Lei lo aveva trascinato fino a casa sua, telefonato a lavoro per avvisare che quel giorno non si sarebbe presentata e gli aveva offerto una cioccolata. Lui non le aveva ancora rivelato il suo nome, ma la pena che suscitavano in lei le sue movenze lente e stanche, il suo corpo scheletrico e fragile, la sua voce dolce ed il sorriso tenue, la portavano a fare qualsiasi cosa pur di aiutarlo.
Lui, chiunque egli fosse, rinfrancato dalla cioccolata e numerosi biscotti, aveva rivolto a Lei uno sguardo carico di gratitudine, come di chi non è più abituato a ricevere un gesto umano, e aveva osato domandarLe un ultimo favore: il poter sentire sul suo corpo lo scorrere lento dell'acqua, il poter lavare via dal suo corpo gli strati grigi della trascuratezza, una doccia.
Lei sorrise ad una richiesta così ingenuamente semplice e gli offrì di meglio: un bagno.
Più tardi, dopo un'abbondante mezz'ora, il lieve cigolio dei cardini l'avvisò dell'aprirsi di una porta ed ella accorse, pronta ad aiutare il suo ospite caso ve ne fosse stato bisogno.
Si fermò attonita.
Ampie volute di vapore, morbidi e rotondeggianti sbuffi bianchi che si rincorrevano nell'aria per uscire dal bagno, incorniciavano la sua figura, il suo corpo scheletrico e finalmente pulito. Karim si stupì terribilmente nello scoprire che, sotto strati di trascuratezza e rassegnazione si nascondeva un ragazzo, forse più giovane di lei, dai tratti sottili ed il sorriso infantile, con capelli castani piuttosto scompigliati ma luminosi, elettrici di un'inedita vitalità. E gli occhi, quei laghi ghiacciati, splendevano di un lucore tronfio per quella nuova, meravigliosa situazione in cui si trovava.
-Io sono Niall. Niall Horan-
Dio come fa schifo.
Ho esagerato, esagerato, esagerato.
Basta, io mi suicido, o brucio l'ff.
May the odds be ever in your favor!
Vi lascio con Niall che ride della mia storia