Mi
inginocchierò solo due volte davanti ad una ragazza. La prima
per chiedere matrimonio, la seconda per allacciare le scarpe a mia
figlia.
-Niall Horan
Gli
ultimi 9 anni erano passati troppo in fretta. E quella sera a Niall
venne in mente di quella promessa che aveva fatto a sè stesso.
Solo due volte davanti a una ragazza. Una era andata: la richiesta a
Carlotta era arrivata durante un viaggio, proprio dove si erano
riuniti, dove il loro mondo era tornato a posto.
Carlotta, ormai 22 anni, tutti
dedicati alla ginnastica, scese eccitata dalla macchina, come una
bambina che viene portata alle giostre. Non poteva contenere la sua
felicità, non poteva nascondere quanto amava quel posto. Era
lì che quel ragazzo era entrato nella sua vita per poi non
andarsene mai più. Lì che c'era stato il loro bacio
più bello, profondo, passionale, quel bacio meraviglioso sotto
la pioggia.
«Niall, guarda! Questa è
la nostra palestra!!». Il biondo sorrise nel vedere il volto
della ragazza che amava illuminato da quella luce così
particolare, così radiosa e splendente. Lei era bella,
più bella ogni giorno che passava, perchè quel viso era
unico, particolare, non aveva parole per descriverlo. Niall sapeva
però che quello che doveva fare non sarebbe stato facile, per
niente.
«Carlo, vieni un attimo; ti devo dire una cosa.»
Carlotta si preoccupò un
attimo: cosa poteva essere di tanto importante? Niall vedendo la sua
faccia incerta le prese la mano e la portò in mezzo alla strada
nel punto esatto del loro primo bacio. Era ancora impercettibilmente
presente l'atmosfera di aria piovosa di quel lontano pomeriggio
torbido. Solo loro l'avrebbero potuta sentire. Solo loro avrebbero
potuto capire.
Il ragazzo fece segno a Carlotta di
chiudere gli occhi e lei così fece, preoccupata, eccitata,
spaventata. Cosa ci poteva essere di così importante da lasciar
trapelare la tensione sul volto di Horan? Quel volto così bello
che le aveva cambiato la vita. No, la perfezione di quel ragazzo non
poteva essere vera: i suoi meravigliosi occhi ghiacciati, quel
sorriso che la faceva impazzire. Bello e impossbile; no, impossibile
no, almeno non per lei.
«Apri» le disse piano, quasi sussurrando.
La ragazza aprì gli occhi e si
trovò il biondo davanti a lei, in ginocchio. Ebbe un tuffo al
cuore, mentre realizzava tutto quello che sarebbe potuto accadere.
«Carlotta, è una vita
che ci conosciamo, e sono ormai sei anni che stimao insieme. Certe
volte mi immagino la mia vita senza di te e mi accorgo che sarebbe
vuota, perché sei tu che mi dai la forza per andare avanti e
illumini il mio piccolo mondo. Io ho bisogno di te, sempre. Ecco
perché sono qui a chiederti, nel nostro posto: Carlotta, mi vuoi
sposare?»
La ragazza si commosse al solo
pensiero: era certa che Niall fosse il ragazzo perfetto per lei,
considerando che ci aveva condiviso gioie e dolori per 6 anni e ne era
sempre uscita col sorriso, quel sorriso che in quel momento era misto a
lacrime mute. Dolci, sincere, spontanee lacrime. Lacrime che uscivano
dal cuore.
«Niall, io... Certo che ti
voglio sposare!» disse con la voce rotta prima di
abbracciarlo e di affondare la faccia bagnata dalle lacrime nella sua
spalla.
Erano una cosa sola, si completavano
a vicenda, come due pezzi di puzzle e questa non poteva che essere
altro che un nuovo capitolo della loro storia. Il loro cuore batteva
allo stesso ritmo, andavano avanti insieme, come due bimbi che in
altalena cercano di dondolare allo stesso ritmo.
Niall era sollevato, ce l'aveva fatta
e aeva trovato quella che sarebbe stata la sua compagna per sempre,
l'amore della vita. Sentire i loro corpi che si incastravano per lui
era stato stupendo: lei si fidava di lui e gli aveva dato tutto il suo
cuore, come Niall aveva fatto con lei.
«Ti amo Carlotta»
«Anche io. Tanto,
troppo.» sussurrò fissando il biondo negli occhi, in quei
bellissimi occhi color ghiaccio, prima di sollevarsi sulle punte dei
piedi e baciarlo un'altra volta, la seconda, nel loro posto.
Niall rimase lì, seduto sul letto, a fissare il vuoto e a
pensare al passato. Il passato costruisce il presente. L'indomani
sarebbe partito per un tour in Europa: era eccitato, ma anche triste.
Lasciava di nuovo la sua famiglia, ancora, mentre Carlotta faceva
l'allenatrice della nazionale inglese di ginnastica artistica.
«Papà, le scalpe...»
«Certo tesoro, vieni qua.»
Niall si chinò ancora, davanti a Emma, sua figlia di appena tre
anni, per allacciarle le piccole scarpe bianche e rosa; ecco
perché era triste: non voleva lasciare lei e Carlotta.
«Domani, papà, via?»
«Si, Emma, ma torno presto... Ma oggi faccio ancora in tempo a
farti il solletico!». La bimba rise, lo stesso sorriso della
mamma con gli occhi del papà. Niall sollevò la figlia e
la appoggiò sul letto, prima di iniziare una sfida di solletico
all'ultima risata. Il biondo era felice di quegli istanti, condivisi
con le persone che amava.
Carlotta stava passando nel corridoio, quando sentì le risate e
si fermò silenziosa sulla porta, contenta di vedere le due
persone più importanti della sua vita felici.
«Mamma vieni!»
«Ma certo!»
E corse sul letto, e iniziò anche lei a ridere di cuore sincera, con Niall che le faceva il solletico e Emma che rideva.
Le emozioni che l'amore per la famiglia ti provoca sono uniche e in
quel momento, tra risate e solletico, si sentivano forti, nel cuore di
ciascuna di quelle tre persone.
«Ti amo, Carlo»
«Anche io, Horan»
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Ragazzi, che strano finire una FF!!Questa l'ho scritta tutta in campeggio alla notte... Spero vi piaccia!!
Please recensite e passate dalle mie altre storie perchè ci tengo davvero tanto!!
Un bacione e grazie a tutti!!
Chiara xx