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Autore: Claudia Ponto    22/06/2012    3 recensioni
[Le avventure di Jackie Chan]Strikemaster Ice, DJ Fist and MC Cobra scappano dalla prigione nella quale erano detenuti grazie all'intervento inaspettato di una giovane ragazzina. Una volta tornati a San Francisco, assistono al ritorno di Drago, il demone che aveva quasi conquistato il mondo e di cui loro erano i suoi seguaci, scoprendo che esso è profondamente legato con la ragazza che li ha liberati.Proveniente dal cartone animato Le avventure di Jackie chan. *ATTENZIONE: la storia ha il rating Verde, ma si avvisa la presenza di parole pesanti e parolaccie*
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Capitolo 12: finale
 
Drago sembrava impazzito.
 
Correva avanti e indietro nella piccola stanza della sorella nella Vecchia San Francisco, esaminando gli scaffali della sua piccola biblioteca personale, gettandoli a terra nell’impeto di prenderli tutti.
Sfogliava i libri alla ricerca di un qualsiasi incantesimo o dannato strumento che gli permettesse di trovarla, strappando spesso le pagine nella foga o trasformandole in cenere a contatto con le mani pulsanti di fuoco.
 
Gettava via i libri con rabbia quando non riusciva a trovare ciò che voleva, ringhiando e imprecando costantemente. I suoi occhi erano totalmente rossi, il suo corpo sembrava mutare per effetto degli altri Chi, deformandolo grottescamente.
 
L’Ice Crew rimase in disparte, intromettersi in quella sua folle attività sarebbe stato il peggiore errore della loro vita, l’aura infuocata che sprigionava lo dimostrava, DJ Fist si era addirittura ustionato un braccio nel tentativo di avvicinarsi.
Anche solo parlargli era pericoloso, una sola banalissima parola alimentava la sua ira.
 
Il demone improvvisamente scagliò in aria i volumi raccolti, avventandosi subito dopo contro qualunque cosa, distruggendola per la frustrazione. Il palazzo tremò sotto l’effetto di quell’azione, lo stucco delle pareti e le ringhiere di ferro dei balconi si staccarono e crollarono, il pavimento quasi si sciolse diventando una massa melmosa che si staccava in quantità esagerate, crollando nel piano sottostante.
<< Yo dude! Dacci un taglio! Ci farai fuori se continui questo modo! >>
<< Come cazzo faccio stare calmo!? Mia sorella è sparita! SPARITA! >>
<< Prendi fiato D-man!  è di sicura una fregatura della ragazzina per prenderci per il culo, you feel me?! >>
<< LEI NON FAREBBE MAI UNA COSA SIMILE A ME! >>
<< HA MAI TENTATO DI PUGNALARTI ALLE SPALLE IDIOTA! YO! MA  CHE CAZZO TI PASSA PER IL CERVELLO?! LO HA ANCHE AMMESSO CHE TI VOLEVA AMMAZZARE! >>
<< CHIUDI QUELLA FOTTUTA BOCCA! TU NON SAI NIENTE DI MIA SORELLA! NON SAI UN CAZZO DI LEI E DI QUEL CHE LEI È VERAMENTE! >>
<< SO DI SICURO CHE È UNA STRONZA! >>
Cobra e Fist bloccarono Ice e Drago prima che si ammazzassero a vicenda, la tensione era dannatamente alta, soprattutto tra quei due che pensavano sorti diverse sulla ragazza. 3 anni senza sua sorella erano stati… vuoti.
L’aveva abbandonata da bambina e l’aveva ritrovata che era diventata quasi adulta.
L’aveva lasciata con l’immagine di una figura da tenere sotto controllo e l’aveva ripresa sotto la sua ala protettiva finendo solo per ferirla più di quanto avesse provato ad evitare che le accadesse. Tutto quello che era successo… era solo per causa sua… per non essere stato abbastanza forte da proteggere l’unico essere vivente che teneva al mondo.
<< Mi mentiva solo per nascondere i guai che combinava… niente di più… >> cominciò a dire a bassa voce.
<< è stata l’unica persona ad non avermi mai tradito… e di cui posso riporre tutta la mia fiducia senza avere il minimo dubbio… farò qualsiasi cosa per ritrovarla… che voi lo vogliate o no. >>
Con uno strattone Drago si liberò, il corpo che riassunse le normali sembianze.
Prima di andarsene, un leggero ticchettio attirò la sua attenzione: un piccolo scorpione nero si avvicinò verso di loro trasportando sulla schiena una pergamena.
Drago lo schiacciò all’istante senza pensarci, la bestiolina esplose producendo un debole sibilo straziante, sangue e organi che fuoriuscirono dal corpo. Appena morto prese il messaggio e lo lesse, poche parole che mettevano in chiaro le cose:
Porta i Chi in tuo possesso se rivuoi indietro tua sorella.
Viva.
Non azzardare trucchi, altrimenti avrai indietro solo la sua testa.
 
Non c’era il mittente, ma non era necessario per capire chi l’avesse scritto.
Era allegata una mappa con delle coordinate, il luogo in cui doveva recarsi.
In meno di un’ora era già fuori dal parco, a bordo di una macchina rubata diretto al porto.
In soli 10 minuti aveva già preparato uno yatch, anch’esso rubato, per solcare il mare.
Sulla banchina i gangster osservavano il meticoloso e frettoloso lavoro del demone, incuriositi dall’energia che, per la prima volta, ci metteva per sua sorella.
<< Vuoi davvero perdere le palle in questa cazzata di ricatto dawg? >> glie chiese Ice.
<< No. Ma non intendo rinunciare a mia sorella. >> gli rispose.
<< Yo, hai un piano? >> chiese Cobra.
<< Lo avrò presto. >>
<< è un suicidio. >>
<< Non mi fermerò per questo. >>
 
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Winter riprese i sensi dopo un sonno agitato.
Sentiva un gran caldo ed era indolenzita, provò a muoversi ma aveva braccia e gambe bloccate da spesse catene di ferro, attaccate da un lato ad un solido costone di roccia.
Socchiuse gli occhi a causa dell’intenso bagliore arancio-rosso che illuminava il luogo in cui era prigioniera, a parte fugaci figure nascoste dietro scie di vapore non vide nient’altro, gli occhi le bruciavano e quindi non era nemmeno sicura che ci fossero davvero delle presenze.
La testa le pulsava, tentò di fare mente locale per ricordare come fosse finita in un posto simile: l’ultima cosa che rammentava era la lezione di nuoto di Drago… poi i Leviatani… e mescolati a questi elementi gli eventi di Varosha….
Per un attimo l’orribile pensiero che quello stato fosse opera di Drago le balenò in mente, ma poi udì una risata.
Tentò di individuare la fonte ma il costante rombo in sottofondo impediva tale possibilità.
<< La mia accoglienza è di tuo gradimento? >>
Winter sussultò, riconobbe immediatamente la voce.
<< Bastardo di un mezzo-sangue! Dove ti nascondi?! >>
<< Ma sono proprio qui davanti a te. >>
<< Stronzo che non sei altro! Liberami da questi affari! >>
<< è l’unico mezzo per tenere a bada una piccola vipera come te. >>
<< Una vipera che ti morderà le chiappe non appena si sarà liberata! >>
Con uno strattone la ragazza tentò di spezzare le catene, ma cadde a terra senza successo. Del terriccio le finì in bocca, tossì disgustata e soffocata, inoltre bruciava da morire, come se fosse sdraiata sui carboni ardenti.
<< Quelle catene sono fatte di una lega speciale, è impossibile spezzarle…. e non pensare di usare il Chi, sarebbe solo una gran perdita di tempo. >>
<< Che fai? Dai consigli? >>
<< Un regalo prima di ucciderti. >>
Winter non rimase sorpresa dalla minaccia, Lanet Kum aveva già tentato di uccidere lei e suo fratello, quindi non prese sul serio ciò che disse. Nonostante le avesse detto che non aveva possibilità di fuga, tentò ripetutamente di togliersi quegli affari di dosso, facendo sbattere le manette contro le rocce intorno a sé che producevano un tonfo metallico secco; muoversi con le caviglie anch’esse incatenate era un supplizio, e quello spettacolo al mezzo demone sembrava piacere.
<< Non mi spaventi vecchiaccio! Ti spaccherò il culo! Te lo posso assicurare! >>
<< Risparmia il fiato per quando ti sgozzerò la gola. Questa è la sorte che ti toccherà, è così sarà anche per tuo fratello. >>
<< Appena ti troverà ti sbranerà fino al midollo! >>
Un’ombra si mosse tra i bagliori, uno spruzzo di fuoco le sfiorò di poco la spalla sprigionando più vapori di quanti non c’è ne fossero già prima, improvvisamente si sentì tirare per i capelli, una mano deforme con 3 dita le accarezzò il mento e una specie di chela le afferrò la gola.
<< Ne dubito. Lui sarà la mia prossima preda… >>
 
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Drago esaminò la mappa ancora una volta, diceva che il luogo da raggiungere si trovava alle Hawaii, a sud del gruppo di isole.
Intorno a sé c’era solo l’oceano, la costa americana era scomparsa da un paio d’ore e dell’arcipelago non vi era ancora traccia.
La giornata era stata preanunciata splendida, ma i Chi all’interno del suo corpo stavano lentamente sconvolgendo gli elementi… banchi di nuvole temporalesche si formavano dal nulla e il mare lentamente si agitava… il caldo che diventava sempre più soffocante…. stimolati dalla rabbia che ancora ribolliva nelle sue vene. Esternamente non si notava alcunché,  Era la cosiddetta quiete prima della tempesta.
Un rombo di motore lo fece voltare alla sua sinistra, un motoscafo dotato di una specie motore d’aereo lo raggiunse, a bordo si trovava L’Ice Crew che lo guidava.
<< Vi avevo detto di stare fuori dalle palle! è una faccenda personale! >> gli urlò.
<< Spiacente faccia di geco, se la shrimp schiatta non possiamo vendicarci delle stronzate che ci ha fatto! You feel me?! >> gli rispose Strikemaster Ice.
<< Yeah dude! La mocciosa è il nostro lasciapassare per la bella vita nel passato! >> gli fece eco Cobra.
<< L’unico lasciapassare che potete ottenere è quello di andare all’inferno! >>
<< Yo dawg! Ci siamo già dentro! >>
Drago grugnì contrariato.
Con una fiammata avrebbe potuto mandare in panne il loro mezzo e lasciarli in mezzo al mare per liberarsene; qualunque fosse la motivazione che li spinse ad agire in quel modo non importava al momento, si fece seguire e basta, ritrovare Winter era la maggiore priorità.
Tre ore dopo le coste hawaiane comparirono all’orizzonte, virò in direzione della sua isola e sbarcò su una delle stupende spiagge dorate affollate di turisti che potevano permettersi quel paradiso, i quali scapparono non appena lo videro.
Drago ignorò le reazioni degli umani, non voleva perdere tempo, ruggì tutto il fuoco concentrato nel suo corpo per tenere lontane le forze dell’ordine che giunsero per ucciderlo e farsi strada in città, sconvolgendola fino ai bassi fondi con tutta la sua maestosità, proseguendo fino nel folto giungla, seguito solamente dall’Ice Crew.
Seguendo la mappa giunse nel luogo dell’appuntamento: una valle di roccia vulcanica in piena attività, alle pendici del Kilauea, un vulcano in piena attività.
La montagna infuocata si trovava in corrispondenza di uno dei più grandi vulcani del mondo, il Mauna Loa, una bomba di lava in piena azione che sprizzava lapilli e gas tossici provenienti dal centro della Terra; la cenere cadeva dal cielo come pioggia oscurando parte del cielo, le fontane di lava fuoriuscivano improvvisamente dalla superficie di roccia calda.
Sembrava di stare all’inferno.
<< Vi do l’opportunità di andarvene via prima che lo facciate come cadaveri. >> disse Drago al trio.
<< Yo dude, abbiamo le palle per certe cose. >> gli rispose Cobra.
<< Quindi dawg, risparmia il fiato e vai a incasinare la festa. >> rispose allo stesso tono Ice.
DJ Fist in silenzio acconsentì.
<< Come volete. Se vi bruciate le chiappe affari vostri. >>
Detto questo, un ponte di pietra si formò di colpo davanti a loro, innalzandosi fino al vulcano. Drago iniziò a percorrerlo nell’immediato, i tre umani lo imitarono, stando nel centro per non venire investiti dai getti di vapore ustionanti.
 
Il ponte finiva in corrispondenza di una grotta.
Drago si rese subito conto che non era stata creata naturalmente, le pareti del cunicolo interno erano troppo lisce e perfette per essere un lavoro della natura; “qualcuno” aveva realizzato quel lavoro e i sospettati non erano molti.
Lentamente procedettero facendo attenzione all’ambiente circostante pronti ad eventuali sorprese, l’anormalità si poteva percepire a fior di pelle, niente era come appariva, niente di quell’antro infuocato era come realmente era stato concepito da secoli di attività vulcanica. Finalmente il sentiero li portò fino al cuore del vulcano: l’interno del Kilauea era impressionante, una vasta caverna provvista di una sottile piattaforma di roccia in bilico sulla voragine da cui si intravedeva l’intenso arancione della lava che ribolliva sul fondo, pronta a scoppiare da un momento all’altro e risalire verso l’alto, verso la bocca che il fumo nascondeva. Il demone si chiese quale vantaggio il rapitore di sua sorella si aspettava, quel posto per lui era perfetto, in perfetta sintonia con il suo Chi! Probabilmente c’era una ragione precisa.
Forse.
Con dei segni fece segno agli altri di dividersi e perlustrare quel poco di spazio in cui potevano muoversi, subito dopo udì un debole mugugnare e corse in direzione del suono, trovando dietro un gruppo di rocce Winter, incatenata e con la bocca coperta da un pezzo di stoffa. La ragazzina sussultò quando il demone la toccò, scuotendo la testa e cercando di dire qualcosa.
<< Andrà tutto bene piccoletta, ti porterò fuori da qui. >> le disse.
Un enorme masso incandescente lo colpì alla testa, si sentì pulsare le vene per il dolore, uno dei corni posti sul capo scricchiolò sul punto di rottura, la vista per un istante divenne nera tempestata di puntini rosso.
<< Pessima mossa, figlio di Shendu. >> esordì Lanet Kum.
Drago si massaggiò la testa cercando di riprendersi.
<< Lo sapevo che ci tenevi al Chi dell’Acqua. Una cosa così preziosa non si lascia andare facilmente. >>
<< Dovresti preoccuparti della tua vita invece, figlio di puttana che non sei altro! >>
Il mezzo demone si avvicinò in quel momento, comparendo dalla nebbia di gas vulcanici, le mani già provviste di lunghi artigli neri. Drago fece in tempo a schivare quegli affari impregnati di veleno, ma il suo avversario non si fermò ad un solo tentativo, continuò e continuò ad attaccarlo riversando gocce di liquido nero dappertutto, il rombo della lava che cominciava ad “agitarsi” come se fosse viva. L’Ice Crew nel frattempo, senza farsi notare si avvicinò a Winter e maneggiò le catene aprendo uno alla volta i lucchetti, rimuovendole il bavaglio che le impediva di parlare venne sciolto e con voce rauca la giovane urlò:
<< è una trappola! >>
Nello stesso istante in cui Winter pronunciò quelle parole, Drago conficcò nello stomaco di Lanet Kum una stalattite appuntita come una lancia, squarciandogli la carne da cui fuoriuscì il suo sangue nero. Il drago lo spinse verso la voragine, urlando in simultanea con il suo avversario mentre precipitava nell’inferno.
Poi non si udì più niente, solo il rombo del magma in ebollizione.
Tutti rimasero fermi, tentando di rendersi conto di quel che era successo.
Il demone si permise un sorriso… prima che una risata gliela interrompesse, la stessa del mezzo-sangue.
Ma lui era caduto nel burrone, era morto di sicuro!
<< Drago ascoltami! Devi uscire da qui subito! Quel bastardo ci ha ingannato fin dall’inizio! >> urlò Winter, liberandosi dalle catene e correndo zoppicando verso il fratello.
<< Che cosa?! Che cazzo vuol dire? >>
<< Ti prego! Vai via! Devi uscire subito prima che sia troppo tardi! >>
La risata riecheggiò nuovamente, stavolta più forte.
Winter cercò di condurre fuori da lì il fratello tirandolo con tutte le sue forze, ma non appena raggiunsero l’uscita vennero bloccati da una barriera invisibile che si materializzò alla loro vicinanza, una sorta di riflesso blu che rivelava la sua presenza solo se toccato.
<< Ormai non potete più uscire da qui. Questa è la tomba che vi ho riservato. >>
Dalle pareti uscirono getti di vapore molto denso, non si vedeva più niente… Qualcosa si mosse in quel preciso momento, spostandosi velocemente. Un pezzo di argilla volò ai loro piedi, aveva la forma di una faccia… la faccia di Lanet Kum.
Altri pezzi di argilla dalle fattezze umane gli vennero lanciati addosso, rotolando di qualche metro o sgretolandosi in mille pezzi, tutti provenienti da un’unica macchia scura che continuava a spostarsi, ridendo come un folle.
<< Vi è piaciuta la marionetta che fino adesso avete creduto fosse il vero me? Certo che sì, e si è visto. >>
<< Una marionetta… non è possibile! Non ci credo! >>
<< Si, sono ancora vivo e vegeto, rimasto in disparte per potervi studiare. >>
Improvvisamente la figura nera uscì finalmente allo scoperto.
 
La creatura che si materializzò davanti a loro sembrava un ibrido fra uno scorpione, un essere umano e una scolopendra: il corpo lungo e sottile provvisto di numerose zampe si contorceva nervosamente, da un capo la coda appuntita era arrotolata leggermente su se stessa con il pungiglione rigonfio di veleno, l’altro capo invece “reggeva” un busto umano deforme e scheletrico, provvisto di un paio di braccia con le mani che avevano solo tre dita e due grandi chele poste all’altezza delle spalle, la testa umana con qualche ciocca di capelli scuri con la faccia anch’essa deforme, quattro paia di occhi di cui due ciechi.
Il vero Lanet Kum era così diverso da come aveva fatto credere di essere fino a quel momento, era mostruoso, il risultato di un’unione proibita. Camminò intorno ai due demoni muovendosi rapidamente, le numerose zampe che ticchettavano sulla roccia, le grandi chele pericolosamente vicine alle loro teste.
<< Come ci si sente ad essere in trappola, figlio di Shendu? Cosa provi nel sapere che non sei così più così avvantaggiato come credevi? >>
<< Io sono sempre superiore a te, scherzo della natura! Sei un essere schifoso, e allora? Questo non mette di certo paura, mi fai solo vomitare! >>
<< Davvero? Non hai paura di me anche se non puoi usare i tuoi poteri? >>
L’avviso lo mise in allarme, tentò di sputare fuoco ma non ci riuscì… confuso tentò allora di scuotere la terra… chiamare la forza del vento… di volare… niente di tutto ciò funzionò.
<< Che cazzo mi hai fatto?! >>
<< Oh, non temere, i Chi sono ancora dentro di te ma non puoi usarli. La tua cara sorellina ha provato ad avvisarti, peccato che fosse imbavagliata. >>
<< Mi dispiace… io ho tentato di fartelo capire… >>
<< Bastardo! Me la pagherai! >>
<< Ne dubito moccioso, perché sarò io che ti farò a pezzi. >>
Drago fece in tempo a spingere sua sorella prima che il pungiglione potesse lanciarla contro una stalattite come invece accadde a lui, il colpo sembrò spezzargli le costole e urlò per il dolore, mordendosi le labbra per poter resistere. Il mezzo demone gli si lanciò addosso cominciando a colpirlo a ripetizione con una brutalità che la sua marionetta non aveva mai mostrato, un’incredibile ferocia che lo stava mettendo in seria difficoltà per la prima volta da quando era tornato a camminare sulla Terra.
Drago si era allenato a lungo, purtroppo il suo allenamento non stava servendo a niente, la sua difesa era praticamente nulla. Rendendosi conto che niente funzionava, cominciò a scappare, costretto a farlo per organizzare una differente tattica.
Soprattutto per capire come salvare la vita.
 
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Winter scioccata osservò il loro peggior nemico avere la meglio su Drago con una facilità impressionante.
Tentava di infilzarlo con il suo pungiglione, sibilando e sbavando, le mani deformi dritte verso di lui per afferrarlo. Tentò di mettersi in piedi per poter intervenire ma le gambe non c’è la facevano a reggerla in piedi costringendola a restare a terra, le mani le tremavano e non riusciva a respirare bene. Il vigore che il Chi dell’Acqua le aveva dato era sparito, aveva riassunto le sue reali sembianze da Demone del Ghiaccio ma non aveva nemmeno la forza di quello, era ridotta male… malissimo.
Improvvisamente venne afferrata per le spalle e trascinata all’indietro, all’interno di una sottile fessura, dai tre umani.
<< Yo shrimp! Siamo nella merda! Quello scherzo della natura ci farà fuori per davvero! Dawg! Non dovevamo accettare questo incarico del cazzo! Prima ci fa a pezzi e poi ci sbrana! >> urlò Cobra scioccato.
Winter gli diede uno schiaffo per farlo smettere.
<< Smettila di frignare come un bambino! Quello stronzo non ammazzerà nessuno! Noi siamo in cinque e lui uno solo! Dobbiamo affrontarlo! >>
<< Affrontarlo? Ma che cazzo dici yo?! Tu ci vuoi cadaveri! Noi tre non siamo più pompati di droga immortale di demone! >> le rispose a tono Ice.
<< Che fine a fatto tutta la spavalderia che avete mostrato in tutto questo tempo? Credevo che foste abbastanza stupidi da avere le palle per “mettervi” in mostra in certe situazioni! >>
<< Yo mocciosa, frena la lingua! Non hai il diritto di insultarci! >>
<< Per le cazzate che state sparando ne ho il pieno diritto! >> Ice l’afferrò lesta per il colletto della maglietta alzando un pugno con l’intenzione di colpirla, DJ lo bloccò prima che potesse riuscirci, costringendolo a fermare ciò che aveva intenzione di fare.
Winter sibilò e lo spinse via con la coda, concentrandosi di nuovo sullo scontro, frustrata nel non poter fare qualcosa. Si strinse il petto e respirò più lentamente, aspettando che l’agonia avesse fine… ma anche se si fosse ripresa avrebbe continuato a stare male…
 
Tutto ciò per cui aveva lavorato stava andando in fumo…
Il suo desiderio di poter aiutare suo fratello stava per smaterializzarsi… andare in pezzi come vetro…
Non capiva perché il destino aveva deciso di rovinare ogni cosa: Perché era così crudele? Voleva solo stare insieme all’unico membro della sua famiglia! Era così impossibile da ottenere?
Non era giusto!
 
<< Ehi, sei ferita nanerottola? >>
Winter sussultò, si ritrovò le mani macchiate di sangue.
Frettolosamente tentò di pulirsi strofinandole sui pantaloni.
<< Non è sangue mio… >> rispose mentendo.
Brutto segno… Si sentiva formicolare la pelle, una sensazione che diceva che non le rimaneva molto tempo prima che le cose per lei peggiorassero… doveva  rompere l’incantesimo che bloccava i suoi poteri e quelli di suo fratello. Ma come riuscirci se non poteva usare, a quel punto, nemmeno la magia?
Si spinse più a fondo nella fessura quando Lanet e Drago passarono lì vicino, maledicendosi per non essere in grado di fare niente, il dolore nel suo corpo aumentò e così sarebbe stato anche per il sangue che non avrebbe potuto nascondere a lungo.
Nonostante quella consapevolezza tentò comunque di effettuare un incantesimo, le mani vibrarono per l’energia magica che tentava di uscire senza successo, in quel modo però si rese conto che stava reagendo a qualcosa presente lì vicino, di anch’esso magico.
Ma a cosa?
A parte lei, suo fratello e Lanet, non c’era nessuno con quella capacità, i tre umani li scartò all’istante… eppure… non potè a fare a meno di sospettare di loro. Poggiò le mani su ognuno di loro per assicurarsi che stesse sbagliando, invece con cosa inaspettata, scoprì che non erano così patetici e inutili come credeva.
<< Voi tre siete diversi dagli altri umani… avete fatto qualcosa di particolare nel corso della vostra vita? >>
<< Che blateri shrimp? >>
<< Rispondetemi! Intendo dire se avete fatto qualcosa legato alla magia o alle arti antiche?! Una specie di allentamento?! >>
<< Yo Wikipedia, relax! Se ti va di ficcare il naso nei nostri affari, sappi che siamo stati accettati come allievi di un monastero una volta! Era però una roba taroccata che…! >>
<< Lo sapevo! Non credevo che l’avrei mai detto ma siete l’unica nostra salvezza! >>
<< Cosa?! Che cazzo dici? Il tuo “genio” è andato a farsi fottere?! >>
<< Voi siete in grado di utilizzare l’antica arte segreta del “Tai - chi dell’origine”! >>
<< Oh… uao dawg, sappiamo usare una tecnica di rilassamento; che roba cool. >> commentò sarcasticamente Ice.
Winter lo colpì ripetutamente con la coda, urlandogli di essere un gran pezzo di ignorante.
<< Il Tai – chi non è sempre stata una cosa per rilassare il corpo o guarirlo! In origine era stata concepita come stile di combattimento! >>
<< Whoooo che novità, è una delle tante cazzate che ci hanno insegnato al monastero. >>
<< Ma non vi hanno insegnato tutto! Adesso aprite quelle orecchie e statemi a sentire razza di idioti, perché se PER DAVVERO sapete quel che spero vi abbiano insegnato, siete gli unici capaci di poter uccidere Lanet! >>
 
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Drago era esausto, l’ultimo colpo per un pelo non gli spaccò la schiena.
Una simile violenza la ricordava solo negli atroci allenamenti che suo padre, quando era piccolo, gli costringeva ad eseguire ogni giorno.
Si sentì davvero un incapace…, odiava ammettere che il mezzo demone era più forte di lui.
La breve distrazione gli fu fatale, Lanet lo raggiunse e arrotolò il suo lungo corpo intorno a lui, sollevandolo e sbattendolo dappertutto, stringendolo e soffocandolo senza alcuna pietà, solo sadico piacere e desiderio di vendetta. Solo quando gli vide sputare sangue si fermò, lasciando cadere il corpo esanime del drago sul ciglio del burrone, ricoperto di tagli profondi, lo sguardo perso nel vuoto, tossendo soffocato.
<< Voi “puro sangue” credete di essere superiori, che potete fare tutto ciò che volete! Ma in realtà siete superiori solo nel dire cazzate! Siete solo delle miserie bestie! E come le bestie potete essere domati senza problemi! >>
<< Io non una bestia… a differenza di te… >>
<< Davvero? Eppure ti ho sempre visto agire impulsivamente, proprio come tuo padre. >>
Lanet fece una pausa solo per colpire sulla testa Drago, giusto per farlo soffrire di più.
<< Che ti succede ragazzino? Non ti senti bene? Oh, non ti preoccupare, le tue pene avranno presto fine, il tempo di poter estrarre i Chi dei Demoni dal tuo corpo. Come potrei operare? Facendoti a pezzi oppure succhiando la tua linfa vitale lentamente… sono piacevolmente indeciso. >>
<< Non c’è problema yo, ti diamo noi una mano! >>
Lanet si sentì sollevare e quasi senza rendersene conto venne catapultato all’indietro finendo nella bocca della lava, riuscendo ad aggrapparsi ad una sporgenza prima di finire nel lago di fuoco sottostante. Grazie alle numerose zampe risalì facilmente e indignato urlò a chiunque gli avesse fatto quello di farsi avanti. L’Ice Crew si trovava proprio lì dove prima giaceva Drago, le braccia incrociate e lo sguardo in segno di sfida.
<< Levatevi dai piedi minuscoli insetti! Divorerò le vostro carni dopo che mi sarò sbarazzato del vostro capo! >>
<< Yo dawg, verrai schiacciato per il verme che sei invece! Tu stai mancando di rispetto all’Ice Crew dude, è questo ti costerà parecchia grana, you feel me?! >>
<< Yeah! Nessuno la passa liscia quando ci intralcia la strada! >>
<< Cosa credete di fare contro di me? Vi farò a pezzi! >> esordì il demone, avventandosi con una delle sue chele contro DJ Fist.
Il ragazzo non fece una piega, si limitò ad alzare una mano e riuscire a bloccare con una mano sola l’enorme arto e ad spezzarlo con un colpo secco. Lanet arretrò fissando incredulo la chela ripiegata su se stessa che dondolava anormalmente, le ossa leggermente sporgenti dalla carne.
<< Chi è che doveva finire a pezzi dude? >> domandò ironicamente Ice.
Con uno scatto fulmineo il trio colpì contemporaneamente il mezzo demone sul torso con una forza tale che si piegò su se stesso in modo innaturale.
Prima che potesse riprendersi venne colpito ancora, tentò di porre fine alla cosa senza successo, trovandosi così in balia di chi avrebbe potuto uccidere senza problemi.
Lanet non riusciva a capire come potesse essere possibile, era sicuro che quei mortali non avevano alcun Chi che potesse dar loro la capacità di tenergli testa, eppure ci stavano riuscendo senza alcun problema! Riuscì a parare un calcio diretto alla sua testa, fu lì che si rese conto che qualcosa scaturiva dai loro corpi, avvolgendo braccia e gambe come una sorta di scudo, avvertendo una particolare forza non riconducibile né alla magia o al Chi stesso. Esaminò le loro tecniche di lotta, i movimenti che eseguivano…
Solo allora capì di che si trattava.
<< L’antica arte segreta del “Tai-chi originale”, la tecnica che permette di concentrare l’energie del corpo e usarle come arma. Adesso capisco: voi siete addestrati a questo antico combattimento. Un’ottima mossa per ritardare la vostra morte, ma vi servirà bel altro per mettermi in difficoltà. >>
<< Ehi yo, finché l’affare funziona, lo sfrutteremo fino in fondo! >>
Lanet si innervosì da quell’imprevisto non calcolato e tanto meno immaginato.
Conosceva quel tipo di Tai-chi ma non aveva mai potuto avere la possibilità di studiarne i punti deboli e tentare di carpirne i segreti. Dopo secoli di premeditata vendetta, di tradimenti e di congiure per poter incrementare il proprio potere, gli rodeva non riuscire a liberarsi di tre giovani esemplari umani.
Erano dannatamente fortunati ad essere stati allenati in una cosa così preziosa.
Dannatamente fortunati.
 
Lanet non aveva alcuna voglia di perdere tempo, voleva il Chi del Demone!
E subito!
In un breve attimo di tregua si voltò verso la sua reale preda, alzando il pungiglione per poterlo usare.
Ma… Dove si era cacciato Drago?
Era sparito!
Ridotto male com’era non poteva essersene andato via con le proprie gambe!
Controllò bene nei paragi, verso una sporgenza nascosta alla sua sinistra notò scia rossa, sangue fresco con evidenti segni di trascinamento. I casi erano due: o era riuscito a mettersi in salvo da solo… oppure una certa sorella lo aveva aiutato. Non potevano essere andati lontano in quel caso, lei era troppo piccola per riuscire a sostenere un individuo pesante come lui, d’altra parte, la barriera creata impediva loro di uscire dal vulcano, quindi non c’era modo di potergli sfuggire.
Anche se erano intrappolati voleva sbarazzarsene subito.
Si liberò dei suoi avversari con un colpo di coda, poi strisciò verso l’apertura, a caccia di colui che voleva divorare.
<< Merda! è scappato! >>
<< Sta andando a caccia di D-man! >>
 
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Winter non era un tipo impressionabile, ma tutto quel sangue che suo fratello rilasciava era scioccante.
La sua maglia ne era intrisa fino al collo ma non ci fece caso, adesso doveva lo solo portare fuori da lì, in un modo o nell’altro, sperando che nel frattempo si riprendesse.
Era dannatamente pesante, non era dotata di forza sovrumana come lui però riusciva a tenerselo sulle spalle e muoversi un passo alla volta. Il corpo riprese a farle male, si morse le labbra e si impose di ignorare quella sensazione, doveva resistere per il bene di Drago, salvarlo prima che le sue condizioni peggiorassero. Il vulcano riprese a tremare, l’attività vulcanica stava aumentando, forse in procinto di eruttare da un momento all’altro.
Non voleva essere lì dentro quando la lava sarebbe fuoriuscita.
Drago improvvisamente tossì, Winter si fermò e lo fece sdraiare per controllare le sue condizioni: era ridotto davvero male, temeva che non potesse sopravvivere, il solo pensiero la terrorizzava a morte, non voleva rimanere di nuovo da sola. Lo chiamò un paio di volte ma non le rispose, vacillava tra la vita e la morte trovandosi così in uno stato di coma perseguitato da atroce dolore.
<< Ti prego fratellone, cerca di resistere! >> gli urlo, stringendogli la mano e sperando che la sua voce potesse giungergli. Winter sospirò tristemente, accarezzò il viso del demone e osservò il sangue che aveva addosso…  si sentiva una perdente… senza speranza di poter salvare chi amava…
<< Ti salverò, te lo prometto. >>
<< Mai fare promesse che non si possono mantenere. >>
La ragazza si voltò in tempo per vedersi colpire allo stomaco.
Andò a sbattere contro la roccia, il fiato mozzato e il ventre che le doleva da morire, quel parassita li aveva inseguiti e trovati, il pungiglione che roteava tutto intorno al demone come una sorta di frusta; fece in tempo ad afferrargli la coda prima che potesse ferire Drago, aggrappandosi proprio sulla punta per usare il proprio corpo come scudo e scongiurare un possibile avvelenamento: se avesse iniettato su di lei quel pericoloso siero non ne avrebbe in alcun modo risentito, quindi poteva benissimo ricoprire quel “ruolo”.
<< Non ritardare la morte ormai certa di tuo fratello! Levati dai piedi se non vuoi che ti schiacci per l’insetto che sei! >>
<< Chiudi quella boccaccia una volta per tutte dannato mostro! Sono stufa di sentirti parlare! >>
<< E cosa pensi di fare mocciosa? Tu non sei una vera demone! Sei solo una minuscola pulce! Non sei in grado di tenermi testa! Figurarsi poi tentare di difendere uno come tuo fratello! >>
<< Demone o no, io non ti permetterò di fare ciò che vuoi! >>
Lanet e Winter si affrontarono seppur lo spazio ristretto a disposizione.
Winter lo morse ripetutamente, lui tentò di spezzarle le ossa più di una volta.
La lotta li portò in un’altra zona del vulcano dove una cascata di lava si riversava dalla roccia verso uno stretto cunicolo, formando una sorta di pozza che ribolliva pericolosamente, rocce magmatiche che galleggiavano pigramente sopra, ardenti e pulsanti di colore rosso. Una rupe si innalzava sopra di essa, un passo falso e la morte sarebbe stata istantanea, i due esseri però non se ne resero conto intenti com’erano a lottare, trovandosi alla fine in bilico sulla “rampa della morte”.
<< Non mi sono mai divertito così tanto ad uccidere qualcuno! Erano secoli che non provavo un tale brio della morte! Urla più forte, te ne prego, l’eco del tuo dolore è musica per le mie orecchie! >> disse Lanet, scagliando la ragazza oltre la parte sicura del vulcano. Winter si aggrappò ad un costone di roccia per un soffio, affondando le unghie per avere una presa sicura nonostante le si spezzarono un poco. Lanet le afferrò la testa con la chela buona, schiacciandogliela leggermente, causandole un atroce dolore; Winter poteva sentire la calotta cranica premerle sul cervello.
Se solo avesse potuto usare i suoi poteri avrebbe tagliato la lingua a quel figlio di puttana: Che armi poteva sfruttare? Non aveva niente con sé, non aveva le capacità per vincere! Che cosa poteva fare?!
Avvertì il suo Chi naturale e quello dell’Acqua vibrare all’interno del suo corpo: volevano uscire e sprigionare i loro elementi mortali, stanchi di restare imprigionati nella loro piccola gabbia di carne. Il Chi dell’Acqua… doveva in qualche modo consegnarlo a Drago… ma lui era svenuto, come poteva farlo?
Non c’era soluzione….
 
A meno che non fosse arrivato il momento in cui doveva rinunciare quel che aveva di più prezioso.
 
<< Mio fratello ti farà fuori! Puoi anche cominciare a dire le tue preghiere! >>
<< Ne dubito fortemente, lui non può farmi più niente. è come te: un cadavere! >>
<< Se mi uccidi non avrai mai il Chi dell’Acqua! >>
<< Motivo in più per farti a pezzi. >>
<< Fai pure! Non ho paura della morte! >>
A risposta di quella provocazione Lanet trapassò il petto della giovane con un solo colpo.
Il respiro di Winter si bloccò all’istante, sbarrando gli occhi e irrigidendosi, il sangue che sgorgava dalla ferita copiosamente. Un bagliore azzurro illuminò il vulcano, la sfera di luce brillò tra le mani del mezzo demone che ammirò estasiato l’essenza pura del Demone dell’Acqua. Era meraviglioso, pulsava come un cuore, la sensazione che gli trasmetteva era stupenda…  finalmente aveva ciò che aveva bramato da secoli.
Questo significava che mancava poco alla realizzazione del suo desiderio.
Lanciò il corpo della ragazza alle sue spalle come se fosse spazzatura, un giocattolo rotto che non gli interessava più, ammirando la sfera che aveva tra le mani, tenendola alta sopra la sua testa come un trofeo di fattura perfetta. Fece per andare via ma una mano afferrò una delle sue zampe, abbassò lo sguardo con poco interesse scoprendo che Winter lo bloccava.
<< Sei ancora viva? >>
La ragazza gemette, la pozza di sangue che la circondava, tossì parecchie volte, ma ben presto venne sostituito da un altro tipo di suono: era una risata, la ragazza stava ridendo; il mostro non potè non nascondere la sorpresa per quella reazione.
<< Che diavolo hai da ridere? >>
<< Rido alla tua stupidità…. >>
<< Con quale diritto sputi una simile affermazione, soprattutto ora che sei sul punto di andare nell’aldilà? >>
<< è proprio il fatto che sto morendo che mi da la sicurezza. >>
<< Cosa? >>
 
L’attimo successivo fu confuso.
Un’esplosione.
Luce e ombra mescolati tra loro.
La lava che sprizzava ovunque.
Un boato assordante.
Poi la quiete.
 
Lanet Kum si rese conto di essere ricoperto da rocce magmatiche solo quando ne sentì il bruciore.
Si levò il mucchio di sassi e si alzò, il corpo indolenzito e ricoperto di tagli, tutto intero per sua fortuna. Si guardò intorno e si rese conto che il vulcano hawaiano era scomparso, ridotto ad una misera collinetta circondata da un anello di lava.
Era un casino, è tutto per quella esplosione misteriosa.
Da che cosa era stata scatenata?
Era stata Winter, con quell’avvertimento, a causarlo?
No, non ci credeva, era troppo giovane e debole.
Non aveva nemmeno importanza, quel che più contava era che il Chi dell’Acqua fosse integro, brillava tra le sue mani senza danni riportati sopra, lo sollevò di nuovo davanti a sé per ammirarlo ancora, troppo splendido per ignorarlo.
<< Adesso non c’è più nulla tra di noi. >>
Il mezzo demone avvicinò il globo a sé, ansioso di assorbirlo.
Era vicinissimo al suo corpo, pochi centimetri e sarebbe diventato parte della sua anima dannata.
 
L’ultima cosa che si poteva aspettare era che la sua mano e la sfera che reggeva venissero divorati.
 
La bocca dentata di Drago apparve all’improvviso, ruggendo come un animale, lo sguardo di un assassino.
Fu talmente istantaneo che non sentì il dolore generato dalla carne strappata, si limitò a fissare il giovane demone che inghiottiva quel che prima era attaccato al suo braccio.
Arretrò sconvolto, il sangue verdastro che colava copiosamente a terra, il rumore di masticazione che veniva dalla bocca del dragone.
Il suono raccapricciante ebbe fine in un attimo, subito dopo Drago venne circondato da un’aura viola-blu e la terra vulcanica iniziò a tremare, la lava che zampillava come getti di una fontana, l’urlo bestiale che fuoriuscì dalla sua gola.
La luce oscura si sprigionò in tutto il suo spaventoso aspetto, la trasformazione come uscita dal più terribile degli incubi, la fusione dell’essenza vitale dei demoni più potenti del mondo in un solo corpo.
Drago, considerato ormai un morto da seppellire, lasciò posto ad una versione più ”adulta”, gigantesca, con corna ricurve sul capo e ali da pipistrello sulla schiena, una barba di tentacoli che ondeggiava sul mento, l’intera corporatura muscolosa e la coda lunga con una pinna sulla punta. I suoi abiti erano strappati a causa dell’improvviso nuovo corpo, il terreno sotto i suoi piedi sprofondava di parecchi metri sotto il peso eccessivo, le forze della natura si stavano inchinando davanti al dominatore.
Drago si voltò verso Lanet Kum, i suoi occhi completamente rossi, digrignando i denti in una smorfia minacciosa.
<< Ho solo una domanda da farti vecchio. >> Disse Drago al mostro che tremava.
Si abbassò leggermente, la sua ombra oscurò gran parte della zona come un eclissi.
<< Chi è il cadavere adesso? >>
Ovviamente quella domanda non aspettava davvero una risposta: era una semplice sentenza di morte.
Subito dopo il potere dei Demoni Antichi venne scatenato in una furia infinita: Tuono, Montagna, Vento, Fuoco, Acqua, Terra, Cielo, Luna… nessuno venne tralasciato nella terribile tortura che il mezzo demone dovette subire, niente poteva proteggerlo da tutto ciò, niente poteva salvarlo, la fine era giunta.
In un attimo di tregua Lanet tentò di scappare, era ridotto in uno stato difficile da descrivere, in parte schiacciato, bruciato, spezzato, tritato e forse anche liquefatto; il suo volto una maschera di terrore. Si trascinò via a fatica, sperando di poter trovare un rifugio, ma L’Ice Crew, nuovamente nella sua forma demoniaca, gli bloccò la strada.
Fu chiaro che non lo avrebbero lasciato andare.
<< è finita >> sentenziò Drago.
Lanet… o meglio… ciò che restava di lui esplose ad uno schiocco di dita, i frammenti si sparsero ovunque, bruciando lentamente.
 
Era finita, già.
Drago aveva raggiunto il suo obiettivo.
Stentava a crederci in realtà, non gli sembrava neanche vero.
Non si fermò a riposare o a festeggiare la riuscita del suo progetto, cominciò a perlustrare frettolosamente la zona, muovendosi con cautela e facendo attenzione a dove metteva i piedi. L’Ice Crew lo seguì, tentando di capire cosa volesse fare, solo il ritrovamento di un corpo gli fece capire tutto.
Con delicatezza, con un estrema attenzione, Drago prese il minuscolo corpo di Winter tra le sue grandi mani, sollevandolo fino al suo volto. Non disse niente, la tenne stretta a sé, socchiudendo gli occhi e accarezzando il suo volto sporco di fango, facendo attenzione a non schiacciarlo.
 
Era finita.
Ma per fratello e sorella la storia era appena iniziata.
 
 
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3 anni fa.
 
<< E dai fratellone, voglio allenarmi con te! >>
<< Questa non è roba da femmina, vai a giocare con le bambole. >>
<< Non sono più una bambina! Voglio combattere come te! Smettila di farmi fare quegli insulsi giochetti da principiante e fammi iniziare il tuo allenamento da demone perfetto! >>
<< L’unica cosa che puoi combattere sono i nodi che vengono ai tuoi capelli da gatto morto. >>
<< Come ti permetti di insultare i miei meravigliosi capelli?! >>
Tra fratello e sorella i litigi erano normali, soprattutto quando il più grande se la spassava a prendere in giro il parente minore. Drago e Winter non facevano eccezione, morsi e calci erano garantiti quando si azzuffavano… compresa la pace a fine sfogo che non vedeva né vinti né vincitori, solo fratello e sorella riappacificati.
<< Se cominci a combattere dovrò venire a salvare sempre le tue chiappe principesche. Sei sicura di voler diventare una combattente… seria? >>
<< Non cambierò idea. Inoltre in questo modo ti dimostrerò che sono diventata adulta. >>
<< Certo, come no! >>
Winter sbuffò offesa, sistemandosi i capelli azzurri legati in una treccia.
Drago glieli scombinò ripetutamente, sapendo che le dava fastidio, però doveva ammettere che la loro morbidezza era sorprendente.
<< Noto che hai preso bene il trasferimento. >>le disse ad un tratto.
<< Se ti piace chiamarlo così… >>
Da più di un mese i due demoni avevano lasciato la loro vecchia casa per stabilirsi definitivamente in un altro continente: in America. Avevano già fatto il giro del mondo, ma dopo ogni viaggio facevano ritorno nel loro luogo d’origine, stavolta, si era deciso di cambiare per poter dare un taglio al passato.
<< La razza americana non mi piace molto, è troppo casinista. >>
<< Vorrai dire fenomenale. Quelli si che sanno spassarsela ogni giorno. >>
<< Non capisco cosa ci sia di così divertente. >>
<< Lo vedrai con i tuoi occhi principessa. Quando saremo in America, la nostra fortuna andrà alle stelle. >>


PERSONAGGI:
Lanet Kum vera forma ( personaggio inventato):

NOTA: QUESTO DISEGNO NON L'HO FATTO IO, è UNO TROVATO PER FAR CAPIRE COME POSSA ESSERE IL PERSONAGGIO.
Il Lanet Kum mostrato precedentemente si è rivelato essere una marionetta; in realtà questo mezzo demone è più grottesco di quanto si possa immaginare. ha agito sotto false sembianze per non correre il rischio di venire ferito gravemente proprio come è accaduto alla sua copia, potendo così organizzarsi per un attacco perfetto per avere la meglio su Drago. essendo un mezzo sangue il suo aspetto è alquanto malandato.


Drago forma finale:
quando tutti i Chi del demone si fondono insieme, Drago acquisisce una forza incredibile, nonchè alcuni particolari dell'aspetto appartenenti ai demoni da cui ha preso la forza.
in questa forma è impossibile fermarlo, tantomeno toglierli i poteri, se non fosse stato per suo padre, Drago sarebbe sicuramente riuscito a conquistare il mondo. ma questa è un'altra storia....

note dell'autrice: Siamo giunti alla fine della fiction, finalmente.
grazie a tutti coloro che hanno voluto spendere il proprio tempo leggendo questi 12 capitoli e commentarli. è stato un piacere per me scrivere questa storia e rappresentare quel che la mia immaginazione ha realizzato. spero di avervi intrattenuto bene e che leggiate le altre mie fiction con piacere.
a presto :)
  
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