Ciaaaaao! Eccomi qui, a postare un altro capitolo!
Sono stata contentissima delle recensioni che mi avete lasciato!
Davvero la mia storia vi intriga, vi piace?*__________*
Ora passiamo al terzo capitolo, in cui s’inizieranno a capire
alcune cose. Spero vi piaccia!
Ps. Ho modificato il carattere, perché Missmalfoy mi aveva detto che era
troppo piccolo, e non si leggeva bene.
Alla fine
credo abbia ragione, scusatemi!
Anche i
capitoli di prima li porterò ad un carattere uguale a
questo.
šsšt›s›
Hermione
entrò sbuffando nella sua stanza, dopo aver chiuso la porta violentemente. Ci
si appoggiò contro, scivolando fin a terra, mettendosi sopra al baule.
Stava
ancora pensando alla sfiga di avere Malfoy affianco per una settimana intera, che non si
accorse neanche dello splendore della sua camera.
Guardandosi
intorno, poi, notò il suo ampio letto a baldacchino, l’armadio di legno
intarsiato, una scrivania bellissima con numerose pergamene vuote e boccettine
d’inchiostro, un divanetto e una poltroncina davanti al camino, divisi da un
tappeto in pelliccia d’orso. Una porta alla sua sinistra conduceva sicuramente
al bagno, mentre dinanzi a lei era situata una portafinestra, molto antica ma ben mantenuta, di quelle con l’apertura a
conchiglia che scorrono lungo un pilastro.
Si alzò
lentamente, stanca e contrariata, trascinando il baule con sé fino ai piedi del
letto. Si avvicinò alla finestra, poggiandoci entrambe le mani, con il naso
schiacciato contro il vetro umido.
Sembrava
proprio un balcone, fatto di pietre miliari, antico, come tutto il castello.
Strano...Hogwarts non aveva balconi! Era strano vedere un castello
di quelle dimensioni pieno di balconi e archi ogivali.
Fece
scorrere l’antica portafinestra lungo il pilastro, uscendo fuori. L’aria
tiepida dell’esterno le fece chiudere gli occhi, facendo si
che la brezza le passasse tra i capelli.
Aprendo
gli occhi fece qualche passo avanti e si trovò subito appoggiata al davanzale,
non essendo molto ampio, ma invece piuttosto lungo.
Infatti
la riccia si voltò verso sinistra, vedendo la fine del balcone a pochi
centimetri da lei, ma alla sua destra continuava, lungo e serpentino,
avvolgendo un’altra portafinestra da cui usciva della luce, per poi voltare
l’angolo e forse correre lungo altre finestre.
Ma, se
quel balcone collegava la stanza affianco, vuol dire
che...che...
“ Oddio!
Ma cosa ho fatto di male?” fece esasperata, portandosi
le mani nei capelli, lo sguardo verso il cielo.
Rientrò
borbottando, senza chiudere la finestra, buttandosi a pancia in giù sul letto,
sbattendo i piedi.
“Non è
possibile!! Ma che sfiga!! Il
balcone comunicante con il Malfuretto!” continuava a
ripetere.
Poi si
voltò a pancia in su, fissando le tende che coprivano
il baldacchino all’altezza del soffitto, prendendo un libro nello zaino accanto
al baule, che iniziò a leggere per calmarsi.
šsšt›s›
Hermione
posò il libro sul letto dopo qualche ora, sospirando. Scese dal letto e si
diresse verso il baule per sistemare i suoi abiti nell’armadio. Ordinatamente
sistemò quello che aveva portato con sé, poi degli oggetti e dei libri, che
pose sulla scrivania.
Dopo, dal
piccolo baule affianco, estrasse saponi e alcuni oggetti prettamente femminili
che andò a collocare nel bagno, anch’esso molto ampio, con una grande vasca dall’aria antica e numerosi candelabri sui
davanzali dei finestroni ogivali.
“ Herm! Siamo noi!” sentì una voce
urlare oltre la sua porta, mentre una mano sbatteva le nocche sul legno ruvido.
“
Arrivo!” esclamò, dirigendosi ad aprire facendo entrare i suoi migliori amici.
Ron e
Harry si fecero largo oltre la porta, facendo notare ad Hermione il trambusto e la
confusione che aleggiava nel corridoio fuori la sua porta, dove ragazzi
girovagano, si lanciavano oggetti da una stanza all’altra, bussavano alle porte
di altri. Giurò di aver visto anche dei Tassorosso
entrare nella stanza di un Grifondoro, probabilmente Seamus Finnigan.
“ Sapete
qui è proprio bello,
“ Hermione! Davvero t’interessa tutta questa roba? Piuttosto,
per inaugurare questo posto, io e Harry sappiamo che c’è un festino organizzato su, al quarto
piano...”
“ Coosa? Un festino? Già?? E poi...oddio, c’è un quarto piano?!” chiese Hermione, sconvolta.
Harry
annuì.
“ Si, l’hanno scoperto Seamus e Dean, girovagando per il castello stamattina. Si accede tramite una piccola scala a chiocciola...” mormorò il moro.
Hermione
li fissò esterrefatta.
“
Insomma, potrebbero scoprirci! Non è una stanza delle necessità
– anche se neanche il quel caso sarebbe giusto – che potremmo nascondere
ai professori, quindi la cosa mi sembra assurda!” esclamò, impuntandosi.
“ Molti
incantesimi saranno fatti anche dai Corvonero per
isolare la stanza. Eddai Herm,
io e Harry andiamo. Poi vedi
tu...” aggiunse poi, con fare disinteressato.
“ Ragazzi
è mezzogiorno, dovremmo quasi andare...” s’intromise Harry, alzandosi dal
letto, non permettendo all’amica di controbattere pungente all’affermazione di Ron.
šsšt›s›
Verso
mezzogiorno un’orda di ragazzi, educatamente, si riversò nell’atrio, dove i
professori li aspettavano. Dalla stanza sotto le scalinate, uscì la signora che
aveva in custodia il castello.
Sembrava
tutta indaffarata, infatti si sistemò i capelli e
ostentando un sorriso tirato, condusse i ragazzi verso destra, dove dopo le
cucine, era situata una sala adibita al pranzo e alla cena.
Hermione
giurò di aver visto una vena di nervosismo in quella donna, che
però seppe ben mascherarlo. Non facendoci molto caso, seguì insieme a Harry e Ron gli altri, fino ad
una sala dove era disposto un tavolo lunghissimo, grande come una tavolata di
una casa, ad Hogwarts,
apparecchiato di tutto punto. Numerosi candelabri giganteschi come lampadari
cadevano dal soffitto, illuminando la tavolata. La stanza era composta da questo lungo tavolo centrale, circondato da molto spazio.
Infondo
un altro tavolo, perpendicolare a quello dei ragazzi, avrebbe
ospitato “
Piante coloravano la sala, riempita, alle pareti, da lampade murarie
illuminate da candele e grandi finestre con archi ogivali con i vetri colorati,
come un collage, richiamando i rosoni che invece, erano posti sopra gli
archi.
Infatti
la luce che attraversava le finestre creava una luce tenue e colorata che si
diffondeva a mo di arcobaleno in tutta la sala.
Quando i
ragazzi presero posto, così come i professori e
Hermione
fece per discutere quando arrivarono, ma Harry le diede un gomitata facendola zittire, quindi prese
a mangiare e servirsi le pietanze, scocciata.
Abilmente,
notò la riccia, i Serpeverde si erano confinati
all’estremità nord del tavolo, mentre gli altri ragazzi si erano riuniti tra
loro: infatti, anche se Hermione era seduta insieme ad Harry e Ron,
aveva di fronte Susan Bones di Tassorosso e Padma Patil di Corvonero insieme alla gemella Calì Patil, di Grinfodoro.
Hermione
mangiò in silenzio, notando a scatti
Accanto a
lei i ragazzi discutevano del festino di quella sera, parlando così a bassa
voce, o addirittura solo con il labiale, che Hermione
capì ben poco.
A fine
pranzo si congedò, percorse le scalinate velocemente
ed arrivò al terzo piano.
Entrò
nella sua camera, pensando bene di darsi una rinfrescata, cambiarsi per poi
andare in biblioteca a leggere qualcosa.
Non
poteva di certo non visitare quella biblioteca così antica!
Andò in
bagno, poi uscendo afferrò un bermuda marroncino, una
camicia a tre quarti verde a quadri e si legò i capelli con il suo fermaglio a
farfalla.
Andò
verso la portafinestra, aprendola, e uscendo fuori al balcone dove fu
illuminata dal tiepido sole pomeridiano.
Vide
degli uccelli molto singolari planare su Lago e poi scendere e posarsi sulle
cime degli alberi della foresta.
Così si
lasciò la finestra alle spalle e scese, diretta alla biblioteca.
šsšt›s›
Arrivata davanti alla porta della biblioteca, imponente e
maestosa, ebbe per un attimo il timore d’entrare.
Era come varcare la soglia di una chiesa particolarmente bella, ma abbandonata da tempo, quasi per rispetto non si
volesse neanche sfiorare un oggetto.
E così fece. Entrò silenziosamente, spingendo un’anta della
grossa porta e richiudendosela alle spalle.
Accese le fiaccole lungo le pareti con un colpo di bacchetta e
ammirò l’interno.
Era veramente meravigliosa, quasi da far venire i brividi.
Si diresse verso il primo scaffale e notò subito, scorrendo le
piccole dita sui tomi impolverati, un volume dal titolo Storia di Ronferret e curiosa
più che mai di saperne di più su quel castello, lo prese, andando a sedersi su
una poltroncina vicino ad un camino.
Accese il
camino con la bacchetta ed un lieve tepore si diffuse intorno a lei, facendola
accoccolare sulla poltrona.
[...]Mentre Hogwarts fu fondata nel 1000 d.C., da Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso,
Priscilla Corvonero e Salazar
Serpeverde, il Castello di Ronferret, situato nel mezzo di un anello di montagne, (infatti ci può arrivare
solo smaterializzandosi o usando una passaporta) fu
costruito intorno al 1400 per volere del
noto mago scozzese Maloney Moon:
è considerato il più bel castello avendo mantenuto i suoi caratteri medievali
ma essendo ancora eretto in tutta la sua integrità, grazie anche ad opere di
magia.
Moon lo protesse con una serie di incantesimi
dagli occhi indiscreti di babbani troppo curiosi.
Ne oscurò la presenza affinché fosse invisibile ai babbani che al suo
posto riuscivano a vedere solo un’immensa vallata, circondata da molte
montagne.
Maloney Moon aveva l’intenzione di fondare una
scuola di Magia e Stregoneria come Hogwarts, Durmstrang e Beauxbatons ma non riuscì nel suo intendo, venendo ucciso, anche se da chi è rimasto sempre un mistero.
Il Castello, protetto da magie
potentissime, rimase intatto ed inabitato fino al 1960 circa, quando
iniziò il periodo di terrore dovuto a Lord Voldemort.
Infatti, da informazioni trapelate
successivamente, si narra che dal 1960-70 fu adibito
alla riunione annuale di un consiglio, composto dai maghi più potenti di tutto
il mondo.
Ecco perché presenta circa un
centinaio di stanze, che anni prima furono destinate ai maghi che annualmente o
anche più volte durante l’anno, riunivano un consiglio per discutere dei
problemi legati al mondo magico: il castello, infatti, ostenta un lusso,
soprattutto presente nelle stanze, quasi a sembrare uno sfarzoso Hotel babbano dai caratteri medievali.
In quel
libro veniva riportato anche il nome di Albus Silente, dicendo che era stato anche il presidente
del consiglio, anni orsono.
Poi, per problemi di cui non si
conosce l’origine, quell’usanza di riunire il
consiglio venne abolita e così il castello venne
mantenuto in ottimo stato affinché un domani gli alunni delle scuole di Magia e
Stregoneria di tutto il mondo potessero andarlo a visitare, in onore del mago Maloney Moon[...].
Tutte
quelle informazioni la incuriosivano parecchio. Per sapere di più sicuramente
avrebbe dovuto trovare qualche altro libro.
Ma,
notando l’orologio a pendolo, si accorse di aver superato le 17.00 quindi a
malincuore si alzò, spense il fuoco del camino e delle fiaccole murarie e
lasciò la biblioteca.
šsšt›s›
Harry
e Ron bussarono alla camera di Hermione
verso le 17.30.
“ Ciao!”
salutò, facendoli entrare. I due raccontarono del CFI ovvero Comitato Festini
Illegali che si era tenuto quel pomeriggio, dove avevano discusso dei possibili
festini e anche del dove e del quando farli. Erano arrivati alla conclusione
che avrebbero fatto il primo festino al quarto piano,
in una sala ampia poco meno della metà della Sala Grande di Hogwarts,
quindi che avrebbe contenuto un centinaio di ragazzi tranquillamente ma mantenendo
la bellezza di una non dispersività.
Due erano
stati inviati a controllare il luogo, proteggendolo con potenti incantesimi di occultazione, altri si erano organizzati a spargere la
voce tra i ragazzi, altri ancora a stabilire la data dei festini successivi.
“ Ce ne
saranno altri, almeno un giorno si ed uno no. Insomma, si parte alle 22.00 e dura finché si vuole...”
spiegò Ron, entusiasta.
“ Se tutta l’energia che infondete nel CFI la impiegasse a
studiare, a quest’ora sareste i primi della scuola”
rise lei, ammonendoli con tono affettuoso.
I due
risero, chiedendole nuovamente di partecipare, ma Hermione
scosse la testa, concedendo un “ Ci penserò”.
“ Bella
la tua stanza, anche le nostre sono così. Tutto questo lusso...da cosa dipende
secondo te? Anche il fatto che ogni stanza è singola e
ognuna ha il suo bagno personale!” disse poi un affascinato Ron,
buttandosi sul letto della ragazza, seguito da Harry.
Hermione
gli spiegò tutto quello che voleva sapere, avendolo letto sul
libro poco prima. Raccontò della storia del castello, anche di
Maloney
Moon e del consiglio.
“ Non mi
sembra dica altro, ma queste mura devono sapere molto di più di quanto riporta
il libro. Andrò a documentarmi ancora...” disse come tra sé e sé, facendo si che i due amici si
scoccassero un’occhiata esasperata.
“ Herm dai...sei in gita!” sbuffò Ron,
lasciandosi andare all’indietro sul letto. Hermione
mise il broncio.
“ Quello
che mi fa pensare è che non chiariscono chi sia l’assassino di Maloney Moon, tanto meno perché
l’avrebbero ucciso se lui tentava di mettere in piedi solo una scuola di Magia!
Insomma...e poi chi è questa Signora del Castello che ancora
non ci ha detto il suo nome e che vive qui?” chiese, sperando di suscitare
curiosità nei compagni.
I due si
guardarono, sbuffando nuovamente.
“ Adesso
sono le 18.00, che ne dite se andiamo a fare un giro nei giardini del
castello?” disse un Harry ignorando le parole di Hermione.
“ Ecco,
siete i soliti! Solo perché è allestito un campo di Quiddich
e si possono anche prendere in prestito delle scope...”
mormorò Hermione, sedendosi
sconfitta sul letto.
“ Cosa?? Campo di Quiddich??” gli fecero eco Ron e Harry, balzando in piedi.
“
Si...insomma, non lo sapevate?” fece Hermione,
maledicendosi.
Ma i
due non risposero neanche se si precipitarono fuori della stanza, lasciando Hermione a bocca aperta seduta sul bordo del letto.
šsšt›s›
Un bacio
a tutti quelli che hanno recensito questa storia!
Forse vi
sembrerà un po’ noioso come inizio, ma non voglio
risultare banale scrivendo subito determinate cose. Certo, sicuramente non sarà
lunga questa parte introduttiva, ma questo capitolo,
come anche un po’ del prossimo, mi servirà per chiarire e porre le basi per la
storia.
Questo è
solo l’incipit! -__^
Tantissimi
Baci,
Erin.