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Autore: 1918    22/06/2012    4 recensioni
Un liceo molto antico, trasformato da monastero in convitto da Napoleone..
Uno studente strano, una studentessa brava ma che non si sente a suo agio in nessun posto..
Tra i banchi di scuola e i palazzi settecenteschi di Venezia può nascere di tutto.
Anche quando lui è un Figlio di Satana, un demone.
Un'antica profezia richiama Edward negli Inferi ma Bella non ci sta, non dopo che lui le ha fatto scoprire l'amore.
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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La mente le iniziò a lavorare tutto d'un colpo. Registrò i particolari come il materasso comodo sotto di lei, il piumino caldo. Cercò di aprire gli occhi, ma non ci riuscì. Provò ad alzare una mano, ma rimase immobile.

Poi partì un formicolio, come se il suo corpo fosse irrorato di nuovo dal sangue. Aprì gli occhi, riconoscendo la camera di Edward.

Lui era seduto su di una poltrona di fianco al letto. Non appena la vide sveglia staccò la sua schiena dallo schienale.
«Come ti senti ?» le chiese.
Isabella si schiarì la gola prima di parlare: «Bene, anche se mi sento un po' intontita».
Edward annuì. La ragazza notò come fosse rigido e tenesse la manica destra fin sulle nocche.

Stava per chiedergli cosa era successo, si ricordava dello stiletto, ma lui parlò di nuovo:«Se ti serve qualcosa giù c'è Esme. Io vado». Guardò la schiena del suo bellissimo compagno di banco allontanarsi e prima di riuscire a fare un pensiero coerente su ciò che era successo negli ultimi giorni, il sonno la riprese con se.

****

«Svegliati su!».
Isabella uscì con il viso da sotto le coperte. Chi era entrata e aveva aperto gli scuri? «Dai, oggi è un bel giorno!» Alice.
Riuscì finalmente ad aprire gli occhi, abituatisi alla luce. «Ma non c'è il sole» le disse mettendosi seduta e portando una mano tra i capelli che era sicura assomigliassero di più ad un nido.

«Oggi è meglio se non andiamo a scuola. È sempre difficile abituarsi alle cose nuove! Ora possiamo finalmente diventare amiche! Non sei contenta?» Bella pensò che la ragazza sembrava sotto l'effetto di qualche droga potente.
Cose nuove ? Aveva in mente un nuovo taglio di capelli per farla diventare trendy e ammetterla nella sua cerchia delle amiche?
«Ora siamo così simili! Dimmi, com'è baciare un ragazzo?» si sedette ai piedi del letto, stringendo tra le braccia un cuscino. Sembrava tanto una bambina curiosa, molto curiosa.

«Simili ?» chiese invece Bella, ignorando la parte in cui parlava del suo bacio con Ed-«Come fai a sapere del mio bacio con tuo fratello?» chiese guardandola.

«Dopo il tuo giorno di rinascita è ovvio che siamo più simili di prima! Per l'altra domanda, io, Delfi e Sibilla siamo degli oracoli: prediciamo il futuro.» disse come se fosse la cosa più normale al mondo.
-ehi, sai ti sta bene quel vestito
-ehi, sai predico il futuro

Doveva assolutamente ricordarsi, magari scrivendolo da qualche parte, che ora il suo mondo non era fatto da soli umani.
«Rinascita? Quale?» le chiese.
«Sciocchina, la tua! La rinascita è quando si viene trasformati in demoni» disse ancora tranquillamente. Qualcuno doveva assolutamente insegnarle a dare notizie del genere in un modo meno diretto.

«Io?» chiese confusa.
«Edward te l'ha detto. Certo, tu hai voluto anticipare i tempi, ma non è meglio così?» chiese tutta euforica.
Isabella non doveva avere un bel colorito in viso. «Forse è meglio se prima scendi in cucina per mettere qualcosa sotto i denti.» le disse osservandola un po' preoccupata.

«I demoni mangiano?» chiese in un sussurro. Alice rise.

****

Isabella scese le scale. Voleva assolutamente parlare con Edward di ciò che era successo. Non aveva segni sull'addome, dove lo stiletto si era conficcato.
Andò in cucina per parlare con Esme.
«Esme, scusami, sai dov'è Edward?» chiese appoggiata allo stipite della porta.
La donna si voltò verso di lei sorridendole.
«Tutto bene tesoro? Hai fame? Ecco, Edward non è in casa.» le rispose un po' impacciata.
«Tutto bene grazie. Torna presto? Vorrei parlargli.»
«Non so quando torna. È a Doomcity.» le disse girandosi verso i fornelli e iniziando a pulirli. Isabella notò che non era calma.
«Dov'è Doomcity?» Era abbastanza sicura che non ci fosse nessuna città con quel nome sulla terra. O, perlomeno, non ne aveva mai sentito parlare.
«Doomcity è la capitale del regno degli Inferi. Lucifero ha lì la sua reggia.» le disse pulendo con più intensità.

Al nome di Lucifero le immagini di un uomo biondo, molto potente e bello le affollarono la mente.
«Ah, e come mai è lì?» chiese alla donna.
«Ecco, doveva fare delle commissioni» le disse in tono incerto.

In quel momento fece la sua comparsa in cucina Carlisle.
«Isabella, vedo che ti sei svegliata. Immagino che tu voglia sapere qualcosa. Vuoi venire nel mio studio? Lì possiamo parlare senza problemi.» disse andando vicino alla moglie e lasciandole un tenero bacio sulla guancia.
Annuì all'uomo.

Non aveva mai visto i suoi genitori baciarsi. Forse non li aveva nemmeno mai visti parlarsi civilmente.
Quel pensiero le ricordò Renée e Charlie. Sarebbe dovuta ritornare a casa.

Entrarono nello studio dell'uomo. La stanza aveva gradi finestre che si aprivano dietro la scrivania di legno scuro. Sopra un computer come quello che aveva visto nella stanza di Edward e tomi dall'aria antica, forse ancora di più rispetto a quelli che erano a scuola. I soffitto aveva mattoni a vista che creavano delle arcate. Una parete era piena di libri mentre l'altra era completamente dedicata ad un dipinto. Confessione di Frank Dicksee.

«Ti piace l'arte?» le chiese Carlisle vedendola concentrata sul dipinto.
Isabella annuì: «A chi non piace, soprattutto se fatta bene? Se dovessi parlare delle linee che costituiscono l'opera farei un lavoro orrendo. Mi piace molto Confessione.»
La ragazza si voltò verso l'uomo.

«Io, ecco mi chiedevo cosa dovrò dire ai miei genitori.» chiese giocando con le sue dita.
«Dimmi, hai qualche protuberanza strana che prima non avevi?» le chiese serio.
«Protuberanza?»
Annuì:«Esme per esempio, le corna rosse.»
«No, io non ho nulla del genere.» disse la ragazza arrossendo. Si preferiva quando nulla la scalfiva.
«Allora ai tuoi genitori non importa nulla di te.» Isabella spalancò gli occhi.

Carlisle continuò con la sua spiegazione: «Vedi, ci sono demoni che si accoppiano con le donne umane. Solo i più potenti possono fare ciò. Di solito fanno in modo che la donna non sia molto cosciente, o la traggono in inganno. Le donne umane rimangono incinte e dopo nove mesi mettono al mondo questi bambini. Ma non sono del tutto umani. Nel subconscio delle coppie scatta qualcosa, chiamalo istinto di sopravvivenza. I nascituri vengono abbandonati e allora alcune diavolesse li portano con loro in strutture specializzate. Altre volte semplicemente non vengono amati.»

Isabella rimase qualche momento in silenzio pesando a quelli che aveva sempre pensato essere i suoi genitori.

«Chi è mio padre?» Carlisle non si scompose alla domanda.
Sospirò e poi rispose: «Lui sa che tu sei rinata. Quando lo riterrà giusto si farà vedere.» poi cambiò discorso « Ieri notte Alice è andata a casa tua, ha recuperato le tue cose. Puoi rimanere qui finché tuo padre non si farà vivo.»
Bella gli sorrise debolmente «Grazie».
Quando si farà vivo? Era impazzente di conoscere il suo vero padre. Lo immaginava come Carlisle, così buono, gentile e pieno d'amore. Magari anche con una moglie come Esme.

«Carlisle, perché Edward se n'è andato?» la calma che era riuscito a mantenere nella precedente domanda la perse.
«Io so solo che è stato richiamato. Non so dirti null'altro.» poi le chiese se avesse qualche altra domanda.

Un po' imbarazzata si decise a fare un'ultima domanda: «Ecco, prima mi hai chiesto se avessi qualche strana protuberanza. Perché avrei dovuto averne? E perché mi sono trasformata così velocemente?» ok, erano due.

«Quando si trasforma un essere umano in demone c'è un effetto collaterale. Spuntano code, corna o anche ali. È un processo molto rischioso, non tutti riescono a superarlo.
Per l'altra domanda, ti ricordi lo stiletto?» quando Bella annuì lui continuò. «Quello è uno strumento molto potente. Viene utilizzato per trasformare gli umani in demoni o per uccidere. Su di te ha avuto l'effetto di velocizzare la tua trasformazione.
Guarda il lato positivo, non dovrai più preoccuparti di James. Un demone, per quanto potente non può possederne un altro.»



Salve :)
Buon Venerdì.. Sono contenta di essere riuscita pubblicare in tempo per la data prestabilita.
Sinceramente questo capitolo non mi piace molto, è corto e pieno di dialoghi, ma era necessario. Non so nemmeno se riceverò una recensione per questo.. Speriamo!
Volevo farvi una domanda: quante minorenni seguono questa storia?
Ho scritto gli avvenimenti dei prossimi capitoli, e volevo sapere quante persone non potrebbero più leggere se cambiassi il rating.. Fatemi sapere..
Spero che la storia vi piaccia ancora,
a martedì con God Save the Empress!
baci
1918

   
 
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