AGLI ESORDI DELL'ESODO
Sagome
scure e silenziose affiorarono da ogni lato, circondando i due
ragazzi.
Ron si lasciò sfuggire un gemito di orrore.
Piton sogghignò: - Bene, bene, ci incontriamo ancora.
Credevo che con
la fine
della mia carriera di insegnante non mi sarei più dovuto
occupare dei
marmocchi. -
Li trafisse con lo sguardo nero e penetrante, - A quanto pare, sono
stato solo
un illuso, -
Risate gelide e acute si levarono dai Mangiamorte, risuonando nelle
orecchie
dei due ragazzi simili agli stridi di un avvoltoio, facendoli
rabbrividire.
- Ad ogni modo, - continuò Piton - vedo che il vizio di
ficcare il naso
negli
affari del Signore Oscuro non vi ha abbandonato. Siete, come sempre,
puntualmente intervenuti a sconvolgere i piani, -
Hermione, che stava disperatamente cercando un anello debole tra le
figure
incappucciate che potesse consentire la fuga a lei e a Ron,
spostò di
scatto lo
sguardo su Piton: di quali piani stava parlando?
- Fallo, - intervenne una voce fredda e acuta tra i Mangiamorte alle
spalle di
Piton.
Questi si voltò, mentre una sagoma alta e sottile si faceva
avanti,
abbassando
il cappuccio del mantello e rivelando il viso scuro e scavato di
Bellatrix
Lestrange.
Sul volto di Piton apparve un lieve sogghigno - Tranquilla, Bellatrix,
anche se
li graziassimo concedendo loro qualche minuto in più di
vita, questa
volta non
la scamperanno… -
- Uccidiamoli subito! - ringhiò Bellatrix - L'Oscuro Signore
é stato
chiaro:
dobbiamo fare in fretta! -
- Cosa volete da noi? - domandò disperata Hermione, cercando
di
guadagnare
tempo.
Bellatrix scoppiò in una risata rauca.
- Che sciocca ragazzina, non mi sorprende che tu sia amica di Harry
Potter. Credi
che queste tue stupide domande ti aiuteranno a salvare la pelle? -
- Noi non c'entriamo niente, di qualsiasi cosa stiate parlando! -
intervenne
Ron, che sembrava talmente soprafatto dal panico da aver perso il senso
della
logica.
Altre risate si levarono tra i Mangiamorte.
- Ma li sentite? - domandò sarcastica Bellatrix - Per colpa
di questi
stupidi
mocciosi fifoni abbiamo perso
I due ragazzi si sentirono montare la collera.
- E naturalmente, - intervenne Piton con dolcezza - é un
mistero noto
solo a
voi il modo in cui siete venuti a sapere del piano. -
Hermione era combattuta tra il panico crescente, la concentrazione per
pensare
a una possibile via di fuga, e l'ansia che le stavano provocando queste
continue allusioni dei Mangiamorte a un piano che, non sapeva bene
perché, era
sicura coinvolgesse Harry.
Con voce tremante mormorò: - Dov'é Harry? -
Seguì un momento di silenzio.
Poi Piton chiese accigliato: - Cosa c'entra adesso quell'idiota? -
- Lui é qui! Cosa gli avete fatto? Di quale piano state
parlando? -
Ron pestò un piede della ragazza, agghiacciato dal terrore.
Piton parve sorpreso: - Potter... qui? -
- Lascia stare, Severus, - intervenne Bellatrix, avanzando e sfoderando
la
bacchetta.
Ron e Hermione fecero un passo indietro.
- Stanno cercando solo di distrarci, ma adesso ci penserò io
a tappare
la
boccaccia di questi due sudici Mezzosangue una volta per tutte! -
- Aspetta! - ringhiò Piton - Anche Potter può
essere un problema! -
- Non abbiamo ricevuto ordini riguardo a lui, dobbiamo uccidere solo
loro! -
ribattè infervorata Bellatrix.
- Potter é qui, Granger? - domandò brusco Piton.
- Non abbiamo tempo, Severus, levati di mezzo! - strillò
Bellatrix.
- Dobbiamo sapere... potrebbe essere importante! - latrò
Piton,
voltandosi
verso di lei.
Fu un attimo.
Un attimo durante il quale Ron e Hermione approfittando della
distrazione dei
Mangiamorte, scattarono insieme estraendo le bacchette e urlando: Stupeficium! Scagliando due fiotti di
luce contro Bellatrix e Piton.
Senza verificare se li avessero colpiti o no, i due si fiondarono nel
varco
lasciato momentaneamente aperto dai due Mangiamorte, iniziando a
correre a
perdifiato tra gli alberi.
Sentivano le urla dei Mangiamorte e il rumore di passi affrettati nella
loro
direzione.
- ABBASSATI! - gridò Ron, mentre un fiotto di luce verde
sfrecciava un
centimetro sopra le loro teste.
Hermione svoltò a destra, immediatamente seguita da Ron,
mentre un
secondo
lampo verde colpiva in pieno un albero lì vicino.
Continuarono a correre, inoltrandosi tra la fittissima vegetazione e
accompagnati solo dal suono delle urla sempre più in
lontananza e dai
loro
ansimi.
- Siamo quasi arrivati. - boccheggiò all'improvviso Hermione.
- Dove? - ansimò Ron.
- Al villaggio... dovrebbe essere da questa parte... lì
chiameremo
aiuto...
continua a correre! -
Ron era troppo stremato dalla fatica della corsa per poter dedicare
molti
pensieri al fatto che Hermione era riuscita, con una schiera di
Mangiamorte
alle spalle e Avada Kedavra che le sfrecciavano sopra la testa, a
mantenere il
senso dell'orientamento.
Per circa un minuto continuarono a inoltrari in silenzio tra i rovi,
tanto
fitti che i loro mantelli continuavano ad impigliarsi, avvertendo
sempre più in
lontananza le voci concitate dei Mangiamorte, e credettero di aver
ormai
seminato il nemico prima che la strada venisse sbarrata loro dalla
figura
sottile di Bellatrix; che si era Materializzata con un sonoro pop
davanti a
loro.
- La corsa é finita, marmocchi. - sentenziò, gli
occhi scuri
scintillanti
d'ira.
Sentirono dei rumori di passi affrettati, poi Piton, seguito da tutti
gli altri
Mangiamorte, emerse dalla boscaglia.
- Credete di potervela cavare anche questa volta? - continuò
Bellatrix
-
Spiacente, ma la vostra insolenza non farà che comportarvi
una morte
ancora più
dolorosa di quanto era previsto, -
Fulmineamente, levò la bacchetta contro Hermione sibilando: Crucio!
Il
grido di
Hermione si
levò, forte e sinistro, dagli alberi della foresta;
attraversando lo
spazio
circostante come il canto di un uccello trasportato da un sospiro di
vento, e
giungendo fino alla casa abbandonata ai margini del bosco; all'interno
della
quale un paio di occhi verdi e un paio di occhi azzurri si sbarrarono
all'unisono.
*****
- Cosa é stato? - gemette Draco con voce acuta, scendendo di
corsa le
scale.
Harry non rispose.
Un altro urlo, più forte del primo, giunse alle loro
orecchie.
- Sta succedendo qualcosa nel bosco. - sussurrò Harry, colto
da un
terribile
presentimento - Sta succedendo qualcosa di grave. -
Malfoy scrutò dalla finestra la foresta cupa e silenziosa,
che, a
prima
vista, pareva addormentata.
- Cosa dici, andiamo a vedere? - mormorò piano Harry,
raggiungendolo.
Nessuna risposta.
- Malfoy? - lo chiamò il moro.
Ma Draco era immobile, gli occhi sbarrati, ed era scosso dai tremiti.
Aveva anche lui un brutto, bruttissimo presentimento.
In fondo Godric's Hollow era un villaggio nel quale non succedeva mai
niente
no? Almeno fino a quando era arrivato lui.
Draco aveva la segreta impressione di sapere perfettamente da cosa
erano
provocate quelle urla...
- Vai... vai tu a vedere, se vuoi, - mormorò a voce bassa e
tremante -
Io
non... io non ci tengo a scoprirlo… -
Le mani gli tremavano, il cuore gli batteva così forte che
per un
momento ebbe
l'impressione che stesse scoppiando e la sua mente lavorava frenetica
per
cercare una spiegazione alternativa alle sue orribili supposizioni.
Sentiva lo sguardo di Harry fisso addosso, ma decise di non
incrociarlo,
voltandosi dall'altra parte.
- Malfoy? -
Harry pronunciò il nome del Serpeverde con una fermezza che
costrinse
il biondo
a girarsi e a incrociare uno sguardo duro e indagatore.
- Tu non c'entri niente, vero? -
*****
Intanto, ben nascosti tra gli intricati rovi che circondavano casa
Potter,
immobili, le orecchie tese a captare qualsiasi altro rumore, erano
appostati
sette Auror guidati da Gawain Robards.
- Cosa sta succedendo? - domandò l'Auror appostato alla
sinistra di
Gawain.
Questi non rispose, mentre un altro urlo, ancora più acuto e
penetrante
riempiva il silenzio.
- C'é qualcuno nella foresta, - sussurrò Robards
- E questo qualcuno
sembra in
pericolo...
Prima che l'Auror avesse il tempo di ribattere, il suo capo
sentenziò:
- Rimani
qui; io e atri due uomini andiamo a vedere cosa succede, non attaccate
finché
non siamo di ritorno, a meno che Malfoy esca dalla casa. -
E, senza un'altra parola, Gawain fece un cenno a due sagome scure
nascoste
dietro agli arbusti a poca distanza, e il terzetto immediatamente
scomparve,
inghiottito dal buio della foresta.
*****
Bellatrix agitò la bacchetta, e le urla della ragazza si
placarono,
lasciandola
accasciata a terra, inerte e ansimante.
- Lasciala stare! - urlò Ron, che era stato disarmato e ora
era
trattenuto da
due grossi Mangiamorte - Non prendertela... piuttosto prendi me! -
Con un movimento quasi pigro, Bellatrix agitò la bacchetta
contro Ron
sibilando
nuovamente: Crucio!
Proprio
come
quelle di
Hermione, le urla di Ron squarciarono il silenzio della notte e
giunsero
all'orecchio di Gawain Robards, che con un solo, imperioso gesto del
braccio
bloccò immediatamente i suoi compagni.
- Ascoltate... - sussurrò.
Le urla strazianti di Ron riecheggiavano forti e chiare fra gli alberi.
- Da questa parte. - disse bruscamente Robards, infilandosi tra i rovi
alla sua
sinistra.
I due Auror lo seguirono, e tutti e tre cominciarono a correre in
direzione di
quelle grida raccapriccianti che si facevano più forti e
vicine a ogni
passo.
- Shhh! - sibilò bruscamente Gawain, facendo cenno a gli
altri due di
chinarsi
tra i cespugli.
Vicina, così vicina che sembrava provenire proprio da dietro
i cespugli
dove
erano nascosti gli Auror, risuonò una risata gelida e acuta.
- Questo é ciò che capita a chi osa sfidare il
Signore Oscuro! -
esclamò la
stessa voce, una voce di donna.
Gawain sbarrò gli occhi.
- E questa é la fine che farà qualunque impostore
e Mezzosangue che non
si
sottometterà al suo volere! - continuò la voce.
- Al mio tre attaccate. - sussurrò Gawain ai due sconvolti
Auror.
- Siete degli sciocchi, poveri illusi... -
- UNO... -
- Il Ministero, L'Ordine della Fenice, Potter... -
- DUE.. -
- Voi due siete solo gli ennesimi che pagheranno la loro insolenza con
la
morte, e nessuno stavolta vi salverà... -
- TRE! -
I tre Auror si fiondarono fuori dai loro nascondigli, urlando in coro: Stupeficium!
I
loro
incantesimi
colpirono alle spalle i due grossi Mangiamorte che ancora trattenevano
Ron, che
caddero a terra dando modo al ragazzo di liberarsi e riacciuffare la
propria
bacchetta.
Piton e Bellatrix si voltarono di scatto.
- Quel Mangiamorte... é LUI! - urlò Gawain -
Severus Piton é qui! -
Bellatrix si era già fatta avanti ed era impegnata in un
duello con un
Auror
bruno e tarchiato, contro il quale scagliò un incantesimo,
una sorta di
lungo
serpente nero che uscì dalla sua bacchetta e avvolse l'uomo
facendolo
immediatamente cadere a terra.
Mentre Ron, Hermione e l'altro Auror affrontavano cinque Mangiamorte
insieme,
Gawain avanzò verso Piton, la bacchetta minacciosamente
sollevata.
Piton si limitò a ghignare: - Voi Auror arrivate sempre
troppo tardi,
per
questo vi perdete sempre tutto e... - Ma si interruppe,
perché Hermione
era
riuscita a lanciargli contro un incantesimo che lo aveva respinto
all'indietro
mandandolo a cozzare contro un albero.
Uno dei Mangiamorte ancora incappucciati le fu subito addosso, la
bacchetta
levata, ma Gawain lo schiantò.
- SCAPPATE! - urlò ai due ragazzi, che non se lo fecero
ripetere due
volte.
Si fiondarono tra gli alberi lasciandosi inghiottire
dall'oscurità
della
foresta e scomparendo alla vista.
Rialzatosi immediatamente, Piton si lanciò all'inseguimento
di Ron e
Hermione,
lo sguardo nero incendiato e la veste da Mangiamorte svolazzante.
Gawain fece per fermarlo, ma Bellatrix lo bloccò
immediatamente
strillando:
Impedimenta! cosicché l'Auror venne respinto
all'indietro e atterrò
tra i
cespugli, lasciandosi sfuggire la bacchetta di mano.
Trionfante, Bellatrix avanzò verso di lui e gli
puntò la bacchetta la
petto,
sfoderando un sorriso sgradevole.
- Era da tanto che aspettavo questo momento. - sussurrò
deliziata - Non
sai da
quanto tempo bramo vendetta contro voi stupidi Auror che mi avete
imprigionata
ad Azkaban per tutti quegli anni! -
Levò la bacchetta urlando: Avada Kedavra!
Il
getto di
luce verde
colpì in pieno petto Gawain, che rimase disteso, gli occhi
sbarrati,
inequivocabilmente morto.
- NO! - urlò l'ultimo Auror rimasto, interrompendo il duello
con i
Mangiamorte.
Bellatrix sfoderò un ghigno ancora più ampio, gli
occhi scuri dilatati
dall'eccitazione.
I Mangiamorte urlarono trionfanti, e nessuno di loro fece caso
all'Auror che
aveva approfittato della loro distrazione per infilarsi fra gli alberi
e
scomparire all'istante.
Bellatrix puntò la bacchetta contro il cielo urlando: Morsmordre!
Il
Marchio
Nero esplose
nel cielo; un lampo verde smeraldo che saettò in aria fino a
ingrandirsi
prendendo la forma di un enorme teschio, che rimase sospeso nel cielo
illuminando il buio della notte come un'enorme, verde costellazione.
*****
Draco e Harry corsero simultaneamente verso la finestra e rimasero
immobili a
contemplare l'enorme serpente che usciva dalla bocca del teschio verde
smeraldo.
Malfoy per poco non svenne.
Sono qui. pensò Il Signore
Oscuro deve essere venuto a
sapere che ho pensato di unirmi all'Ordine della Fenice... o forse solo
per il
fatto che sono qui con Potter... deve avere applicato
No! si disse Non
puo'
aver
applicato
Eppure, qualsiasi fosse la spiegazione, adesso i Mangiamorte erano
lì a
Godric's Hollow, e Draco aveva il presentimento che il motivo, almeno
per
quanto lo riguardava, non doveva essere niente di buono.
Ma i suoi pensieri vennero bruscamente interrotti quando Harry gli
diede uno
spintone così forte da farlo cadere a terra.
Dopo un momento di disappunto, il biondo sollevò il capo
pronto a
ricoprire
Harry di insulti, ma ammutolì all'istante quando
incrociò uno sguardo
verde che
lo fissava con un'ostilità che mai nessuno aveva osato
rivolgergli.
- Lo sapevo, - mormorò Harry con voce bassa e innaturalmente
calma,
come se
stesse per esplodere da un momento all'altro in una collera vulcanica.
- Lo sapevo che non potevo fidarmi di te... cosa hai fatto? Hai
chiamato i tuoi
amichetti Mangiamorte mentre ero svenuto perché venissero a
uccidermi? -
- Guarda... guarda che io non c'entro niente. - sussurrò
Draco,
spaventatissimo
sia a causa dei Mangiamorte sia a causa della collera di Harry che dava
tutta
l'impressione di potersi sfogare da un momento all'altro in una
reazione violenta.
- Non li ho chiamati io, - aggiunse con più forza, ancora
accasciato a
terra -
Non so nemmeno perché sono venuti qui. -
- Certo, e perché mai io dovrei crederti? -
sibilò furiosamente Harry
-Ti
aggiri per il cimitero, ti nascondi nella casa dei miei genitori, non
mi
disarmi mentre sono svenuto, leggi il biglietto all'interno del mio
medaglione
e me lo ridai senza dire una parola, parli per enigmi e poi anche
quella
reazione strana che hai avuto prima... dimmi, sulla base di quale
criterio io
dovrei crederti sulla parola? Sei ancora un Mangiamorte? Non lo sei
più? Sei
semplicemente fuori di testa? Si puo' sapere con chiarezza
chi
cazzo
sei veramente?! - tuonò Harry, chinandosi e
scuotendolo forte per
le
spalle.
Draco
rimase
immobile, gli
occhi sbarrati e il volto di un pallore evanescente alla luce
smeraldina del
Marchio.
- Davvero pensi che io sia ancora un Mangiamorte? - disse con voce
sommessa -
Credi che l'Oscuro Signore mi avrebbe permesso di riunirmi ai suoi
nonostante
non abbia ucciso Silente e lo abbia quasi tradito? Dannazione, Potter,
usa il
cervello! Io mi sto nascondendo, non l'hai capito? Credi che se fossi
un
Mangiamorte non ti avrei disarmato e legato mentre eri svenuto? - Si
alzò in
piedi.
Nonostante fosse parecchio più basso di Harry, quest'ultimo
si sentì
piccolissimo al cospetto di quello sguardo azzurro incendiato dall'ira.
- Credi che me ne starei qui con te se fossi un loro alleato? Non pensi
che
forse sarei nel bosco a sterminare persone insieme a loro? Ascoltami,
loro mi
stanno cercando... sono qui per me... ne sono certo! A te della mia
sorte potrà
anche non importare, ma ricorda che se i Mangiamorte sono qui non
é
solo la mia,
ma anche la tua vita a essere in pericolo. -
Il biondo rimase immobile, fissando Harry negli occhi.
Quest'ultimo meditava sulle parole del biondo: e se i Mangiamorte lo
avessero
catturato e lo avessero portato al cospetto del Signore Oscuro... se
fosse
stato ucciso prima di distruggere tutti gli Horcrux, se
Malfoy aveva ragione: anche per lui i Mangiamorte costituivano un
pericolo.
Bastarono quei pensieri a fargli prendere un'immediata decisione: si
voltò di
scatto, andando a recuperare il suo mantello, e Draco si
rilassò per un
secondo.
Era sempre stato un ottimo attore, e sembrava che Potter ci fosse
cascato in
pieno.
Aveva mentito: tecnicamente era ancora un
Mangiamorte; ma era
convinto che i suoi colleghi quella notte fossero giunti a Godric's
Hollow
proprio per mettere fine alla sua carriera nel lato oscuro... e alla
sua vita.
A quanto pareva, se veramente il Signore Oscuro aveva mandato i
Mangiamorte a
ucciderlo, voleva dire che non si aspettava più che Draco
portasse a
termine la
missione; e quindi lui era libero di fuggire con Potter.
Sì: Draco era fermamente convinto che con Potter sarebbe
stato al
sicuro,
almeno per il momento.
Aveva sentito gli ordini che il suo padrone aveva dato agli altri
Mangiamorte:
nessuno doveva toccare Potter, era del Signore Oscuro e di nessun altro.
Certamente, se Draco fosse riuscito a fuggire quella notte, non sarebbe
stato
attaccato almeno per un po' di tempo; un tempo durante il quale avrebbe
riflettuto sul da farsi.
Stava semplicemente recitando la parte del fuggitivo pentito per avere
lo
"scudo Potter".
Non era certo un gesto nobile e coraggioso, ma in fondo la filosofia
dei
Serpeverde non era sempre stata quella di salvare prima se stessi e poi
gli
altri?
Se Salazar Serpeverde fosse vivo sarebbe fiero di te, Draco.
si
disse.
Con suo enorme disappunto, per la prima volta quella consapevolezza non
lo fece
sentire minimamente meglio.
*****
Nel frattempo, tra gli alberi ai margini della foresta di Queerditch,
gli Auror
fissavano sconvolti il Marchio Nero che risplendeva nel cielo,
completamente
dimentichi del motivo per il quale erano giunti a Godric's Hollow.
- GAWAIN! HANNO UCCISO GAWAIN! -
Si voltarono tutti a guardare il loro compagno che emergeva ansante
dagli
alberi scuri.
- Ci sono i Mangiamorte! C'é anche Severus Piton... hanno
ucciso
Gawain!
Lasciate perdere Malfoy, dobbiamo fermarli! Ingrim, - disse rivolto a
un Auror
alto e pallido - Manda un messaggio al Ministero, abbiamo bisogno di
rinforzi!
Nel bosco c'erano anche due ragazzi... sono in pericolo! -
- Ander, calmati... - intervenne un Auror.
- Non c'é tempo! - ribatté quest'ultimo -
Dobbiamo fermarli, non so
cosa
abbiano in mente, ma dobbiamo impedire che raggiungano il villaggio! -
Tanto bastò.
Gli Auror lasciarono che il loro compagno facesse loro strada nella
foresta
verso il punto dove vi erano i Mangiamorte...
*****
- NON FERMARTI! - Ansimò Hermione.
Lei e Ron sfrecciavano tra gli alberi, senza sapere dove stessero
andando;
consci soltanto del fatto che era necessario allontanarsi il
più
possibile dai
Mangiamorte. I rami degli alberi graffiavano loro il viso come dei
pugnali, ma
i due lasciavano che le ferite sanguinassero senza neanche
accorgersene, troppo
spaventati e troppo presi dalla corsa per potersene rendere conto.
Avada Kedavra! un fiotto di luce verde
passò loro talmente
vicino
che fu solo grazie al fatto che stavano correndo in gran
velocità che
riuscirono a evitarlo.
Hermione urlò; Ron puntò la bacchetta verso un
punto imprecisato fra
gli
alberi, ma una voce mormorò: Expelliarmus!
e la sua bacchetta
volò
via.
- Fine dei giochi. -
Ron e Hermione si voltarono contemporaneamente, trovandosi faccia a
faccia con
Severus Piton.
- Fine dei giochi. - ripeté - Voi due piccoli insolenti ci
avete
infastidito
troppo e troppo a lungo... -
- UCCIDILI! -
Bellatrix stava avanzando verso di loro, seguita dagli altri
Mangiamorte.
Sia lei che Piton puntarono le bacchette contro i ragazzi
più che mai
terrorizzati: erano in trappola.
Ma poi una voce forte e chiara urlò: Stupeficium! e Piton fu
respinto
all'indietro.
Si rialzò barcollando, mentre Bellatrix si voltava a
guardare Lupin,
Tonks,
Kingsley e il signor Weasley che emergevano dall'oscurità
degli alberi,
iniziando a scagliare un incantesimo dietro l'altro contro i furiosi
Mangiamorte.
- Andate via! - urlò Lupin a Ron e Hermione - Dovete
Smaterializzarvi! -
- Professore, non sappiamo dove sia Harry! - gridò Hermione,
disperata
- Siamo
venuti a cercarlo... potrebbe essere in pericolo! -
Bellatrix si distrasse per un istante dal duello con Tonks per
ascoltare le
parole di Hermione, e dando modo alla sua avversaria di scagliarle
contro un
incantesimo che la mancò di un soffio.
- Hermione, qui é troppo pericoloso, non abbiamo tempo di
discutere...
dovete
andarvene immediatamente! -
- NO! - strillò Bellatrix.
Un secondo dopo, Ron aveva afferrò Hermione per un braccio,
e entrambi
si
Smaterializzarono.
- AAAARGH! -
Irata, Bellatrix levò la bacchetta contro Lupin, che
però riuscì a
bloccare la
fattura e si preparò a scagliarne un'altra.
Mentre la battaglia imperversava, cinque Mangiamorte emersero dagli
alberi,
seguiti a ruota dall'intera squadra di Auror.
Piton e Bellatrix conducevano la battaglia, scagliando una Maledizione
dietro
l'altra contro ogni Auror o membro dell'Ordine che capitasse a tiro.
- Stanno arrivando dei rinforzi! - Igrim, rivolto ai suoi compagni -
Voi
restate qui, io e Ander andiamo a catturare Malfoy. -
Piton si bloccò di colpo, e così anche Bellatrix,
e Kingsley ne
approfittò per
agitare la bacchetta dalla quale uscì, con un sonoro boato,
un fiotto
di luce
blu dritto verso Severus; che però si riprese immediatamente
deviando
il getto
contro il gruppo di Auror, riuscendo a scaraventarne due a terra in un
colpo.
Bellatrix, respingendo indietro la fattura di Arthur Weasley, si
fiondò
tra gli
alberi.
I suoi occhi neri poterono indugiare solo un istante sui due Auror
diretti
verso la casa abbandonata, prima che l'oscurità li
sottraesse al suo
sguardo
folle e rabbioso.
*****
La porta della suddetta casa abbandonata ai margini della foresta, si
spalancò
cigolando, e due figure incappucciate emersero dall'interno
dell'abitazione,
entrambe assolutamente ignare della terribile battaglia che
imperversava nella
foresta.
La più alta delle due sagome chiuse di scatto la porta
provocando un
sonoro
schianto.
- Shh... Potter? Ce la fai a fare un po' meno casino? -
sussurrò
nervosamente
la voce da sotto al cappuccio della sagoma più minuta.
- Non sei proprio nella posizione di farmi la predica, Malfoy, non dopo
tutto
il casino che hai e stai generando. - rispose Harry.
Draco si limitò a sbuffare.
Si voltarono entrambi a guardare la foresta che si stendeva davanti a
loro: un
baratro oscuro dentro al quale si distinguevano vagamente solo le
figure degli
alberi, e sopra alla quale ancora risplendeva il Marchio Nero.
- Dove andiamo adesso? - sussurrò Malfoy, con una punta di
panico nella
voce.
- Cosa ti fa pensare che io lo sappia, Malfoy? Credevo che tu avessi
qualche
idea... -
- SPOSTATI! -
Draco diede a Harry uno spintone che lo fece cadere a terra, prima che
un getto
di luce rossa sfrecciasse esattamente nel punto dove un istante prima
c'era la
sua testa.
Malfoy si abbassò per evitare un secondo fiotto di luce che
gli passò
talmente
vicino da far ondeggiare il suo mantello.
Un terzo incantesimo colpì un cespuglio a un metro di
distanza da loro,
e i due
si rimisero immediatamente in piedi, sfoderando le bacchette.
- Corri! - urlò Harry a Draco,
lanciandosi verso la foresta.
Malfoy lo seguì immediatamente, e insieme cominciarono a
correre a
perdifiato
in mezzo agli alberi che si facevano più fitti a ogni passo.
Sentivano delle voci concitate alle loro spalle, ma non si voltarono a
vedere a
chi appartenessero, continuando anzi ad avanzare alla cieca fra gli
alberi,
evitando le radici che costituivano un continuo pericolo di inciampo.
I raggi della luna ormai non riuscivano più ad aprirsi un
varco tra la
vegetazione sempre più fitta, l'oscurità era tale
che era impossibile
stabilire
cosa ci fosse davanti a loro, e nessuno dei due osava far luce con la
bacchetta
per paura di essere visti... non sapevano neanche bene da chi.
- Ah... -
Draco emise un gemito sommesso, inciampando in una radice e rischiando
di
finire a terra; ma Harry lo afferrò, sollevandolo
praticamente di peso,
e la
corsa riprese.
- Laggiù!-
Questa volta i due ragazzi si voltarono a guardare, scostandosi appena
in
tempo, balzando nelle due direzioni opposte, dalla traiettoria di un
altro
incantesimo.
- Non ti fermare! - boccheggiò Harry, rimettendosi in piedi.
Si fiondarono entrambi in un nuovo intrico di rovi, scomparendo alla
vista dei
loro inseguitori.
Draco intuì, più che sentire, i movimenti
dell'aggressore che, lo
sapeva, si
stava avvicinando pericolosamente; e lui stesso non seppe cosa lo
indusse a
frenare improvvisamente la corsa, voltandosi di scatto con la bacchetta
sollevata.
Harry, che non si era accorto di nulla, continuò ad
addentrarsi fra gli
alberi,
scomparendo alla vista di Malfoy nel giro di un secondo, inghiottito
dall'oscurità.
Il biondino avanzò tra gli alberi, avvertendo per intuito la
distanza
tra sé e
il suo aggressore che diminuiva: gli stava andando incontro.
Poi, un'altissima figura nera emerse dalla vegetazione di fronte a lui,
ma
Draco era troppo basso in confronto per essere notato e la foresta
ormai troppo
buia perché l'aggressore riuscisse a distinguere qualcosa:
tutti
dettagli che
giocarono a solo favore di Malfoy, al quale bastò agitare la
bacchetta
pensando: Stupeficium! per vedere il suo nemico
afflosciarsi
inerte
per terra.
Draco si avvicinò mormorando: Lumos!
Alla
fioca
luce scaturita
dalla punta della sua bacchetta, il ragazzo osservò il corpo
privo di
sensi di
un uomo privo di maschera da Mangiamorte e che era, sapeva
riconoscerlo,
sicuramente un Auror.
Merda! pensò Auror e Mangiamorte... o me ne vado subito da
qui o sono
veramente
nei casini.
In quel momento Harry emerse ansante dagli alberi, lo sguardo che
saettava da
Draco all'uomo svenuto.
- Cosa... - iniziò, ma Malfoy lo interruppe:
- Un Mangiamorte. - mentì spudoratamente - E non
é solo... andiamocene
prima
che gli altri ci siano addosso. -
Infatti, entrambi udirono il suono di passi affrettati che si
avvicinava.
- Corri... - sibilò Draco, e Harry non se lo fece ripetere.
Ripresero ad inoltrarsi nella vegetazione, perdendo la cognizione del
tempo e
dello spazio, finché ebbero l'impressione di essersi
allontanati da
tutto il
mondo: niente rumori, luci o voci; solo i loro respiri ansimanti
riempivano il
silenzio.
Immersi in un baratro oscuro che si stendeva infinito davanti a loro, i
due continuarono
a correre nonostante fossero esausti, rallentando ma non fermandosi:
non
osavano farlo.
Entrambi strizzarono gli occhi quando, finalmente, si aprì
un varco tra
l'intrico di rovi, e si ritrovarono in una chiazza di radura illuminata
dai
raggi spettrali della luna che scendevano sul prato come un cono di
luce su un
palcoscenico.
Arrestarono di colpo la loro corsa, esausti, cercando disperatamente di
riprendere fiato.
- Credo che li abbiamo seminati. - sussurrò Harry.
- Shh... ascolta. - sibilò il biondo.
Harry tese le orecchie, ma non captò neanche il
più piccolo suono.
- Non sento niente. - mormorò.
- Infatti, - rispose Draco. Il suo respiro era tornato regolare, ma gli
occhi
sgranati dalla preoccupazione apparivano innaturalmente grandi.
- Niente grilli, niente uccelli... é tutto troppo
tranquillo. - Lanciò
a Harry
uno sguardo vacuo.
Quest'ultimo rimase interdetto per un attimo, scrutando gli alberi
attorno a
sé.
Era vero: tutto era così silenzioso e immobile da apparire
innaturale,
come se
l'intera foresta fosse finta.
Poi un rumore, il suono secco di una radice spezzata fece voltare i due
ragazzi
di scatto, le bacchette sollevate.
Ma il bosco era ritornato ad essere muto, buio e immobile.
- Accellera il passo! - sussurrò nervosamente Harry,
riprendendo a
camminare
spedito.
Draco rimase immobile per un istante, scrutando attentamente gli alberi
come se
si aspettasse di vedere qualcosa balzare fuori da un momento all'altro
dal
posto più inaspettato.
- Malfoy!- lo richiamò agitato Harry,
che desiderava solo
allontanarsi
il prima possibile da quel sinistro silenzio.
Lentamente, Draco si voltò, raggiungendo a passo leggero il
moro, e
riaddentrandosi insieme a lui nella foresta.
Dagli alberi nella direzione opposta a quella dove si erano diretti i
due
ragazzi, emerse, altera e scura, la figura di Bellatrix; la quale aveva
seguito
l'intera scena.
I suoi occhi scuri erano dilatati dalla rabbia, il petto si alzava e si
abbassava rapido.
Rimase immobile, silenziosa e rigida, mentre la natura attorno a lei
sembrò
congelarsi al cospetto della sua ira.
Continua...
NOTE: Ho tagliato una parte di questo capitolo: la scena dove i membri
dell'Ordine combattono contro i Mangiamorte era molto più
lunga, ma
dato che
non mi piaceva ho optato per una sintesi. Il riferimento che fa Draco
agli
ordini dati dal Signore Oscuro ai Mangiamorte ci sono anche nel Principe
Mezzosangue; Piton stesso richiama un Mangiamorte che prova a
uccidere
Harry dicendogli che Voldemort ha proibito a chiunque di toccarlo. Per
quanto
riguarda il titolo del capitolo, Esodo é
un termine che é nato
per
indicare il viaggio lungo e pericoloso di molte persone; ma oggi
troverete che
puo' essere usato anche per indicare il viaggio di poche persone... di
due
persone? Certamente Draco non avrà la vita facile adesso...
Harry che
io
ricordi non l'ha mai avuta... ecco finalmente qualcosa che li accomuna.
Ancora
una volta i Mangiamorte non hanno portato a termine la missione; come
reagirà
Voldemort? Vedremo...
Alla prossima,
Babydoll