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Autore: Forge    29/06/2012    1 recensioni
Beh dunque, questa è una storia che sto scrivendo. Aiutatemi a migliorarla con le recensioni, mi raccomando!
Per Ealy è la vigilia del suo compleanno. Presto conoscerà la sua natura e ciò la spaventa. Fortunatamente ha accanto a sè Max e Altair i suoi migliori amici. Ma il male sta arrivando...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ci vediamo in giardino, al solito posto, all’intervallo! A dopo.- Altair salutò Ealy e si diresse insieme a Max nella sua classe.
Al si affrettò ad entrare nella sua aula e posò stancamente la borsa sul banco. Non le piacevano i suoi compagni. Anzi, in realtà era lei che non piaceva a loro ed era tutta colpa di un individuo: Daisy. L'avversione di Daisy era per Al un'abitudine, con il tempo si era abituata a non curarsene.
-Buongiorno!- la salutò un ragazzo alto, magro e piuttosto pallido.
Gli strati di vestiti che indossava lo facevano sembrare più grosso di quello che era. Ma Annie sapeva bene com’era fatto Will Mason. Dai tempi dell’asilo non solo finivano sempre in classe insieme ma anche i progetti, le attività extra didattiche, gli esercizi sportivi erano abituati a svolgerli come compagni. Erano entrambi pacati e senza molta voglia di farsi degli amici: una coppia perfetta per sopravvivere a quattordici anni di scuola.
-Buongiorno, William. Come mai questa mattina sei così espansivo?-
-Ah, non saprei. Oggi ho aperto gli occhi e ho deciso di socializzare con la mia compagna di banco! Hai portato algebra?- Will tirò fuori i suoi libri e si accorse di non avere il libro di matematica. –Mi chiedo a quale scopo dobbiamo portare questo libro. Tanto è sempre la professoressa che si inventa problemi assurdi al momento!-
-Non so cos’ho portato. Oggi ero lievemente sovrappensiero e ho infilato qualcosa alla rinfusa. Toh, il tuo righello!- aprendo la borsa si era messa ad esaminare i meandri più oscuri.
-Sono mesi che non lo trovavo più!-
-Lieta di averti rischiarato la giornata, allora. Temo che ti servirà, -mentre parlava era arrivata l’insegnante di matematica, vestita con una terribile gonna a fantasia geometrica- oggi penso che faremo qualcosa di complicato.-
Sussurrando, per non farsi sentire, Will le domandò-Come è mai possibile che tu indovini il programma della giornata, solo guardando com’è vestita una persona?-
Al sorrise e rispose-Perché i vestiti rispecchiano sempre l’umore di una persona, Will. Sempre.-
William sorrise e cominciò a prendere appunti.

Nello stesso istante, a un muro di distanza, Max e Altair si guardavano preoccupati.
-Come pensi che andrà a finire questa storia?- chiese Altair angosciata.
-Con ‘questa storia’ intendi forse la nostra amicizia? Non penso che una bazzecola del genere possa dividerci.- non sembrava molto convinto.
-Non è una bazzecola, Max. Sai come è fatta Al. Aspetta di conoscere la sua natura da quando aveva cinque anni. Ogni 31 Dicembre si ferma ad ascoltare la storia, anche se non ne ha più il diritto. E domani sarà l’equinozio d’inverno, compirà finalmente sedici anni. Hai visto com’è strana oggi? Cosa possiamo fare…-
-Distrarla. È l’unica possibilità che abbiamo. Oggi la invito da me, così studiamo assieme. E poi ci troveremo a casa sua alle sette, come ogni anno. Tu hai preparato tutto?-
-Si, oggi devo terminare qualche dettaglio. Sarà un regalo epico!- e un sorriso naturale si allargò sul volto di Altair.

Al suono della campanella Will e Al si alzarono di scatto. -Pensavo di morire soffocato dalle funzioni.- disse Will stiracchiandosi.
-Possiamo ringraziare la gomma se siamo ancora vivi! Andiamo?- Al si stava dirigendo verso il cortile.
-Preferisco fare l’asociale in classe. Stamattina ti ho pure dato il buongiorno, non voglio rischiare di diventare troppo amichevole!- scherzò Will. Solitamente lui rimaneva in classe a leggere o a chiacchierare con qualche professore –E poi, fa troppo freddo.-
-Tutte scuse! Coraggio, oggi insisto perché tu esca a prendere un po’ d’aria.- entrambi poco convinti si ritrovarono ad aspettare Max e Altair alla solita panchina, dove si incontravano sempre i tre amici.
-Sicura che non disturbo?-
-William, non è un circolo privato. Coraggio, se vomiti sulle scarpe di Max ti prometto che è l’ultima volta che provo a farti diventare un essere socievole!- Will era diventato ancora più pallido. Ad Al dispiaceva vederlo sempre solo. Un po’ per la timidezza, un po’ per la famiglia che si ritrovava, nessuno cercava mai la compagnia di William e a lui andava bene così.
-Ciao Al! Hai visto che terribile gonna ha oggi quella di matematica? Ha interrogato?-Max si era avvicinato alla panchina –Oh, -Esclamò quando si accorse dell’intruso-ciao William. Come te la passi?-
-Hey Max, aspettare le persone non è maleducazione, lo sai? Ciao Al! Ciao William! Che bello averti qua, con noi.- Altair sorrise impacciata.
-Si, ecco…Al ha detto che non disturbavo…Però posso sempre andarmene. Penso di aver perso il righello, poverino, non posso proprio lasciarlo solo, sotto un banco o chiuso in qualche astuccio…-
-Mason tu non ti muovi da qua per i prossimo quindici minuti, hai capito?-
Il tono autoritario di Al fece istantaneamente risedere Will sulla panchina congelata, ricacciando dentro i suoi tentavi di filarsela.
-Ottimo.-
I quindici minuti dell’intervallo volarono via in fretta e Will dovette ammettere di essersi proprio divertito. Chiacchieravano tranquillamente, come se si conoscessero da anni e anni. Come se fossero sempre stati un quartetto. Cominciarono pure a tirarsi le palle di neve, mirando anche agli altri compagni.
-Da quando frequenti queste persone, Mason?- una voce irritante interruppe le loro risate.
-Hey Daisy vuoi una palla di neve nelle mutande?- chiese Al.
-Divertente come sempre, Green. Davvero divertente. Mi chiedo ancora come tu faccia a stare con queste perdenti.- disse, rivolgendosi a Max. Secondo Altair e Ealy, Daisy aveva una tremenda cotta per Max, ma lui negava assolutamente tutto ciò. Più che altro si vergognava dei comportamenti della ragazza, dato che una volta l’aveva invitato a casa sua per il tè delle cinque.
-Questi perdenti sono i miei amici, Daisy. Ora, se permetti, dovremmo rientrare.- e la superò.
-Ottimo lavoro, Maximus!- disse Al dandogli il cinque.
-Se lo meritava. Oggi vieni da me a studiare?-
-Studiare? Domani compio sedici anni, non penso saranno così malefici da interrogarmi!-
-C’è la torta per merenda.-
-Ci vediamo fuori da scuola.- e sorridendo tornarono tutti alle loro lezioni.

-Non so come hai fatto a rendermi un essere umano che comunica con i suoi simili.- disse, ridendo, Will alla fine della giornata scolastica.
-Farò molto di più,- Al ci aveva pensato per tutte le restanti ore. Era ora che Will si trovasse degli amici. Era simpatico ed a Altair e Max era piaciuto. –oggi sei ufficialmente invitato alla mia festa di compleanno! Ci vediamo alle diciotto in piazza fontana e poi andiamo a casa mia, in via del Crepuscolo 31. Non accetto un no come risposta! Dormiamo tutti insieme nella torretta, mangiamo a sbafo, ci divertiamo… Ottima occasione per farsi degli amici, non credi?-
Will era diventato rosso come un papavero in primavera. Sicuramente non si aspettava di andare a una festa. Balbettò un sì come risposta e finalmente, per la prima volta nella sua vita, tornò a casa felice e impaziente per la serata.

Mentre salutavano Altair, Al diede la bella notizia di Will. I due amici risultarono d’accordo e non vedevano l’ora di scoprire come sarebbe andata la serata.
-Allora,-cominciò Max una volta rimasti soli-William Mason. Da dove nasce tutto questo interesse?-
-Ti ricordi quando a otto anni Daisy mi ha riempito le scarpe di colla?-
-Come dimenticare! Piangevi a dirotto. Amavi quelle scarpe.- Max si lasciò cullare da quel ricordo.
-Tu mi prendesti per mano e insieme ad Altair mi comprasti con i soldi della merenda la più grande striscia di liquerizia di tutto il panettiere!- Al sorrise, felice di aver ritrovato un attimo piacevole nella sua memoria. –Will, non ha mai avuto nessuno che comprasse la liquerizia per lui. Che lo sostenesse o lo rendesse felice come noi facciamo tutti i giorni. Non ha mai avuto un amico, anche perché non è mai andato a cercarselo. Non mi sembra giusto abbandonarlo a un destino solitario. E poi, se fa colazione in particolar modo, è decisamente spiritoso!-

  
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