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Autore: Stregatta    14/06/2012    2 recensioni
In soggiorno, ad esempio, c'era una massiccia sedia in legno finemente intagliato, con un paio di braccioli a forma di leone ed una patina di lacca scrostata a ricoprirne l'intera superficie; nessuno poteva utilizzarla. Qualunque angolo della stanza, qualunque oggetto era a completa disposizione di inquilini ed ospiti della casa tranne quella sedia.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oh, alone we may fight
So, just let us be three

Finalmente, Dom si è addormentato.

Kate si mette a sedere cautamente per evitare di svegliarlo, appoggia le spalle alla testiera del letto e si copre col lenzuolo fin sotto al mento: anche se Dom non può vederla ed è piuttosto stupido provare imbarazzo dopo quello che hanno fatto, non se la sente di restare nuda di fronte a lui.

Quello è un livello di intimità ancora da conquistare per entrambi, pensa Kate tirando su il lenzuolo per coprire Dom fino all’altezza dello sterno.

È la sua faccia, ad interessarle. La faccia di Dom parla di tutto ciò che usualmente il suo proprietario tace.

Le sue guance sono quelle di una persona che ha perso parecchio peso, nel corso degli anni; le lentiggini e la carnagione brunita parlano di sole e vento - o di lettini solari? Le ciocche spioventi sulla fronte camuffano l’attaccatura dei capelli forse un po’ troppo alta per non essere dovuta ad un’incipiente calvizie. Le labbra sono socchiuse, e scoprono un millimetro della chiostra di denti bianchi e perfetti che si ritrova, la negazione totale di qualsiasi stereotipo riguardi gli inglesi e la loro notoria tendenza a ritrovarsi una guerra punica in bocca.

Nel complesso è bello, decide Kate, ed ispira simpatia.

Non le basta, però - vuole capire per quale motivo Matt non possa fare a meno di lui.

Distoglie lo sguardo, frustrata, e si infila entrambe le mani fra i capelli tirandoseli sulla faccia.

Quella faccenda rischia di farla impazzire, e ciò è ridicolo per due motivi: il primo, perché se l’è cercata e il secondo perché... Oh, andiamo, è Kate Hudson! Ha avuto un marito, ha un figlio, è stata con uomini e donne in grado di far perdere la testa a chiunque ne possieda una e mai nella vita si è sentita così... Disarmata, e da chi poi? Da una persona che ha cercato di rimorchiarla interpretando la parte dell’uomo protettivo e sicuro di sé - “mi prenderò cura io di te”... Lui, prendersi cura di lei! Lui, che delle volte Kate crede genuinamente abbia difficoltà a vivere la propria routine quotidiana senza rischiare di morire almeno un paio di volte al giorno, è così svampito ed è... Strano, con i suoi denti storti e le sue spalle strette, le gambe magrissime ed i fianchi larghi, gli occhi che ti bucano da quanto sono intensi, le mani grandi, calde e forti, la sua voce...

Non funziona. Dovrebbe pensare ai suoi difetti, non scivolare di nuovo sui dettagli di lui che la fanno impazzire.

Il fatto che spesso questi ultimi coincidano con i primi la spaventa a morte, e il fatto di essere spaventata a morte la spaventa a sua volta.

Non ci sono abituata, si dice per rassicurarsi ed allontanare la nausea che ha iniziato a salire verso la gola, è solo una questione di tempo e smetterò di avere paura.

Stanno bene insieme, no? Ridono, parlano, fanno tanto sesso. E Matt vuole bene a Ryder, che sembra stia iniziando a ricambiare dopo un periodo iniziale di tacita ostilità nei confronti della loro storia.

Kate lancia di nuovo un’occhiata all’uomo addormentato nel suo letto... Il letto che condivide con Matt, di solito. Cerca conforto nell’idea che è stata lei a concedergli il permesso di coprirsi con le loro lenzuola e di abitare insieme a loro.

Ovviamente, pensare a ciò che l’ha spinta ad una simile decisione non migliora il suo stato d’animo.

Li ha sorpresi a letto... Più semplice, squallido e scontato di così.

Non li ha colti sul fatto, erano semplicemente nudi ed addormentati l’uno addosso all’altro.

Per lo shock non è riuscita neanche a svegliarli: si è seduta sulla poltrona accanto al letto con le gambe e le mani tremanti e li ha osservati dormire. Ha imparato a memoria il disegno delle ciocche di capelli scure di sudore stampate sulla fronte bianca di Matt e seguito con lo sguardo il ritmico alzarsi ed abbassarsi del suo petto, appesantito dalla testa bionda del suo amico che semplicemente amico non era.

Quando si sono svegliati, aveva riacquistato un minimo di compostezza da qualche minuto - ma dell’idea che le è venuta qualche giorno più tardi non vi era ancora la minima traccia.

Buongiorno, aveva sussurrato con il più zuccheroso dei sorrisi, anche se di buono quel giorno non aveva proprio niente.

Adesso, a ripensarci, le viene da ridere e lo fa sottovoce, per non disturbare il clandestino accanto a lei e la nausea che ancora la attanaglia.

Non sono quelli, i patti... Non avrebbero dovuto fare l’amore con lui e non per il motivo per cui l’ha fatto. Non c’è nessun “io”, in una threesome, le ripicche e le gelosie minano la base del triangolo così come i segreti e le bugie.

Invece no, è giusto così.

Oddio, no, in realtà no... Matt non c’entra, quella del triangolo è stata una sua idea e dovrebbe perciò rispettare le condizioni che lei stessa ha stabilito.

Matt però è andato a letto con Dom, perché non dovrebbe farlo anche lei? Si è detto che non c’è nessun “io”, in una threesome, nessun diritto di possesso.

Ma è pur sempre vero che ogni triangolo ha un vertice, diamine.

Santo Dio... Se ne fanno di cazzate per amore, eh?

Perché l’amore stesso è una cazzata, in fondo. Se fosse una cosa seria non sarebbe persa per uno che in teoria non avrebbe dovuto degnare di una seconda occhiata, uno che non ha fatto altro che complicarle l’esistenza da quando lo conosce semplicemente essendo.

Dove non sono riusciti gli altri è riuscito quell’omino storto e logorroico, con le mille cose stravaganti che gli frullano per la testa e delle quali lei non ha mai abbastanza - le sue teorie, le stranezze di cui è a conoscenza e di cui parla con tanta passione, il modo insolito che ha di affrontare la vita e che delle volte è una trappola ed altre una benedizione.

Non somiglia a nessuno dei suoi ex. Nessuno regge il confronto, nemmeno Chris.

Ed è solo un omino storto e logorroico che ad Hollywood nessuno degnerebbe di una seconda occhiata ma che lei vuole tenersi stretto, e vuole riuscirci anche giocandosi carte mai utilizzate prima d’ora.

Almeno, pensa tornando a guardare Dom, non è sola in tutto questo - per accettare quel compromesso anche lui non deve essere del tutto in sé.

Dom resta un mistero insondabile: non vuole aprirsi a lei e metterla a parte delle sue ragioni, non ancora. Rimpinzarsi di cibo messicano e scopare è l’unico modo che le è venuto in mente per far breccia nella sua cortina di educata ritrosia, e probabilmente non servirà a molto.

Kate amerebbe sapere perché c’è dentro anche lui, in questa storia, e non solo.

Amerebbe sapere se può considerarlo un alleato, un compagno di sventura oppure una serpe in seno.

Se riuscirà a non impazzire ulteriormente, nel tempo lo scoprirà.

E adesso... E adesso vado a vomitare, pensa Kate correndo in bagno prima di rovinare le lenzuola.

   
 
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