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Autore: readonthebed    03/07/2012    6 recensioni
Mi accorsi solo in quel momento che eravamo vicini. Relativamente vicini. Troppo vicini. Avevo il cuore in gola. Mi stava battendo all'impazzata e a complicare la cosa.. I suoi occhi. I suoi dannati e bellissimi occhi. "Niall.." sospirai a voce molto bassa. "Si..?" rispose lui. "Volevo.." "Si.. Continua.."
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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-scusate gli errori di ortografia, ma non avevo voglia di rileggere-

                                                                                                Capitolo 38: Ciao! Sono Niall Horan.
                                                                                                                                                                   Peter
Mi svegliai, con un raggio di sole sugli occhi. La prima cosa a cui pensai fu lo
splendido ragazzo biondo che stava sdraiato accanto a me. Era un angelo.
In tutta la mia vita non avevo mai visto niente di più meraviglioso.
Gli accarezzai una guancia, facendo attenzione a non svegliarlo. Gli stampai
un leggero bacio sulle labbra, poi mi alzai. Mi vestii usando la sua camicia
ed i suoi pantaloni. Mi diressi cautamente in cucina, chiudendo la porta della
camera altrettando piano, sempre per non svegliarlo.
Preparai la colazione come era mia abitudine, poggiai tutto sul tavolo e poi
uscii in giardino. Era una giornata particolarmente bella, o forse ero solo
io che la vedevo in modo differente. Da quando mi ero dichiarato a Niall,
vedevo tutto quanto sotto una luce diversa, anche Eleanor mi sembrava
cambiata. La vedevo innocente come una suora. Bé, si sa, si fa per dire.
Comunque, non tardai a notare che eravamo giunti all'ultima settimana di
Agosto, e nel giro di pochi giorni sarei dovuto tornare a casa. Non volevo.
Era tutto troppo perfetto per essere lasciato. Avevo trovato l'amore,
gli amici e avevo fatto un'esperienza fantastica. Non ero pronto a lasciare
tutto questo. Ma soprattutto non volevo.
"Qualcosa ti turba?" chiese una voce roca, ma profonda allo stesso tempo.
Zio Nathan era appena uscito dalla cucina, con un giornale in mano.
"Sto bene, grazie" sorrisi.
"L'autunno è alle porte" disse, alzando lo sguardo al cielo.
"Purtroppo" sospirai. "Oh! Volevo ringraziarla per lo smoking meraviglioso che
mi ha fatto arrivare ieri" cercai di mostrare più gratitudine possibile.
"Oh, non devi ringraziare. Qualcosa mi diceva che la mia bambina non te lo
avrebbe procurato" aggrottò la fronte.
"Già.." non finii la frase, perché quando mi girai non lo trovai più. Era svanito
nel nulla. Lo cercai con lo sguardo, inutilmente. Sentii delle voci provenire dalla
cucina. Rientrai.




                                                                                                                                                                    Niall
Non trovando Peter accanto a me, mi svegliai in malo modo. Avrei voluto
vederlo prima di staccarmi dal letto. Mi rincuorò il fatto che era assente solo
perché era andato a cucinare, il che mi metteva un certo languorino.
Mi alzai, ma, non trovando i miei vestiti, indossai quelli del mio ragazzo:
lui doveva sicuramente aver messo i miei. Uscii dalla stanza ancora frastornato
per la sera prima: avevo perso la verginità con il ragazzo che amavo.
Cosa si poteva desiderare di più? Sicuramente niente. Scesi le scale con
scarsa attenzione, di conseguenza caddi, fortunatamente, infondo alla
scalinata. Finii con il volto completamente appiccicato a terra. Che male!
Sentii dei passi dietro di me, poi una voce familiare ruppe il silenzio:
"Qualcosa non va, Niall?"
"No" risposi stordito per la caduta.
Curly Hair mi aiutò ad alzarmi, poi mi accompagnò in cucina. Trovai Carter
e Danielle che scherzavano di gusto con Peter. Era bellissimo, il mio cuore
accellerò improvvisamente il battito nel vederlo e quando i nostri sguardi si
incontrarono, mi parve veramente di svenire. Harry mi dette una leggera
gomitata, facendomi intendere di andare da lui. Acconsentii e mi avvicinai
per abbracciarlo. Lui ricambiò l'abbraccio, per poi augurarmi un buon giorno.
"Come siete carini!" gridò Danielle, battendo le mani. Arrossii, sentendomi
in leggero imbarazzo, ma Peter mi fece passare tutto, accarezzandomi una
guancia. Per un millesimo di secondo mi sentii in paradiso, poi il brontolare
del mio stomaco mi fece tornare alla realtà. Davanti al ben di Dio che
aveva preparato Peter era impossibile rimanere indifferenti. Anche Carter
aveva apprezzato la colazione. Pian piano scesero a mangiare anche gli altri,
tranne Eleanor che invece era uscita di mattina presto per fare jogging.
Aveva iniziato questa usanza già una settimana prima del ballo, per essere
in forma il giorno della festa. Passammo la mattinata socializzando:
Carter e Stella erano entrambe molto simpatiche. Non mi sorprese il fatto
che sia Harry che Zayn evessero provato interesse per loro.
Mentre gli altri erano immersi in una conversazione in salotto, presi il mio
ragazzo per mano e lo portai in giardino: iniziai a baciarlo con foga.




                                                                                                                                                                   Peter
"Hmh, Niall e se ci vedono?" dissi, staccandomi un attimo da quel bacio che
ormai durava da diversi minuti.
"Amore, sinceramente, pensi che m'importi qualcosa?" mi fece l'occhiolino.
Il mio cuore perse un battito. Gli sorrisi, immergendomi nei suoi occhi.
"Ti amo" sospirai, portandogli la mia mano dietro la nuca.
"Anch'io, non immagini quanto" rispose, riunendo le sue labbra alle mie.
Avrei voluto rimanere lì, in quella precisa posizione fino alla prossima
estate, senza staccarmi mai. Se ne avessi avuta la possibilità, lo avrei
fatto veramente. Le cose che mi trattenevano da quell'azione erano due:
In primo luogo, la scuola. I miei genitori, come penso molti altri,
prediligevano lo studio. E l'altro motivo, un po' meno grave, era solo il
fatto che mi trovavo clandestinamente a Monte Carlo, mentre in vece
sarei dovuto essere nelle Filippine. Ops, non era così grave.
Comunque, per il momento non mi interessava. Mi stavo baciando con
Niall, che m'importava della scuola e dei clandestini? Niente.
Continuai a baciare il biondo ancora e ancora, fino a quando entrambi
perdemmo il respiro. "Ieri notte.. E' stata la più bella della mia esistenza"
disse, con gli occhi che gli brillavano.
Sorrisi e risposi con sincerità che valeva lo stesso per me. Ed era vero.
Niall mi aveva fatto provare emozioni che non avevo mai provato,
non credevo di poter amare tanto una persona.
Nonostante ciò, il pensiero dell'addio mi martellava la testa, non riuscivo
a non pensarci. Sarebbe stato inevitabile.
Una fitta mi strinse il cuore. Promisi a me stesso che non lo avrei mai
dimenticato, non avrei mai dimenticato quell ragazzo irlandese. 
Lo avrei portato sempre con me, nel mio cuore. Avrebbe vissuto
sempre nella mia memoria. Non lo avrei dimenticato mai.




                                                                                                                                                               Epilogo
Mi sentivo strano, mi sentivo come se non fossi stato me stesso.
Mi sentivo diverso.
Mi trovavo in camera mia, Liam non c'era, era uscito con gli altri,
Niall compreso. Io non ero andato perché, come ho esplicitato
non mi sentivo bene.
Era da più di mezz'ora che ormai fissavo il muro bianco, quando
la mia attenzione si spostò su un esserino alla porta. Un cagnolino.
Era bianco e portava un collare verde, con tanti trifogli disegnati sopra.
"Piccolino, che ci fai tu qui?" dissi, alzandomi dal letto per andare
a prenderlo. Ma non appena mi sollevai, il cane, fece un piccolo
mugolio e scappò. Ero deciso a seguirlo così gli corsi dietro.
Il cane mi portò in giardino. Ero ad un passo dall'acchiapparlo,
quando, senza accorgermene, caddi in piscina. Ero immobilizzato.
Non riuscivo a muovere un muscolo e piano piano sentivo
l'aria venirmi a mancare. Improvvisamente intorno a me si fece
tutto nero, e fui risucchiato in una specie di vortice. Persi i sensi.
Al mio risveglio mi trovavo disteso a terra, di fronte ad un albero.
Mi alzai, deciso a scoprire dov'ero finito, ma rimasi sconcertato
nel vedere Harry appollaiato su un ramo dell'albero. Cioè,
non era proprio Harry.. Era.. Un gatto.. Che gli somigliava in volto.
"Harry..?" chiesi, aggrottando la fronte. Il gatto, che stava
sorridendo (e quindi sono quasi sicuro che fosse una persona,
in quanto i gatti non sorridono) si limitò ad ampliare ulteriormente
il sorriso. "Che ti è successo?" chiesi, questa volta in attesa di una risposta.
"Dipende da cosa intendi" disse quello, senza smettere di sorridere.
"Harry.." ripresi "sei un gatto!". "No, Peter. Io sono io. E tu sei tu".
Trovai la risposta ineccepibile, così decisi di lasciar perdere.
Tanto sembrava non capire cosa intendessi. Stavo sicuramente
sognando, non c'era altra soluzione. "Comunque, non c'è più
tempo. Il processo sta per iniziare!" disse improvvisamente il gatto,
che appena pronunciate quelle parole, si dissolse come una nuvola
di fumo. Riapparve subito dopo qualche metro più in là e mi fece
cenno di seguirlo. Acconsentii. Man mano che andavamo avanti
il bosco si faceva sempre più fitto, il che non mi metteva proprio
di buon umore, ma mi limitai a seguire Harry-gatto.
Arrivammo nel punto più oscuro della foresta (non vedevo ad un
palmo dal naso) e tutto il paesaggio circostante cambiò nuovamente
forma, e mi ritrovai catapultato all'interno di un castello di carte,
il che mi dette la certezza del fatto che stessi sognando.
All'interno vi trovai delle carte umane.
Mi spiego meglio. I personaggi erano tutte carte da gioco, solo
munite di testa, gambe e braccia. Ed erano tutti in agitazione.
Al centro della stanza stava un tavolo con un piatto, allinterno
del quale stavano diverse paste. Dietro al tavolo stavano
il re e la regina di cuori, i quali avevano un'apparenza molto
familiare. Il re era Zayn e Eleanor la regina. Davanti al tavolo
un jack con il volto di Liam. "Ma cosa sta succedendo?" chiesi ad Harry,
cercando di fare meno rumore possibile. La regina ha convocato questo
processo perché qualcuno ha rubato le sue paste. E' furibonda"
Improvvisamente il re (Zayn) si alzò e gridò a gran voce:
"Chiamate il prossimo testimone" e un Louis vestito stranamente
accanto a lui, srotolò una lunga pergamente. Sussultai nel sentire
pronunciare il nome di "Peter!". Sgranai gli occhi ed ero quasi deciso
a scappare, ma il gatto mi spinse e non mi diede via di fuga.
"Dimmi, Peter. Cosa sai tu di questa storia?" domando Zayn, indicando
le paste sul tavolo. "Assolutamente niente" risposi con tono secco.
"Tagliategli la testa!" si alzò gridando la regina, indicandomi.
Le guardie ai lati dei due troni si diressero verso di me, ma delle urla
interruppero l'esecuzione. Era niall, vestito da coniglio. Aveva un panciotto
e un grande orologio da taschino in mano. Giunse al centro della stanza
e rivolto a me, disse "Peter, sei in ritardo, in ritardissimo! Devi andare!"
Dette da lui quelle parole mi strinsero una fitta nel cuore, stavo per
andare da lui, ma inciampai e caddi all'indietro. Il castello di carte iniziò
a crollarmi addosso e tutto iniziò a girarmi intorno. Mi venne un gran
mal di testa e mi accasciai per terra, chiudendo gli occhi.
Li riaprii subito, ma con grande sorpresa avevo cambiato nuovamente
scenario. Ero seduto su una poltrona in pelle, molto comoda. Intorno
a me altra gente seduta che mangiava o conversava. Avevo una
cintura legata alla vita. Ero su un aereo. Mi stropicciai gli occhi,
confuso come non mai. Una mano mi mosse il braccio: mi girai a guardare.
Un ragazzo buondo con gli occhi azzurri mi fece un gran sorriso.
"Scusa" disse "Questo posto è occupato?" chiese, indicando il posto
accanto al mio. Feci cenno di no con la testa e lui si mise a sedere.
"A proposito" riprese "Io sono Niall. Niall Horan" mi tese la mano
per stringere la mia.
  
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