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Autore: Rosmary    13/07/2012    12 recensioni
È la Vigilia di Natale del 1996. Voldemort è sempre più potente e l'Ordine della Fenice deve agire.
Tutti sono coinvolti in questa guerra, anche i più giovani, costretti a vivere immersi in paure, preoccupazioni e compiti gravosi. Eppure vi sarà sempre qualcuno pronto a sorridere e a vivere, e allo stesso tempo vi sarà anche qualcuno pronto a spegnere quei sorrisi e quella vitalità.
Indirizza lo sguardo su Hermione «Ti accompagno a casa?»
«No, papà. Lo faccio io» Tutti si voltano verso Fred.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mangiamorte | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Il pranzo dei Granger è stato caratterizzato dall’inaspettata presenza di Fred. Deena e Stefan hanno rivolto più di una domanda al giovane, convinti che in realtà il legame tra Hermione e Fred sia ben diverso dall’amicizia. Logan ha pranzato in silenzio, accomodato di fronte la strega, non ha fatto altro che alternare lo sguardo irritato tra lei ed il mago. I Granger, invece, hanno accompagnato la conversazione con frasi oculate, camuffando abilmente l’ignoranza di Fred riguardo determinati usi ed oggetti Babbani.

«Quindi hai un gemello! Siete proprio uguali?»

«Sì, Signora. Siamo due gocce d’acqua!»

«Deve essere bello! E chiamami pure Deena!» A queste parole l’irritato Logan non può evitare di scoccare uno sguardo infastidito alla madre, esibendo un broncio degno di un bambino di due anni ed anche meno.

«Vi andrebbe della cioccolata calda?»

«Ottima idea, Jean! Ti aiuto!»

«Non dirlo neanche per scherzo» Jean ammonisce immediatamente le intenzioni di Deena, posando lo sguardo sulla figlia «Mi aiuta Hermione» Senz’altro aggiungere, congedandosi con un semplice sorriso, si sposta in cucina assieme alla strega, lasciando l’amica, Logan e Fred in salotto.

«La prepariamo anche a papà e Stefan?»

«Preparo io la cioccolata» Il tono meno cordiale, piuttosto serioso ed abbastanza duro. Chiude la porta della cucina, scrutando la figlia «Siediti»

«Ma mamma…»

«Ho detto siediti, Hermione»

«Come vuoi» Riluttante s’accomoda su una sedia a caso. Le mani tamburellano sulle ginocchia e le spalle sono incurvate in avanti. Lo sguardo vaga sul corpo della madre, evitando accuratamente il viso.

«Cos’è successo?»

«In che senso?»

«Hermione» Strabuzza gli occhi, portandosi vicino la figlia. Poggia il palmo destro sul tavolo, curvandosi verso la strega «Sarai anche estremamente intelligente, ma io sono nata prima di te» Le sopracciglia inarcate ed i lineamenti del volto tesi le donano un’aria sempre più severa «Cos’è successo? Perché Fred ha pranzato qui?»

Deglutisce la diciassettenne, conducendo lo sguardo sulle proprie dita tamburellanti «C’è…» Gli incisivi affondano nel labbro inferiore, temporeggiando «Abbiamo avuto un problema» Il tono mesto e titubante.

«Che genere di problema?»

«Niente di importante»

«Hermione, che genere di problema?»

Un brivido percorre il corpo della ragazza. Solleva il viso, trovando il coraggio d’incrociare lo sguardo della madre. I tratti del volto s’induriscono, assumendo un’espressione estremamente grave «Abbiamo rischiato d’essere scoperti» Lo sguardo scuro si costringe a non perdere il contatto «Temiamo d’essere stati visti da un mago, quindi sarebbe stata una pessima idea far smaterializzare Fred»

«Non dovete evitare d’essere visti solo dai Babbani?»

«Anche dai maghi. Soprattutto dai maghi» Sospira, proseguendo. Se deve mentire è bene farlo come si deve «Svolgiamo un compito segretissimo, lo sai. Quindi abbiamo convenuto che sarebbe stato meglio per Fred restare qui. È probabile che si fermi anche stanotte, così da non dover usare la smaterializzazione né questa sera, né domani»

Jean osserva la figlia, per un istante tacciono entrambe. La madre par soppesare la spiegazione. La figlia prega affinché l’altra non dubiti «Bene. Digli che se vuole può restare! Molly ti ha ospitata tante volte, per me è un piacere poter ricambiare!»

«Glielo dirò» Sorride, rilassandosi.


 

****



Il pranzo alla Tana è stato caratterizzato dalla tensione. George non ha potuto esimersi dal raccontare la vicenda e Molly non è riuscita ad evitare una strigliata al figlio, dando dell’incosciente a lui ed ai due assenti, egualmente colpevoli d’aver scelto di recarsi in un caffè Babbano. Harry e Ron si sono mostrati pienamente concordi con Molly. Ginny, maggiormente diplomatica, ha preferito tacere. Arthur invece, contrariamente alle aspettative, ha dato man forte alla moglie, arrabbiato e preoccupato. A complicare la faccenda è l’arrivo di Malocchio, in compagnia di Tonks. Si riuniscono intorno al tavolo della cucina. Lo sguardo di Alastor scruta contrariato il volto annoiato di George.

«Sto aspettando una spiegazione»

«Non penserai che racconti di nuovo tutto!» La sfacciataggine di George fa sogghignare Tonks ed inalberare Malocchio.

«Bada, ragazzo, sto per perdere la pazienza. Per quale motivo tu e quei due scellerati eravate in un locale Babbano?»

«L’ho detto e ripetuto, volevamo un cappuccino» Nel dirlo sorride soddisfatto, appuntandosi mentalmente di ripeterlo dinanzi ad Hermione.

«Un cappuccino. Avete rischiato di essere uccisi per un cappuccino» L’espressione di Alastor è alquanto interdetta «Dì un po’ ragazzo, ti rendi conto di cosa stai dicendo, vero?»

«Oh, uffa!» Il dire spontaneo di Tonks cattura l’attenzione di tutti e la profonda stima di George «Ma come facevano a sapere che in quel posto ed in quel momento sarebbero arrivati i Mangiamorte?» Porta le mani sui fianchi, sfidando con lo sguardo gli adulti inquisitori «E vi dirò di più! Menomale che c’erano loro, sennò avremmo dovuto mettere agli atti un’altra strage di Babbani!»

«Non è questo il punto!» S’alza in piedi Malocchio, fronteggiando la sua pupilla «Non dovevano essere lì e basta» L’indice addita George «E lui non doveva essere lì»

«Magari, forse, da un certo punto di vista, valutando un’altra prospettiva e presumibilmente ma non sicuramente…»

«Tonks!»

S’acciglia la strega «…D’accordo! Sarò sintetica!» Ridacchia, avvicinandosi a George «Potrebbero aver peccato di superficialità. Ma, per Morgana, li avete rimproverati e hanno capito, Fred è con Hermione e siamo tutti felici!»

Uno sbuffo contrariato viene emesso da Alastor, mentre Harry e Ron hanno l’improvvisa sensazione d’aver sbagliato tutto «Il fatto che quello scapestrato sia con la ragazza è l’unica nota positiva della storia»

«La faccenda è conclusa!» L’ilarità di Tonks provoca una risata in un George ammaliato ed ammirato.

«Tonks»

«Non c’è bisogno di ringraziare, George!»

«Ringraziare? Io voglio sposarti!»


 

****



«Quindi non sa niente dei Mangiamorte e neanche di George»

«Esatto»

«Hai fatto bene a mentire» Ridacchia, stendendosi sul letto della ragazza «George ci avrà maledetto in tutte le lingue del mondo!»

Si distende anche lei, poggiando la testa sul cuscino «Perché?»

«Avrà dovuto raccontare tutto, sai la sfuriata di mamma!»

«Mi dispiace» Il tono mesto. Lo sguardo osserva il soffitto.

«Non dispiacerti, non è mica colpa tua!»

Ad interrompere la chiacchierata è l’ingresso di Logan «Disturbo?» Lo chiede con fastidio malcelato, facendo ridacchiare Fred. Hermione si alza immediatamente in piedi, mostrando le gote arrossate.

«No, certo che no!»

«Sei pronta?»

«Per cosa?»

Serra i pugni il moro, trattenendosi dallo scoccare occhiate furiose in direzione di Fred, il quale, secondo Logan, è la causa della dimenticanza di Hermione. E dire che gli era persino sembrato simpatico, almeno prima d’appurare che sarebbe stato onnipresente «Dovevamo andare al luna park. Ma a questo punto…»

«Luna park?» Uno stranito Fred si è degnato di mettersi in piedi e partecipare alla conversazione.

«Sì, nelle vicinanze ne hanno aperto uno, e dovevamo andarci oggi» Si sforza d’esibire un sorriso, mostrandosi cordiale «Possiamo andarci tutti insieme»

«No! Assolutamente no!» Lo scatto di Hermione, terrorizzata all’idea di Fred tra giochi Babbani, pupazzetti e zucchero filato.


 

****



All’esterno della Tana due uomini conversano a voce bassa, scambiandosi delle pergamene. Entrambi hanno l’espressione preoccupata e stanca. Ad arricchire i tratti di Malocchio vi è la consueta durezza mista alla grinta; Arthur presenta la solita pacatezza, oscurata unicamente dall’angoscia propria di un padre consapevole d’aver la vita di ogni figlio in pericolo. È tardo pomeriggio, il cielo è già privo di luce, dando modo alle ombre d’invadere i pensieri di ogni individuo.

«La situazione è complessa, Alastor. Ma non tutto è perduto»

Malocchio si limita ad arricciare le labbra, contrariato dall’ottimismo dell’altro. L’Auror è un uomo concreto, amante del realismo; in molti lo accusano spesso d’essere un pessimista cronico, altri ancora d’essere paranoico, e c’è chi giurerebbe che Alastor Moody sia un porta-sfortuna. Eppure, a ben guardare, è forse quel pessimismo cronico unito ad una certa paranoia ad aver salvato molte vite. Alastor Moody non si degnerà mai di riempire i suoi pupilli di complimenti, non farà mai caso ad una cravatta bene annodata o ad una postura elegante, ma in compenso si assicurerà sempre che gli innocenti non paghino lo scotto d’essere tali.

«Hestia conosce troppi dettagli, dobbiamo trovarla»

«Tu» S’interrompe Arthur, portando la destra alla nuca, imbarazzato e nervoso «Tu non crederai che tradisca l’Ordine?»

L’occhio magico dell’Auror indugia sul volto del Weasley «Io non credo niente, Arthur»

«Ma allora…»

«Niente» S’intromette nel discorso altrui, evitando che prosegua «Non credo che tradisca. Non credo che non tradisca. Non credo niente»

Annuisce l’altro, indugiando lo sguardo sulle cicatrici presenti sul volto di Alastor, testimonianze della vita travagliata dell’uomo «Sono preoccupato per Fred ed Hermione. Li hanno visti. Credi che possano tornare a cercarli?»

«Se seguiranno il mio programma non ci saranno problemi»


 

****



Una miriade di ragazzi, adulti e bambini s’affolla all’esterno di un cancello in ferro dipinto di bianco. Un cartellone è al di sopra del cancello, recante la scritta “House of Fools”. Al di là del cancello sono intravedibili vari giochi, sia per bambini che per adulti. Particolarmente gettonata è la ruota panoramica, mentre all’esterno la biglietteria è invasa da gruppetti vogliosi d’addentrarsi al più presto nel parco. Logan è in coda per comprare i tre biglietti, Hermione ha finto un capogiro per assicurarsi d’essere sola con Fred. Entrambi sostano a lato del cancello, distanziati dalla marea di persone. Entrambi con cappotti, guanti e sciarpa.
 
«Quindi questo è un luna park!»

«Sì, Fred» Una contrariata Hermione incrocia le braccia al petto, indugiando lo sguardo sul viso estasiato di Fred.

«Wow!» Continua a tentare d’adocchiare l’interno, trattenendo l’istinto di smaterializzarsi «Cosa si fa in un luna park?»

«Si gioca» Il tono asciutto di Hermione contrasta visibilmente con quello eccitato del mago.

«Alla faccia di tutte le teste mozzate di gnomo! Doveva esserci George adesso!» Sfrega le mani, voltandosi verso Hermione «Andiamo a prenderlo!»

«Sei matto? A Logan come lo spiego?» Il naso e le gote arrossate per il freddo acuiscono l’aria nervosa della giovane, facendo ridacchiare Fred.

«D’accordo, come vuoi! Rilassati, stasera ti faccio divertire!»

«Ma se non sai neanche come si usa un gettone»

«Donna di poca fede. Vedrai!»

«Andiamo? Ho i biglietti!» Logan, sventolando i tre cartoncini. S’affretta a cingere la mano destra di Hermione, trascinandola con sé, tentando di seminare il terzo incomodo. Peccato che la strega, a sua volta, afferri repentina la manica del cappotto di Fred, costringendolo a seguirla.

«Dove si inizia?»

«Dove preferisci» La risposta giunge da Logan, il cui tono è tutt’altro che amichevole.

Il sopracciglio destro di Fred s’inarca «C’è qualche problema?»

La mano del moro si serra intorno a quella di Hermione, gesto che non sfugge a Fred «Nessuno, figurati» Peccato che i denti stretti e gli occhi assottigliati dicano tutt’altro.

«Ehm…» Hermione, districandosi dalla morsa di Logan «Iniziamo dalla ruota panoramica!»

«Bella idea!» Risponde Logan, sorridendole. Si rivolge poi a Fred, sogghignando «Sempre che tu non soffra di vertigini. Io non ho questo problema»

Hermione e Fred, all’unisono, scoppiano in una sonora risata «Vertigini? Io?! Tu non sai con chi parli!»

«Concordo!» Rilascia una pacca sulla spalla del moro «Sul serio, Logan. Fred non soffre di vertigini!»

Ed è così che i tre si conducono alla ruota panoramica e poi ad altri giochi. Inclusa la giostra per bambini con i pony. Fred ha preteso il suo personalissimo pony finto. Hermione e Fred si sono poi avvicinati al chiosco dello zucchero filato e simili, mentre Logan intraprende un'avvincente sfida con l’aggeggio che permette di catturare e vincere un pupazzo, peccato sia già al quinto, vano tentativo.

«Mi piace tantissimo questo posto! I Babbani sono dei geni!»

Hermione, finalmente rilassata, acconsente sorridendo «Sono contenta che ti piaccia qui»

«Cos’è questa roba bianca? Ovatta?»

Ridacchia «No, no. Si chiama zucchero filato, si mangia»

«Oh» Realmente stupito, si perde nell’esplorazione visiva dello zucchero filato «E com’è?»

«Dolce, molto dolce!»

«Tipo da carie?»

«Anche da diabete!»

Esibisce una smorfia nauseata, facendo ridere Hermione ancora una volta. Porta l’attenzione sui popcorn dunque, additandoli «Ehi! Questi stavano a casa tua, li stavi mangiando!»

«Questi sono buonissimi! Si chiamano popcorn»

«Popche

Scuote il capo, rivolgendosi direttamente al tizio responsabile del chiosco «Buonasera. Prendiamo i popcorn»

L’uomo grassoccio e dall’aria bonaria alterna lo sguardo tra Fred ed Hermione «Faccio per due?»

«Sì, grazie»

«Granger, se non mi piacciono?»

«Sciocchezze. Ti piaceranno»

«Carie e diabete?»

«No! Sono salati!»

Un sorriso si apre sul volto di Fred. Dopo aver pagato e con tra le mani un cono di carta ripieno di popcorn caldi, s’avvicinano ad una panchina libera, accomodandosi. Hermione è già al terzo popcorn, Fred, scettico, se ne rigira uno tra le mani prive di guanti.

«Non mi convince»

«Ti ho detto di assaggiare, fidati!»

«Ma sembra carta» Protesta lui, portando il popcorn all’altezza degli occhi «Sicura che siano digeribili?»

«Oh, Weasley! Quante storie!» Senz’altro aggiungere cattura un popcorn dal proprio cono, imboccando un sorpreso Fred, costretto a provare la carta «Com’è?»

Temporeggia lui, fingendo d’impiegare tempo per masticare ed ingoiare «Passabile!» L’afferma ghignando, facendo assumere ad Hermione un’aria soddisfatta.

«Sapevo che ti sarebbe piaciuto!»

«Sapevo anch’io che ti sarebbe piaciuto!» Ilare, fermandosi ad osservarla, stupendosi nel trovarla persino carina con quel naso arrossato e quei ricci sfuggiti alla coda.

«Cosa mi sarebbe piaciuto?»

«Venire qui, distrarti» Sogghigna «E stare in mia compagnia ovviamente!»

«I popcorn! Hermione, io ti amo!»

Lo sguardo di Hermione è costretto a posarsi su Logan «Niente pupazzo?»

«Non me ne parlare! Ho speso mezza paghetta per niente!»

S’accomoda accanto ad Hermione il diciassettenne. Fred, al gesto, viene assalito da un improvviso fastidio. Insomma, con la Granger ci stava parlando lui. Adocchia i movimenti del giovane, che ora narra alla strega le sue prodezze con la macchinetta dei pupazzi. Sbuffa il mago, alzandosi in piedi e tossendo per richiamare l’attenzione.

«Facciamo un altro giro?»

«Veramente…»

«Certo!» Si alza in piedi anche Logan, fronteggiandolo con un ghigno «Autoscontro?»

«Non ho la più pallida idea di cosa sia, ma il nome mi piace!»


 

****



All’interno di un edificio non meglio identificato, in una stanzetta circolare, piccola e buia, le urla di una donna echeggiano strazianti. Accasciata al pavimento, le ginocchia doloranti a causa della prolungata postura. Il corpo scosso da brividi di freddo e di terrore ed al contempo cosparso da sudore gelido. Le mani, sporche di sangue rappreso e di polvere, aderiscono al pavimento. Le unghie tentano di rigarlo, con foga rabbiosa. I capelli si riversano sulla schiena ribelli, in cerca di fuga al pari della padrona. Il fetore presente in quella che è a tutti gli effetti una cella è insopportabile, e persino una donna temprata come lei è costretta a subire quell’odore come un terribile supplizio, come l’ennesima tortura. Quella stanzetta sa di marcio, di sofferenza, di volgare sporcizia e di morte. Una copertina consunta e non molto calda è l’unica compagnia della strega. Urla, urla ed urla.

«Liberatemi»

Lo sguardo vaga sulla pavimentazione vecchia e sconnessa.

«Non avrete mai quello che volete»

Il terrore non è esprimibile a parole, è un mostro che inebetisce i sensi e rende vano ogni ragionamento.

«Mi troveranno e la pagherete tutti»

Solo la speranza è più forte del terrore, del dolore. È più forte del gelo emanato dal proprio corpo.

«Indovina un po’? Pare sia particolarmente bravo nel domare la feccia che tradisce il suo stesso sangue» Quella di Dolohov è una voce sibilata, crudele e particolarmente incline all’acuire il terrore. Lo sguardo perverso si posa sulla figura femminile accasciata dinanzi a lui. La bacchetta si leva.


 

****



Hermione è in piedi dinanzi la pista relativa all’autoscontro, cono di carta nella mancina e destra che si preoccupa di condurre i popcorn alla bocca. Lo sguardo scuro segue i movimenti di Fred e Logan. La pista è al completo, ogni partecipante ha la sua auto, fatta eccezione per qualche coppietta. Fred ha subito compreso come si giocasse e, cosa più importante, quale fosse lo scopo del gioco; dopo aver inveito contro l’assenza di George, ha preso posto ed al momento, dinanzi lo sguardo incredulo e divertito di Hermione, sta facendo strage dei poveri partecipanti al gioco. Logan, d’altro canto, pare avere come unico avversario proprio il Weasley, scontrandosi con lui ogni volta che ne ha modo.

«Hermione, salta su!»

«Tu sei tutto matto!»

«Avanti, Granger! Non farti pregare!» Ultime parole sarcastiche, per poi strattonarla verso la propria auto, rischiando anche di farle perdere l’equilibrio. Logan, che assiste allo spettacolo, non può fare a meno d’indurire i tratti, accelerare e scontrarsi violentemente con l’auto di Fred ed Hermione.

«Logan, ma che fai?» Chiede la ragazza, mentre si sistema meglio. Fred, al suo fianco, osserva contrariato il moro.

«Gioco. E tu? Non ci sei mai voluta salire su queste auto! Mai!»

«Mi sa che qualcuno è geloso!» La malizia di Fred fa arrossire Hermione «Tieniti forte! Ora facciamo nero il tuo spasimante!»

«Non è il mio spasimante!»

«No, eh? Non vedi come ti guarda?» Il tono tra l’ilare e l’infastidito.

«Mi guarda come mi guardano tutti!» Un urto di Fred la costringe a portare le braccia in avanti «Fred!» Vocina stridula «Va piano!»

Ride di gusto lui, scuotendo il capo «Non ci penso proprio! E per la cronaca: io e George apriremo un autoscontro!»

«Tu e George siete delle mine vaganti!»

«Io e George siamo geni bellissimi e favolosi!» Sogghigna adocchiando il nuovo attacco di Logan «Ed il tuo spasimante mi vuole morto!»

Altro urto, altra quasi testata di Hermione alla plastica dura dell’auto «Non è il mio spasimante!» Inarca le sopracciglia, tornando a poggiare la schiena allo schienale «E tu e George non siete bellissimi. George è bellissimo e geniale!»

Il piede di Fred frena bruscamente, guadagnandosi le imprecazioni degli altri giocatori, dato che si è fermato nel bel mezzo della pista «Io e George siamo uguali!»

Sogghigna lei «Non dire sciocchezze. Lui è molto meglio di te!»

Un sorriso tradisce l’espressione imbronciata di Fred «Vuoi farmi innervosire!»

«Può darsi!»

«Ehi! Vi date una mossa o no?»

«Il tuo spasimante non arriva a domani!»

Terminato l’autoscontro, i tre hanno preferito abbandonare il luna park, con sommo dispiacere di Fred. Logan, lungo il tragitto per casa, ha esibito un’espressione irritata, prediligendo un mutismo nervoso. Hermione è stata assalita nuovamente dalla tensione, complice l’ora tarda e l’incontro della mattina. A risollevare le sorti di quel tragitto è stato unicamente Fred con il suo buon umore. Giunti all’abitazione della ragazza, Logan si è immediatamente congedato. Fred ed Hermione invece, dopo aver indossato il pigiama, si sono ritrovati nella camera della ragazza.

«Sempre alle otto?»

«Direi di sì, sfortunatamente»

«Fred» Porta le mani sui fianchi, adocchiando contrariata il ragazzo disteso sul proprio letto «Mamma ti ha preparato la stanza, con un letto tutto tuo!»

«Mi stai forse cacciando?»

«Fammi pensare…» Si finge pensierosa, sedendosi sul proprio letto «Sì! Ho sonno»

«Dormi!»

«Con te qui, non credo!»

«Non mi dire… hai paura di me?!» Si rigira sul fianco, guardandola con più facilità. L’espressione ghignante e maliziosa fa arrossire Hermione, ed il ghigno di Fred si amplia «Oppure, hai solo vergogna!»

«Vergogna? Figurarsi» Seppur conscia del rossore, lo sfida, distendendosi accanto a lui ed infilandosi anche sotto le coperte. Imbarazzata sino al midollo, ma decisa a non dargli soddisfazione.

«Bene»

«Bene?»

«Bene che non hai vergogna!» Inarca le sopracciglia, infilandosi anche lui sotto le coperte, sotto lo sguardo atterrito della ragazza «Perché io devo dormire con te! Per ben due motivi!» Tace, aspettando che lei inveisca, sbraiti o altro. Ma niente: è davvero imbarazzata, e questo, se possibile, lo fa sogghignare ancora di più «In primo luogo: sono qui per proteggerti dai Mangiamorte puzzoni e cattivi!» Hermione esibisce una smorfia di disappunto «In secondo luogo: devo assicurarmi che il tuo spasimante non approfitti di te!»

«Ma cosa ti salta in mente?»

«A me? Niente! Buonanotte, Granger!» Le ammicca, chiudendo gli occhi. Ed Hermione, solo a quel gesto, comprende che avrebbe davvero dormito lì con lei. Appuntandosi mentalmente d’ucciderlo appena terminato il compito per l’Ordine, si volta sul lato, dandogli le spalle ed allontanandosi il più possibile da lui, rischiando anche d’incontrare il pavimento, dopotutto il suo non è un letto matrimoniale. Porta la coperta sino al mento, rintanandosi nel calore dell’oggetto; e proprio mentre sta per convincersi a calare le palpebre, avverte un braccio cingerle la vita ed un calore umano alle proprie spalle. Deglutisce, incapace di muoversi e terribilmente imbarazzata. Dietro di lei, Fred ha un bel ghigno stampato in volto.

   
 
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