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Autore: FallingInLove    04/07/2012    3 recensioni
Due città, due regioni, tre amiche speciali, un cuore duramente provato, una scelta da prendere.
In tutto questo quel bacio sembrava solo un gioco, una cosa insignificante.. o almeno, così pensava Lally. Perché Dann ce la metterà tutta per farsi spazio, per farle capire quanto quei 400 Km siano una sciocchezza paragonati a ciò che prova per lei: sarà il suo migliore amico, soffrendo in silenzio, perché questo è ciò di cui lei ha bisogno.
Ma quella scelta, quella dannata scelta! Forse sbagliando, forse illudendosi, Lally troverà il coraggio di decidere la meta finale del suo continuo viaggiare (avanti e indietro, avanti e indietro..). Ma scegliendo, dovrà necessariamente rinunciare a qualcosa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Never Too Far Away'
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Capitolo 9. Sapore di mare, sapore di noi


In uno sguardo c’è l’infinito,
le parole non parlano più
..perché adesso al posto del mondo ci sei tu


[Al posto del mondo – Chiara Civello]

Come promesso, Dann mi passò a prendere dopo il pranzo pasquale a casa di mia zia a Camaiore (gli avevo spiegato quella mattina dove fosse) avvertendomi con uno squillo sul cellulare che era lì fuori; dopo aver convinto i miei parenti che “il bel giovanotto che aspetta qui fuori” non era il mio ragazzo, uscii.

-Hey -mi salutò mentre corrugava la fronte -hai una faccia orribile
-Grazie -risposi prendendo il casco che mi porgeva
-Che è successo? -mi chiese con premura
Sbuffai -Mi hanno chiesto di nuovo dell'Università
Dann annuì, senza aggiungere altro -Monta su
-Dove andiamo?
-Ti piacerà -rispose enigmatico -vuoi guidare tu?
Mi portò sulla spiaggia dove, nonostante fosse aprile, i bagnanti più temerari si erano già insediati.
-Non ho il costume -dissi sconsolata, dato che un bel bagno mi andava proprio
-Ti serve una muta, non un costume -rispose lui dirigendosi verso le cabine che circondavano il bar, già in funzione, di quello stabilimento. Salutò il barista, suo amico, poi prese una chiave e si diresse verso la cabina dal numero corrispondente; io gli trotterellavo accanto curiosa -Che vuol dire che mi serve una muta?
-Era di Jessica, la sorella di Andrea, ti dovrebbe andar bene -rispose -Lei ha smesso
-Ma smesso di fare cosa?
Lui si girò a guardarmi con un ghigno -Surf
Rimasi a bocca aperta, mentre apriva la serratura con uno scatto -Tutto bene? -mi chiese d'un tratto dubbioso, visto che rimanevo zitta -Avevi detto che lo adoravi
-Sì infatti! -confermai -solo che.. -alzai le mani in segno di resa- non sono capace
-Sono qui apposta -rispose lui con un sorriso caldo e, per un momento, ma fu solo un momento, sentii le guance che mi si arrossavano; mi girai di lato imbarazzata, chiedendomi perché diavolo avessi avuto quella reazione
-Ecco -fece poi porgendomi la muta -Ho anche un'altra cosa per te -aggiunse poi infilandosi una mano in tasca, alla ricerca di qualcosa
-Cos'è? -domandai mentre prendevo la muta, riscuotendomi dall'imbarazzo di poco prima
In quell'istante, tirò fuori dalla tasca un cioccolatino, dall'involucro giallo a macchie marroni che aveva la forma di..
-Una giraffa! -esclamai in estasi prendendolo fra le mani come fosse un gioiello
-Buona Pasqua -fece lui con un sorriso -Avevo pensato se prenderti un uovo, ma poi non avrei saputo dove infilarlo -si giustificò, come se mi stesse regalando chissà qualche schifezza -così ho chiesto aiuto a mia nonna, spiegandole quanto tu ami le giraffe
La nonna di Dann prima di andare in pensione aveva gestito una pasticceria, me lo aveva raccontato tempo fa.. come io gli avevo detto di adorare le giraffe la notte dei fuochi d'artificio.
-Te ne sei ricordato -mormorai, talmente piano (ero ancora sbalordita) che immaginai non mi avesse sentito; Dann invece annuì -Non avevo mai sentito di nessuno che fra tutti gli animali carini tipo il gatto il cane, il coniglio preferisse la giraffa! -ridacchiò
Mi rigiravo quel regalo tra le mani guardandolo con devozione -è carinissimo -alzai lo sguardo su Dann- tu sei stato carinissimo a pensarci e tua nonna a prepararlo -aggiunsi con gratitudine; subito dopo provai rimorso per non aver pensato a fare la stessa cosa -Scusa, io non ho niente..
-Ma figurati, è un pensiero così non volevo che lo ricambiassi -minimizzò
-Ringrazia tantissimo tua nonna
-Lo farò, promesso; dai, adesso cambiati sennò perdiamo le onde migliori -concluse tenendomi aperta la porta della cabina
Surf, ripensai. Quante volte avevo pensato di iscrivermi da qualche parte per imparare, ma senza mai farlo? Adesso ne avevo la possibilità e ne ero contentissima.
Così entrai di buongrado, chiusi la porta e mi infilai la muta: aveva le maniche corte e i calzoncini che mi arrivavano a metà coscia ma non mi stupii di non sentire freddo, dato che era fatta apposta.
Quando uscii, Dann era lì fuori che mi aspettava pazientemente
-Allora? -domandai facendo una giravolta
Lui sorrise -Sembri una surfista vera
Si andò a cambiare anche lui e quando uscii, mi stupii di vederlo solamente con un costume da bagno a calzoncino
-Ma.. la tua muta? -domandai
-La uso solo d'Inverno -rispose lui -ma sapendo quanto sei freddolosa ho voluto prenderne una per te
Gli sorrisi grata mentre prendeva sottobraccio la sua tavola e non potei fare a meno di notare la sua muscolatura, messa in risalto dalla pelle già lievemente abbronzata..
Arrivati sulla spiaggia, pensavo di andare subito nell'acqua, ma Dann mi spiegò che prima dovevo riuscire a stare in equilibrio sulla tavola ferma, ovvero sulla sabbia
-Cosa? Ma è da spastici! -protestai
Lui rispose con una risata -No, è da surfisti alle prime armi: avanti! -fece poi posando la tavola a terra
Alla fine acconsentii e trionfai nel constatare che mi riuscì subito; peccato che in acqua non fosse altrettanto facile.
Dann tentò di spiegarmi la tecnica del take-off, ovvero il classico modo di “prendere” le onde, spingendo la tavola con le braccia e poi, quando cominciava ad andare da sola, alzarsi su di essa restando in equilibrio. In pratica un'impresa da titani, almeno per me.
Me lo fece vedere varie volte e io rimasi colpita dalla scioltezza dei suoi movimenti e dall'abilità che mostrava, sia nel restare in equilibrio, sia nel tornare poi in poco tempo dove mi trovavo, spingendo la tavola a suon di bracciate.
Io provai varie volte, ma mi ritrovavo sempre cappottata
-E' perché sbagli i tempi -mi disse Dann -ma non preoccuparti è normale: io ci ho messo una settimana per imparare
Era bravo a mettermi a mio agio nonostante non stessi riuscendo a combinare nulla, a volte rassicurandomi e a volte prendendomi in giro tra sonore risate da parte di entrambi.
Notai che con il mare i suoi occhi assumevano un colore ancora più azzurro, se possibile: erano veramente fantastici. Come il suo corpo in movimento che dominava fiero le onde dalla loro cresta.
-Ho trovato il modo -gridai mentre provavo l'ennesimo take-off: rinunciai totalmente ad alzarmi, arrivando a riva ancora aggrappata alla tavola; quando tornai, Dann stava ancora ridendo.
Provò a surfare con me aggrappata sulla schiena tipo koala, ma tempo due secondi ed eravamo già finiti in acqua.
Alla fine, io tornai a riva con la mia tecnica modificata di take-off e Dann mi raggiunse poco dopo a nuoto. Eravamo fradici dalla testa ai piedi e i bagnanti ci guardavano come fossimo alieni, soprattutto Dann che era senza muta, pensando che fosse troppo presto per fare il bagno.
Ci sedemmo sulla sabbia, di fronte alla riva, la tavola incastrata verticalmente nella sabbia e aspettammo di esserci asciugati almeno un po' al sole, contemplando il mare infuriato.
Tornati in cabina, lui mi fece entrare per prima a rivestirmi mentre da fuori mi spiegava quali diversi tipi di tavola esistessero. Si vestì anche lui mentre io mi strofinavo i capelli con un asciugamano, tentando di asciugarli.
-Lally -fece poi quando uscì -tra un po' devo essere al negozio -mi informò
-Anche la domenica di Pasqua?
-Soprattutto la domenica di Pasqua -rispose lui -Hai idea del mare di gente che si riversa in passeggiata in giornate come questa -indicò il sole, ancora splendente nonostante fossero le cinque -e soprattutto dopo la mangiata colossale di mezzogiorno?
-Posso immaginare! Vengo con te: vedrò la crew al completo -constatai soddisfatta
Lui sorrise, contento; così feci conoscenza con gli altri del suo gruppo e anche con la sorella di Andrea, quella della muta.
Dann ci presentò e, per tutta l'ora successiva mentre loro si esibivano, parlai con Jessica, trovandola simpatica e spigliata almeno quanto il fratello.
Quando i ragazzi terminarono, Andrea e Dann vennero verso di noi, grondanti di sudore
-Alt! -li bloccò Jessica -Non potete stare a meno di cento passi da noi se prima non vi fate una doccia.
-Sempre più schizzinosa, sorellina -commentò Andrea sbuffando
-Ha ragione lei -commentai io
Dann però mi guardava con un ghigno malefico stampato in faccia e quando capii (troppo tardi) cosa avesse in mente, lui aveva già iniziato a correre verso di me
-No, Dann! -strillai, certa che mezza Viareggio mi avesse sentita, mentre cercavo di liberarmi dalla sua presa che incollava la mia schiena al suo torace.
-Perché? -fece lui ridendo impedendomi di divincolarmi -Cosa c'è che non va?
-Smettila, sei tutto bagnato!
Quando si ritenne soddisfatto, mi lasciò andare e lui e Andrea andarono dentro al negozio, dove, mi spiegò Jessica, avevano impiantato delle docce apposta.
Più tardi, lei e suo fratello annunciarono di dover tornare a casa per cena, e poco dopo ci salutarono ma non prima che Andrea mi avesse informato che le sue conversazioni con Lisa procedevano a gonfie vele e che la prossima volta che fossi venuta su, avrei dovuto “portargliela”.
-Ti va di cenare da me? -mi chiese poi Dann
Lo guardai -Sei un cuoco?
-No, ma il cinese sotto casa mia sì
Risi e accettai. Sapevo già che Dann viveva da solo in un piccolo appartamento con cucina, bagno e una camera da letto: non molto grande, ma almeno poteva permettersi di pagare l'affitto.
-Visto che abbiamo cibo cinese, perché non mangiamo come fanno loro? -proposi quando entrammo in casa con i sacchetti pieni di viveri.
Lui mi guardò senza capire -Che vuoi dire?
Dieci minuti dopo eravamo seduti l'uno accanto all'altra a gambe incrociate su una grande e imbandita coperta stesa in terra, bacchette alla mano come posate.
-Continuo a dire che questi sono i giapponesi, non i cinesi -fece Dann mentre cercava di prendere una polpetta di riso con le bacchette, senza riuscirci
-Fa lo stesso -risposi scrollando le spalle -è comunque una cosa molto orientale
-Anche cominciare dal dessert? -mi canzonò lui con un sorrisetto
-Volevo mangiare il tuo cioccolatino! -mi giustificai -ed era buonissimo, fai i complimenti a tua nonna -aggiunsi soddisfatta; poi notai che, mentre io avevo quasi divorata tutta la mia porzione di riso, lui ne aveva mangiati sì e no tre bocconi.
Quando mi misi a ridere, lui mi guardò perplesso -Che c'è?
-Hai mai mangiato con le bacchette prima d'ora?
Lanciò uno sguardo al piatto prima di rispondere -In effetti no
-Devi prenderle alla base, non lassù in cima -gli spiegai spostandogli la mano -e non stringere così tanto, altrimenti si spezzano
-Come sono complicati questi cinesi! -fece lui quando la polpetta di riso gli ricadde per l'ennesima volta
-Ti faccio vedere, guarda
Ma neanche questo servì a fargli capire come si mangiava, e io ridevo sempre di più
-Ok, ho un'idea migliore -trovai poi e, con le mie bacchette, presi una delle sue polpette e gliela alzai fino alla bocca -Apri -ordinai
-Mi vuoi imboccare? -fece lui sorridendo
-Non voglio che tu muoia di fame -replicai ostentando noncuranza
Lui aprì la bocca e, come se fosse stato un bambino piccolo, lo imboccai
Dopo il terzo boccone, prese le nuvolette -Ora apri tu -fece prendendone una
-Ma non è valido, con le mani so mangiare anch'io
-Sì, ma tu non le sai inzuppare così -replicò immergendola nella salsa
-Ma è troppa! -protestai -guarda che è piccante!
-Lo so: apri lo stesso!
-No! -ma ridevo e dunque, non riuscendo a tenere la bocca chiusa, fu facile per lui averla vinta.
La salsa era buona, ma quella era troppa e mi fece stringere gli occhi -La pagherai! -giurai mentre lui rideva
Ripresi le bacchette usandole però come arma, e pizzicandolo ovunque mi riuscisse.
Tra un attentato e l'altro, finimmo di mangiare che ancora stavamo ridendo.
Ci stravaccammo sulla coperta, a parlare guardando il soffitto. In quel momento stavo cercando di spiegargli quanto la sua spada da principe fosse simile alle bacchette cinesi (e lui, a ragione, mi dava della pazza).
-Andrea era orribile quella sera anche se Lisa ne è rimasta affascinata -commentò poi Dann -ricordo quanti quintali di trucco bianco gli aveva messo in faccia Jessica
-Si chiama fondotinta -lo informai ridendo -Ma lui non si è opposto?
-Non conosci Jessica: forse non sarà scatenata come Kath, ma quando si mette in testa una cosa, quella deve essere
-Conosco il tipo -poi mi girai a guardarlo e decisi di punzecchiarlo -comunque anche il tuo costume era orribile
-Cosa? -domandò indignato
-Con quelle spallone enormi (FOTO) -risi di gusto al ricordo, rotolando leggermente e cozzando contro la sua spalla
-Ridi quanto ti pare -replicò lui- sta di fatto che mi chiami Principe Focoso -bisbigliò a mo' di confidenza
-E' Kath a farlo!
-Ancora con questa storia? Bugiarda! -mi accusò
-E dai non prendertela! Io sembravo una prostituta e tu un pompatissimo e oleoso body building col costume sbagliato -commentai ridacchiando
Dann però a quel punto si voltò verso di me e, quando parlò, la sua voce suonò seria -Tu non sembravi una prostituta
-Ora chi è il bugiardo? -domandai divertita sollevando un sopracciglio e girando a mia volta il viso verso di lui
-No -insistette sistemandosi su un fianco, restando appoggiato a terra con l'avambraccio -Eri sexy, tremendamente sexy -continuò, e la mia risata si fece di nuovo sentire-Ma non una prostituta
-Invece un po' lo ero -affermai, cercando di alleggerire quella certa tensione che sembrava essersi appena creata -Mi ci sono anche comportata
Per una qualunque azione diplomatica, chiamate chiunque, e dico chiunque, persino Kath, ma non me: volevo alleggerire la situazione, e invece l'avevo appena appesantita di una tonnellata! Lo lessi negli occhi di Dann che scrutavano a fondo i miei; l'aria si era fatta di ghiaccio e l'elettricità dei nostri respiri non andava d'accordo con essa. Non riuscivo a staccare lo sguardo dal suo, mi ero spinta troppo in là con le parole e non sapevo cosa aspettarmi, soprattutto in quella posizione, io sdraiata sulla schiena, lui girato verso di me, i nostri visi a poca distanza l'uno dall'altro.
Quando capii che stava per parlare, trattenni il respiro
-Sei pentita di quello che è successo? -mi chiese, scrutando a fondo i miei occhi
Come chi nuota in mare (un mare di guai) durante un temporale, ero stata colpita, folgorata e incenerita dal fulmine.
Codarda fino in fondo, non avrei mai risposto, né a lui né a me stessa.
Cercai di ingollare saliva ma, visto che non ne avevo, parlai lasciando a lui la palla bollente -E tu?
Restò a guardarmi in silenzio, e io facevo lo stesso. Sentivo che il mio respiro aveva leggermente accelerato e mi chiesi se Dann se ne fosse accorto dato che, sdraiata di schiena, era facile notare come il mio petto andasse su e giù. Ogni mia più insignificante terminazione nervosa tremava, ma non avrei mai distolto lo sguardo: il calore degli occhi di Dann, quel calore che avevo sempre adorato.. be' adesso ne erano pieni, ed era una cosa talmente dolce da essere meravigliosa.
La sua mano arrivò lenta e calda sul mio viso, ad accarezzarmi la guancia con il dorso delle dita; forse avrei dovuto ritrarmi... ma non lo feci.
-No -mormorò, senza staccare un attimo gli occhi dai miei; un brivido caldo corse veloce sulla mia schiena -Per niente- aggiunse a calcare ancora di più quella verità e facendo vibrare tutta la mia spina dorsale un'altra volta; provai di nuovo a deglutire e di nuovo mi trovai a corto di saliva.
Si stava avvicinando; si stava avvicinando continuando a tenere lo sguardo fisso nel mio, per cogliere ogni mia più piccola titubanza.
E io dovevo fermarlo, altrimenti ci saremmo baciati.. di nuovo.
Ricordavo come baciava Dann, eccome se lo ricordavo. Ma adesso avevo appena mollato Jo (che, fra le altre cose, mi aveva chiesto una pausa anziché la rottura, anche se io gli avevo detto di no).. e mi accorsi d'un tratto non solo di non averlo nominato in tutto il giorno, né con la mia famiglia né con Dann, ma di non averci neanche minimamente pensato.
Guardai le sue labbra sempre più vicine, e rimasi sorpresa di scoprire quanta voglia avevo di giocarci, di morderle e di farmi mordere.. ma non sarebbe stato giusto.
-Dann.. -feci ritrovando l'uso della parola
Questo bastò a fermarlo: vidi i suoi occhi abbassarsi un attimo prima di tornare a guardarmi e passò qualche istante prima che parlasse.
-Scusa -mormorò, e fece per ritirarsi su, ma la mia mano andò immediatamente al suo braccio, come per fermarlo; e lui infatti si bloccò, guardandomi dritta negli occhi
Anch'io lo guardavo, ma non riuscivo a parlare: cosa stavo facendo?
Volevo di nuovo assaporare quel bacio, lo volevo tantissimo. Era strano: avevo imparato a considerare Dann come mio amico, a scherzare con lui, a ridere, a confidargli ciò che a nessuno avevo mai detto prima.. E adesso volevo baciarlo, e non solo per attrazione fisica, nonostante i muscoli delle sue braccia, tesi mentre si reggeva sopra di me; avevo voglia di farlo perché non avevo mai sentito una persona tanto vicina quanto sentivo Dann, e questo sembra ironico se si pensa che abitavamo in due regioni diverse. Eppure guardavo quegli occhi, profondi come due abissi, e avevo la certezza che anche per lui non fosse solo attrazione fisica.
Ci eravamo incontrati, avevamo imparato a conoscerci a modo nostro (un modo piuttosto strambo considerando da dove eravamo partiti) e adesso eravamo legati, come lo erano i nostri sguardi. Un legame che non era più soltanto amicizia.
E, mentre lo guardavo, capii che gli dovevo ancora una risposta, quella vera, e la dovevo anche a me stessa -Dann.. -ripetei, e temetti di vacillare, ma non accadde. Io lo volevo quanto lui voleva me -Non mi sono mai pentita di quello che è successo al rione
Un respiro mozzato, due labbra che si avvicinano, chiudere gli occhi mentre sentivo Dann premerle dolcemente sulle mie, una mano appoggiata sul mio volto.
Riconobbi il suo sapore, e capii che mi era mancato; lasciai che la sua lingua disegnasse il contorno delle mie labbra, poi le socchiusi, aspettando che approfondisse quelle carezze che mi stavano dando i brividi.
Baciarlo adesso, sdraiati per terra al centro della cucina, fu anche più bello di quella notte sotto la pioggia, perché adesso lo conoscevo, adesso sapevo chi fosse, e sapevo di non volere altri che lui in quel momento.. le famose “campane”, finalmente suonarono, per dirla nel linguaggio della mia mente malata. Il nostro bacio divenne più intenso, mentre le nostre lingue danzavano sempre più convulsamente, quasi non volessero staccarsi mai. Ma forse, quando ciò accadde, fu anche più bello: strinsi forte la sua schiena quando Dann scese sul mio collo, giocando con la mia pelle.
Sussurrò il mio nome tra un bacio e l'altro e, mentre lasciavo che le mie mani esplorassero a fondo il suo torace, sentii la sua eccitazione chiedere di me, e stavolta ero pronta a dargli ciò che voleva, costi quel che costi. Non stavo pensando alle conseguenze, e non avevo intenzione di farlo; non per il momento, almeno.
Mi diede un altro bacio, di quelli che sanno trasmettere calore e che mi scosse da capo a piedi; poi si alzò e mi tese una mano. Sapevo che prendendola avrei risposto “sì” alla sua tacita domanda, e sapevo anche che era tutto ciò che volevo. L'intensità del suo sguardo quando le nostre dita si intrecciarono fu tale che mi sentii tremare.
Mi condusse in camera, sempre tenendomi per mano, e quando la porta si chiuse alle nostre spalle, sapevamo di avere tutto ciò di cui avevamo bisogno in quella stanza.



°°°°

Fra qualche giorno linkerò QUI un missing moment di questa notte fra Dann e Lally che ;) Per ora accontentatevi di immaginare!
Questo è il capitolo che più ho riletto e corretto di tutta la storia.. spero di non avervi deluse, dopo che avete dovuto aspettare così tanto!
Le cose comunque non saranno del tutto rosa e fiori adesso fra i protagonisti, ma non voglio dire di più.
Spero di avervi regalato attimi di dolcezza raccontandovi di come questo vero e grande affetto abbia condotto Lally e Dann fin qui.
Un bacione grosso a tutte, a presto con il missing moment =P
  
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