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Autore: simochan    04/01/2007    8 recensioni
salve a tutti!!! il mio nome è simochan e voglio presentarvi una cosa: state per leggere alcune delle pagine del diario di Rossana; paole, gesti, pensieri di tutto quello che successe dopo le medie. spero che vi divertiate a sfogliarlo e mi raccomando: non ditele che sono stata io a dirvelo, altrimenti mi mena!!! buona lettura e vi prego recensite in tanti!!! ciao!!! ^_________^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Caro diario,

Caro diario,

non ci crederai…grazie a te i miei sogni si sono realizzati!

Devi sapere che ieri pomeriggio sono uscita per il centro: vi erano le solite persone, i soliti vestiti, le solite vetrine, le solite cose. Non avevo visto ombra di vecchi e nuovi amici, così decisi di andarmene a casa. Mentre passeggiavo per le vie affollate di turisti andai a sbattere contro la schiena di un ragazzo…

 

“ ahia! Accidenti, si può sapere dove diavolo guardi?!!” urlai

 

“scusa, non volev…cosa?”

 

Il mio cuore mancò di un battito per poi cominciare a pulzare così forte che credevo lo sentisse anche lui: ero finita addosso a Heric!

Non sapevo cosa fare; volevo alzarmi da terra e salutarlo a trentadue denti, facendo finta di niente, ma l’unica cosa che riuscii a dire fu: “…ah…hemhum…”. Dopo qualche istante, che a me sembrò una vita, Heric abbozzò un sorriso, mi tese la mano per farmi alzare.

“ hai fatto proprio un bel discorso.” Scherzò, ma d’altronde che voleva: dopo tanto tempo, ritrovarmelo lì davanti! Anche se ero tentata nel farlo,non presi la sua mano e mi rialzai da sola: vidi che ci era rimasto male, ma subito cambiò espressione.

“allora, cosa fai qui?” mi domandò, ma io non lo ascoltavo; era bellissimo.

Era diventato molto più alto, la sua voce si era abbassata, la sua maglietta grigia scura mostrava i lineamenti ben definiti dei pettorali e i suoi occhi erano stupendi. ci misi un po’ per riprendermi.

ahem..io..passeggiavo.”

“ah…”

La cappa dell’imbarazzo era enorme, mi sentivo le guance in fiamme: avrei voluto dirgli mille cose. Poi l’incantesimo si spezzò. Una ragazza(definirei una t******a da quattro soldi) alta, bionda, occhi azzurri e tette gigantesche si avvicinò a Heric con voce da gallina: “Heric! Hei sono qui!!

Heric mi guardò per un lungo istante: aveva un espressione strana in viso; non saprei descrivertela. Io per tutto rispetto feci una cosa che non mi sarei mai aspettata: feci dietro front e scappai.

Corsi più forte che potevo senza una meta precisa. Che stupida ero stata! Pensare che dopo quell’incontro io e lui ci saremmo rimessi insieme! Era troppo evidente che aveva un’altra donna…era diventato stupendo. Volevo dimenticarlo. Volevo fuggire dal mio passato. Io, Rossana, che mai sono scappata di fronte alle avversità della vita, stavo fuggendo dal mio ex fidanzato.

Dopo una decina di chilometri mi fermai per riprendere fiato: gli allenamenti che mi facevano fare per il set stavano dando buoni frutti. Entrai in un parco e mi sedetti su di una altalena a riflettere.

Il mio umore era terribile; non riuscivo proprio a ridere. Dopo qualche minuto decisi di alzarmi e prendere la strada verso casa, ma sentii qualcuno prendermi per un braccio e….buttarmi per terra.

La botta fu terribile, tanto che ho ancora il livido nel fianco; mi ero imbattuta in una banda di  teppisti. Un ragazzo, anzi, uno scimmione con la testa pelata si avvicinò così tanto che riuscii a sentirgli la puzza d’alcool. “ guarda guarda chi abbiamo pescato oggi…” “hey” disse il suo amico magro come un’alice “ ma questa è Rossana, l’attrice!” il terzo ragazzo sembrava il capo del gruppetto: aveva gli occhi di ghiaccio ed una maglietta raffigurante una tigre che spezza in due un coniglietto…

Cercai di dimenarmi, ma lo scimmione mi tirò su e mi bloccò, mentre lo stecchino mi ripuliva le tasche. Finalmente il ragazzo spezza conigli parlò: “ un’attrice così carina si porta dietro così pochi soldi?” il suo sguardo era gelido…riusciva a trasmettere tanti pensieri malvagi.

“che facciamo Bill, la lasciamo andare?” il ragazzo diede un pugno a stecchino, che cadde a terra

“ quante volte di ho detto di non dire il mio nome davanti alle vittime!!??”

Quando sentii la parola “vittime” rabbrividii: avevano ucciso delle persone? No, non potevo finire così, dovevo liberarmi. “ comunque no…prima divertiamoci un pochino con lei…” il capo della banda si era avvicinato pericolosamente a me e quando avvicinò la sua mano al mio viso gliela morsi. “ ahai!! Piccola bastarda insolente!!! Ti insegno io come ci si deve comportare con gli spaccaossa!!!”. Ricordo solo di aver chiuso gli occhi, dato che stava per darmi un pugno. Quando li riaprii, vidi il ragazzo che si rialzava da terra con il naso sanguinante. Mi guardai attorno: lo stecchino aveva la faccia terrorizzata e l’omone,che ancora mi tratteneva, guardava davanti a lui con sguardo severo ma allo stesso tempo spaventato.

 

King Kong, ti conviene lasciarla andare e subito.

 

Quella voce mi era familiare: guardai meglio di fronte a me….no, non era possibile.

 

“altrimenti che fai, mi ammazzi?”

 

“se dovessi anche solo sfiorarla, credo che potrei farlo.

 

Heric fissava cupo l’omone che mi stava trattenendo: nei suoi occhi profondi vi era un velo di disprezzo e di rabbia. Poi guardò verso di me e…mi sorrise.

 

“va tutto bene?” mi disse

Io gli risposi con un cenno della testa e lui mi guardò preoccupato: aveva capito che ero terrorizzata a morte; ero sconvolta da tutto quello che mi era successo in quei pochi minuti. Lo stecchino invece rimproverò con qualche bestemmia l’omone, mentre occhi di ghiaccio si asciugava con il palmo della mano il naso gocciolante di sangue.

“ ma che sei scemo??!! Non lo riconosci!?!? Questo qui è Heric, il ragazzo cintura nera che quest’ anno ha vinto il primo premio nel power tournament of karate!!! È una leggenda!!!”

 

Non credevo alle mie orecchie: Heric aveva realizzato il suo sogno! Addirittura  diventato una leggenda! In quel momento tutta la mia frustrazione sparì e prese il posto una grande felicità: ero fiera di lui. Ora si capivano i magnifici pettorali. ^______^!!!

 

Dopo quello che gli aveva detto l’amico, sentii l’omone alleggerire la presa. Lo stecchino continuò mentre Heric fissava calmo e immobile la scena.

 

“ alcuni dicono addirittura che sia il successore di Bruce Lee!!!

 

A rompere le adulazioni fu il capo. “ non me ne frega un fico secco di chi sia questo qui!!!” e si rivolse poi a Heric in cagnesco: “tu, brutto figlio di p*****a!!! come hai osato immischiarti in cose che non ti riguardano?!! Ti concerò per le feste vedrai!!

Non puoi neanche immaginare la tensione che mi era venuta: dopo le parole del capo i due ragazzi ripresero coraggio e iniziarono ad incitare il loro leader. L’omone strinse di più la presa,tanto che mi uscì un grido di dolore. Bill si accucciò con i pugni serrati, pronto per la rissa mentre Heric se ne stava fermo.

“non ho voglia di combattere con un pivello come te.

“come osi!!! Ti faccio vedere io!!!”

Bill tirò un pugno a Heric che lo parò senza difficoltà, poi diede un calcio al capo che cadde a terra.

Lo stecchino passò una bottiglia spaccata a Bill: fallo a pezzi Boss!!” gli gridò.

Fu in quel momento che capii i miei sentimenti. Io ero ancora pazzamente innamorata di lui. Ebbi così paura che gli potesse accadere qualcosa che urlai con tutto il fiato che avevo in corpo.

 

fa attenzione Heric!!!!!!”

 

Non feci in tempo a finire la frase che il capo della banda lo colpì in pieno petto. Heric riuscì ad evitarlo, ma Bill alzò il braccio e lo ferì ad una guancia. Il sangue cominciò a scorrere sul viso di Heric; ora aveva cambiato totalmente espressione: sembrava che fosse deciso a combattere.

 

“che c’è?! Adesso non lo fai più lo spaccone eh!!?” poi si girò e mi fissò con sorriso crudele:

 

“ sta tranquilla, non mi sono dimenticato di te!! Quando avrò sistemato questo qui ci faremo una bella cuccata!!!”

 

Mi venne da vomitare al sol pensiero, ma Heric come al solito non mi deluse; quando Bill si rigirò, Heric gli sferrò un pugno sotto il mento: il capo si alzò da terra di qualche centimetro e Heric ne approfittò per tirargli un bel colpo di karate che lo fece stramazzare a terra. Lo stecchino emise un grido di paura e se la diede a gambe, l’omone fece altrettanto lasciando la presa. Io caddi a terra, tanta era ancora la tensione: alzai lo sguardo e vidi Heric avvicinarsi al boss:

 

tsk, sei proprio una mezza calzetta. E io che pensavo fossi pericoloso!”

 

Lo prese per il colletto e lo aiutò ad alzarsi.

 

“n-non finisce qui, maledetto!!

 

Heric incrociò lo sguardo dello sconfitto, che ebbe un sussulto.

 

“ ricorda bene queste parole: il falso guerriero tira pugni con forza e ferocia, ma non vi è vera forza nei suoi colpi. Il vero guerriero,invece, non è altrettanto spettacolare…ma il suo tocco ha il peso delle montagne.”

 

Straordinario. Era…un angelo. Il mio angelo custode. Lo era sempre stato. Le sue parole mi avevano colpito. Il boss scappò via, mentre Heric si avvicinò a me.

 

“come ti senti?” mi chiese

 

“un po’ scombussolata, ma sto bene.”

 

Mi sorrise; era bellissimo. Notai però che la sua ferita continuava a sanguinare, così gli feci strada verso una panchina là vicino. Lo feci sedere, presi dalla tasca un fazzoletto di stoffa (che per fortuna non mi avevano confiscato!), lo imbevetti dell’acqua della fontana e cominciai a tamponargli la ferita. La sua pelle era calda e vellutata e il suo viso mi trasmetteva tranquillità. La ferita era molto vicino alla bocca, infatti riuscivo a sentire il respiro regolare che gli usciva dalle labbra. Ad un certo punto presi tutto il coraggio che avevo in corpo e cominciai a parlare:

   Heric, volevo ringraziarti per avermi salvato da quei brutti ceffi.”

 

“ figurati”

 

Alla fine glielo chiesi:

 

“ senti Heric…”

 

“uhm?”

 

“come hai fatto a trovarmi?”

 

Lui mi fissò per un lungo istante poi si alzò dalla panchina: la sua schiena copriva la luce del sole che ormai stava calando; era imponente, statuario. Poi si girò a parlarmi

 

“ beh, te ne sei andata via così, all’improvviso…non mi hai dato neanche il tempo di salutarti.”

 

Era solamente quello il motivo: salutarmi!!! Mi venne una gran rabbia, di quelle che solamente lui riusciva a farmi venire.

 

“ scusami tanto signor bottearaffica se mi sono presa la briga di togliere il disturbo!!!”

 

Lo guardai in cagnesco mentre lui mi fissava incredulo.

 

“il disturbo di cosa, scusa?”

 

grrrr…non fare il fintotonto con me!!! Non mi importa che razza di rapporto hai con tettabionda, non sono affari miei!!! Ma ti pregherei di non prendermi in giro, è chiaro!?!?!”

 

fintotonto? Tettabionda? Ma che diavolo stai dicendo?”

 

Non gli diedi il tempo di finire che mi alzai di scatto dalla panchina e continuai il mio sfogo: “ e soprattutto, cosa più importante, smettila di seguirmi, di prendermi in giro, di provarci con le altre, di diventare sempre più bello, di rovinarmi ogni minuto per pensarti, di..di…!!!” il mio cuore si fermò.

 

Mi stava baciando.

Come quella volta, alle elementari.

Fu così veloce che non me ne resi conto. Mi lasciai andare a quel calore che non sentivo da tanto tempo; avrei voluto rimanere così in eterno. Poi, non so cosa mi sia venuto in mente, gli tirai un ceffone. Lui mi guardò accigliato, in seguito si mise a ridere.

 

“beh, che c’è da ridere?”

 

he eh, non cambierai mai!”

 

Dopo di che mi fece sedere sulla panchina e mi fece appoggiare la testa sul suo forte torace. Ero paralizzata dall’imbarazzo, mentre lui era calmo come una foglia. Cominciò ad accarezzarmi i capelli. Fu lui a parlare poco dopo:

 

“ sai Sana, mi stupisco di me stesso…di come ho fatto a vivere fino adesso senza di te.

 

Mi guardò in modo tenero e poi continuò:

 

“ vedi, quando ci siamo lasciati ero a pezzi. Mi allenavo giorno e notte per non pensarti e alla fine decisi che era giunto il momento di dimenticarti per seguire il mio sogno. Alla fine ce l’ho fatta ma…non ero molto contento del risultato: mancava qualcosa. Mancava una ragazza che mi faceva sempre il tifo, che aveva capito realmente come ero fatto, che mi consolava quando ero giù…che aveva un energia e un’allegria che pochi hanno.”

 

Heric…”

 

“ molte volte ho alzato lo sportello del mio cellulare spinto dal desiderio di chiamarti, di sentire la tua voce…ma ero spaventato a morte.”

 

Continuò a fissarmi, ma questa volta il suo viso era teso e dispiaciuto.

 

“ credimi Sana quando dico che ho fatto una sciocchezza a lasciarti.”

 

Caro diario, non sai con che fatica ho trattenuto le lacrime; io lo amo. Lo amo davvero. Ero decisa a perdonarlo ma avevo bisogno di alcuni chiarimenti.

 

“ …e tettabionda? Come farai con lei ora? La lascerai?”

 

Mi fissò incredulo e poi scoppiò nuovamente a ridere…com’era bello il suo sorriso. Lui mi ha sempre detto che io ero l’unica che lo faceva ridere...ho forse un viso patetico?!

Comunque sia dopo la sua risata mi spiegò

 

“ Sana! Tettabionda, come la chiami tu, non è la mia ragazza!”

 

Feci un balzo di stupore: non era la sua ragazza?

 

“ come non è la tua ragazza?? Ti stava chiamando!!

 

e allora? Se una ragazza mi saluta non vuol dire che sia mia moglie o cose del genere.”

 

Il suo ragionamento era giusto. Ero saltata alle conclusioni troppo presto…ma sai, non mi piace perdere…ho un orgoglio d’acciaio.

 

“ a si? Beh allora dimmi chi è. Come la conosci?”

 

“ si chiama Miharu Yokoshima. È una grande amica di mia sorella. Sta per sposarsi e oggi pomeriggio mia sorella mi aveva obbligato ad uscire con loro per portare i pacchi che avrebbero comprato per questo matrimonio…se non altro mi hai salvato il pomeriggio.”

 

Cercai di non ridere al suo commento ironico e lo scrutai con fare investigativo.

 

“ guarda che è la verità! Se non mi credi chiedi a mia sorella!”

 

Decisi che la farsa era durata troppo: io gli avevo creduto anche prima della sua spiegazione. Sorrisi. Lui ricambiò il mio sorriso.

 

“ finalmente.”

 

cosa?” gli chiesi

 

“ hai sorriso. Prima quando ci siamo incontrati non lo hai fatto.

 

“ e ti credo” dissi a mia difesa “ imbattersi poi in una banda di assassini non è da tutti i giorni!”

 

“ banda di assassini? Ma quelli non hanno ucciso proprio nessuno.

 

ma io ho sentito uscire dalle loro bocche la parola vittime!”

 

“ Rossana, per vittime intendevano quelli che hanno scippato…” -__-

 

“ ah! Ahem! Si si! Hai ragione ah ah ah!”  ^________^!!!

 

Dopo aver emesso un sospiro che voleva dire “non c’è proprio speranza”, mi fece una carezza e mi abbracciò. Questa volta io ricambiai il gesto.

 

“ sono felice di averti incontrato oggi..

 

“ anche io Heric…non sai quanto.”

 

Si era fatto tardi. Era ora di ritornare a casa. Lui si sciolse dall’abbraccio e mi guardò.

 

“ ora devo andare…ti accompagno se vuoi.”

 

“ non preoccuparti, ormai mi sono ripresa! Se si riavvicinano saprò come difendermi!!” e gli feci vedere il mio fidato martello di gomma.

 

“ ah, ok.”

 

“ ciao Heric.”

 

ciao Sana.”

 

Presi a camminare e lui fece lo stesso dalla parte opposta. Dopo pochi passi mi girai

 

Heric…”

 

Lui si girò

 

“ quindi ora…posso chiamarti quando voglio?”

 

Lui mi sorrise imbarazzato: “ certo che puoi!”

 

ok…ciao.”

 

Mi rimisi a camminare. Poco dopo lui mi chiamò. Io mi girai

 

“ Sana, hem, domani ci sarebbe un convegno sul Karate del mio dojo. Vorresti venirci con me?”

 

Il mio cuore si aprì di gioia: mi aveva chiesto un appuntamento! Non mi feci scappare quell’occasione.

 

“ certo! Con immenso piacere!”

 

“ perfetto! Ti passo a prendere domani mattina alle nove ok?”

 

“ va bene! Alle nove sarò prontissima!”

 

Ricominciai a camminare, ero al settimo cielo! Quell’incontro aveva fatto sì che le cose si chiarissero. Dopo una decina di passi, Heric mi richiamò e quando mi girai, me lo ritrovai davanti. Stavo per chiedergli il motivo del suo dietro front, ma lui mi precedette…e mi baciò.

Fu un bacio lungo, semplice, leggero, dolce…in poche parole favoloso.

 

“ scusa, non ti avevo salutato.” E prese a correre “a domani!”

 

“ si, a domani!”

 

E qui finisce il racconto di ieri pomeriggio. Sai, scriverti mi ha fatto molto bene: mi sono sfogata, ho capito le mie intenzioni e, in qualche modo, mi hai portato fortuna! Non ho mai dubitato di Heric: quando mi ha salvata, nel parco, ho capito veramente che l’unica persona in grado di comprendermi e di difendermi è proprio lui. Finalmente ho preso la scelta giusta. Ora devo andare a prepararmi; sono già le otto e mezza e tra poco passerà a prendermi…sono emozionantissima!

Non so cosa succederà in futuro, ma so che,questa volta, cercheremo di vivere ogni attimo del nostro presente…insieme, per sempre.

 

Ah! Stavo quasi per dimenticarmelo! Sai cosa ho trovato questa mattina sul mio terrazzo quando ho aperto la finestra? Una  piccola margherita bianca….

 

                                                                                                                         Rossana

                                                                                                                                                                                                                                            

 

 

Finisce qui il racconto della mitica Sana. Spero che lo sfogliare il suo diario vi abbia divertito, commosso. Vi prego, recensite!!! Da simochan ^________^

Nota: la frase che dice Heric non è di mia invenzione: l’autore è Jue Yuan, vissuto in Cina molti secoli fa. Ciaooooo!!!!! ^_______________^

 

 

  
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