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Autore: Bethan Flynn    19/06/2012    2 recensioni
Non era possibile. Non poteva essere lui.
Non adesso che finalmente, dopo dieci anni, era riuscita se non a scrollarsi di dosso il peso di quella colpa che l’aveva sempre schiacciata, perlomeno a conviverci.
Howard Link. Il cognome c’era, i due nei pure, gli occhi grigi anche.
Non li aveva mai dimenticati, e non li avrebbe dimenticati mai.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Link, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Arrivarono all’alba, e Rie si pentì immediatamente di non aver prestato attenzione al paesaggio che avevano attraversato durante la notte.
Quel paesaggio ricorreva nei suoi incubi da dieci anni.
Come aveva potuto portarla lì?
E lei, come aveva potuto essere così disattenta da cascarci?
La collina su cui si erano arrampicati discese improvvisamente, formando una piccola conca verde, in cui tutto era esattamente come Rie si ricordava.
La scogliera si spalancava di fronte ad un largo spiazzo d’erba, con la grossa quercia che troneggiava sovrana, unico albero in mezzo al verde.
La casa, o meglio, ciò che ne restava, era l’unica nota stonata in quel luogo che niente aveva perso della sua bellezza naturale: un ammasso di assi carbonizzate, col tetto crollato quasi del tutto, circondata da un largo circolo di terra bruciata.
La ragazza fermò il cavallo, sentendosi mancare il fiato, ma Link si voltò e le fece cenno di seguirlo, lanciando poi il cavallo a tutta velocità lungo la discesa.
Rie prese un respiro profondo.
“Fidati di lui. Servirà a proteggerla” si disse, pensando a Rei, poi spronò il cavallo al galoppo.
Fu come immergersi in una doccia fredda. Una scossa gelida le attraversò le membra, facendola sussultare e rischiando di far imbizzarrire il cavallo. Rei si svegliò di soprassalto –cos’era?- chiese allarmata, gli occhi spalancati.
Rie recuperò fiato –una barriera. Ecco perché Howard ci ha por…- le parole le si mozzarono in gola.
Non c’era più traccia del rudere bruciato che fino a pochi secondi prima campeggiava nel mezzo della conca: era stato sostituito dalla stessa casa, ricostruita, evidentemente, esattamente com’era prima di bruciare.
Rie si avvicinò cautamente e vide Link tracciare simboli nell’aria, estraendo un talismano dopo l’altro. La ragazza ne vide molti piazzati attorno alla costruzione.
“Un vero e proprio baluardo” pensò mesta, smontando da cavallo e prendendo in braccio Rei.
Una volta finita l’opera, il biondo tirò un sospiro di sollievo e si scoprì il capo, sorridendo.
Buffo, pensò Rie, da quando l’aveva incontrato era la prima volta che lo vedeva sorridere.
-Dovrebbe bastare. Non ci troveranno, qui- disse sicuro, poi afferrò le briglie dei cavalli e li condusse dentro un capanno.
Rie si riscosse e fissò la casa come inebetita: era proprio tutto come allora. Le stesse porte, le stesse tende, le stesse pietre color grigio chiaro che rivestivano i muri.
Immaginò che anche l’interno fosse identico a quando l’aveva lasciato, e rabbrividì.
-Stai bene?- la voce limpida di Rei la riscosse: già, era per lei che doveva farlo, per lei e per se stessa. Se le avessero trovate, sarebbe stata la fine.
Sorrise, cercando di dissimulare l’angoscia –si, tranquilla. Sono solo un po’ stanca- la bimba la fissò ancora per qualche istante, pensierosa, poi seguirono Link dentro la casa.

Per Rie fu come entrare allo stesso tempo nel suo sogno più bello e nel suo incubo peggiore.

Era tutto terribilmente uguale: la stessa scalinata, gli stessi mobili nella stessa posizione, le stesse stanze.
Si sentì girare la testa e dovette aggrapparsi al bordo del tavolo.
-Pensavo che Rei potrebbe stare nella…- iniziò Link.
-…stanza al piano di sopra, vero?- Rie finì per lui, con una voce così tetra che sembrava uscita dall’oltretomba. Il biondo si girò di scatto a guardarla e quasi si spaventò: negli occhi di Rie c’era un dolore immenso, che altro non faceva che acuire la sensazione di aver fatto uno sbaglio gigantesco a portarla lì.
-Rie, che cos’hai?- la voce della bimba era preoccupata, ma la ragazza le strinse una mano e le si accucciò di fronte –Rei, adesso ti porto a vedere la tua camera. Ti piacerà, c’è molta luce- disse sorridendo, ma quelle parole lasciarono Link agghiacciato.
Erano le stesse che James aveva detto a Rie quando l’aveva portata lì, parola per parola, pausa per pausa. La ragazza accompagnò la bambina su per le scale, lasciandolo solo.
Che cos’aveva messo in moto?
Poco dopo sentì i passi di Rie scendere giù per le scale in fretta, e si preparò al peggio. La ragazza si fermò davanti a lui, scrutandolo con aria truce.
-Io, tu, fuori. Adesso- sibilò, uscendo precipitosamente in giardino.
Link la seguì, mesto e pienamente consapevole di quanto si sarebbe meritato tutto ciò che gli avrebbe detto.

Rie camminò più veloce che potè, arrivando fino al limitare della scogliera, fissando il mare che si infrangeva svariate decine di metri più in basso, sollevando spruzzi bianchi ed un gran fragore.
Respirò quell’aria salmastra, rendendosi improvvisamente conto di quanto le fosse mancata, beneficiando dell’orizzonte che si estendeva infinito, dopo la sensazione di trovarsi in gabbia che aveva provato ad entrare in quella casa.
-Rie- sentì la voce di Howard alle sue spalle, ma non gli diede neanche il tempo di parlare.
-Giurami soltanto che servirà a proteggere Rei- mormorò con la voce che le tremava. Credeva che lui in un certo senso avesse capito quanto lei avesse sofferto in quegli anni, quanto i ricordi le avessero fatto male, ma evidentemente si era sbagliata.
Howard guardò il viso della ragazza: i suoi lineamenti non esprimevano alcuna emozione, ma i suoi occhi erano tristi e incredibilmente stanchi.
-Servirà. Nessuno può arrivare in questo posto, a meno che non lo conosca- la ragazza chiuse le palpebre un paio di volte, una lacrima le scivolò lungo la guancia.
-Rie…- ritentò lui, ma la bionda alzò una mano, fissandolo, per la prima volta, negli occhi.
-Non dire niente, Howard, non c’è niente da dire- mormorò.
Fece per tornare verso casa, oltrepassandolo, ma la voce del biondo la bloccò.
-E invece si- Rie sentì la vibrazione di rabbia repressa in quelle parole –si che c’è qualcosa da dire, Rie- l’afferrò per un polso, voltandola bruscamente.
La ragazza sentì il cuore batterle furiosamente in petto, terrorizzata dalla somiglianza fra quella scena e quella dei suoi ricordi; sentì le gambe tremarle.
Link dovette accorgersi del suo spavento, perché allentò subito la presa ed addolcì l’espressione, ma sul suo viso rimaneva stampata la sofferenza.
-Credi che io non abbia sofferto?- chiese in un sussurro –credi che per me questo posto non sia pieno di ricordi, come lo è per te? Forse ne ho anche di più- mormorò. La ragazza abbassò lo sguardo.
Lo sapeva, sapeva che era stata colpa sua, se tutto quello che Howard aveva amato in quel luogo era andato distrutto.

-Ti ho cercata per dieci anni-
Era arrivato il momento di dirglielo. Quella guerra continuava a sottrarre loro ogni attimo di serenità, ogni barlume di vita normale, era come vivere costantemente appesi a un filo. Non c’era tempo per lasciare dubbi irrisolti o colpe senza ragione.
Si era illuso di poter fare le cose con calma, di poter far sì che Rie si abituasse di nuovo alla sua presenza, di poter far ritornare il loro un rapporto normale, e poi parlare di tutto. Ma non c’era tempo: quegli anni gliene avevano portato via troppo.
-Mi hanno portato via di qui altri esponenti dell’Ordine, della sede centrale. Mi sono unito a loro soltanto per trovarti, Rie- la vide spalancare gli occhi. Certo, dopo dieci anni passati a credere che lui la odiasse a morte non doveva essere facile scoprire che invece era stato l’esatto opposto.
-In tutti questi anni non ho fatto che andare a caccia di Cross, non appena ho scoperto che ti aveva presa in custodia, ma non sono mai riuscito ad avvicinarmi a te quanto bastava- continuò. Lei lo ascoltava in silenzio, immobile. –Sapevo che stavi scappando. L’unica cosa di cui ero capace di accertarmi era che tu fossi ancora viva, e pur di saperne di più avrei continuato a leccare i piedi di Lvellie per altri dieci anni, se fosse stato necessario- rafforzò la presa sul suo polso e l’avvicinò a sé, tanto che i loro corpi quasi si sfioravano, poi le sollevò il mento e piantò i suoi occhi grigi in quelli di Rie, azzurri e lucidi.
Rimasero a fissarsi per degli istanti che sembrarono lunghissimi, eppure avrebbero voluto che non finissero mai.

La ragazza si riscosse all’improvviso, sfuggendo alla sua stretta.
Non riusciva a parlare, o meglio, non sapeva cosa dire.
Era sempre stata convinta che lui la odiasse, che non l’avrebbe mai perdonata per aver ucciso suo fratello, l’unica famiglia che gli fosse rimasta, che sparire dalla sua vita e cercare di non lasciare alcuna traccia sarebbe stata la cosa migliore da fare.
E invece, adesso saltava fuori che Howard l’aveva cercata, sempre, fino a diventare uno degli sgherri più disprezzati delle alte cariche dell’Ordine, per lei.
Era felice, certo, ma anche confusa. Avrebbe voluto che qualcuno le dicesse finalmente cosa doveva fare.
Sentiva chiaramente, per la prima volta in grado di ammetterlo con se stessa, quanto le fosse mancato, e quanto avesse sperato di sentirsi dire quelle parole, ma il dolore continuava a bloccarla.
Com’era possibile che potesse svanire tutto in una bolla di sapone?
-Non serve che tu dica niente, adesso. A me basta che tu sappia- la voce di Howard si intromise nei suoi pensieri riprendendone come sempre il filo, un’abilità che gli anni avevano lasciato inalterata, a quanto pareva.
Rie annuì bruscamente, lasciandosi scivolare i capelli sul viso, e si diresse verso la casa, dandogli le spalle.
Non avrebbe voluto lasciarlo a quel modo, dopo tutto ciò che le aveva detto, ma aveva bisogno di riflettere, di capire.



Note dell'Autrice:

Uff che fatica aggiornare con gli esami di mezzo T_T vi preannuncio già che a luglio farò una pausa parecchio lunga, dovuta al fatto che sarò in Germania e -ahimè- senza pc T_T mi farò perdonare postando mille capitoli quando tornerò! Intanto spero che vi sia piaciuto questo e gli altri che cercherò di pubblicare da qui alla mia partenza ;)

Rispondo ai commenti:

rose princess: per i momenti romantici migliori di questi due ci sarà ancora da aspettare un po'... lo so, questi capitoli sono un patema D: ma arriverà anche un po' d'azione, lo giuro XDXD comunque LAVELLO è la cosa migliore che abbia mai sentito. Comincerò ad usarlo anche io *-*

Ciao a tutti, scappo a studiare (sigh ç__ç)

Bethan <3

   
 
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