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Autore: hopelove    21/06/2012    25 recensioni
Estate, sole, mare. Bella Swan inizia il suo nuovo lavoro come bagnina… Ad attenderla, un collega tremendamente sexy in pantaloncini rossi con i suoi pregiudizi sulle donne.
Tratto dal 1° cap:
- Come diavolo fa una ragazza a mettere in salvo un uomo di 90 kg che sta affogando, eh? Me lo spiegate? – esclamo senza rendermene conto, dando voce ai miei pensieri.
- Dai, Edward! Non farla tanto lunga, se ha superato tutte le prove d’esame e ha preso il brevetto significa che è in gamba.
- Non penso proprio Jazz, significa che ha aperto le gambe. Spero solo che abbia la torretta di avvistamento il più lontano possibile dalla mia.
- Mi dispiace deluderti, Cullen. Lavorerò alla 13, alla tua destra. Ma non preoccuparti, cercherò di non invadere i tuoi spazi… con le mie gambe, le mie tette e tutto il resto.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Buon giovedì!

Sono in ritardo, lo so e vi chiedo immensamente scusa per questo.

Ma oltre al mio adorabile bimbo di quindici mesi e al mio maritino… sto traslocando!

Sono sommersa da scatoloni, elettricisti che non vengono mai quando dovrebbero, imbianchini che tardano in continuazione, calcolatrici in una mano per cercare di risparmiare il più possibile e ventagli nell’altra perché sto morendo dal caldo!

Va bene, basta così, non vorrei annoiarvi ancora con le mie vicissitudini personali!

Piuttosto, vi ringrazio tantissimo per la pazienza e per il vostro incessante e preziosissimo appoggio. Grazie sul serio a ognuno di voi, con tutto il cuore!

Spero davvero che continuerete ad esserci, siete fondamentali per darmi energia e ispirazione!

Veniamo alla storia! A questo proposito, vorrei scusarmi anche per non aver mandato lo spoiler ai 22 angioletti che hanno recensito.

Non l’ho fatto perché ho ricevuto un messaggio da parte di ValeBellamyPattinson (che saluto e ringrazio!), dove mi avvisava che mandare anticipazioni è contro il regolamento di Efp.

Ammetto di averlo letto abbastanza superficialmente, e mi è sfuggito. Perciò mi dispiace se non dovevo farlo, ho commesso un errore in buona fede.

Allora… dove eravamo rimasti? Edward ha fatto un bel passo avanti, mettendo da parte l’orgoglio e scusandosi per il suo pessimo comportamento. E Bella? Mmmh…

Ci “rileggiamo” di sotto,

intanto buona lettura e un bacione grande.

Grazie ancora,

Vanessa 

 

Cap. 8 – Aggettivi qualificativi

Pov Bella

La risata musicale di Rosalie risuona per tutto il locale, attirando l’attenzione di parecchi curiosi.

Non ha fatto altro che ridere da quando siamo uscite. L’ho chiamata nel tardo pomeriggio per raccontarle la mia folle giornata e Rose ha insistito per andare a cena nel suo pub preferito, l’Unexpected. Il posto è molto carino, siamo sedute in un angolo appartato e tranquillo, le luci sono soffuse e c’è una leggera musica di sottofondo. In poche parole, è una piacevolissima serata, se non fosse per Rose che continua a ridacchiare ad ogni particolare che le racconto. La ammonisco con lo sguardo, implorandola di smettere.

         -   Vuoi piantarla? Ci stanno guardando tutti!

         -   Non ce la faccio, Bella! Avrei tanto voluto vedere la scena!

         -   Non ti sei persa niente Rose, sei tu che stai esagerando.

         -   Scherzi? Stai parlando di Edward Cullen!

         -   So bene di chi sto parlando, abbassa la voce!

  -   Non capisci, l’Edward che conosco io non avrebbe mai detto a una donna che la desidera e che vorrebbe… frequentarla. Cavolo, quanto avrei voluto esserci!

Io no. Proprio per niente. Avrei preferito essere ovunque ma non lì, davanti a lui, a perdermi nei suoi occhi verdi, a sognare nuovamente quelle labbra e soprattutto a sentire quelle parole inaspettate.

“Se pensi che mi arrendo ti sbagli. Sono come un bambino: pretendo con ogni mia forza quello che desidero. E io non desidero solo il tuo corpo.

Desidero te, Isabella Swan.”

Ancora una volta, la voce di Edward Cullen mi rimbomba nella testa. È tutto il giorno che cerco di scacciarla via dai miei pensieri, ma niente da fare: mi ritorna in mente con fervore e veemenza, per nulla intenzionata a lasciarmi in pace.

         -   E soprattutto nessuna donna gli aveva mai riso in faccia prima d’ora. Oddio, devi farlo di nuovo Bella, voglio assolutamente vedere la sua espressione!

Alzo gli occhi al cielo, esasperata, mentre Rosalie comincia a sghignazzare una seconda volta. Che ci sarà di tanto spiritoso, proprio non lo so.

Si, è vero, quando Cullen ha finito il suo bel discorsetto sta mattina, mi sono messa a ridere e sono andata via, lasciandolo sbigottito sulla spiaggia. Capisco che la mia possa essere stata una reazione un po’ anomala e imprevedibile, a tratti comica, ma l’ilarità di Rose mi sembra assurda.

Non è poi così divertente considerando che in realtà io… io sono scappata. La mia era una maschera. Ho cercato di nascondere dietro un sorriso finto l’effetto devastante che le sue parole hanno avuto su di me. Perché in quel momento sognavo crederci davvero.

“…non desidero solo il tuo corpo. Desidero te, Isabella Swan.”

Cosa diavolo significa? Ieri Cullen vuole portarmi a letto, semplicemente per togliersi uno sfizio e scacciare la sua “ossessione” dalla mente. Oggi, di punto in bianco, ha intenzione di conoscermi, frequentarmi. È semplicemente illogico.

Seppur bellissime, le sue restano parole, smentite da un’infinità di gesti contrapposti.

Il fatto che non le abbia mai dette prima, come sostiene Rosalie, non dimostra che siano vere. Una parte di me desidererebbe fidarsi e concedergli una possibilità, ma la Bella razionale che ha sofferto e che è tuttora ferita, non intende credergli. Non voglio illudermi ancora per poi ritrovarmi nuovamente sola a raccogliere i pezzi di me stessa.

Edward Cullen è uno sciupafemmine incallito. Un dongiovanni incorreggibile. Un cascamorto irrecuperabile. Proprio come James.

Ecco perché devo riuscire a stargli lontana. Continuerò ad ignorarlo come ho fatto oggi, ricordandomi quanto siamo incompatibili e concentrandomi su tutti i lati negativi della sua personalità.

Brava Bella, farò proprio così. Ogni volta che mi troverò Edward davanti, dovrò ripensare a quanto è… è…

Accattivante? Affascinante? Irresistibile?

No no no.

Sciupafemmine incallito. Dongiovanni incorreggibile. Cascamorto irrecuperabile.

Questi sono gli aspetti su cui devo riflettere. E poi… maschilista. Egocentrico. Pieno di sé. Assillante.

Scuoto appena il capo. Santo cielo, come mi sono ridotta! Pur di togliermi Cullen dalla testa, lo sto persino insultando mentalmente! Dovrei semplicemente cercare di dimenticarlo, invece continuo ad appioppargli una marea di aggettivi qualificativi, con la speranza di autoconvincermi che lui non fa per me.

Superficiale. Autoritario. Presuntuoso.

“Se pensi che mi arrendo, ti sbagli.”

Illuso. Sognatore. Credulone.

Si, come no. Puoi denigrarlo quanto vuoi, ma le sue parole sono sempre tra i tuoi pensieri. Lui è sempre tra i tuoi pensieri.

Coscienza non cominciare a farti viva adesso. C’è già Rosalie da tenere a bada.

“.…pretendo con ogni mia forza quello che desidero…”

Prepotente. Arrogante. Brutto stronzo.

Si, come no. Brutto è proprio l’aggettivo che meglio lo rappresenta. Talmente brutto da far vibrare ogni tua cellula e da scatenare una tensione sessuale mai provata prima.

Ok, brutto no. E sorvoliamo sulle reazioni incontrollate del mio corpo.

Sbuffo di frustrazione, senza neanche rendermene pienamente conto.

Rosalie mi fissa interrogativa, ancora con il sorriso divertito sulla labbra, per poi mettersi a scrutarmi attentamente.

 -   Ricapitoliamo Bella: giovedì te lo sei sbaciucchiato per bene nel corridoio di casa sua e dopo gli hai mollato un sonoro schiaffo. Tre giorni dopo, te lo spupazzi un’altra volta in un magazzino per poi piantargli una ginocchiata sulle palle. Infine, oggi, quando lui mette da parte l’orgoglio chiedendoti di uscire per conoscervi senza passare per le lenzuola, tu gli ridi in faccia e te ne vai. Ho tralasciato qualcosa?

Adoro Rosalie. È semplicemente unica. Ridacchio, divertita dal suo vivace riepilogo. Anche se…

        -   Detta così sembra che la stronza sono io! Mi stai dicendo che ho avuto delle reazione eccessive?

        -   Assolutamente no. Hai fatto benissimo.

        -   Non ti seguo.

        -   Edward non è abituato ad essere respinto. Che io sappia, nessuna donna l’ha mai rifiutato. Tu sei quella donna.

        -   Continuo a non capire, Rose. Io non voglio essere nessun tipo di donna, voglio solo reprimere questa folle attrazione nei suoi confronti. Ne ho abbastanza di sciupafemmine incalliti.  

E di dongiovanni incorreggibili e cascamorti irrecuperabili. Rosalie mi prende la mano sopra il tavolo, comprensiva. Sa bene a chi mi riferisco.

        -   Pensi ancora a James?

        -   È acqua passata.

Si, come no. Talmente passata che solo sentir nominare il suo nome ti fa venire un groppo in gola.

Rilascio un sospiro, chiudendo gli occhi per un attimo. Il volto di James appare immediatamente nei miei ricordi. Lo ho amato così tanto… E l’ho odiato ancora di più.

        -   È normale se ti capita di pensarci, Bella. Vi stavate per sposare.

        -   Già. Che stupida.

        -   Non dirlo mai. Lo stupido è lui.

Le sorrido appena, riconoscente. Rosalie mi è sempre stata vicina, aiutandomi e sostenendomi come una sorella soprattutto quando… quando ho scoperto il mio fidanzato a letto con mia cugina. Il più classico dei cliché, insomma. Ero talmente accecata dall’amore da non accorgermi che mentre io cercavo quella che sarebbe potuta essere la nostra casa, lui si scopava la mia cara cuginetta.

Ma la colpa è mia. Avrei dovuto immaginarlo, prevederlo.

James è sempre stato uno sciupafemmine incallito. Un dongiovanni incorreggibile. Un cascamorto irrecuperabile.

Si divertiva a collezionare donne su donne, e io l’ho sempre saputo. Ne ero consapevole fin da quando ci siamo conosciuti al college a Boston. Ciò nonostante, mi sono innamorata perdutamente di lui a prima vista e quando lui ha iniziato a corteggiarmi ho ceduto, aggrappandomi alla presuntuosa convinzione che i miei sentimenti gli sarebbero bastati. Che io gli sarei bastata. Gli ho dato tutta me stessa, disperatamente convinta che fosse cambiato.

Dopo il disastroso matrimonio dei miei genitori, non mi ero mai illusa dell’esistenza del vero amore. Ma con James… ci credevo. Per la prima volta in vita mia, ero convinta che le storie romantiche che tanto amavo leggere nei libri, potevano diventare realtà. La mia realtà. Lui era il fidanzato che tutte desidereremmo avere: bello, allegro, gentiluomo, sempre presente. Perfetto. Mi fidavo, ero felice. È stato lui a chiedermi di diventare sua moglie dopo quasi due anni insieme. E invece… chissà quanto mi ha tradito in quei ventitré mesi.

Chissà quanto avrà riso alle mie spalle con Tania, mia cugina.

Quante volte mi sono chiesta come ho fatto a non accorgermene prima?

Quante volte ho rivisto nella mia mente gli sguardi lascivi o le conversazioni bisbigliate tra James e Tania che prima mi erano sfuggiti?

Quante volte mi sono torturata con le immagini di loro due a letto?

I primi tempi, non riuscivo a togliermeli dalla testa. Mi sembrava di vederli ovunque: erano in ogni coppia che incontravo. Poi, ho iniziato a non fidarmi più di nessuno.

Se la mia stessa cugina con cui sono sempre andata d’accordo mi aveva ingannato, poteva farlo chiunque.

Se l’uomo che voleva diventare mio marito giurandomi amore e fedeltà davanti a Dio mi aveva tradito, potevano farlo tutti.

Basta, Bella, basta. Non devo pensarci ancora. Non devo più permettere a quei due di farmi condizionare la vita. L’hanno già fatto abbastanza, sono persino tornata in Francia per cercare di dimenticare il loro tradimento, con scarsi risultati. È colpa loro se non mi fido più di nessuno, nemmeno di me stessa e dei miei istinti.

Forse credo ancora nell’amore, ma sicuramente ho chiuso con gli sciupafemmine incalliti, i dongiovanni incorreggibili e i cascamorti irrecuperabili. Non farò due volte lo stesso errore.

        -   Tutto bene?

La voce di Rosalie mi riporta al presente, ricacciando i tristi ricordi il più lontano possibile nella mia mente. Annuisco, tornando a prestarle attenzione.

        -   Bella, Edward non è un cattivo ragazzo. Anzi, è davvero in gamba. Solo che ama divertirsi con le donne.

        -   Appunto, non fa per me.

        -   Lo so, e io sono la prima ad averti messo in guardia. Ma… non mi aspettavo la sua reazione. Insomma, ti ha chiesto di frequentarvi!

        -   Rose, può averlo detto semplicemente per raggiungere prima il suo scopo: quello di portarmi a letto.

        -   Potrebbe essere, ma non credo sia così subdolo.

        -   In ogni caso, non mi interessa.

Si, come no, è per questo che ci pensi e ci pensi e ci strapensi.

        -   Se lo dici tu. Allora non è un problema se ci sta raggiungendo con Alice, Jasper e Emmett.

        -   Cosa? Sei impazzita?

Rosalie scoppia a ridere un’altra volta. Adesso sono io ad aver attirato l’attenzione di tutto il locale con la mia voce stridula. Ma Rose non può averlo invitato davvero, non ha senso.

        -   Perché l’hai chiamato? Sai che è uno sciupafemmine incallito! Un dongiovanni incorreggibile e un cascamorto irrecuperabile!

        -   Sei sempre stata brava con gli aggettivi!

        -   Non cambiare argomento.

 -   Tranquilla, Bella. Io sarò sempre dalla tua parte e non ti sto dicendo di lasciarti andare con Edward. Ma… è il fratello di Emmett e voglio capire se lui può cambiare o se è davvero stronzo fino a questo punto. Fidati di me, sai che ti voglio bene come una sorella. Oh… eccoli laggiù, stanno entrando adesso. Gli vado incontro, aspettami qui! – esclama alzandosi di scatto, senza darmi la possibilità di replicare o di mandarla a quel paese.

Calma Bella. Mantieni la calma. Non hai motivo di essere agitata. D’altronde, devo riuscire a conviverci visto che lavoriamo insieme. Adesso ti metterai alla prova. Lo ignorerai e continuerai a divertirti insultandolo mentalmente. Che sarà mai! È solo Edward Cullen

******

Non ho forse detto che devo ignorarlo?

E non ho ripetuto più volte che non è la fine del mondo trascorrere una serata in sua compagnia?

E non mi sono messa pure ad appioppargli una marea di aggettivi dispregiativi come una stupida pur di togliermelo dalla testa?

Si, si e di nuovo si.

Allora perché sono ancora chiusa in bagno?

Quando Rosalie è andata verso Alice, Jasper, Emmett e… Edward, io sono scappata alla toilette. Reazione molto matura, Bella, complimenti.

Schiacciata contro la porta, ho seguito Rose con lo sguardo, guardandola muoversi disinvolta tra la folla fino a raggiungere il suo fidanzato. La mia attenzione si è spostata su Alice e Jasper, accanto a loro e poi… Le voilà. Jeans chiari e camicia scura. Con i primi tre bottoni slacciati.

Vanitoso. Frivolo. Presuntuoso.

Si, come no. Invece di insistere ad elencare epiteti sprezzanti, dovresti confessare ciò che hai realmente pensato: affascinante, bellissimo, sexy e persino stallone.

Oh Signore. Non ce la posso fare. Cosa diavolo pensava Rosalie organizzando quest’uscita collettiva? Inutile continuare a mentire a me stessa: Edward Cullen mi attrae come mai nessuno prima, neppure James mi faceva quest’effetto. Devo trovare il modo per tornarmene subito a casa. Mi guardo intorno, cercando un’uscita alternativa, con la speranza di sgattaiolare senza farmi vedere. Ancora nascosta, lancio un’occhiata fugace al tavolo. Alice e Jasper sono spariti. Accidenti, anche Rose e Emmett non ci sono più. C’è solo Cullen seduto, intento a sorseggiare non-so-cosa e a giocherellare con… la mia borsa.

Porca miseria, ho dimenticato la borsetta con dentro le chiavi della macchina. Devo per forza andare a prenderla. Dove diavolo ho la testa? Porca miseria, un’altra volta.

Avanti Bella, non essere vigliacca. Non può essere tanto difficile: lo saluto educatamente, recupero la borsa e me ne vado. Dopo un sospiro di auto incoraggiamento, mi incammino verso il tavolo ostentando una sicurezza che in realtà non ho. Edward si accorge subito di me, i nostri sguardi si incrociano immediatamente.

Mi saluta con la mano, che mano, stravaccandosi meglio sulla poltroncina blu.

        -   Che coincidenza. Non volevi starmi alla larga?

        -   Sono sorpresa quanto te, non credere.

        -   Quindi non ti sei messa in ghingheri in mio onore.

        -   Ti piacerebbe, eh?

        -   No, sai che ti preferisco in costume.

Pervertito. Depravato. Maniaco.

Sto per replicare dando voce ai miei pensieri, quando Edward mi sorride in quel modo tutto suo, con un solo angolo della bocca alzato, sicuramente divertito dalla mia espressione indignata. Poi, torna a parlare, seriamente questa volta, facendo segno di sedermi accanto a lui:

        -   Sto scherzando. Sei bellissima.

Galante. Garbato. Gentile. E con una voce dannatamente eccitante.

        -   Le buone maniere suggeriscono di contraccambiare i complimenti, Swan.

        -   Cosa vuoi che ti dica, Cullen?

        -   Non saprei… Per esempio, che ti piace la mia camicia.

        -   Un uomo può indossare ciò che vuole. Resterà sempre un accessorio della donna.

Edward scoppia a ridere, scuotendo la testa mentre io mi congratulo con me stessa per essermi ricordata questa celebre frase di Coco Chanel. Brava Bella, non lasciarti abbindolare!

        -   Posso offrirti qualcosa da bere?

Educato. Cortese. Di nuovo: galante. No no no. Non farti incantare! È un opportunista doppiogiochista.

        -   No, grazie.

        -   Dai, Swan, non ho nessun secondo fine.

        -   Sto andando via, Cullen.

        -   Di già?

Annuisco, sapendo che è la cosa giusta da fare.

        -   Che ti costa scambiare due parole? A meno che…

        -   A meno che?

        -   A meno che tu non stia scappando da me.

Perspicace. Sveglio. Intelligente.

Sostengo il suo sguardo di sfida. Accidenti. Vorrei andarmene immediatamente ma non voglio dargliela vinta, dimostrandogli che ha ragione. Stringo le labbra per il nervoso. Mi ha fregato. Tuttavia… Che sarà mai parlare un po’? E poi Rosalie non può avermi lasciata qui da sola, non lo farebbe mai. Tornerà a momenti. Mi siedo accanto a lui, non troppo vicino per carità, cercando di ignorare la sua espressione soddisfatta.

        -   Dieci minuti Cullen. Ma se ricominci con le tue solite frasette, me ne vado.

        -   Aggiudicato. – acconsente, regalandomi un ampio sorriso.

Un bellissimo sorriso. Raggiante. Abbagliante. Bella, basta con gli aggettivi.

Non so quanto tempo restiamo in silenzio, semplicemente guardandoci, come se entrambi non trovassimo le parole adatte da dirci o non sapessimo da che parte cominciare. So solo che tutti i mille contrastanti pensieri che fino ad ora mi vorticavano in testa, sembrano scomparire. Non penso a niente. Tra noi non c’è né tensione né imbarazzo, anzi. È una di quelle poche volte in cui mi sento completamente a mio agio in sua compagnia. Dopo un altro sorriso, è Edward a parlare per primo:

        -   Che dici, facciamo un po’ di conversazione?

        -   Conversazione?

        -   Beh, si. Goethe sostiene che “le persone intelligenti sono sempre il miglior manuale di conversazione”.

        -   Però! Mi reputi intelligente, Cullen?

        -   Decisamente si, Swan. Non sei mai impreparata o a corto di repliche. Al contrario, sei sempre pronta e istruita.

        -   Potrei dire lo stesso di te.

Mi rendo conto di quello che ho detto solo una volta finita la frase. Gli ho appena confessato che lo considero una persona brillante. Niente di grave, certo, se non fosse per il suo sorrisino a dir poco compiaciuto. Edward accosta la sua poltroncina alla mia, avvicinandosi parecchio, troppo, per poi sussurrarmi piano:

        -   Era un complimento, Swan?

        -   Non montarti la testa, Cullen. Per una buona qualità che ti ho trovato ci sono minimo trenta difetti che non sopporto!

        -   Per esempio?

        -   C’è davvero bisogno che te li dica? – domando retorica, sollevando le sopracciglia e cercando di allontanarmi un po’ da lui.

Non faccio in tempo a spostare la sedia di un centimetro che Edward riavvicina subito la sua. Alzo gli occhi al cielo, mentre lo sento sogghignare.

        -   Meglio di no, hai ragione. Continuiamo a conversare, piuttosto. E se ti faccio sorridere almeno tre volte, domani sera vieni a cena con me.

Folle. Pazzo. Fuori di testa. Scoppio a ridere, sconcertata e stupita dalla sua proposta.

        -   La prima è andata, Swan!

        -   Ehi, non ho mica acconsentito!

        -   Vale lo stesso, visto che ora starai più attenta. Devi lasciarmi almeno il vantaggio dell’effetto sorpresa!

        -   Come vuoi, Cullen, tanto non accetterò il tuo invito.

        -   Vedremo. Parlami di te.

        -   Non c’è molto da raccontare.

        -   Non direi… So che tua madre è francese e che hai vissuto sia a Marsiglia che a San Francisco. Quale città preferisci tra le due?

        -   Entrambe.

        -   E Los Angeles ti piace? Ti trovi bene qui?

        -   Se non fosse per qualche collega maschilista e pieno di pregiudizi… – interrompo volutamente la frase senza terminarla, limitandomi a lanciargli un’occhiata eloquente.

Edward storce il naso, capendo subito che mi riferisco proprio a lui.

        -   Ok, forse sul lavoro ho esagerato. Ammetto che non te la stai cavando male.

        -   Ti stai scusando, per caso?

        -   Non ci allarghiamo… Isabella.

Isabella. Non Swan, come mi ha sempre chiamata, a parte questa mattina.

Desidero te, Isabella Swan.

Isabella.

Sbatto le palpebre più volte, incredula, mentre avverto i battiti del mio cuore aumentare decisamente il ritmo. Non so spiegarmi il perché, ma sentirlo pronunciare il mio nome mi ha sorpresa e destabilizzata. Non ho mai amato farmi chiamare Isabella, ma il modo in cui lui l’ha detto… Mi è sembrato il suono più dolce e bello del mondo. Cosa cavolo mi sta succedendo?

In questi quindici minuti di chiacchierata mi sono sentita completamente a mio agio, scoprendo un Edward del tutto diverso da come l’ho conosciuto. Mi è bastato avvertire le sue labbra articolare il mio nome per farmi capire che lui mi piace al di là del lato fisico. Oh Signore, la mia non è solo attrazione. Forse dovrei andarmene, scappare è la cosa che mi riesce meglio. Ho troppa paura che le mie emozioni prendano nuovamente il sopravvento sulla ragione.

        -   Dove sono andati gli altri? – chiedo, cercando di prendere tempo e ritrovare il controllo di me stessa.

        -   Ti sei già stancata di me?

        -   Mi domandavo solo dove erano spariti.

        -   Purtroppo, hanno rubato la macchina di Emmett. Rosalie voleva aspettarti per informarti ma mi sono offerto di farlo io, Isabella.

Oh Signore, l’ha detto di nuovo. Perché diavolo mi deve fare quest’effetto? È solo un nome, il mio nome. Lo sento da quando sono nata, diamine!

        -   Che pensiero gentile! – esclamo di slancio, sforzandomi di non lasciar trapelare il mio turbamento nella voce.

        -   Certo, gentile è il mio terzo nome.

        -   E il secondo quale sarebbe?

Accidenti, Bella, non dovevi dargli corda! Sono la ragazza più contraddittoria che conosco.

Vorrei andarmene ma non riesco ad alzare le mie chiappe da questa dannata poltroncina.

Vorrei dimenticarmi di Edward Cullen ma mi ritrovo a pensarlo in continuazione.

Vorrei ignorarlo ma rispondo ugualmente alle sue provocazioni.

Vorrei reprimere questa folle attrazione che provo nei suoi confronti ma per ben due volte mi sono lasciata andare tra le sue braccia.

E non disdegneresti affatto baciarlo una terza volta. E una quarta… E una quinta…

Coscienza, smettila. Piuttosto, fammi fare la cosa giusta: dammi la forza per andarmene di qui.

Si, come no. Tu ci hai messo la colla su questa sedia.

Oh Signore. È vero, sono immobile, ipnotizzata dal carisma di Edward. Inebriata dal suo profumo. Suggestionata dai suoi occhi.

Impressionata dal suo sorriso, da sempre bellissimo, ma che in questo momento mi sembra ancora più luminoso e smagliante del solito. E senz’altro contagioso, visto che mi scopro a sorridere anch’io senza motivo, nonostante i mille dubbi e timori che mi vorticavano in testa fino un attimo fa.

Edward avvicina pericolosamente il suo viso al mio, mandandomi in subbuglio e facendo decollare il mio cuore.

         -   Te lo dico domani sera a cena.

Sarà per il nervosismo provocato dai miei stessi pensieri contrastanti.

Sarà per la tensione accumulata in questi giorni.

Sarà perché divertita dalla sua faccia tosta.

Fatto sta che mi metto a ridacchiare. Il suo ghigno soddisfatto mi fa subito rendere conto dell’errore che ho appena commesso. Non dovevo ridere, mannaggia a me. Sbuffo, scocciata.

         -   Perfetto, Isabella. Mi manca una tua dolce risata e posso prenotare in un ristorante francese.

  -   Scordatelo! – replico subito sulla difensiva, cercando di ignorare quel dannato Isabella. Non ho la minima intenzione di sottostare al suo sciocco giochetto. Non posso mica uscire con lui, noi due soli, a cena, in un ristorante… francese, ha detto? – Dove vorresti portarmi?

  -   Uno chef parigino ha aperto un locale molto carino a Santa Monica. Ne ho sentito parlare piuttosto bene ma non ci sono ancora andato perché temo di non riuscire a capire una parola del menu. E qui subentri tu.

        -   Ah! Quindi il tuo è un invito interessato!

        -   Se preferisci definirlo appuntamento romantico…

        -   Piantala, Cullen.

        -   Perché ti ostini a chiamarmi per cognome?

        -   Piantala, Edgar.

        -   Ah ah ah, simpatica. Dai, Isabella, accompagnami. Non vorrei ritrovarmi ad ordinare un piatto di lumache.

Per un attimo, immagino Edward alle prese con un'abbondante vassoio di escargots. O meglio: una generosa porzione di foie gras. Sghignazzo, figurandomi la scena.

        -   Ehi! Stai sorridendo per la terza volta! Tieniti pronta per le otto.

        -   Ascoltami, Edgar. Potrai anche avermi fatto ridere, ma non penso proprio che verrò a cena con te.

        -   Io credo di si. D’altronde, un accordo è un accordo. E sono disposto pure a mangiare le lumache pur di vederti sorridere ancora.

Dolce. Romantico. Tenero.

No no no. Io a cena con Edward Cullen non ci vado. Assolutamente.

Si, come no. Tu stai già pensando a cosa metterti!

Oh Signore. Sono proprio ridotta male.

 

Eccoci qui! Come vi sembra? Noioso? Soporifero? Troppi aggettivi?

Non saprei, il capitolo si è scritto da solo, prendendo una piega che non immaginavo nemmeno io. Dopo aver scoperto a grandi linee il passato di Bella, i nostri piccioncini si sono ritrovati a chiacchierare piuttosto civilmente rispetto i loro standard. Non se la sono cavata tanto male, no? I punzecchiamenti a suon di citazioni torneranno (mi piacciono e divertono troppo! Spero anche a voi!) ma i due inizieranno a capirsi meglio.

Chissà se Edward riuscirà a portare Bella a cena… Voi che ne dite? La facciamo disdire all’appuntamento o la mettiamo in ghingheri?

Fatemi sapere cosa ne pensate, i vostri pareri mi danno una grande carica, trasmettendomi tanta voglia di scrivere. Perciò, grazie ancora con tutto il cuore per esserci.

Un bacione e un abbraccione,

vi prometto che tra uno scatolone e l’altro, pubblicherò presto il nuovo capitolo!

Con affetto,

Vane

P.S: In bocca al lupo a tutti i maturandi e a chi è alle prese con gli esami, universitari e non!

Le mie storie:

 

   

La chiave che apre tutte le porte dell'impossibile... L'AMORE

"-  Ammettilo, ti diverti. – affermo togliendo il giubbetto e cercando di concentrarmi sui suoi occhi e non sulle sue gambe. -  Mi diverto? -  Si, ci hai preso gusto a farti vedere in accappatoio e a sedurmi. Bella arrossisce ma subito dopo sorride maliziosa. Ecco, ci siamo. -  Se avessi voluto sedurti, ti avrei accolto in un altro modo… -  Ah si? Sentiamo! -  Dunque… Avrei potuto far cadere l’accappatoio inavvertitamente a terra mostrandoti cosa c’è sotto. – sussurra stringendosi a me e accarezzandomi le braccia." (Tratto dal cap. 21)

Bella ed Edward umani, che dopo qualche difficoltà iniziale si innamoreranno più che mai, trovandosi dopo essersi a lungo cercati. Spero vi piaccia, con tutto il cuore. [ Autore: hopelove ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 28 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] [ Pubblicata: 30/05/10 ] [ Aggiornata: 15/05/12 ] [ Note: AU ] [ Completa ] [ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 338 recensioni ]

 

   

Più di ieri, meno di domani 1° classificata al contest "La strada della neve" indetto da Noemix.

"So che siamo giovani. So che stai per laurearti mentre io lavoro solo da un anno. So che non abbiamo tantissimi soldi. Ma so che ti amo da impazzire e che il mio più grande desiderio è diventare tuo marito. Renderti felice, giorno dopo giorno. Svegliarmi con te accanto in una casa tutta nostra, la mattina. Fare il nostro albero di Natale ogni anno, magari con l’aiuto di qualche pargoletto. Ti amo, più di ieri e meno di domani. Vuoi diventare mia moglie?"

[ Autore: hopelove ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] [ Pubblicata: 08/01/12 ] [ Aggiornata: 08/01/12 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ] [ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 14 recensioni ]

 

Fateci un salto se vi va, ne sarei felicissima! Grazie infinite!

Grazie anche a tutti coloro che hanno inserito Oceano... tra le storie preferite, chi tra le seguite e chi tra quelle da ricordare! Siete sempre più numerosi! E grazie anche a che legge semplicemente! Fatemi sapere cosa ne pensate! Un bacione! A presto!

QUESTI PERSONAGGI NON MI APPARTENGONO, SONO DI PROPRIETA’ DI STEPHENIE MEYER. QUESTA STORIA E’ STATA SCRITTA SENZA ALCUN SCOPO DI LUCRO

 

  
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