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Autore: Aleena    16/06/2012    4 recensioni
Il sogno è il nutrimento del suo corpo di Incubo, la speranza di continuare a esistere
Ogni desiderio lo è, ogni coscienza, ogni vita che ruba e poi spegne.
E' la sua natura e il suo tormento
E' la cosa più dolce che ci sia.
A parte il sapore della pelle di lei, così ribelle, così viva...
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1a Classificata al contest "Light and Darkness - Supernatural Contest" indetto da romyechelon e giudicato da ro-chan sul forum di Efp
5a Classificata al contest "Fly To The Infinite, Because Everything Is Possible" indetto da Luna Ginny Jackson sul forum di Efp
Genere: Fantasy, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10



SOGNI ♯3 - IL BANCHETTO DI DESIDERI 

 
 
  Kay'den gemeva di piacere mentre le sue fauci affondavano nella mente ora completamente aperta di Talith, con la facilità con lui il suo stesso corpo s'impossessava di quello della femmina.
«Padrone.» gli sussurrava lei, baciandolo e carezzandolo. «Ogni mio sogno è vostro, Padrone. Io sono vostra, vostra!»
Le memorie di Talith erano meravigliosamente succulente: quante trame quella ragazza era stata in grado di ordire nella sua vita e con quanta ingenuità Kay'den l'aveva giudicata furba! Era una ragazzina semplice e fin troppo onesta, una femmina col gusto della verità ed una curiosità insaziabile: quel tipo di persona capace di saltare il giorno più importante della propria vita per assistere alla tumulazione di un caro; qualcuno che si aspetta di non ricevere alcun male da nessuno perché sa di non meritarlo.
Talith era qualcosa di unico, di profondo e unico.
Ed era sua.
 
“«Tu rendimi Siryo e io sarò tua. Posso scoprire qualsiasi cosa, recuperare ogni informazione, ogni dettaglio...» dice Talith con enfasi, stringendo i pungi tanto da far sbiancare le nocche.
«Che sicurezze ho, ragazza?» domanda Kay’den, beffardo. Siede su di uno scranno coperto di seta viola come su di un trono regale, due succubi neonate a guardargli le spalle.
Nessuna. O mi uccidi o mi accetti. Che ho da perdere?
«Preferisci avermi come nemica?» domanda Talith.
«Potrei renderti la scelta più facile minacciando la tua vita.» dice Kay’den facendo un cenno ad una delle sue concubine che, svelta, estrae una corta lama dal fodero che porta alla vita.
La mia vita? È tua. Lascia che ti distrugga e poi ti consegnerò io stessa il mio cuore chiuso in una scatola. 
«O potresti essere furbo. Usarmi. Una prova, è tutto quello che ti chiedo. Se fallirò, potrai sempre farmi riacchiappare da uno di loro.» dice Talith, alzando le spalle ed accennando con una mossa del capo ai due incubi che le stanno alle spalle. Kay'den esita meno di un secondo, ma tanto basta.
È fatta. È la tua fine. E la mia vittoria...”

 
Kay'den fermò i movimenti del suo corpo, gli occhi spalancati fissi sul nulla, la bocca che assumeva la piega disgustata di chi abbia ingerito qualcosa di sgradevole.
«Padrone, i miei sogni... prendi i miei sogni!» ansimò Talith, attirandolo nuovamente a sé.
 
“«Queste sono le ultime. Documenti freschi di stampa e lui…» Talith indica la foto d’ uno jaluk3 dall’aria spaesata, completamente nudo. «... lui è il vostro uomo. Ancilla l'ha rinchiuso nelle stanze inferiori. Attende solamente che lo visitiate.»
«Un ottimo lavoro. Sei preziosa, lo ammetto. Dubitavo del tuo effettivo valore ma… sono stupito.» dice Kay'den con tono suadente, allungando una mano per prendere quella di Talith, poggiata sulla scrivania a poca distanza da lui. Lei accetta il gesto con la medesima indifferenza con cui si libera dalla stretta dell'incubo, muovendo verso la porta.
 «Quando ti fiderai abbastanza da lasciarmi accedere ai livelli inferiori? Sono la tua informatrice, dopotutto.» mormora, volgendosi indietro solamente col viso.
«Vuoi le chiavi? Mostrami che sei in grado di portarmi dei...»

«Del cibo?»
«Bella e perspicace.» le sussurra Kay’den, lanciandole un’occhiata lasciva.
Lascia che possa muovermi indisturbata... lasciami carpire ogni segreto, ogni passaggio, ogni ombra. Lasciati distruggere, Kay'den.

 
«Padrone ti prego, rendimi simile a te. Non fermarti proprio ora, ti prego. Padrone, ti prego!» sibilò Talith, attirando Kay'den ancora più a sé, serrandogli la nuca con le mani.
 
“Talith chiude il coperchio del raccoglitore, sigillando le foto oltre quello schermo di legno. La camera oscura è sua proprietà quasi esclusiva: è lì che la sua Arte le permette di guadagnarsi la fiducia di Kay'den, dunque perché non nascondere il frutto della sua ricerca dove nessuno l'avrebbe rintracciato?
Gli archivi sono immensi, file di scaffali polverosi entro i quali qualunque cosa, anche la più insolita, sarebbe scomparsa, perdendosi nell'anonimato di tanti e tanti oggetti non dissimili: qui, lei ha tre cartelle stipate a forza in mezzo alle altre, anonime quanto basta perché nessuno le noti.

Talith raccoglie materiale per il suo articolo: è l'unica arma che ha, l'unico talento sul quale può fare ancora affidamento; un giorno tutta la segretezza di Kay'den sarebbe caduta e i cadaveri, gli omicidi e le sparizioni gli sarebbero state attribuite. Ha dovuto cedere a lui, permettergli di avvicinarsi, lasciarsi sedurre, ma ne è valsa la pena. Prima o poi consegnerà quella mappa all'esercito. Prima o poi...”
 
Kay'den tentò di divincolarsi, in bocca il sapore amaro delle rivelazione che gli affollavano le fauci.
Quei sogni... sgradevoli, terribili sogni...
 
La sua debolezza è l'orgoglio.
Pensa Talith, liberandosi con uno strattone deciso dalla presa che Kay'den serra sui suoi fianchi.
Crede di poter avere chiunque, crede di essere invincibile… ma le lusinghe gli fanno abbassare la guardia. Qualche vezzo, l'impressione che la vittoria non possa sfuggirgli ed eccolo, scosta lo sguardo con scherno!
La mezz'elfa si allontana di un passo ed abbassa gli occhi, distogliendoli da Kay'den mentre un rossore improvviso le colora il volto.
E forse è così. Forse nessuno può resistergli. Io non posso, ma non mi interessa. Ho quasi finito. Mi manca solo una cosa... un'ultima foto, poi potrà prendersi tutto. Un'ultima foto e poi cederò... perché nessuno resiste per sempre, ma non è questo ciò di cui ho bisogno. Fargli abbassare la guardia, questo si! Farlo fidare, concedergli il premio che desidera. E poi... poi l'oblio.
Uscendo dalla stanza Talith si premura di lanciare un sorriso distratto a Kay'den.”

 
«Padrone...» ansimò Talith, i muscoli delle braccia tesi allo stremo nello sforzo di limitare la figa di Kay’den.
 
“«Scolpirci nella storia.» dice Talith con un sorriso stanco, allungando la mano a prendere quella di Siryo. «Rientriamo. Gaster avrà ormai tutto pronto e io ho una cosa da fare. Voglio che lo veda... che sappia! Se devo morire, voglio farlo vedendo il terrore invadere quella faccia sempre composta. Voglio che sia il mio ultimo ricordo.»
Tre ore e cinquantanove minuti…

 
«Lasciami!» urlò Kay'den, stringendo i denti e dando uno strattone forte con la schiena a danno delle braccia serrate di Talith.
Non funzionò. Le loro coscienze erano legate dalla voracità dell'appetito di Kay'den, spintosi così a fondo da rendergli impossibile l'allontanamento prima della conclusione. Talith lo sapeva: aveva visto la sua génia nutrirsi un'infinità di volte, ne aveva osservato il comportamento e lo slancio ponderando infine la sua decisione.
Sacrificio. Il pensiero scorse fulmineo nella coscienza di entrambi. Oh, com'è dolce la tua paura, Kay'den...riesci a sentire la mia gioia?
Ho vinto!

 
“Un secondo.”

 
Talith sorrideva ancora quando il pasto finì: continuò a farlo anche dopo che Kay'den, al colmo dell'ira e della disperazione, l'ebbe colpita con un forte manrovescio, l'unico modo per sfogare un'ira che poteva essere solo diretta verso l'Incubo stesso, ora ospite della coscienza di Talith.
Passi troppo vicini echeggiavano dal soffitto, rumori di troppe scarpe chiodate, sibili di frecce e proiettili e spade, tonfi di corpi che cadevano, urla.
Talith si guardava intorno e sorrideva in maniera così disarmante ed innocente da stonare con la brace che s'era accesa dentro i suoi occhi.
Presto avrebbe avuto fame e allora, chissà, Kay'den le avrebbe donato qualcuno dei suoi sogni: ne aveva così tanti!
Non soffrirai la fame, mia bella ragazzina pensò Kay'den, cadendo sul letto con un tonfo lieve. Allungò le braccia pallide e cinse a sé Talith, stringendosela al petto con dolcezza. Ora tu sei mia. 


  

FINE
 


3 Maschio appartenente alla razza drow.

Piccolo spazio-me: Ok, innanzitutto ringrazio chi è riuscito a seguire questo mio esperimento fino alla fine. Sono felice di essere tornata finalmente al fantasy – mi piace considerarlo il mio genere, anche se non ne scrivo molto.
Non avevo mai steso qualcosa di così vicino all’essere sensuale e violento insieme: il mio scopo non era in ogni caso quello di superare il rating arancione, sebbene credo che il giallo sia quello che ho ottenuto. .
Per il resto… spero vi sia piaciuta. L’ho scritta in una notte quindi, se non dovesse essere chiara, provvederò a spiegare/modificare una volta pubblicata ;)
Il cambio di tempo è voluto: doveva dare l'impressione di un flusso di ricordi che vengono rivissuti, e scorrono come un film, nel momento in cui Kayden ( <3 ) li ruba. Spero si capisca :S
Mi raccomando, fatemi sapere cosa ve ne pare!
Baci ;)

L'immagine orginale la trovate QUI

  
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