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Autore: Lulu_Herm    06/07/2012    0 recensioni
Durante la sua festa di fidanzamento, Bellatrix Black conosce un uomo intelligente e capace, che le dimostra di avere ciò che può cambiarle la vita. Intrappolata nelle convenzioni del suo tempo, farà di tutto perché ciò possa avvenire, ma senza successo.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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- Questa storia fa parte della serie 'L'inizio'
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Capitolo 2- Notturn Alley 

Bellatrix non era mai stata a Notturn Alley, Druella non le avrebbe mai permesso di mettervi piede, sebbene la giovane avesse il forte sospetto che invece suo padre Cygnus vi si recasse spesso. Si era chiesta come fare a sfuggire alla madre per andare al suo appuntamento con Tom Riddle. Fortunatamente Druella aveva deciso di partire con le figlie per un soggiorno nel loro castello in Scozia, e non era stato complicato convincerla di un’indisposizione. Così Bellatrix era rimasta nel Devonshire con Bogge. Cygnus si era rifiutato di partire, ma passava gran parte del suo tempo al Ministero della Magia (o almeno, così diceva). Quindi Bellatrix era da due giorni praticamente sola nel maniero, ma questo non le dava affatto fastidio. Era bello prendersi una pausa dal rumore dei giochi infantili di Narcissa e Andromeda. E Bogge non aveva assolutamente autorità su di lei, si poteva  anzi dire che ne aveva terrore.
Per andare a Notturn Alley, Bellatrix pensò che non poteva indossare i soliti vestiti. Il suo guardaroba era essenzialmente costituito di abiti grigi o neri, poco appariscenti ma di evidenti qualità e ottima fattura. Non il genere di abbigliamento che s’incontra per le vie di Notturn Alley. Non poteva affidarsi alla propria magia, quindi scelse una vecchia tunica nera di suo padre e chiamò Bogge, dandole ordini affinché ne accorciasse orlo e maniche e ne modificasse il colore in modo da farla sembrare più vecchia. Poi la liquidò e con una delle spade che decoravano le pareti del salotto fece nella pregiata stoffa una serie di buchi. Infine, scese in cucina e s’impadronì di alcuni vasetti di salse, rovesciando parte del contenuto sul suo travestimento. Guardandolo si disse che poteva andare. Dalla dispensa prese il gli zoccoli utilizzati da Uddy (ma costruiti da lei su ordine del padrone, che così si assicurava di non liberarla) e un vecchio cappello che un tempo doveva essere stato lussuoso.
Non aveva mai utilizzato la Metropolvere. Si  era mossa dal Devonshire solo per andare al Binario 9 e Tre Quarti o nella loro tenuta in Scozia, ma aveva sempre viaggiato con la Materializzazione Congiunta. Pensò che sarebbe stato imprudente chiedere l’aiuto di Bogge, avrebbe attirato l’attenzione, quindi decise di utilizzare il camino. Trovò un vaso colmo di polvere finissima nei pressi del camino, nel quale ardevano fiamme  diventate magicamente verdastre. Chiuse Bogge in cucina per assicurarsi che non avrebbe  visto nulla, si calcò il cappello sulla testa e inspirò profondamente. Entrò nel camino e, prima di sentire il dolore provocato dal fuoco, si affrettò a gridare: “Notturn Alley!”. Sparì in un vortice di cenere. Si ritrovò in una soffitta buia e disordinata. Non vedeva quasi nulla, ma per fortuna riuscì a scorgere una scala, e si affrettò a scendere. Dall’alto della scala vide due uomini intenti a parlare animatamente. Il più anziano indossava una sontuosa tunica verde scuro e un cappello dello stesso colore mentre il più giovane, che non dimostrava più di quarant’anni, aveva una semplice veste nera come la pece. Non portava cappello, e Bellatrix sapeva che era un modo di indicare inferiorità.
“Benissimo, Riddle. Vedi di tornare entro le cinque, ho bisogno del materiale per il vecchio Cygnus” le orecchie di Bellatrix si fecero più tese. “è disposto a sganciare quattromila Galeoni per quel set di Gobbiglie, se riesco a dimostrargli che è appartenuto a Merlino. Perciò fa in modo di procurarti anche l’attestato di appartenenza con il simbolo di Merlino, altrimenti mi darà dieci Galeoni, e fai attenzione a non romperlo” Bellatrix si rese conto che l’uomo era Tom Riddle e sbuffò irritata. Erano appena le quattro, le sarebbe toccato aspettare un’ora prima di potergli parlare, ma non poteva farsi vedere dal vecchio.
Quell’ora trascorse molto lentamente. Rimase nascosta nella soffitta, provando un forte fastidio per via di quei vestiti, che non la mettevano a proprio agio. Non le piaceva aspettare. Si fece forza dicendosi che Tom Riddle era l’unico che avrebbe potuto strapparla a Rodolphus e a tutte quelle ridicole convenzioni. Avrebbe potuto darle un nuovo mondo in cui vivere, un mondo senza Babbani né bizzarri obblighi. Lui era quanto di più diverso ci fosse da tutto ciò che conosceva.
Alle cinque in punto, Tom Riddle fece ritorno al negozio. Bellatrix stava pensando a un modo per rimanere sola con lui senza il vecchio, quando questi prese la giacca e disse: “Bene, Riddle, vado a casa. Ci vediamo domani. Esponi tutto quello che hai recuperato, e quando arriva Cygnus Black impacchettagli il set di Gobbiglie. Mi raccomando, mostragli il certificato!” il cuore di Bellatrix fece una capriola: era la sua occasione. Attese che il vecchio fosse uscito, poi scese nel negozio, cercando di non fare rumore. Se fosse arrivata di soppiatto probabilmente l’avrebbe sorpreso, e sarebbe partita in vantaggio. Furtiva com’era, riuscì a muoversi silenziosamente, e gli spuntò alle spalle. Tossicchiò, per attirare l’attenzione di lui su di  sé, ma con enorme disappunto capì di non averlo sorpreso in alcun modo.
“Signorina Black. La trovo bene” sorrise lui. Lei lo guardò stranita, da sotto il cappellaccio trovato in dispensa. Tirò un’occhiata alla propria veste che si era coperta di polvere durante l’ora in soffitta, e capì qual era il segreto del successo di quell’uomo. Si chiese perché una persona così accattivante e intelligente fosse finita a fare il commesso. Pensò che non doveva essere l’unica a domandarselo. “Buongiorno signor Riddle. Sono venuta come lei mi ha chiesto di fare la settimana scorsa” lo salutò lei, assecondandolo.
“Eccellente. È una vera fortuna che lei si sia presentata qui proprio dopo l’uscita del signor Sinister. Prima di spiegarle perché le ho chiesto di venire qui, vorrei chiederle se è sicura di ciò che sta facendo, se è pronta a giurare che non  tradirà mai la causa” Bellatrix lo guardò fisso negli occhi scuri. “Sono perfettamente pronta a onorare questa causa fino alla morte”. Per un attimo lui parve colpito, non si aspettava certo una tale determinazione da parte di una ragazza di appena quattordici anni. Ma fu solo un attimo. La mise alla prova.
“Mi sta dicendo” cominciò, scrutandola con una luce maligna negli occhi “Che lei sarebbe disposta a…” Bellatrix trattenne il respiro “Prestare giuramento?” “Che genere di giuramento?” chiese lei, ma aveva già capito, e aveva la risposta pronta. “Il Giuramento Infrangibile”.
 L’avrebbe fatto. Sapeva  che non avrebbe cambiato idea. E se l’avesse fatto, meglio per lei morire piuttosto che tradire quelli che sempre sarebbero rimasti i suoi ideali. “Certamente. Sono certa che non potrò mai andare contro questi ideali. Sono parte di me. Non farà alcuna differenza” Lei era strana. Lei guardava il mondo attraverso una coltre di ghiaccio. In lei prevalevano la sicurezza e l’obbiettività. Seppur giovane, sapeva cosa voleva. 
Tom Riddle non era ancora esperto di Legilimanzia, ma aveva raggiunto un ottimo livello, e ritenne che in quel modo avrebbe potuto essere certo che in lei non esistesse la minima forma di rimorso, il più lieve  ripensamento. Fortunatamente eccelleva negli Incantesimi Non Verbali, e non fu affatto complicato scandagliare la mente di Bellatrix, assicurandosi della sua completa sicurezza. Seppur giovane, era molto più pronta di tutti coloro che erano stati suoi compagni a Hogwarts. Prima di suggellare la loro alleanza, pensò che era il caso di metterla alla prova anche dal punto di vista accademico.
Nessuno si sarebbe mai accorto dell’Infrazione al Decreto per la Ragionevole Restrizione delle Arti Magiche tra i minorenni. Notturn Alley era troppo piena di magia di ogni genere. Tom sapeva bene di non correre alcun rischio. Si fece consegnare la bacchetta della ragazza e la osservò attentamente. Era senza dubbio una bacchetta potente e adatta alle Arti Oscure. Sparì per un attimo nella dispensa nel retro e tornò con una gabbia piena di rospi.
L’addestramento basilare di ogni principiante, la Maledizione Imperius, faceva al caso loro.
“Ecco qui, signorina Black. Prenda un rospo e lo costringa a buttarsi nel fuoco” le ordinò, indicando il caminetto nel quale ardeva un bel fuoco vivo. Lei prese la bacchetta e tirò fuori un rospo dalla gabbia.
“Imperio”
Il rospo sobbalzò, ma non successe nient’altro. Bellatrix arrossì dispiaciuta.
“Signorina Black, lei desidera davvero che questo rospo cada nel fuoco? lei sa che se ciò accadrà lei potrà prestare giuramento ed entrare a far parte del mio esercito nascente-
A quelle parole Bellatrix annuì e, concentratissima, puntò nuovamente la bacchetta contro l’animale.
“Imperio!” finalmente, il rospo si alzò e in un attimo cadde nel fuoco. Bellatrix strinse i pugni, soddisfatta. Senza che le fosse richiesto, ne prese un altro  dalla gabbia e sibilò:
“Crucio!” il rospo si rotolò su  sé stesso gracidando.
“Avada Kedavra!” immediatamente, la bestia si fermò, come congelata.
Tom Riddle, ammirato, prese il piccolo cadavere e lo gettò nel fuoco. Senza dire una parola, prese la sua bacchetta dalla tasca e prese la mano sinistra di Bellatrix.
“Vuoi tu, Bellatrix Black, giurare di rimanere sempre fedele alla tua causa, senza mai vacillare?” Bellatrix strinse la mano destra di Riddle e disse: “Lo voglio”
Riddle non mollò la presa, ma sussurrò: “Morsmordre”
Bellatrix non tremò, nonostante il dolore atroce. Si sentiva come se centinaia di spilli le si stessero conficcando nel braccio sinistro, ma sapeva che quello era il prezzo da pagare per dedicare la sua vita alla sua causa.

Ecco che Bellatrix, ad appena quindici anni, ha ricevuto il Marchio Nero. La ragazza sembra molto convinta della sua scelta, convinta come lo sarà sempre. Forse, a quest'età, non sapeva ancora bene a che cosa andava incontro, ma penso che non se ne pentì mai. Nel prossimo capitolo la vedremo più grande di qualche anno, iniziare a riflettere su se stessa.
Alla prossima!
   
 
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