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Autore: ilcantastorie    25/06/2012    3 recensioni
Salve a tutti! Il protagonista di questa storia è Daniel. No! Non Daniel Rad... insomma quello che interpreta Harry Potter nei film. Giuro, non c'entra niente. Infatti il suo nome è Daniel Woodstryke. Ed è un normale studente di Hogwarts. Normale... insomma. Fin da piccolo è sempre stato sfortunato. Sfortunato... sfigato sarebbe il termine più appropriato. E, infatti, uno sfigato di tale proporzioni di che casa può fare parte? Di Tassorosso, ovviamente! E, per finire, possiamo dire che il nostro Daniel è un Magonò! Come può un Magonò ricerevere la lettera da Hogwarts? Aspettatevi quindi una Hogwarts più vecchia di trenta anni dagli eventi narrati nel settimo libro. Di un mondo più vecchio di trenta anni. Aspettatevi nuovi professori e poi... i suoi amici. La versione sfigata dei Malandrini, se vogliamo! Degni di Tassorosso, quindi! Riuscirà Daniel a dimostrare che la perseveranza vale più del talento? Riuscirà a dimostrarlo... durante il Torneo Tremaghi?
Ps: Il nome dell'opera è un omaggio al capolavoro di Alexandre Dumas, ma non ha nulla in comune con essa!...credo!
Inoltre... il Silenzio si sta avvicinando... (Revisionati Primi tre capitoli)
Genere: Commedia, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rubeus Hagrid, Sorpresa, Tassorosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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"Il torneo tremaghi?" esclamarono, tutti in coro stupiti.
 
"E che cos'è il torneo tremaghi?" chiese Julio, con lo sguardo confuso.
 
Tutti guardarono verso il basso, con lo sguardo corrucciato, fissandosi la punta dei piedi, diventata improvvisamente interessante. Chiaramente non avevano idea di cosa fosse. Tutti tranne Char e Dan.
 
“Julio! Lo so io che i miei genitori sono babbani! Hai presente? Quello delle scuole che lottano per una coppa...”
 
“Non è esattamente quello...” lo corresse Char, un po' spaesato “Tre scuole di magia, Beauxbatons, Durmstang e la nostra Hogwarts eleggono un campione che affronterà in tre prove... purtroppo nell'ultimo torneo, più di trenta anni fa, c'è stato un morto e la cosa non si è più fatta... Beh, se vogliamo essere precisi anche prima... quel basilisco imbizzarrito che ha ucciso...”
 
“E vogliono davvero che una tradizione talmente barbara ritorni?” chiese Xylia, un po' infastidita.
 
“Barbara? Ma stai scherzando? Eccitante direi” commentò Isabell, riavviandosi i rossi e sempre scompigliati capelli “Parteciperò sicuramente! Farò vedere a tutti la forza dell'Inghilterra, delle donne e dei Tassorosso!”
 
“Già... anche l'ultimo campione di Hogwarts fu Tassorosso...” disse Char “E che morì tragicamente... e tra l'altro, solo chi ha 17 anni può partecipare a questo torneo...””
 
“Uff...” sospirò Isabell “Che noia!”
 
“E comunque dubito che dopo quello che è successo l'ultima volta ci sarà qualche pericolo mortale...” disse Julio, con uno scatto di buon senso
 
“...Julio, hai presente chi è il nostro preside?” chiese Daniel “Pensi davvero che sarà qualcosa di normale? Secondo me sarà anche più pericoloso del Basilisco imbizzarrito...”
 
“Ma ci sono delle leggi da rispettare!” esclamò Xylia, un po' irritata ed esasperata “Sarà anche il mago più potente d'Inghilterra, ma non può fare come gli pare!”
 
“Pure tu hai ragione...” disse Roger “Sicuramente il Primo Ministro e qualche altra gente gli avrà detto qualcosa...”
 
“Beh, certo, ma hai dimenticato che oltre ad un Preside pazzo abbiamo un professore di Creature Magiche che è appassionato di bestie pericolose...” gli ricordò Daniel
 
“Urgh! Hagrid!” dissero gli altri in coro, come se ne fossero ricordati in quel modo.
 
“Altro che poco pericoloso... ho paura che i nostri campioni avranno bisogno di una buona dose di fortuna per uscirne vivi...”
 
“Sono quasi contento di non avere 17 anni... non devo nemmeno trovare una scusa per non iscrivermi... per fortuna, eh, Daniel? L'hai scampata per un anno!” esclamò Julio
 
“Sì, direi di sì.... una bella fortuna...” disse il ragazzo, ridendo nervosamente “Davvero una bella fortuna....uff...”
 
Daniel sospirò. Isabell gli lanciò un'occhiata preoccupata. “Daniel avrebbe voluto partecipare ad una competizione per maghi pur non avendo nessun potere?” Si chiedeva la rossa, mentre Daniel, le apriva la portiera della carrozza, quasi sembrasse un gentiluomo dei tempi andati.
 
“Ce la potevo fare da sola...”
 
“Mai detto il contrario, madame” disse Daniel che ormai era entrato in modalità “Gentiluomo a tutti i costi”, ispirato dalla carrozza.
 
Tenette aperta la porta, da cui scesero anche Char, Julio, Xylia e Roger, che ringraziarono sorridendo.
 
Sam e Stan stavano ancora dormendo della grossa.
 
“Con loro che facciamo?”
 
“Lasciamo lì... loro non hanno lezioni, oggi...piuttosto, andiamo che ho bisogno di una lunga doccia e poi di una sostanziosa colazione a base di cioccolata... poi dobbiamo farci dare gli orari...e non oso pensare, con la mia fortuna, cosa ci capiterà oggi...”
 
Il tutto mentre l'amica di Xylia, Nina, che aveva dato la notizia del torneo, veniva completamente ignorata.
 
Erano nel prato che dava sul lago, che nonostante l'inverno fosse alle porte, manteneva un colore verde smeraldo. C'era una piacevole e fredda brezza.
 
“Beh, sarà divertente assistervi... anche se so che l'ultima volta ci furono due campioni per Hogwarts... di cui uno fu Harry Potter!”
 
“E come mai ci furono due campioni?”
 
“Ah, non lo so” disse Char “Lessi questa cosa anni fa... non ricordo bene...”
 
“Informiamoci...” esclamò Daniel “Sono sicuro che ci tornerà utile...”
 
“Ma perchè mai dovr...”
 
“Ehi! Smettetela di ignorarmi!” urlò Nina, che aspettava solo che qualcuno la ringraziasse “Io mi sono svegliata e sono venuta qui solo per dire la notizia alla signorina Xylia, visto che sembrava tenerci tanto!”
 
Nina era di Corvonero, aveva un paio di occhiali rotondi e i capelli legati a trecce. Purtroppo, per qualche misteriosa ragione, non veniva mai notata.
 
“Ah, sì!” disse Xylia “Grazie mille, Nina, ti sono molto grata per il favore che mi hai fatto!”
 
E continuarono ad avventurarsi dentro la scuola, parlottando un po'.
 
Non appena fecero alcuni passi, Julio e Xylia si salutarono con un bacio appassionato, da cui Dan, Char e Isa distolsero lo sguardo, imbarazzati. Roger invece guardava spudoratamente, quasi dovesse prendere spunti.
 
Quindi, con uno sguardo... che Daniel non seppe identificare Xylia guardò Julio e poi salì per le scale, diretta verso la torre di Corvonero.
 
Loro cinque, invece, andarono verso i sotteranei, verso le cucine.
 
“Ehi, Signorina Xylia, mi aspetti!” la voce di Nina giunse loro lontana, segno che Xylia l'aveva lasciata indietro.
 
Poco a destra del quadro con disegnata una natura morta, c'erano alcune botti.
 
“Qualcuno lo faccia al posto mio, non mi va proprio di farmi una doccia di aceto...”
 
“Mio caro Daniel... non è colpa mia se il tuo senso del ritmo fa schifo” disse Julio, sorridendo
 
“Eh, beh, perchè... ovviamente, non ho abbastanza difetti...uff...”
 
Julio prese la bacchetta e batté a tempo di ritmo la melodia di Tosca Tassorosso che a Daniel aveva sempre ricordato una vecchia canzone che sentiva da piccolo.
 
La botte si spostò e i ragazzi entrarono.
 
Procedettero lungo un tunnel dal pavimento terroso che saliva lievemente fino ad arrivare in una accogliente stanza rotonda dal soffitto basso. A Daniel aveva sempre ricordato un po' la casa di un Hobbit.
 
La prima sensazione che Daniel aveva avuto quando ci era entrato per la prima volta era stata di calore. E fu così anche questa volta. Nonostante fosse sotto terra, la Sala Comune era illuminata a giorno da alcune finestre rotonde. Da lì si poteva vedere una immensa pianura, quella che circondava il castello appunto, da cui si potevano vedere i piedi dei passanti.
 
L'arredamento era prevalentemente decorato di nero e di giallo e le porte che portavano ai dormitori maschili e femminili erano rotonde.
 
Sopra il caminetto, decorato con alcuni tassi, v'è un quadro che ritraeva Tosca Tassorsso che brindava sorridente ai suoi studenti.
 
“Ragazzi... buona doccia. Ci vediamo qui tra una mezz'oretta, ok?”
 
“Ok...” dissero gli altri con la vitalità di un bradipo addormentato
 
Non che lui fosse molto più sveglio, eh! Stavano con tutti con 5 ore di sonno o meno. Ma una doccia calda...
 
Si trascinò fino in bagno, e notò una faccia assonnata accanto alla sua.
 
Chi diavolo c'era nel bag...ah, era uno specchio. Mamma mia, aveva davvero bisogno di dormire.
 
Riguardò verso l'individuo che non era riuscito a riconoscere subito come sè stesso. Era un tipo abbastanza alto, capelli corti che erano un disastro, occhi verdi, sguardo assonnato, quasi lacrimante.
 
Fece uno sbadiglio lungo un quindici secondi, cosa che lo fece sembrare un tricheco particolarmente stanco.
 
Si spogliò della divisa, della biancheria e si ficcò sotto alla doccia.
 
“Calda... bollente... direi... anzi, troppo calda! Ahia! Ahia! Oh, fredda, no, gelata! Ahia, oh... oh...”
 
L'acqua divenne della temperatura che desiderava. Daniel rifletté sul fatto che non importava se era magia o tecnologia, i problemi di una doccia sarebbero sempre stati gli stessi.
 
Quella doccia, infatti non aveva una pratica manopola... andava a pensiero... e ogni volta finiva così.
 
L'acqua calda gli correva addosso, rilassandolo. Era stata una giornata decisamente anormale anche per lui... e cosa erano dovute quelle sensazioni che provava quando stava con Char o con Isabell?
 
Cioè, ma davvero? Ci si poteva innamorare di un amica d'infanzia... E DI UN MASCHIO? E sopratutto...DI DUE PERSONE contemporaneamente?
 
Che diavolo di pervertito era mai? Cioè, no ma davvero. Non capiva. Non era mai stato tipo da 'ste cose.
 
Davvero. no.
 
Quindi. Bastava non pensarci. Già. Sarebbe bastato.
 
Detto questo, uscì dalla doccia, si rivestì e si diresse verso la Sala Comune, dove era il primo ad arrivare.
 
Si sedette quindi, sulla poltrona, aspettando i suoi amici.
 
“...”
 
Non arrivava nessuno. Vabbè, forse nel frattempo poteva chiudere gli occhi. Chiudere ma non addormentarsi!
 
Poi, d'un tratto. Sentì un rumore. Si svegliò come di soprassalto. Sentì il suo corpo tremare. Non era nella sala di Tassorosso. Non c'era quel calore che sentiva ogni volta che era lì. Era in una specie di prigione. Una prigione medievale.
 
Che diavolo...? Gli era già capitato che gli spostassero il letto. Una volta qualche simpaticone l'aveva messo in sala grande, così che la mattina dopo tutti lo sfottessero.
 
Ma adesso... sembrava di essere nei sotterranei più profondi della scuola. Più giù anche dell'aula di trasfigurazione.
 
Non capiva. E che diavolo era stato quel rumore?
 
“Fermati! No! Non lo fare!”
 
Era la voce di Isabell. Veniva da dove aveva sentito il rumore. La voce era spaventata, terrorizzata. Quasi spezzata dal pianto. Ma che diavolo...
 
Balzò giù dalla poltrona e corse in direzione della voce di Isa. Doveva correre in suo aiuto, qualsiasi cosa gli stesse succedendo. Era in una stanza lì vicino.
 
Aprì la porta. C'era questo uomo, completamente incappucciato che stava cercando di violentare Isa.
 
Daniel sgranò gli occhi.
 
I vestiti di lei erano ridotti un po' a brandelli, stappati in vari punti e i suoi polsi erano stretti tra le mani, molto più grandi, dell'aggressore.
 
“Ehi, tu figlio di puttana! Toglile le mani di dosso!”
 
E si avventò verso di lui.
 
Il tizio si girò appena e con in mano una bacchetta gliela puntò addosso. Daniel non poté muoversi.
 
“E cosa vuol fare, un patetico Magonò? Come puoi proteggerla?”
 
La sua voce era stridula e ghignante. Fastidiosa a sentirsi.
 
“Non me ne frega niente! Liberami subito e lasciala andare!”
 
“Liberati da solo, se ne sei capace, magonò, io intanto mi divertirò con lei...”
 
Daniel iniziò a piangere per la rabbia. Ghignò i denti. “Lasciarla. Lasciarla. Lasciala stare!”
 
Ma quello continuava.
 
Le sue lacrime da rabbia divennero di disperazione.
 
“NOOO! ISA!”
 
Si svegliò.
 
Accanto a lui c'erano Isabell, Roger, Char e Julio che sembravano essere arrivati da poco.
 
“Daniel? Tutto bene?” gli chiese Julio.
 
“Sì, sì, tutto bene”
 
Si accorse che delle lacrime rigavano il suo viso. Ricordava vividamente il suo sogno. Come se non fosse stato un sogno, ma la realtà. Ricordava tutta la frustrazione. Tutta la rabbia. Tutta la sua impotenza.
 
“No, che non stai bene” esclamò Isabell “Uno che sta bene non urla “No! Isa!” in quel tono. E non ha gli occhi lucidi”
 
“Ho solo... fatto un brutto sogno, davvero, non è niente di cui preoccuparsi. Ogni tanto capita pure a me”
 
La maggior parte dei suoi sogni, infatti, erano assurdi e senza senso... divertenti a raccontarsi, da quanto erano assurdi.
 
“Piuttosto, andiamo a colazione, sto morendo di fare!” mentì Daniel, facendo finta di aver riacquistato il suo solito buon umore.
 
In realtà non aveva per niente fame, quel sogno gli aveva chiuso completamente lo stomaco. Pensava che la sola visione di una scatola di cereali potesse farlo vomitare.
 
Si alzò dalla poltrona.
 
Ma ogni tanto. Ogni tanto gli capitavano quei sogni.
 
“Che tipo di brutto sogno?” chiese Char
 
Non voleva fare preoccupare gli altri. Una bugia innocente sarebbe stata adatta al caso.
 
“Ero nelle cucine degli elfi” disse Daniel, mentre uscivano dalla loro Casa e salivano verso la Sala Grande. “E c'era un gran putiferio, io mi sentivo perso. Ad un certo punto ho visto Isabell che prendeva l'ultimo budino al cioccolato. Sapete quanto adoro i budini al cioccolato. E mentre lei lo mangiava io ho urlato: “Isa! NO!”... e poi mi sono svegliato. Proprio un brutto sogno, non pensate?”
 
Julio fu il primo a rabbrividire.
 
“Orribile... non so cosa farei se a me rubassero il budino al cioccolato....”
 
“Vero, eh? E Isa...” disse Dan, abbassando improvvisamente la voce “Prova a rubarmelo anche nella realtà l'ultimo budino al cioccolato... e la mia vendetta sarà terribile! Bwahhahahahaha!”
 
“Sì, sì, mio grande signore del male... si sbrighi...” disse lei, lanciandogli un'occhiata incerta.
 
Ogni tanto gli capitavano i sogni del genere. Nel pieno della notte si svegliava, quasi urlando. Quasi tra le lacrime, con un sogno schifosamente vivido in testa. E in tutti i sogni lui era impotente. E vedeva i suoi amici sottoposti alle peggiori sorti. E lui non poteva fare nulla per evitarlo. Niente.
 
“Beh, spero di non avere incantesimi quest'oggi...”
 
I suoi amici parlavano, mentre lui, quasi ascoltava, quasi non lo faceva, ancora turbato dal suo sogno di cui era facile capire l'origine. Anche senza una laurea in psicologia o psichiatria era piuttosto ovvio cosa quei sogni volessero dire. Era il suo subconscio che gli faceva pesare quello che lui faceva passare per un inerzia, per un nonnulla, per niente di importante... quello di essere un magonò in una scuola di maghi. Ma non poteva farci nulla. Non poteva farci nulla. Davvero, cosa  avrebbe potuto fare?
 
Arrivarono finalmente nella sala grande e la trovarono imbandita con ogni ben di Dio. Daniel stava quasi per vomitare. No, non ce la faceva proprio a mangiare.
 
“Ah, pancia mia faccia capanna!”
 
Non c'era quasi nessuno, in sala grande a quell'ora. Anzi, era completamente vuota. C'erano solo loro cinque...
 
Era rincuorante, per Daniel, poter rimandare la visione della folla di quella scuola ancora fino a pranzo.
 
Si sedettero al tavolo dei Tassorosso.
 
“Cielo, che fame...” e Julio iniziò ad addentare un cornetto ripieno di cioccolata.
 
“Ah, non me ne parlare...” e Roger, prese una ciambella, staccandone metà con un solo morso.
 
“No, salsicce non me la sento di prima mattina...” disse Isa, afforchettando un uovo sodo.
 
Daniel non seppe come fece, ma si trattenne dal vomitare. L'immagine di Isa che mangiava sorridente si sovrapponeva a quella del suo sogno, ricordandogli come non era riuscita a proteggerla.
 
Distolse lo sguardo. No, comunque. Isa sapeva la magia e sapeva difendersi. Non sarebbe mai finita come quella del suo sogno. Probabilmente lo avrebbe ucciso a forza di calci nell'inguine. Era brava negli incantesimi di attacco. Quello era un sogno. Un brutto sogno. E poco realistico. Doveva fare come aveva sempre fatto, bastava scacciare il pensiero dalla sua mente.
 
Prese pigramente una tazza di latte e iniziò a bere, giusto per non dare preoccupazioni ai suoi amici che avrebbero trovato strano il fatto che non toccasse cibo, sopratutto dopo la sua dichiarazione di volersi riempire di cioccolato.
 
“Buongiorno ragazzi!”
 
Da dietro di loro giunse una voce, voce che Daniel e gli altri riconobbero subito:
 
“Buongiorno Professore!” esclamarono in coro.
 
“Si vuole unire a noi?” Chiese Daniel
 
“Volentieri” disse “Così mi raccontante per bene cosa è successo ieri...”
 
Il Professor Derick Drake si sedette proprio accanto a Daniel. E, pensò il ragazzo, non era cambiato di una virgola da l'ultima volta che l'aveva visto: barba incolta dei 3 giorni (Non riusciva a capire come riuscisse ad avere sempre quel tipo di rasatura, senza mai tagliarsela o lasciarsela crescere), occhiali da sole stile Ray-ban, capelli corti volutamente scompigliati e abiti babbani, in particolare una giacca di pelle nera, una maglietta nera con su scritto F.B.I e un paio di blu jeans. Sembrava uscito da qualche thriller di Hollywood. Insegnava Babbanologia.
 
“Niente di rilevante, professore” rispose Daniel “ E niente di preoccupante... praticamente, a causa di un problema con il treno e di un nostro ritardo, abbiamo passato una notte all'aperto...”
 
“Giusto! Notte all'aperto! Buon compleanno Daniel!”
 
Dan gli sorrise: “Grazie professore!”
 
Ma che c'entrava notte all'aperto con il suo compleanno...?
 
“Ma piuttosto... ci dica... che è successo, ieri, di rilevante?” chiese Char
 
Derick Drakesi schiarì la voce:
 
“Tenevi forte, perchè questa potrebbe essere un “once in lifetime”...” disse visibilmente eccitato “quest'anno ci sarà il Torneo Tremaghi!”
 
“Sì, lo sapevamo....” dissero in coro, con poco entusiasmo “altre notizie?”
 
Il professore rimase in silenzio per qualche secondo, quasi shockato che avessero liquidato una notizia di tale importanza storica con tanta nonchalance.
 
“Beh, quindi non si fa il quiddich, quest'ano” annunciò il professore, sospirando.
 
“CHE COOOOOOOOSA?” urlarono tutti in coro
 
“Professore non può farmi questo! E' la mia ultima occasione per prendere la coppa!” urlò Roger, alzandosi in piedi
 
“E' vero... tu sei al settimo anno, Roger... parteciperai al torneo Tremaghi?” chiese Derrick
 
“Chi ca**o se ne frega del torneo! Io voglio la mia Coppa di Quiddich!”
 
“Mi dispiace...” disse il professore, con voce da duro “Ma ci sono momenti in cui un uomo deve accettare le decisioni...”
 
Ma poi scoppiò a ridere.
 
“AHAHAHAH! No, che non hanno annullato il quiddich! Il Preside l'adora! E non vuole certo togliere l'ultima chance a voi del settimo anno!”
 
Roger aveva gli occhi di fuoco: “Pro-fes-so-re...!” scandì, rabbiosamente, guardandolo malissimo dall'altra parte del tavolo “Questa me la paga!”
 
Ma Derrick stava ancora ridendo, per ritornare in un attimo completamente serio: “Guarda, non tolgo punti a Tassorosso solo perchè non ne avete ancora guadagnati...”
 
Roger iniziò a sfogare la sua rabbia mangiando tutto quello che gli capitava a tiro.
 
“Ma come avete iniziato a mangiare senza di me?”
 
Dall'ingresso, giunse la voce di Xylia, seguita dall'occhialuta Nina.
 
“Non ti preoccupare, amore, abbiamo appena iniziato! Siediti con i Tassorosso, dai!”
 
Xylia si sedette accanto a Julio, mentre Nina gli si sedette davanti, accanto a Roger.
 
“Professor Drake, che ci dice invece del nuovo prof di Dicaro ?” chiese Char, con tutta l'innocenza di questo mondo.
 
Tutti si girarono verso di lui come un sol uomo:
 
“Eh?”
 
“Massì! Dicaro! Difesa Contro le  Arti Oscure! Dicaro!”
 
“... hai un pessimo gusto per gli acronimi, Char, lasciatelo dire....” disse Isabell, con un sorriso strano
 
“Beh...prima di tutto non è un Prof, ma una Prof...” disse Derrick, quasi ignorando quel tratto di Char così fuori dal personaggio “E sembra competente nella sua materia”
 
“Professore, non è da lei dare dei giudizi così obbiettivi... che le succede?”
 
“Niente mi succede! E prendetevi i vostri orari!”
 
Il professore passò un orario a Roger, e poi degli altri a Daniel, Isabell, Char e a Julio.
 
Derrick Drake era, infatti, oltre il professore di Babbanologia, il responsabile della casa di Daniel e gli altri: i Tassorosso.
 
“Oh, splendido! Due ore di trasfigurazione con Merv! Fantastico!” esclamò Daniel “Ma almeno abbiamo anche anche un paio di ore con lei, professore... e avremo l'onore di conoscere anche la nuova professoressa! Wow!”
 
“Io invece ho doppie pozione con Esmeralda....” disse Roger, quasi fosse in brodo di giuggiole “L'anno inizia bene!”
 
“Cielo, ragazzi, dovreste davvero smettere di chiamare i professori per nome! Siamo Inglesi, vi ricordo!” disse Daniel
 
“Ma se hai appena chiamato il professore di Trasfigurazione per nome...” gli fece notare Isabell, sospirando.
 
Prima che arrivassero gli altri studenti, Daniel finì di mangiare (mangiare? Non aveva toccato quasi niente!) e salutò i suoi amici, ricordandogli la lezione delle otto e raccomandandogli di non fare tardi.
 
Quelli all'unisono gli ricordarono che era lui il ritardatario e lo smemorato.
 
Lui, annuendo con un sorriso da cui non riuscì a non far trapelare un po' dell'inquietudine che provava, si avviò verso l'esterno di Hogwarts.
 
Aveva ancora un po' di tempo prima delle lezioni, e sentiva il bisogno quasi fisico, di stare un po' da solo con i suoi pensieri, e di camminare un po'.
 
In realtà c'era davvero poco da cui riflettere, visto che aveva capito tutto e c'era davvero poco che lui potesse farci a riguardo.
 
Certo che i suoi amici erano straordinari... gli avevano tirato su l'umore semplicemente parlando e scherzando come al solito.
 
Ancora una volta si chiese se meritava davvero di avere degli amici così fantastici.
 
Camminò lungo la riva del lago, osservando i tentacoli pigri della piovra gigante che si muovevano alla tenue luce del sole mattutino.
 
I suoi piedi lo trascinarono verso la Foresta Proibita e fortunatamente non si distrasse abbastanza da finirci dentro, cosa, ovviamente, avvenuta varie volte in passato.
 
Fu lì che decise che una visita ad Hagrid gli avrebbe fatto bene, non lo vedeva da un po' di tempo. Chissà come stava... e chissà come stava anche Odino...
 
Bussò alla porta con decisione. Il legno era duro e freddo e gli fecero quasi male le nocche.
 
“Sì, chi è?” una voce profonda e possente gli rispose alcuni attimi dopo, venendo poi seguita da alcuni abbai
 
“Sono io, Hagrid!”
 
“Oh, Daniel!”
 
Sentì un chiavistello che si apriva e un enorme ammasso di pelo gli si presentò di fronte.
 
Aspetta, va bene che era Hagrid ma...
 
Qualcosa gli cadde addosso e iniziò a leccarlo.
 
“Odino, smettila! So che sei contento di vederlo, ma se fai così non ci verrà più a trovare!”
 
Odino, l'ammasso di peli che gli era saltato addosso, venne sollevato da Hagrid come fosse un cucciolo nonostante il cane fosse un San Bernardo enorme.
 
“Ah, Dan! E' un piacere rivederti!”
 
E dalle leccate di Odino Dan passò all'abbraccio spezza-tutte-le-ossa-senza-lasciarne-nemmeno-una-integra di Hagrid.
 
“E Buon Compleanno!”
 
Altro abbraccio spezza-ossa.
 
Ok, era vero che gli abbracci erano tra le cose che gli piacevano di più al mondo... ma sarebbe stato davvero grato ad Hagrid se fosse stato meno... irruento con le sue dimostrazioni d'affetto.
 
“Allora come stai?”chiese “Ma vieni, siediti ti preparo un tea...”
 
“Eh, così e così...” disse Dan, con la discreta sensazione che qualche ossa avesse fatto crack per davvero “Ma tutto sommato sto bene. Tu?”
 
Si sedette all'enorme tavolo dell'unica stanza della casa di Hagrid, mentre quest'ultimo trafficava un po' con i fornelli.
 
“Benissimo! Hai saputo del Torneo Tremaghi? E' il secondo che vedo in vita mia! Spero ci saranno di nuovo dei draghi...”
 
“DEI DRAGHI?”urlò Dan, spaventato “Nell'ultimo torneo, hanno affrontato DEI DRAGHI! Delle creature con grado di pericolosità XXXXX?”
 
“Beh, non proprio... dovevano solo prendere un uovo d'oro da un nido sorvegliato da loro...”
 
“...” Daniel fece silenzio per alcuni secondi. Non riusciva davvero a crederci “HAGRID, tu sai meglio di me che la cosa più pericolosa dopo un animale affamato è un animale che protegge i propri cuccioli, vero?”
 
“Beh, sì... ma... beh, ce la fecero tutti e quattro i campioni... e Harry ci riuscì richiamando la scopa...”
 
E poi Hagrid si lanciò in una concitata narrazione di come Harry Potter, usando un incantesimo richiamo e la sua bravura nel volo riuscì a prendere un uovo senza diventare uno stuzzicadenti in fiamme.
 
Nel frattempo, Daniel sorseggiava il suo tea.
 
E una cosa così...? Era successa trenta anni fa, con Silente, uno dei più saggi e moderati presidi di Hogwarts? E cosa sarebbe successo con il preside McPower...? Aveva paura.
 
Per fortuna che non doveva parteciparsi...
 
“Beh, allora, com'è andata la vacanza in Grecia? Dai tuoi gufi sembrava che ti divertivi un mondo”
 
“Beh, è così è stato... a parte le tracine e il riccio è andato anche tutto TROPPO bene per essere me... peccato che fossi con i miei, quindi non ho potuto visitare bene la Grecia magica. Anche se ci ho fatto un salto con Isa, di nascosto, una notte. A parte il malintenzionato è andata piuttosto bene...”
 
“Il malintenzionato...?”
 
“Sì, sì... perche ovviamente ci siamo persi, anzi, pardon, mi sono perso e ci siamo imbucati nell'equivalente di Nocturne Alley e abbiamo incontrato questo tizio che ci ha minacciati... che poi la bacchetta in realtà fosse un bastoncino perchè probabilmente aveva impegnato la sua per una sostanza magica o non, ma comunque stupefacente di qualche tipo... è un particolare. Un pugno sul naso gliel'ho comunque rifilato...”
 
“Così sì fa, Dan! Difendi le donzelle e picchia i mascalzoni!”
 
“...qualcosa del genere. Se avesse avuto la bacchetta non so cosa avrei potuto dirgli...”
 
...e si stava sfogando con Hagrid, nonostante non volesse farlo. Maledizione. E nonostante lo sapesse e non volesse farlo, non riuscì a fermarsi.
 
“Daniel, guarda che ti capisco. Anch'io sono stato ad Hogwarts... e ammetto di non essere molto dotato... ma Daniel, non è quanto potere che riesci a fare uscire da una bacchetta che ti dice che uomo sei”
 
...perchè quello che aveva detto Hagrid sembrava uscito da qualche film? E perchè lo sfogo che sapeva che stava per fare... sembrava essere uscito da un film?
 
“Ovvio che non è quanta magia ho che mi rende peggiore o migliore! MA COSI' posso difendere i miei amici! Senza incantesimi io non... avrei potuto proteggere...”
 
Sì, stava per scoppiare a piangere. A momenti. Ma non sarebbe accaduto. No, lui non avrebbe dovuto piangere. Perchè doveva farsi problemi del genere? Cioè, “proteggere gli amici”... era una frase da eroe dei film, ma loro, gli eroi, avevano motivo di dirlo. Erano in una situazione di pericolo. Ma lui invece no. Lui non era mai in una situazione di pericolo. O meglio quasi mai. Quella in Grecia forse era stata la più grande minaccia della sua vita. Ed era una cosa che sarebbe potuta accadere a tutti, non solo a lui. Allora... perché...perché era ossessionato con quest'idea? Perchè voleva per forza proteggere i suoi amici? Erano loro i MAGHI, a momenti sarebbero stati loro a dover proteggere lui!
 
“Guarda, Dan. Ognuno ha il suo modo di proteggere gli altri. Tu devi solo trovare il tuo” disse Hagrid con parole così sagge che Dan sospettava non fossero sue. Ma che invece lo erano.
 
“Per esempio...?”
 
“Ah, quello non lo so” disse “Chiedi a Derick, sicuramente saprà consigliarti qualcosa”
 
Infatti, il responsabile della sua Casa, Derick Drake, era anche lui un Magonò.”Ed, effettivamente” rifletté Daniel “Se fin da piccolo era appassionato di film eroici americani, quindi forse in qualche modo ha sofferto il mio stesso trauma...”
 
Bevve un altro sorso di tea da quell'enorme tazza che sembrava su secchio e la sua espressione passò da triste a determinata.
 
“Scusami, Hagrid, davvero, non volevo sfogarmi... non so come scusarmi...”
 
“Dan, io c'ho più anni di te. Se ti posso dare qualche consiglio, ne sono molto felice. Poi, dai... ormai siamo amici. Ci conosciamo ormai da cinque anni...”
 
“Sì, ricordo la prima volta che ci incontrammo...” disse Dan, sorridendo “Quando mi venisti a prendere...”
 
Beh, sì, per lui dovette venire Hagrid. Ma non perchè i suoi genitori fossero contro la magia o si rifiutassero di prendere la lettera.
 
Il problema è che le lettere iniziarono ad arrivare in un periodo traumatico della storia della sua famiglia. Ovvero la nascita della loro secondagenita.
 
In quel periodo, infatti, i genitori non gli prestavano alcuna attenzione. Sua madre presa al nono mese della gravidanza. comprensibile, per carità. E suo padre che doveva curare sua madre al nono mese di gravidanza. Ancora più comprensibile, se vogliamo, visto che sua madre, da quanto aveva visto, diventava una pazza isterica ossessionata dalle voglie più improbabili.
 
Quindi, li capiva quando per la prima volta non gli diedero retta quando disse loro che un gufo gli aveva dato una lettera.
 
E così, come la seconda, la terza. Ed era quasi comprensibile che non avessero fatto caso alla pioggia di lettere che era caduta, qualche settimana dopo.
 
E quindi, Daniel si era rassegnato ad aspettare il post- parto.... Ma proprio mentre era da solo a casa, e mentre la sua sorellina stava nascendo... Hagrid aveva sfondato la porta ed era entrato in casa.
 
Aspettandosi di trovare chissà che famiglia disastrata e trovando solo un giustamente spavento Daniel, Hagrid si fece spiegare dal ragazzo com'era andata e il mezzo-gigante facendosi una risate, promise che sarebbe ritornato di lì a pochi giorni, con i suoi genitori presenti.
 
Lo stesso Hagrid trovò un po' strana la reazione di Daniel quando gli disse di essere un mago:
 
“Lo sapevo!” aveva detto il piccolo Daniel “lo sapevo di essere diverso!”
 
“Come, lo sapevi?”
 
“Sì, sì... lo sapevo... era ovvio che fossi... diverso...”
 
“...” Hagrid si ammutolì per un attimo. Quelle parole, sì, quelle parole... quelle parole Hagrid le aveva già sentite. Ma dove? In un pensatoio? Sì! In un pensatoio di Silente! E le aveva dette...
 
...la memoria non gli veniva in aiuto, ma una strana sensazione, come di chiusura allo stomaco, lo colpì.
 
“Beh, dai, non posso davvero essere così sfortunato senza che qualcosa che controbilanci la cosa! Anche se più che un mago avrei preferito scoprire di venire da un altro pianeta... oppure da un'altra dimensione. Sarebbe stato figo anche se fossi stato sottoposto ad un esperimento di qualche tipo...”
 
E il piccolo Daniel continuò a parlare ininterrottamente per due ore, in cui Hagrid rimase a fargli compagnia e gli preparò la cena.
 
Sì, da piccolo era piuttosto logorroico.
 
“Sì, lo ricordo anch'io” disse Hagrid ridendo “Non la finivi più di parlare! O per Diana! Sono quasi le otto! Daniel, sbrigati!”
 
Daniel guardò sull'orologio di Hagrid e notò che effettivamente aveva ragione. Aveva passato più tempo a piagnucolare e a camminare di quanto credesse.
 
Finì con un enorme sorso il tea che aveva di fronte, e si avviò verso i sotterranei dove Merv Johnson, professore di Trasfigurazioni, teneva le sue lezioni. Non prima di aver ricevuto un altro abbraccio spezza-ossa da Hagrid e non prima che Daniel avesse ringraziato il mezzo-gigante con uno dei suoi sorrisi più sinceri.
 
Arrivò trafelato, sudato e anche un po' affannato, anzi, un bel po' affannato all'aula di trasfigurazione.
 
“Benvenuto Woodstryke. Sei in ritardo. Sarebbero cinque punti in meno a Tassorosso, ma visto che non ne avete guadagnato nessuno, temo che per questa volta la scamperai...”
 
...Era la seconda volta in quella giornata che gli succedeva una cosa del genere.
 
“E ora siediti. Oh, non hai il tuo materiale, noto... E sarebbero altri 5 punti in meno a Tassorosso ma...”
 
“Buongiorno anche a lei professore! Non ha visto com'è bello oggi il sole?”
 
“Non vedo come il sole possa influire sulla lezione di oggi. Si sieda prima di farmi perdere ulteriore tempo”
 
Si sedete tra gli ultimi banchi, accanto ad Isa che gli aveva portato il necessario per seguire la lezione. Qualcuno avrebbe dovuto insignire quella ragazza con il titolo di santa!
 
“Idiota... come hai fatto ad arrivare in ritardo?”
 
Dan ritirò tutto.
 
“Signorina Smith, se ha intenzione di insultare il signor Woodstyke ha tutto il mio appoggio, ma non durante le mie lezioni, rimandi e stia in silenzio”
 
Merv Johnson era il loro professore di Trasfigurazione. Alto almeno un metro e novanta, pelle olivastra, grosso di spalle e una faccia piena di cicatrici e bruciature, non ispirava certo fiducia. In più vestiva sempre di nero e spesso portava un cappuccio. Poi i suoi modi di fare erano freddi e distaccati, ostili verso tutti gli studenti, senza nessuna preferenza od odio verso alcuna casa... sembrava quasi odiare gli studenti e basta.
 
“Beh, penso che tutti voi sappiate che questo è l'anno dei G.U.F.O. ...”
 
O porca pu... Daniel se ne ricordò solo in quel momento. Era il loro quinto anno! C'erano gli esami!
 
“E mi aspetto che tutti voi facciate del vostro meglio per uscire da qui almeno con un dannatissimo Accettabile” sentenziò con voce ferma “Ovviamente in quanto miei studenti mi aspetto che andiate anche oltre questo voto. Inoltre vi vorrei ricordare che questi esami influenzeranno il resto della vostra vita, quindi vi consiglio di non trascurare assolutamente la vostra istruzione magica. Anzi, non ve lo consiglio. Ve lo” e la sua voce assunse un connotato quasi minaccioso, pauroso “consiglio caldamente”
 
Daniel rabbrividì per un attimo e notò, suo malgrado di avere la pelle d'oca. Quell'uomo era davvero inquietante. Non c'erano dubbi sul perchè girassero voci che fosse uscito da Azkaban per intercessione del Preside McPower. Insomma, la faccia e alcuni comportamenti non lasciavano ben pensare.
 
“Ora, concentriamoci sugli incantesimi Evanescenti.”
 
Il professor Johnson passò a Kyrt, un suo compagno di dormitorio seduto in prima fila, una cassa con dentro delle lumache e gli intimò di consegnarne una ad ogni componente della classe. Kyrt non se lo fece ripetere due volte.
 
Passarono due ore nel tentativo di far scomparire le proprie lumache. Daniel si mise e fece finta per tutte le due ore di provare l'incantesimo, ormai durante Trasfigurazione non faceva altro. Julio riuscì a far completamente scomparire la sua lumaca dopo un ora e mezza di lezione, cosa che fece guadagnare 10 punti a Tassorosso. Che erano niente rispetto ai 50 punti che i loro compagni di corso, i Corvonero, erano riusciti a guadagnarsi, facendo scomparire le rispettive lumache prima delle due ore. Char e Isa fecero scomparire solo la parte molla della propria lumaca e Daniel iniziò a pensare speranzoso che la sua lumaca fosse più trasparente rispetto a come era all'inizio... ma sapeva di illudersi.
 
Furono mandati alla lezione successiva con un tema di 35 cm da fare riguardo gli usi degli incantesimi Evanescenti.
 
“Quest'anno è un inferno ci ha detto Roger” disse Julio, mentre salivano al piano terra, dove avrebbero passato due ore decisamente più piacevoli in compagnia del professor Drake “Ci caricheranno di compiti... se non avessimo quel diavolo di infermiere mi prenderei qualcosa dai “Tiri Vispi Weasley” e via! Lezioni rimandate!”
 
“Non credo che questo ci aiuterà” disse il saggio Char “Anzi, saltare le lezioni ci renderebbe semplicemente più difficile il lavoro...”
 
E mentre Char e Julio discutevano sui vantaggi e sugli svantaggi del non frequentare le lezioni, Isa gli si avvicinò.
 
“Allora, signor ritardatario, mi sa fornire una valida scusa per cui, pur essendo arrivato qui a Hogwarts alle 5 del mattino, sia riuscito arrivare in ritardo?”
 
“Ehm... sono andato a trovare Hagrid... e sai, ama chiacchierare... mi ha raccontato dello scorso torneo Tremaghi... e ci siamo persi in discussioni, quindi...”
 
“Sei incredibile, Dan!” disse Isa “Tu non sei solo sfortunato, sei proprio stupido stupido...”
 
e lo ripetè un paio di volte, prima di entrare in classe.
 
“stupido stupido stupido”
 
e continuò a dirlo mentre si sedevano al primo banco.
 
“stupido stupido stupido e anche un po' deficiente”
 
“Ehi, signorina” disse il professor Drake che era alla cattedra “la smetta di insultarmi Daniel o mi si sciupa, poi non potrà più seguire la lezione di oggi!”
 
Sinceramente, nessuno tra loro quattro, a parte Char, aveva bisogno di frequentare quella lezione. Daniel e Isabell erano figli di babbani... e Julio ne sapeva anche di più di loro in fatto di cultura babbana.
 
Daniel ci si era iscritto, al terzo anno, quando si scelgono le materie facoltative, perchè voleva qualcosa che non comprendesse l'uso della bacchetta... e con un professore Magonò e una materia come Babbanologia era sicuro che questo non sarebbe accaduto. Però aveva altro motivo: vedeva il professor Drake un po' come un maestro di vita e un anima affine, essendo anche lui un magonò in una scuola di maghi.
 
Isabell ci si era iscritta a ruota insieme a lui, sostenendo che Daniel non sarebbe riuscito a fare nulla senza che lei gli stesse dietro costantemente a ricordagli di studiare. Julio voleva ovviamente saperne di più, mentre Char era mosso da puro interesse intellettuale.
 
Arrivarono altri studenti. Il quinto anno di babbanologia non contava molti studenti: solo una quindicina se vogliamo essere precisi. In effetti quella materia non era tra le più amate nel mondo magico... anzi, Daniel notò che in quel periodo c'era un disinteresse assoluto per la tecnologia babbana, cosa che non capiva visti gli enormi passi avanti che quest'ultima stava facendo.
 
“Come ogni professore vi ricorderà” iniziò Drake, facendo silenzio semplicemente iniziando a parlare “in questa settimana e anche oltre, questo è l'anno dei G.U.F.O., quindi vedete di non sgamare. Assorbite come piccole spugne quello che imparate qui. Fuori da qui potrebbe essere la differenza tra una chiamata al Ministero per un Incantesimo di Memoria e relativa denuncia e una risata del vostro interlocutore babbano”
 
Fece una pausa di alcuni secondi.
 
“Quindi, oggi vedremo un film che vi mostra la vita di un normale babbano che incontra casualmente una babbana famosa e si innamorano. Si intitola Notting Hill ed è ambientato proprio lì, vicino al mercatino di Portobello Road. Buona visione”
 
Non era nuovo per il loro professore mostrare film. Mostravano loro le normali reazioni dei babbani agli oggetti babbani, diceva il professore, senza contare che davano un valido argomento di argomentazione nel caso di una discussione. Gliene faceva vedere piuttosto spesso, passando da film tranquilli come Nottigh Hill, fino ad arrivare a roba più movimentata e fantascientifica come la saga di “Ritorno al Futuro”, “Terminator” o “Arma letale”. Senza dimenticare capolavori come “The Mask”, “Ghostbuster” o “Die Hard”.
 
Per Daniel era come vedere i classici di cui parlavano i suoi genitori e che ricordava vagamente di aver intravisto quando era piccolo. Anche se da bambino adorava di più i cartoni animati. Specialmente quelli con i supereroi.
 
La storia parlava di questo tale, William Thacke, che si innamorava di una Star del Cinema e lei, per un motivo, o per l'altro, finiva per ricambiare. A metà film erano costretti a separarsi a causa delle maldicenze dei giornalisti, per poi dichiararsi l'un l'altro durante una conferenza stampa.
 
Una storia romantica, abbastanza banale, ma ben gestita. Era troppo... strana per essere un film che gli faceva vedere il professor Drake.
 
“E per la prossima volta voglio un tema soddisfacentemente lungo sulle relazioni tra Star e babbani comuni!” disse, mentre la classe si approssimava ad andarsene “E per soddisfacente, ovviamente non intendo due righe, mi sono spiegato, signor Julio?”
 
“Sì, sì...”
 
Uscirono dall'aula, discutendo animatamente del film.
 
“Ragazzi io devo chiedere una cosa al professor Drake, voi andate avanti a pranzo, vi raggiungo tra qualche minuto...”
 
Julio, con un alzata di spalle, gli sorrise e continuò a parlare animatamente con Char e Isa riguardo la verosimiglianza dei sentimenti dei personaggi.
 
“Professore?” iniziò Daniel con voce esitante, mentre quello rimetteva a posto quel proiettore uscito dallo scorso secolo, a cui aveva aggiunto, dio sa solo come, un supporto per leggere le pennette da un terabyte... che funzionavano nonostante fossero Hogwarts.
 
Gliel'aveva spiegato come funzionava, Derrick Drake. Niente di tecnologico, o, perlomeno, di eccessivamente tecnologico poteva funzionare in quella scuola... ma lui, smanettando un po' e con l'aiuto di altri professori, aveva incantato quel proiettore di diapositive in modo che le parti meccaniche fossero sostituite da magia... poi, gli aveva dato qualche complicata spiegazione sull'auto-alimentazione magica e sulla pennetta da un Terabyte che usava come memoria interna lo stesso liquido che si usava nel Pensatoio... ma al momento a Dan non andava proprio di richiamare alla mente tutta quella roba.
 
“Sì?”
 
“Le vorrei parlare” disse “e... vorrei chiederle...”
 
“Non ti preoccupare” disse lui, comprensivo “Hagrid mi ha già detto tutto. Stavo giusto organizzando un circolo.”
 
Sembrò riflettere per qualche secondo.
 
“Ma voglio che sia un segreto! Tieni d'occhio la bacheca di Tassorosso in settimana, e presto ci troverai una nota firmata da Derrick Drake” disse con voce ferma e dura “Aspetta solo un po' e farò di te un vero uomo, Daniel!”
 
Daniel lo guardò negli occhi, speranzoso. Il professore era uno di parola. Sapeva che poteva contare su di lui... ma davvero c'era un modo per loro, quelli senza bacchetta e senza magia, di proteggersi da quelli con la bacchetta? Ma sopratutto... se avesse fatto davvero di lui un vero uomo... sarebbe riuscito ed essere veloce come era veloce il vento? Potente come un vulcano attivo? E misterioso come il lato oscuro della luna?
 
“Aspetterò con ansia”
 
E con una stretta di mano si congedò, diretto verso il tavolo di Tassorosso, in Sala Grande.
 
Si sedette tra Char e Isa, che gli avevano lasciato un posto libero.
 
“Cosa gli dovevi dire?” chiese Isa, con la bocca mezza piena di pasticcio di patate.
 
“Pare organizzi un club e ne volevo sapere di più, ma a quanto pare vuole mantenere il riserbo... mi ha solo detto di guardare la bacheca in settimana”
 
“E goghe fagheti a dapere delglub?”
 
“Me l'ha detto Hagrid, stamattina... quei due sono proprio amici!”
 
Isabell inghiotti il boccone: “Come hai fatto...”
 
“A capire quello che ha detto?” concluse Char, un po' stupito.
 
“Non l'ho capito, per comprendere la lingua di Isa stiamo ancora scavando in camera sua per trovare un eventuale stele di Rosette... senza successo, tra l'altro. La sua stanza è persino più disordinata del....ahi! Isa smettila di pestarmi il piede! Dicevo! L'ho dedotto! Cosa altro poteva chiedermi? “E come fai a saperlo?” mi ha chiesto! E comunque c'è poco da fare, ragazzi” concluse “dopo questo direi che posso tranquillamente, iniziare a girare con un deerstalker, una pipa, affittare un appartamento a 221b di Baker Street ed esclamare: “Elementare, Isabell!””
 
“Guarda che Sherlock Holmes, nei suoi libri, non dice mai Elementare Watson... e il non indossa mai un Deerstalker....” la voce di Julio lo raggiunse e si sedette vicino a Char, prendendosi una larga porzione di pollo “insomma, hai detto un accozzaglia di imprecisioni che venivano tutte dal telefilm... se ti sentisse Derick, penso si riprenderebbe quel Eccezionale che prendi ormai da due anni...”
 
“Bla bla bla bla” disse Daniel, mangiando “Sei solo chiacchiere e distintivo, signor Chapman, solo chiacchiere e distintivo!”
 
Dopo questo, Julio alzò le mani in segno di resa e incominciò a mangiare.
 
La Sala Grande era piena a pranzo. Non come lo sarebbe stata stasera, o come lo era stata ieri sera a cena.... rimpiangeva un po' di essersi perso la canzone del cappello parlante e, nonostante non fosse piacevole, rimpiangeva il solito discorso del preside... poi un po' rimpiangeva il non aver visto lo Smistamento... che gli ricordava inevitabilmente quando era avvenuta il suo... ah, erano passati secoli...
 
Ma in realtà la giornata di ieri era stata così piacevole, finti zombie a parte, che non rimpiangeva affatto il bacchetto di ieri.
 
“Già ci hanno caricato di compiti, eh?” commentò Isa, che una volta tanto parlava senza aver il boccone in bocca “E speriamo in questa nuova prof...”
 
“Eh, Roger ci aveva avvisati” ripeté il saggio Char “Più o meno tutto l'anno sarà così...”
 
“Dio mio...” disse Julio “Non voglio più vivere su questo pianeta...”
 
Passarono un po' di tempo chiacchierando, poi tornarono di nuovo giù, nei sotterranei per darsi una lavata e prendere i libri di Difesa contro le Arti Oscure.
 
Quando incontrarono Roger si resero conto che non era messo meglio di loro: per lui quello era l'anno dei M.A.G.O. Che poteva considerarsi anche peggio.
 
Puntuali, si presentarono davanti all'aula (“Vedi? Tu hai bisogno di una babysitter altrimenti non arriverai mai in orario!” gli ricordò Isabell), aspettando che la professoressa arrivasse.
 
Avevano lezione con i Serpeverde... e proprio per gradire incontravano di nuovo, fuori dall'aula, David Myles e la sua fidanzata, Donna Hill.
 
Donna era stata una delle due ragazze che Isabell aveva picchiato durante il suo primo anno e da allora la Serpeverde era una delle più accanite sostenitrici della voce che Isa fosse un maschio. Anche se la rossa non aveva mai spiegato loro il motivo per cui le aveva picchiate, la prima volta.
 
“Oh, guarda chi si vede! Il gruppo degli sfigati al completo!”esclamò David, guardandoli.
 
“Ehi, Trans, come va?” quasi urlò Donna in direzione di Isabell “Come sta il tuo pene? Riesci a infilarlo regolarmente su per il culetto del tuo amicò Magonò? O dice di avere il mal di testa?”
 
Rise, accompagnata dalla risata di David.
 
Ovviamente, Isa era livida di rabbia, ma aveva imparato a controllarla, perlomeno quando era lei il bersaglio degli insulti. Quindi strinse i pugni fino a conficcarsi le unghie delle dita nei palmi delle mani. Queste ultime grondavano sudore.
 
“Calmati”gli sussurrò a bassa voce Daniel
 
“Beh, potrà anche essere tutto quello che dici, ma rimane comunque più affascinante e femminile di te. E ha il seno più grande. Quelle cose che hai sul petto sembrano prugnette secche” ribatté Daniel, pensando di essere stato persino troppo signore, dopo quello che aveva detto loro quella tizia.
 
“Maledetto, Sporcosangue Magonò...” urlò irato David tirando fuori la bacchetta “Stupeficium!”
 
Un fiotto di luce rossa partì dalla bacchetta del Serpeverde che schizzò verso Daniel.
 
Sinceramente, Daniel non si aspettava una reazione del genere. David solitamente era un tipo tutto chiacchiere e poco fatti e fin dal primo anno non si erano scambiati niente più di insulti... insulti pesanti, ma sempre insulti. Ma invece, adesso, senza alcun preavviso aveva estratto la bacchetta e gli aveva lanciato contro un incantesimo di schiantamento che dio solo sapeva dove l'aveva imparato! Schivò l'incantesimo davvero di un soffio, ruotando il bacino insieme alle gambe. Ma nonostante l'avesse schivat oera sicuro che l'incantesimo avesse preso alla mano sinistra... ma a quanto pare si sbagliava, l'aveva completamente schivato.
 
Si sentì fiero di se stesso.
 
“Stupefic...” David, quasi in preda ad un'ira barbara ne stava per scagliare un altro, ma, nonostante le tre bacchette dei suoi amici rapidamente estratte e a pronte far fuoco, non fu per quello che lo fermò.
 
“Ragazzo, prova a fare un'altra mossa e ti giuro che pregerai in ginocchio per poter rimanere qui a fare da assistente a Gazza”
 
Gazza? Chi diavolo era Gazza?
 
Da dietro di lui videro comparire, come un fantasma, per quanto era stata silenziosa, una ragazza. David aveva la sua bacchetta puntata alla schiena. “Ora, penso che tu sappia che non sono ammesse magie nei corridoi, tanto meno magie di attacco... senza motivi giustificabili. Direi che questo potrebbe valerti una bella espulsione, che dici?”
 
“Espulsione? Non esageriamo... stavamo solo scherzando, vero, Dan?” E lo guardò con uno sguardo che aveva visto in faccia a troppa gente. Praticamente tutte quelle persone che venivano colte dagli insegnanti a fargli qualcosa che non dovevano. Era sin dalle elementari, da quando Jacob gli aveva fatto quello sguardo, quando la maestra lo sorprese a rubargli il suo pupazzo di Capitan America.
 
Era lo sguardo del carnefice che voleva la collaborazione della vittima abbrutita.
 
Beh, peccato che lui non fosse mai stato una vittima abbrutita...
 
“Beh, chiamarmi Sporcosangue Magonò non è stato proprio gentile, eh? E nemmeno lanciarmi quello schiantamento... quindi, direi no, non stavamo scherzando”
 
“Maledetto figlio di put...”
 
“Ahi, ahi ahi! Fermo! Vuoi aggravare la tua situazione? Ok, facciamo un salto dal preside, ora che ne dici? Scommetto che sarà felicissimo di vederti...”
 
“Professoressa, lasci fare a me, lo porto io”
 
A parlare era stato Il Custode di Hogwarts. Era un tipo alto, capelli corti e lineamenti marcati. Aveva una quarantina di anni, portati piuttosto bene per la sua età... ben rasato, e aveva pochi scopi nella vita: uno di quelli era fare bene il suo lavoro.
 
“E per inciso, Gazza è andato in pensione da un bel po', ci sono io al suo posto, professoressa”
 
“Va bene... grazie, riferisci tu, ok? Bene, qui non c'è niente da vedere, tornate dove dovete tornare e voi Tassorosso e Serpeverde, entrate, che abbiamo una lezione da fare. Ah, e signorina Hill..” continuò “Spero di non vederle più pronunciare certe brutte parole, ci siamo intesi?”
 
“S-sì...” balbettò quella, prima di mettersi seduta ad un banco.
 
La nuova professoressa era come dire... forte... non c'era altro aggettivo per descriverla. Capelli rossi lunghi fino alla schiena scompigliati e agitati, una veste da mago che sembrava fatta di... pelle di drago e dallo stesso animale sembrava provenire l'orecchino che aveva appeso all'orecchio destro. Era alta poco più Isabell, indi per cui, qualche centimetro più bassa di Daniel. Daniel valutò che non aveva ancora superato i trenta: era molto giovane per essere un insegnante.
 
“Salve, piacere di conoscervi” disse, salendo sulla sedia della cattedra per osservarli meglio “Io sono Victorie Weasley il vostro nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure”
 
***
 
E anche questo è andato! Ce l'abbiamo fatta! Allora che ne pensate di Daniel? Purtroppo anche lui ha un piccolo lato oscuro... Sono stato forse troppo brusco? Con il sogno di Daniel e con l'insulto di Donna... che effettivamente è davvero pesante. Forse troppo?
 
Ora proviamo a descrivere altri tre personaggi...
 
Char: L'ultimo membro dei gruppo dei protagonisti principali. Per il nome, come dirò più volte, mi sono ispirato ad un famoso personaggio della serie Gundam... ma oltre il nome, i due non hanno nulla in comune. Altri due personaggi sono stati sicuramente parte del suo carattere, uno viene dal videogioco: “Persona 4” mentre l'altro dall'anime “Infinite Stratos”... se riuscite a capire quale dei personaggi è ispirato in particolare vi sarete fatti uno bello spoiler...
 
Roger: Roger all'inizio doveva essere una specie di Neville... ma alla fine è diventato un po' lo studente medio di Hogwarts... ma l'amicizia con Dan e gli altri sicuramente l'ha reso meno medio di molta gente...
 
David Myles: Pensato come il: “Malfoy” della situazione. Il classico Serpeverde che “me la sento calda perchè sono meglio di voi”. In realtà, se vogliamo, ho spezzato Malfoy tra lui e Taylor, il cercatore di Grifondoro, che ha il complesso: “Wait until my father know about this!”.
 
Il titolo di questo capitolo... beh, è la citazione ad un famoso libro... facile da capire, credo!
  
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