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Autore: Fenrir_23    10/07/2012    8 recensioni
Sasuke e Itachi sono due fratelli con un legame particolare, fin da piccoli attaccati in modo morboso l'uno all'altro. Scopriranno di provare un sentimento "scomodo" e difficile da accettare, ma così forte da non poter essere ignorato ...
“Davvero provi qualcosa per me?” Chiese il minore, dimenticando la vergogna, solo impaziente di sapere. “Veramente te ne sei andato perché avevi paura dei tuoi sentimenti?”
“Sasuke …”
“Rispondimi, Itachi!”
(ITASASU)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Itachi, Sasuke Uchiha
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessun contesto
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Subito dopo la morte di Fugaku, le cose si erano susseguite velocemente per Itachi e Sasuke. Col passare degli anni il più piccolo aveva quasi completamente dimenticato quel periodo nel quale tutta la famiglia si era chiusa in un profondo lutto per quella perdita: Sasuke crescendo era riuscito solo a conservare qualche fugace ricordo, qualche immagine sfocata, e il dolore della perdita - che ai tempi non era riuscito a comprendere - col passare degli anni si era trasformato in una sensazione astratta, qualcosa misto fra la malinconia e il senso di vuoto, di mancanza di qualcosa; dell’affetto di una figura paterna.
Per Itachi invece le cose erano diverse. Lui ricordava bene i pianti di Sasuke e i momenti di depressione più cupa di Mikoto dopo la morte del padre, e ricordava nitidamente anche le proprie di sensazioni.
Dopo il momento in cui sua madre gli aveva detto che Fugaku non sarebbe mai più tornato non si era effettivamente reso subito conto della cosa, e il dolore per la sua perdita si era fatto sentire solo dopo, facendosi sempre più intenso con il passare dei giorni, fino a quando lui aveva imparato ad accettarlo e farsene una ragione. Era sempre andato molto più d'accordo con la madre, ma nonostante tutto nei confronti di Fugaku aveva sempre avvertito quel sentimento di protezione di cui ha bisogno un bambino, e vederlo sparire così, da un giorno all'altro, gli aveva creato un vuoto interiore che inizialmente non aveva creduto di riuscire a colmare.
Poi con il passare degli anni Fugaku era diventato un ricordo dell'infanzia di Itachi, qualcosa di lontano; non più doloroso come all’inizio, solo malinconico, triste e anche un po' piacevole.
 
 
 
"Niisan!"
Itachi aprì gli occhi di colpo, ricordandosi solo in quel momento di essersi perso nei suoi pensieri mentre si trovava sotto il gazebo in giardino, in quella giornata già calda di primavera inoltrata.
Guardando davanti a sé vide la figura di Sasuke e, prima di ricordargli che avrebbe dovuto essere ancora a letto a riposarsi, s’irrigidì un po', ripensando al desiderio di baciarlo che aveva avvertito prima, quando erano ancora nella sua stanza.
"Otouto, cosa fai qui?" Gli chiese, soffermandosi ad osservarlo. Sasuke portava una maglietta a maniche corte larga – Itachi notò subito che si trattava di una delle sue – e dei pantaloncini lunghi fino alle ginocchia. Insomma, quell'abbigliamento non aveva nulla di particolare, e Itachi senza nemmeno accorgersene spalancò gli occhi quando si ritrovò a pensare, senza un particolare motivo, che Sasuke in quel momento era tremendamente carino.
Si sentì quasi un pervertito a fare simili pensieri, e l'espressione con cui il fratellino lo guardò - chiedendogli come mai si ostinasse ad ignorarlo – non lo aiutò a mantenere il controllo di se stesso. Poi però la voglia di non deluderlo riuscì a prevalere su quei sentimenti così forti, e allora Itachi gli sorrise dolcemente come faceva di solito, pronto ad ascoltarlo.
"Volevo chiederti se ... ti va di allenarci un po' insieme, niisan ..."
"No otouto.”Affermò, deciso.”Sei tutto pieno di lividi, ti farei male ... la prossima volta, dai."
Sasuke mise subito il suo solito broncio, guardando il fratello di sottecchi.
"Se mi attaccasse di nuovo Kimura non saprei difendermi ... sono una cintura blu di Karate e non so nemmeno combattere contro dei tizi del genere!" Poi aggiunse, provocatorio. "E tu, anche se frequentiamo la stessa palestra e hai già il secondo Dan della cintura nera, tu non mi alleni mai!"
Itachi a quelle parole sbuffò rassegnato, consapevole di non poter negare nulla di quello che gli aveva rinfacciato Sasuke. Spesso finiva involontariamente per trascurarlo, troppo concentrato sui propri studi, sui propri allenamenti e in generale su se stesso; sempre in cerca di superare i suoi limiti. Guardandolo negli occhi non riuscì a evitare di sentirsi tremendamente in colpa, e rimase lì in quel modo per alcuni minuti, indeciso sul da farsi.
"Va bene ..."Acconsentì infine."Alleniamoci insieme."
Non gli sfuggì l'espressione trionfante del fratello, e gli fu impossibile trattenere un sorriso dolce.
"Andiamo a mettere i Kimoni."
Sasuke annuì senza lamentarsi; perché sapeva che suo fratello era abbastanza fissato, e anche un po' ottuso, quando si trattava di quel tipo di cose; per lui era impossibile iniziare un allenamento senza Kimono, anche se faceva un caldo tremendo.
Dopo essersi cambiati tornarono in giardino, disponendosi uno di fronte all'altro, pronti per l'allenamento.
"Riscaldiamoci un po', otouto, non voglio che ti prendi uno strappo."
Per prima cosa fecero un po' di giri di corsa intorno alla casa, e poi eseguirono vari esercizi per scaldare i muscoli di tutto il corpo: spalle, collo, braccia, mani, addominali e gambe. Itachi evitò intenzionalmente gli esercizi di coppia per evitare di finire troppo a stretto contatto con suo fratello, già preoccupato al pensiero di come l'avrebbe dovuto toccare durante il combattimento.
Una volta concluso con il riscaldamento si misero nuovamente uno di fronte all'altro, guardandosi negli occhi; Sasuke fu subito in posizione d’attacco, pronto per iniziare, ma Itachi si affrettò a ricordargli che prima di un combattimento il saluto era d'obbligo.
Allora entrambi inclinarono il busto leggermente.
"Oss!"
Il più piccolo attaccò subito, cercando di colpire suo fratello allo stomaco con un calcio che Itachi parò senza nessuna fatica, rischiando di far perdere l'equilibrio a Sasuke per poi portarsi dietro di lui con una mossa veloce, aspettando più del dovuto per far finta di colpirlo. Il maggiore notò subito la foga con cui stava combattendo l’altro, e quando lui lo attaccò con l'ennesimo calcio – tutt'altro che controllato come avrebbe dovuto essere – Itachi si affrettò ad afferrare la sua gamba, facendogli perdere l'equilibrio ed evitando che cadesse all'indietro solo perché si preoccupò di afferrarlo per il kimono.
Sasuke si liberò con un gesto stizzito.
"Non devi andarci piano con me solo perché sono una cintura blu! Lo dici anche tu che quella serve solo per tenere su i pantaloni!"
"Otouto, non è questo il punto..."
Ripresero a combattere: Itachi schivava i colpi di Sasuke senza nessuna difficoltà, evitando intenzionalmente di colpirlo, per stare al gioco, ma s’indispettì quando lui prese ad attaccarlo con una certa rabbia, quasi furioso. Allora il fratello maggiore afferrò il più piccolo per le spalle, portando la propria gamba destra dietro la stessa di Sasuke, e accompagnandolo a terra con decisione ma delicatezza; il tutto in pochi secondi.
L'altro si aggrappò alle spalle del fratello con forza, e finì per fargli perdere l'equilibrio: si ritrovarono così uno sopra l'altro, a fissarsi negli occhi.
Sasuke si stupì della chiarezza con cui formulò il desiderio di essere baciato da Itachi, e chiuse gli occhi istintivamente, come aspettando quel momento; per riaprirli poi di scatto quando percepì la presenza dell’altro che si allontanava senza nessuna spiegazione.
Allora lo chiamò più volte, ma fu solamente ignorato, e tutto quello che poté fare fu la fissare la schiena forte di suo fratello che si allontanava.
                                                                                                                              
 
 
 
 
Itachi rimase chiuso nella sua stanza per tutto il resto del giorno, utilizzando la scusa dello studio per non scendere nemmeno a cena.
Era sconvolto dall'impulso di baciare Sasuke che aveva provato più forte che mai mentre si allenavano, e aveva paura che quella sensazione si sarebbe fatta sentire nuovamente, nel rivederlo.
Allo stesso tempo era arrabbiato con se stesso, continuando a ripetersi che un fratello maggiore non avrebbe mai dovuto provare sentimenti simili nei confronti del fratellino più piccolo, così puro ed innocente.
Scacciò quel tipo di pensieri con forza, cercando di rimettersi a studiare, per poi essere interrotto poco dopo da qualcuno che bussava alla sua porta.
"Chi è?" Chiese.
"Niisan, sono io ..."
Quando sentì la voce un po' lamentosa e triste di Sasuke fu travolto dall'impulso di aprirgli e basta, abbandonando gli stupidi complessi sui cui aveva riflettuto per tutto il giorno, ma prima di farlo esitò un attimo. Poi si alzò con lentezza dal letto, andando ad aprire la porta.
"Vorrei parlarti, niisan. Perchè continui a schivarmi?"
"Ora non ho voglia Sasuke, sono stanco." Si sentì subito immensamente in colpa per il tono freddo che aveva adoperato, ma lo stesso non riuscì a correggersi, e finì anzi per risultare ancora più distaccato.
"Ora vattene, devo studiare."
Lo guardò mentre si allontanava, abbattuto, e quando lui arrivò a metà corridoio non riuscì a resistere all'impulso di seguirlo per scusarsi. Lo afferrò per un polso, rimanendo un po' stupito quando lui tentò di liberarsi da quella stretta con un gesto brusco.
"Lasciami!" Gli sbraitò contro Sasuke, arrabbiato, senza guardarlo negli occhi. "Prima mi scacci e poi mi cerchi, non sono il tuo giocattolino!"
"Scusa, hai ragione." Gli rispose Itachi, obbligandolo a girarsi. "Non volevo mandarti via in quel modo, è che sono davvero ... stanco."
Sapeva di essere riuscito a stento a fermare Sasuke per scusarsi, e aveva il terrore che un giorno i suoi sentimenti potessero diventare talmente forti da impedirgli di avvicinarsi a lui; così finì per stringerlo a sé, preso dal bisogno di sentirselo vicino.
Non voleva rischiare di allontanarsi da lui e causargli dolore solo per colpa di quei sentimenti, ma si conosceva abbastanza da avere paura di farlo.
“Niisan … mi fai male …” Gli fece notare Sasuke, mentre lui lo stringeva ancora con più forza. “Mi fanno male tutti i lividi, niisan …” Continuò il minore, con un tono lamentoso che fece un po’ insospettire Itachi: non metteva in dubbio che suo fratello potesse provare un po’ di dolore a causa dei colpi che aveva ricevuto quel giorno, ma quel suo modo di fare gli faceva pensare che volesse approfittarne anche per ricevere un po’ di attenzioni.
“Mettiamo un po’ di pomata?”Gli chiese, sfiorandogli una guancia. L’altro si limitò ad annuire pacatamente, nascondendo il viso contro il suo petto. Itachi si staccò da Sasuke con delicatezza, invitandolo ad andare in camera mentre lui avrebbe preso la pomata per le contusioni.
Al ritorno lo trovò seduto sul letto mentre faceva dondolare le gambe con impazienza, e non poté evitare di sorridere notando la sua espressione un po’ imbronciata, che lasciava intravedere la parte infantile ancora ben ancorata in lui. Dopotutto Sasuke aveva solo quattordici anni.
“Dove ti fa male?”Gli chiese pazientemente.
“I lividi …”
“Togli la maglietta …” Si stupì della calma con cui fece quella richiesta, e della facilità con cui – nonostante quello che era successo proprio quel giorno – riuscì a scacciare dalla testa certi pensieri. Dopotutto anche se i suoi sentimenti forse stavano cambiando, il loro rapporto di base rimaneva sempre lo stesso.
Sasuke si sdraiò con la schiena rivolta verso l’alto, e Itachi fu travolto da un’ondata di rabbia nel vedere che i lividi si erano gonfiati in modo evidente, assumendo una brutta colorazione violacea. Non aveva mai picchiato nessuno, ma nonostante la sua indole calma era sicuro che, se in quel momento si fosse trovato davanti agli occhi Kimura, le cose sarebbero finite davvero male.
Dopo aver preso un po’di pomata appoggiò i polpastrelli della mano sulla schiena del fratello, andando a massaggiare uno dei tanti lividi.
La rabbia nei confronti dell’ex compagno di classe che aveva ridotto suo fratello in quel modo gli impedì di percepire di nuovo la voglia di toccare suo fratello in un modo che nemmeno avrebbe dovuto passargli per la mente, e si sentì sollevato quando – anche dopo che essa si sostituì ad un senso di tranquillità e dolcezza – continuò a toccarlo senza essere travolto in modo troppo forte dai suoi nuovi sentimenti.
“Va un po’ meglio così?” Chiese, con gentilezza.
Sasuke gli rispose con un lieve cenno del capo, voltando il viso verso di lui per guardarlo con i suoi occhi neri. In verità i lividi non gli facevano poi così male, il dolore era fastidioso ma sopportabile, però aveva voluto approfittarne per ricevere attenzioni dal fratello, perché in quella giornata Itachi si era comportato in modo strano.
Pensò di chiedergli delle spiegazioni approfondite, ma un’ondata di sonno e stanchezza lo convinse subito a rimandare la discussione al giorno dopo.
Si accorse che ora Itachi aveva preso ad accarezzargli i capelli distrattamente, come faceva di solito per rilassarsi, e istintivamente si rannicchiò contro di lui, sentendo il bisogno di averlo vicino. Per non sembrare troppo infantile di solito preferiva non chiedergli esplicitamente di rimanere a dormire con lui, e si stupì un po’ per la facilità con cui formulò quella richiesta, senza quasi accorgersene.
“Niisan … resti qui con me stanotte?”
Lo sentì irrigidirsi, e per un attimo ebbe paura di un rifiuto secco, per questo quando lui invece gli rispose con un “Va bene, ma prima mettiti il pigiama, vai in bagno e lavati i denti.” Sasuke faticò a trattenere un sorriso.
 
 
 
 
 
 
Capitolo 3 XD
Itachi è un gran complessato, anche nel manga con motivazioni diverse, non trovate?XD
Mi sta piacendo davvero scrivere questa fiction, e spero tanto che voi gradiate … questa volta vi lascio con una piccola anteprima del capitolo quattro:
 
Si convinse che la sua confusione sentimentale doveva essere per forza dovuta al non avere mai avuto una storia d’amore con una ragazza – nonostante le innumerevoli proposte di fidanzamento – se non qualche tentativo di pochi giorni finito subito nel vuoto, e quasi senza rendersene conto, mentre continuava a pensarci, salutò la sua vicina di posto con un sorriso più gentile del solito
 
Ci sentiamo il prossimo martedì ^^ grazie a chi commenta di solito e a chi commenterà ^^
 
   
 
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