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Autore: x_Dana    14/06/2012    0 recensioni
La fame dell'arte, l'impossibilità di essere percepiti per intero. l'affetto.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia a Parigi sul finire dell'estate è fredda e silenziosa, bagna le strade ormai deserte senza che nessuno dal calore dei propri letti se ne accorga.
I lampioni si ergono alti e neri, la loro luce traballa per un attimo sopra la testa della ragazza seduta sul bordino sudicio del marciapiede. Quella ragazza che ero io, è vestita di un abito rosa pallido e stretto, di taglio impeccabile e lascivamente elegante, ma sopra di esso la piogga cade incurante.
Sul petto chiaro si scorge un filo d'argento che si stringe ad una piccola pietra lucente, un diamante, dono dell' uomo che se n'era andato poco prima lasciandola svuotata sul marciapiede.
Con un movimento dolente si libera delle scarpe alte, lasciando che i piedi vaghino sul marciapiede scuro di pioggia incuranti del freddo, quando questo attanaglia il petto il gelo che intirizzisce le membra è di poco conto; quasi nello stesso momento una sigaretta prosciugata fino al sottile filtro si abbatte silenziosa vicino alle sue gambe scoperte seguita da un tramestio di scuse a bassa voce.
Poco più di un secondo e molto più che una vita.
La ragazza alza il capo di riccioli dorati coperti da gemme di pioggia ed incontra lo sguardo di un giovane dalla barba irsuta e gli occhi spenti, come se non ci fosse amore alcuno lì dietro da molto tempo.
I secondi si trascinano lentamente in uno studiarsi cauto
"Bella collana" è il tono imbarazzato di quello che sembrava un ragazzo con poco più di diciotto anni, arrochito dal fumo e dalla bottiglia squadrata che reggeva in mano
"E' finto" la ragazza sembra riferirsi al diamante, che alla rivelazione inizia già a sembrar meno brillante alla luce dei lampioni, ma entrambi sanno già che di finto c'era più di quello.
Senza esitare la bottiglia passa di mano in mano e raggiunge le labbra disordinatamente imbellettate con un rosso acceso, il giovane si siede accanto a lei, ma sempre ad una distanza di cortesia e dopo poco la sua giacca scura è già sulle spalle dell'esile figura femminile.
Le parole sono poche, ma non c'è bisogno di lunghi discorsi quando si tratta di anime gemelle e poco dopo la bottiglia finita già annega in una pozzanghera.
"Puoi prestarmi il tuo braccio?" lei sorride con gli occhi stanchi di chi si è versato l'anima sul viso, ma la scintilla al loro interno arde prepotente e ben presto avrebbe contagiato il ragazzo che gentilmente le stava porgendo il braccio.
In due si zoppica meglio.
Camminano e parlano bisbigliando, come se temessero di svegliare dal loro riposo gente che non li avrebbe capiti.

Lei è la ragazza che vuole scrivere storie, ma che è finita a servire ai tavoli. Lo sapevate signori?E sta camminando con l'uomo che ambisce all'alloro dei poeti, sì è quello che aiuta a montare il mercato della domenica.
Ma signora non mi dica che lei era la promessa dell'editore! Con quei capelli scompigliati lui non poteva certo aver la figlia del Farmacista..

Meglio lasciar che Parigi dorma tranquilla, non tutti vogliono vedere il dolore che passeggia a braccetto rischiando di turbar le loro vite realizzate.
Lei tiene ancora le scarpe in mano e volteggia tra le pozzanghere, ritornando sempre al luogo sicuro che aveva trovato nell'avambraccio del ragazzo che accettava il suo peso di buon grado.
Il piccolo appartamento buio di lei ora è senza luce, e i fogli danzano intorno sconsolati facendolo sentire subito a casa, essendo anche che lui l'ha appena perduta.
I giorni passano, le bottiglie si ammucchiano insieme ai mozziconi, il rossetto colora le labbra e un neo si dipinge invitante sotto l'occhio azzurro, i fogli raddoppiano mentre l'inchiostro si rovescia a terra.
Per una volta entrambi sapevano di avere una cosa che non se ne sarebbe mai andata.




  
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