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Autore: BloodyCandy    29/06/2012    5 recensioni
*STORIA SOSPESA*
Stavano camminando fianco a fianco nei corridoi della scuola. Sasori si chiedeva spesso cosa spingesse un figo come Deidara ad andare in giro con uno come lui, insomma...le poche persone che lo notavano preferivano stargli alla larga.
-Sasori, sai perché forse nessuno ti caga? Unh?- Chiese il biondo.
Ma che carino...si preoccupa dei miei problemi di socializzazione!
-Perché?- Disse Sasori roteando gli occhi in previsione della risposta dell' amico.
-Perché sei basso e nessuno ti vede!-
Eh, grazie al cazzo...
-Deidara, se stai cercando di essere simpatico, beh, non ci stai riuscendo!-
Sapeva molto bene di essere sia basso che invisibile, non per niente la gente che gli passava davanti gli pestava puntualmente le Converse.
Questa è la mia prima fanfiction! >.< Spero vi piaccia!
Genere: Erotico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Akasuna no Sasori, Deidara, Hidan, Itachi, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Scissione

 

-Sasori, tutto bene?-

Deidara e l'amico erano seduti sul treno, uno di fronte all'altro. Deidara era composto, nemmeno una principessa sarebbe riuscita a sedersi così elegantemente, mentre l'altro stava con l'osso sacro appoggiato dove si dovrebbe appoggiare il sedere, la testa appoggiata dove si dovrebbe appoggiare la schiena e i piedi buttati rozzamente sul sedile di Deidara.

-Sì, mai stato meglio!- Rispose seccato, cercando di assumere una posizione più comoda per permettere all'ormai intorpidita zona lombare di riposarsi.

-Mio Dio! Sasori! Smettila di fare così e appoggia bene il culo sulla sedia!- Sbottò, Spingendogli i piedi giù dal suo posto. E che cazzo! Gli costava tanto sedersi in modo ordinato e composto come qualunque persona civile e con un minimo di rispetto per gli altri?!

-Cazzo! Non riesco, Deidara!- Ok, aveva parlato anche troppo, come ogni fottuta volta in cui era meglio non dire una parola se voleva evitare di essere sommerso da mille domande a cui preferiva non rispondere.

-Ti fa male il cul...- E finalmente capì. -Oooh! Com'è stata la tua prima volta?- Sorrise come un bambino, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e il viso fra le mani, aspettando che l'amico gli raccontasse tutto quello che era successo la notte prima.

-Dolorosa. Stop.-

-Dai, Sasori! Voglio sapere!- Gli prese il braccio e iniziò a scrollarglielo, incitandolo a raccontargli tutto nel dettaglio.

-Che vuoi che ti dica?! Quella cosa si fa sempre nello stesso modo e nel mio caso ha fatto male, punto.- Forse avrebbe dovuto parlargli dei tagli che Hidan gli aveva procurato nel post-coito ma preferiva tenerselo per se, almeno fin quando avrebbe scoperto di che tipo di “rito”, come l'aveva chiamato lui, si trattasse. Una parte del suo cervello gli diceva di lasciarlo, prima che fosse stato troppo tardi, mentre l'altra era attratta dall'albino, voleva scoprire cosa nascondeva, soprattutto il perché della scelta di suo padre di rinnegarlo.

l treno arrivò in stazione mentre il biondo protestava contro la scelta dell'amico di non raccontare nulla, percorsero a piedi il tratto di strada fra la stazione e la scuola e, arrivati davanti all'edificio maledetto, si fermarono per aspettare le loro dolci metà.

Hidan arrivò per primo, mentre discuteva animatamente con Kakuzu che si limitava a rispondere con dei distratti “mh”, segno evidente che non lo stava ascoltando.

-Oh, ciao Sasori, non ti avevo visto!- Esclamò mentre appoggiava le labbra su quelle dell'interlocutore. -E ciao anche a te Deidara.- Sorrise, uno dei suoi bellissimi e angelici sorrisi.

Che fine ha fatto l'Hidan di ieri sera...?

-Siete appena arrivati?- Chiese dopo che Deidara rispose al suo saluto.

-Sì, da pochi minuti e fra poco andiamo in classe.- Il biondino si guardò intorno per controllare se Itachi fosse arrivato. -Oggi alla prima ora abbiamo la professoressa Mitarashi ed è capace di farci fare dieci giri di corsa della scuola se arriviamo in ritardo.- Fece una piccola pausa, per controllare se la prof. era nei paraggi e cercando nuovamente con lo sguardo il suo ragazzo. -E, così, giusto per dire, corro già abbastanza la mattina per scappare dal cane dei vicini e per provare a prendere in orario il treno.- E di nuovo, guardò verso il cancello della prigione.

-Che stai cercando, Deidara?- Hidan avvicinò a lui Sasori che, come sempre, tentò inutilmente di sradicarsi dalla stretta del suo amante: odiava quando faceva il pucci-pucci davanti a tutti!

-Itachi...ieri sera sono andato via subito da casa sua perché aveva paura che Sasuke mi attaccasse la febbre e poi diceva che era troppo tardi e se avessi aspettato ancora la strada sarebbe diventata troppo pericolosa.-

-E tanto non avreste potuto fare niente dal momento che non eravate soli a casa! Ha fatto bene a rispedirti dalla mammina, checca!- Disse l'albino con fare scherzoso.

-Ma questo non giustifica il fatto che oggi non sia ancora arrivato e che non mi abbia avvisato che non sarebbe venuto!- Alzò un po' la voce, tanto che le ragazze che sghignazzavano vicino a lui si zittirono e voltarono per vedere chi fosse il pazzo che urlava.

-Calmati Deidara, magari i suoi genitori sono ancora a lavoro e deve badare a suo fratello, o forse si è ammalato anche lui.- Cercò di tranquillizzarlo Sasori. -Magari entra alla seconda ora.-

-Sì, hai ragione, scusa.- Guardò l'ora dal suo nuovissimo Iphone. -Andiamo? Non ho voglia di correre sotto questo sole.-

I due, dopo aver salutato Hidan e il suo amico, corsero in classe dove, per puro miracolo, la professoressa non era ancora arrivata. Si sedettero ai loro posti, Sasori nel banco in fondo a sinistra vicino alla finestra e Deidara nel posto vicino a quello del rosso.

La professoressa entrò in classe e, senza salutare gli studenti, disse: -Akasuna, interrogato!-

Bene! Perfetto! Non sarebbe potuto essere più felice! Nonostante la sera prima fosse tornato a casa tardi ed era stravolta era riuscito comunque a ripassare storia dell'arte ed era più che preparato, in più il culo gli faceva ancora male: stare in piedi gli avrebbe fatto solo bene.

Prese il libro dalla cartella e andò alla cattedra, davanti alla prof. Che lo guardava sadicamente.

-Allora, parlami di Canova. Voglio sapere tutto sulla sua vita, anche con chi andava a letto!-

-Beh, quello sul libro non c'è scritto.-

-Ecco perché vi dico sempre di informarvi anche su internet! Ora sono costretta a toglierti un voto.- Disse, nascondendo un sorriso da...da stronza! Sì, stronza era l'aggettivo più azzeccato in questo momento!

-Dai, muoviti.-

Sasori si schiarì la voce e iniziò ad esporre quello che aveva studiato.

-Antonio Canova fu il massimo scultore esponente del Neoclassicismo, è anche considerato l'ultimo grande artista della scultura italiana. Nacque il il primo novembre 1757 a Possagno. Svolse il suo apprendistato a Venezia dove scolpì le sue prime opere a carattere classicheggiante rappresentanti...- Oh, sì, quanto gli piaceva sapere le cose! Avrebbe potuto parlarle per ore di Canova! -...nelle sue sculture Canova ricerca la bellezza ideale cioè La Venere italica, quella bellezza che nasce dall'idea dell'artista sulla perfezione che non è possibile ritrovare in natura. Per raggiungere la rappresentrazione della bellezza ideale sono necessarie la conoscenza e l'imitazione della scultura classica, nonchè una grande padronanza della materia scultorea e...- Vedere il sorrisetto della professoressa che mutava in uno sguardo di sfida lo faceva sentire superiore. -Nel 1798 il duca Alberto di Sassonia-Teschen commissiona ad Antonio Canova il Monumento funebre a Maria Cristina d'Austria. In quest'opera rappresenta il sepolcro in forma piramidale, ispirato probabilmente dalla piramide Caio Cestio a Roma che è un'edificio del I secolo a.C.- Finalmente, dopo un quarto d'ora dall'inizio dell'interrogazione la signorina Mitarashi lo fermò.

-Ok, con la biografia ci siamo, ora passiamo alle opere. Descrivimi le “Tre grazie”.-

Non poteva chiedergli “Amore e Psiche”?! No! Quella più inculata voleva sapere! Quella a cui il libro aveva dedicato giusto tre righe! Voleva sfidarlo? E va bene! Non avrebbe perso e non le avrebbe permesso di vincere! Avrebbe allungato il brodo aggiungendo proprie considerazioni e cazzate varie!

-Nella scultura le tre figure femminili sono le tre figlie di Zeus, che in genere accompagnano Venere. Esse simboleggiano lo splendore, la gioia e la prosperità. Queste sono cinte da un velo, rafforzando il senso di unione dettato dall'abbraccio della figura centrale; da notare la presenza di una colonna, una sorta di altare, su cui è posta una ghirlanda, posta per motivi di staticità che...- Parlò, parlò e parlò fin quando l'interlocutrice non ne ebbe abbastanza e lo rispedì al suo posto.

-Bravo, ti do otto e mezzo. Hai studiato ma quando parli fai annoiare abbastanza! Se non fossi stato così noioso magari avrei potuto chiederti qualcos'altro senza aver paura di collassare sulla cattedra e magari saresti anche riuscito ad arrivare ad un nove.-

Strooooonzaaaa...

Deidara sì complimentò con lui per l'ottima performance e gli disse di non dare peso alle parole della professoFessa che era solo gelosa delle sue capacità.

La campanella suonò e indicò l'inizio dell'ora di matematica e come sempre -per fortuna di Deidara che voleva sapere se Itachi fosse arrivato- il professor. Hatake era in ritardo.

Prese il cellulare e sparì dietro alla porta dell'aula per ricomparire pochi minuti dopo con un espressione delusa dipinta in volto.

-Non risponde.-

-Starà dormendo. Quando vedrà che lo hai chiamato ti richiamerà.- Certo però che era davvero un gran maleducato quel ragazzo! Quanto gli sarebbe costato mandargli un messaggio dove esponeva le ragioni dell'assenza?! Fosse stato in Deidara l'avrebbe lasciato! ...Fosse stato in Deidara l'avrebbe lasciato per poter mettersi con se stesso, non per altro.

L'attenzione dei ragazzi si spostò sulla porta da cui fece irruzione il professore che raccontò una balla per giustificare il ritardo e si sedette al suo posto.

-Comunque, bando alle ciance! Oggi devo interrogare per forza, l'anno sta per chiudersi e c'è gente che non ha ancora il sei.- Aprì il registro e, dopo aver imprecato contro la professoressa dell'ora prima perché non aveva fatto l'appello e dopo aver, malvolentieri, annotato gli assenti, fece scorrere velocemente su e giù il dito sui nomi stampati sul foglio per poi fermarsi e dire ad alta voce il nome del malcapitato che il dito gli aveva indicato.

-Haruno Sakura.- Sì grattò il mento continuando a guardare il registro. -Però hai già otto...- Si sentì un sospiro di sollievo, molto probabilmente proveniente dalla ragazza che aveva evitato per un soffio l'interrogazione. -Akasuna, hai cinque e mezzo, che ne dici di farci vedere come si risolvono le disequazioni fratte?- Disse, con un sorriso smagliante spiaccicato su quella faccia da schiaffi che si ritrovava.

Akasuna si alzò, di nuovo, fra le risatine dei compagni divertiti dalla sua sfiga, questa volta controvoglia dato che di matematica sapeva poco o niente, sospirò, e andò alla lavagna.

Questa giornata inizia a starmi sul cazzo...

 

Odiava avere le mani piene di gesso, non gli importava nulla del sette che aveva preso e che gli aveva salvato la media, voleva solo togliersi quella schifezza polverosa dalle mani! Andò in bagno, con il permesso del prof. che nel frattempo dettava i compiti per casa agli altri studenti.

Sì, si sarebbe lavato le mani se non fosse stato per quei...gemiti che gli arrivarono alle orecchie.

-Mmh...nooo, staccatiii~.-

Si udirono degli ansimi.

-N-non staccarti! Continua a succhiare! P-più forte!-

Oddio! Lo...lo stavano facendo in bagno! E la voce era vagamente familiare.

Si affacciò, stando attento a non farsi vedere. Si sentiva una specie di spia in questo momento!

Oddio!

Si fece scappare un sussulto di sorpresa e torno dietro al muro. No! Non ci poteva credere! Uchiha Itachi era appoggiato al muro, con i pantaloni calati abbastanza per far uscire...quella cosa e con una mano stringeva i corti capelli neri di Shisui e lo incitava a succhiarglielo! E quello la faceva!

Oddio...si sentiva male. Doveva dirlo a Deidara!

Si pulì le mani sui pantaloni e corse in classe.

-Deidara! Ho visto una cosa sconvolgente!-

La campanella era appena suonata e il prof. Iniziava a raccattare le sue cose per andare nella prossima classe in cui avrebbe dovuto tenere la lezione.

Il biondo ripose il telefono in tasca, probabilmente aveva riprovato a chiamare quello stronzo! Beh, era ovvio che non gli rispondeva! Era troppo impegnato a farselo succhiare! Dio...gli veniva il voltastomaco solo a pensarci.

-Dev'essere qualcosa di davvero sconvolgente! Non ti ho mai visto scomporti a quel modo!-

Aveva appena assistito al tradimento del suo migliore amico da parte del suo ragazzo! Se socchiudeva gli occhi riusciva addirittura ad intravedere un paio di corna sulla testolina gialla dell'amico.

-I-Itachi...era in bagno e...e se lo faceva succhiare- Quella parola la disse sottovoce, per evitare che mezza scuola lo sentisse. -da quel tipo, quello che l'altro giorno gli ha portato la merenda! Shisui!- Aveva il fiatone e probabilmente aveva anche le pupille dilatate come un fattone.

-Che ti sei fumato, Sasori?-

-Dico davvero Deidara! L'ho visto! E...devi credermi...-

L'amico lo guardò disgustato e sull'orlo di piangere.

-Devo crederti...? DEVO CREDERTI?!-

In classe calò il silenzio e una ventina di teste si girarono a guardare la scena.

-COSA STAI CERCANDO DI FARE?! Prima mi dici che ti sembra uno di quelli che ti tradiscono alla prima occasione e dopo nemmeno dodici ore da quando hai sparato questa immensa cazzata mi vieni a raccontare che l'hai visto in bagno con un altro! Vuoi farci lasciare vero? VERO?! HO RAGIONE?!

-D-Deidara io...- Sì, in fondo aveva ragione. Voleva che si lasciassero e aveva sfruttato quell'occasione per provarci. Era stato un coglione.

-Vai a fanculo, Sasori...ti odio, non voglio più parlarti, e quando finirà la scuola non vorrò più vederti.- Si morse il labbro inferiore e le lacrime iniziarono a rigargli le guance, lacrime nere dovute all'eyeliner che davano un tocco di teatralità alla scena.

Si alzò e andò in bagno, dove molto probabilmente quei due pezzi di merda avevano finito di scopare ed erano andati nelle rispettive classi.

Avevano davvero rotto un'amicizia che durava da ben quattro anni? Era davvero tutto finito, in quel modo? Finito tutto per colpa dell'amore che Sasori provava per il suo migliore amico? Poteva seriamente fare ciò l'amore?

Non ci credeva, non ci voleva credere! Non poteva essere successo per davvero...

Si sentiva morire dentro, sentiva il cuore chiuso in una morsa d'acciaio, in gola aveva il solito nodo che compariva quando aveva voglia di piangere ma non lo faceva, perché lui era forte, anzi...lui voleva far credere di essere forte. Già, perché in verità era solo una merda, una merda che pensa solo a se stessa, che non ha tatto e non gli importa nulla di ferire i sentimenti degli altri! Si faceva schifo da solo, aveva voglia di aprire la finestra e di buttarsi, voleva morire e voleva togliersi di dosso gli occhi dei suoi compagni che lo guardavano ancora increduli dall'accaduto.

Tornò seduto, continuando a mantenere apparentemente la calma.

Mi dispiace, Deidara...

 

Note:

Ok, la fine l'ho scritta di corsa perché domani (no, sono le 00.17, quindi è oggi °-°) parto e non avendo la connessione ad internet non potrò pubblicare D: e non volevo farvi aspettare altri tre mesi. Scusate il ritardo ma ho iniziato, molto furbamente, a scrivere un'altra ff che non ha nulla a che fare con Naruto e non so se pubblicherò mai.

Non ho riletto, quindi immagino faccia schifo :D.

Stavolta risponderò direttamente sotto le vostre recensioni, per questioni di tempo -.-

Faccio schifo.

Ciao, alla prossima :3.


 

   
 
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