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Autore: Rosmary    09/07/2012    10 recensioni
È la Vigilia di Natale del 1996. Voldemort è sempre più potente e l'Ordine della Fenice deve agire.
Tutti sono coinvolti in questa guerra, anche i più giovani, costretti a vivere immersi in paure, preoccupazioni e compiti gravosi. Eppure vi sarà sempre qualcuno pronto a sorridere e a vivere, e allo stesso tempo vi sarà anche qualcuno pronto a spegnere quei sorrisi e quella vitalità.
Indirizza lo sguardo su Hermione «Ti accompagno a casa?»
«No, papà. Lo faccio io» Tutti si voltano verso Fred.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mangiamorte | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Un uomo passeggia assieme alla sua bambina lungo un vialetto alberato. La bambina stringe al petto una bambola, ha un cappellino in lana rosso ed un cappottino del medesimo colore. Ai piedi delle calde scarpine nere. I capelli biondi si scuotono con allegria ad ogni saltello della piccola. Il padre, appena dietro di lei, l’osserva sorridente.

«Papà! Una fata, guarda!» L’indice della bimba indica un'ombra presente sul terreno, un’ombra che pare avere sembianze femminili, lunghi capelli ed una veste scossa dal vento.

Il padre indugia sull’immagine mostratale dalle figlia, sorridendo bonario «Non è una fata, Lizzie, è solo l’ombra di una signora!»

S’imbroncia la bambina, continuando ad additare l’ombra «No, è una fata! Guarda, papà! Guarda!»

La destra dell’uomo carezza il capo di Lizzie, senz’altro aggiungere. È ormai abitudine che la bambina dia della fata ad ogni ombra femminile «Andiamo?»

«No. Voglio conoscere la fata!»

«Vuoi conoscere la fata?» Una voce stridula s’intromette. L’uomo e la bambina non hanno neanche il tempo di prestare attenzione alla sconosciuta figura, poiché uno strano fascio di luce verde colpisce prima l’adulto e poi Lizzie.


 

****



«Cosa ci fa lui qui?» L’indice destro di Hermione addita George.

«Ci fa compagnia!»

«Tranquilla, Hermione. Non vi darò alcun fastidio!»

«Oh, certo! Bella battuta, George, davvero» Le braccia si portano conserte al petto. I gemelli l’osservano con sopracciglia inarcate.

«Vogliamo restare qui a discutere o preferisci fare qualcosa di costruttivo?»

Rifila un’occhiataccia a Fred, indossando il cappotto «Sei un idiota, questo ricordalo sempre»

«Siamo vorrai dire»

Inarca le sopracciglia la strega, avvicinandosi a Fred «No. Sei è il verbo giusto» Conclude con un sorriso di scherno, facendo sghignazzare George.

«Amo quella ragazza!»

«Allora dichiarati e prenditela» Fred, contrariato.


 

****



«Vernon»

La voce tremula di Petunia Evans in Dursley richiama l’attenzione del marito. È accomodata sul divanetto dinanzi alla televisione. La postura rigida e nervosa. Il volto contratto in un’espressione angosciata.

«Cosa c’è?» Il marito è ormai dietro di lei, il giornale alla mano e l’espressione nervosa ed un po’ tonta stampata in volto. Petunia non gli risponde, si limita a puntare il telecomando verso la televisione, aumentando il volume del sonoro.

Scotland Yard non ha rilasciato dichiarazioni. La serie di omicidi privi di apparenti movimenti e connessioni induce a credere che vi sia un Serial Killer in circolazione. Nell’ultima settimana sono stati rinvenuti dodici cadaveri. Con l’omicidio di Edward Lison e sua figlia Elizabeth Lison, di soli sei anni, il numero dei decessi sale a quattordici. Le autorità locali consig…

L’indice grassoccio di Vernon si è avventato con foga sul tasto rosso che spegne l’apparecchio. La fronte madida di sudore, nonostante la bassa temperatura, esterna alla perfezione lo stato d’animo dell’uomo.

«Non guardare questa robaccia» Un sibilo a denti stretti, lasciando Petunia nello sconforto più totale. Continua, lei, a fissare lo schermo vacante della televisione, laddove solo pochi istanti prima una giornalista documentava gli ultimi accadimenti.


 

****



Tre ragazzi compaiono dal nulla in uno dei sobborghi di Londra. Il vialetto scelto è abbastanza isolato, soprattutto considerando l’orario mattutino e la giornata particolare. Tutti indossano un cappotto, sciarpa e guanti. Solo la ragazza ha preferito indossare anche il cappello.

«Così nascondi quel cespuglio!» Il commento lusinghiero di Fred.

«Bisognerà procurarti un passamontagna, allora. Altrimenti non puoi coprire quella brutta faccia» La risposta simpatica di Hermione.

«Ma chi me l’ha fatto fare?» George, in versione lagna del mattino.

«Possiamo concentrarci sul nostro compito? Vi ricordo che abbiamo poco tempo. Mia zia alle dieci del mattino, cascasse il mondo, va in Chiesa»

«D’accordo, placati! Abbiamo tempo!»

«Dopo vorrei assaggiare il cappinino

Hermione e Fred sono costretti a voltarsi verso l’allegro George. Sorride incerta la ragazza «Il cappinino
«Sì! Papà dice che è buonissimo!» Sognante, avanza celere assieme ai due.

«Ma non esiste un cappinino» L’asserisce quasi con dolcezza, temendo di poterlo deludere. Incrocia lo sguardo di Fred, cercando appoggio. Ma Fred inarca le sopracciglia, stringendosi nelle spalle.

«Ma certo che esiste!» Si volta verso Fred «Lo volevi assaggiare anche tu. Quello con il latte e la roba marrone dentro»

«Ah sì! Ho capito!»

«Anche io!» Ridacchia Hermione, scuotendo il capo «Ma non si chiama così! Si chiama…»

«…Cappulino! Si chiama cappulino

«Vero, Fred! Cappulino!» Gratta il capo, voltandosi verso una ridacchiante Hermione «Cosa c’è?»

«Oh, niente! Dopo lo compriamo! Ordinate voi, eh!»

«Certo!»

«Bene! Entriamo in un bar ed ordinate il cappulino

E mentre i gemelli annuiscono contenti, Hermione trattiene l’istinto di sfregare le mani. Finalmente sarà lei a fare uno scherzo ai famigerati gemelli Weasley.


 

****



«Alastor, eccoti»

«Cosa c’è?»

«Ted Tonks» Il tono di Kingsley cala maggiormente «Gli hanno teso un agguato questa mattina»

«Come sta?»

«A parte una gamba rotta, bene»

L’occhio magico di Moody analizza il volto angosciato dell’amico «C’è altro?»

«Hestia Jones è intervenuta»

«Morta?»

«Rapita»

I due uomini si scambiano un semplice sguardo. Malocchio non tradisce emozione alcuna, nonostante la rabbia crescente. Kingsley s’allontana celermente, fingendo indifferenza, disperdendosi lungo i corridoi dell’edificio Ministeriale.


 

****



Hermione, Fred e George riescono in poco tempo a porre sotto protezione la casa degli zii della ragazza. Questa volta gli incanti sono stati eseguiti da Fred, mentre gli altri due hanno osservato vigili il contesto. Rinfrancati dalla manifesta semplicità del compito, si sono avviati ad un caffè della zona. Uno di quelli con tavolinetti graziosi all’interno, personale gradevole e gentile ed ambiente caldo. Si sono accomodati, sbottonando i cappotti e mettendo via guardi, sciarpe e cappello. Fred ed Hermione, seduti l’uno accanto all’altra, danno le spalle alla porta d’ingresso al locale, accomodato di fronte a loro vi è George, aria allegra ed incuriosita, adocchiando ogni dettaglio di quel mondo così simile al proprio. La medesima espressione è dipinta sul viso di Fred.

«Tonks ha ragione, questi Babbani sono proprio puliti!»

S’acciglia Hermione «La pulizia non è una caratteristica relativa ad un genere o ad un…»

«Granger, risparmiaci!» L’interruzione di Fred «Ahi!»

«Cos’hai fatto?»

«Io niente! Questa matta mi ha pestato un piede!»

Sogghigna George, osservando un’Hermione più che soddisfatta «Inizio a capire perché Ron ed Harry fanno tutto quel che vuoi!»

«Lo prendo come un complimento» Li guarda, sorridendo allegra «Non ordinate?»

«Certo, certo!» George attira l’attenzione di una cameriera, lanciando poi uno sguardo d’intesa al gemello «Salve, vorremmo ordinare»

«Se volete posso portarvi il menù»

«No, grazie. Abbiamo già scelto! Prendiamo tre cappulini

E se George annuisce all’ordinazione del fratello e la cameriera sgrana gli occhi confusa, Hermione scoppia in una sonora risata, catturando l’attenzione dei tre.

«Ehm… Hermione?» George e la sua perplessità.

«Scusi, in genere ha anche momenti di normalità. Ci porti i tre cappulini comunque»

«Cappu… cappu… lini!» Ride ancora Hermione, costringendo la cameriera a mordere il labbro inferiore, al fine di non imitarla.

«Ecco… forse è una specialità tipica di qualche altro caffè» Appare visibilmente imbarazzata la cameriera «Ma qui non abbiamo cappulini. Non so neanche cosa siano»

«Oh» I gemelli all’unisono.

«Ha ragione, ci scusi» Hermione riemerge dalla sua crisi «In alternativa, ci porti tre cappuccini»

«Oh» Nuovamente i gemelli.

«Arrivano subito, signorina»

«Ci hai preso in giro!» L’indice di George addita il volto della strega.

«Questa la paghi, Granger!» Fred e la sua espressione offesa.

«Ma ragazzi…» S’interrompe, sorridendo sghemba «…Era solo uno scherzo. Come piacciono a voi!»

«Ah, sì?! Uno scherzo. E brava la Granger, ora fa anche gli scherzi!»

«Qualcosa in contrario, Fred?»

«No. Dopotutto sei consapevole d’aver appena dichiarato guerra ai gemelli Weasley!»

«PROTEGO»

S’avverte un frastuono: bicchieri infranti, urla e l’incanto di difesa di George a sovrastare il resto. Hermione e Fred, d’istinto, impugnano le bacchette, alzandosi in piedi e raggiungendo un George già in prima linea. Le tre bacchette levate contro tre figure incappucciate.

«Bene, bene. Abbiamo compagnia» Una voce strascicata viene emessa da uno dei tre Mangiamorte. I presenti all’interno del locale, maghi a parte, sono rintanati sotto i tavoli o incastrati in qualche angolo. Il bancone è scomparso, esploso non appena i tre hanno messo piede nel caffè «Giochiamo, vi va?»

«BOMBARDA»

«PROTEGO»

Questa volta è Hermione a contrapporsi al nemico. Il suo incanto riesce a fare da scudo, e la strega starebbe per attaccare a sua volta, peccato che una mano l’afferri con decisione, tirandola via, allontanandola dallo scontro «Vattene» Le ultime parole di Fred, prima di gettarsi nella mischia assieme al gemello. In quel piccolo locale iniziano a volare maledizioni ed incanti di ogni tipo. I pochi Babbani presenti non fanno altro che tremare dalla paura o, più semplicemente, svenire. I gemelli contrastano le figure incappucciate. I movimenti di entrambi sono in straordinaria sintonia, come mossi da un unico burattinaio. Hermione in quei pochi attimi, incapace di stare in disparte, tenta di difendere dai colpi bene assestati dei tre Mangiamorte tutti gli innocenti, per poi calarsi anche lei nello scontro, combattendo al fianco dei due ragazzi. Le sensazioni provate sono le più disparate. Il buio è ebro d’adrenalina, d’eccitazione. Uccidere è per quelle tre figure un’azione sublime, che riesce ad appagare i sensi. La luce, al contrario, è caratterizzata dall’angoscia, dalla paura, dalla preoccupazione e da una cieca rabbia.

«CRUCIO»

«REDUCTO»

La maledizione di Gibbon si scontra con l’incanto esplosivo di Fred. Un Fred infuriato, senza controllo. Immaginare George preda della Maledizione Cruciatus gli ha fatto perdere il senno; una furia fatale, poiché l’incanto è tanto forte da riuscire a contrastare la maledizione del Mangiamorte, provocando un’esplosione che distrugge la metà del locale in cui erano collocati i tre loschi figuri, i quali riescono a salvarsi solo grazie ad una repentina smaterializzazione. In pochi secondi il caffè cala nel silenzio, eccezion fatta per i respiri affannosi dei sopravvissuti. All’esterno del luogo può già intravedersi un certo movimento, la polizia Babbana è stata avvertita dell’assalto.

«Fred» La destra di George s’adagia sulla spalla del gemello «Stai bene?» Lo sguardo chiaro vaga sul volto e sul corpo di Fred, come ad assicurarsi che non vi sia nessun pezzo mancante. Il tono arrochito dallo sforzo ed il respiro affannoso.

«Sì» Ansima a sua volta, rivolgendo un’occhiataccia ad una tremante Hermione «Cosa ti avevo detto? Eh? Cosa ti avevo detto?»

«Calmati, Fred. Come faceva ad andare via?»

«Poteva smaterializzarsi»

«Non so farlo» Esplode la ragazza, lasciando che delle lacrime righino il suo viso «E poi una bacchetta in più fa sempre comodo»

La destra di Fred passa fra le proprie fila. George si guarda intorno, adocchiando i danni ed i vari presenti che ora li guardano allibiti «Dobbiamo modificare la memoria a tutti»


 

****



«Mamma, sono tornati!»

Molly, alle parole della figlia, si apre in un sorriso. Trascura la tavola d’apparecchiare per il pranzo, precipitandosi alla porta d’ingresso «Ragazzi!» Ma l’entusiasmo si smorza non appena nota la sola presenza di George, il quale, a dirla tutta, non è in perfetta forma se si considerano qualche graffio sul volto ed i vestiti sporchi e sgualciti «Cos’è successo? Dov’è Fred?»

«Ѐ rimasto con Hermione» Sorride in direzione della madre «Madre, cos’è quella faccia?!» Si esprime con la consueta ironia, peccato che né la madre né la sorella gradiscano lo scherzo.

«George, ma cosa è successo?»

Si volta verso Ginny, carezzandole il capo, per poi esprimersi con estrema nonchalance «Una visitina dei Mangiamorte»

«COSA?»

Ma lui sorride sghembo, avviandosi verso la cucina «Cos’hai cucinato? Ho una fame!»


 

****



«Brucerà un po’ »

«Fosse per me, un po’ d’acqua e via»

L’ironia di Fred fa sorridere Hermione. Lui accomodato sul letto, e la ragazza in piedi, dinanzi a lui, trafficando con dell’ovatta e del disinfettante, curandogli una ferita non molto profonda alla base del collo. Entrambi con indosso ancora gli abiti sgualciti e sporchi, e l’aria trasandata dovuta allo scontro.

«Perché non vai a casa?»

«Non ricominciare. Ne abbiamo già discusso»

Sbuffa lei, contrariata «So difendermi benissimo da sola, e poi qui sono al sicuro»

«Niente da fare. Resto con te»

«Certo che sei testardo» Mette via l’ovatta, facendogli cenno d’alzarsi.

«Tu non sei da meno. Poi vedrò se fermarmi qui anche stanotte»

«Cosa?» Un rossore involontario invade le gote della ragazza, la quale distoglie lo sguardo, avvicinandosi al proprio guardaroba. Fred si limita a sghignazzare, avviandosi al bagno indicatogli dalla strega, con alla mano dei vestiti presi in prestito da un negozio Babbano. Non è colpa di Fred e George se quel negozio ha osato non aprire il ventisei Dicembre.

   
 
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