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Autore: KiaWolf    17/06/2012    3 recensioni
Se Edward non fosse tornato e Bella avesse continuato suo malgrado avivere la sua vita? E se dopo 19 anni lei avesse ritrovato il suo diario, che aveva dato a lui, ormai diventato un bestseller mondiale?
"Non potevo continuare così. Non dopo 19 anni.
No, non era giusto nei miei confronti.
Io avevo rispettato la promessa: non avevo mai fatto niente di insensato o stupido. Lui no.
Aveva promesso, ma non c’era riuscito.
“Sarà come se non fossi mai esistito”, mi aveva detto.
Beh, non era così, non lo era mai stato e non lo sarebbe stato mai. Lui sarebbe sempre esistito nei miei pensieri. Sempre. Purtroppo o per fortuna? Forse entrambi."
Spero di avervi incuriosito, questa è la mia prima fanfic!
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prima di iniziare a leggere, volevo ricordarvi che questa è la mia prima fanfic che pubblico (non so ancora come la mia migliore amica mia abbia convinto a farlo! XD), quindi non riesco a dirvi come sia venuta!
Comunque, buona lettura!


Pov.  Bella
 
«Mamma, sono tornata!», gridò mia figlia dall’ingresso.
«Che libro hai comprato stavolta, Alice? Non dirmi una storiella stupida, altrimenti il mese prossimo non te ne do soldi!». Già, mia figlia adorava leggere. Aveva preso tutto da me, in questo campo, ma a volte comprava libri troppo “da bambini”, per una ragazza di 12 anni. Certo, il più delle volte non mi deludeva, e appena finiva, iniziavo io a leggere quello che aveva comprato, però ogni tanto la sua ormai superata fanciullezza ritornava a fare capolino nella sua mente, e a far spendere soldi inutili alle mie tasche. Ricordai che ogni volta che facevo presente questo dettaglio a suo padre, Jacob, lui si metteva a ridere e la lasciava fare lo stesso. Lui adorava sua figlia, e se è per questo, anche io.
«Don’t worry, mamma, me l’ha consigliato Vanessa e sembra stupendo.. È un romanzo fantasy, quasi dell’orrore!»
«Orrore? E da quando ti piace questo genere di libri?»
«Da quando parla dei vampiri che stanno facendo impazzire tutto il mondo!»
Vampiri? Vampiri?
Oddio.
No.
Brutte immagini, via dalla mia mente!
Dopo, vi prego, la crisi di pianto dopo!
Riuscii a trattenere le lacrime, appena in tempo, e guardai Alice con occhi interrogativi. E comunque, il nome di mia figlia era uno dei tanti ricordi.. no, no, no! Dopo!
Mia figlia mi fece la linguaccia e andò in salotto a leggere.
Io, quasi di corsa, andai a rifugiarmi in camera mia. Chiusi la porta a chiave e sotterrai la mia faccia sotto il cuscino, prima di iniziare con le grida e le lacrime. Non potevo ancora stare male, non dopo che erano passati tutti quegli anni. Non dopo che mi ero sposata, anche per cercare di togliermelo dalla testa. Ogni volta che pensavo che questo era uno dei motivi per cui avevo detto di sì a Jacob, il senso di colpa mi avvolgeva, quasi soffocandomi.
Solo perché lui era andato via.
Da me.
Mi raggomitolai su me stessa, come ogni volta durante le crisi, che mi accompagnavano sempre.
Mi sa che erano inguaribili. Lo sarebbero state per sempre. Per sempre il mio cuore avrebbe sofferto la sua perdita. Ma questo non l’avrei mai mostrato a mia figlia, né lo facevo con Jacob, prima: li amavo troppo per vederli soffrire a causa mia. Lasciai quindi che i ricordi mi si affacciassero per l’ennesima volta nella mente, e mi beai soprattutto della sensazione che mi avvolse quando arrivai al viso. Il suo viso dagli occhi dorati.
 
*
 
«Mamma, sono a casa!». La voce di Alice risuonò chiara come quando era entrata a casa, quel pomeriggio. La frase che aveva detto, mi ricordava tanto suo padre: ogni volta che rientrava a casa dopo una giornata di lavoro, mi salutava calorosamente, come se fossi la cosa più importante al mondo. Quell’incidente però, me l’aveva portato via. Per sempre, pure lui. Perché avevo questa sfortuna?
«Alleluia, è tornata finalmente!», la salutai con un bacio sulla fronte. «Scusami se sono tornata tardi, ma le mie amiche non la smettevano più di comprare vestiti: erano insopportabili! Cosa è rimasto dalla cena?»
«Un po’ di pasta, te la sto riscaldando.»
Appena finì di mangiare, salì velocemente in camera a dormire. Io lavai quei pochi piatti che rimanevano e decisi di andare a dormire. Ero sfinita.
Salii svogliatamente di sopra e mi diressi col pigiama in bagno. Mi lavai con forza il viso, come se l’acqua potesse cancellare i ricordi, o meglio, il dolore di quei ricordi: poiché io non volevo dimenticarlo, volevo solo eliminare la sofferenza che ogni volta ne scaturiva.
Mi appoggiai, sfinita, al lavandino.
Non potevo continuare così. Non dopo 14 anni.
No, non era giusto nei miei confronti.
Io avevo rispettato la promessa: non avevo mai fatto niente di insensato o stupido. Lui no.
Aveva promesso, ma non c’era riuscito.
“Sarà come se non fossi mai esistito”, mi aveva detto.
Beh, non era così, non lo era mai stato e non lo sarebbe stato mai. Lui sarebbe sempre esistito nei miei pensieri. Sempre. Purtroppo o per fortuna? Forse entrambi.
Vi starete chiedendo, allora, come mai non fossi andata a cercarlo, perché avevo continuato a mantenere la mia apparentemente inutile promessa, qual era il motivo per cui ancora mi facesse male il suo ricordo, nonostante il dolore che lui mi aveva causato.
Perché semplicemente era e sarebbe stato l’amore della mia vita, e anche se lui non aveva ricambiato dopo un po’ i miei sentimenti, non riuscivo a non seguire il suo volere ma, nello stesso tempo, non riuscivo a farlo completamente, troppo affezionata a lui da attaccarmi smaniosamente al suo ricordo. Il mio amore verso Jacob non era paragonabile. Era completamente diverso. Un amore in un certo senso protettivo, più che fraterno ma mai come quello che provavo per lui: malsano e inguaribile, ma soprattutto inestinguibile.
Basta. Non potevo continuare così. Mi lavai e cambiai in fretta, e dopo andai in camera di mia figlia, l’unica cosa che mi faceva sentire un po’ meglio. Aprii piano la porta, per non svegliarla, ma dopo un po’ vidi che lei era ancora sveglia, a quell’ora, a leggere ancora quel libro. Lo aveva quasi finito. «Alice, che fai ancora sveglia?», le chiesi con sguardo interrogativo. Lei mi guardò con espressione colpevole.
«Beh, siccome voglio vedere come va a finire… Dai mamma, devo finirlo ormai! Mi mancano gli ultimi tre capitoli, ci metterò al massimo dieci minuti! Per favore!!» mi implorò. Ma cosa aveva di tanto speciale quel libro?
Vedendo che non rispondevo, continuò.
«E poi la protagonista si chiama come la mia mamma preferita! È un segno del destino: anche se è possibile che qualche personaggio abbia il nome di qualcuno che conosco, in questo libro, se la protagonista si chiama come te significa che devi lasciarmelo leggere fino alla fine!»
Non ne potevo più del suo chiacchiericcio. E va bene.
«D’accordo, ma sbrigati. Io vado a dormire, buonanotte..» la salutai con un bacio sulla fronte.
«’Notte mamma, e grazie mille»
Le sorrisi e me ne andai a letto, a dormire.



Ok, non so se dopo aver letto questo primo capitolo seguirete ancora questa storia..
Spero proprio di sì, e se avete dei suggerimenti recensite :D
Beh, speriamo arrivederci! XD


 

   
 
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