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Autore: SamanthaMcQueen    04/07/2012    5 recensioni
La mia prima storia Larry.
Spero vi piaccia. :)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5.

You built up a world of magic, because your real life is tragic.

 

Quella mattina mi svegliai di buon umore, stranamente di buon umore. Mi sembrava tutto brillante e colorato, insomma.. mi sembrava tutto perfetto. Più che perfetto però, userei la parole ‘giusto’. Tutto andava per il verso giusto.
La scuola era iniziata quasi da una settimana intera, ero popolare tra tutte le ragazze come mio solito, Zayn era tornato quello di sempre e la strana sfortuna che mi perseguitava facendomi incontrare praticamente giorno e notte con Louis sembrava sparita.
Infatti non l’avevo più visto, non essendo nella stessa classe e nemmeno nello stesso piano, era difficile incontrarsi, l’unica opportunità era durante la pausa pranzo, di cui mi premunivo sempre e restavo perennemente in classe, comprandomi qualcosa al bar accanto alla fermata degli autobus la mattina. Faceva delle focacce che..
Insomma, non l’avevo più visto, nemmeno si sfuggita. La cosa mi creava non poco piacere, perché sapevo fin troppo bene che quello era l’unico modo di togliermelo dalla testa.
Però iniziava a mancarmi. Cioè, non lui, non proprio lui, ma… beh, qualcosa di lui, ecco.
Non aveva molto senso come ragionamento, ma auto convincersi che fossi così era meglio che arrendersi alla realtà e ammettere che invece mi mancava e basta.
Per fortuna c’era Zayn. Con lui accanto a sparare le sue sciocchezze tutto il giorno mi dimenticavo degli altri.
Sorrisi e scesi dal letto ancor prima che suonasse la sveglia, cosa che mi fece sentire veramente realizzato, non mi era mai successo.
Sgattaiolai in bagno, lanciandomi quasi nella doccia. Avevo proprio bisogno di una doccia calda, calda e rilassante. Non troppo però,o mi sarei addormentato in piedi lì dentro.
Vi saltai fuori di fretta, correndo ad asciugarmi e rivestirmi il prima possibile, sentendo il forte impatto tra la calda acqua della doccia pochi secondi prima, e la fredda (anzi, gelida) aria mattutina Londinese, che si sentiva nonostante il riscaldamento dei termosifoni bello alto.
Dopo essermi infilato l’intera uniforme, che odiavo più di ogni altra cosa al mondo, tornai al mio amato specchio in bagno e cominciai a torturare i miei poveri capelli, come ogni mattina d’altronde.
Presi cellulare e un paio di libri che avevo assolutamente necessità di portare a scuola, e mi diressi al piano di sotto, in cucina per fare colazione.
Mi ritrovai Gemma davanti ad una scodella decisamente troppo grande, a fissare con occhi a cuoricino i cereali inzuppati nel latte. No, non facevamo la colazione tipica delle famiglie inglesi. Ma chi la faceva più ai giorni nostri?
Mia sorella alzò lo sguardo sentendosi osservata, e mi scrutò con aria torva.
-Chi sei tu? Che ne hai fatto di mio fratello?-
Santo cielo, la mattina stava proprio fumata questa ragazza.
-Scusami?- Dissi alzando un sopracciglio mente prendevo la mia tazza di cereali e mi sedevo accanto a lei.
-B-beh..- cominciò con la bocca piena, non si capiva quasi quello che stesse dicendo. –Mio fratello non si sognerebbe mai di alzarsi a quest’ora, a me no che non fosse sicuramente malato.-
Si alzò di scatto dalla sedia e allungò una mano per poi appoggiarla sulla mia fronte.
-No, non sei malato.- Riflettè ad alta voce. Come faceva a dire tante sciocchezze con quell’aria seria? AAAAh, chi la capisce è bravo.
-Mi sono semplicemente svegliato presto oggi, sono di buon umore, tutto qua.-
Alle parole ‘sono di buon umore’, la ragazza drizzò le orecchie e prese a guardarmi, masticando voracemente sempre quei poveri cereali.
-Beh, e a cosa dobbiamo tutta questa felicità da farti alzare a quest’ora?-
-Non sono affari tuoi, pulce.- Dissi con un ghigno sulla faccia, notando che anche a lei stava spuntando il sorriso.
Finalmente, erano giorni che mi teneva il muso.
-Beh…- iniziò con una strana vocina, alzandosi e mettendosi dietro di me, per cominciare a farmi piccoli massaggi sulle spalle. –allora………-
Mi voltai per guardarla, avendo già capito il suo giochetto.
-Allora, che cosa vuoi? Spara.-
Conclusi rassegnato, sapendo già che voleva qualche favore strano, qualcosa a cui probabilmente di solito io avrei detto di no.
Amava approfittarsi di me quando ero di buon umore, le concedevo tutto.
-Domani non c’è scuola, è sabato. Quindi oggi, dopo le lezioni, portami a vedere come sta Lottie.-
Avevo forse appena detto che le concedevo tutto? Non proprio.
-Gemma…- iniziai, ma lei mi bloccò le parole in bocca, guardandomi con quel suo faccino da cucciola che usava sempre per far fare a mamma tutto quello che voleva.
-Non pensare che io..- ripresi, ma lei iniziava a guardarmi con quell’espressione che non riuscii a terminare la frase.
Alla fine mi arresi e feci un cenno con il capo, acconsentendo.
Lei cominciò a saltare a destra e a manca, per poi abbracciarmi forte.
-Ti voglio bene, fratellone mio.- Disse felice, e riprese a saltellare uscendo di casa con la tazza di cereali e il cucchiaio in mano.
E beh, quando era felice il cibo proprio non poteva mancare.
Sorrisi tra me e me, in fondo mi faceva piacere vederla così sorridente.
Il problema ora era un altro. Stavo per andare nella tana del lupo, a scavarmi la fossa da solo. Certo che ero proprio un genio, eh.
Il viaggio in macchina fu un continuo insultare e imprecare contro mia sorella che spargeva latte ovunque macchiandomi tutta l’auto, la mia amata, amatissima auto. Arrivai al punto di prenderle la tazza, quasi finita ormai, e buttargliela fuori dal finestrino senza pensarci troppo.
La buttai a lato della strada, quindi caso mai avevo beccato qualcuno in testa, pazienza.
Lei rimise il broncio come suo solito, ma aveva comunque un’aria allegra e soddisfatta.
 
 
La giornata a scuola passò piuttosto in fretta. Troppo in fretta, per i miei gusti. Speravo di dover ritardare quel momento il più possibile, invece più tentavo di trovare una soluzione, una qualche scusa, il tempo passava e io entravo nel panico.
Però.. in fondo ero contento di poterlo rivedere. Giusto un po’, ecco.
Stavo tornando verso la macchina, notando che Gemma era già lì ad aspettarmi ansiosa, e cominciai a tastarmi le tasche alla ricerca delle chiavi della macchina.
-Torni già a casa?-
Una voce alla mie spalle mi prese alla sprovvista, e sobbalzai. Zayn mi guardava con un sopracciglio alzato, una mano infilata in tasta, aria da duro, come sempre del resto.
-Oh, Zayn sei tu-
-No, sono mago Merlino.- Disse ironicamente alzando gli occhi al cielo. –Come mai sei tanto agitato? E’ successo qualcosa? Ho notato anche che oggi in classe eri piuttosto distratto..-
Sospirai, avendo ormai capito che non potevo proprio nascondergli nulla.
-No, scusami è che…. Beh, oggi dovrei portare Gemma a trovare Lottie.- Sputai fuori, senza pensarci troppo.
-Lottie chi?- Il ragazzo inarcò leggermente il capo con aria interrogativa.
Eh già, ora che ci pensavo Lottie non si era ancora fatta vedere a scuola, è ovvio che non la conoscesse.
-Oddio giusto, tu non sai chi è. E’ la sorella minore di Louis, è tanto amica di Gemma, e inizierà la scuola tra qualche giorno presumo, dato che è dovuta restare a casa per qualche giorno..- spiegai in fretta io, notando poi la sua espressione cambiare, specialmente quando dissi ‘la sorella minore di Louis’.
-Vuoi davvero andare a casa sua?- Mi disse, guardandomi accigliato.
-E perché no? Tranquillo dj Malik, non mi succederà niente, ok?-
Lui rimase a guardarmi un attimo con aria preoccupata, ma poi fece un cenno col capo. –Ok. Fai attenzione, però. Non mi sembra affidabile come tu credi quel ragazzo.- Si limitò a dirmi, per poi voltarsi facendomi un cenno di saluto con la mano, ed andare verso Liam, un nostro carissimo amico. In effetti in questi giorni non si era visto, era appena tornato dalla casa al mare in Australia, era abbronzato da fare schifo. Quel giorno ero stato talmente preso dai miei problemi sentimentali che non ero nemmeno andato a salutarlo.
Mi azzardai a fare un paio di passi nella sua direzione per andarlo a salutare, ma sentii due mani afferrarmi il braccio sinistro, così sospirai.
-Scusami Gemma, adesso andiamo.-
Notai che Liam mi stava fissando, e gli sorrisi facendogli strani cenni, facendogli capire che l’avrei salutato domani, sicuramente.
Insomma, era uno dei miei più cari amici, possibile che mia sorella non poteva nemmeno farmelo salutare? Bah.
Salimmo in macchina e lei iniziò un lungo e noioso monologo apparentemente senza fine raccontandomi una marea di stupidate. Doveva essere proprio contenta per parlare a vanvera così tanto. Ma non le dissi niente, non volevo spegnere tutto il suo entusiasmo.
Grazie al cielo arrivammo in fretta, così non dovetti sorbirmi tutte le sue entusiasmanti storie dei suoi trasgressivi sabato sera.
Scendemmo dall’auto e come la scorsa volta aspettammo che qualcuno ci venisse ad aprire.
Ci volle un attimo, ma alla fine una signora sulla sessantina ci aprì il portone salutandoci cordialmente ed invitandoci ad entrare. Dato l’abbigliamento doveva essere una cameriera.
Le sorrisi ed entrai nell’ingresso, per poi fermarmi lì.
-Gemma, tu va pure da Lottie, chiamami quando devo venirti a prendere.-
-Come? Tu non resti?- Chiese ingenuamente mia sorella.
-No.- E così mi congedai, sorridendole.
Era meglio così, non era ancora il momento di vederlo, dopo quello che era successo pochi giorni prima.. non sapevo nemmeno perché l’avesse fatto. Forse per provocarmi? Beh, ora questo non era importante. Ora quel che importava era uscire da quella casa.
-Oh..- arrivò una voce troppo famigliare alle mie orecchie. –Già te ne vai?-
Ero quasi uscito quando dovetti rientrare, per affrontarlo, diciamo.
-Sì, sono venuto solo ad accompagnare Gemma e..- lui mi guardò con una tale intensità da zittirmi.
-E allora penso che la benzina costi. Resta qui con  noi.- Mi sorrise cordialmente e attese una mia risposta.
Il fatto è che non sapevo come uscirmene, o come poter scappare da quel suo sguardo che mi scrutava dalla testa ai piedi, sembrava volesse mangiarmi.
Alla fine non feci altro che rimanere in silenzio con aria seria, non riuscivo a capire a che gioco stesse giocando, era impossibile che io gli piacessi. O forse mi stavo sbagliando?
-Okay…….- cominciò mia sorella, scandendo ogni singola lettera. –Qua mi sento un tantino di troppo, quindi mi dileguo. Divertitevi!- si voltò a guardarmi con un sorrisetto furbo sul viso, e saltellò su per le scale alla ricerca di Lottie.
Ma che carina mia sorella, proprio un angioletto. Alzai gli occhi al cielo, esasperato.
-Beh, vuoi restare lì davanti ancora per molto?-
Lo guardai un attimo, poi risposi. –Certo che no.- Non dovevo dar a vedere che quello che era successo mi aveva scombussolato, o ancora peggio che lui avesse tutta questa influenza su di me. Non l’avrei sopportato.
Feci un respiro profondo e lo seguii in salotto, dove ci rimanemmo per un bel po’ a chiacchierare, come qualche mattina prima. Dire che ero agitato era dire poco, però mi sforzai di tenere un atteggiamento forte e deciso, e sopra ogni luogo, un atteggiamento spontaneo e naturale.
Mi fece fare un piccolo tour della casa, anzi, più che ‘piccolo tour’ era più una visita guidata, quella casa era una reggia, non ricordavo nemmeno più quanti bagni avevamo visto. Eppure non sembravano per niente viziati quei due, e la cosa mi piaceva parecchio.
L’ultima stanza che visitammo fu la sua camera, dove ci fermammo a giocare alla play station. Ad ogni gioco che metteva continuava a schiacciarmi. Io, il mago della play.
Beh, ovviamente non era tutta la sua bravura che lo aiutava a vincere, ma bensì la mia distrazione. Ero intento ad ammirare e memorizzare ogni piccolo particolare della stanza.
Era di un color celeste opaco, con delle righe bianche di tanto in tanto. Aveva mobili decisamente più moderni di quelli del resto della villa, probabilmente li aveva fatti arrivare apposta lui per personalizzare la sua camera. Era il mio tipo di stanza ideale, due begli armadi grandi, uno specchio enorme su una parete, una vetrata che prendeva una parete intera, la quale dava totalmente sul giardino, nonché poi tutto il resto del panorama Londinese che era a dir poco stupendo, e un enorme letto al centro dell’unica parete vuota, con accanto un piccolo comodino. Era elegante e sofisticata.
-Harry? Hei Harry!- Il ragazzo mi toccò appena una spalla, e feci un salto da canguro, voltandomi a guardarlo.
-S-sì?-
Lui scoppiò a ridere della mia reazione. Accidenti, mi ero distratto un attimo ed ecco che stavo iniziando a scoppiare.
-Lascia stare, è solo che… sei una frana alla play, vuoi fare altro?- A quelle parole lo guardai imbronciato. Sei tu che mi distrai, stupido. A quel pensiero la mia faccia divenne paonazza, al che mi voltai per non farmi vedere in viso, e cominciai a curiosare sui mobiletti.
C’erano poche foto appese, e ritraevano tutte Lottie e Louis, da soli, apparte due, che ritraevano Louis insieme ad un biondino, abbracciati. Sgranai gli occhi e mi misi a studiare quelle due foto, cercando di intuire se quegli abbracci erano soltanto qualcosa di amichevole, o qualcosa di più.
Quando vide che mi ero soffermato su quelle, il ragazzo mi si avvicinò.
-Lui è Niall, il mio migliore amico. Figo eh?- A quelle parole mi rilassai di colpo.
Diedi un’altra occhiata alle foto, notando che quel ragazzetto, Niall, era davvero stupendo. Occhi azzurrissimi, capelli biondi, fisico perfetto. Sarebbe stato veramente un bel problema, quello.
Sospirai più tranquillo, e sentii una risatina alle mie spalle.
Contegno Hazza, contegno.
D’un tratto la mia curiosità fu attirata da un’altra foto, in un angolo della stanza. Forse era per quello che sul subito non l’avevo notata. Mi avvicinai per guardarla meglio, insomma, si sapeva che ero un curiosone di prima categoria, e poi volevo sapere  il più possibile su di lui, che anche una sola foto mi sarebbe andata bene.
C’era lui, con in braccio una ragazza molto bella, capelli linghi, lisci e castani, magrissima con un bel portamento, o almeno così mi pareva dalla foto.
Sembrava piuttosto recente, perché aveva lo stesso taglio di capelli. Doveva essere stata scattata qualche mese prima. Squadrai un attimo la fotografia, e la presi in mano.
Erano davvero carini i due, sorridevano così contenti che.. mi scappò un sorriso.
-E questa tua amica chi è?- Chiesi senza pensarci voltandomi verso di lui.
Louis mi venne incontro, guardando la foto con aria depressa, avrei giurato. –Quella non è una mia amica…. E’ la mia ragazza, Eleanor.-
L-la sua cosa?! Aveva una ragazza? Non vi capii più niente, e senza farlo apposta mi cadde la foto dalle mani, il cui vetro al contatto con il pavimento andò in mille pezzi.
Rimasi un attimo a guardarlo scioccato. Forse… forse avrei dovuto aspettarmelo, però.. non riuscivo a concepirlo.
Che sciocco che ero stato. Era ovvio che a lui piacessero le ragazze, come tutte le persone normali. Io al contrario, ero tutto tranne che normale, ero un mostro.
Mi sforzai di trattenere le lacrime, che spingevano con forza ai lati dei miei occhi pur di uscire.
Lui guardava per terra, la foto. Continuava a fissarla instancabilmente, con aria quasi furiosa.
Non riuscivo più a sostenere quella situazione, stavo per scoppiare in lacrime, me lo sentivo.
Lo sorpassai di fretta, senza ripulire il disastro che avevo combinato, e feci per uscire, quando però lui mi ferrò per un polso con tanta forza che immaginai quasi che me lo staccasse, e mi buttò sul letto, sedendosi sopra di me.
-Ma che diavolo..?!- Cercai di dire, ma come sempre i suoi occhi mi zittirono.
Il suo sguardo era un misto tra la furia e il divertimento. Cercai più volte di alzarmi, ma lui non me lo permise, tenendomi stretto.
-Piantala, lasciami andare Louis!- Gli urlai io, senza pensarci due volte.
Lui avvicinò il suo viso al mio, posando le sue labbra sul mio orecchio destro. –Non voglio.- Furono le sue uniche parole. Secche, sensuali, ammalianti.
Come mio solito rimasi un attimo stordito, perché non voleva lasciarmi andare? Perché stava torturando me e il mio cuore in quel modo?
Quell’angelo che tanto mi aveva stregato.. forse non era proprio così puro come lo vedevo io.
-Che cosa vuoi, Louis?-
Lui continuava a sogghignare divertito, iniziava a darmi sui nervi. –Voglio quello che vuoi tu, mi sembra ovvio.-
Quello che volevo io? Ma cosa si era fumato?
Cercai nuovamente di sfuggire alla sua presa, ma era veramente troppo forte per me. Il che era strano, perché sembrava così magro e fragile. Non ero proprio capace a giudicare le persone.
-Non voglio niente da te, quindi levati subito!-
-Oh, ma come siamo bugiardi.-
Non ce la facevo più, iniziavo a sentirmi male. Una lacrima che non riuscii a controllare scese lentamente sulla mia guancia, lasciando un attimo interdetto il ragazzo sopra di me, che però non mollò la presa nemmeno per un secondo.
-Tu.. hai già una ragazza, no? Quindi per favore, smettila di giocare con me.-
Non credevo di essere seriamente riuscito a dirlo, avevo praticamente ammesso di essere innamorato.
Immaginavo che lui sarebbe rimasto disgustato dalla cosa, invece mi sorrise. Però non era il suo solito bellissimo sorriso, non era il suo. Era il sorriso di qualcun altro, falso, cattivo.
-Ho appena iniziato a giocare con te.- Si limitò a dire.
Perché? Perché?! PERCHE’?
Rimasi talmente deluso dalle parole che professò che una rabbia mi investì di colpo, colpendolo al petto con tutta la forza che avevo, così da buttarlo giù dal letto, così da potermi alzare.
Per la prima volta che il mio cuore aveva visto qualcosa di diverso, qualcosa di speciale in qualcuno..
Non potevo credere di essere stato così sciocco, così idiota. Non avevo capito niente di lui, si divertiva a prendermi in giro, mi ripudiava e aveva deciso di umiliarmi, di usarmi. Ma poi per quale motivo? Lui aveva una ragazza, no? Allora perché fare una cosa del genere?
Mentre correvo giù dalle scale, con la vista leggermente scomposta dalle lacrime, l’unica cosa che sentii fu mia sorella che mi urlava qualcosa, probabilmente mi aveva visto piangere, ma non vi badai. L’unica cosa che avevo in mente ora era scappare via, e cercare di salvare quelle poche parti del mio cuore che ancora potevano salvarsi.
 
 
 
 
 



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Hola! :3
Lo so, lo so, non ve lo aspettavate. Louis è uno stronzo. e.e
Sì sì, ditelo pure, perché è così. Ma sarà veramente questa la sua vera natura? Chissà v.v lo vedrete c:
Ora, non preoccupatevi di Hazza, ricordate che anche se è un poco sfigato e taaaaaaanto impacciato è sempre Harry Styles! Cioè, eh. u.u
E… boh, state tranquille, non deludetevi troppo, perché la storia deve ancora evolversi, ci sono molte cose che dobbiamo scoprire, che si evolveranno.
Vi lascio i miei soliti due link, in caso vogliate seguirmi.

Il mio twitter: https://twitter.com/#!/SynysterHoran_
La mia pagina face book LARRY: http://www.facebook.com/pages/Larry-Stylinson-is-the-way/287801831290301
Speri vivamente vi sia piaciuto il capitolo, so che è diverso da come ve lo aspettavate però…. Vabbè niente. CWC Alla prossima <3
°Sam.

  
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