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Autore: ItsRobynhere    05/07/2012    3 recensioni
Lei, una ragazza piena di speranza e di sogni.
Lei che, non ha mai amato, non sa cosa voglia dire.
Lei ce la farà a portare a termine tutto quello per cui sta lottando?
'Sono Robyn, ho sedici anni, e la cosa che più amo a questo mondo è la musica, e il sogno più grande che ho, è fare parte di quel mondo e soprattuto, vivere in una grande città americana.'
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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music and dance, nothing else.



Dopo la notizia di pochi giorni fa, ero sempre in ansia, mancavano ancora due mesi al gran giorno, ma io come al solito mi devo agitare per nulla.
Oggi sarà sicuramente una giornata dura, ovvero, il primo giorno di scuola, mia mamma è più preoccupata di me, e non riesco proprio a comprendere il perché, forse è il solito comportamento da madre.
Come gli anni precendenti, devo prendere la corriera per arrivare al paese/città in cui si trova la mia scuola superiore, una cittadina carina, un po’ più popolosa di dove abito io.
Appena chiudo il cancello di casa mia dietro di me, e mi incammino verso la piazza, dove c’è la fermata dell’autobus più vicina, iniziò a pensare a tutto quello che potevo espettarmi in questo anno scolastico.
Le case che mi circondavano mi interessavano particolarmente questa mattina, semplici abitazioni di varie tinteggiature, maggiorparte rovinate dal tempo, ma che pur sempre sanno descrivere una storia, diversa dalle altre.
Riflettevo su quanto, il posto in cui abitavo, fosse monotono e triste, perché era proprio questo che esprimeva, e i cittadini non erano di certo migliori, tutti poco cordiali e per niente socievoli. Sembrava sempre che tutto cadesse a pezzi.
Tutto questo, spesso cercava di influenzare il mio animo, e cambiava quello degli altri. Questo significava che bisognava possedere una specie di forza per soppravvivere, per non diventare monotoni e tristi come facevano tutti gli altri.
In quei momenti, in cui riflettevo su tutto quello che potevo vedere, e che si trovava proprio attorno a me, mi saliva l’angoscia, e la sensazione di essere rinchiusa dentro a un mondo che non mi apparteneva, bloccata in un luogo che mi potrebbe tenere in trappola a vita.
Così chiudevo gli occhi e immaginavo per un attimo il rumore insistente del traffico, il vocio uniforme della gente in calca che cammina frettolosamente verso un posto che a nessuno è dovuto sapere, le luci delle varie vetrine accese che danno un atmosfera particolare, l’odore delle pastine e di caffè appena preparati dai vari bar presenti, pronti a servire i clienti di prima mattina, e poi immaginavo i grandi palazzi che mi inpedivano di vedere per intero il cielo ma che mi riparavano in parte dal sole.
Così facevo tornare un sorriso indescrivibile sul mio volto, era lì che ero diretta, e speravo che un giorno sarei riuscita a guadagnarmelo, era lì che alla fine tanti volevano arrivare e così pochi potevano raggiungere.
Aprendo gli occhi, riusci a risvegliarmi dai miei pensieri e capire che ero praticamente quasi arrivata alla fermata della corriera, e le mie amiche erano già arrivate da un po’, e mi sorridevano, feci un cenno che assomigliava ad un sorriso e alzai la mano in segno di saluto.
Abbie e Jen mi raggiunsero prima delle altre, e rimasi molto sorpresa, loro due avevano litigato parecchi anni fa, erano rimaste mie amiche, ma tra di loro non c’erano state più parole, erano rimaste solo conoscenti.
Mi sentii improvvisamente a disagio, non sapevo come coinvolgere tutte e due nella conversazione che avrei potuto fare.
Heei’ buttai lì, quasi sussurrando, lasciando intravedere un leggero sorriso insicuro sulle mie labbra.
Robyn, emozionata per questa giornata di scuola?’ disse ridendo Abbie, mi fece subito scogliere in una risata aperta, che dovetti subito bloccare, a causa di tutti gli altri studenti che mi stavano già squadrando da testa a piedi.
Abbie era una ragazza che appariva abbastanza semplice agli occhi degli altri, ma io che la conoscevo, sapevo che era una ragazza speciale, e diversa dalle altre, era intelligente, furba e tremendamente gentile, sapevo anche che in momenti indefiniti era un po’ insicura e titubante, ma sapeva essere un gran bella persona a modo suo. L’estate appena trascorsa l’avevo passata con lei, a ridere e in parte a piangere, come tutte le estati da quando Brandie se ne era andata. Abbie custodiva alcuni miei sentimenti, che non sarei riuscita a rivelare a nessun’altra persona, e per questo era diventata importante per me.
Jen, invece, era una ragazza un po’ sulle sue, ma con le persone a cui teneva sapeva dimostrarsi gentile e particolarmente simpatica, una amica che avrebbe sempre potuto ascoltare discorsi che non avrebbero attirato l’attenzione di nessuno, ma a cui lei, riusciva a dare un minimo di importanza. Era una ragazza da non giudicare al primo impatto, ma da conoscere in tanto tempo, perché era così che io l’avevo capita, aspettando.
Oh beh, emozionatissima’ dissi in modo poco rassicurante e con una nota di sarcasmo ‘non vedo l’ora di continuare a buttarmi dentro il libro di storia’ continuai acidamente e accennando appena una smorfia.
Ne sono certa’ disse ridacchiando Jen, che sicuramente si ricordava dell’anno precendente, passato a imprecare contro ai vari argomenti storici, mentre lei mi aiutava a capirci qualcosa.
Un rumore famigliare fece voltare tutti noi ragazzi verso la strada. La prima corriera era arrivata, e io mi diressi assieme alle altre per prendere posto.
Sicuramente avrei dormito, o forse avrei aspettato fino alla fermata successiva, per salutare Meg.

Io e Meg entrammo nella nostra amata palestra, avevamo percorso la strada a piedi dalla nostra scuola fino a qui, e stranamente non eravamo per niente stanche, forse perché l’eccitazione di ricominciare i corsi regolari di danza ci scorreva troppo velocemente nelle vene.
L’edificio non si riconosceva nemmeno, l’avevano modificato e ridipinto per bene, e ora trasmetteva un non so che di accogliente, lo spogliatoio era stato dipinto di un color lavanda lieve, e le panchine sulle quali noi appoggiavamo i nostri vestiti e le nostre borse, non sono più vecchie e distrutte, ma sanno perfino di nuovo, questi nuovi odori contribuiscono ad alzare notevolmente la mia impazienza di dirigermi alla sala da ballo, incuriosita da come poteva essere diventata quella specie di stanza, dove io e Meg avevamo passato lunghe giornate ad allenarci.
Dopo essermi infilata un paio di shorts in tuta di un azzurrino leggero, una maglietta grigia e larga con la stampa di un paio di cuffie sul davanti, essermi infilata un paio di Nike del medesimo colore, ed essermi raccolta i lunghi capelli in una coda alta e disordinata; ci dirigemmo a passo veloce verso il piano superiore, e aprimmo la prima porta a destra che si presentava nel corridoio, eravamo le prime ad arrivare in tutta la palestra, come al solito.
Io e Meg avevamo la sala per noi due, ma verso il primo pomeriggio le altre stanze ospitavano corsi di autodifesa e fitness.
Appena riuscimmo a visualizzare tutta la sala, le nostre labbra si piegarono in un sorriso sbalordito, sembrava quasi più grande senza tutti quegli attrezzi che prima occupavano metà spazio a disposizione, ora le luci riuscivano a illuminare l’intera stanza senza problemi, e le grandi finestre contribuivano al massimo, anche l’impianto stereo era nuovo e il parque aspettava solo di essere usato, gli specchi, finalmente, erano belli e puliti, e la nostra immagine si rifletteva benissimo su di essi.
Io e la mia amica ci scambiammo uno sguardo complice e ci inoltrammo immediatamente verso il centro della sala. Meg inserì il nostro solito e amato cd di canzoni miste, un insieme di brani che usavamo per sfogarci un po’, senza nessun impegno e preoccupazione.
La prima canzone che inondò la sala fu Revolver di Madonna.
Io e Meg avevamo sempre adorato ballarla, fu una delle prime canzoni che ballammo assieme, una di quelle che contribuì a farci unire così tanto, attraverso la danza.

My love’s a revolver
la prima frase, scatenò la rivoluzione nei nostri corpi, che uniziarono a eseguire quei tanto ripetuti passi, che amavamo ricordare ogni singola volta.
Ci scambiammo un ultimo sguardo attraverso lo specchio, e dopo iniziò la magia.
Oops I guess I shot ya, my finger’s on the trigger
I had a bullet with your name on it
Click click
I’m a sex pistol, my love should be illegal
Real deal baby, I’m no counterfeit
Click click
La musica entrava dentro di noi, e ci rendeva forti, ci cambiava, liberava la vera persona che eravamo, senza preoccuparci di quello che avrebbero potuto pensare gli altri.
Line ‘em up, knock ‘em down
My looks can kill, E-O-E-O
My body’s fully loaded, and I got more ammo
Line ‘em up, knock ‘em down
My looks can kill, E-O-E-O
You’re an accessory to a murder cause
Le pareti nuove davano l’impressione di assorbire quelle prime note.
Sembrava quasi che tutto si trasformasse, il mondo era fermo ma noi continuavamo a fare quello che più ci piaceva, e sembrava impossibile che riuscissimo ad esprimere così tante emozioni senza parlare, senza piangere o ridere, ma semplicemente seguendo la musica.
My love’s a revolver, my sex is a killer
Do you wanna die happy? Do you wanna die happy?
La stanza sembrò esplodere, la musica era così forte, ma comunque riuscivo a sentire il mio cuore battere, come faceva solo quando ballavo.
Tutto scompariva nello spazio circostante, c’era solo il mio corpo, la musica e la danza.
Urlavo dentro di me le parole della canzone, e la testa non ragionava, sembrava quasi che fossi diventata improvvisamente un’alcolista e la mia dipendenza fosse solo quella.
Bang.
Tha shooting name is Wayne
The victim didn’t complain, she just screamed shoot again.
I gave her extra rounds. My barrel twist around.
La canzone stava per finire, fissai per un secondo la mia figura concentrata allo specchio, prima che il ritmo riprendesse ad influenzare tutta me stessa.
Il controllo del mio corpo non apparteneva più a me, ma era tutto del ritmo e dell’amore per la musica. Non sapevo esattamente che impressione davo in quel momento, ma ero sicura che si poteva notare che quella era la cosa che più amavo fare. Fondermi con la musica, e nient’altro.



HALOA A TUTTI (?)

Ed eccomi qui con questo secondo capitolo che ho scritto ascoltando la mia adorata Madonna, che ho voluto inserire anche nel capitolo. SISI.
Vorrei subito ringraziare tantissimissimo tutte le persone che hanno avuto il coraggio di leggere quella schifezza di capitolo che avevo scritto, e soppratutto vorrei RINGRAZIARE tutte le persone che lo hanno recensito!
Siete fantastiche, basta.
Sono stati molto graditi anche i cosigli che mi sono arrivati, davvero li ho accettati volentieri, perciò vi invito a darmene altri! *cordialità*
Che dire sul capitolo? Non mi piace per niente, devo dire la verità, non mi sembra di aver scritto molto bene, e sono sicura di aver fatto un sacco di errori ortografici D: sono una cacchetta, lo so.
Beeeehh (?) non mi dilungo ancora molto per il semplice fatto che sono di una noia assurda oggi, perciò, scuuusaaatemi ):
Grazie ancora, e se vi va, mi piacerebbe molto avere qualche commento su questo capitolo, che sia negativo o positivo!
Kiss Kiss (?) C':

Robyn.

  
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