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Autore: Clover GD    11/07/2012    6 recensioni
Storia cancellata e riscritta quasi completamente. Non vi piaceva com'era prima? Beh, non piaceva nemmeno a me, per cui l'ho riscritta e -si spera :)- migliorata.
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Seconda metà del 1800, un viaggio in Canada per Duncan ed una triste sorpresa per Courtney. Una convivenza forzata con Trent ed una nuova amicizia con Gwen.
Un'AU sui miei OTP, non cercate tracce di reality qui dentro.
Speranze -vane?- di non essere caduta nell'OOC.
Mi auguro che recensiate, sebbene conosciate già la trama, a grandi linee. Vi ricordo comunque che qualcosa è cambiato. Che sia tanto o poco, poi, dovete deciderlo voi :)
Mi riservo di poter aggiungere l'avvertimento Slash. Forse, ovviamente.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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E stavolta la beta è stata di nuovo Faithfully, che mi ha salvato la storia. Di nuovo.

Non ho davvero parole per dirti quanto mi faccia bene e quanto mi renda felice

tutto quello che stai facendo per me Sei una persona fantastica

Questo capitolo è per Giulia, alla quale ho promesso una storia qualche giorno fa in

uno stranissimo dialogo su Facebook. Ed io ho tradotto Homecoming dall'inglese al

greco antico. Già. Si intitola Καθόδος Οικάδε (kathòdos oikàde), e significa ritorno a casa.

Proprio come Homecoming. Oddiomio, lasciatemi perdere.

Annuncio una sfumatura di OOC (sempre che la mia amata beta non mi smentisca) nel dialogo

fra Gwen e Courtney, ma ne ho avuto bisogno.



REVIEWS MAKE CLOVER HAPPY :)



Ti ritroverò.

Erano passati due mesi e Trent non era ancora riuscito a buttare giù nemmeno il più inutile straccio di lettera.

Aveva afferrato una matita almeno sette volte nell'ultima mezz'ora, si era seduto davanti ad un foglio di carta di qualità scadente ma non era riuscito a cavare un ragno dal buco. O una parola dalla grafite, come dir si voglia.

Provava invidia, un'orribile e ingiusta invidia verso Duncan quando lo vedeva scrivere qualcosa a Courtney. Cosa avevano da dirsi? Come faceva quel cuore di pietra a trovare le parole più adatte da imprimere sulla carta per spedirle ad una donna?

Perché lui era crudele ma aveva una ragazza, mentre Trent era un animo buono ed era solo?

Quasi per rimarcare queste sue eterne domande e per amplificare la sua gelosia, in quel momento entrò un Duncan piuttosto scosso.

«Problemi?» si ritrovò a chiedere Trent.

Perché continuasse a parlare con Duncan era un mistero bello e buono.

«Sì, due: tu e i tuoi affaracci, che non ti fai mai.» sparò il moro. Era palesemente di cattivo umore, e Trent decise di non andare oltre per evitare di prendersi altri insulti. Non ne aveva bisogno.





Aveva confessato a Gwen di essere incinta, ma dopotutto non sarebbe riuscita a nasconderlo a nessuno. La sua vita e i suoi seni si ingrossavano e non c'erano scusanti se non il portare un bambino -o una bambina, chi l'avrebbe potuto dire?- dentro di sé.

Gwen aveva sbarrato gli occhi di liquirizia ed aveva tirato fuori la faccia più scandalizzata del suo repertorio.

«Ed ora?» chiese, con voce tremante.

«Non lo so, ma qualcosa mi inventerò.» rispose la castana.

Courtney non si sarebbe mai buttata giù, nemmeno davanti ad un ovvio problema come questo.

«Potremmo andare in Canada.» provò la mora. Inarcò le sopracciglia verso l'alto e tentò un'espressione incoraggiante, col solo risultato di un viso segnato dalla preoccupazione.

«Potrei venire con te.» sussurrò in seguito.

Courtney ingrandì le pupille aprendo le ciglia inverosimilmente.

«Non ho bisogno di te. Hai anche lasciato Trent, seriamente, restatene qui.»

La castana era orgogliosa. Era sempre stata orgogliosa fino al midollo e Gwen sapeva che avrebbe rifiutato questa sua offerta di accompagnarla. Non voleva di certo dire a Courtney che si era quasi pentita di aver lasciato Trent, aveva una dignità anche lei. Diamine.

«No, Court.»

Non aveva addotto alcuna spiegazione al suo diniego, ma l'altra sembrava averla presa abbastanza bene, visto che abbassò gli occhi e cercò con lo sguardo una borsa nella quale riporre qualche effetto personale per il viaggio.

«Resta qui.» sputò Courtney fra i denti.

Per sua sfortuna, però, Gwen era determinata al massimo. C'è da dire che da Chicago a Vancouver non era proprio una passeggiata col parasole, ma c'era in ballo molto.

Non era mai stato adatto a lei l'amore che tinge di rosa anche il più nero dei giorni, ma ricordava com'era stata dopo che aveva visto una ragazza mora e con gli occhi grigio piombo baciarlo a tradimento davanti a lei solo per far ingelosire un altro.

«Courtney, no.»

Intrapresero una lunga e difficile battaglia di sguardi, facendo cozzare le loro iridi scure senza che distogliessero l'una gli occhi dall'altra. In quei fili d'argento che legavano le loro pupille, c'era tutto. C'era tristezza e c'era determinazione, c'erano rimpianti e c'erano speranze. In quello che partiva da Gwen ed andava a Courtney c'era anche una richiesta silenziosa.

«Passami quella gonna.» disse la castana.

Gwen assottigliò gli occhi e distese le labbra in un mezzo sorriso.

Iniziarono a mettere le cose nella borsa da portarsi appresso, notando con contentezza quanto l'aria fosse meno carica di tensione, in quel momento.





Dieci ore di treno, questa era la durata del viaggio, o almeno così appresero alla stazione.

Comprarono i biglietti senza troppe esitazioni e si diressero verso il binario indicatogli dal capostazione, dal quale il mezzo sarebbe partito un'ora dopo. Si guardarono intorno alla banchina d'attesa per individuare i loro compagni di viaggio.

Notarono immediatamente due ragazzi, che avranno avuto pressoché la loro età, ad una decina di metri da loro. Lui, nonostante la sua aria da ragazzo serioso e rigido, non faceva altro che grattarsi la nuca coperta da una zazzera nera ed abbassare gli occhi, neri anche quelli, al suolo, mentre la ragazza agitava le braccia scuotendo la testa bionda e volgendo gli occhi blu da ogni parte. Le sue labbra si muovevano, ma a causa del chiasso che c'era, alimentato anche da tutti quelli che aspettavano il treno da quel binario, né Courtney né Gwen riuscirono a capire cosa stava dicendo. Le sopracciglia inarcate verso il basso, però, erano un chiaro segno che quello non era un discorso dolce, ma una discussione vera e propria.

Chissà perché stavano litigando.

Il rumore del treno in arrivo le destò dalla coltre scura di pensieri in cui erano affondate, così entrarono e presero i posti nello scompartimento il cui numero era scritto sul biglietto.

La coppia che avevano visto prima in stazione si sedette di fronte a loro, ma la situazione restò bloccata per un po'.

Nessuno dei quattro parlò per molti minuti.





Duncan si era alzato prima del solito, beccando di nuovo Trent abbracciato a lui.

«No, forse non hai capito.» quasi urlò quando disse queste parole scandendo bene ogni sillaba. L'altro ragazzo si destò di soprassalto spalancando gli occhi e ritrovandosi con le braccia attorno al corpo di Duncan.

«Non devi toccarmi. Non devi abbracciarmi nel sonno. Non devi dormire nel mio letto.» continuò con uno sguardo di ghiaccio.

«Posso sapere, allora, come mai non hai ancora tolto quelle... -fece un cenno alle proprie braccia- da te?» proclamò il moro in modo riprovevole.

Duncan ruotò il busto senza tuttavia sgusciare via dagli arti dell'altro finché non si trovò faccia a faccia con Trent. Si avvicinò ancora di più e per un attimo Trent temette di ritrovarsi nella stessa situazione di qualche mattina prima, quando Duncan aveva toccato il suo naso con il proprio. Ricordò la sensazione di sconforto che aveva provato e venne attraversato da un tremolio. Invece, Duncan accostò le labbra al collo del moro, per poi sussurrare ad un centimetro da esso

«E tu perché non ti sei ancora alzato e non ti sei scostato da me?»

Trent si girò repentinamente e si tirò in piedi velocemente, aprendo le braccia e posando i palmi sul petto di Duncan per allontanarlo in fretta.

Si riassettò i capelli con una nota d'isteria e si strusciò le mani sulla giacca del pigiama, per poi aprirla e togliersela.

«Che succede, sfigato, ti sei accorto di voler andare oltre i semplici contatti di naso?»

Trent lo guardò con odio e gli si riavvicinò gonfiando il petto nudo. Aveva pochi peli sul torace che sembravano decisamente piacevoli al tatto. Senza dare il minimo preavviso all'altro, andò a toccargli la fronte con la sua. Inarcò le sopracciglia verso l'attaccatura dei capelli e piantò le iridi rese più scure dalla rabbia e dalla frustrazione in quelle quasi trasparenti di Duncan.

«Smettila di darmi fastidio. Sei insopportabile, te l'hanno mai detto?»

Duncan rimase sorpreso da se stesso per l'insolita reazione che aveva appena avuto. Infatti, si era sentito la gola secca ed aveva avvertito un flusso di sangue maggiore del solito dirigersi verso le guance.

Ma non era attratto da Trent, o almeno di questo provò a convincersi.

Lui era innamorato di Courtney, ed era etero. Etero inconvertibile.





Passarono due ore, ma i quattro passeggeri rimasero in silenzio. In un imbarazzante silenzio, cosa che portò Gwen a diverse risatine isteriche e Courtney a chiedere all'altra a bassa voce se avesse con sé dei biscotti d'avena.

«Ottima scelta! Io amo i biscotti d'avena!» s'illuminò allora il ragazzo seduto di fronte a Gwen, suscitando un sussulto della ragazza in questione e beccandosi una gomitata nello stinco da quella che stava affianco a lui.

«Fa' silenzio, Capitan Piscina!»

Courtney sgranò gli occhi scuri: com'è che l'aveva chiamato?

Si dipinse in faccia un'espressione intelligente e si passò una mano sulla fronte.

«Oh, ma non ci siamo presentati, eppure dovremo trascorrere altre ore insieme!» tese il braccio verso i due, non sapendo bene se doverlo dirigere più verso l'uno piuttosto che verso l'altra.

«Courtney.»

Disse il suo nome con una nota esaltata.

«Gwen.» pronunciò indicando l'amica al suo fianco.

Il moro di fronte a loro spalancò gli occhi piacevolmente stupito da questo slancio, e replicò con un Brick a voce molto alta.

«E Jo.» aggiunse quella accanto a lui. Aveva gli occhi blu e severi, come quelli di un serioso generale pluridecorato dell'USN.

Gwen rilasciò l'ennesima risatina sconclusionata.

La bionda davanti a loro sembrava indisposta a parlare, ma Brick no e quindi la conversazione in cui tanto avevano sperato, per quanto basilare e poco attenta ai dettagli, ebbe inizio.

«Perché andate in Canada?» chiese lui ad un certo punto.

La situazione si bloccò, in quanto né Gwen né Courtney amavano dire i propri fatti a tutti.

Notando l'assenza di risposte, Brick prese la mano di Jo e la strinse.

«Noi ci concediamo un minimo di pausa dall'America. A volte non è male staccare.»

Non fece però in tempo a finire la frase che lei rimosse celermente la mano da quella di Brick e si voltò verso il finestrino, smorzando ogni speranza che il discorso venisse ripreso.





Quando arrivarono alla loro postazione di lavoro quella mattina, Trent e Duncan trovarono una sorpresa né sgradita né ben accetta.

Accanto alla scrivania di Duncan c'era una donna molto formosa e poco vestita, o almeno il proprietario della sedia notò questo. L'altro, invece, si accorse dello sguardo della donna: aveva due occhioni azzurri molto grandi che sprizzavano stupidità.

Se era una ragazza intelligente, allora era veramente brava a nasconderlo.

«Voi siete i nuovi architetti? Io sono Lindsay, sono stata assunta ieri da Chase perché vi aiutassi nel vostro lavoro!»

Enunciò queste parole di fretta, senza riprendere mai fiato. Trent si chiese se avesse mai avuto un'ipossia*.

«A dire il vero -continuò lei-, Chase non ha detto solo 'lavoro'. Ha detto scabro lavoro, ma al momento non so cosa significhi la prima parola, quindi...»

Ci misero un po' prima di capire che Chase era in realtà Chris: ci arrivarono solo quando sentirono le parole successive della bionda.

«Chase mi ha parlato di voi. Siete Dylan e Grant, giusto?»

Alzarono gli occhi al cielo non propriamente nello stesso momento, ma con un quarto di secondo di sfalsamento.

«Duncan e Trent.» puntualizzò quello con gli occhi verdi.

In quell'istante, entrò un'altra ragazza nello studio. Aveva i capelli rossi ed era molto graziosa. Soprattutto, aveva due occhi nocciola come due cavalli imbizzarriti: si muovevano velocemente, ansiosi di sapere e conoscere.

«Lindsay è qui?» chiese con una nota acuta di preoccupazione nella voce.

Dopo averla vista, si calmò.

«Duncan Nelson e Trent McCord? Piacere, sono Zoey, la seconda delle due assistenti.» proclamò tendendo loro il braccio. Trent le prese la mano e la strinse.

«Il piacere è mio. Io sono Trent e lui è Duncan.» disse, tanto per precisare chi fosse chi.

Zoey sorrise.

«Che strano, a prima vista avrei detto il contrario! Non è forte?» trillò la bionda lì accanto battendo le mani tra loro più volte.

Trent si passò le dita sulle tempie.

La situazione gli stava sfuggendo di mano.






***


A/N Non riesco a credere di essere in regola coi tempi. Sono esaltatissima, lo ammetto **

E, lo so, avevo detto che Court non sarebbe andata in Canada. Ma non ho detto che non ci avrebbe messo piede, bensì intendevo che non ci sarebbe andata da sola.

La tensione tra i due aumenta, non posso fare a meno di scrivere scenette pseudo-slash su di loro, è più forte di me! :DD

C'è un appunto importante su quella scena, ma lo scriverò negli spoilers, per chi non si vuole rovinare la sorpresa.

E poi cos'altro abbiamo? Ma loro, i nuovi arrivi: finalmente, eccovi Brick, Jo, Zoey e Lindsay, come avevate richiesto! Diciamo che mi sono divertita troppo a scrivere di Lindsay, è la mia paperotta ed è troppo divertente da descrivere :°D Zoey è un po' l'anima ragionevole della situazione, colei che farà rendere conto Trent e Duncan di una cosa.

Di Brick e Jo si sa ancora poco, ma vi assicuro che se ne saprà!

Vi chiedo umilmente perdono per la coltre di OOC che non sono riuscita a rimuovere dal primo dialogo fra Gwen e Courtney, se lo trovate estremamente sgradevole non esitate a dirmelo!

Ed ora ho una domanda: cosa ne pensate del femslash? Insomma, ormai ho deciso che *SPOILER SPOILER SPOILER* Trent e Duncan si baceranno, anche se vi ricordo che NON SARANNO INNAMORATI. Non ne scaturirà una storia slash, voglio solo provare a farli sbaciucchiare :33 Per questo la mia domanda è: volete che si bacino anche Gwen e Courtney? Ovviamente senza innamoramenti, come fra i Trencan ù.ù


PRECISAZIONI:

* - l'ipossia è la malattia di chi ha poco ossigeno che arriva al cervello. Lindsay, parlando velocemente senza prendere mai fiato, fa destare in Trent il sospetto che le possa venire :D

E questa la scrivo per Faith: no, tesoro, il fatto che Lindsay scambi il nome di Trent per Grant non è un caso xD


SPOILERS:

Zoey darà la spinta a Trent e Duncan perché accettino che sono l'uno il ragazzo eccezione dell'altro. Sapete cos'è un ragazzo eccezione? È una persona del sesso opposto dal quale si è attratti verso la quale comunque c'è attrazione. Attenzione, non amore, ma attrazione. Un po' come Santana e Sebastian, se seguite Glee xD


AVVISO:

Dunque, mi vedo costretta a comunicarvi che Mercoledì prossimo non potrò aggiornare, perché sarò in vacanza studio. Lo sarò anche la settimana dopo, ma per fortuna ho un fratello fantastico, Hidden Writer, che avrà il capitolo e le informazioni con cui postarlo. Comunque sia, mi piange il cuore, ma salterò una settimana nella tabella di marcia :(


CloClo :)

   
 
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