero tenute per loro finchè non avessero visto nulla di concreto.
Gli occhi azzurri di Nell erano quelli che contrastavano maggiormente con tutti gli altri che li avevano castani o al massimo tendenti al verde scuro. Tutti occhi che la scrutavano.
“Non ho capito bene, ripeti.”
Nell, seduta al fianco di Nelly nella cucina della casa che condividevano, era quella che aveva bisogno di analizzare passo passo tutto mentre invece Juliet farfugliava confusa e si perdeva nei discorsi.
“Crystal, Summer e Sean, –sospirò – si sono fatti sentire tutti e tre. Sean è dolcissimo e mi ha chiesto di uscire. Summer voleva capire cosa succedesse e… ieri mi ha chiamata.
In un certo qual modo abbiamo risolto. A quanto pare una di quelle della festa gli ha confessato che è innamorata di lei, e Sum sembra ricambiare un po’ quindi siamo rimaste amiche. E poi…”
“E poi c’è Crystal..”
Gli occhioni verde scuro di Annie la guardarono comprensiva. Si disse che appena avesse finito con tutte loro, le avrebbe parlato a solo.  
“Sì.. Crystal. Mi ha detto che rivedermi le ha fatto scattare qualcosa, che le cose con Meredith non vanno poi così bene, che mi pensa ancora… Siamo uscite assieme l’altra sera…
Io… penso che sia sincera stavolta. Cioè, so che non dovrei fidarmi delle sue parole, ma il suo sguardo non mentiva, ve lo giuro!”
“Juls… ti prego. Sappiamo tutte come le sue parole ti ingannavano, i suoi baci ti rassicuravano e i suoi occhi ti prendevano in giro continuamente. Davvero vuoi ritrovarti in quella situazione?”
Nelly adesso era esasperata, solitamente era quella che sdrammatizzava, ma vedere anche solo la lontana possibilità che l’amica potesse farsi del male a causa della ex, era qualcosa che non doveva accadere. Non di nuovo. Soffriva già troppo per Dan, senza che volesse ammetterlo. Crystal era, doveva essere, storia vecchia. Morta e sepolta.
“Lo so… ma…”
“No. Juliet Bennett, apri le orecchi e stammi a sentire.”
Nell aveva bloccato i vari ‘se’ e ‘ma’ dell’amica, ormai conoscendola come le sue tasche, sapendo che avrebbe cercato una giustificazione solo per darsi altre false speranze ed illudersi.
“Se uscirai di nuovo con lei e lei ti prenderà la mano, ti bacerà, sai già che finrà male. Finirà che tu tornerai da lei, che ti prenderà in giro e che comunque non riuscirai ad amarla come dovresti perché non ti sai contenere. La ameresti di nuovo con tutta te stessa e non ti merita, cazzo. Quando lo capirai che certa gente non ti merita. Non merita neanche un briciolo della tua considerazione, ed invece tu, buona quanto sei dolce, elargisci la tua bontà in maniera generosa. Gli altri non lo fanno. Sii egoista una buona volta. E ora non venirmi a dire un altro ma perché giuro che lo dico a Kate e poi sono cavoli amarti tuoi.”
Detto questo Nell si alzò e lasciò a Nelly il timone. La conversazione era comunque conclusa, non aveva da aggiungere altro nessuno perché sapevano tutte quando la ragazza dai capelli corvini avesse ragione.
Si salutarono mestamente e Juliet chiamò Annie, proprio come si era promessa.
“Ehi..”
“Ehi, piccola, tutto ok? Sai che Nell lo fa per il tuo bene..”
“Sì, sì, lo so. Sono io la stupida… Ma non ti ho chiamato per questo.”
“Ah. Joe..?”
“Sì.”
Juliet le spiegò quello che ricordava della sera ed Annie le disse che si era sentita con Cherish che ricordava esattamente parola per parola.
Cherish. La conoscevano tramite le sorelle che andavano nella sua stessa classe al linguistico e poi era anche la sorellina di Dan. In realtà i Callagher erano tre: Dan, il più grande, il ventiquattrenne già in carriera, Hilary che ne aveva ventidue e che sembrava avere una cotta, ricambiata, per Kate, e che studiava lingue e poi la piccolina, Cherish, che di anni ne aveva diciotto e al contrario dei fratelli castani, era bionda cenere.
Era una di quelle belle ragazze timide, che a prima vista non noti, ma che appena inizi a conoscere ti entrano nel cuore in maniera viscerale. Forse era per questo che Juliet ci aveva fatto amicizia in poco tempo diventandone la confidente.
In realtà Juliet era un po’ amica di tutti, e questo a volte la faceva prendere in antipatia dagli invidiosi. Ma lei quasi non ci faceva caso, perché l’invidia non sapeva neanche cosa fosse.
Ad ogni modo ringraziò mentalmente la bionda per aver avvisato Annie.
“Ho sbagliato? Pensi che abbia esagerato?”
Annie quasi la mandò a quel paese quando sentì che l’amica aveva paura di aver sbagliato. La adorava invece, ogni singola parola era stata uno smacco e lui da quel momento l’aveva cercata giorno per giorni, peccato che adesso Annie aveva quasi perso interesse in quel ragazzo che si sentiva il James Dean della sua generazione.
Finirono la chiacchierata a ridere e scherzare e per qualche ora Juls la smise di pensare a tutto. Solo la sera ricordò di dover affrontare altri problemi.
Il telefono non faceva altro che squillare mentre le chiamate di Dan e di Crystal si susseguivano. Non sapeva se dovesse rispondere e a chi. Alla fine decise di affrontare prima lei.
Rispose e dopo pochi minuti di convenevoli, prese coraggio e parlò.
“Crystal… Aspetta, ascoltami. Devo dirti una cosa importante.” Juliet prese un sospiro prima di continuare. “Sai.. prima che ci risentissimo a volte ti pensavo, altre no. E quando lo facevo c’erano volte in cui l atua assenza faceva ancora male perché mi mancavi e mi assaliva la tristezza, perché ti ho sempre amata davvero tanto. Mancavi e..  poterti rivedere, stare insieme a te come i primi tempi mi ha fatto capire il perché. Ma purtroppo quello è il passato. Tu, sei il mio passato e io sono andata avanti, così come hai fatto tu mettendo con Meredith due settimane dopo esserci mollate. Non mi meritavo nulla di quello che hai fatto. E tu non ti meritavi me.
Il problema sai qual è? Alla fine di una storia? Che ti convinci sempre che sia la persona giusta, ma il momento ad essere sbagliato. Invece, mi chiedo ‘e se fosse il momento ad essere giusto e la persona ad essere sbagliata?’
Ho dato l’amore a qualcuno che non se lo meritava quando ero in grado di amare.
Quindi… è finita anche stavolta. Non ti dico: ehi, rimaniamo amiche, ok? So già che non lo faremo, nessuna delle due è in grado di farlo, ma va bene così. Solo… sappi che come ti ho amato io, non lo farà mai nessuna e anche se ti sembra una frase fatta, sai anche tu che è così, perché io ci ho messo il cuore, l’anima, nella nostra storia, mentre tu calcolavi tutto freddamente.
Adesso penserai che ti sto recriminando di cose passate, ma non è così, credimi. Sto solo analizzando tutto per farti capire che la nostra non sarà mai una relazione sana.
Mi ha fatto piacere comunque rivederti. Stammi bene.”
Chiuse il telefono così, senza aggiungere altro, senza aspettare di essere richiamata. Se Nell aveva ragione, sapeva bene che non avrebbe più sentito Crystal per molto tempo ancora. Si sarebbero salutate per strada se si fossero incrociate, ma nulla più.
Come al solito, in quei momenti, prese il pc e fece partire la musica. Come a volerle ricordare quello che era appena accaduto, la sua playlist fece partire la canzone di un gruppo semi sconosciuto che era stata proprio la rossa a farle consocere.
La ricercò su internet e la postò sul social network dove era solita chattare con Dan.

Such a pretty face, but such an ugly mess.
It's a dedication, a dedication.
This is dedicated to you.

Anche se non lo vedrai, anche se non te lo diranno, è per te. Sì, per te.
Io non ho dimenticato, nulla, mai. E ti odio. No, non mi sei indifferente, non lo sarai mai. Eri l'amore, adesso sei l'odio. O forse no, perché quando si tratta di te sono sempre incoerente.
Ma adesso è venuto davvero il momento di dirti addio.
Ti ho amato, tanto, davvero, ma non lo saprai mai perché anche se te l'ho detto, tu non hai mai capito quanto fosse reale.

Aveva iniziato a scrivere pensando a lei, alla fine si era resa conto che aveva in mente Dan.
Riaprì l’ultima chat avvenuta con lui e vide il suo “ma io ti amo” con la risposta di lei e quel cuore. Sospirando, decise che era il momento di dovergli scrivere, di affrontarlo in un modo o nell’altro. 

J: Ti amo anche io, sai? E lo dico davvero stavolta. Sai perché ne sono fermamente convinta adesso? Perché sono incazzata con te,per aver dato il pugno a quel tipo senza spiegazioni, perché ti ho visto mentre ti baciavi con un’altra! Ma ti amo. Sì, ti amo. Non è amore questo? Amarti anche quando dovrei odiarti, anche quando non dovrei stare a rimuginare su ogni segnale ambiguo che mi lanci? Io non so più che fare, forse ha ragione Kate, dovremmo affrontarci, ma non sono sicura di essere pronta ad accettare un rifiuto, se è quello che mi darai.

Chiuse il pc con uno scatto, esausta, rendendosi solo conto in quel momento che era scesa la sera e che Kate la chiamava per cenare.
Il volto della bruna aveva mille espressioni, ma le sorelle non chiesero. Probabilmente la maggiore aveva sentito Annie e Nell, la più piccola Charlotte che aveva parlato con la sorella, quindi poteva immaginarselo. I genitori… beh, loro non si accorgavano mai di nulla.
Finì la cena in silenzio e tornò in camera. Venne raggiunta poco dopo da Ley che le diceva che al telefono c’era Cherish.
Era curioso, credeva che Cherish e Ley avessero degli screzi visto che sembravano entrambe avere una cotta per Mark, il fratello di Joe e cugino di secondo grado della bionda, eppure probabilmente erano lo stesso amiche, troppo buone entrambe per odiare davvero l’altra rivale.
Andò a rispondere e dopo pochi minuti Cherish le chiese dal nulla qualcosa che non si aspettava.
“Ti fanno sempre tanto soffrire, eh?”
“E’ una condizione a cui ti abitui.”
La voce di Juliet sembrava quasi programmata.
“Davvero? Sei abituata alla sofferenza? Al dolore? Tanto da non sentirlo neanche più? Tanto da non sentire più nulla?
A me non sembra. Soffri da cani ogni volta che c’è Dan di mezzo, o Crystal in questo caso. Sì, ho parlato con Annie e… si è lasciata sfuggire alcune cose mentre si sfogava per Joe.
Juliet, ti conosco bene, e sai perché soffri? Perché tu mezze misure non ne usi con i sentimenti. Cioè non ne usi neanche con le persone in effetti, ma quello è un altro discorso.
Dovresti… dovresti semplicemente sfruttarli con chi ci tiene davvero, al momento giusto."
Le sembrava di parlare con Nell.
"Ti odio."
"Ti voglio bene anche io, stupida sentimentale dal cuore rosso."
"Eh?"
Juliet non capì, anche se rideva per il ti voglio bene. Non odiava Cherish, era ovvio, ma di sicuro odiava il modo in cui tutte sembravano così sicure di loro, mentre lei non lo era di nulla.
"Non mi dire che non sai che ognuno di noi ha il cuore di un colore differente!"
"Questa poi. Mi ero fermata al filo rosso del destino io!"
"Bene, allora tu mi spieghi la storia del filo e io dei colori!"
Bastò quello per far risollevare il morale a Juliet, cosicché non appena chiuse andò subito a letto senza pensieri brutti o tristi che le occupassero la mente. Dopotutto doveva anche pensare al ballo organizzato dal Club, e sapeva bene che lì sarebbero sorti latri guai.

   
 
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