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Autore: SamanthaMcQueen    29/06/2012    4 recensioni
La mia prima storia Larry.
Spero vi piaccia. :)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.

I wanna stay up all night, and do it all with you.


 
-Ho fame ho fame ho fameeeeeeeee!- Urlava Gemma saltando da una parte all’altra della cucina aspettando che mamma finisse di cucinare gli hamburger.
-Ma smettila che hai mangiato pizza fino adesso,  e chissà che altro!- La rimproverai io, ma lei mi fulminò con lo sguardo, quasi volesse uccidermi.
-Ah, e così hai già mangiato?- Mia madre la fissò di sottecchi, e lei come suo solito iniziò a frignare.
-Un pezzetto di pizza, solo un pezzetto di pizza!!- Disse cominciando a coccolare mamma, certo che a fare la lecchina era un fenomeno. In quello e a mangiare, sicuramente.
E mia madre, come suo solito ci cascò in pieno –E va bene, tranquilla tesoro.- disse lei con il suo solito modo di fare dolcissimo.
Le guardai un attimo e poi sputai fuori –se continui a mangiare tanto, da qui a poco non passerai più dalla porta.- scoppiai a ridere e scappai via, con mia sorella furiosa che mi inseguiva.
Mi chiusi in camera e le urlai di sparire, che dovevo prepararmi.
Eh sì, dovevo decisamente essere perfetto, quella sera. Scivolai fino al bagno ed accesi la luce. Quello che vidi mi lasciò pietrificato. Ero io quella massa informe che mi si presentava allo specchio? Santo cielo, ero inguardabile! Come avevo fatto a parlargli conciato così? Oddio oddio ODDIO!
Presi il pettine ed iniziai a sistemarmi, anche se ormai era tardi, il danno l’avevo fatto, oramai. Rassegnato tornai in camera, cominciando a tassare camicia per camicia, pantalone per pantalone e così via. Ora non dovevo essere solo perfetto, di più. Insomma, sembravo uno scappato di casa, facevo paura e mi ero fatto vedere da lui in quello stato e… aspetta, cosa mi importava in fondo? Mi dovevo fare bello per Raquel e nessun altro.
‘Non mi piacciono i ragazzi, dannazione!’ continuavo a ripetermi nella testa. Non capivo cosa mi stava accadendo, era fin troppo assurdo e non riuscivo a capacitarmi della cosa. Fino al giorno prima pensavo solo alle ragazze, a come poterle conquistare, a come poter dominare su tutte loro. E dovevo proprio ammettere, modestia a parte, che ci stavo riuscendo alla grande. Certo, non ero mai stato soddisfatto da nessuna di loro pienamente, anzi.. però avevo avuto un numero considerevole di ragazze, non di ragazzi.
-AAAAAAAAAH!- Urlai esasperato. Non ce la facevo più a pensare, il mio cervello non era di certo abituato. Avevo seriamente paura che di lì a poco avrebbe iniziato a far fumo.
-Tutto a posto lì dentro?- Chiese mia madre preoccupata dalla situazione.
-S-sì mamma!- risposi in fretta, ricordandomi che in casa non ero solo, e mi morsi la lingua. Stavo diventando idiota pensando a quel tipo.
Tornai in bagno e mi spogliai di fretta, buttandomi sotto l’acqua della doccia che lentamente stava lavando via anche ogni mia preoccupazione. Niente era meglio di una bella doccia rinfrescante, niente.
Ci rimasi per una bella mezz’ora, sentire il sapone profumato sulla pelle mi calmava, l’acqua che scorreva sul mio corpo e batteva sulle pareti… ah, che sensazione.
Quando vi uscii ero dieci volte più determinato di prima. Realizzai che in fondo non era importante da chi ero attratto. Dovevo dimenticare Louis e il suo bel faccino, e puntare solo a Raquel, lei era il mio obbiettivo.
Mi avvolsi un asciugamano alla vita e sgambettai tranquillo fino all’armadio, scegliendo una camicia bianca forse un po’ troppo elegante, un paio di jeans appena strappati e un papillon che ricordava il jeans, per la stoffa.
Indossandoli sbottonai appena la camicia, lasciando intravedere il petto e lasciando il papillon appena largo, e i pantaloni decisamente abbassati.
Tornai al mio fantastico bagno personale, ed iniziai una lunga lotta tra pettine e phon per mettemi in ordine i capielli. Non stavano mai come volevo, ci mettevo una vita a sistemarli, ma alla fine ne valeva la pena. Era la cosa che amavo di più del mio corpo, forse l’unica. Mi avevano sempre invidiato tutti i miei ricci morbidi e perfetti, e poi con i miei lineamenti calzavano a pennello, come si suol dire.
Mi diedi un’ultima specchiata veloce, ero a dir poco fantastico. Altro che Raquel, sta sera mi sarei divertito parecchio. L’importante era non incontrarlo.
Sbuffai, notando che si era impossessato nuovamente dei miei pensieri, e scossi la testa, prendendo il giacchetto e scendendo di corsa le scale.
-Non mangi?- chiese mia madre un po’ preoccupata-
-Tranquilla mamma, mangio da Zayn. Ci divertiremo- le feci un sorriso in coraggiante, a cui lei rispose ora un po’ più tranquilla.
-Cerca di non tornare tardi, domani c’è scuola!-
-Tranquilla, sarò a casa presto, e poi tra i due quello a cui dovresti dirlo non sono io..- mi volatai guardando mia sorella che era già al computer che chattava.. probabilmente con Lottie.
Mi infilai le mie solite converse chiare ed uscii di fretta di casa, prendendo le chiavi della macchina.
In realtà non sapevo nemmeno che farmene delle chiavi, abitavo attaccato a Zayn, quindi potevo pure andarci a piedi. Eppure, non potevo evitare di fare le mie solite entrate da macho, se così possiamo dire. Le stendeva tutte, sempre.
Scoppiai a ridere in mezzo alla strada come un cretino da solo, e salii in macchina, dirigendomi al vialetto accanto al mio.
Avevo la chiave magnetica del suo garage, quindi la macchina la parcheggiai lì dentro al sicuro. Con quello che mi era costata, era il minimo che la tenessi con un certo riguardo. Intanto, la mia bella figura l’avevo fatta, perché ad attendermi c’era Raquel, con il suo gruppetto di oche acide che si portava sempre dietro ovunque andasse. Le sorrisi con fare più sensuale possibile, e lei arrossì appena, per poi prendermi a braccetto guardandomi con la stessa intensità. Se c’era qualcosa che non aveva quella ragazza, era la vergogna.
Le misi un braccio sulle spalle ed entrammo a casa di Zayn, che stava su un enorme tavolino di vetro che ballava come un demente in mutande. Lo guardai e scoppiai a ridere come un idiota. Che razza di migliore amico mi ero trovato? Gli andai incontro e lo tirai giù, notando che qualche ragazzina lo stava privando dell’unico indumento che aveva ancora a disposizione, il che solo quello dava ben poco all’immaginazione.
-Hey hey hey. Sono le 11, non ti pare di aver già bevuto un po’ troppo?- Lo guardai storto, ma lui non faceva che sorridermi.
-Eddai Hazza, bisogna divertirsi! Domani è il grande giorno, quando lo faremo più un festino così?- Sorrisi e lo presi a braccetto, dimenticandomi totalmente di Racquel.
Con non poca fatica, visto che tirava a destra e sinistra come un pazzo, riuscii a recuperare in qualche modo la sua maglietta e lo portai fuori in giardino, attento a mettermi in un angolo. Non volevo che mia madre o qualcuno passando per strada lo vedesse mezzo nudo. Gli infilai la maglietta, e mi sedetti sul muretto accanto a lui.
-Sono venuto qui per divertirmi, e per rimorchiare- sottolineai la parola ‘rimorchiare’ con un risolino. –Ti pare che devo stare qui a badare a te due minuti dopo che sono arrivato?- Lui mi guardò storto, e poi si abbassò a posare la testa sulla mia spalla. Che potevo farci, era fatto così, lui. Non sapeva regolarsi, darsi un limite, e queste erano le conseguenze.
-Vai pure a divertirti, io sto qua a calmarmi un altro po’ e poi torno dentro.- mi disse lui come per tranquillizzarmi.
-Tranquillo, tanto non è che mi vada di stare con Raquel- bofonchiai annoiato.
-Come come? Sono mesi che ti viene dietro, e mesi che tu continui a fare tira e molla. Sta sera si aspetta qualcosa in più da te, lo sai. E poi lei ti piace,  me l’hai detto tu.- parlava un po’ troppo in fretta per i miei gusti, iniziava a darmi sui nervi. E che diavolo.
-Lo so, ma.. non lo so.- ero confuso, quella non era di certo una risposta, ma non sapevo che dire.
-Ahi, caro mio!- scoppiò a ridere come un pazzo, al che spalancai gli occhi e lo guardai male.
-L’alcool ti fa veramente male, amico mio!- dissi cominciando a ridere assieme a lui.
-Sì scusami, è che.. non pensavo che Harry Styles potesse prendersi una cotta per qualcuno.- disse tranquillamente con un sorriso sulle labbra. Una cotta? Ma che diavolo stava dicendo? Gli avevo appena detto che non avevo voglia di stare con lei e mi veniva a dire certe cose.. doveva essersi pure fumato qualcosa di pesante, il ragazzo.
-Prima che mi innamori di Raquel credo che gli asini voleranno.- dissi scherzando.
-E chi parlava di Raquel?-
Mi voltai a guardarlo storto, cominciando a non capire seriamente il suo discorso. Non aveva senso, non che i suoi discorsi solitamente ne avessero, ma questo proprio non lo riuscivo a capire.
-Scusami?- chiesi totalmente confuso.
-Non prendermi in giro Harry, ti conosco meglio di chiunque al mondo, ricordatelo. Il tuo sguardo è diverso, e poi quando sei entrato in casa continuavi a guardarti intorno.. non è che stessi aspettando qualcun altro?- mi chiese con quella vocina che odiavo, la usava quando mi aveva beccato a far qualcosa. Sbuffai e mi alzai di fretta.
-Mi dica grande genio della lampada, come hai fatto ad accorgerti che stavo guardando in giro se eri ubriaco?- era come uns sfida, pareva mi stesse prendendo in giro.
-Semplice!- Scattò in piedi più arzillo che mai. –Ti ho visto guardarti in giro da quando sei entrato, quindi sono salito sul tavolino e mi sono messo a fare l’idiota per attirare la tua attenzione.- disse come se fosse la cosa più naturale del mondo.
-C-cosa?- dissi io, non capendo bene.
-Non è molto difficile prenderti per i fondelli, ragazzo mio.- continuò lui tranquillamente dandomi una pacca sulla spalla. Si voltò, e cominciò a salire i grandini per entrare in casa, a continuare la festa, ma prima si voltò a guardarmi, e in maniera disinvolta mi chiese –sai per caso dove sono finiti i miei pantaloni?- manco avesse perso un paio di chiavi, per dio.
Scoppiai a ridere come un idiota, d’altronde non potevo farne a meno, ero rimasto interdetto a ciò che era appena successo, quello che mi avevo detto poi.. Zayn riusciva a capirmi meglio di quanto io capissi me stesso, probabilmente. E se avesse avuto ragione? Speravo seriamente che si stesse sbagliando.
Gli corsi incontro, e mi fiondai totalmente nella festa, con scarsi risultati. Bevevo e ballavo con il mio solito sorriso scaltro sulle labbra, ma non riuscivo a non pensare a quello che ci eravamo detti, e beh… a lui. Mi sembrava tutto talmente assurdo..
Non riuscii a combinare niente nemmeno con Raquel, che nonostante mi si strusciasse addosso come una mucca in calore, non mi faceva alcun effetto. A me? Non faceva nessun effetto a me? Più pensavo e più non riuscivo a capire. Ma era una festa quella, no? Lo stavo forse dimenticando? Sono Harry Styles, io sono la festa, non posso essere così moscio!
E fu così che smisi di pensare, cominciai a bere e bere, ovviamente avevo sempre i miei limiti sapendo che accanto a casa mia ci fosse mia madre che cercava di spiare dalla finestra (anche se per nostra fortuna la casa di Zayn aveva muri insonorizzati e taaaante tendine alle fineste), e Zayn che ogni tanto controllava che non ci dessi giù troppo pesante.
Fu proprio quando pensavo che non sarei stato più tranquillo, più rilassato, più..me stesso, in un certo senso, che i miei occhi catturarono qualcosa di unico, qualcosa che illuminava la stanza, impossibile non vederlo.
Mi fermai di colpo, e rimasi a bocca aperta. Era tardi, quindi non credevo arrivasse qualcuno, ma ecco lì, davanti a me, che sembrava avermi visto anche lui, perché non mi staccava gli occhi di dosso. Era bellissimo, aveva dei pantaloni piuttosto accesi, e una maglietta a righe larghe attillatissima che dava ben poco all’immaginazione. Ai piedi delle semplici converse, come me. Che dire, era stupendo.. gli stava tutto da dio, anche se immaginavo che tutto quello che tutto quello che indossasse gli stava da dio.
Ad un certo punto mi fece un risolino divertito, non riuscivo a capire a cosa fosse dovuto, sembrava ci provasse gusto a farmi sentire così impotente, al che mi voltai di scatto, non ce la facevo più a mantenere il suo sguardo, che sembrava anch’esso molto interessato sullo squadrarmi da cima a piedi.
Feci un respiro profondo, ero agitato, diamine, tutta la sera per calmarmi e arriva lui in un minuto di orologio e mi fa perdere la testa.
Quello che successe dopo in realtà era tutto un po’ confuso, iniziai a buttare giù tutto quello che trovavo, ero talmente nervoso che non sapevo come calmarmi, e bisognava dire che l’alcool rilassava parecchio. Raquel, vedendomi così ne aveva approfittata, stavamo ballando praticamente incollati, e lei aveva preso a baciarmi il collo sensualmente, anche se a me la cosa più che sensuale ricordava il cane dei vicini quando sbavava mentre dormiva.
-Scusami, posso?- Sentii d’improvviso, ma non riuscii a capire bene chi fosse, o meglio, non volevo capirlo. Sentii la ragazza con le sue ventose staccarsi da me di mala voglia, e di colpo due mani forti mi presero per i fianchi. Non credevo ai miei occhi, l’alcool mi stava facendo brutti scherzi?
-T-tu..- dissi, anche se non sapevo esattamente cosa stessi dicendo, mi girava un po’ la testa.
-Io.- precisò lui sogghignando appena. Cosa c’era sempre di tanto divertente?
Cercai di indietreggiare appena, sentendomi in imbarazzo, avrei scommesso di avere le guance tutte rosse, ma lui non me lo permise, perché strinse ancora di più la presa sulla mia vita, e si avvicinò ancora di più a me, se possibile.
Non facevo molto caso a nessuno attorno a me, anche se avrei scommesso che ci stessero fissando tutti, eravamo due uomini e stavamo avvinghiati a ballare. E vabbè, a questo punto.. a questo punto credo che avrei dovuto seriamente farci l’abitudine.
Fissandolo negli occhi non riuscii a dire nulla, mi persi in quel mare azzurro, e sembrava volessi affogarci dentro, perché rimasi fisso con gli occhi  nei suoi. Ero.. felice, realizzanto, di sentirmi così vicino a lui, ma sentivo che in parte ciò che stavo provando era sbagliato. Era pur sempre un ragazzo, quindi perché provavo certe emozioni? Era veramente possibile che mi fossi innamorato? Era una cosa inverosimile, eppure..
-Beh, allora ci si vede domani a scuola.-
Mi risvegliai dai miei pensieri, guardandolo che si allontanava da me, con grande dispiacere ed usciva a testa alta dalla casa, sempre con quello strano sorriso sul viso. Io rimasi semplicemente lì come un idiota, non riuscivo a capacitarmi di nulla. Mi aveva veramente lasciato lì? Come un idiota? Che stesse forse giocando con me, il ragazzo? Non riuscivo a capire niente.
L’unica cosa che mi era finalmente chiara, era la piena consapevolezza che nel mio cuore ora ci fosse marchiato un nome, un nome che mi sembrava incancellabile, ed era Louis Tomlinson.
 

 
 
 
 
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Ed eccoci qui! Ditemelo che sono un razzo a scrivere u.u eeeeeh! Però scrivendo così male, si può capire. Lol
In ogni caso, questo è solo il secondo capitolo, quindi questo ‘approccio’ che i due hanno avuto, beh.. ancora non è successo niente, e non si capisce bene cosa stia combinando Lou u.u
Spero di poterla continuare presto (sempre che qualcuno la legga D: ) perché devo studiare per i test di recupero, visto che sono tarda e ho un debito ç^ç.
In ogni caso spero di riuscirlo a scrivere piuttosto in fretta e postarvelo domani. Detto ciò, non preoccupatevi per Hazza che sembra un idiota in ogni capitolo che scrivo, ricordate che lui è Harry Styles, non si farà tanto mettere i piedi in testa. E… non voglio anticiparvi niente, sperando che vi sia piaciuto il capitolo, alla prossima! :3
Se volete che recensisca le vostre storie, mandatemele qui:
https://twitter.com/SynysterHoran_
E se vi va visitate pure la mia pagina face book: http://www.facebook.com/pages/Larry-Stylinson-is-the-way/287801831290301
Rigorosamente Larry u.u
°Sam.

  
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