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Autore: SamaHell    08/07/2012    2 recensioni
Il futuro è la traccia lasciata dal passato, i nostri eredi sono il frutto dei nostri sforzi e delle nostre scelte. Uno specchio che intreccia anime nel tempo, legandole con un filo rosso e sottile. Un panorama che si contorce sotto i battiti di scelte e conseguenze che sotto sotto fingiamo che non ci appartengano.
E questo è il risultato di ciò che avvenne e la dimostrazione che una vittoria sul male non segnerà mai la sua dipartita totale.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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La bacchetta di Harry picchiettò contro il mattone e sfrigolando si aprì uno squarcio sul muro. Il vociare irregolare e lo scalpiccio di una miriade di piedi li travolse prepotentemente. Diagon Alley era molto cambiata dall’ultima volta che furono Harry e Ginny a dover acquistare il loro materiale scolastico. Albus scrutò con avidità le vetrine tirate a lucido della maggior parte dei negozi che poteva divorare con lo sguardo mentre James, più annoiato, iniziava a precederlo.
- La compriamo una puffola mamma? –
Ginny prese per mano Lily e le sorrise con scarsa enfasi. La figlia aveva il vizio di accogliere ogni tipo di animale o creatura che le capitava sotto tiro e un allevamento di puffole non la rallegrava particolarmente.
- Oh, cos’è che ti ho detto Lily? Quando entrerai ad Hogwarts andremo al Serraglio Stregato e potrai scegliere il tuo animaletto personale! –
Sapeva che Lily avrebbe combattuto risolutamente, tant’è che non si stupì di essere investita dai suoi capricci lagnosi.
- Allora Ginny, se vuoi io vado con James al Ghirigoro mentre tu accompagni Al da Madama McClan però…ricorda! –
Harry rivolse alla moglie un’espressione quasi bambinesca che risaltava particolarmente il verde brillante dei suoi occhi. Lei, cantilenante, rispose al suo sguardo – Da Olivander voglio portarcelo io, Albus! – lo ripeterono in coro sia Ginny che James, quest’ultimo con tono decisamente più canzonatorio. Harry rise – è un rito! –
- Papà, dov’è che incontriamo zio Ron? –
Lily aveva finalmente smesso di lamentarsi per impegnarsi a cercare nella folla gli zii.
- Ron non viene Lily – scrollò le spalle portando avanti le mani, per giustificarsi – Lavora, lo sai. –
Scambiò con la moglie uno sguardo ansioso, sapeva dove sarebbe andata a parare la curiosità di James.
- I Gufi! C’è sotto qualcosa, lo sapevo! –
- James, Hagrid ieri ti ha già detto che non c’è nulla di cui preoccuparsi. –
Ginny cercò inutilmente uno sguardo rassicurante da parte del marito ma non ottenne nulla del genere.
- Non lo so, sai Ginny… è stata una cosa inaspettata e…-
Un ometto basso e decisamente sovrappeso gli corse incontro sventolando la manona in sua direzione mentre sorrideva al di sotto di due grossi baffoni da tricheco.
- Harry Potter! Ragazzo mio! –
Indossava abiti malamente assortiti, cosa che suggeriva che era appena tornato da qualche luogo babbano.
- Professor Lumacorno! –
Harry forzò un sorriso che vacillò non appena le mani umidicce di Lumacorno presero prima le sue, poi quelle di Ginny.
- Figliuoli! Siete così cresciuti, così… -
Sembrava sinceramente commosso e il viso invecchiato gli luccicava imperlato di sudore. Indugiò brevemente su Lily e poi sorrise luminoso verso Harry.
- Lily! Sembra la mia Lily! E’ identica a tua madre, incredibile! –
Harry e Ginny si guardarono mentre Albus frugava attorno impazientemente. James era già parecchi metri più avanti, dinnanzi le vetrine di “Tiri vispi Wesley”. Era incredibile notare come molte delle facciate di Diagon Alley fossero moderne e lucenti in confronto alle poche rimaste che rispecchiavano lo stile vecchio e cadente degli anni passati. A spiccare in tal proposito erano Olivander e il Serraglio Stregato mentre sia il Ghirigoro che Madama McClan avevano modernizzato i loro negozi.
- James! Non…oh, andato! – impettita Ginny strinse gli occhi in due piccole fessure che rivolse alla sagoma di James che stava già entrando all’interno del negozio. - Beh, sarà con George, dunque… -
Lumacorno, ripresosi dall’emozione nell’aver trovato tanta somiglianza tra Lily Luna e la madre di Harry lo interruppe bruscamente.
- Allora è vero? – Harry trasalì.
- Ginny, n-non perder tempo, accompagna Albus da Madama McClan mentre parlo col professor…- un cenno di Horace Lumacorno lo spinse a rettificare con uno sbieco sorriso – con Horace - .
Ginny ne fù estremamente lieta. Si congedò con una forte stretta di mano da Horace Lumacorno e, tenendo per mano Lily, iniziò ad accompagnare un sempre più titubante Albus verso il negozio di Madama McClan.
Neanche mezz’ora dopo erano già fuori con una grossa busta scintillante dentro la quale si trovavano dei vestiti ben ripiegati.
- Ricorda Al, subito dopo lo smistamento scrivimi un gufo così potrò mandarti il mantello con lo stemma di… -
- Mamma! Ti ho già detto che quel mantello non è necessario, insomma! Quanti credi che si facciano mandare un mantello dei colori della propria casa? È davvero troppo, credimi! –
Ma Ginny non sembrava voler sentir ragioni, tanto più che la sua attenzione fu ben presto rapita da suo marito imbambolato dinnanzi “Sfrizzole e Dolciumi”. Quando si voltò e vide Ginny venirgli incontro assieme ai figli sembrò quasi risvegliarsi da un sonno agitato. Scosse il capo più volte e prese a gesticolare verso la moglie sino ad indicarle, con la mano destra, di star ferma dove si trovava.
Fermare Ginny Potter è tutt’altro che impresa semplice.
- Albus tieni tua sorella. –
- No! Ginny, non serve che tu venga qua! –
- Harry James Potter. Cosa sta succedendo? –
Albus indirizzò tutta la propria attenzione verso i genitori mentre uno strillo accompagnava suo fratello fuori dal negozio. Vide il viso di sua madre sgretolarsi per la vergogna mentre suo padre affondava la mano tra i capelli nervosamente.
- E non azzardarti a metter più piede nel mio negozio, piccolo delinquente! –
Una piccola strega corpulenta e dal viso cagnesco fece scivolare il proprio sguardo contro Harry e Ginny, sorridendo con ironia.
- Guarda guarda… -
Aveva un tono stranamente viscido che mal rifletteva il giallo paglierino del suo lungo abito con crinolini.
- Pansy ehm…come…mi spiace, davvero. Dimmi cosa…insomma, ripago tutto. –
Harry si stava già frugando le tasche mentre il viso di Ginny pareva più bianco che mai mentre gli occhi ferini di Pansy Parkinson vi affondavano contro.
- Il figlio di Harry Potter riflette esattamente la sua stessa passione per l’infrangere le regole. Cos’è, adesso com’era tuo vizio darà anche la colpa a qualcun altro? –
Harry s’irrigidì mentre Albus lentamente affiancava la madre tenendo la mano della sorella.
Guardò anche lui James, viso spavaldo e risatina impertinente stampata in volto.
- Non… non puoi accusarlo senza esserne certa, Pansy. –
- Esserne certa? Più certa dell’averlo beccato con le tasche piene di Api frizzole? –
- Volevo pagarle! – James gridò sprezzante verso la strega che ancora gli stringeva la collottola con le sue lunghe dita dalle unghie affilate.
- Potter. –
Pansy tirò in avanti James scuotendo il capo con espressione di disgusto.
- Riprendi indietro il tuo sciocco ragazzo e vattene. Non voglio i tuoi sporchi soldi. –
Senza offrire il tempo di ribattere Pansy si chiuse la porta del negozio alle spalle, sulla quale dopo poco apparse una luminosa scritta eterea “I bambini accompagnati dai genitori, grazie”.
Albus sapeva che il silenzio della madre non significava niente di buono e infatti, senza che Harry potesse tentar alcun espediente gli era già rivolta contro, accorata.
- Si può sapere… tu! –
Additò furiosamente James con la bacchetta nonostante lo sguardo fosse rivolto ad Harry.
- Hai visto tuo figlio rubare nel negozio di Pansy Parkinson e non sei andato dentro a tirargli le orecchie?! Tuo figlio…rubare! –
Solo adesso, sotto le urla della madre, le orecchie di James si arrossarono improvvisamente.
- Non stavo rubando!-
- Oh, stà zitto ragazzino! –
La furia ruggente della madre fece indietreggiare James che continuava a farfugliare – l’avrei pagato –
- Andiamo Ginny! L’avrei sgridato. Ovvio. Stavo per farlo ma sembra che tu non riesca mai a fidarti di me! –
- Io mi fido di te ma lasci decisamente troppo spazio ai tuoi figli, a James, in particolare! –
Harry parve risentirsi delle sue parole tanto che il suo viso parve indurirsi improvvisamente. Sapeva perfettamente a cosa alludeva Ginny.
- Quante strillettere abbiamo inviato lo scorso anno? Ho perso il conto. Credo di non aver mai visto neanche mia madre inviare tante strillettere per George e Fred assieme! –
Ginny si zittì qualche attimo, così come Harry. Nominare Fred faceva sempre lo stesso effetto, anche dopo diciannove anni.
- Beh… è un ragazzo curioso. –
- Lo dicevano anche di Sirius, vero? Sai in che razza di guai si è cacciato però. –
- Cosa c’entra Sirius adesso? –
- Oh nulla. Stò solo aspettando il momento in cui tuo figlio si farà espellere da Hogwarts. –
James sembrava decisamente più divertito che inquietato e Albus gli rivolse un’occhiata d’ammonimento che lui ignorò.
- Su mamma, sono ancora al secondo anno! –
Con un’occhiata fulminante Ginny lo zittì dandogli immediatamente le spalle.
- Porta James al Ghirigoro, Harry. Assicurati che non rubi niente lì, io porterò Al da Olivander. –
Albus notò una sottile scia di soddisfazione nel tono della madre, cosa che sembrava aver pietrificato Harry facendolo balbettare furiosamente. Prima ancora di iniziare una frase Ginny si stava già incamminando verso Olivander assieme ai figli, mostrandogli la schiena.
- Cosa ti è saltato in mente, James? –
Albus si voltò per osservare il viso tronfio del fratello mentre il padre iniziava la sua pantomima di rimprovero che, lo sapeva, sarebbe stata assolutamente inutile.
Olivander emanava un’atmosfera di solennità, pregna dei segni della storia. Non appena Albus mise piede nel negozio si sentì stuzzicare le narici da una zaffata di polvere che fecero starnutire più volte Lily.
Ginny sorrise radiosa al figlio, incoraggiandolo a farsi avanti per primo.
- Così tu e Rose avrete finalmente delle bacchette vere! – Albus arrossì mentre Lily, staccatasi dalla madre, iniziava ad avvicinarsi ad uno scaffale, attirata.
Non sembrava esserci traccia di alcuna presenza all’interno del negozio, almeno sino a quando dal muro non sbucò una sagoma traslucida che fece sobbalzare Albus e lasciò Lily sgomenta.
- Salve signor Olivander! –
Ginny che vi era tornata solo l’anno precedente aveva già avuto modo di incontrare quello che era il fantasma del vecchio Olivander, dunque non rimase particolarmente turbata.
- Ah si, si. Il secondo figlio. – il fantasma abbozzò un sorrisino soddisfatto.
- Allora, vediamo un po’… -
Ginny strinse la spalla di Albus, sempre più accaldato. Lily stava ticchettando con la mancina contro una piccola scatola contenente una piccola bacchetta rosea luminescente. Il vecchio rise mostrando la bocca sdentata.
- Anima di Veela. Gran bella bacchetta, 12 pollici, molto flessibile. –
- Non è per lei che siamo qui! –
Ginny richiamò la sua attenzione accennando al figlio.
- Ma certo, non sono ancora cieco ragazza mia. –
Albus si fece avanti fremendo, posò le mani sul banco polveroso e incrociò lo sguardo trascendente del fantasma.
- Bene, bene. Sento già che… -
Il fantasma del signor Olivander stava già vagando tra gli scaffali più alti.
- James mi ha stupito lo scorso anno, sento che anche Albus mi stupirà. –
- Sa il mio nome, signore? –
- I figli di Harry Potter! – Il commento di Olivander dimostrò più di ogni altra cosa che, nonostante il fragore dei primi anni dopo la grande battaglia contro Voldemort si fosse oramai spento, Harry rimaneva sempre un simbolo ancora riconosciuto da chiunque avesse vissuto in quegli anni.
Presto il fantasma si fece avanti facendo scivolare cautamente una vecchia scatola verso il bancone. Conteneva al proprio interno una bacchetta di media lunghezza di colore chiaro.
- 10 pollici, frassino, corda di cuore di Drago, flessibile. Su, prendila e agitala. –
Con la mano tremante Albus si protese verso la bacchetta, fissandola con gli occhi sbarrati.
- Che aspetti?! –
Lily stava saltellando sul posto ancor più fremente del fratello. Lui sentiva di avere un legame con quella bacchetta, sapeva di averlo. Eppure, nel momento in cui la fece oscillare tra le dita quella sfrigolò, emise uno stridio e gli scattò via dalle mani, passando esattamente attraverso al fantasma di Olivander.
- Ohohoh. No. Non và bene, ragazzo. –
Deglutendo Albus chinò il capo, serrando le labbra con forza.
- Su, Al. Abbiamo tutti dovuto affrontare una selezione. La bacchetta sceglie il proprio mago, non appena l’avrai trovata lo saprai. –
- E se non ci fosse?! –
- Non esser sciocco figliuolo. –
Olivander gli stava già svolazzando dinnanzi, apparentemente irrigidito dall’orgoglio.
- Non c’è bacchetta presente nel mio negozio che non sia adatta ad un mago. –
Eppure Albus era ossessionato da un’idea sin da quando aveva compiuto sette anni.
- Beh, le bacchette non scelgono anche i Maghinò! – Ginny tornò a stringergli la spalla – Non dire sciocchezze, Al! Tu non sei un magonò!-
- È vero Al! Ricordi al fiume? Tu hai salvato Rose! –
- Non era un fiume, Lily! Era un ruscello! –
Prima che Albus potesse aggiungere qualcosa verso la sorella minore Olivander gli era nuovamente di fronte con una scatola nera.
- 15 pollici, frassino, piume di fenice, rigida. –
Nuovamente Albus si trovò davanti la bacchetta e ancora una volta, agitandola, si sentì uno sfrigolio e la bacchetta gli cadde dalle mani. Si sentiva già mancare. Confusamente chinò il capo per osservare il corpo inerte della bacchetta al suolo. Mai, rispetto i suoi fratelli, aveva mostrato particolari doti magiche. James a nove anni sapeva già far lievitare gli scoiattoli mentre lui a stento era riuscito a far gracchiare una raganella dopo averla fatta cappottare sul dorso.
Mentre Olivander si grattava il mento ectoplasmatico Albus tese la mano con l’idea di chinarsi per prendere la bacchetta al suolo e invece un “toc” sordo gli mostro una scatolina farsi largo tra gli scaffali per poi slittare sul bancone e colpirlo allo stomaco. Ginny resse il figlio e Olivander attraversò il bancone con aria decisamente colpita.
- Lo sapevo che mi avresti stupito! Lo sapevo! –
Lo sguardo interrogativo della madre fù liquidato dal costruttore di bacchette con uno stizzito sventolio della mano.
- Prendi quella bacchetta, figliuolo. Prendila e agitala. –
Albus riprese la bacchetta che gli si era letteralmente fiondata contro e l’ammirò con occhi rapiti. Era scura e lunga, finemente intarsiata. Albus la fece roteare con un nodo in gola mentre continuava a tenere gli occhi incollati sulla punta della bacchetta. Subito dopo averla mossa uno scintillio dorato scaturì dalla punta, disegnando un cerchio brillante che roteava sopra di lui come una piccola aureola.
- 16 pollici, Canna di Palude… crine di Thestral, flessibile. –
Alle parole di Olivander Ginny trasalì.
- Crine di Thestral? - Lo ripetè quasi come se la voce non fosse sua. Gli occhi di Lily rimasero incollati sul cerchio dorato con bramosia palpabile.
- Oh si. –
Olivander sembrava divertito mentre Ginny già si tastava il petto sgomenta.
Fù l’ingresso di Harry a farla sospirare sonoramente.
- Harry! Harry… la bacchetta di Al! –
Harry che reggeva già una busta carica di libri e un’altra ricca di oggetti come provette, bilancini e piume era accompagnato da Hermione e altri due ragazzini:
- Hugo! –
Lily corse in contro al cugino che già le veniva addosso.
- Rose ha detto che mi lascerà la sua bacchetta di ramoscello! –
- Quello sciocco di James ha rotto quella di Al! Adesso la mia ha il magiscotch! –
Rose scoccò uno sguardo decisamente duro al cugino al suo fianco. Hermione venne avanti con occhi sbarrati. – Ginny ho saputo cos’ha combinato…Oh cielo! Ma allora è vero! –
Il fantasma di Olivander si stava schiarendo, inutilmente, la gola fissando tutti mentre lievitava.
- Beh? Non è certo la testa di porco. Se dovete comprare bacchette bene! –
- Ma quando… insomma? –
- Due anni fa –
Hermione continuò ad osservare Olivander sconvolta mentre Harry affiancava Ginny.
- Cos’ha la bacchetta di Al? –
- Crine di Thestral! –
Anche James si fiondò in avanti per scrutare, con aria bramosa, la bacchetta del fratello.
- Ma è grandioso, Al! –
La voce di Rose si alzò sopra il silenzio innaturale di Harry, Ginny ed Hermione.
- Grandioso. –
Fece eco James.
- La bacchetta di Sambuco… - prima che Rose finisse Hermione le aveva già fatto una stramba smorfia di ammonimento che la zittì.
Harry allargò ben presto un sorriso.
- È una gran bella bacchetta Al! Davvero! –
Né Ginny né Hermione sembravano dello stesso avviso o, per lo meno, sembrava che qualcosa non le convincesse.
Albus mostrò più e più volte la sua bacchetta a Rose mentre la brandiva completamente ipnotizzato dalla sua struttura.
Ben presto Hermione smise di tenere a bada Hugo e Lily e si rivolse, a sua volta, ad Olivander con tono decisamente troppo referenziale.
- Allora, signore, ecco, anche Rosie dovrebbe… -
- Suvvia. Non ti rimprovererò certo per esser mancata al mio funerale. –
Non fù necessario che Olivander lievitasse altrove perché Rose stava già agitando la bacchetta di frassino e anima di corda di coda di Drago per far alzare dal suolo una piccola pila di fogli.
- Oh beh, ha fatto tutto da sola! –
Borbottando Olivander mostrò nuovamente il suo sorriso sdentato mentre si rivolgeva a James.
- Allora? Come và con la tua bacchetta? Anima di dente di basilisco… -
Anche James sorrise.
- Oh, signore. Và davvero alla grande. Ci farò grandi cose, con quella bacchetta! –
E nel suo sorriso, Ginny lo aveva capito, si celava un velo di ironia che la trafisse all’istante.
   
 
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