Scrivevo poesie
ch’ero solo una bambina
e avevo già imparato a sillabare
e a parlare di cose dei grandi come i grandi
Parlavo dell’amore in seconda elementare
e giuravo che mi sarei innamorata a trent’anni
come le donne nei film
ma non da ragazzina
Credevo in Dio
e scrivevo in rima
ma non parlavo mai cuore amore
la banalità non l’ho mai contemplata
Poi un giorno ho smesso
e non ho più scritto in rima
ma le poesie le scrivo ancora
e parlo di gente che muore
Col cuore a brandelli
come io ora
che avevo giurato che mi sarei innamorata a trent’anni
ma ho mentito
E ora nessuno parla più di arcobaleni
e le rotelle di liquirizia rimangono ricordi
così come io che conto le sillabe
sulla punta delle dita
Non sbaglio mai
e ora mi permetto di non rileggere
perché sa più di vero mi dico
ma sa solo di presunzione
Che mi prendo licenze nella sintassi
perché si può fare e se si può fare va fatto
allora scrivo senza pretese
e che mi giudichino, tanto non smetto