Il mondo è un’enorme
videogioco di simulazione
Tutti almeno
una volta nella vita abbiamo pensato che c’è qualcosa o qualcuno che gioca con
le nostre vite, molti lo chiamano destino, altri karma, altri ancora, quelli
che la pensano come me, videogioco.
Chi sono io?
Haruka Tenou, la migliore “trippomane” del mondo. Esattamente, non sono
quell’eroina che vedete in tv che combatte vestita alla marinara, non sono
nemmeno quella che vedete nelle varie immagini sparse per il web, sono una
persona che ogni tanto si rinchiude nella sua stanza facendosi una serie di
trip mentali che al pari delle droghe sono più potenti.
Cosa voglio
dire? Se veramente volete farvi delle seghe mentali e iniziare a pensare come
me e la persona che sta scrivendo utilizzando il mio nome, fate pure, chissà
forse qualcuno avrà un’illuminazione o semplicemente lascerà perdere questa
storia troppo assurda.
Partiamo
dall’inizio così tutti possono andare sulla stessa lunghezza d’onda.
Aprite le
vostre menti e provate a immaginare mentre leggete questa storia troppo assurda
che può essere concepita anche solo facendo uso di alcool e droghe il sabato
sera, tranquilli nessuno fa uso di droghe o alcool in questo momento,
prendetelo solo come “un esperimento” di una notte di fine Giugno, dove l’unica
cosa che ti rimane da fare la notte quando tutti dormono è pensare a qualcosa
prima di dormire.
Ah prima di
cominciare, vi starete chiedendo perché la storia si chiama “Infection”, bene,
provate a vedere questa storia come un’infezione, come un pensiero che può
contagiare chiunque ha il coraggio di osare qualcosa di completamente diverso.
Anche se
inizialmente doveva essere una storia horror dove la principale protagonista
sarei stata io come al solito.
Come tutto ebbe inizio
Ricordo
ancora, quando nell’estate del duemilasette, passavo le serate sotto il portico
del mio palazzo fumando sigarette che sapevano di vecchio e parlando con il
caro amico d’infanzia; quella fu la serata che cambiò per sempre il mio punto
di vista sul mondo.
Stavamo
dialogando del più e del meno come si fa tra amici, quando mi ero accorta della
solita vicina impicciona che cerca di nascondersi dietro una stupida tenda per
ascoltare meglio.
“Hei guarda,
lassù qualcuno ci osserva!”
Scoppiamo a
ridere, sapevamo bene che era riferito alla vecchia pettegola eppure quelle
semplicissime parole mi avevano colpito come un uragano, lassù qualcuno ci osserva, pensateci, non è tanto strana l’idea di
un grande fratello grande quanto il mondo. Avevo assunto la mia solita
espressione stralunata che alcuni definiscono “il ritratto del pensatore
squilibrato”, mentre aspiravo una grossa quantità di nicotina; fissavo il vuoto
alle spalle del mio amico mentre un pensiero si faceva strada dentro la mia
testa se davvero qualcuno ci osserva, non
è che il mondo è come un videogioco?
“Yiuji
secondo te è possibile che qualcuno ci osservi?”
“Dai Haruka,
la vecchia è andata via, basta sfotterla”
“Non mi
riferisco alla vecchia pettegola, ma a qualcosa di più grande”
“Cioè?”
“Un enorme
grande fratello mondiale”
“Il caldo ti
ha dato alla testa vero?”
“No, sono
seria, prova a pensarci, una serie di scelte che ci conducono a fare le azioni
più comuni che però si ripercuotono anche in un altro mondo”
“Mi stai
confondendo”
“Yiuji una
serie di mondi paralleli comandati da diverse persone come un videogioco”
“Intendi
come the sims e simili?”
“Esattamente”
“Cazzo, sai
che forse non hai poi così torto?”
Lo so, dopotutto sono più grande di
te di diversi anni,
ovviamente tenni per me quel pensiero, era vero che ero più grande di lui di
qualche anno, ma il suo cervello e la sua apertura mentale erano al pari delle
mie. Sapevo dove avrebbe portato quel discorso, ma decisi ugualmente di
affrontarlo, tanto valeva parlarne al momento e togliermi il pensiero, quanto
mi sbagliavo.
“Prova a
pensarla in questo modo, un giocatore si crea il suo personaggio virtuale, lo
veste, gli dà degli hobby e lo introduce nel mondo virtuale facendogli fare
esperienza”
“Portandolo
a fare diverse scelte che lo porteranno a compiere i suoi obiettivi”
Ma quanto è intelligente quando
inizia a darmi corda?
“Esatto,
metti in considerazione che lo stesso giocatore, crea un altro personaggio
uguale al precedente, ma gli fa compiere scelte diverse rispetto al primo, cosa
ottieni?”
“Ehm..ecco…un
finale diverso?”
“Più o meno,
ottieni due mondi, metti un’infinità di giocatori con lo stesso personaggio che
lo controllano sempre in maniera differente dal primo, si creano una serie di
mondi con un finale sempre diverso?”
“Sì”
“Allora?”
“Allora
otteniamo dei mondi paralleli”
“Bravo!”
“Sì ma tutto
questo per arrivare a cosa?”
Ho parlato troppo presto, è un caso
perso, cosa ho fatto di male nella mia vita?
“Tutto
questo per farti capire che tutto il mondo viene controllato, che io e te siamo
controllati, che questa conversazione è controllata”
“Come quando
decidi di far parlare un personaggio secondo il tuo volere?”
“Esatto”
“Quindi
stando a ciò che dici, anche il resto del mondo che noi conosciamo è un
videogioco”
“Esattamente,
l’universo che noi conosciamo fa parte di un gioco, come se qualcuno o qualcosa
ci stesse sperimentando”
“Non vorrai
dirmi che credi negli alieni!”
“Chi ha
parlato di alieni, vero che ho pensato a qualcosa di simile, ma più a un’intelligenza
superiore”
“Ooook
adesso mi sto perdendo e il tuo discorso comincia a mettermi una strana
agitazione”
“Fifone”
“Smanettomane
mentale”
“Mente
ristretta”
“Particella
di sodio”
“Ameba!”
“A-ameche?!”
“Ok basta, è
mezzanotte e tua mamma ti sta chiamando, lasciamo perdere tanto è solo un
discorso campato per aria”
“Su questo
non avevo dubbi, ma poi, tutte tu le hai le seghe mentali d’estate?”
“Devo pur
tenermi impegnata in qualcosa no?”
Sorridente
avevo salutato il mio amico mentre il pensiero di essere costantemente
controllata non abbandonava la mia testa; arrivata a casa e lasciate le chiavi
su quel mobile bianco che tanto odio, mi ero diretta senza fare rumore in bagno
per rinfrescarmi le idee nella speranza che quel pensiero abbandonasse la mia
mente bollita dal caldo infernale.
L’acqua
scorreva rapida sulla mia pelle accaldata quando la stupida suoneria del mio
cellulare aveva completamente mandato in fumo quel momento di relax che mi ero
concessa. Dopo aver atteso che quell’incessante suoneria, troppo alta per i
miei gusti smettesse di suonare, ero uscita gocciolando dal bagno senza perdere
tempo ad asciugarmi, ci penserà il caldo
a farlo, mi ero stesa sul letto mentre il ventilatore mi dava qualche
brivido, avevo impregnato il cuscino tanto che cominciava a darmi fastidio
mentre la maglia e l’intimo si erano appiccicati alla pelle; perfetto, quando mi ci metto sono proprio
un’idiota! Dovevo asciugarmi!
Finalmente
avevo degnato il cellulare di uno sguardo, quella lucetta blu mi dava sui
nervi, sempre a lampeggiare solo perché non consideravo il messaggio ricevuto.
“Haruka stai dormendo?
Oggi non ti sei fatta sentire, speravo di passare un po’ di tempo con te e
invece te ne stai in giro con i tuoi amici fino a tardi… Va bè lascia perdere,
tanto lo so che con te è sempre così l’estate.
Oyasumi <3 “
Michiru Kaioh, la mia pseudo
fidanzata, tutte le notti deve trovare il modo di farmi sentire in colpa, ara
ara, vediamo cosa posso rispondere.
“Gome Michi-chan, ero
troppo presa dal parlare di alcune cose con Yiuji che non mi sono resa conto
dell’ora. Sai che mi piace passare il tempo con te ma i tuoi non ti fanno
restare in giro fino a tardi, che ne dici se per farmi perdonare domani andiamo
in centro per un gelato?
Yasumi <3”
Cosa c’è?
Non mi guardate in quel modo, a quel tempo preferivo uscire con i miei amici
piuttosto che stare con lei, lo so che tutti siete abituati a vederci insieme
in un modo o nell’altro ma questa volta è diverso, non è mica una storia
d’amore tra me e lei dove ci accoppiamo come se non ci fosse un domani!
Pervertiti, anzi PERVERTITE!
Ma torniamo
a noi e alle mie seghe mentali completamente assurde, spero seriamente che non
vi siate perse strada facendo perché sarebbe un bel problema continuare a
seguirmi con questo discorso completamente assurdo eppure così sensato da
tornare prepotente ogni volta che per sbaglio ne parlo.
Dai su, un
altro po’ fatelo per la vostra Haruka che si sta cimentando in una parte da
paranoica colpita da trip mentale estivo… niente eh? Vi porto fuori a cena? Un
gelato? Una lemon focosa dove potete scaricare i vostri ormoni?
Uff, va bè,
leggete che è meglio
“Va bene Haruka, domani
ci vediamo direttamente davanti alla gelateria. Yasumi”
Fredda, fredda e ancora fredda,
perché deve comportarsi così? Dopotutto le ho detto la verità! Bah le donne,
non le capirò mai!
Avevo
lasciato il cellulare sul mio petto con il messaggio di risposta, mentre
lentamente le mie palpebre si erano fatte pesanti, fortunatamente non ho
sognato mondi paralleli e giocatori con personaggi multipli; il cellulare aveva
pensato bene di cominciare a suonare già dalle dieci del mattino, in un moto di
stizza, l’avevo scaraventato contro la parete, per un paio d’ore sono riuscita
a dormire in pace quando a qualcuno era venuto in mente di disturbarmi.
“Ha-ru-ka
svegliati, è l’una”
“Mmm”
“Mmm? Ara,
la mattina non riesci a parlare?”
“MMm!”
“Come?”
“MMM!!!!!!!!!!!!”
“Ora è tutto
chiaro”
Non so in
che modo mi ritrovai completamente per terra con il sedere dolorante, avevo
alzato la testa per vedere chi aveva osato tanto e indovinate un po’ chi era?
Bravi, era Michiru, che con la sua solita aria innocente, si era introdotta in
casa mia svegliandomi di malo modo.
Non le bastava fracassarmi i maroni
con i suoi messaggi del buongiorno, anche a casa doveva venire? Che io sia
dannata per averle dato una copia delle chiavi di casa!
“I tuoi
genitori sono partiti”
“Che?”
“Hai
dimenticato che i tuoi genitori partivano?”
“Quando sono
partiti?”
“Ieri sera
verso le dieci”
“Per quale
motivo io ho fatto la ladra se i miei non c’erano?”
“Perché sei
un’idiota?”
“Mi sembra
logico, su adesso spostati che vado a lavarmi e poi andiamo a prendere un
gelato”
Senza
aspettare una risposta, mi ero fiondata in bagno chiudendomi a chiave, sì avete
capito, mi ero chiusa a chiave perché non avete idea della perversione di
quella ragazza quando si trova da sola con me!
Dopo una
velocissima doccia fredda e aver indossato i vestiti della sera prima, ero
uscita dal bagno che sembravo la quinta essenza del cocco.
“Haruka mi
sembra quasi di parlare con un cocco che cammina”
“Andiamo a
prendere il gelato o no?”
“Non devi
chiamare i tuoi per sapere se sono arrivati?”
“Loro mi hanno
chiamato? No allora io non chiamo loro, sono adulti e vaccinati e io non sono
la figlia apprensiva che li chiama ogni tre per due”
“Come sei
acida stamattina”
“Forse è
colpa di una persona che mi ha svegliata di malo modo!”
“Ok andiamo
a prendere il gelato e poi ognuna per conto suo”
Non mi
guardate così, non è sempre così carina e gentile con me, provate voi a farvi
svegliare in quel modo, non credo proprio che siete docili come agnellini! Ma
tornando a noi, dopo aver passato diverse ore con Michiru, ero andata diretta
sotto casa del mio amico Yiuji, avevo voglia di affrontare di nuovo il discorso
dei mondi paralleli sperando in una sua completa attenzione, ma sbagliavo, era
completamente rincoglionito dal sonno e dal caldo che a malapena ricordava chi
fossi.
Quel
discorso non fu più affrontato per diverso tempo, se non con qualche battuta o
commento ironico di tanto in tanto, fino a quando, nell’inverno del
duemiladieci, riaffrontai il discorso con una pseudo psicologa, perché pseudo?
Perché era più pazza della gente rinchiusa nei manicomi!
Oh
aspettate, questo lo racconto nel prossimo capitolo, meglio che siate fresche e
riposate, sempre ammesso che leggiate il seguito della storia.
Ciao ciao,
io e l’idiota che sta scrivendo questa storia alle due e mezzo del 28 giugno vi
salutiamo.
Ok come
potete vedere sono entrata in modalità idiota xD no seriamente, quello che
leggerete è veramente una mia fissazione, ho solo deciso di usare i nomi dei
personaggi di Sailor Moon per comodità e abitudine xD
Per il
resto, fatemi sapere cosa ne pensate, al di là del discorso dei mondi paralleli
e delle mie seghe mentali sull’argomento :3