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Autore: thecouchcarrot    06/07/2012    6 recensioni
Dean lavora nel settore vendite e si è appena trasferito nel quartiere, e il suo vicino è definitivamente matto da legare.
Dal capitolo 30: Dean strinse le palpebre. “Non sono adorabile, i copriteiera sono adorabili.”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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A/N: Sapete, quando a volte i personaggi cominciano ad allontanarsi da te e cominciano a fare quel diavolo che vogliono, fregandosene dei tuoi desideri? Benissimo, gente, questi ragazzi lo stanno già facendo, e lo adoro. Preparatevi. Non sono più io che guido 'sto furgone.

Cambiando argomento, ho alcuni meravigliosi, meravigliosi commentatori! Riceverete le vostre Impala, proprio in tempo per Natale. Coloro che recensiranno questo capitolo otterrano la possibilità unica, esclusiva, di una sessione di abbracci con Castiel! Fino a un'ora di abbracci, a TUTTI i livelli di intensità! Ma ricordate ragazze, tenete a posto le mani, quelle sono chiamate
molestie sessuali.

Seriamente comunque, amo le vostre recensioni. Mi migliorano la giornata. Sono la ragione per cui provo a produrre questi capitoli così velocemente. Per favore, recensite, e le mie dita voleranno sulla tastiera.

E ora, senza altri prolungamente, a voi la dannata storia!

(nota dell'autrice thecouchcarrot)



CAPITOLO 3
 
Dean non vide più Castiel per due settimane.
 
Come avevano detto Jeff e Laura, non usciva molto. Qualsiasi “fotografia” facesse, non la faceva molto spesso o faceva tutto all’interno della casa. Sempre come avevano notato Jeff e Laura, occasionalmente uomini con valigette o borse a tracolla guidavano fino a casa di Castiel e bussavano guardandosi intorno freddamente. La porta si apriva e loro entravano. Qualche ora dopo, ne uscivano.
 
Forse era davvero uno spacciatore.
 
A Dean non importava. Ok, forse un po’, ma non voleva che fosse così. Stava facendo una buona impressione in ufficio, accumulando ore extra, rendendosi disponibile nei weekend e lavorando fino a tardi. Non aveva tempo per spiare i vicini. Quando tornava a casa collassava nel suo salotto deliziosamente disarredato e guardava film  horror pessimi su Netflix. Era contento che fosse autunno e l’erba non crescesse velocemente, dato che non aveva ancora avuto occasione di comprarsi un tagliaerba. Chiamava Sam regolarmente, e Bobby aveva chiamato una o due volte. Jeff lo invitava a guardare qualche partita, e Laura si rivelò essere un’appassionata fan del calcio. La vita era bella. Tranquilla, ma bella.
 
Quando, una domenica sera, dopo il crepuscolo, Dean portò i rifiuti al marciapiede e vide Castiel lavorare nel suo giardino.
 
Era una visione piuttosto comica, a dire il vero. Castiel indossava una torcia per bambini intorno alla testa, l’elastico viola decorato di dinosauri verdi gli circondava il capo. Il raggio illuminava le sue mani occupate e nude, impegnate a scavare nel terreno per tirare fuori le erbacce e scuotere la terra fuori dalle radici.
 
Dean non poté evitare di avvicinarsi. “Giardinaggio.” Commentò.
 
Castiel non alzò lo sguardo, non si fermò nemmeno un momento. “Credo che …” strappò una radice dal terreno e grugnì nello sforzo. “… il contatto fisico con la natura sia profondamente appagante.”
 
“Sai, ho sentito di questa cosa assurda chiamata ‘luce del giorno’,” disse Dean “è un periodo di circa otto, dieci ore in cui il cielo è luminoso e si vedono i denti di leone senza bisogno di incollarsi una torcia in testa. Forse ne hai sentito parlare.”
 
Castiel si fermò per rizzarsi in piedi. “Ne ho sentito parlare.” replicò “L’ho provato. Non mi interessa.” Si girò verso Dean e gli angoli della bocca gli si incurvarono leggermente. “O forse mi sento solo piccolo alla luce del sole. Esposto. Nell’oscurità posso immaginare …” Sollevò lentamente le braccia, allargandole il più possibile. “Posso immaginare di essere tanto grande quando credo di esserlo. Che le parti di me che non puoi vedere non sono altro che oscurate dall’ombra. Che il mio corpo non è altro che uno strumento governato da una creatura molto più grande e incredibile." Rimase lì per un momento, con le braccia spiegate come le ali di un’aquila, la testa tirata all’indietro, il fascio di luce proveniente dalla sua testa dritto verso il cielo e gli occhi risplendenti di un blu elettrico.
 
Dean lo fissò sorpreso.
 
Era pazzo. Pazzo e strafatto. Non c’era nemmeno bisogno di dirlo. Ma per un momento …
 
Per un momento era sembrato vero.
 
Poi Castiel sbatté le palpebre. “Dovrei spegnerla.” Alzò la mano e spense la torcia, immergendoli entrambi nell’oscurità.
 
A Dean servì un minuto per abituarsi, e per un minuto non riuscì a vedere la faccia di Castiel, solamente la sua figura scura, e fu forse per questo che in quel minuto si lasciò sfuggire “Sei gay?”
 
Castiel rimase in silenzio. Dopo una lunga pausa rispose “Trovi che sia importante?”
 
“No,” rispose Dean, quasi completamente sincero. “Ma penso … penso che dovresti sapere che io sono etero.” Era grato che Castiel non potesse vedere l’imbarazzante rossore del suo viso.
 
Lentamente gli occhi di Dean si stavano abituando, e la faccia di Castiel si fece leggermente più chiara. Sembrava divertito. “Tu credi che io sia interessato.”
 
Merda. Dean si pizzicò il naso. “Mi dispiace, mi dispiace. Solo che – dimentica che l’abbia detto, ok?”
 
“È giusto, Dean.” Castiel fece un passo avanti. “Sei un uomo attraente, e mi piaci. E mi piace il tuo aspetto, ma non nella maniera che stai pensando.”
 
Il viso di Dean era completamente in fiamme ora. Si strofinò la bocca e combatte l’impulso di girarsi e scappare.
 
“Sembri degno di fiducia. Sembri competente. Sembri …” Castiel si avvicinò ancora di più, la sua faccia illuminata nel giallo fioco della luce dei lampioni lungo la strada e, improvvisamente, la sua espressione cambiò. Qualcosa di triste e solo nei suoi occhi, qualcosa di serio e profondo nelle sue sopracciglia, qualcosa di speranzoso nella sua bocca. “Possiamo essere amici, Dean? Mi piacerebbe moltissimo avere un amico.”
 
Dean non aveva idea di cosa dire, quindi disse “Certo.” E poi disse, tanto per cambiare argomento “Sembri diverso stanotte.”
 
Castiel sorrise dolcemente e disse “Sono meno cinico quando bevo.”
 
E a quanto pare stanotte stavano giocando ad Obbligo o Verità, quindi Dean chiese “Spacci droga?”
 
“No,” rispose “Ma ne prendo a volte.”
 
“Io no,” disse Dean “e casa mia è pulita. Non mi interessa, sul serio, sono affari tuoi, e tu puoi fare quello che vuoi, ma questa è l’unica regola ferrea, ok?”
 
Lo sguardo di Castiel si fece più tagliente e chiese “Perché?”
 
“Test anti droga. Non posso rischiare.”
 
Castiel inclinò leggermente la testa. “Prova di nuovo.”
 
Dean pensò quasi di aver capito male. “Cosa?
 
“È personale per te.” Castiel si infilò le mani in tasca. “Quindi dimmi perché vuoi la casa pulita.”
 
E prima di rendersene conto, prima di impedirsi di aprire quella boccaccia, Dean si ritrovò a dire “Mio fratello.”
 
E poi Castiel sembrò aver capito tutto, annuendo come se avesse risolto il gran mistero di Dean e improvvisamente tutto avesse un senso. “Ma certo, certo.” Mormorò, la sua voce profonda ancora più bassa. “I pezzi vanno al loro posto, la trama si infittisce, gli ingranaggi si incastrano alla perfezione. Un fratello più giovane.”
 
Dean aggrottò le sopracciglia. “Non è ciò che ho detto.”
 
“Non ce n’era bisogno.” Lo sguardo di Castiel sembrava vedergli dentro. “Quanti anni avevi quando tua madre se n’è andata?”
 
E improvvisamente Dean smise di respirare, e indietreggiò incerto, e continuò a camminare all’indietro. “No,” esalò con tono strozzato “Basta. No.”
 
Castiel spalancò gli occhi e assottigliò le labbra. “Dean,” disse “mi dispiace.”
 
Dean si girò e camminò verso casa, sempre più veloce finché non si ritrovò a correre fino alla veranda e non si sbatté la porta alle spalle, chiudendo la serratura e stringendo gli occhi più forte che poteva.
 









Strano a dirsi, Cas ha il tatto di un elefante in una stanza di cristalli. Sorprendente.
Non voglio elemosinare recensioni, ma se vi prendeste 3 secondi e mezzo per scriverne una, mi fareste davvero felice.
Al prossimo capitolo!
  
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